Vedo che il mio maleducato omonimo torna ad inserirsi nella
mia scia... in cerca di cosa?... di una qualche
popolarità?
certo nessuno, con un minimo di
intelligenza potrebbe mai confonderlo con me, nonostante (oh
caso bizzarro!) la coincidenza sia del nome, che del
cognome!
10 luglio 2007 0:00 - SCIO' VVIO!
Cammuffamenti, insulti, stupidaggini... ora anche le
minacce? boom ! che paura! E’ proprio un
“prete” ‘sto Musto .... uguale,uguale,uguale Ma
che spasso, can che abbaia non morde, figuriamoci un
cagnetto...
10 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
Sciovvio ora hai rotto i coglioni. Levati dalle palle e non
rompermi il cazzo o ti sfascio la testa. Chiaro???
10 luglio 2007 0:00 - SCIO' VVIO!
Ah, adesso Musto nega anche di postare come “OVVIO!”
? E’ proprio falso come un prete...
Caro
Giuseppe fatti pure prendere per il naso se ti va. Che
Musto scriva anche come zazaan! e OVVIO! è ovvio. (E
forse anche come Lulù, non ho visto bene)
Che lo
neghi, essendo cattolico, è altrettanto ovvio. Già è meno
ovvio credergli...
10 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
Grazie Giuseppe. Sciovvio vaffanculo coglione!
10 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
Signor Parisi, permetta ch'io intervenga.
Qui
nel forum, come ebbi a dire tempo fa, noi partecipiamo ad
una "Comunità Disabile" poiché priva di volto e
corpo fisico, cittadinanza e concretezza.
Siamo
solo delle "personalità" che si incontrano, si
confrontano, molto spesso si scontrano, e qualche volta si
arricchiscono reciprocamente.
Per questo lungi da
essere di qualità inferiore, questa nostra comunità ha
addirittura dei vantaggi, sulla "Comunità
Normodotate" poiché, proprio come avviene nei
portatori di handicap le qualità non offese dalla malattia
tendono a specializzarsi ed affinarsi.
E veniamo
al perché del mio intervento. Lei bacchetta
l'amico che si definisce SCIO'VVIO! perché ce
l'ha (per motivi suoi sicuramente validissimi!) con
l'altro amico che si definisce OVVIO!, ed ama (bontà
sua) impastare dentro il suo astio anche la mia persona.
Ma perché lo bacchetta? gli vuole male?... intende
distruggerlo?... Lui si è già qualificato. In quel nome
che ha inteso darsi è già sintetizzato tutta la sua ragion
d'essere, tutta la sua personalità, tutta la sua
esistenza come "cittadino" di questa nostra
comunità che è il forum di "Di la tua".
Lui esiste (e lo dichiara a priori) solo perché
c'è OVVIO!. Se OVVIO decidesse di andarsene da
un'altra parte, il Nostro morirebbe di conseguenza,
inevitabilmente, come un'erbaccia cui sia stata tolta
l'acqua. Impotente perché lui "è" un
riflesso di OVVIO!... e null'altro!
Si diceva
qualcosa di analogo parlando della "non transitività
del segno meno". E la negazione è molto pericolosa, e
va usata con prudenza. E come esempio portavo quei gruppi
che hanno nel nome il concetto di anti-. Loro si castrano
a priori, come gruppo, definendo la loro ragion d'essere
null'altro che un opposizione a un qualcosa ed un
qualcuno, ed evidenziando conseguentemente di non essere
altro.
Per carità, liberissima come tutte la
scelta di "essere" per essere "il tuo
no", ma piuttosto miserella, e tutto sommato da
commiserare.
Lo lasci sfogare, il povero
SCIO'VVIO!... lui, non ha null'altro che questo!
Cordialità
9 luglio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentile Sig. SCIO' VVIO!, mi permetta di riferirle,
che, il cagnetto che Lei cita, e’ un gran cane, non molto
giovane e di esperienza. Lei lo fa divenire, sporco (
di dentro ) e cattolico, io asserisco, che, magari tutti i
cattolici fossero sporchi come il Sig. Musto, la societa’
civile, avrebbe meno guai di quanti ne ha. Non so chi
sia, dove viva, cosa abbia fatto nella vita, mentre di me,
si puo’ sapere tutto. Ma non e’ questo
l’importante, il cattolico non puo’ essere condannato
solo per il fatto di esserlo, ma per certe rigidita’
imperanti, che, da tempo, lontano, non appartengono piu’
al Sig. Musto. Anzi, gli appartiene, una visione
globale, che, penetra nel profondo degli animi, sviscerando
la realta’ della pochezza di noi tutti, esseri umani.
E, chi si riconosce in piccolo e poco, e’ invece saggio e
grande.
