Come i più armoniosi degli uccelli gli Uomini (vedi la
maiuscola) sono creature musicali. Superiori ad ogni altro
essere vivente, gli Uomini possono permettersi di non
confidare solo sulla loro voce ma sono capaci di costruirsi
strumenti musicali, e quale tra questi si addice di più
all’Umanità (rimaiuscola) se non il trombone?
Dotato di enorme estensione, quello strumento sa toccare le
corde emotive più sensibili dell’animo umano
solleticandone le puccinianamente più recondite armonie,
cosicché del trombone si servono fior di “politici” e
di “scienziati” per confermare la loro supremazia e -
perché no? - la loro “nobiltà”.
Dopo i trionfi ottenuti con l’amianto, le diossine, i
cloro-fluoro-carburi e il tabacco, per non dire che di
alcuni tra i prodotti che gli “scienziati” musicisti
avevano dichiarato essere innocui suscitando l’entusiasmo
dei “politici” e ottenendo l’affascinato consenso
della comunità, ecco comparire qualche anno fa una tecnica
benedetta dalla “Scienza” chiamata fracking:
fratturazione idraulica per i fedeli all’Accademia della
Crusca. In termini molto semplificati e con il permesso che
chiedo con la dovuta umiltà a chi sa tutto, si tratta di
una tecnica risalente agli Anni Quaranta utilizzata oggi con
grande frequenza per spremere quel limone già superspremuto
che è la crosta terrestre al fine di estrarne idrocarburi.
Quantità miserelle, si dirà, ma questo è ciò che passa
il convento dopo che la cucina è stata saccheggiata. In
termini pratici si trivella fino a profondità di poco oltre
i sei chilometri il terreno e vi s’inietta, a seconda dei
gusti di chi pratica il processo, una mistura d’acqua e
liquidi di varia natura, palline di ceramica, sabbia e
ghiaia. Tutto questo lavorìo provoca delle fratture nel
sottosuolo e la roccia o le argille spremute lasciano che
qualche goccia di petrolio o, con licenza parlando, qualche
flatulenza di gas naturali ne sortiscano.
Forse qualcuno ricorderà che nella tarda primavera del 2012
una zona compresa tra Emilia, Veneto e Lombardia ebbe a
soffrire di un terremoto che provocò danni materiali
notevoli oltre ad almeno sette morti. A me (che non sono un
addetto ai lavori e così, come disse un papa, se sbaglio mi
corigerete) venne subito in mente che il fracking potesse
avere qualche responsabilità in un fenomeno non proprio
atteso e ne parlai in pubblico. Non ex cathedra, beninteso,
ma solo a livello di domanda rivolta a chi doveva saperne
ben più di me. Al proposito bastava retrocedere un poco nel
tempo andando nel giugno del 2008 per ritrovare al fianco
dell’allora ministro Giovanardi il professor Enzo Boschi,
all’epoca presidente dell’Istituto Italiano di Geofisica
e Vulcanologia. Confortato dallo statista lo scienziato
sponsorizzava in una sala di Mirandola un enorme deposito di
gas sottoterra a Rivara, un paesino della Bassa Modenese
(http://www.youreporter.it/video_TERREMOTO_EMILIA_GIOVANARDI
_e_BOSCHI). Nel corso della presentazione (aggiungo per
rigore storico che non era presente una guardia
psichiatrica), il professor Boschi affermò la non esistenza
di un rischio sismico in zona. Dopotutto la faglia corre
ufficialmente a 100 km di profondità e, dunque, no
problem.
Poi il terremoto arriva senza chiedere il permesso e lo fa
con un ipocentro situato sorprendentemente a poco più di 6
km dalla superficie proprio in una zona dove il fracking si
fa (ma non si dice). “Vieni avanti, aretino!” verrebbe
da dire, stante il luogo di nascita del Professore. Invece
nessuno ne parlò più e nessuno rispose in modo
scientificamente credibile al mio dubbio, un dubbio, lo
sottolineo di nuovo, da uomo della strada. Senza occuparci
di Giovanardi perché non ne vale la pena, giustizia morale
vorrebbe che il professor Boschi, rimediata una figura che
solo il compianto Emilio Fede potrebbe descrivere e prima di
ritirarsi in una spelonca himalayana, facesse pubblica
ammenda davanti alle casalinghe che avevano dimostrato di
essere, e non di poco, scientificamente più molto credibili
del suo trombone. Ma da noi quelle sdolcinatezze da
donnicciola non usano.
Tornando a noi, nel 2011 si scopre che il fracking aveva
inquinato con benzene una falda nel Wyoming. L’anno scorso
la Duke University conferma l’allarme riportando un suo
studio su 141 pozzi di gas estratto nella maniera di cui
stiamo parlando e cinque città statunitensi, quattro in
Colorado e una in New Mexico, mettono fuori legge il
fracking. Al rischio sismico e all’inquinamento idrico si
aggiunge un articolo dell’Università del Missouri
pubblicato dalla rivista Endocrinology: le porcherie
iniettate inquinano le falde acquifere, fanno venire il
cancro e provocano sterilità e malformazioni fetali. Ora
arriva Los Angeles a vietare la pratica. A tutti questi guai
collaterali si unisce la siccità che sta devastando la
California e tutto quel consumo d’acqua non se lo può
permettere nessuno. Ma Los Angeles è possibilista: se ci si
dimostrerà (DIMOSTRERA’) che il fracking è innocuo,
riprendete pure a praticarlo. Esattamente ciò che prescrive
il Principio di Precauzione che in Italia è legge anche se
tutti se ne fregano.
