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17 marzo 2008 0:00 - carmine
mi fa molto piacere che finalmente la pizza riesce ad avere il suo degno riconoscimento,ma vorei leggere il disciplinare dico questo perche sono
un vechio pizzaiolo e io ci tengo molto
all mio mestiere non vorei che il disciplinare l'abita scitto un pivelo.
e poi non solo i napoletani sno in grado di sfornare delle ottime pizze ci sono anche i salernitani che non se ne parla mai
saluti a tutti il piu vechio pizzaiolo di salerno
2 febbraio 2008 0:00 - Lorena Nicardi
Sono d'accordo con le premesse: preziose tradizioni ed autentici tesori di know how, creatività, bellezza, buon gusto, in altre parole una grande raffinatissima cultura popolare del cibo nella sua più vasta accezione, difesi in termini esclusivamente burocratici con patetici pezzi di carta. Sarà vero ma intanto dovremmo anche osservare che qualsiasi difesa dall'onda distruttrice ed omologatrice del mercato globale è (coi tempi che corrono) meglio che niente. Se non altro si solleva il problema, se ne può parlare, qualcosa riesce a volte a raggiungere la coscienza di consumatori sempre più anestetizzati.
Dissento invece completamente dalle conclusioni o meglio dagli esempi che vengono portati: si tratta di costruire le basi per un altro mercato, se si può, non di prendere come esempio virtuoso i produttori mondiali di cibo spazzatura. I profitti di chi produce spazzatura sono più alti? Scusate, ma questa non è un'associazione di consumatori? Mi sembra ci siano esempi ben più virtuosi, penso ai consorzi più seri per la produzione e la difesa di molti prodotti tipici, penso a tutta la produzione del biologico, prodotto sempre meno di nicchia e con buona resa, mi pare, anche per i produttori. Non nominatemi McDonald!
1 febbraio 2008 0:00 - Zeno
oltre 100 mila leggi, spesso inapplicate. L'Italia e' sempre piu' la Repubblica delle carte e i rifiuti di Napoli ne sono la realista fotografia.
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