----------------Gentile Fabrizio Cabodi La societa’
Aduc paga per fare i giornalisti non gli scopiazzatori.
A Roberto rispondo, che, o non e’ mai stato a Cuba, o e’
un bravo sognatore. -Giuseppe Parisi
16 giugno 2007 0:00 - colucci massimiliano
Sull' America mi devo ricredere, pensavo che i poveri
americani vivessero un rapporto peggiore con la sanità,
anche se ricordo di aver letto che in America hanno un
indice di mortalità di neonati "poveri" da terzo
mondo. Per qunto riguarda la nostra sanità, (pur rischiando
di fare il populista)il problema nasce dal fatto che viviamo
in un paese troppo permissivo, e chi gestisce la cosa
pubblica lo sa fin troppo bene... Ma va anche detto che la
colpa non è dei medici ma di chi amministra. Io credo nella
sanità pubblica, ma essa può funzionare solo se c'è
una forte moralità,e non mi sembra il nostro caso.Su Cuba
si parla con facilità. é una dittatura e lo sappiamo, ma
lo è anche la Cina.. Perchè ai primi facciamo
l'embargo, mentre i secondi vengono sfasciano Milano e
si fanno pure girare le p...e!
16 giugno 2007 0:00 - Topesio
Lei, sig. Parisi, a mio parere dice un sacco di cazzate, ma
fa bene a dirle, se rappresentano ciò che pensa. Da
parte mia, non mi stancherò di chiamrle col loro nome
proprio: CAZZATE!
16 giugno 2007 0:00 - Fabrizio Cabodi
Caro signor Parisi, vorrei farle una domanda: lei è mai
stato a Cuba o perlomeno, lei conosce la realtà cubana? Le
ricordo che l'economia dell'isola caraibica è
pesantemente condizionata dall'embargo imposto dagli
Usa. Forse non sa, signor Parisi, che a Cuba molti
medicinali e apparecchi medicali non arrivano proprio a
causa dell'embargo. Nonostante questo Cuba ha un tasso
di mortalità infantile inferiore a quello degli Usa. La
fonte? Può usare google e troverà tutto. A proposito,
proprio grazie a google ho trovato un blog destroide dove
curiosamente viene riportato quasi parola per parola il suo
intervento:
http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it/2007/05/la-sanita-a-c
uba-e-negli-usa.html
Vedo però che la data del
post nel blog è del 30 maggio... I casi sono due: o le
piace usare lo pseudonimo di Paolo di Lautrèamont o
scopiazza cose in giro per internet spacciandole per farina
del suo sacco!
15 giugno 2007 0:00 - Andrea
la verità è che stanno facendo di tutto per smontare la
sanità pubblica in italia, per poter poi proporre il
mostruoso (dal punto di vista della democrazia e
dell'efficenza) modello sanitario statunitense. ma
al momento questi gioiosi superamericani qui in italia
bazzicano blog e samizdad della comunicazione, perchè
qualsiasi forza politica che proponesse la privatizzazione
della sanità, al momento, non avrebbe chance alcuna...
ma intanto si rimesta nel torbido ...prima facciamo vedere
che razza di schifezza sia la sanità pubblica, poi
cominciamo a suggerire la soluzione: assicurazioni
private! ...già visto con le pensioni. ma pensate
che la gente sia sempre così stupida? andrea - tv
15 giugno 2007 0:00 - roberto
MI pare il solito anticomunismo d'accatto in un mondo
dove il comunismo è morto e sepolto, eccezion fatta per
buchi d.c. assurdi come Cuba. Alcune affermazioni mi
sembrano umorismo involontario, come la storia dei milioni
di americani palestrati che non hanno l'assicurazione
perché non la vogliono, nel paese che ha un tasso di
obesità e di criminalità legata all'emarginazione
altissimo, oppure gli ingenti ricavi economici per Castro e
la sua kermesse di burocrati. E che se ne fanno dei ricavi
se poi a Cuba devono vivere?!?! ;-)
Moore, ha
voluto fare una provocazione probabilmente. E' nel suo
stile. Cuba rappresenta il peggio in termini di
servizi pubblici, eppure, in certi casi, L'America sta
anche peggio.
15 giugno 2007 0:00 - Giancarlo Delmedico
Ho vissuto in america per un certo periodo della mia vita e
non ho trovato quelle meraviglie descritte dal sig.