Vuole il caso, però, che Exxon e Shell si accorgano
improvvisamente che il gas estratto in quella maniera costa
due o tre volte il prezzo al quale lo vendono. In
definitiva, una fregatura e, dunque, perché pagare
“scienziati” per “dimostrare” una fesseria?
Da noi? Noi abbiamo una storia plurimillenaria e non ci
fermiamo certo davanti a quella che è l’evidenza. Da noi
alligna il Furbetto.
Dunque dire che le diossine non sono pericolose, è come
dire che quello che in italiano ci siamo inventati con il
termine "termovalorizzatore", altro non è che un
inceneritore, faccia bene alla salute, come disse Umberto
Veronesi.
Dato che fa bene, perchè Umberto Veronesi non va a vivere
nella ciminiera dell'inceneritore ?
Mercoledì 12 Marzo 2014 14:03
Mercoledì 12 Marzo 2014 12:54 di Stefano Montanari
Quando Cleopatra tolse il disturbo facendosi mordere una
delle sue, pare, deliziose mammelle da un serpentello
velenoso, Orazio scrisse un’ode che iniziava con “Nunc
est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus” che,
tradotto un po’ liberamente, significa che adesso è ora
di bere e, finalmente liberi, di ballare.
E noi? Io non so ballare ma credo che imparerei
volentieri
se ci fosse chi, magari senza ricorrere alla collaborazione
di rettili o ad altri mezzi senza ritorno, togliesse il
disturbo.
È recentissima la notizia del sequestro della centrale a
carbone la cui mastodontica mole allieta da anni e riempie
di orgoglioso stupore gli abitanti di Vado Ligure e gli
occasionali viandanti. La Magistratura ha avvertito che,
vedi mai, da quei camini a righe bianche e rosse usciva da
tempo qualcosa verso cui più di un organismo vivente aveva
di che arricciare il naso e, allora, si è precipitata a far
spegnere l’impianto. Beh, precipitata potrebbe non essere
il participio del verbo giusto ma, si sa, le decisioni vanno
meditate.
Ora io mi esprimo semplicemente da uomo della strada, senza
pretese di scientificità o di competenza legale e senza
insistere sul fatto che io di quelle cose, compresa quella
di Vado Ligure nello specifico, strillo nel deserto da un
po’ di anni. Ed è in questa veste di uomo qualunque che
qualche domanda me la pongo e qualche dubbio lo esprimo.
Mi è impossibile non chiedermi come mai il Magistrato abbia
impiegato anni a prendere un provvedimento che a me pareva
ovvio già tanto tempo fa se le 442 morti messe in bilancio
sono avvenute tra il 2000 e il 2007. Giusto per
informazione, ora siamo nel 2014 e la domanda è: che cosa
è accaduto nei sette anni da allora? Mi pare piuttosto
improbabile che non ci siano stati altri morti, soprattutto
perché diversi inquinanti sono soggetti a fenomeni di
accumulo e, dunque, la situazione oggi dovrebbe essere
peggiore di quella del 2007. E i 1.700/2.000 malati finiti
in ospedale che vengono dichiarati tra il 2005 e il 2012?
Altra domanda, questa volta un po’ più vicina alle mie
competenze, è come abbia fatto il Magistrato a stabilire
che quei 442 ex viventi devono la loro sorte alle esalazioni
della centrale. A quanto è trapelato si sono valutati i
licheni, modesti vegetali che hanno sempre fornito buone
indicazioni sullo stato dell’ambiente. Una collaboratrice
che dell’argomento fa il suo mestiere a livello
d’insegnamento universitario mi dice, però, che questi
esserini si stanno adattando alle nostre porcherie e le loro
reazioni non sono più quelle di un tempo. Forse valutare i
reperti autoptici sarebbe stato più attendibile. O no? Ma
questa è cosa che si deve saper fare con competenza. In
più bisogna sapere che cosa cercare e come.
Pare, poi, che i signori che gestiscono l’impianto
vogliano sapere come mai il Magistrato non si sia mai
occupato di considerare le particelle uscite o no dal
camino. Certo, anche qui per farlo ci vuole competenza
specifica e, soprattutto, bisogna essere coscienti che il
tema esiste.
A scanso di equivoci, io non ho idea di chi abbia fatto le
perizie, di chi sia il Magistrato e di quali altre
circostanze avvolgano la vicenda. In fondo la cosa mi è
indifferente e do per scontato che siano tutti bravissimi al
di là di ogni dubbio. Mi esprimo, allora, solo in termini
generali abbandonando il caso particolare.