Il forum, serve, come tutta la nostra
organizzazione Aduc, a stimolare un confronto che, sia,
solamente costruttivo, a beneficio di una migliore ed
elevata consapevolezza. Una consapevolezza Laica, che,
giorno dopo giorno, eleva l’individuo e l’intera
societa’ civile. Lo sforzo quotidiano dell’Aduc, le
nostre energie, la paziente analisi ed il lavoro assimilato
a devozione, va solo ed unicamente in tale direzione, senza
sbavature e sbandamenti. Lei rimane libero, come tutti
su Aduc, a continuare a dar del sporco cagnetto al Sig
Musto, ma personalmente rimango convinto, che, Lei medesimo,
sapra’ trovare validi motivi, per ricucire questo strappo
emotivo, e riportare questa ferita retrograda, sul piano
del confronto, sereno e costruttivo, e, proprio a Lei, Sig.
SCIO' VVIO tocca iniziare.! Cordialita’
Giuseppe Parisi
9 luglio 2007 0:00 - SCIO' VVIO!
Be’ Giuseppe Parisi non sto seguendo la conversazione ma
sicuramente hai almeno avuto il pregio di tenere lontano
questo cretino volgarotto di Musto dall’andare a
intervenire col nick demente di “OVVIO!” in tutto il
Forum, con insulti e banali stupidaggini. Bravo
Giuseppe, continua a far giocare con la palletta questo
cagnetto, questo benpensante cattolico, profumato di fuori
però sporco di dentro, bravo.
9 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
La ringrazio dei complimenti, signor Parisi, decisamente
troppi per la mia pochezza, e condivido in pieno il suo
dire.
Mi riservo solo una speranza, una goccia di
ottimismo. Chissà se del misterioso corso delle
vicende umane, che difficilmente riusciamo a distinguere se
“caotiche” o “causate” per la soggezione ad sottile
filo teso da un lontano obiettivo futuro queste
preoccupazioni che oggi abbiamo per i nostri giovani e per
la nostra cultura non siano tasselli importanti, necessità
coerenti, ed enzimi preziosi?...
Lo splendore
della Grecia servì poco a proteggerla dalla protervia delle
legioni in marcia, ma Atene infine ha plasmato Roma,
pregnandola di vera grandezza; e sconfitta da un verso fu
certamente vittoriosa in una più nobile ottica.
Certo si… probabilmente alla fine viaggeremo tutti su auto
coreane, o vestiremo cotoni cinesi e mangeremo riso
Tailandese (peraltro buonissimo!)… ma sarà davvero perso
il nostro Enea?...
Non lo sappiamo se il
“Grande Disegno” davvero c’è, e certo non ci è dato
di vederlo nella sua interezza, ma abbiamo prove che
lentamente, faticosamente ma costantemente l’umanità nel
suo insieme progredisce, magari col sacrificio
apparentemente inutile di molti suoi componenti che pure,
individualmente, hanno dato il loro infinitesimo, non
valutabile contributo.
E chiudendo il cerchio mi
ritornano in mente le api che lei citava all’inizio di
questo piacevolissimo salotto di conversazione. Si,
le api ed il loro meraviglioso nido, la perfezione sociale e
logistica della collettività dell’alveare, davvero
mirabile per noi che dall’esterno riusciamo ad osservarla
nella sua interezza ed armonica complessità.
Tanto portentoso edifizio fisico e comunitario
probabilmente non è avvertito o avvertibile dalla singola
operaia che accudita con ogni premura ed amorevolezza nella
prima metà della sua vita, diventa da adulta schiava del
suo lavoro incessante di cerigena, e poi balia, soldato ed
infine bottinatrice, tranquillamente sacrificabile e subito
scartata quando del tutto consunta nelle sue energie non sia
più utile al nido.
Organismo perfetto, un
alveare. E chissà che tutto il mondo dell’uomo non sia
che un nuovo esperimento della Natura, più complesso nelle
regole, più ampio nel territorio, forse da implicare in un
unico “nido” tutto il pianeta, ed ancora (chissà) in
fase di sperimentazione, ché l’organizzazione non è
ancora del tutto evoluta, e “completa” come
nell’alveare, ormai fissato nella sua forma
definitiva?
In fondo, il rapporto di peso fra
corpo e cervello è identico nell’homo sapiens e
nell’apis mellifera!
Mi scuserò del mio
vagabondare col pensiero, ma è lei che, implicitamente, me
ne dà licenza. Non guasta, quando si è avanti con gli
anni, soffermarsi talvolta nel quotidiano e lasciare che
l’animo voli via, in avanscoperta, a cercare di sbirciare
nei misteri che sono al di là del nero colle.
Cordialità.
9 luglio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentile Sig. Lucio Musto, Lei dice bene, i giovani di
oggi, della quale io non appartengo piu’, sono molto meno
romantici dei giovani di un tempo. Io e Lei, pur senza
volerlo, siamo arrivati al capolinea , Dopo una lunga
cavalcata rusticana, partendo dalla scoperta di Enea.
