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29 maggio 2007 0:00 - Mauro Salamoni
Salve, vorrei segnalare un errore, probabilmente di digitazione, nella traduzione di SPQR, che però ne stravolge il senso... Infatti, il significato è "Il Senato e il Popolo Romano" e non "Il Senato è il Popolo Romano", come scritto in fondo alla pagina.
Cordiali saluti, Mauro
20 marzo 2007 0:00 - Isaia Kwick
Bravi!
Isaia Zingaro ROM
19 marzo 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Sig. Musto! Complimenti nonno 5 volte!
I nonni sono nonni….
Se diventa Re, faccio i voti al Reame!
Lei conosce la storia dei Beati Paoli?
Io, sono uno di loro, un loro discendente….
Per quanto riguarda i Tribuni, li fecero con buon intento, poi, diventarono quello che, dalla stanza sindacale della fabbrica i comunisti diventano con la carriera…, la storia ha i suoi corsi e ricorsi, e, le analogie sono insidiose…
Non si preoccupi, ci scriva quando vuole o puo’.
Cari saluti
Giuseppe Parisi
18 marzo 2007 0:00 - Lucio Musto
Signor Parisi, senza impegno!
Ero solo in queto bighellonare sul Web ed ho visto il suo intervento qui a "Di la tua", forum che ormai frequento di rado, e la tentazione di lasciarle un saluto è stata forte. Ma non più di un saluto, non intendevo argomentare sul suo scritto come abbiamo fatto altre volte.

Né adesso la bacchetterò per dirle che i nonni (io lo sono 5 volte!) sono simpatici sempre e "per definizione!".

Mi spiace invece che non sia monarchico: mi dispiacerà non averla fra i miei quando fra poco cingerò la corona di ferro!... ma forse riuscirò a farle cambiare idea!

Il paginone più simpatico del Borghese che ricordi portava a sinistra la foto a mezzobusto del segretario dell'ONU di allora, ed a destra il nostro Presidente del Consiglio. E sotto le due didascalie:
U THANT........ U NIENT!

Ed infine, ma solo per saluto, e senza voler polemizzare ma temo (di sicuro non saprei, io non c'ero!) che di tribuni della plebe come sogna lei... non ce ne siano mai stati!

Buona navigazione in "Dì la tua", mi spiace ma non posso garantirle che la rileggerò a breve.
18 marzo 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Grazie per avermi riscritto Sig. Musto.
Ho sempre trovato le sue analisi accattivanti, e, di animosita’.
Quando mi scrive, irresistibile diventa una risposta.
Lei scrive:
Come sempre il signor Parisi ci gratifica della sua cultura e ci diletta col suo modo accattivante di porre le cose.

- Non so se sono accattivanti, cerco di fare di meglio.
-

Purtroppo non fa differenza fra la sua obiettività storica, ineccepibile nell'analisi di avvenimenti lontani, e la sua legittima, ma di parte, passione
per gli accadimenti recenti e recentissimi.

- forse Lei, si riferisce ai miei dubbi, sulla leggittimita’ del referendum, e, i miei dubbi sugli imbrogli?
- Non credo che basti tutto quanto, per avvertirmi “di parte”.
- Monarchico non lo sono di certo!


Encomiabile devozione per il nonno certamente ma anche simpatie personali. Altrettanto comprensibili certo, ma che confondono lo storico col cronista.
- Le voglio fare osservare Sig. Musto, che, le distanze tra storico e cronista sono sottili…, inoltre il mio nonno, non mi faceva simpatia in divisa, ma quando insieme a me, stava in pantaloncini corti….



Ci si mette anche l'aritmetica: dottor Parisi, quanti avrebbero dovuto essere i manifestanti di Vicenza per contare, proporzionalmente, quanto un tribuno
della plebe dell'Urbe?
- caro Sig. Musto, qui casca l’asino…!
- Magari si trattasse di numeri ed aritmetica!
- Il problema semmai, sta nel fatto, che di Tribuni non ce ne sono piu’…
- Ed il Borghese piccolo piccolo, della Res Pubblica moderna , e’ divenuto prima precario, poi schiavo…
o Al Sig. CRITICONE
o Lei scrive:
o Tanto per intervenire in questa dotta discussione, senatus populusque Romanus significa "il senato e il popolo romano" (non il senato è il popolo romano)

- Mi permetta di insistere, che, l’enfasi della lettera (e) accentata, faceva parte del significato della frase.
-
o e il popolo non era il popolo come lo intendiamo noi oggi.

