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1 luglio 2012 16:45 - aandromedaa
Non ho capito se i medici obiettori devono a mantenere a vita la futura prole?
30 giugno 2012 20:26 - MISCANTA
per Gisella 45
Dobbiamo tutti ammettere che stiamo parlando di omicidio di persone talmente tanto indifese al punto che devono ancora vedere la luce. Questo è il male peggiore di questa società ormai priva di valori. Il valore ed il diritto alla vita non vale più? Da parte mia posso solo dire che la legge 194 è una legge contro natura, che non tutela le donne, anzi, la maggior parte dopo l'aborto hanno problemi più psichici che fisici, invece è completamente calpestato il diritto alla VITA del bambino. Se la madre non lo vuole per mille motivi, ci sono strutture pubbliche che se ne occuperebbero, e lo Stato non poteva fare una legge, anche se supportata da un referendum popolare (manipolato), che va contro il diritto alla vita. La donna, con l'aborto non cancella mai la causa della gravidanza; al contrario si carica di nuovi problemi. Allora ben vengano tutti gli obiettori che giustamente si rifiutano di togliere la vita quando hanno giurato di fare il possibile per allungare la vita dei loro pazienti. Ricordi che uccidere è sempre un delitto, anche se lo prevede la legge 194. E' questa che è contro natura!!!
Michele
11 giugno 2012 10:55 - MammaRosy
Io penso che qualunque persona, medico o infermiere, debba avere il diritto di rifiutarsi di uccidere un piccolo essere umano, che chiede solo l'amore della sua mamma e non ha chiesto di venire al mondo!!!! Troppe donne usano l'aborto (o infanticidio) come metodo anticoncezionale.... negli ospedali dovrebbero far sapere alle donne che vogliono abortire che quello che hanno in pancia non è un ammasso informe di cellule, ma un piccolo bimbo.... dovrebbero parlare dei pro e dei contro, ma nn fanno niente.... e chi è che ha più diritto alla vita? Un bambino o una stolta o sfortunata che non sà dire di no al compagno che non vuole usare il profilattico???io lo lascerei... e poi oggi ci sono anche tanti metodi anticoncezionali, bisogna proprio esser "dè coccio" per rimanere incinta!!!
Un bambino è un grande dono, non spazzatura!!!!!!
8 giugno 2012 7:17 - gisella45
Mi permetto di nviare la riflessione di se non ora quando di brescia sulla campagna del 6 giugno che abbiamo inviato ai quotidiani locali purtroppo essere pubblicata, grazie. Gisella Bottoli, Brescia

Nel 1975 la Corte costituzionale intervenne sulla questione dell’ interruzione volontaria della gravidanza, considerata un reato, affermando un principio fondamentale: quando due diritti costituzionalmente protetti, in quel caso, la tutela del concepito e la salute psicofisica della donna, vengono in collisione, la legge non può “dare al primo una prevalenza totale ed assoluta, negando ai secondi adeguata protezione”.
Da qui l’illegittimità della disciplina sull’aborto volontario allora penalmente sanzionato e l’acceso dibattito pubblico che portò alla legge 194/78 (confermata da un referendum popolare) e al riconoscimento del diritto della donna di ricorrere all’IGV a fronte del pericolo per la sua salute psicofisica.
Ma nel tempo l’applicazione della legge 194 ha visto proporsi un nuovo conflitto: tra il diritto all’obiezione di coscienza riconosciuto al personale medico e sanitario di non eseguire IGV e quello delle donne di ricorrervi entro i limiti stabiliti dalla legge.
Conflitto che si ripercuote pesantemente sulle donne: oggi i medici obiettori sono più dell’80%, l’obiezione di coscienza cresce anche tra gli anestesisti e le ostetriche superando ormai abbandonamento il 50 % e per le donne diventa ogni giorno più difficile riuscire a interrompere la gravidanza, con la conseguenza che si assiste all’aumento degli aborti clandestini o all’utilizzo di farmaci inadatti come il Cytotec con tragiche conseguenze sulla salute delle donne stesse.
Il fronte dell’obiezione sembra poi volersi ampliare anche ai farmacisti rispetto alla pillola del giorno dopo; vede obiettori anche nella somministrazione della RU 486.
Il tentativo fatto dalla legge di conciliare l’autonomia del paziente con quella del medico è fallito: per questo varie associazioni hanno scelto di lanciare il 6 giugno la campagna “IL BUON MEDICO NON OBIETTA. RISPETTA LA SCELTA DELLE DONNE DI INTERROMPERE LA GRAVIDANZA”.
Noi donne di Se non ora quando pensiamo si debba tornare a riflettere su come conciliare l’autonomia del professionista sanitario con il diritto delle donne, riconosciuto dalla legge, a decidere su se stesse in modo autonomo e responsabile. Come dice la Corte costituzionale, quando due diritti vengono in collisione, non si può dare all’uno assoluta protezione a scapito dell’altro, come avviene oggi in base alle percentuali di obiettori, che in alcuni ospedali raggiungono il 100%.
E allora ci poniamo e poniamo con forza alcune domande:
- è corretto che lo Stato non garantisca l’applicazione di una legge approvata dal parlamento italiano?
- è corretto che lo Stato non renda realmente effettiva la legge 194, garantendo alle strutture ospedaliere, laddove necessita, personale non obiettore in misura adeguata?
- è corretta l’estensione del diritto all’obiezione di coscienza al personale paramedico?
- è corretto che strutture private convenzionate, quindi finanziate con soldi pubblici, non pratichino l’IGV nei loro reparti di ostetricia e ginecologia?
- è corretto che una scelta personale, come quella di obiettare, invece che essere testimonianza “pagata” anche sul piano personale, come avveniva per gli obiettori totali all’uso delle armi, sia invece fatta “pagare” alle donne e magari essere utilizzata per avanzamenti di carriera?
- e infine, la domanda che maggiormente richiede una riflessione complessiva e pubblica sul tema: è corretto che chi lavora in strutture pubbliche possa rifiutare un servizio-diritto della paziente?
Vorremmo che la giornata del 6 giugno fosse la ripresa di una riflessione collettiva sul tema.
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