E’ vero, ai ragazzi servono i soldi, non importa chi gli
da, se giallo,nero o bianco. Il guaio, invece sta
proprio in quello che scrivevo, forse sottile per essere
compreso…, che, la cultura Umanistica se pur necessaria,
ha fregato e,corrotto intere generazioni, lasciandoli fuori
dai grandi giochi dei mercati Internazionali. Siamo
cresciuti con la Pasta Barilla, e, con la Mamma, che la
prepara. Non ho mai visto un maneger Italiano, guidare
piccole o piccolissime aziende in Cina o in Thailandia,
mentre viceversa, a Singapore, ci sono, centinaia di
aziende Italiane, che, li hanno la direzione, per non pagare
le tasse Italiane, prosciuga tutto. La cultura
Umanistica rimane preziosa, ma, quando unita al mondo del
lavoro, mirato alle attuali esigenze dei mercati, nazionali
ed internazionali. L’errore di chi ci ha governati,
sta nella mancanza di collegamenti diretti, tra i mercati e
le richieste del mondo del lavoro, con le domande.
Ancora , una non mirata professionalizzazione sulle
esigenze dei mercati., tanto che, l’Italia, e’ quello
che, per necessita’ e’ costretto a ricevere
professionalita’ mirate dall’estero, manovalanza dal
terzo mondo, e, cultura Umanistica ( alias chiacchere ) in
abbondanza in casa nostra. Cosi, in Cina il maneger
e’ americano, in Thailandia, e’ americano ma anche
Olandese. Le grandi aziende francesi, privilegiano
personale qualificato francese, cosi gli Inglesi. I
tedeschi, soffrono un pochino a realizzare grossi gruppi
alla luce del sole, per farLe un esempio, a sud di Bangkok,
c’e’ la Bayer, che sta distruggendo flora e fauna,
inquinando tremendamente l’ambiente. E, noi
Italiani? Nulla, di nulla.
La colpa
di questi giovani moderni un pochino distratti ( per fortuna
non tutti ), e’ dei giovani? Io ritengo di no.
Grazie per le sue calorose partecipazioni, Le scrivo, in
obbligo ad una persona intelligente, solare e pervasa di
grande buon senso e saggezza. Cordialita’
Giuseppe Parisi
8 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
Grazie signor Parisi, e si rassicuri. Nessuna
rassegnazione nel mio credo e nella mia fede. Forse una
lentezza dovuta al caldo ed all’età e la determinazione,
dettata dall’esperienza, a non imbarcarmi in inutili,
sterili diatribe o battibecchi di stile elettorale.
Non è di mio scopo, forse l’avrà notato dai miei
due anni di frequentazione in questo forum, vincere in
nessuna giostra verbale né aggiudicarmi alcun “pendolino
di bronzo”. Se e quando ritengo che un mio intervento
possa essere utile a qualcosa, o a qualcuno, scrivo.
Altrimenti preferisco dilettarmi di poesia e bizzarrie
della matematica e della geometria. Qualche volta scienza
naturali, o giardinaggio o ikebana. Ad impiegare e
donare il mio tempo sono contento, a sprecarlo, no.
Si parla inglese nel mondo. Uno strano inglese
ibrido. E serve per capirsi e comunicare. Lei non
concorda?... probabilmente ha ragione lei, ma il mondo non
cambia per questo.
Forse i poliglotti come lei
sono molto gettonati nel mondo degli affari e fanno
quattrini a palate. Mi fa piacere saperlo.
Vorrà dire che i nostri licei linguistici e gli istituti
superiori si riempiranno di giovani di belle speranze con
radiose carriere aperte dinnanzi. I nostri giovani mica
sono stupidi, e questi lavori qui li vogliono fare
eccome!... vogliono anche arricchirsi, e non gliene importa
affatto se chi gli da i soldi ha la faccia bianca, nera o
gialla! Quelli che hanno remore razziste radicate
dentro siamo solo noi, i poveri pensionati! loro tifano
ugualmente per il cantante americano come per l’eroe
giallo dei fumetti.
E riconosciamo un altro
rammarico: quello con cui giustamente lei dice “I cinesi
sono arrivati per ultimi e non vogliono perdere”.
E’ vero signor Parisi, e non perderanno!... ma non perché
parlano mandarino invece che bergamasco o inglese!...
vincono perché lavorano oggi per raccogliere frutti domani,
contrariamente agli italiani che vorrebbero raccogliere i
frutti oggi per decidere poi se varrà la pena o meno di
lavorare domani!
“Se fossimo governati da gente
competente ed onesta…”. I condizionali sono per
definizione buggerati dagli indicativi, e francamente mi
stupisce che anche lei si lasci confondere dal tranello di
fondo della cosiddetta “democrazia”… Noi siamo
governati esattamente da quelli che ci siamo scelti con
libere votazioni perfettamente democratiche, e compito della
democrazia è proprio quella di “formare” (nel tempo)
gente competente ed onesta… mentre contemporaneamente se
non è guidata da gente “che già sia” (oggi) competente
ed onesta, non funziona!... Tutto qui l’imbroglio, in
quest’anello di Moebius che si attorce in sé stesso senza
trovare il bandolo… E quando lo andiamo a sezionare… ci
ritroviamo con un anello più grosso e più attorto!
