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30 agosto 2007 0:00 - Passante
Bella e utile testimonianza, che va esattamente nella direzione che sostengo da tempo.
30 agosto 2007 0:00 - massimo petocchi
Credo che continuare a sostenere che somministrando le droghe ad opera dello Stato, sia la soluzione che consentirà di risolvere il problema dell'emarginazione e dello spaccio, sia la solita miopia tutta italiana che non fa tesoro di quelle esperienze europee analoghe, già sperimentate, fallite e abbandonate.
Purtroppo l'ideologia ci porta a cavalcare "tigri" politiche che negano il buon senso e il bene comune: riconosciuta la nocività psicofisica della droga lo Stato deve tutelare la salute di ogni cittadino (costituzione), così il drogarsi non è il male minore da accettare supinamente, ma il primo punto da affrontare.
I metodi e le risorse in campo sono tanti ed attivi, ma non cè quello che possa permettere ad un essere umano di annientarsi o di localizzare la felicità in una sostanza psicotropa.
Anche liberalizzando ci sarebbero limiti detrminati da quntitativi e sostanze lecite e no, oltre ai risvolti legali determinati dallo status giuridico di incapace rispetto al lavoro e circolazione stradale.
Rispetto il "limite" lo si aggirerebbe ricorrendo con continuità al mercato nero, con il coseguente contiuno ricorso alle forze investigative e di ordine pubblico. (costi aumenteti e mercato nero non debellato)
Rispetto la vita sociale avremmo degli emarginati conclamati.

Concludo dicendo che chi propone la legalizzazione delle droghe lo può fare per due motivi: il primo è giustificare il proprio "vizio", che in qualche modo non gli dermina grandi scompensi, quindi è un EGOISTA quando strumentalizza chi il problema lo ha maturato grazie alla propria fargilità ed inesperienza adolescenziale.
Il secondo è che se si fa in buona fede questo ragionamento, escludendo la volontà ideologica di dir sì, quando gli altri dicono nò, vi è profonda superficialità, in quanto il vero problema non viene risolto, perche la camicia di forza costituita dalla dipendenza e della non lucidità che l'"uomo drogato" vive per effetto della sostanza rimane, con l'agravante della legalizzazione.

In ultimo non si può parlare di "libertà" quando una persona decide di annientarsi avendo la vita da cogliere nella sua pienezza, ma solo che per gioco, per inesperienza o per motivi spesso legati alla sola "non cosapevolezza" si ritrovi ad averla sciupata. Anche questa è "ecologia"

Questo è quello che penso in funzione dell'aver vissuto la tossicodipendenza fino al 1981; oggi ho quasi 50 anni e grazie a persone pazienti (antiproibizioniste) la droga è stato un brevissimo periodo della mia vita attrverso il quale ho fatto della lucidità e cosapevolaezza i miei punti di riferimento, attrverso i quali maturare personalità, esperienze piacevoli, dolorose e noiose, ovvero la quotidianità. La vivo con serenità e mene rallegro; se fosse stato per il sig. Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc
probabilmente sarei in un manicomio o a "farmi delle pere" come in gergo si diceva, invece sono oltre che un uomo libero, libero professionista (Architetto) padrone della mia vita e non un mendicante di droga.

Cordialmente
Massimo Petocchi Mirandola (Mo)
28 agosto 2007 0:00 - Giacomo

..... E se invece si battesse la via opposta?

Altrochè liberalizzare,
PENE SEVERE SEVERISSIME
e basta buonismo!

Iniziamo col far temere i "consumatori",

(ve lo immaginate il figlio di papà che deve farsi 6 mesi di carcere perchè sorpreso con una dose di bamba?
Datemi retta, io figlio di papà son stato ed il solo terrore fungerebbe da buon deterrente)


In Svizzera la liberalizzazione della marijuana ha avuto vita breve poichè le amministazioni hanno percepito lo spaventoso aumento del numero di utilizzatori.

Considererei l'esperienza altrui, anzichè,
come al solito,
sbattere il muso laddove gli altri da tempo hanno capito che è meglio non avventurarsi.


Buona giornata
28 agosto 2007 0:00 - Lucio Musto
Dottor Moretti,

mi sbilancio troppo se dico che la colpa è anche della tossicodipendenza?

Mi scusi l'ardire
28 agosto 2007 0:00 - OVVIO!
Gli insegnamenti ci vengano sempre dall'efficiente NORD!
Vedete a Padova?... se uno insiste per lavarti il vetro della macchina... 207 euro di multa!... contro due euro di mazzeta.

Dove li troviamo i 207 euro da pagare, magari in modo facile facile, pìù i due euro di mazzetta che ci servivano per il panino con la mortadella?...

eh?... dove li trovo se non so fare il politico, non ho un bel culo, non la farmacia e nemmeno tiro bene i rigori?...

Due euro in mortadella affettata a chi indovina!...

Ovvio, no?
28 agosto 2007 0:00 - nicola
cara ADUC,

non ho capito se la posizione del consigliere ADUC Pietro Yates Moretti rappresenta la posizione ufficiale dell'ADUC, o solamente quella dello stesso consigliere (che in quest'ultimo caso avrebbe approfittato del sito dell'associazione per solo scopo pubblicitario)


Nicola, "semplice" lettore ADUC
27 agosto 2007 0:00 - Passante
Ma quale proibizionismo, è colpa di chi si droga, di chi ha bisogno di queste sostanze per sentirsi realizzato!!! E' facilissimo drogarsi, il proibizionismo è solo sulla carta. Questo è il problema!!!
L'alcol è legale e gli ubriachi ci sono lo stesso, quindi liberalizzare tutto non serve a niente.
L'omicidio è illegale eppure avvengono omicidi... è colpa del proibizionismo o degli assassini?

Pensiamo di risolvere i problemi psicologici trasformando lo Stato in uno spacciatore? E se sì, una buona volta la vogliamo formulare una proposta concreta in modo da capire chi fa cosa, chi decide, chi paga, chi somministra, quanto e a chi?
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