COMMENTI
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12 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
Vedo che il mio maleducato omonimo torna ad inserirsi nella mia scia... in cerca di cosa?... di una qualche popolarità?

certo nessuno, con un minimo di intelligenza potrebbe mai confonderlo con me, nonostante (oh caso bizzarro!) la coincidenza sia del nome, che del cognome!
10 luglio 2007 0:00 - SCIO' VVIO!
Cammuffamenti, insulti, stupidaggini... ora anche le minacce? boom ! che paura!
E’ proprio un “prete” ‘sto Musto .... uguale,uguale,uguale
Ma che spasso, can che abbaia non morde, figuriamoci un cagnetto...

10 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
Sciovvio ora hai rotto i coglioni. Levati dalle palle e non rompermi il cazzo o ti sfascio la testa. Chiaro???
10 luglio 2007 0:00 - SCIO' VVIO!
Ah, adesso Musto nega anche di postare come “OVVIO!” ?
E’ proprio falso come un prete...

Caro Giuseppe fatti pure prendere per il naso se ti va.
Che Musto scriva anche come zazaan! e OVVIO! è ovvio. (E forse anche come Lulù, non ho visto bene)

Che lo neghi, essendo cattolico, è altrettanto ovvio. Già è meno ovvio credergli...
10 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
Grazie Giuseppe.
Sciovvio vaffanculo coglione!
10 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
Signor Parisi, permetta ch'io intervenga.

Qui nel forum, come ebbi a dire tempo fa, noi partecipiamo ad una "Comunità Disabile" poiché priva di volto e corpo fisico, cittadinanza e concretezza.

Siamo solo delle "personalità" che si incontrano, si confrontano, molto spesso si scontrano, e qualche volta si arricchiscono reciprocamente.

Per questo lungi da essere di qualità inferiore, questa nostra comunità ha addirittura dei vantaggi, sulla "Comunità Normodotate" poiché, proprio come avviene nei portatori di handicap le qualità non offese dalla malattia tendono a specializzarsi ed affinarsi.

E veniamo al perché del mio intervento.
Lei bacchetta l'amico che si definisce SCIO'VVIO! perché ce l'ha (per motivi suoi sicuramente validissimi!) con l'altro amico che si definisce OVVIO!, ed ama (bontà sua) impastare dentro il suo astio anche la mia persona.

Ma perché lo bacchetta? gli vuole male?... intende distruggerlo?... Lui si è già qualificato. In quel nome che ha inteso darsi è già sintetizzato tutta la sua ragion d'essere, tutta la sua personalità, tutta la sua esistenza come "cittadino" di questa nostra comunità che è il forum di "Di la tua".

Lui esiste (e lo dichiara a priori) solo perché c'è OVVIO!. Se OVVIO decidesse di andarsene da un'altra parte, il Nostro morirebbe di conseguenza, inevitabilmente, come un'erbaccia cui sia stata tolta l'acqua. Impotente perché lui "è" un riflesso di OVVIO!... e null'altro!

Si diceva qualcosa di analogo parlando della "non transitività del segno meno". E la negazione è molto pericolosa, e va usata con prudenza. E come esempio portavo quei gruppi che hanno nel nome il concetto di anti-. Loro si castrano a priori, come gruppo, definendo la loro ragion d'essere null'altro che un opposizione a un qualcosa ed un qualcuno, ed evidenziando conseguentemente di non essere altro.

Per carità, liberissima come tutte la scelta di "essere" per essere "il tuo no", ma piuttosto miserella, e tutto sommato da commiserare.

Lo lasci sfogare, il povero SCIO'VVIO!... lui, non ha null'altro che questo!

Cordialità
9 luglio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentile Sig. SCIO' VVIO!,
mi permetta di riferirle, che, il cagnetto che Lei cita, e’ un gran cane, non molto giovane e di esperienza.
Lei lo fa divenire, sporco ( di dentro ) e cattolico, io asserisco, che, magari tutti i cattolici fossero sporchi come il Sig. Musto, la societa’ civile, avrebbe meno guai di quanti ne ha.
Non so chi sia, dove viva, cosa abbia fatto nella vita, mentre di me, si puo’ sapere tutto.
Ma non e’ questo l’importante, il cattolico non puo’ essere condannato solo per il fatto di esserlo, ma per certe rigidita’ imperanti, che, da tempo, lontano, non appartengono piu’ al Sig. Musto.
Anzi, gli appartiene, una visione globale, che, penetra nel profondo degli animi, sviscerando la realta’ della pochezza di noi tutti, esseri umani.
E, chi si riconosce in piccolo e poco, e’ invece saggio e grande.