Se ha modo di incontrarle, porga i miei ossequi sia
alla Signora Sindaco di Milano che alla Signora Sindaco di
Napoli, e le mie congratulazioni per il loro grande
coraggio… o dovrei dire incoscienza?
Cordialità
8 luglio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentile Sig. Lucio Musto, ringraziandoLa per le
squisite parole, qui, mi preme risponderLe, a stretto giro
di posta. Non posso che, leggere una leggera essenza di
rassegnazione nelle sue parole. In Lei, intravedo il
Credo di Fede. Tuttavia, non comprendo a qual Dio si
riferisce , quando asserisce al mio. Le sue
considerazioni sulla Democrazia che, di fatto non e’ mai
esistita, e, non esiste nemmeno negli animali, trova in
qualche modo, tale mia considerazione. Lei, che e’ un
combattivo, perche’ ha barattato il tutto con la
rassegnazione?. La rassegnazione, il deporre le armi,
offrire l’altra guancia, sono rigidita’ , imposte dalla
dottrina Cristiana, della quale il risultato, ha nutrito nel
passato lontano e tutt’oggi, il potente, e vessato il
piu’ debole. Non sono d’accordo con Lei. Non
sono d’accordo, nemmeno nella interpretazione dei giochi
democratici degli animali, certamente migliori di quelli
Nostri. Se si parla inglese nel Mondo, e’ perche’
gli Americani hanno vinto la guerra? Qualcosa non
torna. Un detto molto saggio recita: Se vuoi vincere,
impara la lingua del tuo nemico. Non credo sia un
vantaggio, per i vincitori, che, tutti conoscano
l’Inglese, e pochi il Cinese. Negli anni ’50,60,70,
la CIA, l’agenzia di Intelliggence Americana, ricercava
affannosamente, giovani svegli, ma che, soprattutto
conoscessero le lingue dei loro nemici, quelli di sempre: il
russo, l’arabo, il cinese., Caro sig. Musto,
l’episodio di Milano, non e’ stato isolato gia’ altre
volte mi era accaduto, e non solo con Cinesi, ma anche con
…Italiani. Si Italiani. I Cinesi sono arrivati
per ultimi, e non vogliono perdere. Dato che, gli
Americani sanno parlare soltanto lo Slang, e nemmeno bene
l’Inglese di Oxford, se vanno per affari in Cina, devono
imparare il Cinese Mandarino., Nelle grosse citta’
produttive Cinesi, lo scontro tra ignoranti ( cioe’ che
ignorano la lingua del rivale ) e’ stata gia’ risolta
tra le due parti, non certo per Amore e per la Pace, ma per
il mercato e gli affari, in una sola parola per i
denari. In ogni gruppo, anche medio-piccolo, una
semplice Company a partecipazione, il maneger, si assolda di
madrelingua Inglese, in buona parte dei casi Americano ( sui
soldi ragionano nella medesima direzione ) ma, se poi, lo si
vede, di tanto in tanto a far l’operaio, non si tratta di
un sosia, ma proprio del maneger! ., Cosi i due grandi
giganti rivali, si sono gia’ sistemati, tutti gli altri,
vecchi distratti europei, stanno a guardare, appesi al
tempo che non verra’. Allora Sig. Musto, se questo
Paese, fosse governato da gente competente ed onesta, non
crede, che, i nostri ragazzi parlerebbero un fluente
Inglese, e, le lingue dei mercati emergenti? In altre
parole, le lingue dei nostri rivali vecchi e nuovi? E,
che Pace ci attendiamo, se, prestissimo, ci saranno i nuovi
ricchi e supericchissimi Cinesi, mentre, noi Pensionati
saremo sempre piu’ poveri? Chi ci salvera? La
Signora Sindaco di Milano? Grazie e, un caloroso
saluto.
Giuseppe Parisi
8 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
Gentile signor Parisi, è veramente estremamente
gradevole conversare con lei!
La sua grande
cultura, l’abilità dialettica, l’entusiasmo e
l’impegno che mette nel portare le sue tesi, sono davvero
stuzzicante provocazione a rispondere subito, a colloquiare,
a misurarsi in civile simpatica tenzone.
Non me
ne vorrà se cercherò di riportare il discorso in
argomento, glissando del tutto sulla prima parte del suo
intervento, immagino teso a spostare la diatriba sul piano
teosofico, o forse su una di quelle querelles anticattoliche
o anticristiane così ricorrenti su questo forum “di
consumatori” e che mi lasciano del tutto indifferente.
Si, ho qualche cognizione di etologia animale e sui
meravigliosi stratagemmi comunicativi che la natura ha
evoluto per loro, so quello che si sa del canto dei cetacei
e dei loro dialetti tipici di ogni mare ma che pure
ricalcano linee e fonemi tipici delle varie specie, delle
danze delle bottinatrici, dei segnali odorosi ed i
significati feromonici delle escrezioni di ogni tipo di
animale uomo compreso… sissignore, so alquanto di queste
cose, e tuttavia ritengo che il mio buon Dio (che
naturalmente ritengo sia Dio anche suo) abbia fatto
benissimo a confondere le lingue alle Torri di Babilonia, e
che ci siano validi motivi per cui l’uomo parli cinese o
tailandese o portoghese eccetera. Ma questo, ripeto non
è l’argomento che ci occupa. Forse, ma non è detto,
varrà la pena discuterne in altra sede; per cui
preferisco qui tornare al tema.
