Che accanto alla scuola pubblica funzioni anche una scuola
non statale non è negativo, anzi il pluralismo in questo
caso è un requisito essenziale per i cittadini del
domani. Occorre però che la scuola non statale si
adegui ai dettami della scuola statale, ne segua le regole e
l'impianto educativo-didattico oltre che quello
giuridico. Occorre, altresì, che il gestore di queste
scuole non interferisca nelle scelte didattiche che devono
essere univoche e prive di ogni condizionamento ma
soprattutto che la scuola sia aperta a tutti coloro che la
vogliono frequentare altrimenti si instaurerà una casta che
creerà alunni di serie A e di serie B; Un'altra cosa
essenziale è che la scuola non statale si mantenga da sola
e "senza oneri per lo Stato" come recita la
Costituzione
26 febbraio 2008 0:00 - Topesio
La scuola deve essere UNA sola e basta! Gli indottrinamenti
non ci devono interessare.
26 febbraio 2008 0:00 - Sesto Quinto
Brava Francesca, sottoscrivo in pieno ciò che hai
scritto. Vorrei aggiungere che è proprio per non
autofinanziarsi che i vescovi o chi per loro, scrivono e
teorizzano una scuola "pertinente". D'altra
parte è prassi consolidata: per attingere alle casse dello
Stato devi "teorizzare e legittimare". In questo
caso, se si pensa al "Dai a Cesare ciò che è di
Cesare" l'ipocrisia è abbastanza evidente.
24 febbraio 2008 0:00 - francesca fabiani
no, noi non saremmo disposti ad appoggiare questa battaglia
neanche se venissero azzerati tutti i privilegi: che si
intende per scuola? un indottrinamento puro e semplice,
seguendo dei dettami ideologici, o la garanzia
dell'istruzione, pluralista culturalmente e socialmente,
in un'unica scuola pubblica, uguale per tutti, cattolici
e atei, poveri e ricchi, liberal o bolscevichi? la
scuola pubblica e per tutti, è la garanzia
dell'uguaglianza dei cittadini. gli sforzi economici e
di pensiero per favore facciamoli per riqualificare la
nostra scuola pubblica. investiamo in essa denari ed idee,
competenze ed intelligenze. è nella scuola che si forma il
cittadino, l'uomo, il genitore, il lavoratore. Nella
scuola passiamo quasi il 30% della nostra esistenza, la
parte più importante. E' ora che, come per tutto, si
cominci a prendere atto della situazione scolastica, si
affronti una programmazione pluriennale nella quale si
identifichino gli obiettivi, che non sono di destra o di
sinistra, che non sono cattolici o atei, e si persegua un
piano di intervento che escluda qualsiasi forma di
finanziamento alle scuole private che, liberissime di
investire in cultura, si devono auto finanziare.