Non c’è motivo per dubitare della buona fede dell’on.
Realacci, ma la sua interrogazione potrebbe purtroppo dar
luogo ad equivoci, mentre di questi tempi è necessaria la
massima chiarezza. ” Ho presentato un’interrogazione
parlamentare al Ministro della Salute Renato Balduzzi,
perché VERIFICHI la POSSIBILITA’ di CONSENTIRE in tutto
il territorio nazionale l’acquisto e la somministrazione
di farmaci a base di cannabinoidi secondo l’iter previsto
dalla nuova norma approvata della Regione Toscana,…”
In realtà, non c’è nessuna necessità di “verificare
la possibilità…”, in quanto “l’acquisto e la
somministrazione di farmaci a base di cannabinoidi” è
già pienamente fattibile sin dal Decreto Ministeriale del
2007 (anzi, sin dal D.M. del 1997 sui farmaci esteri). Come
correttamente specificato da Giovanni Serpelloni, capo del
Dipartimento nazionale politiche antidroga: «l’utilizzo
dei farmaci a base di Thc (il principio attivo della
cannabis) è già autorizzato in Italia anche se i
medicinali sono costosi, la Regione Toscana è libera di
erogarli tramite il Servizio sanitario nazionale».
http://www.unita.it/sociale/toscana-si-alla-cannabis-br-per-
curarsi-gasparri-sdegnato-1.407193
Questa interrogazione al ministro della Salute rischia
quindi di diffondere l’errata interpretazione che sia
necessario un’ulteriore passo del ministero, perchè la
cura sia effettivamente autorizzata in tutto il territorio
nazionale. Malinterpretazione che ci ha gia’ creato non
pochi problemi in Toscana, dove ci sono volute settimane per
chiarire il punto, dopo le minacce dei consiglieri PDL di
denunciare “l’incostituzionalità” della nuova legge
regionale. Ed altrettanti ostacoli, con potenziali enormi
danni ai malati, potrebbero derivarne nelle prossime regioni
(Puglia e Liguria sono già in dirittura d’arrivo), se
passasse la convinzione che c’è ancora da aspettare che
il ministero decida. Per questo è necessario essere molto
precisi al riguardo, altrimenti l’effetto potrebbe essere
un freno alle legittime iniziative delle Regioni. Il
ministero della Salute si è già espresso, con
l’inserimento del THC nella tabella II sez.B delle
sostanze stupefacenti dotate di efficacia terapeutica,
prescrivibili dai medici (su ricetta semplice, nel caso
delle sostanze in tabella II B) ed erogabili tramite il
servizio pubblico, più di questo non si vede cosa altro
potrebbe fare, oggi. Spetta ora solo alle singole Regioni di
garantire l’accesso alla cura con cannabis, con
l’emissione di delibere e l’approvazione di leggi che
rendano questa possibilità, una realtà concreta nel
quotidiano dei malati e medici del loro territorio.
13 maggio 2012 15:27 - greenprotector
Con una legge appropriata,che rendesse possibile
l'autoproduzione in Italia,si eliminerebbero praticamente
molti problemi tra i quali quelli dell'esportazione che ha
costi troppo elevati per usi terapeutici
prolungati.L'autoproduzione sul suolo Italiano darebbe la
possibilità di passare il prodotto direttamente alle case
farmaceutiche per la realizzazione dei farmaci abbattendo
definitivamente gli ostacoli.Ma forse è solo un sogno
pensarla in tal modo.
5 maggio 2012 13:41 - fabrizio7338
si ma manca la produzione italiana dei farmaci cannabinoidi
che fino ad oggi sono imporati dall'Olanda , la produce il
ministero della salute olandese , deve essere
regolamentata...