“Alla scoperta
di Enea” ci ha portato all’auspicio di un linguaggio
comune a tutta l’umanità, base essenziale (e qui pare che
siamo concordi) per una comprensione fra i popoli, elemento
primo fra persone di buona volontà in ricerca di civiltà e
di pace.
Ci ha portato, o meglio riportato,
perché non stiamo scoprendo nulla di nuovo. Ma la
Storia ci insegna che mai, nei molti tentativi fatti in
passato sono stati seguiti, nella scelta di un linguaggio
comune, i criteri che indica lei, ottimi solo secondo una
sua visione romantica (mi permetta) dell’uomo. Non
infatti il linguaggio del civilissimo Enea attecchì
“…ai liti d’Italia e di Lavinio…” dove errando
venne, ma quello dei pastori del luogo che sapevano come
scambiare pecore e buoi. Ed il raffinato etrusco venne
spazzato via dalla soldataglia romana che tanto lo disperse
che ancora è considerata lingua misteriosa… chissà se
era più semplice o complesso, elegante o aulico del rozzo
latino?
E così non servì ai galli essere molte
volte più numerosi dei romani o avere un territorio più
vasto, e per secoli genovese e veneziano hanno fatto presa
assai più di lingue ben più parlate e diffuse. Come poi
lo spagnolo, il portoghese dei porti, lo slang americano
molto più dell’inglese di Oxford!
No, amico
mio, non c’è democrazia nei linguaggi (democrazia?... e
quando mai i cinesi sono stati democratici?) ed i numeri
contano si, in democrazia, ma solo a chiacchiere e solo in
quel archetipo di nulla che abbiamo immaginato rivestito di
giustezza e verità e rizziamo a gagliardetto di perfezione
del consesso civile. Ma dove sta scritto che
obiettivo dell’evoluzione nella specie umana è la
democrazia? Sarebbe tutto da dimostrare, e sarebbe
duro! Detto per inciso, nemmeno gli animali che cita
lei ad esempio di campioni di comunicazione hanno istaurato
delle organizzazioni democratiche; nemmeno uno di loro!...
non i cetacei, i cani i felini o gli insetti sociali…
nossignori!
La democrazia è un placebo per
deboli… ma anche questo scivola in un altro discorso.
Signor Parisi, il parlare che ha più speranza di
diffondersi è solo quello dei vincitori, e non importa
vincitori di che cosa. Se facendomi la barba canto “Nel
blu dipinto di blu” ( la citazione è per omaggio ai
cinquanta anni del celebre motivo) ed insieme a me la
fischietta il cileno, il coreano e l’hinuit, quello è un
linguaggio vincente, assai più delle poesie di Lamartine e
del mantra pregno di saggezza e tradizione dei monaci
tibetani.
Ma lei vede giusto dicendo che saremo
invasi dalla Cina e dall’India “perché loro sono tanti
di più”, ma non dalle loro lingue che sono
“perdenti”, e prova ne sia la difficoltà di
unificazione che ha trovato la lingua cinese pur col
supporto di un regime da “Repubblica Popolare”!...
Anche li, cosa è accaduto?... che è stato
“imposto” il dialetto di Pechino come “lingua
ufficiale” (nulla di nuovo, sotto il sole. Il dialetto
toscano fu fatto lingua italiana insieme al Regno). Ma
il mandarino, con cui probabilmente lei ha fatto il suo
esploit a Linate, lo parlavano forse quel gruppo di turisti
privilegiati, ricchi e forse colti, ma non certo ancora
molte centinaia di milioni di loro connazionali lasciati in
patria. E loro stessi, i cinesi turisti, sono dei
perdenti, perché avrebbero bisogno di un dottor Parisi
anche a Roma, ed a Bogotà, a Tokio ed a Buenos Aires… o a
Cuba. Mentre se conoscessero solo dei rudimenti di
inglese (e non tutto Shakespeare), del dottor Parisi
potrebbero farne a meno. Questa è la realtà, oggi.
Ma dicevo che lei ha ragione; ed infatti i cinesi ci
hanno esportato (ma non è vero, ci siamo arrivati anche
noi, in ritardo, ma da soli) il loro linguaggio scritto, o
meglio la filosofia che sta alla base di quel linguaggio, la
filosofia di comunicare i concetti con un segno facilmente
comprensibile piuttosto che con un gruppo di fonemi e di
lettere legati alla lingua. Cioè non parole ma
pittografia. E così un divieto di sosta ha lo stesso
simbolo in quasi tutte le strade del mondo, ma la stessa
grande circonferenza rossa indica ormai per tutti un
divieto, e mi faccio capire benissimo se al centro ci metto
una sigaretta o lo schizzo di un cane o di una
bicicletta. E tutti capiamo un OK, un W, o un KO…
senza sapere assolutamente da dove originino queste che
ormai non sono più sigle ma solo segni grafici
convenzionali.