Il forum, serve, come tutta la nostra organizzazione Aduc, a stimolare un confronto che, sia, solamente costruttivo, a beneficio di una migliore ed elevata consapevolezza.
Una consapevolezza Laica, che, giorno dopo giorno, eleva l’individuo e l’intera societa’ civile.
Lo sforzo quotidiano dell’Aduc, le nostre energie, la paziente analisi ed il lavoro assimilato a devozione, va solo ed unicamente in tale direzione, senza sbavature e sbandamenti.
Lei rimane libero, come tutti su Aduc, a continuare a dar del sporco cagnetto al Sig Musto, ma personalmente rimango convinto, che, Lei medesimo, sapra’ trovare validi motivi, per ricucire questo strappo emotivo, e riportare questa ferita retrograda, sul piano del confronto, sereno e costruttivo, e, proprio a Lei, Sig. SCIO' VVIO tocca iniziare.!
Cordialita’

Giuseppe Parisi

9 luglio 2007 0:00 - SCIO' VVIO!
Be’ Giuseppe Parisi non sto seguendo la conversazione ma sicuramente hai almeno avuto il pregio di tenere lontano questo cretino volgarotto di Musto dall’andare a intervenire col nick demente di “OVVIO!” in tutto il Forum, con insulti e banali stupidaggini.
Bravo Giuseppe, continua a far giocare con la palletta questo cagnetto, questo benpensante cattolico, profumato di fuori però sporco di dentro, bravo.

9 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
La ringrazio dei complimenti, signor Parisi, decisamente troppi per la mia pochezza, e condivido in pieno il suo dire.

Mi riservo solo una speranza, una goccia di ottimismo.
Chissà se del misterioso corso delle vicende umane, che difficilmente riusciamo a distinguere se “caotiche” o “causate” per la soggezione ad sottile filo teso da un lontano obiettivo futuro queste preoccupazioni che oggi abbiamo per i nostri giovani e per la nostra cultura non siano tasselli importanti, necessità coerenti, ed enzimi preziosi?...

Lo splendore della Grecia servì poco a proteggerla dalla protervia delle legioni in marcia, ma Atene infine ha plasmato Roma, pregnandola di vera grandezza; e sconfitta da un verso fu certamente vittoriosa in una più nobile ottica.

Certo si… probabilmente alla fine viaggeremo tutti su auto coreane, o vestiremo cotoni cinesi e mangeremo riso Tailandese (peraltro buonissimo!)… ma sarà davvero perso il nostro Enea?...

Non lo sappiamo se il “Grande Disegno” davvero c’è, e certo non ci è dato di vederlo nella sua interezza, ma abbiamo prove che lentamente, faticosamente ma costantemente l’umanità nel suo insieme progredisce, magari col sacrificio apparentemente inutile di molti suoi componenti che pure, individualmente, hanno dato il loro infinitesimo, non valutabile contributo.

E chiudendo il cerchio mi ritornano in mente le api che lei citava all’inizio di questo piacevolissimo salotto di conversazione.
Si, le api ed il loro meraviglioso nido, la perfezione sociale e logistica della collettività dell’alveare, davvero mirabile per noi che dall’esterno riusciamo ad osservarla nella sua interezza ed armonica complessità.

Tanto portentoso edifizio fisico e comunitario probabilmente non è avvertito o avvertibile dalla singola operaia che accudita con ogni premura ed amorevolezza nella prima metà della sua vita, diventa da adulta schiava del suo lavoro incessante di cerigena, e poi balia, soldato ed infine bottinatrice, tranquillamente sacrificabile e subito scartata quando del tutto consunta nelle sue energie non sia più utile al nido.

Organismo perfetto, un alveare. E chissà che tutto il mondo dell’uomo non sia che un nuovo esperimento della Natura, più complesso nelle regole, più ampio nel territorio, forse da implicare in un unico “nido” tutto il pianeta, ed ancora (chissà) in fase di sperimentazione, ché l’organizzazione non è ancora del tutto evoluta, e “completa” come nell’alveare, ormai fissato nella sua forma definitiva?

In fondo, il rapporto di peso fra corpo e cervello è identico nell’homo sapiens e nell’apis mellifera!

Mi scuserò del mio vagabondare col pensiero, ma è lei che, implicitamente, me ne dà licenza. Non guasta, quando si è avanti con gli anni, soffermarsi talvolta nel quotidiano e lasciare che l’animo voli via, in avanscoperta, a cercare di sbirciare nei misteri che sono al di là del nero colle.