Da anni io mi occupo di ambiente e di salute e, forse
stranamente visti gli usi e costumi correnti, non lo faccio
raccattando informazioni qua e là su Internet o nella
convinzione che ciò che rientra nei confini della legge sia
necessariamente accettabile per gli organismi. Bizzarro come
sono, lavoro sul campo e, per soprammercato, non faccio cose
che non so fare. Per esperienza posso tristemente affermare
che Internet è un ricettacolo d’idiozie che troppo spesso
nascondono le informazioni corrette che pure ci sono, e che,
se li si osserva dal punto di vista biologico, per la
soverchiante maggioranza i dispositivi di legge, i limiti
quantitativi assolutamente in primis, sono cosa
mortificante. La loro applicazione, poi, se è possibile, lo
è ancora di più.
Il magistrato di turno è quasi sempre perfettamente
incompetente quando si tratta di ecologia e salute e, tanto
spesso da poter dire quasi sempre, si rivolge a “periti”
che ne sanno quanto lui e, di fatto, sono proprio questi
somari a pesare in maniera decisiva. Ancora una volta dico
questo per deludente esperienza personale. Così i risultati
sono ben lontani da ciò che è giustizia e a soffrirne è
proprio chi della giustizia dovrebbe usufruire: quel popol
bue che viene costantemente ammonito a “fidarsi delle
istituzioni”.
Ad aggravare la situazione s’inserisce la farraginosità
degli enti preposti alla salvaguardia dell’ambiente e
della salute. Ne abbiamo talmente tanti che uno pesta i
piedi dell’altro e ciò che ne esce è un’attività che,
tradotta in termini cardiologici, è fibrillazione: una
condizione in cui i singoli elementi si muovono tutti ma lo
fanno in maniera così reciprocamente scoordinata da esitare
come sommatoria in uno zero. E, a volte, zero sarebbe già
un ottimo risultato, visto che non raramente siamo ben al di
sotto di quel livello con indagini non fatte (e qui ci
sarebbe materia per le procure), con indagini fatte male (e
qui ci sarebbe da scriverci un libro), con bufale come
quelle delle centraline, così spesso invocate
dagl’ingenui comitati ambientalisti per darsi la classica
zappata sui piedi.
A volte c’è anche il lato comico. A Modena, cioè a casa
mia, ci godiamo un megainceneritore affamato di rifiuti, e
il desiderio ardente (in ogni senso) del gestore è quello
di aumentarne ancora lo stomaco da Gargantua. Ma ci sono i
pigolii degli ambientalisti locali su cui non esprimo pareri
per galateo e, allora, ecco che si mette in pista una
ricerca che stabilirà senza ombra di dubbio che ciò che
esce dal rogo di schifezze è perfettamente innocuo. Gli
scienziati interpellati hanno individuato una ricerca che
taglierà la testa al toro, forse l’unica testa ancora da
separare dal resto del corpo. Che si fa? Si prendono dei
frammenti di unghie dei piedi di un po’ di modenesi e ci
si cercano gl’inquinanti. Se non si troveranno,
l’inceneritore (termovalorizzatore) sarà santo subito.
Peccato che nelle unghie non ci finiscano un bel po’
d’inquinanti, le mie particelle per prime. Ma pure
diossine, furani diossino-simili, policlorobifenili,
idrocarburi policiclici aromatici… Credo che un’analisi
estesa all’intero piede avrebbe potuto statisticamente
rivelare almeno qualche analogia con l’olfattività dei
rifiuti. Ma, come accadde per altri progetti di
“ricerca”, anche questo ha le conclusioni già scritte a
priori.
Tornando a Vado Ligure, sia chiaro: situazioni in qualche
modo imparentate ce n’è a migliaia in ogni angolo di ciò
che resta di questo miserabile paese, sempre più la
diligenza da assaltare e sempre più la diligenza assaltata.
E, allora, dobbiamo decidere che cosa fare. Dobbiamo essere
coscienti del fatto, però, che così crepiamo tutti male.
Qualcuno, beato lui, creperà male ma con la soddisfazione
impagabile di farlo con le tasche piene di soldi.
Non è compito delle regioni approvare nuovi farmaci. Ma il
ministero della salute ha già inserito il thc, la cannabis
e i suoi derivati nelle tabelle delle sostanze psicotrope
con effetto terapeutico quindi mi chiedo l'aifa cosa
dovrebbe ancora approvare. Poi in merito ai tipi di cannabis
e al contenuto in thc e cbd, che sono solo 2 dei più di 60
principi attivi contenuti nella canapa, al giorno d'oggi
sono certificabili per quantità e qualità per ogni
"strain". E questo grazie al lavoro delle banche del seme in
primis olandesi ed ora anche spagnole. Voglio chiudere
questo intervento dicendo che per dei problemi di salute,
fortunatamente non gravi, ma fortemente debilitanti, il mio
medico non ha avuto problemi nel prescrivermi come terapia
del dolore farmaci oppiacei anche in grandi dosi e siccome
mi ha detto che per i lunghi tempi d'attesa per le visite
specialistiche dovrei poterli prendere anche per più di 5-6
mesi. Ora la mia domanda è: grazie a tutti questi farmaci
svilupperò una dipendenza? Cosa che la canapa non farebbe.