Ed anche tanti di noi, anziani,
tradizionalisti e puristi, quanta fatica facciamo per non
costellare le lettere che mandiamo agli amici di smiles e
faccine… Ma “smiles”, significherà “faccine”…?
In fondo, non serve quasi più, il
saperlo!....
Lucio Musto 8 luglio 2007 parole
1011 _______________________________________
7 luglio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentile Sig. Musto, difatti io avevo compreso bene.
Se il capirsi e’ il primo passo per la Pace significa
che, il suo buon Dio, o e’ stato ingiusto, o si era
distratto mentre creava l’uomo. Il suo buon Dio, che
osserva tutti dal suo alto dei cieli, non ha premunito
l’uomo, con la medesima capacita’ del linguaggio, tipica
degli animali.
Lei sapra’ bene che, chi studia
i fenomeni del linguaggio degli animali, ha documentato e
provato che, ad esempio, i cani hanno linguaggi comuni per
comprendersi, a prescindere della loro razza e
territorialita’. In Inghilterra… ( forse non a caso ) ,
alcuni studiosi, hanno potuto studiare il linguaggio felino,
interpretandone le sfumature del suo particolare miagolare,
in una raffigurazione di simboliche lettere. Ma ancor
di piu’, se gli animali riescono a sconfiggere la
territorialita’ del linguaggio, sono ancor di piu’
capaci di esprimersi a distanza e senza linguaggio.
Riescono perfino a farlo gli insetti e, addirittura nelle
Api, il tutto e’ ormai scientificamente documentato, come
anche nelle formidabili formiche. Se, come dice Lei, da
buon cattolico ( almeno cosi riferisce quel tizio che, si
prodiga di insultarlo … anche tutto questo, figlio del
linguaggio Divino…? ), Dio come buono ed Amorevole, in
questo caso e’ stato altamente non Amorevole ed
ingiusto. Ha dotato gli animali di capacita’ che noi
Umani non abbiamo per nulla. Abbiamo anche una pervasa
incapacita’ ed insensibilita’ civile e democratica: in
democrazia vincono i numeri. Quanti sono i Cinesi nel
Mondo? Quanti gli Indiani di India? Quanti i
popoli parlanti lo Spagnolo? Se si fa una analisi del
numero dei popoli di madre lingua anglofona, vedra’ che
non raggiungeremmo nemmeno la meta’ dei Cinesi.
Quindi il buon Dio, che con il suo occhio buono guarda
tutti, ci ha reso incapaci di comprenderci, motivo per il
quale non esiste la Pace tra i Popoli? Quindi, o il
buon Dio non e’ buono, o non e’ onnipotente, o forse,
come ne sono convinto io, non esiste. Fatto sta, che se
tra i cani del Mondo qualche razza imponesse qualcosa di
proprio che investe il diritto degli altri, accadrebbe la
rivoluzione canina. Qualche popolo, nella storia, ha
saputo fare la rivoluzione, e guarda caso, oggi questo
popolo ( i Francesi ), sono l’unico che, non chiama il
Computer cosi' ( questa macchina infernale che ci
permette di interluchire tra noi Italiondi ), ma
semplicemente Ordinateur ( letto dolcemente in francese ).
Il sentimento pervaso di democrazia, dovrebbe portare
l’umanita’ a scegliere il Cinese come lingua
mondiale. Oltre alla democrazia, ci sono inoltre degli
aspetti pratici, eccoli qui: e’ una lingua apparentemente
piu’ difficile dell’Inglese, ma, in verita’, e’
molto piu’ semplice. Inoltre, si e’ notato che
attua uno sviluppo delle qualita’ intellettive del
bambino, la quale attraverso il linguaggio e la scrittura
permette di far lavorare e comunicare i due emisferi del
cervello, cosa che, ad esempio, nessuna lingua europea
riesce a fare, inglese compreso. Una settimana e mezza
fa, mi trovavo a Linate, in aeroporto. Avvicinandomi
per ritirare il mio biglietto elettronico, ho visto un gran
trambusto: funzionari Alitalia in tanto di giacca e cravatta
si affannavano, senza alcun esito, di spiegare ad un gruppo
nutrito di Cinesi, che le loro borse, non arrivate a Milano,
sarebbero sbarcate a Roma, e quindi ritirate li'.
