Salve, vorrei segnalare un errore, probabilmente di
digitazione, nella traduzione di SPQR, che però ne
stravolge il senso... Infatti, il significato è "Il
Senato e il Popolo Romano" e non "Il Senato è il
Popolo Romano", come scritto in fondo alla pagina.
Cordiali saluti, Mauro
20 marzo 2007 0:00 - Isaia Kwick
Bravi! Isaia Zingaro ROM
19 marzo 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Sig. Musto! Complimenti nonno 5 volte! I nonni sono
nonni…. Se diventa Re, faccio i voti al Reame!
Lei conosce la storia dei Beati Paoli? Io, sono uno di
loro, un loro discendente…. Per quanto riguarda i
Tribuni, li fecero con buon intento, poi, diventarono quello
che, dalla stanza sindacale della fabbrica i comunisti
diventano con la carriera…, la storia ha i suoi corsi e
ricorsi, e, le analogie sono insidiose… Non si
preoccupi, ci scriva quando vuole o puo’. Cari
saluti Giuseppe Parisi
18 marzo 2007 0:00 - Lucio Musto
Signor Parisi, senza impegno! Ero solo in queto
bighellonare sul Web ed ho visto il suo intervento qui a
"Di la tua", forum che ormai frequento di rado, e
la tentazione di lasciarle un saluto è stata forte. Ma
non più di un saluto, non intendevo argomentare sul suo
scritto come abbiamo fatto altre volte.
Né
adesso la bacchetterò per dirle che i nonni (io lo sono 5
volte!) sono simpatici sempre e "per
definizione!".
Mi spiace invece che non sia
monarchico: mi dispiacerà non averla fra i miei quando fra
poco cingerò la corona di ferro!... ma forse riuscirò a
farle cambiare idea!
Il paginone più simpatico
del Borghese che ricordi portava a sinistra la foto a
mezzobusto del segretario dell'ONU di allora, ed a
destra il nostro Presidente del Consiglio. E sotto le due
didascalie: U THANT........ U NIENT!
Ed
infine, ma solo per saluto, e senza voler polemizzare ma
temo (di sicuro non saprei, io non c'ero!) che di
tribuni della plebe come sogna lei... non ce ne siano mai
stati!
Buona navigazione in "Dì la
tua", mi spiace ma non posso garantirle che la
rileggerò a breve.
18 marzo 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Grazie per avermi riscritto Sig. Musto. Ho sempre
trovato le sue analisi accattivanti, e, di animosita’.
Quando mi scrive, irresistibile diventa una risposta.
Lei scrive: Come sempre il signor Parisi ci gratifica
della sua cultura e ci diletta col suo modo accattivante di
porre le cose.
- Non so se sono accattivanti,
cerco di fare di meglio. -
Purtroppo non fa
differenza fra la sua obiettività storica, ineccepibile
nell'analisi di avvenimenti lontani, e la sua legittima,
ma di parte, passione per gli accadimenti recenti e
recentissimi.
- forse Lei, si riferisce ai miei
dubbi, sulla leggittimita’ del referendum, e, i miei
dubbi sugli imbrogli? - Non credo che basti tutto
quanto, per avvertirmi “di parte”. - Monarchico non
lo sono di certo!
Encomiabile devozione per
il nonno certamente ma anche simpatie personali. Altrettanto
comprensibili certo, ma che confondono lo storico col
cronista. - Le voglio fare osservare Sig. Musto, che,
le distanze tra storico e cronista sono sottili…, inoltre
il mio nonno, non mi faceva simpatia in divisa, ma quando
insieme a me, stava in pantaloncini corti….
Ci si mette anche l'aritmetica: dottor
Parisi, quanti avrebbero dovuto essere i manifestanti di
Vicenza per contare, proporzionalmente, quanto un
tribuno della plebe dell'Urbe? - caro Sig.
Musto, qui casca l’asino…! - Magari si trattasse di
numeri ed aritmetica! - Il problema semmai, sta nel
fatto, che di Tribuni non ce ne sono piu’… - Ed il
Borghese piccolo piccolo, della Res Pubblica moderna ,
e’ divenuto prima precario, poi schiavo… o Al Sig.
CRITICONE o Lei scrive: o Tanto per intervenire in
questa dotta discussione, senatus populusque Romanus
significa "il senato e il popolo romano" (non il
senato è il popolo romano)
- Mi permetta di
insistere, che, l’enfasi della lettera (e) accentata,
faceva parte del significato della frase. - o e
il popolo non era il popolo come lo intendiamo noi oggi.
