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24 giugno 2016 3:56 - Starfighter23
purtroppo e' umano con il cervello di un bot appunto,e' un limitato mentale,con delle tare come i bot,un cretino messo in piedi insomma

ENNIO PARLACI DEL TUO PASSATO NELLE COMUNITA' DI EXODUS FIGLIO DI PUTTANA,TI SEI FORMATO LI LECCANDO IL CULO A DON CIOTTI !!!! COME MAI TI HANNO FATTO FUORI? ANCHE LI AVEVANO CAPITO CHE SEI UN COGLIONE
? SONO I PEGGIORI D'EUROPA !!!PARLACI DEI TUOI CENTRI CHE FANNO PIU SOLDI DELLA VENDITA DI COCAINA SCIACALLO DI MERDA,PARLACI DI COME SCIPPI I SOLDI ALLE FAMIGLIE DI STI PELLEGRINI,CHE POTREBBERO ESSERE CURATI CON LA PIANTA SACRA NEI CENTRI CRISI A COSTO ZERO,INFAME DI MERDA
24 giugno 2016 1:35 - Xami79
AVVISO AGLI UTENTI DI ADUC ennius4531 E' UN BOT.I MESSAGGI SONO RIPETUTI IN AUTOMATICO
24 giugno 2016 1:35 - Xami79
AVVISO AGLI UTENTI DI ADUC ennius4531 E' UN BOT.I MESSAGGI SONO RIPETUTI IN AUTOMATICO
23 giugno 2016 8:25 - ennius4531
..il disagiato23 esce dalla tana per ululare al vento contro ombre prodotte da neuroni oramai consumati dall'erba magica ludica definendola ( .. si é fatto anche neopagano ) 'PIANTA SACRA'.

Evidentemente né é talmente condizionato da venerarla come un idolo e continua nel suo comportamento da furbastro nel mischiare l'uso ludico con quello per infermità sbrodolando affermazioni e risultati con toni miracolistici nel campo terapeutico ( su quello ludico sta zitto .. ) che di affidabilità nell'impiego su larga scala hanno ben poco da offrire come risolutori primari delle malattie.

Tutti comportamenti psicotici che studi specialistici hanno ben descritto come ad esempio...

(Abstract)
Harvard Medical School 16/04/2014

' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le persone che avevano usato cannabis una o due volte la settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le emozioni, la motivazione e la dipendenza.

I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di studenti che non avevano mai consumato la droga.

Due sezioni principali del cervello sono risultate essere colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su migliaia di soggetti .

L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter, professore di psichiatria e scienze comportamentali alla Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia associato a conseguenze negative. ...."

Mark Winstanley , chief executive del centro per malati mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono consapevoli dei rischi.”

STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI: SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014

Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .

Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di marijuana è stata collegata all’insorgere della malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.

In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di cannabis all’insorgere della psicosi.

“Vorrei cercare di capire perché le persone usano cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto la ricercatrice Marta Di Forti.

Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. .

da Aduc.

Notizia 12 novembre 2014

Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. ...

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. " .
22 giugno 2016 22:20 - Starfighter23
@SERVO DELLE COMUNITA' DI RECUPERO4531
@RE DEI PISCIATURI4531
@CATTODEFICENTE4531

..suona le campane a festa ... de che?.....

BE DE CHE LO VEDRAI TRA UNA DECINA DI GIORNI QUANDO IL MONOPOLIO DI STATO COMINCERA' A METTERE LE MANI SULLA CANNABIS ALLA FACCIA DI TE CONTRIBUENTE INERME CHE DOVRA SOLO SUBIRE,I TUOI FIGLI SARANNO I PRIMI A GIOVARE DELLE NUOVE LEGGI

....Se dovessimo cedere e legalizzare tutto ciò che non si riesce a far rispettare , dovremmo legalizzare l'omicidio, il furto, la frode ecc. ecc. .......

RISPONDERAI DAVANTI AGLI STESSI AUTORI DEL ARTICOLO DELLE GRAVISSIME AFFERMAZIONI FATTE,HAI TOCCATO IL FONDO,FAI UNA COSA BUTTATI SOTTO UNA MACCHINA CIELLINO INFAME DI MERDA CHE NON SERVI A UN CAZZO,OCCUPATI DI TRATTAMENTI PENSIONISTICI E TORNA A SCIACQUARE I CESSI DEI TUOI CENTRI DI RECUPERO FIGLIO DI PUTTANA


....Se dovessimo cedere e legalizzare tutto ciò che non si riesce a far rispettare , dovremmo legalizzare l'omicidio, il furto, la frode ecc. ecc. ...

POI VIENI A SPIEGARCI COSA CENTRA L'OMICIDIO CON LA CANNABIS RE DEI DEFICENTI4531

PASSIAMO ALLA RICERCA SPECIALISTICA VERA

Cannabis terapeutica: 5 scoperte rivoluzionarie

La cannabis si è una medicina efficace nel trattamento e come coadiuvante in moltissime patologie. Gli oltre 100 cannabinoidi ad oggi identificati, insieme alle centinaia di sostanze che contiene come terpeni e flavonoidi, contribuiscono ai molteplici effetti terapeutici che la scienza sta oggi esaminando con una moltitudine di studi scientifici. Inoltre la scoperta del funzionamento del sistema endocannabinoide apre scenari e modalità di intervento che la medicina non aveva considerato e che sta iniziando a studiare in modo approfondito. Perché dagli studi scientifici continuano arrivare spunti ed indicazioni per l’applicazione dei suoi derivati in molte patologie umane, senza dimenticare che i professionisti del settore la considerano una sostanza sicura e praticamente priva di effetti collaterali, soprattutto se paragonata ai farmaci attualmente in uso. Qui sotto 5 scoperte rivoluzionarie dei suoi benefici.

1. Le potenzialità anti-cancro dei cannabinoidi
can-cannabis-cure-cancerIn ambito scientifico sono stati realizzati diversi studi, in vitro e su cavie animali, sulle potenzialità anti-tumorali di diversi cannabinoidi. Per quello che riguarda invece gli studi clinici, e quindi eseguiti su pazienti, un primo studio pilota è stato effettuato nel 2006 sotto la guida del dottor Manuel Guzman nel quale nove pazienti terminali con glioblastoma multiforme sono stati trattati con iniezioni intracraniche e intratumorali di una soluzione contente THC al 96,5% più altri isomeri. Come ci ha raccontato il dottor Luigi Romano, “i risultati sono stati strabilianti: miglioramento di tutti i sintomi clinici quali disfasia, ipertensione craniale, emiparesi, cefalea e allucinazioni, deficit motori migliorati. Aspettativa di vita: la media dopo l’operazione è stata di 24 settimane, 2 dei pazienti sopravvissero per circa 1 anno, solo 1 paziente sembra non aver risposto al THC almeno sotto il profilo dell’aspettativa di vita. Fantascienza? No realtà, realtà che si può implementare solo con la ricerca”.
Sono in corso altri due studi clinici condotti dalla GW Pharmaceuticals sul Sativex, il farmaco prodotto dall’azienda a base di THC e CBD in rapporto 1:1, come trattamento aggiuntivo all’agente chemioterapico chiamato temozolomide, perché la ricerca pre-clinica dell’azienda suggerisce che i cannabinoidi possano migliorare la capacità anti-cancro di questo agente.
Mentre in Israele, probabilmente lo Stato al mondo in cui la ricerca sui cannabinoidi in medicina è più avanti in assoluto, è in corso il primo studio clinico, eseguito quindi su pazienti, per indagare il CBD (Cannabidiolo) come unico trattamento nei tumori solidi.
Diversi cannabinoidi agiscono inibendo la progressione tumorale a vari livelli: per apoptosi (forma di morte cellulare programmata), arresto del ciclo cellulare o autofagia, processo che ha il ruolo di liberare la cellula dalle proteine ??intracellulari mal impiegate o troppo vecchie, superflue o danneggiate, e dai microrganismi invasori, dando risposta per fornire nutrienti ed energia dopo l’esposizione a stress e sollecitazioni, oltre all’inibizione dell’angiogenesi, e cioè la formazione di vasi sanguigni che fanno crescere la massa tumorale.