L’Inglese dei funzionari Alitalia era perfetto, ma
inefficace, i Cinesi non comprendevano, fintanto, con grande
meraviglia e semi-miracolo per i funzionari, mi sono
avvicinato io, divertito e, con un buon Cinese, ho spiegato
il tutto al gruppo di pecorelle Cinesi smarrite che, nel
frattempo, avevano recuperato il sorriso. Oltre al
Cinese, parlo anche un ottimo Tailandese, lingua,
quest’ultima, piu’ complicata del Cinese, non tanto
nella grammatica, ma nella sua struttura fonetica. Cari
saluti
Giuseppe Parisi
7 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
gentile signor Parisi,
no, non ho detto che ci
"vuole l'inglese per avere la pace", bensì
che "il capirsi è il primo passo per la pace"; mi
riconoscerà che non è esattamente la stessa cosa.
Ho detto anche che i romani esportavano la loro lingua
nei paesi conquistati proprio con quest'obiettivo e non
perché il latino fosse "migliore" di quelle altre
lingue... che nemmeno conoscevano.
Ho citato
anche i cinesi, riportando qualche concetto già espresso in
altro mio saggio "Internet pittografico",
pubblicato forse (ma non saprei garantirglielo) anche su
questo forum circa un anno fa, per sottolineare la loro
accortezza (non sottovalutiamoli mai i cinesi!) di riuscire
a comprendersi in tutto quello sterminato territorio...
Già, il comprendersi!... quello che invece vedo
abbiamo difficoltà a fare noi due, lei ed io, pur parlando
la medesima lingua, un italiano corretto.
Forse
questa incomprensione dipenderà dalla sua presunzione che
io sia napoletano?... Nossignore, non lo sono, anche se ho
avuto l'onore di essere ospite per alcuni anni della mia
vita di quella nobilissima città.
Le sembro più
comprensibile ora?... o la sua era solo una curiosità
gratuita?
Non le togliero altre curiosità, ma mi
prenderò io la libertà di farle una domanda:
«Forse non si è reso ancora conto che gran parte del mondo
(Chierici cristiani a parte) usa come "lingua di
scambio" cioè quella che serve per farsi comprendere
nel quotidiano, non per correttamente interpretare il
pensiero di Tucidide, proprio l'inglese?... Non si
è reso conto che gli strumenti dei nostri figli, le loro
canzoni, i loro eroi, gli archetipi dei loro sogni per il
futuro, anche quando sono giapponesi, parlano
inglese?..».
Bene, amico mio, che a noi puristi
ed amanti del bel dire sfagioli o no, il parlare di domani
sarà assai più probabilmente l'inglese che non il
latino o l'esperanto che speranza era... e speranza
rimane.
E sarà bene che sia così, se crediamo
che capirsi, sia il primo passo per la pace.
Cordialità
Lucio Musto 7 luglio 2007
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6 luglio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Gentile Luciano, non sono d’accordo con Lei, il mio
Professore di Microbiologia, non intendeva aiutare nessuno,
tranne quelli iscritti al FUAN, dove le due lettere iniziali
significano Fronte… Universitario… quel mio amico,
compagno di disavventure, oggi e’ un Primario di Medicina
Interna. Se avesse voluto aiutare quel caro amico, per
evolvere… prima doveva evolvere lui stesso.
Cordialita’ Giuseppe Parisi
6 luglio 2007 0:00 - Giuseppe Parisi
Caro Sig. Lucio Musto, se per la Pace ci vuole
l’Inglese, allora Le chiedo: qual’e’ il suo grado di
comprensione in tale lingua? Sa contare fino a dieci,
oppure riesce ad intrattenere una conversazione di Politica
per la Pace? Nel caso non ci siamo… per la Pace,
sara’ meglio studiare il Cinese, o il Tailandese. Se
vuole fare ancora meglio, per la Pace, studi il Latino.
Cordialita’. Scusi, Lei e’ Napoletano davvero?
Giuseppe Parisi
6 luglio 2007 0:00 - Gourry
Gentile Giuseppe Parisi, si scrive "qual è" senza
l'apostrofo, a meno che per lei l'Accademia della
Crusca sia una scuola per aspirant nutrizionisti. Forse se
avesse studiato di più, invece di crogiolarsi nel fumo
sessantottino, non commetterebbe certi imperdonabili errori.
3 luglio 2007 0:00 - SCIO' VVIO!
Musto/OVVIO! brutta merda napoletana cattolica . Un
napoletano cattolico come te è una garanzia di merda
morale. Prima vai in giro a insultare come OVVIO! e poi
falso napoletano di merda cattolico schifoso quale sei
pretendi di parlare? Ma sei solamente da scorreggiarti
in faccia!
2 luglio 2007 0:00 - Gourry
Bravo Lucio Musto ;)
2 luglio 2007 0:00 - Lorenzo
Ma se scrivi in dialetto, gourry! Te l'ho appena
scritto....cazzo vuoi capire di latino? ahahahaha!
1 luglio 2007 0:00 - Lucio Musto
- Alla scoperta di Enea -
Per quanto mi
riguarda quasi sempre, quando debba scrivere qualcosa di
più strutturato della lista della spesa, rimpiango di non
aver studiato il latino con maggior diligenza e sempre,
quando cerco di capire qualcosa nel campo del sapere
maledico la mia ignoranza del greco.