Cordialità.
9 luglio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentile Sig. Lucio Musto,
Lei dice bene, i giovani di oggi, della quale io non appartengo piu’, sono molto meno romantici dei giovani di un tempo.
Io e Lei, pur senza volerlo, siamo arrivati al capolinea , Dopo una lunga cavalcata rusticana, partendo dalla scoperta di Enea.
E’ vero, ai ragazzi servono i soldi, non importa chi gli da, se giallo,nero o bianco.
Il guaio, invece sta proprio in quello che scrivevo, forse sottile per essere compreso…, che, la cultura Umanistica se pur necessaria, ha fregato e,corrotto intere generazioni, lasciandoli fuori dai grandi giochi dei mercati Internazionali.
Siamo cresciuti con la Pasta Barilla, e, con la Mamma, che la prepara.
Non ho mai visto un maneger Italiano, guidare piccole o piccolissime aziende in Cina o in Thailandia, mentre viceversa, a Singapore, ci sono, centinaia di aziende Italiane, che, li hanno la direzione, per non pagare le tasse Italiane, prosciuga tutto.
La cultura Umanistica rimane preziosa, ma, quando unita al mondo del lavoro, mirato alle attuali esigenze dei mercati, nazionali ed internazionali.
L’errore di chi ci ha governati, sta nella mancanza di collegamenti diretti, tra i mercati e le richieste del mondo del lavoro, con le domande.
Ancora , una non mirata professionalizzazione sulle esigenze dei mercati., tanto che, l’Italia, e’ quello che, per necessita’ e’ costretto a ricevere professionalita’ mirate dall’estero, manovalanza dal terzo mondo, e, cultura Umanistica ( alias chiacchere ) in abbondanza in casa nostra.
Cosi, in Cina il maneger e’ americano, in Thailandia, e’ americano ma anche Olandese.
Le grandi aziende francesi, privilegiano personale qualificato francese, cosi gli Inglesi.
I tedeschi, soffrono un pochino a realizzare grossi gruppi alla luce del sole, per farLe un esempio, a sud di Bangkok, c’e’ la Bayer, che sta distruggendo flora e fauna, inquinando tremendamente l’ambiente.
E, noi Italiani?
Nulla, di nulla.


La colpa di questi giovani moderni un pochino distratti ( per fortuna non tutti ), e’ dei giovani?
Io ritengo di no.
Grazie per le sue calorose partecipazioni, Le scrivo, in obbligo ad una persona intelligente, solare e pervasa di grande buon senso e saggezza.
Cordialita’

Giuseppe Parisi
8 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
Grazie signor Parisi, e si rassicuri. Nessuna rassegnazione nel mio credo e nella mia fede. Forse una lentezza dovuta al caldo ed all’età e la determinazione, dettata dall’esperienza, a non imbarcarmi in inutili, sterili diatribe o battibecchi di stile elettorale.

Non è di mio scopo, forse l’avrà notato dai miei due anni di frequentazione in questo forum, vincere in nessuna giostra verbale né aggiudicarmi alcun “pendolino di bronzo”.
Se e quando ritengo che un mio intervento possa essere utile a qualcosa, o a qualcuno, scrivo.

Altrimenti preferisco dilettarmi di poesia e bizzarrie della matematica e della geometria. Qualche volta scienza naturali, o giardinaggio o ikebana.
Ad impiegare e donare il mio tempo sono contento, a sprecarlo, no.

Si parla inglese nel mondo. Uno strano inglese ibrido. E serve per capirsi e comunicare. Lei non concorda?... probabilmente ha ragione lei, ma il mondo non cambia per questo.

Forse i poliglotti come lei sono molto gettonati nel mondo degli affari e fanno quattrini a palate.
Mi fa piacere saperlo.
Vorrà dire che i nostri licei linguistici e gli istituti superiori si riempiranno di giovani di belle speranze con radiose carriere aperte dinnanzi. I nostri giovani mica sono stupidi, e questi lavori qui li vogliono fare eccome!... vogliono anche arricchirsi, e non gliene importa affatto se chi gli da i soldi ha la faccia bianca, nera o gialla!
Quelli che hanno remore razziste radicate dentro siamo solo noi, i poveri pensionati!
loro tifano ugualmente per il cantante americano come per l’eroe giallo dei fumetti.

E riconosciamo un altro rammarico: quello con cui giustamente lei dice “I cinesi sono arrivati per ultimi e non vogliono perdere”.
E’ vero signor Parisi, e non perderanno!... ma non perché parlano mandarino invece che bergamasco o inglese!... vincono perché lavorano oggi per raccogliere frutti domani, contrariamente agli italiani che vorrebbero raccogliere i frutti oggi per decidere poi se varrà la pena o meno di lavorare domani!

“Se fossimo governati da gente competente ed onesta…”. I condizionali sono per definizione buggerati dagli indicativi, e francamente mi stupisce che anche lei si lasci confondere dal tranello di fondo della cosiddetta “democrazia”…
Noi siamo governati esattamente da quelli che ci siamo scelti con libere votazioni perfettamente democratiche, e compito della democrazia è proprio quella di “formare” (nel tempo) gente competente ed onesta… mentre contemporaneamente se non è guidata da gente “che già sia” (oggi) competente ed onesta, non funziona!... Tutto qui l’imbroglio, in quest’anello di Moebius che si attorce in sé stesso senza trovare il bandolo… E quando lo andiamo a sezionare… ci ritroviamo con un anello più grosso e più attorto!