31 marzo 2014 18:05 - ennio4531
La diossina fa male ?
Effetto ormetico ….
Da Wikipedia …
Risposte ormetiche ad agenti chimici e fisici.
Gli agenti chimici provocano spesso risposte con
caratteristiche proprie del fenomeno ormetico:
ad esempio, la diossina a basse concentrazioni nei ratti
può rallentare lo sviluppo di tumori invece di
incrementarli; gli antibiotici eritromicina e streptomicina,
a basse dosi, stimolano la crescita batterica invece di
inibirla;
Una sostanza potrebbe avere, secondo la teoria, un'azione
stimolante a basse dosi, inibente a addirittura tossica ad
alte dosi.
Edward J. Calabrese, studioso del fenomeno da quasi
vent'anni, avrebbe verificato la sua validità per quasi
5000 sostanze. Alcuni esempi sarebbero:
• alcol: a basse dosi ridurrebbe il rischio di malattie
cardio-vascolari, ad alte dosi lo aumenterebbe;
• diossina: a dosi infinitesimali farebbe crescere i
prati, ad alte dosi li distruggerebbe;
• …….
La diffusione dell’effetto ormetico è sicuramente
sottostimata e non ancora considerata nella sua effettiva
importanza.
La risposta stimolatoria a basse dosi, il miglioramento
apparente, probabilmente è una sorta di “tossicità
mascherata” che va ulteriormente approfondita; inoltre,
poiché è un sistema generale di reazione a stimoli
dannosi, si suppone possa avere una base evolutiva (Pech,
2006)."
Per fortuna, al contrario di menti che si limitano come
tromboni ai luoghi comuni spesso associati al 'politicamente
corretto', un pò di luce proviene dalla ricerca di cui
Garattini ha titolo per parlarne.
31 marzo 2014 14:30 - armando977
Chi può non fidarsi di chi dice che la marijuana rende
daltonici e ti fa passare col semaforo rosso? Come si fa a
non credere all'eccellenza italiana che dichiarò la non
tossicita' della diossina?
30 marzo 2014 12:57 - ennio4531
Non avendo argomentazioni plausibili da oppore alle
osservazione di Garattini:
"E' compito delle Regioni approvare nuovi farmaci? Non
abbiamo un ente autonomo che si chiama AIFA? Chi vuole
commercializzare un farmaco con specifiche indicazioni deve
presentare una adeguata documentazione tanto piu'
importante, in questo caso, dato che la letteratura
scientifica oggi disponibile sembra presentare ancora molti
dubbi circa il rapporto benefici-rischi nell'impiego
terapeutico della cannabis...
"Insomma, anche in questo caso si cercano le scorciatoie
anziche' seguire le vie maestre che proteggano gli ammalati.
Ancora una volta in questo Paese prevale il
pressapochismo!",
non rimane che gettare un pò di ..cacca su chi non è mai
è stato sfiorato da indagini giudiziarie.
Comportamento tipico di chi appartiene alla specie dei
Platelminti .
29 marzo 2014 19:55 - IVAN.
.
• (da Roberto:) «L'esimio Garattini nella sua
rappresentazione ci dice che il mondo del farmaco è in mano
alle lobby e il loro braccio armato è l'AIFA.»
_______________________________________
Chiaro; la sua è la tipica tattica del “Chiagne e
fotte”.
Silvio Garattini è stato contemporaneamente direttore
dell'istituto “Mario Negri” e capo del CUF; in pratica,
controllore & controllato nella stessa carica: da una parte
si intascava commesse milionarie dalle case farmaceutiche
per testare i loro prodotti, e dall'altra ne autorizzava
l'immissione sul mercato italiano decidendone d'arbitrio i
prezzi al pubblico (e quindi il loro peso sul bilancio del
ministero della Sanità).
E' quasi certo che dietro l'infame accordo Novartis-Roche
sullo scandalo del farmaco “Lucentis” ci sono i suoi
soliti maneggi...ma l'ineffabile Garattini getta fumo negli
occhi millantando l'esistenza di fantomatiche “lobby
farmaceutiche” di cui lui - ovviamente - si dichiara un
fervente oppositore. Certa gente ha proprio la faccia come
il culo.
.
29 marzo 2014 16:48 - ennio4531
" .... Questo ente (ndr Aifa ) si arroga il diritto di
discriminare la liceità delle sostanze in circolazione, ma
in questo specifico caso il campo d'azione si estende ben
oltre il suddetto monopolio, passando per il diritto del
malato e ignorando la domanda. .."
Si arroga il diritto ?
Ma questo diritto gli è stato dato per darci un minimo di
certezza, attraverso studi e ricerche ( fin laddove la
conoscenza è arrivata ) , che le pillole che ingoiamo
servano a qualcosa oppure che almeno non ci danneggino.
Se dovessimo basarci sulla
' .. la domanda di possibilità di auto cura parte dal
basso, in questo caso dai cittadini.'
dovremmo, perché no, accettare anche le pozioni magiche
degli sciamani rimborsabili dal servizio sanitario nazionale
.
