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29 luglio 2007 0:00 - Alvise B
io però da una associazione dei consumatori mi aspetterei un tantinello di più... cosa intendo? Che l'ottico "di fiducia" è comunque l'oste al quale chiediamo se il vino è buono.

Le lenti (i filtri protettivi, di questo parliamo) possono essere di scarsa qualità anche per i produttori di griffe altisonanti (per vedere se c'è o non c'è differenza produttiva tra marchi famosi e sottomarche non vi resta che andare a lavorare in una delle ditte che li producono... ). Certo, lenti cosmetiche sono solo vetri colorati che vanno bene per un oggetto di moda che ben poco ha a che fare con la protezione dai raggi solari. Quel che va ricercato è la protezione dai raggi UV-A e UV-B 400

Ma come può il consumatore controllare?

Io propongo un invio periodico di alcuni campioni a degli enti certificatori, estraendoli dalle montature ed inviandoli marcati solo con un numero di serie. E il tutto a diversi enti, con campioni anche palesemente di scarsa qualità per vedere se non risultino curiosamente "tutti perfetti" (potremmo infatti sospettare che gli enti certificatori abbiano tutto l'interesse a mantenere in ottima salute qualsiasi componente dell'industria del settore che trattano loro stessi).

Periodicamente i vostri risultati potrebbero essere pubblicati sul vostro sito. Per fare ancora meglio, collaborazioni internazionali potrebbero dirci se sui differenti mercati le stesse griffe hanno risultati differenti. Questo perché ci interessa? Perché in primo luogo sappiamo se le industrie trattano differentemente i cittadini di differenti stati (e se questo è loro concesso da legislazioni fiacche) e secondariamente in un mondo globalizzato rischieremmo di PENSARE di fare un affare e prendere invece una solenne cantonata.

Come può il singolo consumatore accertarsi della qualità di una lente?

Help ADUC!! :-)
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