- il popolo, e’ sempre stato il popolo, la parte
dell’”esistenza Umana” che “contava” meno, o per
nulla, ma non era schiava. - o La visione austera
è quella che ci è stata tramandata, con tutte le
infiocchettature del caso, ma le cose non stanno proprio
così. Cicerone non riuscì a o pronunciare come
avrebbe voluto la sua orazione in difesa di Milone (Etsi
vereor, iudices, ne turpe sit ...) perché la gente
rumoreggiava ed il principe o del foro ebbe paura e
riuscì soltanto a balbettare.
- Non comprendo,
come Lei, abbia questa visione non proprio conforme della
figura di Cicerone, ricco e, di parte Patrizia, oggi,
sarebbe,di parte Clericale e conservatore. - Inoltre,
l’austerita’ Romanica dei primi due o tre secoli, e’
un fatto certo, meglio certissimo. - Non conforme
inoltre e’ la sua versione dei Gracchi, che adirono una
buona riforma agricola, poi abdicata dal potere Patrizio,
ma in parte ripresa dal “Socialista” Giulio
Cesare”. - La figura di Silla, ha mio avviso e’
dissimule dai Gracchi, Silla era un uomo della odierna
destra conservatrice. - Infine, Lei, senza saperlo, mi
conferma le analogie delle due Rome: - o I
tribuni della plebe non erano soltanto "tribuni della
plebe"; badavano al loro prestigio personale e furono
corresponsabili della rovina della repubblica. -
badavano al loro prestigio? Quanti operai della FIAT, o,
operai in genere, sono divenuti sindacalisti di grido,
sindaci, presidenti di cooperative, o, presidenti di camera
dei Deputati? - Credo inoltre, che non furono loro, a
motivare il degrado della Repubblica, ma, credo che la
Repubblica come il Comunismo, sono delle finzioni Umane.
-
o Furono i Gracchi a stravolgere le regole
delle elezioni, facendosi rieleggere in barba o
o o alle regole che lo vietavano. Mario e Silla fecero
il resto. o Al Sig. Celanti Enrico, circa il suo
quesito, ho gia’ risposto al sig. Criticone. Cari
saluti.
Giuseppe Parisi
17 marzo 2007 0:00 - Lucio Musto
Come sempre il signor Parisi ci gratifica della sua cultura
e ci diletta col suo modo accattivante di porre le cose.
Purtroppo non fa differenza fra la sua obiettività
storica, ineccepibile nell'analisi di avvenimenti
lontani, e la sua legittima, ma di parte, passione per gli
accadimenti recenti e recentissimi. Encomiabile
devozione per il nonno certamente ma anche simpatie
personali. Altrettanto comprensibili certo, ma che
confondono lo storico col cronista.
Ci si mette
anche l'aritmetica: dottor Parisi, quanti avrebbero
dovuto essere i manifestanti di Vicenza per contare,
proporzionalmente, quanto un tribuno della plebe
dell'Urbe?
17 marzo 2007 0:00 - Criticone
Tanto per intervenire in questa dotta discussione, senatus
populusque Romanus significa "il senato e il popolo
romano" (non il senato è il popolo romano) e il popolo
non era il popolo come lo intendiamo noi oggi. La
visione austera è quella che ci è stata tramandata, con
tutte le infiocchettature del caso, ma le cose non stanno
proprio così. Cicerone non riuscì a pronunciare come
avrebbe voluto la sua orazione in difesa di Milone (Etsi
vereor, iudices, ne turpe sit ...) perché la gente
rumoreggiava ed il principe del foro ebbe paura e riuscì
soltanto a balbettare. I tribuni della plebe non erano
soltanto "tribuni della plebe"; badavano al loro
prestigio personale e furono corresponsabili della rovina
della repubblica. Furono i Gracchi a stravolgere le regole
delle elezioni, facendosi rieleggere in barba alle regole
che lo vietavano. Mario e Silla fecero il resto.
17 marzo 2007 0:00 - Celanti Enrico
Un unico commento di carettere linguistico. Per quello
che mi ricordo di Latino, e se non erro, SPQR stava per
Senatus Populusque Romanorum e stava per : Il Senato e il
popolo dei Romani ( Senatus Populus(que)
Romanorum). Un saluto