Non sono, forse, cittadini pure essi ?
Ah robè... hai finito di pisciarti in testa ?
29 marzo 2014 10:12 - roberto7266
"E' compito delle Regioni approvare nuovi farmaci? Non
abbiamo un ente autonomo che si chiama AIFA? Chi vuole
commercializzare un farmaco con specifiche indicazioni deve
presentare una adeguata documentazione..."
Insomma, questi ci pisciano in testa e ci dicono che piove;
la domanda di possibilità di auto cura parte dal basso, in
questo caso dai cittadini. L' "esimio" garattini nella sua
rappresentazione ci dice che il mondo del farmaco è in mano
alle lobby e il loro braccio armato è l'AIFA. Questo ente
si arroga il diritto di discriminare la liceità delle
sostanze in circolazione, ma in questo specifico caso il
campo d'azione si estende ben oltre il suddetto monopolio,
passando per il diritto del malato e ignorando la domanda.
Non so voi, ma sono sempre più convinto che tutti i titoli
di questi figuri sono auto assegnati e meramente
rappresentativi.
28 marzo 2014 8:36 - Antris
Garattini parla ancora questo? peccato che alla persona in
questione manca anche il coraggio di affrontare un faccia a
faccia televisivo con me malato.
27 marzo 2014 21:46 - ennio4531
Ancora una volta roberto mostra il meno peggio di se stesso
(Immaginatevi il resto ....) :
Risus abundat in ore stultorum !
27 marzo 2014 19:19 - roberto7266
ah ahhahh ahhhhha hahaahahahahahhah aha
ahhhahahahahahhahhhhhha!!!!!!!!!!!!!!
26 marzo 2014 19:23 - ennio4531
Le domande di Garattini a cui i soliti pifferai non sanno
rispondere ...
"E' compito delle Regioni approvare nuovi farmaci? Non
abbiamo un ente autonomo che si chiama AIFA? Chi vuole
commercializzare un farmaco con specifiche indicazioni deve
presentare una adeguata documentazione tanto piu'
importante, in questo caso, dato che la letteratura
scientifica oggi disponibile sembra presentare ancora molti
dubbi circa il rapporto benefici-rischi nell'impiego
terapeutico della cannabis. ....
"Insomma, anche in questo caso si cercano le scorciatoie
anziche' seguire le vie maestre che proteggano gli ammalati.
Ancora una volta in questo Paese prevale il
pressapochismo!",
dimostrano in modo netto quanto cialtronismo e schizofrenia
esistono in chi ci amministra quando si attribuisce poteri
su argomenti così importanti sulla salute pubblica.
26 marzo 2014 19:01 - ennio4531
Chi è Garattini .... da Wikipedia ..
" Nel corso della sua attività è stato membro di numerosi
organismi sia nazionali che internazionali[3][5], fra i
quali si ricordano il Comitato di Biologia e Medicina del
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Consiglio
sanitario nazionale e la Commissione della Presidenza del
Consiglio dei Ministri per la politica della ricerca in
Italia, nonché Membro della Commissione unica del farmaco
(CUF) del Ministero K della Salute.
Altre cariche da lui ricoperte sono state:
Consulente dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
Membro del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto
Superiore di Sanità
Membro del Committee for Proprietary Medicinal Products
(CPMP) dell'European Agency for the Evaluation of Medicinal
Products (Agenzia europea per i medicinali, EMEA).
Membro del Comitato esecutivo per la Politica della Ricerca
(CEPR) del Ministero dell'Università e della Ricerca
Scientifica e Tecnologica
Membro del Comitato Scientifico della Lega Italiana per la
Lotta Contro i Tumori
Vicepresidente del Consiglio superiore di sanità
Presidente del Comitato di Chemioterapia Antitumorale
dell'Unione Internazionale contro il Cancro
Presidente della Organizzazione europea di ricerche sul
cancro (EORTC)
Presidente della European Society of Biochemical
Pharmacology
Presidente Steering Advisory Group Current Controlled
Trials
Presidente Commissione Ricerca e Sviluppo dell'Agenzia
italiana del farmaco (AIFA).
È fellow della New York Academy of Sciences, dell'American
Association for the Advancement of Science e emeritus fellow
del Royal College of Physicians[3].
Nel corso della sua lunga attività ha ricevuto numerose
onorificenze nazionali ed internazionali[5] fra le quali si
ricordano: la Legion d'Onore della Repubblica francese per
meriti scientifici, Grand'Ufficiale della Repubblica
Italiana e diverse lauree honoris causa da parte di diverse
università europee."
Lo scr-ivan-o potrebbe elencare le sue conoscenze
scientifiche o accademiche ?
26 marzo 2014 13:00 - chinaski
BIG PHARMA, BIG BUSINESS - DOPO LA MAXI MULTA DA 180 MLN
DELL'ANTITRUST A NOVARTIS E ROCHE, LA LOBBY FARMACEUTICA
AUMENTA LA PRESSIONE SUI PARLAMENTARI ITALIANI
«Egregio onorevole... ». Comincia così la lettera che
deputati e senatori italiani si sono ritrovati nella posta
elettronica 24 ore dopo la batosta della maxi multa da 180
milioni di euro inflitta dall'Antitrust a Novartis e Roche
per lo scandalo Avastin. «Tengo a condividere con Lei,
nell'attesa di poterlo fare di persona, che ci troviamo in
forte disaccordo con i presupposti di
quell'inchiesta...».
