mi fa molto piacere che finalmente la pizza riesce ad avere
il suo degno riconoscimento,ma vorei leggere il disciplinare
dico questo perche sono un vechio pizzaiolo e io ci
tengo molto all mio mestiere non vorei che il
disciplinare l'abita scitto un pivelo. e poi non
solo i napoletani sno in grado di sfornare delle ottime
pizze ci sono anche i salernitani che non se ne parla
mai saluti a tutti il piu vechio pizzaiolo di
salerno
2 febbraio 2008 0:00 - Lorena Nicardi
Sono d'accordo con le premesse: preziose tradizioni ed
autentici tesori di know how, creatività, bellezza, buon
gusto, in altre parole una grande raffinatissima cultura
popolare del cibo nella sua più vasta accezione, difesi in
termini esclusivamente burocratici con patetici pezzi di
carta. Sarà vero ma intanto dovremmo anche osservare che
qualsiasi difesa dall'onda distruttrice ed omologatrice
del mercato globale è (coi tempi che corrono) meglio che
niente. Se non altro si solleva il problema, se ne può
parlare, qualcosa riesce a volte a raggiungere la coscienza
di consumatori sempre più anestetizzati. Dissento
invece completamente dalle conclusioni o meglio dagli esempi
che vengono portati: si tratta di costruire le basi per un
altro mercato, se si può, non di prendere come esempio
virtuoso i produttori mondiali di cibo spazzatura. I
profitti di chi produce spazzatura sono più alti? Scusate,
ma questa non è un'associazione di consumatori? Mi
sembra ci siano esempi ben più virtuosi, penso ai consorzi
più seri per la produzione e la difesa di molti prodotti
tipici, penso a tutta la produzione del biologico, prodotto
sempre meno di nicchia e con buona resa, mi pare, anche per
i produttori. Non nominatemi McDonald!
1 febbraio 2008 0:00 - Zeno
oltre 100 mila leggi, spesso inapplicate. L'Italia
e' sempre piu' la Repubblica delle carte e i rifiuti
di Napoli ne sono la realista fotografia.