Già, io
appartengo infatti a quella generazione pre-sessantottiana
(ed in questo do quindi torto al nostro autore) in cui già
si era formata la mentalità che il greco classico fosse una
lingua morta ed il latino formativo… si, ma così e
così…, soprattutto per quei ragazzi che si dedicavano a
studi umanistici, ché gli altri, i “tecnici”, hanno ben
altre cose da fare, più attuali valide e concrete!...
Noi dello “Scientifico” rappresentavamo quindi il
futuro, quelli del “Classico” in fondo poco più che un
doveroso, muffoso omaggio alle tradizioni passate.
E ci ammisero all’Università, prima con qualche
limitazione o esame “integrativo”, poi liberamente.
Esattamente quanto accadde poi, e qui do ragione al Nostro,
per ragionieri, geometri, periti ed agrimensori che si
videro spalancare le porte dell’Università dai sindacati
ed i cortei di piazza più che da gente di cultura superiore
e di esperienza.
Ben ce lo disse l’assistente
di Analisi Infinitesimale (quello di Caccioppoli!), alla
nostra prima lezione:
«I signori dello
Scientifico partono in vantaggio, perché hanno fatto
qualche ora di matematica in più, a scuola. Ma esperienza
insegna che il vantaggio di annulla presto, perché al
“Classico” hanno imparato a studiare con la testa più
che con squadrette e laboratori, e “dove la scienza fa
fallenza occorre intelligenza”»
Comunque le
cose andarono come dovevano andare perché la volontà è
sovrana e noi eravamo, come ci dicono siamo anche adesso un
popolo libero, ed anche nelle nostre Università, come nelle
Scuole, al Governo e nelle Farmacie ci mandiamo chi ci pare.
Per votazione a maggioranza: qualificata o meno, non
conta.
Ma perché, a me manca il greco e mi è
insufficiente il poco latino che so?... Lo si dice in una
parola.
Perché la nostra lingua è radicata
nel latino e la lessicologia della nostra scienza nel greco;
e così come per ben capire un vegetale è bene conoscerne
parte aerea e radici, così per padroneggiare le parole
occorre sapere cosa si va dicendo.
E ben ce se ne
accorge anche ascoltando un semplice telegiornale, dove gli
strafalcioni linguistici che assai spesso diventano
concettuali, si sprecano, e le conclusioni si sovvertono, e
si afferma quel che si vuole, o il suo contrario o altro che
non c’entra affatto!... Fortuna “che si va a senso” e
che “la gente si beve qualunque cosa!”.
Il
Papa di Roma “rimette” la Messa in latino. Avrà certo
le sue buone ragioni, non è certo un ragazzetto da
capricci!... Io naturalmente i perché non li so, ma
quel che è certo che fino a pochi anni fa tutto il mondo
ecclesiastico dei chierici aveva “obbligatoriamente” una
lingua comune, ed un prete di Brottaminardina aveva la
certezza di essere capito da un qualsiasi confratello in
qualsiasi parte del globo la sua vocazione lo avesse
portato.
Poiché la lingua non è solo il modo di
parlare, ma il modo di intendersi, e di ragionare. E
non l’hanno inventata i preti, questa cosa. Già i
romani, e di sicuro altri ancor prima, già piantavano
legioni nei terreni conquistati, ma anche viti, grano, e
lingua. Il “Civis Romanus sum!” era aspirazione
di ogni popolo, ponderata e fondata, non sghiribizzo di fare
il burino.
Ed all’altro capo del mondo ci
arrivarono i cinesi che con il loro linguaggio pittografico
si capivano ai quattro angoli di quell’immenso paese.
Solo per iscritto, è vero!... ma poco grave: i telefoni non
c’erano ancora e le chiacchiere non volavano nemmeno
allora!
Poi questa “intelligenza” si è
persa, ed ora ci stanno provando gli americani, col loro
inglese raffazzonato. Ben venga!
Anche se ci
mancherà il greco per capire le componenti delle nostre
pillole, ed il latino per esprimerci con un minimo di
finezza, almeno avremo uno slang universale in cui dirci le
cose. Quelle di oggi “che contano”… e speriamo anche
quelle di domani.
E dirci le cose, capendosi, è
il primo passo per la pace.
Lucio Musto 1 luglio
2007 parole 690
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1 luglio 2007 0:00 - Gourry
Sicuramente Cincinnato non è un estimatore della lingua
latina...
1 luglio 2007 0:00 - Cincinnato
che smarronata hai scritto...
1 luglio 2007 0:00 - Luciano
Non è soltanto un problema etimologico in medicina: lo
studio del Latino allena la mente all'uso della logica,
sviluppa l'ntelligenza e l'intuito e tutti gli studi
umanistici aiutano a capire l'uomo. Il medico
"moderno" rischia di curare la
"macchina" umana senza capire l'uomo che gli
è di fronte: una mostruosità tutta anglosassone ! Molto
tecnicismo e poca cultura: il microbiologo aveveva ragione e
forse desiderava aiutare in contadino ad evolvere anche sul
campo umanistico.