Se ha modo di incontrarle, porga i miei ossequi sia alla Signora Sindaco di Milano che alla Signora Sindaco di Napoli, e le mie congratulazioni per il loro grande coraggio… o dovrei dire incoscienza?

Cordialità
8 luglio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentile Sig. Lucio Musto,
ringraziandoLa per le squisite parole, qui, mi preme risponderLe, a stretto giro di posta.
Non posso che, leggere una leggera essenza di rassegnazione nelle sue parole.
In Lei, intravedo il Credo di Fede.
Tuttavia, non comprendo a qual Dio si riferisce , quando asserisce al mio.
Le sue considerazioni sulla Democrazia che, di fatto non e’ mai esistita, e, non esiste nemmeno negli animali, trova in qualche modo, tale mia considerazione.
Lei, che e’ un combattivo, perche’ ha barattato il tutto con la rassegnazione?.
La rassegnazione, il deporre le armi, offrire l’altra guancia, sono rigidita’ , imposte dalla dottrina Cristiana, della quale il risultato, ha nutrito nel passato lontano e tutt’oggi, il potente, e vessato il piu’ debole.
Non sono d’accordo con Lei.
Non sono d’accordo, nemmeno nella interpretazione dei giochi democratici degli animali, certamente migliori di quelli Nostri.
Se si parla inglese nel Mondo, e’ perche’ gli Americani hanno vinto la guerra?
Qualcosa non torna.
Un detto molto saggio recita: Se vuoi vincere, impara la lingua del tuo nemico.
Non credo sia un vantaggio, per i vincitori, che, tutti conoscano l’Inglese, e pochi il Cinese.
Negli anni ’50,60,70, la CIA, l’agenzia di Intelliggence Americana, ricercava affannosamente, giovani svegli, ma che, soprattutto conoscessero le lingue dei loro nemici, quelli di sempre: il russo, l’arabo, il cinese.,
Caro sig. Musto, l’episodio di Milano, non e’ stato isolato gia’ altre volte mi era accaduto, e non solo con Cinesi, ma anche con …Italiani.
Si Italiani.
I Cinesi sono arrivati per ultimi, e non vogliono perdere.
Dato che, gli Americani sanno parlare soltanto lo Slang, e nemmeno bene l’Inglese di Oxford, se vanno per affari in Cina, devono imparare il Cinese Mandarino.,
Nelle grosse citta’ produttive Cinesi, lo scontro tra ignoranti ( cioe’ che ignorano la lingua del rivale ) e’ stata gia’ risolta tra le due parti, non certo per Amore e per la Pace, ma per il mercato e gli affari, in una sola parola per i denari.
In ogni gruppo, anche medio-piccolo, una semplice Company a partecipazione, il maneger, si assolda di madrelingua Inglese, in buona parte dei casi Americano ( sui soldi ragionano nella medesima direzione ) ma, se poi, lo si vede, di tanto in tanto a far l’operaio, non si tratta di un sosia, ma proprio del maneger! .,
Cosi i due grandi giganti rivali, si sono gia’ sistemati, tutti gli altri, vecchi distratti europei, stanno a guardare, appesi al tempo che non verra’.
Allora Sig. Musto, se questo Paese, fosse governato da gente competente ed onesta, non crede, che, i nostri ragazzi parlerebbero un fluente Inglese, e, le lingue dei mercati emergenti?
In altre parole, le lingue dei nostri rivali vecchi e nuovi?
E, che Pace ci attendiamo, se, prestissimo, ci saranno i nuovi ricchi e supericchissimi Cinesi, mentre, noi Pensionati saremo sempre piu’ poveri?
Chi ci salvera?
La Signora Sindaco di Milano?
Grazie e, un caloroso saluto.

Giuseppe Parisi

8 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto

Gentile signor Parisi,
è veramente estremamente gradevole conversare con lei!

La sua grande cultura, l’abilità dialettica, l’entusiasmo e l’impegno che mette nel portare le sue tesi, sono davvero stuzzicante provocazione a rispondere subito, a colloquiare, a misurarsi in civile simpatica tenzone.

Non me ne vorrà se cercherò di riportare il discorso in argomento, glissando del tutto sulla prima parte del suo intervento, immagino teso a spostare la diatriba sul piano teosofico, o forse su una di quelle querelles anticattoliche o anticristiane così ricorrenti su questo forum “di consumatori” e che mi lasciano del tutto indifferente.