2. La cannabis può aiutare a prevenire il morbo di Alzheimer e le infiammazioni cerebrali, favorendo la neurogenesi
BrainCannabisLeafUno studio del 2005 ha indicato come la cannabis possa essere utile nel prevenire il morbo di Alzheimer, grazie alla capacità neuroprotettiva di alcuni cannabinoidi, mentre secondo uno studio pubblicato sulla rivista European Journal of Medicinal Chemistry dai ricercatori dell’Istituto di Medicina del Consiglio superiore di ricerca scientifica spagnolo (CSIC), i cannabinoidi possono migliorare la vita dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer.
Uno studio del 2013 analizza i cannabinoidi nella prevenzione delle infiammazioni cerebrali, un altro studio dello stesso anno spiega come il cannabidiolo (CBD) potrebbe essere utilizzato per scongiurare danni cerebrali indotti dall’alcool; un terzo studio effettuato su cavie da laboratorio racconta come il trattamento coi cannabinoidi si è rivelato efficace nell’invertire danni da depressione da stress ed un quarto indicava come i cannabinoidi proteggano il cervello dal virus dell’HIV. Il CBD inoltre si è rivelato un neuroprotettore in caso di danni al nervo sciatico.
Uno studio condotto dal ricercatore canadese Dr. Xia Zhang ha scoperto che il THC potrebbe non solo promuovere la neurogenesi in animali da laboratorio, ma anche per ridurre i sintomi di ansia e depressione, confermando il legame tra i disturbi dell’umore e la neurogenesi. Ma anche il CBD ha dimostrato una notevole capacità di aumentare la neurogenesi. Gary Wenk, professore di neuroscienze, immunologia e genetica medica presso la Ohio State University, ha dichiarato al Time che nei suoi 25 anni di ricerche per combattere e prevenire le infiammazioni cerebrali, “i cannabinoidi sono la prima e unica classe di farmaci che siano mai stati efficaci“.

3. E’ efficace nel trattare dipendenze da alcool, oppioidi e droghe pesanti
cannabis-and-painkiller-overdose1Uno studio del 2014 pubblicato sul JAMA Internal Medicine e condotto dai ricercatori della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania ha esaminato il tasso di decessi causati da overdose da analgesici oppiacei tra il 1999 e il 2010. I risultati rivelano che, in media, i 13 Stati americani che hanno autorizzano l’uso di cannabis terapeutica, dopo aver emanato le leggi, hanno avuto un tasso del 24,8% più basso riguardo alla mortalità annuale per overdose da analgesici oppioidi rispetto agli Stati in cui la cannabis terapeutica è ancora illegale, mostrando che il trattamento può essere più sicuro per i pazienti affetti da dolore cronico causato da varie patologie.
Mentre in uno studio dell’anno scorso i ricercatori si sono accorti che il THC ha ridotto i gravi sintomi di astinenza da oppioidi e favorito un miglior trattamento della dipendenza.
La professoressa Amanda Reiman della University of California ha pubblicato due studi sulla questione. E i risultati ottenuti dai pazienti di un ambulatorio in California, erano simili. Dei 350 pazienti esaminati nel 2009, il 66 % ha riferito di aver consumato cannabis per sostituire farmaci da prescrizione, il 40 % per la sostituzione di alcool e il 26 % per sostituire altre sostanze illecite.
In Colombia è cominciato un programma pilota per la disintossicazione di 15 soggetti fortemente dipendenti da “basuco”, droga a basso costo ricavata da cocaina di bassa qualità, con effetti devastanti simili al crack. A questi sarà somministrata cannabis per ridurre il desiderio verso la coca. Il presidente Juan Manuel Santos si è già espresso a favore della cannabis terapeutica e l’articolo sul progetto colombiano si trova su Canamo. Altri paesi sudamericani come l’Uruguay e il Cile stanno seguendo la stessa strada per la disintossicazione o la riduzione del danno da cocaina e dai suoi sottoprodotti.
Un recente studio scientifico ha mostrato le potenzialità del cannabidiolo (CBD), un cannabinoide contenuto nella cannabis, nel contrastare la dipendenza da nicotina.

4. Il CBD funziona come anticonvulsivante in diverse forme di epilessia, anche quelle pediatriche resistenti ai farmaci.
CBD bambiniIl 90% dei bambini affetti da epilessia resistente ai farmaci, ai quali è stata somministrata cannabis ad alto valore di CBD, ha registrato una diminuzione di frequenza ed intensità delle crisi epilettiche. E’ la conclusione alla quale arriva uno studio retrospettivo pubblicato su Seizure realizzato grazie all’attività di diversi centri pediatrici israeliani.
L’Epidiolex, un farmaco a base di CBD creato da GW Pharmaceuticals, è alla fase conclusiva dei test. In un comunicato pubblicato dalla stessa azienda si può leggere che la fase 3 dello studio pilota è stata conclusa positivamente. Nella fase 3 sono stati coinvolti 120 bambini affetti da sindrome di Dravet dei quali 61 trattati con Epidiolex e 59 con placebo, continuando a ricevere i farmaci anti-epilettici (AED) prescritti. I pazienti che hanno preso l’Epidiolex hanno fatto registrare una diminuzione media delle crisi epilettiche del 39% rispetto al 13% del placebo. Intanto l’Epidiolex, che è stato somministrato come un comune sciroppo per bambini, è in sperimentazione in uno altro studio clinico di fase III per un altro tipo di epilessia, la sindrome di Lennox-Gastaut, con risultati attesi entro l’anno.

5. Può aiutare a combattere l’osteoporosi e regolare la massa delle ossa
cbd-cannabis-bone-healthNel 2007 alcuni ricercatori hanno scoperto che i cannabinoidi e il sistema endocannabinoide svolgono un ruolo importante nella regolazione della massa ossea. Il sistema degli endocannabinoidi influisce sia sulle cellule che indeboliscono le ossa, sia su quelle che le ricostruiscono. Questa scoperta significa che i cannabinoidi potrebbero svolgere un ruolo nella lotta contro le malattie delle ossa.
Un altro studio condotto nel 2009 ha concluso che “i cannabinoidi” potrebbero essere utilizzati “per combattere l’osteoporosi.”
Mentre un recente studio condotto dal Bone Laboratory della Hebrew University di Gerusalemme su topi con fratture femorali ha rilevato un migliore recupero delle caratteristiche biomeccaniche delle ossa dopo 8 settimane di terapia con cannabidiolo.
22 giugno 2016 0:12 - ennius4531
Le sparate penose del disagiato23 rappresentano un'ulteriore conferma di quanto le ricerche specialistiche hanno evidenziato.

