io però da una associazione dei consumatori mi aspetterei
un tantinello di più... cosa intendo? Che l'ottico
"di fiducia" è comunque l'oste al quale
chiediamo se il vino è buono.
Le lenti (i
filtri protettivi, di questo parliamo) possono essere di
scarsa qualità anche per i produttori di griffe altisonanti
(per vedere se c'è o non c'è differenza produttiva
tra marchi famosi e sottomarche non vi resta che andare a
lavorare in una delle ditte che li producono... ). Certo,
lenti cosmetiche sono solo vetri colorati che vanno bene per
un oggetto di moda che ben poco ha a che fare con la
protezione dai raggi solari. Quel che va ricercato è la
protezione dai raggi UV-A e UV-B 400
Ma come
può il consumatore controllare?
Io propongo un
invio periodico di alcuni campioni a degli enti
certificatori, estraendoli dalle montature ed inviandoli
marcati solo con un numero di serie. E il tutto a diversi
enti, con campioni anche palesemente di scarsa qualità per
vedere se non risultino curiosamente "tutti
perfetti" (potremmo infatti sospettare che gli enti
certificatori abbiano tutto l'interesse a mantenere in
ottima salute qualsiasi componente dell'industria del
settore che trattano loro stessi).
Periodicamente
i vostri risultati potrebbero essere pubblicati sul vostro
sito. Per fare ancora meglio, collaborazioni internazionali
potrebbero dirci se sui differenti mercati le stesse griffe
hanno risultati differenti. Questo perché ci interessa?
Perché in primo luogo sappiamo se le industrie trattano
differentemente i cittadini di differenti stati (e se questo
è loro concesso da legislazioni fiacche) e secondariamente
in un mondo globalizzato rischieremmo di PENSARE di fare un
affare e prendere invece una solenne cantonata.
Come può il singolo consumatore accertarsi della qualità
di una lente?