Si, ho qualche cognizione di etologia animale e sui meravigliosi stratagemmi comunicativi che la natura ha evoluto per loro, so quello che si sa del canto dei cetacei e dei loro dialetti tipici di ogni mare ma che pure ricalcano linee e fonemi tipici delle varie specie, delle danze delle bottinatrici, dei segnali odorosi ed i significati feromonici delle escrezioni di ogni tipo di animale uomo compreso… sissignore, so alquanto di queste cose, e tuttavia ritengo che il mio buon Dio (che naturalmente ritengo sia Dio anche suo) abbia fatto benissimo a confondere le lingue alle Torri di Babilonia, e che ci siano validi motivi per cui l’uomo parli cinese o tailandese o portoghese eccetera.
Ma questo, ripeto non è l’argomento che ci occupa. Forse, ma non è detto, varrà la pena discuterne in altra sede; per cui preferisco qui tornare al tema.

“Alla scoperta di Enea” ci ha portato all’auspicio di un linguaggio comune a tutta l’umanità, base essenziale (e qui pare che siamo concordi) per una comprensione fra i popoli, elemento primo fra persone di buona volontà in ricerca di civiltà e di pace.

Ci ha portato, o meglio riportato, perché non stiamo scoprendo nulla di nuovo.
Ma la Storia ci insegna che mai, nei molti tentativi fatti in passato sono stati seguiti, nella scelta di un linguaggio comune, i criteri che indica lei, ottimi solo secondo una sua visione romantica (mi permetta) dell’uomo.
Non infatti il linguaggio del civilissimo Enea attecchì “…ai liti d’Italia e di Lavinio…” dove errando venne, ma quello dei pastori del luogo che sapevano come scambiare pecore e buoi.
Ed il raffinato etrusco venne spazzato via dalla soldataglia romana che tanto lo disperse che ancora è considerata lingua misteriosa… chissà se era più semplice o complesso, elegante o aulico del rozzo latino?

E così non servì ai galli essere molte volte più numerosi dei romani o avere un territorio più vasto, e per secoli genovese e veneziano hanno fatto presa assai più di lingue ben più parlate e diffuse. Come poi lo spagnolo, il portoghese dei porti, lo slang americano molto più dell’inglese di Oxford!

No, amico mio, non c’è democrazia nei linguaggi (democrazia?... e quando mai i cinesi sono stati democratici?) ed i numeri contano si, in democrazia, ma solo a chiacchiere e solo in quel archetipo di nulla che abbiamo immaginato rivestito di giustezza e verità e rizziamo a gagliardetto di perfezione del consesso civile.
Ma dove sta scritto che obiettivo dell’evoluzione nella specie umana è la democrazia?
Sarebbe tutto da dimostrare, e sarebbe duro!
Detto per inciso, nemmeno gli animali che cita lei ad esempio di campioni di comunicazione hanno istaurato delle organizzazioni democratiche; nemmeno uno di loro!... non i cetacei, i cani i felini o gli insetti sociali… nossignori!

La democrazia è un placebo per deboli… ma anche questo scivola in un altro discorso.

Signor Parisi, il parlare che ha più speranza di diffondersi è solo quello dei vincitori, e non importa vincitori di che cosa. Se facendomi la barba canto “Nel blu dipinto di blu” ( la citazione è per omaggio ai cinquanta anni del celebre motivo) ed insieme a me la fischietta il cileno, il coreano e l’hinuit, quello è un linguaggio vincente, assai più delle poesie di Lamartine e del mantra pregno di saggezza e tradizione dei monaci tibetani.

Ma lei vede giusto dicendo che saremo invasi dalla Cina e dall’India “perché loro sono tanti di più”, ma non dalle loro lingue che sono “perdenti”, e prova ne sia la difficoltà di unificazione che ha trovato la lingua cinese pur col supporto di un regime da “Repubblica Popolare”!...

Anche li, cosa è accaduto?... che è stato “imposto” il dialetto di Pechino come “lingua ufficiale” (nulla di nuovo, sotto il sole. Il dialetto toscano fu fatto lingua italiana insieme al Regno).
Ma il mandarino, con cui probabilmente lei ha fatto il suo esploit a Linate, lo parlavano forse quel gruppo di turisti privilegiati, ricchi e forse colti, ma non certo ancora molte centinaia di milioni di loro connazionali lasciati in patria.
E loro stessi, i cinesi turisti, sono dei perdenti, perché avrebbero bisogno di un dottor Parisi anche a Roma, ed a Bogotà, a Tokio ed a Buenos Aires… o a Cuba.
Mentre se conoscessero solo dei rudimenti di inglese (e non tutto Shakespeare), del dottor Parisi potrebbero farne a meno. Questa è la realtà, oggi.

Ma dicevo che lei ha ragione; ed infatti i cinesi ci hanno esportato (ma non è vero, ci siamo arrivati anche noi, in ritardo, ma da soli) il loro linguaggio scritto, o meglio la filosofia che sta alla base di quel linguaggio, la filosofia di comunicare i concetti con un segno facilmente comprensibile piuttosto che con un gruppo di fonemi e di lettere legati alla lingua.
Cioè non parole ma pittografia. E così un divieto di sosta ha lo stesso simbolo in quasi tutte le strade del mondo, ma la stessa grande circonferenza rossa indica ormai per tutti un divieto, e mi faccio capire benissimo se al centro ci metto una sigaretta o lo schizzo di un cane o di una bicicletta.
E tutti capiamo un OK, un W, o un KO… senza sapere assolutamente da dove originino queste che ormai non sono più sigle ma solo segni grafici convenzionali.