Ad esempio ....

STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI: SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014 

Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .

Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di marijuana è stata collegata all’insorgere della malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.

In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di cannabis all’insorgere della psicosi.

“Vorrei cercare di capire perché le persone usano cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto la ricercatrice Marta Di Forti. 
21 giugno 2016 21:45 - Starfighter23
@SERVO DELLE COMUNITA' DI RECUPERO4531
@RE DEI PISCIATURI4531
@CATTODEFICENTE4531

..suona le campane a festa ... de che?.....

BE DE CHE LO VEDRAI TRA UNA DECINA DI GIORNI QUANDO IL MONOPOLIO DI STATO COMINCERA' A METTERE LE MANI SULLA CANNABIS ALLA FACCIA DI TE CONTRIBUENTE INERME CHE DOVRA SOLO SUBIRE,I TUOI FIGLI SARANNO I PRIMI A GIOVARE DELLE NUOVE LEGGI

....Se dovessimo cedere e legalizzare tutto ciò che non si riesce a far rispettare , dovremmo legalizzare l'omicidio, il furto, la frode ecc. ecc. .......

RISPONDERAI DAVANTI AGLI STESSI AUTORI DEL ARTICOLO DELLE GRAVISSIME AFFERMAZIONI FATTE,HAI TOCCATO IL FONDO,FAI UNA COSA BUTTATI SOTTO UNA MACCHINA CIELLINO INFAME DI MERDA CHE NON SERVI A UN CAZZO,OCCUPATI DI TRATTAMENTI PENSIONISTICI E TORNA A SCIACQUARE I CESSI DEI TUOI CENTRI DI RECUPERO FIGLIO DI PUTTANA


....Se dovessimo cedere e legalizzare tutto ciò che non si riesce a far rispettare , dovremmo legalizzare l'omicidio, il furto, la frode ecc. ecc. ...

POI VIENI A SPIEGARCI COSA CENTRA L'OMICIDIO CON LA CANNABIS RE DEI DEFICENTI4531

PASSIAMO ALLA RICERCA SPECIALISTICA VERA

Cannabis terapeutica: 5 scoperte rivoluzionarie

La cannabis si è una medicina efficace nel trattamento e come coadiuvante in moltissime patologie. Gli oltre 100 cannabinoidi ad oggi identificati, insieme alle centinaia di sostanze che contiene come terpeni e flavonoidi, contribuiscono ai molteplici effetti terapeutici che la scienza sta oggi esaminando con una moltitudine di studi scientifici. Inoltre la scoperta del funzionamento del sistema endocannabinoide apre scenari e modalità di intervento che la medicina non aveva considerato e che sta iniziando a studiare in modo approfondito. Perché dagli studi scientifici continuano arrivare spunti ed indicazioni per l’applicazione dei suoi derivati in molte patologie umane, senza dimenticare che i professionisti del settore la considerano una sostanza sicura e praticamente priva di effetti collaterali, soprattutto se paragonata ai farmaci attualmente in uso. Qui sotto 5 scoperte rivoluzionarie dei suoi benefici.

1. Le potenzialità anti-cancro dei cannabinoidi
can-cannabis-cure-cancerIn ambito scientifico sono stati realizzati diversi studi, in vitro e su cavie animali, sulle potenzialità anti-tumorali di diversi cannabinoidi. Per quello che riguarda invece gli studi clinici, e quindi eseguiti su pazienti, un primo studio pilota è stato effettuato nel 2006 sotto la guida del dottor Manuel Guzman nel quale nove pazienti terminali con glioblastoma multiforme sono stati trattati con iniezioni intracraniche e intratumorali di una soluzione contente THC al 96,5% più altri isomeri. Come ci ha raccontato il dottor Luigi Romano, “i risultati sono stati strabilianti: miglioramento di tutti i sintomi clinici quali disfasia, ipertensione craniale, emiparesi, cefalea e allucinazioni, deficit motori migliorati. Aspettativa di vita: la media dopo l’operazione è stata di 24 settimane, 2 dei pazienti sopravvissero per circa 1 anno, solo 1 paziente sembra non aver risposto al THC almeno sotto il profilo dell’aspettativa di vita. Fantascienza? No realtà, realtà che si può implementare solo con la ricerca”.
Sono in corso altri due studi clinici condotti dalla GW Pharmaceuticals sul Sativex, il farmaco prodotto dall’azienda a base di THC e CBD in rapporto 1:1, come trattamento aggiuntivo all’agente chemioterapico chiamato temozolomide, perché la ricerca pre-clinica dell’azienda suggerisce che i cannabinoidi possano migliorare la capacità anti-cancro di questo agente.
Mentre in Israele, probabilmente lo Stato al mondo in cui la ricerca sui cannabinoidi in medicina è più avanti in assoluto, è in corso il primo studio clinico, eseguito quindi su pazienti, per indagare il CBD (Cannabidiolo) come unico trattamento nei tumori solidi.
Diversi cannabinoidi agiscono inibendo la progressione tumorale a vari livelli: per apoptosi (forma di morte cellulare programmata), arresto del ciclo cellulare o autofagia, processo che ha il ruolo di liberare la cellula dalle proteine ??intracellulari mal impiegate o troppo vecchie, superflue o danneggiate, e dai microrganismi invasori, dando risposta per fornire nutrienti ed energia dopo l’esposizione a stress e sollecitazioni, oltre all’inibizione dell’angiogenesi, e cioè la formazione di vasi sanguigni che fanno crescere la massa tumorale.

2. La cannabis può aiutare a prevenire il morbo di Alzheimer e le infiammazioni cerebrali, favorendo la neurogenesi
BrainCannabisLeafUno studio del 2005 ha indicato come la cannabis possa essere utile nel prevenire il morbo di Alzheimer, grazie alla capacità neuroprotettiva di alcuni cannabinoidi, mentre secondo uno studio pubblicato sulla rivista European Journal of Medicinal Chemistry dai ricercatori dell’Istituto di Medicina del Consiglio superiore di ricerca scientifica spagnolo (CSIC), i cannabinoidi possono migliorare la vita dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer.
Uno studio del 2013 analizza i cannabinoidi nella prevenzione delle infiammazioni cerebrali, un altro studio dello stesso anno spiega come il cannabidiolo (CBD) potrebbe essere utilizzato per scongiurare danni cerebrali indotti dall’alcool; un terzo studio effettuato su cavie da laboratorio racconta come il trattamento coi cannabinoidi si è rivelato efficace nell’invertire danni da depressione da stress ed un quarto indicava come i cannabinoidi proteggano il cervello dal virus dell’HIV. Il CBD inoltre si è rivelato un neuroprotettore in caso di danni al nervo sciatico.
Uno studio condotto dal ricercatore canadese Dr. Xia Zhang ha scoperto che il THC potrebbe non solo promuovere la neurogenesi in animali da laboratorio, ma anche per ridurre i sintomi di ansia e depressione, confermando il legame tra i disturbi dell’umore e la neurogenesi. Ma anche il CBD ha dimostrato una notevole capacità di aumentare la neurogenesi. Gary Wenk, professore di neuroscienze, immunologia e genetica medica presso la Ohio State University, ha dichiarato al Time che nei suoi 25 anni di ricerche per combattere e prevenire le infiammazioni cerebrali, “i cannabinoidi sono la prima e unica classe di farmaci che siano mai stati efficaci“.

