Ho partecipato alla conferenza stampa tenutasi il 20
dicembre 2007. In relazione a quanto scritto, vorrei
precisare che non ho detto che dopo 20 anni le cellule sono
sicuramente utilizzabili (questo ancora non lo sappiamo), ma
che spesso durante il counselling che le donne devono
ricevere, alcuni operatori riferiscono che dopo "2
anni" in cordone non è più utilizzabile; questo non
è assolutamente vero. La considerazione fondamentale
che ritengo di aver fatto, è relativa
all'impossibilità di scelta che la donna ha: non può
conservare il cordone per il proprio figlio perche la legge
non lo permette, e spesso, visto l'esiguo numero di
centri che lo permettono, non ha la possibilità di donarlo.
Il mio pensiero, come medico, è che di fronte alla domanda
che molte donne mi pongono "è meglio donare o
censervare il sangue placentare" non ho dubbi sul
rispondere che è meglio donarlo (come d'altro canto, è
meglio donare il sangue, è meglio essere donatore
d'organi, è meglio fare beneficenza, ecc.), ma bisogna
essere nella condizione di poterlo fare. L'unica via
d'uscita, secondo me, sia per la donazione solidaristica
che per la conservazione autologa, è, da un lato,
permettere a chi lo voglia, di conservare a sue spese il
cordone per se stessi, dall'altro "sfruttare"
le eventuali biobanche private per la capillarizzazione
-anche per il prelievo autologo dedicato- dei punti prelievi
(in Italia non più di 70-80 a fronte di 650 punti-nascita,
considerando che, attualmente i prelievi per la
conservazione autologa vengono effettuati praticamente
dovunque e in qualunque momento. Altro argomento è relativo
allo stato attuale: se permane la situazione attuale, a mio
avviso, bisogna regolamentare il "marasma" di
aziende che stanno nascendo come funghi. E' necessario
che chi si occupa di conservazione di sangue cordonale
all'estero, lo faccia secondo criteri tecnici e
scientifici ben definiti e che fornisca informazioni ai
clienti (che potrebbero diventare pazienti) in linea con le
evidenze scientifiche del momento evitando di far diventare
la conservazione autologa un mero mercato basato
escusivamente su interessi economici