Ed anche tanti di noi, anziani, tradizionalisti e puristi, quanta fatica facciamo per non costellare le lettere che mandiamo agli amici di smiles e faccine… Ma “smiles”, significherà “faccine”…?

In fondo, non serve quasi più, il saperlo!....

Lucio Musto 8 luglio 2007 parole 1011
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7 luglio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentile Sig. Musto,
difatti io avevo compreso bene.
Se il capirsi e’ il primo passo per la Pace significa che, il suo buon Dio, o e’ stato ingiusto, o si era distratto mentre creava l’uomo.
Il suo buon Dio, che osserva tutti dal suo alto dei cieli, non ha premunito l’uomo, con la medesima capacita’ del linguaggio, tipica degli animali.

Lei sapra’ bene che, chi studia i fenomeni del linguaggio degli animali, ha documentato e provato che, ad esempio, i cani hanno linguaggi comuni per comprendersi, a prescindere della loro razza e territorialita’. In Inghilterra… ( forse non a caso ) , alcuni studiosi, hanno potuto studiare il linguaggio felino, interpretandone le sfumature del suo particolare miagolare, in una raffigurazione di simboliche lettere.
Ma ancor di piu’, se gli animali riescono a sconfiggere la territorialita’ del linguaggio, sono ancor di piu’ capaci di esprimersi a distanza e senza linguaggio.
Riescono perfino a farlo gli insetti e, addirittura nelle Api, il tutto e’ ormai scientificamente documentato, come anche nelle formidabili formiche.
Se, come dice Lei, da buon cattolico ( almeno cosi riferisce quel tizio che, si prodiga di insultarlo … anche tutto questo, figlio del linguaggio Divino…? ), Dio come buono ed Amorevole, in questo caso e’ stato altamente non Amorevole ed ingiusto.
Ha dotato gli animali di capacita’ che noi Umani non abbiamo per nulla.
Abbiamo anche una pervasa incapacita’ ed insensibilita’ civile e democratica: in democrazia vincono i numeri.
Quanti sono i Cinesi nel Mondo?
Quanti gli Indiani di India?
Quanti i popoli parlanti lo Spagnolo?
Se si fa una analisi del numero dei popoli di madre lingua anglofona, vedra’ che non raggiungeremmo nemmeno la meta’ dei Cinesi.
Quindi il buon Dio, che con il suo occhio buono guarda tutti, ci ha reso incapaci di comprenderci, motivo per il quale non esiste la Pace tra i Popoli?
Quindi, o il buon Dio non e’ buono, o non e’ onnipotente, o forse, come ne sono convinto io, non esiste.
Fatto sta, che se tra i cani del Mondo qualche razza imponesse qualcosa di proprio che investe il diritto degli altri, accadrebbe la rivoluzione canina.
Qualche popolo, nella storia, ha saputo fare la rivoluzione, e guarda caso, oggi questo popolo ( i Francesi ), sono l’unico che, non chiama il Computer cosi' ( questa macchina infernale che ci permette di interluchire tra noi Italiondi ), ma semplicemente Ordinateur ( letto dolcemente in francese ).
Il sentimento pervaso di democrazia, dovrebbe portare l’umanita’ a scegliere il Cinese come lingua mondiale.
Oltre alla democrazia, ci sono inoltre degli aspetti pratici, eccoli qui: e’ una lingua apparentemente piu’ difficile dell’Inglese, ma, in verita’, e’ molto piu’ semplice.
Inoltre, si e’ notato che attua uno sviluppo delle qualita’ intellettive del bambino, la quale attraverso il linguaggio e la scrittura permette di far lavorare e comunicare i due emisferi del cervello, cosa che, ad esempio, nessuna lingua europea riesce a fare, inglese compreso.
Una settimana e mezza fa, mi trovavo a Linate, in aeroporto.
Avvicinandomi per ritirare il mio biglietto elettronico, ho visto un gran trambusto: funzionari Alitalia in tanto di giacca e cravatta si affannavano, senza alcun esito, di spiegare ad un gruppo nutrito di Cinesi, che le loro borse, non arrivate a Milano, sarebbero sbarcate a Roma, e quindi ritirate li'.
L’Inglese dei funzionari Alitalia era perfetto, ma inefficace, i Cinesi non comprendevano, fintanto, con grande meraviglia e semi-miracolo per i funzionari, mi sono avvicinato io, divertito e, con un buon Cinese, ho spiegato il tutto al gruppo di pecorelle Cinesi smarrite che, nel frattempo, avevano recuperato il sorriso.
Oltre al Cinese, parlo anche un ottimo Tailandese, lingua, quest’ultima, piu’ complicata del Cinese, non tanto nella grammatica, ma nella sua struttura fonetica.
Cari saluti

Giuseppe Parisi

7 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
gentile signor Parisi,

no, non ho detto che ci "vuole l'inglese per avere la pace", bensì che "il capirsi è il primo passo per la pace"; mi riconoscerà che non è esattamente la stessa cosa.