3. E’ efficace nel trattare dipendenze da alcool, oppioidi e droghe pesanti
cannabis-and-painkiller-overdose1Uno studio del 2014 pubblicato sul JAMA Internal Medicine e condotto dai ricercatori della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania ha esaminato il tasso di decessi causati da overdose da analgesici oppiacei tra il 1999 e il 2010. I risultati rivelano che, in media, i 13 Stati americani che hanno autorizzano l’uso di cannabis terapeutica, dopo aver emanato le leggi, hanno avuto un tasso del 24,8% più basso riguardo alla mortalità annuale per overdose da analgesici oppioidi rispetto agli Stati in cui la cannabis terapeutica è ancora illegale, mostrando che il trattamento può essere più sicuro per i pazienti affetti da dolore cronico causato da varie patologie.
Mentre in uno studio dell’anno scorso i ricercatori si sono accorti che il THC ha ridotto i gravi sintomi di astinenza da oppioidi e favorito un miglior trattamento della dipendenza.
La professoressa Amanda Reiman della University of California ha pubblicato due studi sulla questione. E i risultati ottenuti dai pazienti di un ambulatorio in California, erano simili. Dei 350 pazienti esaminati nel 2009, il 66 % ha riferito di aver consumato cannabis per sostituire farmaci da prescrizione, il 40 % per la sostituzione di alcool e il 26 % per sostituire altre sostanze illecite.
In Colombia è cominciato un programma pilota per la disintossicazione di 15 soggetti fortemente dipendenti da “basuco”, droga a basso costo ricavata da cocaina di bassa qualità, con effetti devastanti simili al crack. A questi sarà somministrata cannabis per ridurre il desiderio verso la coca. Il presidente Juan Manuel Santos si è già espresso a favore della cannabis terapeutica e l’articolo sul progetto colombiano si trova su Canamo. Altri paesi sudamericani come l’Uruguay e il Cile stanno seguendo la stessa strada per la disintossicazione o la riduzione del danno da cocaina e dai suoi sottoprodotti.
Un recente studio scientifico ha mostrato le potenzialità del cannabidiolo (CBD), un cannabinoide contenuto nella cannabis, nel contrastare la dipendenza da nicotina.

4. Il CBD funziona come anticonvulsivante in diverse forme di epilessia, anche quelle pediatriche resistenti ai farmaci.
CBD bambiniIl 90% dei bambini affetti da epilessia resistente ai farmaci, ai quali è stata somministrata cannabis ad alto valore di CBD, ha registrato una diminuzione di frequenza ed intensità delle crisi epilettiche. E’ la conclusione alla quale arriva uno studio retrospettivo pubblicato su Seizure realizzato grazie all’attività di diversi centri pediatrici israeliani.
L’Epidiolex, un farmaco a base di CBD creato da GW Pharmaceuticals, è alla fase conclusiva dei test. In un comunicato pubblicato dalla stessa azienda si può leggere che la fase 3 dello studio pilota è stata conclusa positivamente. Nella fase 3 sono stati coinvolti 120 bambini affetti da sindrome di Dravet dei quali 61 trattati con Epidiolex e 59 con placebo, continuando a ricevere i farmaci anti-epilettici (AED) prescritti. I pazienti che hanno preso l’Epidiolex hanno fatto registrare una diminuzione media delle crisi epilettiche del 39% rispetto al 13% del placebo. Intanto l’Epidiolex, che è stato somministrato come un comune sciroppo per bambini, è in sperimentazione in uno altro studio clinico di fase III per un altro tipo di epilessia, la sindrome di Lennox-Gastaut, con risultati attesi entro l’anno.

5. Può aiutare a combattere l’osteoporosi e regolare la massa delle ossa
cbd-cannabis-bone-healthNel 2007 alcuni ricercatori hanno scoperto che i cannabinoidi e il sistema endocannabinoide svolgono un ruolo importante nella regolazione della massa ossea. Il sistema degli endocannabinoidi influisce sia sulle cellule che indeboliscono le ossa, sia su quelle che le ricostruiscono. Questa scoperta significa che i cannabinoidi potrebbero svolgere un ruolo nella lotta contro le malattie delle ossa.
Un altro studio condotto nel 2009 ha concluso che “i cannabinoidi” potrebbero essere utilizzati “per combattere l’osteoporosi.”
Mentre un recente studio condotto dal Bone Laboratory della Hebrew University di Gerusalemme su topi con fratture femorali ha rilevato un migliore recupero delle caratteristiche biomeccaniche delle ossa dopo 8 settimane di terapia con cannabidiolo.
21 giugno 2016 20:24 - ennius4531
Il disagiato23, dai neuroni non solo affumicati ma pervasi da furore taurino, suona le campane a festa ... de che?

Perché i soliti antiproibizionisti sono chiamati a ripetere quello che tutti sappiamo e cioè che l'erba magica ludica ( adesso ne rivendicano l'uso anche per fini spirituali !!! ) va legalizzata non perché innocua, ma perché il divieto d'uso fa acqua e anche perché lo stato ne incasserebbe dei quattrini alla faccia della Costituzione che all'art. 32 prevede che ' La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, ..' ? .

Dove sta ... la scienza in tutto questo ?

Io ci vedo solo politica intrisa da, come si dice adesso, modelli culturali che pongono il proprio ego al di sopra di tutto e di tutti infischiandosene delle conseguenze .

Se dovessimo cedere e legalizzare tutto ciò che non si riesce a far rispettare , dovremmo legalizzare l'omicidio, il furto, la frode ecc. ecc. .

Non sono forse illeciti che da migliaia di anni sono condannati in tutti i codici penali e, purtroppo, si realizzano ancora ?

Intanto le ricerche specialistiche sull'erba magica ci dicono che ...

(Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014

' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le persone che avevano usato cannabis una o due volte la settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le emozioni, la motivazione e la dipendenza.

I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di studenti che non avevano mai consumato la droga.

Due sezioni principali del cervello sono risultate essere colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su migliaia di soggetti .

L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter, professore di psichiatria e scienze comportamentali alla Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia associato a conseguenze negative. ...."

Mark Winstanley , chief executive del centro per malati mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono consapevoli dei rischi.”

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. "

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. " .

STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI: SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014

Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .

Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di marijuana è stata collegata all’insorgere della malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.

In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di cannabis all’insorgere della psicosi.

“Vorrei cercare di capire perché le persone usano cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto la ricercatrice Marta Di Forti.

Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .

