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27 febbraio 2008 0:00 - manar
Che accanto alla scuola pubblica funzioni anche una scuola non statale non è negativo, anzi il pluralismo in questo caso è un requisito essenziale per i cittadini del domani.
Occorre però che la scuola non statale si adegui ai dettami della scuola statale, ne segua le regole e l'impianto educativo-didattico oltre che quello giuridico.
Occorre, altresì, che il gestore di queste scuole non interferisca nelle scelte didattiche che devono essere univoche e prive di ogni condizionamento ma soprattutto che la scuola sia aperta a tutti coloro che la vogliono frequentare altrimenti si instaurerà una casta che creerà alunni di serie A e di serie B; Un'altra cosa essenziale è che la scuola non statale si mantenga da sola e "senza oneri per lo Stato" come recita la Costituzione
26 febbraio 2008 0:00 - Topesio
La scuola deve essere UNA sola e basta! Gli indottrinamenti non ci devono interessare.
26 febbraio 2008 0:00 - Sesto Quinto
Brava Francesca,
sottoscrivo in pieno ciò che hai scritto. Vorrei aggiungere che è proprio per non autofinanziarsi che i vescovi o chi per loro, scrivono e teorizzano una scuola "pertinente". D'altra parte è prassi consolidata: per attingere alle casse dello Stato devi "teorizzare e legittimare". In questo caso, se si pensa al "Dai a Cesare ciò che è di Cesare" l'ipocrisia è abbastanza evidente.
24 febbraio 2008 0:00 - francesca fabiani
no, noi non saremmo disposti ad appoggiare questa battaglia neanche se venissero azzerati tutti i privilegi: che si intende per scuola? un indottrinamento puro e semplice, seguendo dei dettami ideologici, o la garanzia dell'istruzione, pluralista culturalmente e socialmente, in un'unica scuola pubblica, uguale per tutti, cattolici e atei, poveri e ricchi, liberal o bolscevichi?
la scuola pubblica e per tutti, è la garanzia dell'uguaglianza dei cittadini. gli sforzi economici e di pensiero per favore facciamoli per riqualificare la nostra scuola pubblica. investiamo in essa denari ed idee, competenze ed intelligenze. è nella scuola che si forma il cittadino, l'uomo, il genitore, il lavoratore. Nella scuola passiamo quasi il 30% della nostra esistenza, la parte più importante. E' ora che, come per tutto, si cominci a prendere atto della situazione scolastica, si affronti una programmazione pluriennale nella quale si identifichino gli obiettivi, che non sono di destra o di sinistra, che non sono cattolici o atei, e si persegua un piano di intervento che escluda qualsiasi forma di finanziamento alle scuole private che, liberissime di investire in cultura, si devono auto finanziare.
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