Ho detto anche che i romani esportavano la loro lingua nei paesi conquistati proprio con quest'obiettivo e non perché il latino fosse "migliore" di quelle altre lingue... che nemmeno conoscevano.

Ho citato anche i cinesi, riportando qualche concetto già espresso in altro mio saggio "Internet pittografico", pubblicato forse (ma non saprei garantirglielo) anche su questo forum circa un anno fa, per sottolineare la loro accortezza (non sottovalutiamoli mai i cinesi!) di riuscire a comprendersi in tutto quello sterminato territorio...

Già, il comprendersi!... quello che invece vedo abbiamo difficoltà a fare noi due, lei ed io, pur parlando la medesima lingua, un italiano corretto.

Forse questa incomprensione dipenderà dalla sua presunzione che io sia napoletano?... Nossignore, non lo sono, anche se ho avuto l'onore di essere ospite per alcuni anni della mia vita di quella nobilissima città.

Le sembro più comprensibile ora?... o la sua era solo una curiosità gratuita?

Non le togliero altre curiosità, ma mi prenderò io la libertà di farle una domanda:

«Forse non si è reso ancora conto che gran parte del mondo (Chierici cristiani a parte) usa come "lingua di scambio" cioè quella che serve per farsi comprendere nel quotidiano, non per correttamente interpretare il pensiero di Tucidide, proprio l'inglese?...
Non si è reso conto che gli strumenti dei nostri figli, le loro canzoni, i loro eroi, gli archetipi dei loro sogni per il futuro, anche quando sono giapponesi, parlano inglese?..».

Bene, amico mio, che a noi puristi ed amanti del bel dire sfagioli o no, il parlare di domani sarà assai più probabilmente l'inglese che non il latino o l'esperanto che speranza era... e speranza rimane.

E sarà bene che sia così, se crediamo che capirsi, sia il primo passo per la pace.

Cordialità

Lucio Musto 7 luglio 2007
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6 luglio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentile Luciano,
non sono d’accordo con Lei, il mio Professore di Microbiologia, non intendeva aiutare nessuno, tranne quelli iscritti al FUAN, dove le due lettere iniziali significano Fronte… Universitario…
quel mio amico, compagno di disavventure, oggi e’ un Primario di Medicina Interna.
Se avesse voluto aiutare quel caro amico, per evolvere… prima doveva evolvere lui stesso.
Cordialita’
Giuseppe Parisi
6 luglio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Caro Sig. Lucio Musto,
se per la Pace ci vuole l’Inglese, allora Le chiedo: qual’e’ il suo grado di comprensione in tale lingua?
Sa contare fino a dieci, oppure riesce ad intrattenere una conversazione di Politica per la Pace?
Nel caso non ci siamo… per la Pace, sara’ meglio studiare il Cinese, o il Tailandese.
Se vuole fare ancora meglio, per la Pace, studi il Latino.
Cordialita’.
Scusi, Lei e’ Napoletano davvero?

Giuseppe Parisi




6 luglio 2007 0:00 - Gourry
Gentile Giuseppe Parisi, si scrive "qual è" senza l'apostrofo, a meno che per lei l'Accademia della Crusca sia una scuola per aspirant nutrizionisti. Forse se avesse studiato di più, invece di crogiolarsi nel fumo sessantottino, non commetterebbe certi imperdonabili errori.
3 luglio 2007 0:00 - SCIO' VVIO!
Musto/OVVIO! brutta merda napoletana cattolica .
Un napoletano cattolico come te è una garanzia di merda morale. Prima vai in giro a insultare come OVVIO! e poi falso napoletano di merda cattolico schifoso quale sei pretendi di parlare?
Ma sei solamente da scorreggiarti in faccia!

2 luglio 2007 0:00 - Gourry
Bravo Lucio Musto ;)
2 luglio 2007 0:00 - Lorenzo
Ma se scrivi in dialetto, gourry! Te l'ho appena scritto....cazzo vuoi capire di latino? ahahahaha!
1 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
- Alla scoperta di Enea -


Per quanto mi riguarda quasi sempre, quando debba scrivere qualcosa di più strutturato della lista della spesa, rimpiango di non aver studiato il latino con maggior diligenza e sempre, quando cerco di capire qualcosa nel campo del sapere maledico la mia ignoranza del greco.