Acta Psychiatrica Scandinavica
Volume 79, Issue 5, pages 505–510, May 1989

Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County

Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson, associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg, professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis, professor of psychiatric epidemiologyd.

Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of cannabis and other drugs, and on several social and psychological characteristics.

Conclusions
Cannabis use is associated with an increased risk of developing schizophrenia, consistent with a causal relation. This association is not explained by use of other psychoactive drugs or personality traits relating to social integration.

Da Aduc
Notizia 12 maggio 2016 11:56

USA - Cannabis legalizzata. Incidenti stradali raddoppiati

Incidenti stradali raddoppiati negli Stati americani che hanno recentemente legalizzato la marijuana fra chi fa uso di questa sostanza. Lo rivela l'ultima ricerca della AAA Foundation for Traffic Safety, secondo cui i limiti di legge sul consumo di cannabis consentito per guidare sono arbitrari e non supportati dalla scienza, cosa che potrebbe tradursi in un pericolo concreto per gli automobilisti.

Washington è stato uno dei primi Stati a legalizzare l'uso ricreativo di marijuana, e questi risultati sollevano preoccupazione, dato che almeno altri 20 Stati Usa stanno considerando di fare la stessa scelta quest'anno. La Fondazione ha esaminato proprio la situazione dello Stato di Washington, che ha legalizzato la marijuana nel dicembre del 2012. I ricercatori hanno scoperto che la percentuale di conducenti coinvolti in incidenti mortali che avevano recentemente consumato cannabis è più che raddoppiata: dall'8 al 17% tra il 2013 e il 2014.

E' inoltre emerso che un conducente su 6 coinvolto in incidenti mortali nel 2014 aveva recentemente usato marijuana. "Questo aumento significativo è allarmante", ha detto Peter Kissinger, presidente e Ceo della Fondazione AAA. "Washington deve servire come 'caso studio' per aprire gli occhi su quello che può verificarsi negli altri Stati per quanto riguarda la sicurezza stradale, dopo la legalizzazione della droga".

Altra ricerca...

La Cannabis triplica gli incidenti mortali sulle strade .

Incidenti mortali che coinvolgono l’uso di marijuana sono triplicati nell’ultimo decennio, lo sostengono i ricercatori in Rapporto elaborato dalla Mailman School of Public Health della Columbia University. 

Chi assume marijuana guida più o meno allo stesso modo di chi ha abusato di alcol, ha spiegato Jonathan Adkins, vice direttore esecutivo dell’Associazione Governors Highway Safety. Si altera la capacita’ di giudizio, riduce la vista e rende una persona più distratta e con più probabilità di correre rischi durante la guida.

"E ‘un campanello d’allarme per noi nella Sicurezza stradale”, ha detto Adkins . “La legalizzazione della cannabis sta per diffondersi ad altri stati. Non è nemmeno una questione di parte, a questo punto. La nostra previsione è questa situazione diventerà la norma piuttosto che l’eccezione”.

Il problema è anche che assumere marijuana, e le altre droghe, prima di mettersi alla guida non ha lo stesso stigma che la società ha acquisito nel corso degli anni verso chi guida ubriaco. “Le persone sanno se chi guida e’ un ubriaco, ma non credo abbia la stessa consapevolezza verso chi guida drogato, quindi questo è un problema enorme”, ha detto Adkins .

“Abbiamo bisogno di sensibilizzare il pubblico sul fatto che se hai utilizzato qualsiasi tipo di sostanza psicoattiva, non si dovrebbe mettersi al volante. Dobbiamo creare quella stessa cultura per cui, come per la guida per un ubriaco, non è accettabile.”

I risultati sono stati pubblicati on-line il 29 gennaio scorso nell’American Journal of Epidemiology.

Il team di ricerca ha tratto le sue conclusioni dalle statistiche sugli incidenti provenienti da sei Stati che abitualmente eseguono test tossicologici su conducenti coinvolti in relitti stradali mortali – California, Hawaii, Illinois, New Hampshire, Rhode Island e West Virginia. Le statistiche comprendono oltre 23.500 di conducenti deceduti entro un’ora da un incidente nel periodo compreso tra il 1999 ed il 2010. "

USA - Cannabis. Fumarne troppa
fa male alla memoria. Studio

Aduc 2 febbraio 2016
Il sospetto c'era gia' da tempo ma ora la scienza ne e' certa: fumare troppa cannabis per un periodo troppo prolungato puo' danneggiare la memoria a breve termine.

Lo studio, pubblicato dal magazine Jama Internal Medicine e condotto da un team di ricercatori dell'Universita' di Losanna capitanato dal professor Reto Auer, si e' basato sulle abitudini di 3.400 americani in un periodo di tempo di 25 anni.

Cosi', nella ricerca rilanciata nel Regno Unito dal quotidiano The Independent, e' stato dimostrato come chi fuma marijuana tutti i giorni per un periodo superiore a cinque anni tenda ad avere danni permanenti alla memoria a breve termine, quella che fra l'altro e' legata anche alla capacita' di prendere decisioni immediate. Lo studio ha tuttavia sottolineato come questa perdita di memoria sia registrabile solamente nei consumatori abituali.


USA: Cannabis riduce dimensione e forma spermatozoi. Studio
9 giugno 2014

 Da Aduc
La cannabis mette a serio rischio la fertilita' dei giovani uomini, secondo un nuovo studio dell'Universita' di Sheffield pubblicato sulla rivista 'Human Reproduction'. Il consumo di marijuana riduce infatti le dimensioni e la forma degli spermatozoi. Se si progetta di mettere su famiglia, quindi, e' meglio smettere di fumarla. La ricerca e' la piu' grande mai effettuata al mondo per valutare come comuni stili di vita influenzino la struttura degli spermatozoi.

Dalle analisi sono emersi anche altri fattori che esercitano un impatto sulla morfologia degli spermatozoi. Ad esempio, forma e dimensioni sembrano peggiorare nei campioni eiaculati durante i mesi estivi mentre migliorano negli uomini che si sono astenuti da attivita' sessuali per piu' di sei giorni. Sigarette e alcol pare abbiano, invece, poco effetto. L'indagine ha reclutato un campione di 2.249 uomini da quattordici cliniche per la fertilita' del Regno Unito. ....