Big Pharma aveva bisogno di parlare,dispiegare, di
convincere. E il Parlamento è solo uno dei luoghi dove
"premere". Forse il più importante, ma non l'unico. Corsie
degli ospedali, ambulatori, convegni, aule di università:
ogni luogo è utile quando si deve promuovere un nuovo
flacone, una molecola innovativa, una lozione. Basta
individuare le persone o gli enti la cui voce ha un certo
peso al momento degli acquisti.
novartis indianovartis india
Prima di tutto i medici. Dalla borsa di studio pagata per
dare uno stipendio al professore associato all'appuntamento
scientifico in estate in località turistica. «I dottori
vengono tutti studiati e schedati - racconta a Repubblica,
con la garanzia dell'anonimato, un dirigente di una delle
più grandi aziende del settore - per individuare quelli su
cui fare pressione. Ci sono gli "autorevoli", che hanno
capacità di persuasione sugli altri, "gli inutili", i
"sensibili alle novità", che basta presentargli le stesse
gocce con un nome diverso e li hai già convinti ». Poco
male se, come nella vicenda Avastin-Lucentis ,ci sono studi
che ne hanno dimostrato l'eguale efficacia.
novartis logonovartis logo
«Egregio onorevole...», scrive Novartis. Due cartelle
firmate dall'amministratore delegato Georg Schroeckenfuchs
per dire che «il nostro operato è sempre stato corretto»
e che è «a disposizione per dare tutte le risposte
necessarie ». Arrivando addirittura al mite consiglio di
evitare ogni riforma della prassi dell'off label «fatta su
basi emotive». Proprio così, su basi emotive. Insomma, una
vistosa excusatio non petita.
Diretta ai parlamentari, acquista un sottotesto che suona
più o meno così: avete affossato quel comma 3 del decreto
Balduzzi che modificava il regime dell'uso "fuori etichetta"
dei medicinali, eccone le conseguenze. La lobby del farmaco
lo sa. Chi votò quegli emendamenti, pure.
L'Avastin, per esempio. Prodotto dalla Roche per alcune
forme di cancro del colon. Dal 2005 gli oculisti di tutta
Europa cominciarono a utilizzarlo off label, cioè fuori
dall'indicazione dell'etichetta, perché funzionava anche
per le maculopatie. La legge lo permetteva. Oltretutto
costava poco, 80 euro a dose. Poi però arrivò sul mercato
il più costoso Lucentis della Novartis, 1.000 euro a fiala,
specifico per quella patologia.
farmaci vivavocefarmaci vivavoce
Il Parlamento si accorse che qualcosa non andava già nel
2007, quando cioè - come riporta il quotidiano La Notizia-
una senatrice dell'Udc, Sandra Monacelli, presentò una
dettagliata interrogazione all'allora ministro della Salute
Livia Turco per chiedere di autorizzare ufficialmente l'uso
di Avastin per gli occhi.
Si discusse, si fecero prospetti, si snocciolarono dati.
Sembrava fatta, ma l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco,
il 18 ottobre del 2012 decise di escludere il prodotto della
Roche dall'elenco di quelli rimborsabili dal sistema
sanitario. Paradossalmente su spinta proprio della Roche
che, come testimoniano le decine di email interne recuperate
dall'Antitrust e alla base della sua sanzione, aggiornava
costantemente Novartis sullo stato della pratica.
Ma di maculopatie, in quello stesso periodo, si parlava
anche nella commissione Affari Sociali della Camera, dove
era in discussione il decreto Balduzzi. Il comma 3
dell'articolo 11, infatti, permetteva l'uso off label
«qualora il farmaco sia in possesso del medesimo profilo di
sicurezza di quello autorizzato e ci sia una convenienza
economica».
Un passaggio disegnato apposta per l'Avastin che avrebbe
permesso al ministero di risparmiare qualche centinaio di
milioni di euro, con buona pace degli interessi di mercato -
legittimi, naturalmente - della Novartis, che del costoso
Lucentis detiene il brevetto. Ma un emendamento proposto da
Laura Ravetto e Giancarlo Abelli, allora entrambi nel Pdl, e
passato con i voti di Pdl, Lega e Udc, lo cancella del
tutto.
«Il trionfo delle lobby», commentò un'infuriata Livia
Turco, che di quel testo era relatrice.
Qualcuno resiste, nonostante tutto. E fa di testa propria.
Alfredo Pazzaglia, oculista della oftalmologia del
Sant'Orsola di Bologna, racconta: «Avremo fatto 9-10 mila
iniezioni di Avastin e non abbiamo mai visto complicanze nei
pazienti. Così per chi è già in trattamento firmo un
foglio di assunzione di responsabilità e continuo ad
usarlo».