Già, io appartengo infatti a quella generazione pre-sessantottiana (ed in questo do quindi torto al nostro autore) in cui già si era formata la mentalità che il greco classico fosse una lingua morta ed il latino formativo… si, ma così e così…, soprattutto per quei ragazzi che si dedicavano a studi umanistici, ché gli altri, i “tecnici”, hanno ben altre cose da fare, più attuali valide e concrete!...

Noi dello “Scientifico” rappresentavamo quindi il futuro, quelli del “Classico” in fondo poco più che un doveroso, muffoso omaggio alle tradizioni passate.

E ci ammisero all’Università, prima con qualche limitazione o esame “integrativo”, poi liberamente.
Esattamente quanto accadde poi, e qui do ragione al Nostro, per ragionieri, geometri, periti ed agrimensori che si videro spalancare le porte dell’Università dai sindacati ed i cortei di piazza più che da gente di cultura superiore e di esperienza.

Ben ce lo disse l’assistente di Analisi Infinitesimale (quello di Caccioppoli!), alla nostra prima lezione:

«I signori dello Scientifico partono in vantaggio, perché hanno fatto qualche ora di matematica in più, a scuola. Ma esperienza insegna che il vantaggio di annulla presto, perché al “Classico” hanno imparato a studiare con la testa più che con squadrette e laboratori, e “dove la scienza fa fallenza occorre intelligenza”»

Comunque le cose andarono come dovevano andare perché la volontà è sovrana e noi eravamo, come ci dicono siamo anche adesso un popolo libero, ed anche nelle nostre Università, come nelle Scuole, al Governo e nelle Farmacie ci mandiamo chi ci pare. Per votazione a maggioranza: qualificata o meno, non conta.

Ma perché, a me manca il greco e mi è insufficiente il poco latino che so?... Lo si dice in una parola.

Perché la nostra lingua è radicata nel latino e la lessicologia della nostra scienza nel greco; e così come per ben capire un vegetale è bene conoscerne parte aerea e radici, così per padroneggiare le parole occorre sapere cosa si va dicendo.

E ben ce se ne accorge anche ascoltando un semplice telegiornale, dove gli strafalcioni linguistici che assai spesso diventano concettuali, si sprecano, e le conclusioni si sovvertono, e si afferma quel che si vuole, o il suo contrario o altro che non c’entra affatto!... Fortuna “che si va a senso” e che “la gente si beve qualunque cosa!”.

Il Papa di Roma “rimette” la Messa in latino. Avrà certo le sue buone ragioni, non è certo un ragazzetto da capricci!...
Io naturalmente i perché non li so, ma quel che è certo che fino a pochi anni fa tutto il mondo ecclesiastico dei chierici aveva “obbligatoriamente” una lingua comune, ed un prete di Brottaminardina aveva la certezza di essere capito da un qualsiasi confratello in qualsiasi parte del globo la sua vocazione lo avesse portato.

Poiché la lingua non è solo il modo di parlare, ma il modo di intendersi, e di ragionare.
E non l’hanno inventata i preti, questa cosa.
Già i romani, e di sicuro altri ancor prima, già piantavano legioni nei terreni conquistati, ma anche viti, grano, e lingua.
Il “Civis Romanus sum!” era aspirazione di ogni popolo, ponderata e fondata, non sghiribizzo di fare il burino.

Ed all’altro capo del mondo ci arrivarono i cinesi che con il loro linguaggio pittografico si capivano ai quattro angoli di quell’immenso paese. Solo per iscritto, è vero!... ma poco grave: i telefoni non c’erano ancora e le chiacchiere non volavano nemmeno allora!

Poi questa “intelligenza” si è persa, ed ora ci stanno provando gli americani, col loro inglese raffazzonato. Ben venga!

Anche se ci mancherà il greco per capire le componenti delle nostre pillole, ed il latino per esprimerci con un minimo di finezza, almeno avremo uno slang universale in cui dirci le cose. Quelle di oggi “che contano”… e speriamo anche quelle di domani.

E dirci le cose, capendosi, è il primo passo per la pace.

Lucio Musto 1 luglio 2007 parole 690
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1 luglio 2007 0:00 - Gourry
Sicuramente Cincinnato non è un estimatore della lingua latina...
1 luglio 2007 0:00 - Cincinnato
che smarronata hai scritto...
1 luglio 2007 0:00 - Luciano
Non è soltanto un problema etimologico in medicina: lo studio del Latino allena la mente all'uso della logica, sviluppa l'ntelligenza e l'intuito e tutti gli studi umanistici aiutano a capire l'uomo. Il medico "moderno" rischia di curare la "macchina" umana senza capire l'uomo che gli è di fronte: una mostruosità tutta anglosassone ! Molto tecnicismo e poca cultura: il microbiologo aveveva ragione e forse desiderava aiutare in contadino ad evolvere anche sul campo umanistico.
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