Additional information

The paper, ‘Modified and non-modifiable risk factors for poor sperm morphology’ by AA Pacey et al, will be published in the journal Human Reproduction, at 00:05 (BST) on Thursday 5 June 2014.
1 Participating centres were: Department of Obstetrics and Gynaecology, Queens University, Belfast; Assisted Conception Unit, Birmingham Women’s Hospital; Division of Obstetrics and Gynaecology, St Michael’s Hospital, Bristol; Directorate of Women’s Health, Southmead Hospital, Bristol; Cardiff Assisted Reproduction Unit, University of Wales; MRC Reproductive Biology Unit, Edinburgh; Reproductive Medicine Unit, Liverpool Women’s Hospital; St Bartholomew’s Hospital, London; Department of Obstetrics and Gynaecology, Royal Free and University College, London; Department of Reproductive Medicine, St Mary’s Hospital, Manchester; IVF/Immunology Laboratory, Salford Royal Hospital Department of Histopathology, University hospital of South Manchester; International Centre for Life, Newcastle; Department of Obstetrics and Gynaecology, Jessop Hospital for Women, Sheffield; Shropshire and Mid-Wales Fertility Centre, Royal Shrewsbury NHS Trust.
21 giugno 2016 0:37 - Starfighter23
@CATTOTTUSO4531

GAME OVER

QUI CI STIAMO PICCHIANDO DALLE RISATE UNO DEI TUOI COMMENTI PIU BELLI LO RIPROPORREMO ALL'INFINITO,IL TUO MASOCHISMO ORAMAI E' SENZA LIMITI,SEI STATO SCHIACCIATO COME UN VERME IN TUTTI I MODI POSSIBILI ANCHE CON MIGLIAIA DI EVIDENZE SCIENTIFICHE E NON SEI ANCORA CONTENTO,FAI UNA COSA CANCELLA STO PROFILO E VAI A DORMIRE CHE SEI UN COGLIONE FINITO,NE RIPARLIAMO A GIOCHI FATTI,TANTO TI INCULERANNO A SANGUE IN PARLAMENTO PREPARATI,ANCHE SE SARA' UN ENTRATA DEL MONOPOLIO DI STATO NELLA CANNABIS CAMUFFATA DA LEGALIZZAZIONE,LA TUA SCONFITTA SARA' ENORME,TI LASCIO ALLA RICERCA SPECIALISTICA VERA,RE DEI PISCIATURI

GAME OVER

Cannabis terapeutica: 5 scoperte rivoluzionarie

La cannabis si è una medicina efficace nel trattamento e come coadiuvante in moltissime patologie. Gli oltre 100 cannabinoidi ad oggi identificati, insieme alle centinaia di sostanze che contiene come terpeni e flavonoidi, contribuiscono ai molteplici effetti terapeutici che la scienza sta oggi esaminando con una moltitudine di studi scientifici. Inoltre la scoperta del funzionamento del sistema endocannabinoide apre scenari e modalità di intervento che la medicina non aveva considerato e che sta iniziando a studiare in modo approfondito. Perché dagli studi scientifici continuano arrivare spunti ed indicazioni per l’applicazione dei suoi derivati in molte patologie umane, senza dimenticare che i professionisti del settore la considerano una sostanza sicura e praticamente priva di effetti collaterali, soprattutto se paragonata ai farmaci attualmente in uso. Qui sotto 5 scoperte rivoluzionarie dei suoi benefici.

1. Le potenzialità anti-cancro dei cannabinoidi
can-cannabis-cure-cancerIn ambito scientifico sono stati realizzati diversi studi, in vitro e su cavie animali, sulle potenzialità anti-tumorali di diversi cannabinoidi. Per quello che riguarda invece gli studi clinici, e quindi eseguiti su pazienti, un primo studio pilota è stato effettuato nel 2006 sotto la guida del dottor Manuel Guzman nel quale nove pazienti terminali con glioblastoma multiforme sono stati trattati con iniezioni intracraniche e intratumorali di una soluzione contente THC al 96,5% più altri isomeri. Come ci ha raccontato il dottor Luigi Romano, “i risultati sono stati strabilianti: miglioramento di tutti i sintomi clinici quali disfasia, ipertensione craniale, emiparesi, cefalea e allucinazioni, deficit motori migliorati. Aspettativa di vita: la media dopo l’operazione è stata di 24 settimane, 2 dei pazienti sopravvissero per circa 1 anno, solo 1 paziente sembra non aver risposto al THC almeno sotto il profilo dell’aspettativa di vita. Fantascienza? No realtà, realtà che si può implementare solo con la ricerca”.
Sono in corso altri due studi clinici condotti dalla GW Pharmaceuticals sul Sativex, il farmaco prodotto dall’azienda a base di THC e CBD in rapporto 1:1, come trattamento aggiuntivo all’agente chemioterapico chiamato temozolomide, perché la ricerca pre-clinica dell’azienda suggerisce che i cannabinoidi possano migliorare la capacità anti-cancro di questo agente.
Mentre in Israele, probabilmente lo Stato al mondo in cui la ricerca sui cannabinoidi in medicina è più avanti in assoluto, è in corso il primo studio clinico, eseguito quindi su pazienti, per indagare il CBD (Cannabidiolo) come unico trattamento nei tumori solidi.
Diversi cannabinoidi agiscono inibendo la progressione tumorale a vari livelli: per apoptosi (forma di morte cellulare programmata), arresto del ciclo cellulare o autofagia, processo che ha il ruolo di liberare la cellula dalle proteine ??intracellulari mal impiegate o troppo vecchie, superflue o danneggiate, e dai microrganismi invasori, dando risposta per fornire nutrienti ed energia dopo l’esposizione a stress e sollecitazioni, oltre all’inibizione dell’angiogenesi, e cioè la formazione di vasi sanguigni che fanno crescere la massa tumorale.

2. La cannabis può aiutare a prevenire il morbo di Alzheimer e le infiammazioni cerebrali, favorendo la neurogenesi
BrainCannabisLeafUno studio del 2005 ha indicato come la cannabis possa essere utile nel prevenire il morbo di Alzheimer, grazie alla capacità neuroprotettiva di alcuni cannabinoidi, mentre secondo uno studio pubblicato sulla rivista European Journal of Medicinal Chemistry dai ricercatori dell’Istituto di Medicina del Consiglio superiore di ricerca scientifica spagnolo (CSIC), i cannabinoidi possono migliorare la vita dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer.
Uno studio del 2013 analizza i cannabinoidi nella prevenzione delle infiammazioni cerebrali, un altro studio dello stesso anno spiega come il cannabidiolo (CBD) potrebbe essere utilizzato per scongiurare danni cerebrali indotti dall’alcool; un terzo studio effettuato su cavie da laboratorio racconta come il trattamento coi cannabinoidi si è rivelato efficace nell’invertire danni da depressione da stress ed un quarto indicava come i cannabinoidi proteggano il cervello dal virus dell’HIV. Il CBD inoltre si è rivelato un neuroprotettore in caso di danni al nervo sciatico.
Uno studio condotto dal ricercatore canadese Dr. Xia Zhang ha scoperto che il THC potrebbe non solo promuovere la neurogenesi in animali da laboratorio, ma anche per ridurre i sintomi di ansia e depressione, confermando il legame tra i disturbi dell’umore e la neurogenesi. Ma anche il CBD ha dimostrato una notevole capacità di aumentare la neurogenesi. Gary Wenk, professore di neuroscienze, immunologia e genetica medica presso la Ohio State University, ha dichiarato al Time che nei suoi 25 anni di ricerche per combattere e prevenire le infiammazioni cerebrali, “i cannabinoidi sono la prima e unica classe di farmaci che siano mai stati efficaci“.

