Non ho capito se i medici obiettori devono a mantenere a
vita la futura prole?
30 giugno 2012 20:26 - MISCANTA
per Gisella 45
Dobbiamo tutti ammettere che stiamo parlando di omicidio di
persone talmente tanto indifese al punto che devono ancora
vedere la luce. Questo è il male peggiore di questa
società ormai priva di valori. Il valore ed il diritto alla
vita non vale più? Da parte mia posso solo dire che la
legge 194 è una legge contro natura, che non tutela le
donne, anzi, la maggior parte dopo l'aborto hanno problemi
più psichici che fisici, invece è completamente calpestato
il diritto alla VITA del bambino. Se la madre non lo vuole
per mille motivi, ci sono strutture pubbliche che se ne
occuperebbero, e lo Stato non poteva fare una legge, anche
se supportata da un referendum popolare (manipolato), che va
contro il diritto alla vita. La donna, con l'aborto non
cancella mai la causa della gravidanza; al contrario si
carica di nuovi problemi. Allora ben vengano tutti gli
obiettori che giustamente si rifiutano di togliere la vita
quando hanno giurato di fare il possibile per allungare la
vita dei loro pazienti. Ricordi che uccidere è sempre un
delitto, anche se lo prevede la legge 194. E' questa che è
contro natura!!!
Michele
11 giugno 2012 10:55 - MammaRosy
Io penso che qualunque persona, medico o infermiere, debba
avere il diritto di rifiutarsi di uccidere un piccolo essere
umano, che chiede solo l'amore della sua mamma e non ha
chiesto di venire al mondo!!!! Troppe donne usano l'aborto
(o infanticidio) come metodo anticoncezionale.... negli
ospedali dovrebbero far sapere alle donne che vogliono
abortire che quello che hanno in pancia non è un ammasso
informe di cellule, ma un piccolo bimbo.... dovrebbero
parlare dei pro e dei contro, ma nn fanno niente.... e chi
è che ha più diritto alla vita? Un bambino o una stolta o
sfortunata che non sà dire di no al compagno che non vuole
usare il profilattico???io lo lascerei... e poi oggi ci sono
anche tanti metodi anticoncezionali, bisogna proprio esser
"dè coccio" per rimanere incinta!!!
Un bambino è un grande dono, non spazzatura!!!!!!
8 giugno 2012 7:17 - gisella45
Mi permetto di nviare la riflessione di se non ora quando di
brescia sulla campagna del 6 giugno che abbiamo inviato ai
quotidiani locali purtroppo essere pubblicata, grazie.
Gisella Bottoli, Brescia
Nel 1975 la Corte costituzionale intervenne sulla questione
dell’ interruzione volontaria della gravidanza,
considerata un reato, affermando un principio fondamentale:
quando due diritti costituzionalmente protetti, in quel
caso, la tutela del concepito e la salute psicofisica della
donna, vengono in collisione, la legge non può “dare al
primo una prevalenza totale ed assoluta, negando ai secondi
adeguata protezione”.
Da qui l’illegittimità della disciplina sull’aborto
volontario allora penalmente sanzionato e l’acceso
dibattito pubblico che portò alla legge 194/78 (confermata
da un referendum popolare) e al riconoscimento del diritto
della donna di ricorrere all’IGV a fronte del pericolo per
la sua salute psicofisica.
Ma nel tempo l’applicazione della legge 194 ha visto
proporsi un nuovo conflitto: tra il diritto all’obiezione
di coscienza riconosciuto al personale medico e sanitario di
non eseguire IGV e quello delle donne di ricorrervi entro i
limiti stabiliti dalla legge.
Conflitto che si ripercuote pesantemente sulle donne: oggi i
medici obiettori sono più dell’80%, l’obiezione di
coscienza cresce anche tra gli anestesisti e le ostetriche
superando ormai abbandonamento il 50 % e per le donne
diventa ogni giorno più difficile riuscire a interrompere
la gravidanza, con la conseguenza che si assiste
all’aumento degli aborti clandestini o all’utilizzo di
farmaci inadatti come il Cytotec con tragiche conseguenze
sulla salute delle donne stesse.
Il fronte dell’obiezione sembra poi volersi ampliare anche
ai farmacisti rispetto alla pillola del giorno dopo; vede
obiettori anche nella somministrazione della RU 486.
Il tentativo fatto dalla legge di conciliare l’autonomia
del paziente con quella del medico è fallito: per questo
varie associazioni hanno scelto di lanciare il 6 giugno la
campagna “IL BUON MEDICO NON OBIETTA. RISPETTA LA SCELTA
DELLE DONNE DI INTERROMPERE LA GRAVIDANZA”.
Noi donne di Se non ora quando pensiamo si debba tornare a
riflettere su come conciliare l’autonomia del
professionista sanitario con il diritto delle donne,
riconosciuto dalla legge, a decidere su se stesse in modo
autonomo e responsabile. Come dice la Corte costituzionale,
quando due diritti vengono in collisione, non si può dare
all’uno assoluta protezione a scapito dell’altro, come
avviene oggi in base alle percentuali di obiettori, che in
alcuni ospedali raggiungono il 100%.
E allora ci poniamo e poniamo con forza alcune domande:
- è corretto che lo Stato non garantisca l’applicazione
di una legge approvata dal parlamento italiano?
- è corretto che lo Stato non renda realmente effettiva la
legge 194, garantendo alle strutture ospedaliere, laddove
necessita, personale non obiettore in misura adeguata?
- è corretta l’estensione del diritto all’obiezione di
coscienza al personale paramedico?
- è corretto che strutture private convenzionate, quindi
finanziate con soldi pubblici, non pratichino l’IGV nei
loro reparti di ostetricia e ginecologia?
- è corretto che una scelta personale, come quella di
obiettare, invece che essere testimonianza “pagata”
anche sul piano personale, come avveniva per gli obiettori
totali all’uso delle armi, sia invece fatta “pagare”
alle donne e magari essere utilizzata per avanzamenti di
carriera?
- e infine, la domanda che maggiormente richiede una
riflessione complessiva e pubblica sul tema: è corretto che
chi lavora in strutture pubbliche possa rifiutare un
servizio-diritto della paziente?
Vorremmo che la giornata del 6 giugno fosse la ripresa di
una riflessione collettiva sul tema.