- il popolo, e’ sempre stato il popolo, la parte dell’”esistenza Umana” che “contava” meno, o per nulla, ma non era schiava.
-
o La visione austera è quella che ci è stata tramandata, con tutte le infiocchettature del caso, ma le cose non stanno proprio così. Cicerone non riuscì a
o pronunciare come avrebbe voluto la sua orazione in difesa di Milone (Etsi vereor, iudices, ne turpe sit ...) perché la gente rumoreggiava ed il principe
o del foro ebbe paura e riuscì soltanto a balbettare.

- Non comprendo, come Lei, abbia questa visione non proprio conforme della figura di Cicerone, ricco e, di parte Patrizia, oggi, sarebbe,di parte Clericale e conservatore.
- Inoltre, l’austerita’ Romanica dei primi due o tre secoli, e’ un fatto certo, meglio certissimo.
- Non conforme inoltre e’ la sua versione dei Gracchi, che adirono una buona riforma agricola, poi abdicata dal potere Patrizio, ma in parte ripresa dal “Socialista” Giulio Cesare”.
- La figura di Silla, ha mio avviso e’ dissimule dai Gracchi, Silla era un uomo della odierna destra conservatrice.
- Infine, Lei, senza saperlo, mi conferma le analogie delle due Rome:
-
o I tribuni della plebe non erano soltanto "tribuni della plebe"; badavano al loro prestigio personale e furono corresponsabili della rovina della repubblica.
- badavano al loro prestigio? Quanti operai della FIAT, o, operai in genere, sono divenuti sindacalisti di grido, sindaci, presidenti di cooperative, o, presidenti di camera dei Deputati?
- Credo inoltre, che non furono loro, a motivare il degrado della Repubblica, ma, credo che la Repubblica come il Comunismo, sono delle finzioni Umane.
-

o Furono i Gracchi a stravolgere le regole delle elezioni, facendosi rieleggere in barba
o
o
o alle regole che lo vietavano. Mario e Silla fecero il resto.
o
Al Sig. Celanti Enrico, circa il suo quesito, ho gia’ risposto al sig. Criticone.
Cari saluti.

Giuseppe Parisi
17 marzo 2007 0:00 - Lucio Musto
Come sempre il signor Parisi ci gratifica della sua cultura e ci diletta col suo modo accattivante di porre le cose.

Purtroppo non fa differenza fra la sua obiettività storica, ineccepibile nell'analisi di avvenimenti lontani, e la sua legittima, ma di parte, passione per gli accadimenti recenti e recentissimi.
Encomiabile devozione per il nonno certamente ma anche simpatie personali. Altrettanto comprensibili certo, ma che confondono lo storico col cronista.

Ci si mette anche l'aritmetica: dottor Parisi, quanti avrebbero dovuto essere i manifestanti di Vicenza per contare, proporzionalmente, quanto un tribuno della plebe dell'Urbe?
17 marzo 2007 0:00 - Criticone
Tanto per intervenire in questa dotta discussione, senatus populusque Romanus significa "il senato e il popolo romano" (non il senato è il popolo romano) e il popolo non era il popolo come lo intendiamo noi oggi.
La visione austera è quella che ci è stata tramandata, con tutte le infiocchettature del caso, ma le cose non stanno proprio così. Cicerone non riuscì a pronunciare come avrebbe voluto la sua orazione in difesa di Milone (Etsi vereor, iudices, ne turpe sit ...) perché la gente rumoreggiava ed il principe del foro ebbe paura e riuscì soltanto a balbettare.
I tribuni della plebe non erano soltanto "tribuni della plebe"; badavano al loro prestigio personale e furono corresponsabili della rovina della repubblica. Furono i Gracchi a stravolgere le regole delle elezioni, facendosi rieleggere in barba alle regole che lo vietavano. Mario e Silla fecero il resto.
17 marzo 2007 0:00 - Celanti Enrico
Un unico commento di carettere linguistico.
Per quello che mi ricordo di Latino, e se non erro, SPQR stava per Senatus Populusque Romanorum e stava per : Il Senato e il popolo
dei Romani ( Senatus Populus(que) Romanorum).
Un saluto
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