3. E’ efficace nel trattare dipendenze da alcool, oppioidi e droghe pesanti
cannabis-and-painkiller-overdose1Uno studio del 2014 pubblicato sul JAMA Internal Medicine e condotto dai ricercatori della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania ha esaminato il tasso di decessi causati da overdose da analgesici oppiacei tra il 1999 e il 2010. I risultati rivelano che, in media, i 13 Stati americani che hanno autorizzano l’uso di cannabis terapeutica, dopo aver emanato le leggi, hanno avuto un tasso del 24,8% più basso riguardo alla mortalità annuale per overdose da analgesici oppioidi rispetto agli Stati in cui la cannabis terapeutica è ancora illegale, mostrando che il trattamento può essere più sicuro per i pazienti affetti da dolore cronico causato da varie patologie.
Mentre in uno studio dell’anno scorso i ricercatori si sono accorti che il THC ha ridotto i gravi sintomi di astinenza da oppioidi e favorito un miglior trattamento della dipendenza.
La professoressa Amanda Reiman della University of California ha pubblicato due studi sulla questione. E i risultati ottenuti dai pazienti di un ambulatorio in California, erano simili. Dei 350 pazienti esaminati nel 2009, il 66 % ha riferito di aver consumato cannabis per sostituire farmaci da prescrizione, il 40 % per la sostituzione di alcool e il 26 % per sostituire altre sostanze illecite.
In Colombia è cominciato un programma pilota per la disintossicazione di 15 soggetti fortemente dipendenti da “basuco”, droga a basso costo ricavata da cocaina di bassa qualità, con effetti devastanti simili al crack. A questi sarà somministrata cannabis per ridurre il desiderio verso la coca. Il presidente Juan Manuel Santos si è già espresso a favore della cannabis terapeutica e l’articolo sul progetto colombiano si trova su Canamo. Altri paesi sudamericani come l’Uruguay e il Cile stanno seguendo la stessa strada per la disintossicazione o la riduzione del danno da cocaina e dai suoi sottoprodotti.
Un recente studio scientifico ha mostrato le potenzialità del cannabidiolo (CBD), un cannabinoide contenuto nella cannabis, nel contrastare la dipendenza da nicotina.

4. Il CBD funziona come anticonvulsivante in diverse forme di epilessia, anche quelle pediatriche resistenti ai farmaci.
CBD bambiniIl 90% dei bambini affetti da epilessia resistente ai farmaci, ai quali è stata somministrata cannabis ad alto valore di CBD, ha registrato una diminuzione di frequenza ed intensità delle crisi epilettiche. E’ la conclusione alla quale arriva uno studio retrospettivo pubblicato su Seizure realizzato grazie all’attività di diversi centri pediatrici israeliani.
L’Epidiolex, un farmaco a base di CBD creato da GW Pharmaceuticals, è alla fase conclusiva dei test. In un comunicato pubblicato dalla stessa azienda si può leggere che la fase 3 dello studio pilota è stata conclusa positivamente. Nella fase 3 sono stati coinvolti 120 bambini affetti da sindrome di Dravet dei quali 61 trattati con Epidiolex e 59 con placebo, continuando a ricevere i farmaci anti-epilettici (AED) prescritti. I pazienti che hanno preso l’Epidiolex hanno fatto registrare una diminuzione media delle crisi epilettiche del 39% rispetto al 13% del placebo. Intanto l’Epidiolex, che è stato somministrato come un comune sciroppo per bambini, è in sperimentazione in uno altro studio clinico di fase III per un altro tipo di epilessia, la sindrome di Lennox-Gastaut, con risultati attesi entro l’anno.

5. Può aiutare a combattere l’osteoporosi e regolare la massa delle ossa
cbd-cannabis-bone-healthNel 2007 alcuni ricercatori hanno scoperto che i cannabinoidi e il sistema endocannabinoide svolgono un ruolo importante nella regolazione della massa ossea. Il sistema degli endocannabinoidi influisce sia sulle cellule che indeboliscono le ossa, sia su quelle che le ricostruiscono. Questa scoperta significa che i cannabinoidi potrebbero svolgere un ruolo nella lotta contro le malattie delle ossa.
Un altro studio condotto nel 2009 ha concluso che “i cannabinoidi” potrebbero essere utilizzati “per combattere l’osteoporosi.”
Mentre un recente studio condotto dal Bone Laboratory della Hebrew University di Gerusalemme su topi con fratture femorali ha rilevato un migliore recupero delle caratteristiche biomeccaniche delle ossa dopo 8 settimane di terapia con cannabidiolo.
20 giugno 2016 23:12 - ennius4531
La relazione su esposta dimostra quanta affabulazione, sproloqui e volontà di alzare fumogeni esistano per nascondere i risultati di decine di ricerche specialistiche che dimostrano la nocività dell'erba magica al comprendonio, e non solo a quello, specie nei confronti dei giovani.

Alcuni brani rappresentano poi l'apice di una filosofia di stampo nichilistico che si riassume nel menefreghismo del laissez faire laissez passez...

Osservate, non viene proposta alcuno studio scientifico a supporto delle opinioni espresse, ma solo affermazioni che alla loro lettura potrebbero, per chi detiene una vescica debole, richiedere l'accesso immediato ad una toilette come quando si sostiene ' che ..

' Abbiamo sempre rivendicato l’uso spirituale di questa pianta ...'
oppure come quando si raccontano balle affermando che il consumo ..
'...viene impedito al consumatore, che sia per fini terapeutici, ....'

quando l'uso terapeutico è regolato da anni.

Altre chicche della relazione ci informano che coloro che ne usufruiscono ..

' ...credono religiosamente che la pianta possa donargli dei frutti che collaboreranno a migliorare la personalità e la qualità della vita (ndr siamo al neopaganesimo ), ma non hanno la libertà di manifestare la propria opinione politica (Art.21),... '

raggiungendo apici di impudenza che ne dimostrano la faziosità e il settarismo : a chi mai é stato impedito di parlare a favore dell'erba magica ?

Al di lá di tante chiacchiere e fumo da parte di antiproibizionisti del carpe diem, le ricerche specialistiche, per chi intenda usare il buon senso, ci dicono che ....

(Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014

' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le persone che avevano usato cannabis una o due volte la settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le emozioni, la motivazione e la dipendenza.

I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di studenti che non avevano mai consumato la droga.

Due sezioni principali del cervello sono risultate essere colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su migliaia di soggetti .

L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter, professore di psichiatria e scienze comportamentali alla Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia associato a conseguenze negative. ...."

Mark Winstanley , chief executive del centro per malati mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono consapevoli dei rischi.”

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. "

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. " .

STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI: SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014

Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .

Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di marijuana è stata collegata all’insorgere della malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.

In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di cannabis all’insorgere della psicosi.

“Vorrei cercare di capire perché le persone usano cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto la ricercatrice Marta Di Forti.

Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .

Acta Psychiatrica Scandinavica
Volume 79, Issue 5, pages 505–510, May 1989

Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County

Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson, associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg, professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis, professor of psychiatric epidemiologyd.

Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of cannabis and other drugs, and on several social and psychological characteristics.

Conclusions
Cannabis use is associated with an increased risk of developing schizophrenia, consistent with a causal relation. This association is not explained by use of other psychoactive drugs or personality traits relating to social integration.