Parisi. Infatti l'articolo lo intitolerei :Parisi
nel paese delle meraviglie. Le cliniche a cinque stelle
sono riservate ai ricchi o a chi ha un reddito annuo
superiore a 300000 $ ,a chi può permettersi di pagare certe
rette. Chiaramente queste persone , che appartengono
all'establishement non sono interessate a pagare tasse
per estendere l'assistenza medica al resto della
popolazione. Sig. Parisi lasci stare l'etica
calvinista , jeremy rifkins lo sa fare meglio di lei e
dimostra anche di averla capito. Ho avuto problemi di
salute , in Italia con l'assistenza sanitaria ho fatto
un operazione di bypass in un centro delle marche ,ho avuto
una buona assistenza ,sono ancora vivo e possiedo ancora la
mia casa e non faccio esborsi rilevanti per curarmi. Se
fossi stato un cittadino americano ,insieme alla mia salute
se ne sarebbe andata la mia casa e la mia pensione , magari
mi troverei a mendicare per le vie di Milwakee. La
smetta anche di criticare Cuba , un paese che da 40 anni
vive in stato di assedio da parte degli americani,usi anche
po il buon senso Saluti Giancarlo.
15 giugno 2007 0:00 - ivano
non solo dal documentario di moore si evince la sanita'
americana non e' proprio idiliiaca come la dipingete
voi.Vi ricordate il film "john q" un altro
illuminante esemmpio di sanita' libera e
autodeterminata.Avremo dei problemi e sprechi, questo si ma
non c'e' proprio paragone tra la nostra e la loro.Se
solo avessimo dei politici all'altezza saremmo 100 anni
avanti aloro.
15 giugno 2007 0:00 - lucia
A Cuba sono stata e una volta ho avuto necessità anche di
un opedale (a Cienfuegos). La situazione era poco
migliore di quella da voi descritta. Vi siete però
dimenticati di dire una cosa importante. L'embargo
americano e le gravi sanzioni prese dagli USA per i paesi
che mettevano in atto accordi con il governo cubano, finiti
gli aiuti provenienti dall'ex CCCP, non ha permesso per
decenni di accedere alla disponibilità di farmaci (peraltro
carissimi grazie alle politiche economiche delle
"democrazie" occidentali), così come di
apparecchiature (compresi i pezzi di ricambio), di fonti
energetiche, etc.. Provate a tagliare ogni rapporto
economico-commerciale con il resto del mondo ad un paese
come la Svizzera o la Svezia e poi vediamo come funziona il
loro sistema sanitario! Mi pare profondamente ingiusto
tirare sempre fuori il paragone con chi parte come gli
altri, ma a metà gara si trova con le gambe tagliate...
P.S. All'ospedale di Cienfuegos mi hanno
ascoltato e seguito, per quanto possibile, molto meglio di
quello che mi è successo a Chelthenam (UK) dove mi hanno
fatto rimanere ad aspettare, sanguinante, per più di 3 ore
senza darmi nemmeno un po' di ghiaccio secco o di
cotone, ma si sa ero straniera e non assicurata!!!
15 giugno 2007 0:00 - Roberto Vernero
Premetto di non aver ancora visto l'ultimo documentario
di M. Moore (di cui conosco però alcuni precedenti lavori,
tra l'altro mi sembra ampiamente riconosciuti e premiati
anche negli stessi USA) nè di aver sentito le dichiarazioni
che il Sig. Parisi attribuisce a Vincenzo Mollica.
Quest'ultimo tra l'altro mi risulta semplicemente un
giornalista che di solito si occupa di cinema e spettacolo
per la "democristiana" RAI1 e non per la
"comunista" RAI3 (per qualcuno TeleKabul è
rimasta sempre la stessa: pensate trasmettono ancora
trasmissioni come Ballarò o peggio ancora Report!!)...
Vengo al dunque: domando ai responsabili del presente Forum
che hanno accettato di pubblicare le sue riflessioni di
presentare in maniera anche spicciola il Sig. Parisi, visto
che personalmente non ho mai sentito parlare di lui e non so
che credenziali abbia, una cosa che mi sembra corretta
quando si parla in pubblico. Ma soprattutto faccio notare a
tutti quelli che leggeranno una cosa: M. Moore nei suoi
lavori argomenta le sue tesi (attenzione: a scanso di
equivoci con i soliti benpensanti dico apposta ARGOMENTA e
non DIMOSTRA!) con vario materiale o come minimo con delle
immagini... Il Sig. Parisi ci mette invece solo delle
"parole" per cui se intende confermarle per
cortesia illustri chiaramente le fonti delle sue asserzioni
(se ricavate da esperienze dirette, o raccogliendo
testimonianze di vari profughi del regime castrista, o altro
ancora...) perchè altrimenti, mi si permetta, allo stato
attuale l'impressione che se ne ricava leggendole è
quella di un mediocre "sentito dire" e niente
più. Cordialità. Roberto Vernero