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21 dicembre 2007 0:00 - Francesco Zinno
Ho partecipato alla conferenza stampa tenutasi il 20 dicembre 2007. In relazione a quanto scritto, vorrei precisare che non ho detto che dopo 20 anni le cellule sono sicuramente utilizzabili (questo ancora non lo sappiamo), ma che spesso durante il counselling che le donne devono ricevere, alcuni operatori riferiscono che dopo "2 anni" in cordone non è più utilizzabile; questo non è assolutamente vero.
La considerazione fondamentale che ritengo di aver fatto, è relativa all'impossibilità di scelta che la donna ha: non può conservare il cordone per il proprio figlio perche la legge non lo permette, e spesso, visto l'esiguo numero di centri che lo permettono, non ha la possibilità di donarlo. Il mio pensiero, come medico, è che di fronte alla domanda che molte donne mi pongono "è meglio donare o censervare il sangue placentare" non ho dubbi sul rispondere che è meglio donarlo (come d'altro canto, è meglio donare il sangue, è meglio essere donatore d'organi, è meglio fare beneficenza, ecc.), ma bisogna essere nella condizione di poterlo fare. L'unica via d'uscita, secondo me, sia per la donazione solidaristica che per la conservazione autologa, è, da un lato, permettere a chi lo voglia, di conservare a sue spese il cordone per se stessi, dall'altro "sfruttare" le eventuali biobanche private per la capillarizzazione -anche per il prelievo autologo dedicato- dei punti prelievi (in Italia non più di 70-80 a fronte di 650 punti-nascita, considerando che, attualmente i prelievi per la conservazione autologa vengono effettuati praticamente dovunque e in qualunque momento. Altro argomento è relativo allo stato attuale: se permane la situazione attuale, a mio avviso, bisogna regolamentare il "marasma" di aziende che stanno nascendo come funghi. E' necessario che chi si occupa di conservazione di sangue cordonale all'estero, lo faccia secondo criteri tecnici e scientifici ben definiti e che fornisca informazioni ai clienti (che potrebbero diventare pazienti) in linea con le evidenze scientifiche del momento evitando di far diventare la conservazione autologa un mero mercato basato escusivamente su interessi economici
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