Da Aduc
Notizia 12 maggio 2016 11:56

USA - Cannabis legalizzata. Incidenti stradali raddoppiati

Incidenti stradali raddoppiati negli Stati americani che hanno recentemente legalizzato la marijuana fra chi fa uso di questa sostanza. Lo rivela l'ultima ricerca della AAA Foundation for Traffic Safety, secondo cui i limiti di legge sul consumo di cannabis consentito per guidare sono arbitrari e non supportati dalla scienza, cosa che potrebbe tradursi in un pericolo concreto per gli automobilisti.

Washington è stato uno dei primi Stati a legalizzare l'uso ricreativo di marijuana, e questi risultati sollevano preoccupazione, dato che almeno altri 20 Stati Usa stanno considerando di fare la stessa scelta quest'anno. La Fondazione ha esaminato proprio la situazione dello Stato di Washington, che ha legalizzato la marijuana nel dicembre del 2012. I ricercatori hanno scoperto che la percentuale di conducenti coinvolti in incidenti mortali che avevano recentemente consumato cannabis è più che raddoppiata: dall'8 al 17% tra il 2013 e il 2014.

E' inoltre emerso che un conducente su 6 coinvolto in incidenti mortali nel 2014 aveva recentemente usato marijuana. "Questo aumento significativo è allarmante", ha detto Peter Kissinger, presidente e Ceo della Fondazione AAA. "Washington deve servire come 'caso studio' per aprire gli occhi su quello che può verificarsi negli altri Stati per quanto riguarda la sicurezza stradale, dopo la legalizzazione della droga".

Altra ricerca ..

La Cannabis triplica gli incidenti mortali sulle strade .

Incidenti mortali che coinvolgono l’uso di marijuana sono triplicati nell’ultimo decennio, lo sostengono i ricercatori in Rapporto elaborato dalla Mailman School of Public Health della Columbia University. 

Chi assume marijuana guida più o meno allo stesso modo di chi ha abusato di alcol, ha spiegato Jonathan Adkins, vice direttore esecutivo dell’Associazione Governors Highway Safety. Si altera la capacita’ di giudizio, riduce la vista e rende una persona più distratta e con più probabilità di correre rischi durante la guida.

"E ‘un campanello d’allarme per noi nella Sicurezza stradale”, ha detto Adkins . “La legalizzazione della cannabis sta per diffondersi ad altri stati. Non è nemmeno una questione di parte, a questo punto. La nostra previsione è questa situazione diventerà la norma piuttosto che l’eccezione”.

Il problema è anche che assumere marijuana, e le altre droghe, prima di mettersi alla guida non ha lo stesso stigma che la società ha acquisito nel corso degli anni verso chi guida ubriaco. “Le persone sanno se chi guida e’ un ubriaco, ma non credo abbia la stessa consapevolezza verso chi guida drogato, quindi questo è un problema enorme”, ha detto Adkins .

“Abbiamo bisogno di sensibilizzare il pubblico sul fatto che se hai utilizzato qualsiasi tipo di sostanza psicoattiva, non si dovrebbe mettersi al volante. Dobbiamo creare quella stessa cultura per cui, come per la guida per un ubriaco, non è accettabile.”

I risultati sono stati pubblicati on-line il 29 gennaio scorso nell’American Journal of Epidemiology.

Il team di ricerca ha tratto le sue conclusioni dalle statistiche sugli incidenti provenienti da sei Stati che abitualmente eseguono test tossicologici su conducenti coinvolti in relitti stradali mortali – California, Hawaii, Illinois, New Hampshire, Rhode Island e West Virginia. Le statistiche comprendono oltre 23.500 di conducenti deceduti entro un’ora da un incidente nel periodo compreso tra il 1999 ed il 2010. "

USA - Cannabis. Fumarne troppa
fa male alla memoria. Studio

Aduc 2 febbraio 2016
Il sospetto c'era gia' da tempo ma ora la scienza ne e' certa: fumare troppa cannabis per un periodo troppo prolungato puo' danneggiare la memoria a breve termine.

Lo studio, pubblicato dal magazine Jama Internal Medicine e condotto da un team di ricercatori dell'Universita' di Losanna capitanato dal professor Reto Auer, si e' basato sulle abitudini di 3.400 americani in un periodo di tempo di 25 anni.

Cosi', nella ricerca rilanciata nel Regno Unito dal quotidiano The Independent, e' stato dimostrato come chi fuma marijuana tutti i giorni per un periodo superiore a cinque anni tenda ad avere danni permanenti alla memoria a breve termine, quella che fra l'altro e' legata anche alla capacita' di prendere decisioni immediate. Lo studio ha tuttavia sottolineato come questa perdita di memoria sia registrabile solamente nei consumatori abituali.

USA: Cannabis riduce dimensione e forma spermatozoi. Studio
9 giugno 2014

 Da Aduc
La cannabis mette a serio rischio la fertilita' dei giovani uomini, secondo un nuovo studio dell'Universita' di Sheffield pubblicato sulla rivista 'Human Reproduction'. Il consumo di marijuana riduce infatti le dimensioni e la forma degli spermatozoi. Se si progetta di mettere su famiglia, quindi, e' meglio smettere di fumarla. La ricerca e' la piu' grande mai effettuata al mondo per valutare come comuni stili di vita influenzino la struttura degli spermatozoi.

Dalle analisi sono emersi anche altri fattori che esercitano un impatto sulla morfologia degli spermatozoi. Ad esempio, forma e dimensioni sembrano peggiorare nei campioni eiaculati durante i mesi estivi mentre migliorano negli uomini che si sono astenuti da attivita' sessuali per piu' di sei giorni. Sigarette e alcol pare abbiano, invece, poco effetto. L'indagine ha reclutato un campione di 2.249 uomini da quattordici cliniche per la fertilita' del Regno Unito. ....

Additional information

The paper, ‘Modified and non-modifiable risk factors for poor sperm morphology’ by AA Pacey et al, will be published in the journal Human Reproduction, at 00:05 (BST) on Thursday 5 June 2014.
1 Participating centres were: Department of Obstetrics and Gynaecology, Queens University, Belfast; Assisted Conception Unit, Birmingham Women’s Hospital; Division of Obstetrics and Gynaecology, St Michael’s Hospital, Bristol; Directorate of Women’s Health, Southmead Hospital, Bristol; Cardiff Assisted Reproduction Unit, University of Wales; MRC Reproductive Biology Unit, Edinburgh; Reproductive Medicine Unit, Liverpool Women’s Hospital; St Bartholomew’s Hospital, London; Department of Obstetrics and Gynaecology, Royal Free and University College, London; Department of Reproductive Medicine, St Mary’s Hospital, Manchester; IVF/Immunology Laboratory, Salford Royal Hospital Department of Histopathology, University hospital of South Manchester; International Centre for Life, Newcastle; Department of Obstetrics and Gynaecology, Jessop Hospital for Women, Sheffield; Shropshire and Mid-Wales Fertility Centre, Royal Shrewsbury NHS Trust.
20 giugno 2016 16:57 - rottenhmajer
...e alla fine, finalmente qualcuno si è preso la briga di spiegare ai sordo-ciechi per -scelta loro- l'effettiva realtà delle cose.
..ma, contro l'ottusità, intrallazzo e malaffare, la ragione non credo mai trionferà....
20 giugno 2016 11:29 - Starfighter23
ENNIO4531 = GAME OVER

SEI FINITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
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