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29 luglio 2007 0:00 - Alvise B.
Non sono d'accordo. Lo stato è l'ultimo baluardo di potere fra i poteri. Una azienda monopolista non farà mai nulla per il bene dei cittadini pur avendo in mano la quasi totalità di un determinato servizio o distribuzione di una categoria di beni. Il fatto che la golden share non venga utilizzata al meglio, a mio avviso, è ciò su cui focalizzarsi, non la sua scomparsa. Nell'esempio citato, Telecom secondo molti agisce da "gradasso" sia nei confronti della concorrenza (che vera concorrenza non ha occasione di fare) che dei clienti (che non trovano mai un Responsabile e una vera risposta efficiente ai propri problemi), che dei lavoratori della propria stessa azienda (sia tra i precari che tra i fissi, sia a livello di trattamento personale che di organizzazione tecnica).

Ecco che lo stato in questo caso potrebbe mostrare i muscoli e regolamentare FORZANDO per il bene dei cittadini.

Non lo fa che raramente, secondo il mio modo di vedere.

Togliere anche la possibilità non risolverebbe. Bisogna invece trasformare la potenzialità in azione. Per il bene dei cittadini, siano essi lavoratori dell'azienda nella quale la goldenshare è detenuta dallo stato, siano essi clienti della ditta che fornisce i servizi, siano essi lavoratori (dipendenti o imprenditori) delle ditte concorrenti.
4 aprile 2007 0:00 - Sergio
Ricordate cosa diceva Bertinotti pochi anni fa riguardo alla Golden Share? E pensate che sarà abolita? No, Bersani è ancora indaffarato con le ricariche… Avrebbe bisogno lui di una ricarica.
La Golden Share non sarà abolita e non sarà utilizzata. Ci sono mille altri modi “prodiani” per evitare il ricorso alla Golden Share e anche l’invasione degli “stranieri”.
Prodi sa bene come si vende ciò che è pubblico semplicemente per fare cassa. Il mercato non sa cosa sia. O meglio è ancora fermo al panettone di stato che, appunto, voleva svendere.
Vale la pena ricordare che Telecom è stata privatizzata per far quadrare i conti pubblici. Il paradosso è proprio qui: le privatizzazioni sono state fatte per finta tutte dal centrosinistra. Il liberale centrodestra non ha privatizzato un bel niente. Quindi uno non privatizza e l’altro finge di privatizzare. Doveva nascere una public company (difficile senza i fondi pensione stile anglosassone) con un nucleo di azionisti di riferimento (ancora una volta in ballo il salotto buono con a capo i soliti Agnelli, Cuccia e pochi altri). FIAT si defilò immediatamente. Cosa avvenne è sotto gli occhi di tutti.
Derogando alla norma che fissava al 3% la quota invalicabile di possesso, non solo fu consentito a un gruppo di quasi sconosciuti di lanciare un’OPA su Telecom ma addirittura si permise che l’OPA non fosse estesa a TIM (controllata da Telecom). Quindi chi metteva le mani su Telecom s’impossessava del forziere TIM. Poi arriva il Tronchetti. Ha un sacco di debiti ma utilizzando la leva finanziaria (con una quota minima controlla un impero) può migliorare la sua situazione patrimoniale spremendo l’azienda e i piccoli azionisti. Comprando il pacchettino di azioni Telecom detenute da Tronchetti si acquisisce il controllo della “macchinetta”. Evitare ciò è semplicissimo. Basta mobilitare le solite banche amiche. E lo sviluppo aziendale, le scelte strategiche, il futuro? Che domande sono: chi se ne frega.
Telecom, Autostrade, ENI, ENEL…finte privatizzazioni, tutte bombe sul punto di esplodere.
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