Altra leva per convincere i medici, da sempre, sono i
convegni. Silvio Zuccarini, oculista fiorentino della
clinica privata Villa Donatello è un professionista che ha
usato l'Avastin «migliaia di volte». E racconta: «Ai
congressi trovavo luminari dei trattamenti della retinopatia
che attaccavano violentemente chi continuava ad usarlo,
sostenendo che era illegale. Sono sicuro che hanno le spalle
coperte da gruppi potenti».
Big Pharma, del resto, sa come farsi amici quelli che
contano. Non è un caso che l'unica donna imprenditrice
accanto al presidente del consiglio Matteo Renzi durante
l'ultimo vertice bilaterale italo-tedesco di Berlino fosse
Lucia Aleotti, capo di Menarini, colosso da 3,27 miliardi di
fatturato all'anno, che con il premier condivide le origini
toscane. Una delle donne più potenti dell'economia
italiana, però, è anche un'imputata. Nel giugno scorso è
stata rinviata a giudizio insieme al fratello Giovanni e al
padre Alberto Aleotti, che di Menarini è il patron
storico.
Per 20 anni l'azienda - sostengono i pm fiorentini - avrebbe
sistematicamente gonfiato il prezzo dei suoi farmaci,
causando un danno di 860 milioni di euro allo Stato. In
questa faccenda, Lucia Aleotti deve rispondere di evasione
fiscale, riciclaggio e corruzione (quest'ultimo reato
insieme al padre). Al processo si sono costituite parte
civile tutte le Asl d'Italia.
farmaci medicinefarmaci medicine
«Il sistema pubblico deve emanciparsi dall'industria,
avviando ricerche autonome». Lo pensa e lo dice Pier
Giuseppe Pelicci, il condirettore dell'Istituto oncologico
europeo di Veronesi. Oncologoefarmacologo,haun'idea ben
definita sui rapporti perversi che possono nascere tra le
multinazionali e il sistema pubblico.
«Il caso Avastin - spiega - insegna che le leggi le devono
rispettare tutti, indipendentemente dal loro potere. Ma la
domanda fondamentale che dobbiamo porci è un'altra: come è
possibile che i farmaci costino così tanto?». Esatto, come
è possibile? «Ci fanno pagare anche i fallimenti delle
ricerche. Possiamo uscirne solo in un modo, facendo anche
noi ricerca sui medicinali. Non siamo innocenti, abbiamo
delegato gli studi in questo campo a Big Pharma e non si
può pensare che loro lavorino senza orientarsi al profitto.
Contemporaneamente però il pubblico investe poco in ricerca
e finiamo in una situazione di sudditanza».
Livia TurcoLivia Turco
La strada, secondo Pelicci, è segnata. «Ci costa di più
comprare i farmaci o investire per produrli? Secondo me
acquistarlo, per questo lo Stato deve aumentare gli
investimenti nella ricerca: in prospettiva risparmierà per
l'acquisto dei farmaci, perché se li farà da solo». Una
maggiore autonomia scientifica potrà portare anche a
emancipare la politica dall'attività di lobby e dagli
interessi delle
case farmaceutiche.
26 marzo 2014 0:27 - IVAN.
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CHI È SILVIO GARATTINI
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(Dal libro “Farmakiller. Business, follie e morti in nome
della medicina e della scienza”.)
1963: In punto di morte il commerciante milanese Mario Negri
lascia al trentacinquenne Silvio Garattini 900 milioni di
lire con la missione di fondare un “centro di Ricerca e
cura”, indicandolo come direttore a vita. E cosi fu. Dal
1963 Garattini e i suoi collaboratori dettano
arbitrariamente legge nella farmacologia italiana.
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• “LA DIOSSINA? FA BENE!”
Tra le prime “scoperte scientifiche” di Garattini,
subito dopo il disastro di Seveso, vi fu che la diossina non
faceva male, contrariamente a quanto affermato
dall’OMS.
Nel 1976, epoca del disastro di Seveso, non vi erano tutte
le informazioni che oggi abbiamo sulla pericolosità della
diossina...In ogni caso, le affermazioni di Garattini
apparvero assurde a Camilla Cederna, la quale scrisse su
“L’Espresso” nel 1976: “Garattini ha sostenuto che
da parte della stampa si era esagerato per il pericolo
diossina, definendola “niente affatto nociva alla
salute”. Perfino i dotti dell’Istituto Mario Negri, ben
pagati per questo, hanno deciso che il rischio è minimo. In
cambio della geniale invenzione del “livello accettabile
di diossina”, l’Istituto Negri riceverà dalla Regione
attrezzature per 400 milioni di lire” (valuta anno
1976).
Tra i firmatari c'era anche il barone della farmacologia, il
senatore Emilio Trabucchi, direttore dell’Istituto di
Farmacologia dell’Università di Milano. Trabucchi aiutò
Silvio Garattini ad assolvere la ditta Icmesa e a
minimizzare, in perfetto stile sovietico, l’immane
disastro provocato dalla diossina.
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• VIA POGGIOLINI, DENTRO GARATTINI
Scandalo Tangentopoli: nel 1992 finirono in galera i vertici
di Farmindustria e del Ministero della Sanità (tra cui
Francesco De Lorenzo e Duilio Poggiolini).
Poggiolini era il Direttore generale del Ministero della
Sanità e capo della Cuf (Commissione Unica del Farmaco). La
Cuf era la “cupola” che decideva i successi o gli
insuccessi di un farmaco, lasciandone deliberatamente in
circolazione (dietro laute mazzette) alcuni pericolosi o
letali (come il Cronassial) o autorizzando l’immissione in
commercio di emoderivati infetti.
Il ciclone di Tangentopoli che travolse Poggiolini spalancò
la strada a Silvio Garattini. Nel 1993, Maria Pia Garavaglia
nominò Garattini ai vertici della Cuf. Una nomina accolta
con grandi polemiche, in quanto Garattini (con i piedi
saldamente in diverse paia di scarpe) proseguiva a ricevere
commesse miliardarie dalle aziende farmaceutiche...i cui
farmaci avrebbe poi autorizzato al commercio in qualità di
capo della CUF!!
Un esempio di lampante conflitto di interesse: come
ricercatore, Garattini studiava le qualità dei prodotti
delle case farmaceutiche (con commesse miliardarie pagate
dalle aziende)...e poi al Ministero, come componente della
CUF, ne autorizzava l’immissione sul mercato.
La Cuf non decideva solo sui nuovi farmaci con cui invadere
le famacie, ma anche sui prodotti che sarebbero rimasti e di
quelli che sarebbero usciti dal prontuario, in particolare
di quelli inseriti in “fascia A” (ovvero rimborsabili in
toto dal Servizio Sanitario Nazionale). Una vera pacchia per
i produttori.
Scrive “Epoca” nel 1993: “Tangentopoli è comparsa
anche in farmacia. Le case farmaceutiche sborsavano ai
vertici del ministero centinaia di milioni per far inserire
le loro medicine nel Prontuario terapeutico nazionale e per
ottenere aumenti di prezzo per i loro prodotti”. Chi
intervistò il settimanale per fare una impietosa fotografia
del sistema sanitario? Lui, l'illustre “farmacologo”
Silvio Garattini, membro di enti pubblici che finanziano il
suo ente privato!
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• LA CROCIATA ANTIFUMO
Garattini è anche il grande promotore delle truffe
epidemiologiche sul fumo passivo, per non parlare delle
false rappresentazioni dell’evidenza epidemiologica (non
scientifica!) sul fumo attivo. Addirittura, egli arrivò ad
affermare che i medici che fumano devono essere radiati
dall’albo (!!)
Si dà anche il caso che tutti gli antifumo professionisti
che parlano della loro preoccupazione per i danni del fumo
non lo facciano gratis, ma che si facciano dare fior di
quattrini in cambio delle loro relazioni “su misura”,
poi riportate da una stampa asservita che non si cura mai di
verificare la veridicità delle affermazioni di coloro a cui
dà gran voce.
Le finte ricerche con risultati “su misura” rendono
enormi fortune all’Istituto Mario Negri.
Negli archivi del The Council for Tobacco Research, sono
stati scoperti documenti originali che attestano che il
Garattini ha avuto un bel da fare (tra il '61 e il '71) a
tendere la mano alle multinazionali del tabacco chiedendo
grana per “ricerche in loro favore”. I finanziamenti
però gli furono rifiutati. (Abbastanza strano che un
sostenitore dei danni del fumo si offra alle multinazionali
del tabacco come relatore scientifico per comprovare la
non-dannosità delle sigarette, no?)
-----
Occorre poi ricordare che Silvio Garattini è il genio
scientifico che ha affermato “La cannabis fa vedere il
semaforo di un altro colore”.
Considerato quanto finora esposto, traete le vostre libere
conclusioni sulla buonafede delle “dichiarazioni
scientifiche” di questo bel personaggio.
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25 marzo 2014 23:47 - ennio4531
Le domande di Garattini :
"E' compito delle Regioni approvare nuovi farmaci? Non
abbiamo un ente autonomo che si chiama AIFA? Chi vuole
commercializzare un farmaco con specifiche indicazioni deve
presentare una adeguata documentazione tanto piu'
importante, in questo caso, dato che la letteratura
scientifica oggi disponibile sembra presentare ancora molti
dubbi circa il rapporto benefici-rischi nell'impiego
terapeutico della cannabis. ....
"Insomma, anche in questo caso si cercano le scorciatoie
anziche' seguire le vie maestre che proteggano gli ammalati.
Ancora una volta in questo Paese prevale il
pressapochismo!",
dimostrano in modo netto quanto cialtronismo e schizofrenia
esistono in chi ci amministra quando si attribuisce poteri
su argomenti così importanti sulla salute pubblica.
25 marzo 2014 19:54 - Nick
Nella rubrica di "Oggi" poi, nota rivista dal pubblico
erudito....
25 marzo 2014 19:42 - Nick
Ooolè!!!
Adesso siamo arrivati alla cannabis al 60%!
Chi offre di più?!?
25 marzo 2014 19:25 - roberto7266
Il bimbo col tumore al cervello curato con la Marijuana