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11 febbraio 2017 2:40 - Starfighter23
SCHIAVO4531
11 febbraio 2017 2:39 - Starfighter23
....esistono decine di studi specialistici che ne denunciano gli effetti deleteri più disparati.....


SI INFATTI STAI PARLANDO DEGLI STUDI RIGUARDANTI LE PASTICCHE CHE PRENDI TUTTI I GIORNI FALLITO PEDOFILO DI MERDA NULLITA' UMANA,PARLIAMO DI QUESTI STUDI IPOCRITA DI MERDA,FALSONE DEVI MUORIRE SPORCO INFAME,ARRIVERA' IL GIORNO CHE PAGHERAI IL CONTO RE DEI PISCIATURI
11 febbraio 2017 2:33 - Starfighter23
HO CAPITO QUINDI A SCOPO MEDICO FA BENE,MENTRE A SCOPO LUDICO GUAI,MA QUANTO SEI RITARDATO DA 1 A 10? MA POI CHI CAZZO SEI TU PER PROIBIRE CON 4 STUDIARELLI BUFALA DEL CAZZO,PSICHIATRA FALLITO

CHI LA USA A SCOPO MEDICO NON RIPORTA I DANNI DI CUI PARLI? SPIEGAMI UN PO GENIO NON CREDI CI SIA QUALCHE INCOGRUENZA TRA LE PUTTANATE CHE SBRODOLI? DEVI MUORIRE DI TUMORE TU E TUTTA LA TUA FAMIGLIA DI MERDA SCIACALLO SERVO DELLE CASE DEL FARMACO
10 febbraio 2017 20:40 - ennius4531
X Mechano

Forse ti è sfuggito un ... particolare importante.
Qui non si discute dell'erba magica ad uso farmacologico semplicemente per il fatto che detto uso é lecito da anni.

Si parla invece dell'uso ludico per il quale esistono decine di studi specialistici che ne denunciano gli effetti deleteri più disparati.


Sui ' diecimila studi' e ' letteratura sterminata' ... vabbé .....

Intanto io propongo questo ...

Da Aduc

USA: Cannabis riduce dimensione e forma spermatozoi. Studio
9 giugno 2014

La cannabis mette a serio rischio la fertilita' dei giovani uomini, secondo un nuovo studio dell'Universita' di Sheffield secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista 'Human Reproduction'.Il consumo di marijuana riduce infatti le dimensioni e la forma degli spermatozoi. Se si progetta di mettere su famiglia, quindi, e' meglio smettere di fumarla. La ricerca e' la piu' grande mai effettuata al mondo per valutare come comuni stili di vita influenzino la struttura degli spermatozoi.

Dalle analisi sono emersi anche altri fattori che esercitano un impatto sulla morfologia degli spermatozoi. Ad esempio, forma e dimensioni sembrano peggiorare nei campioni eiaculati durante i mesi estivi mentre migliorano negli uomini che si sono astenuti da attivita' sessuali per piu' di sei giorni. Sigarette e alcol pare abbiano, invece, poco effetto. L'indagine ha reclutato un campione di 2.249 uomini da quattordici cliniche per la fertilita' del Regno Unito. ....

Additional information

The paper, ‘Modified and non-modifiable risk factors for poor sperm morphology’ by AA Pacey et al, will be published in the journal Human Reproduction, at 00:05 (BST) on Thursday 5 June 2014.

1 Participating centres were: Department of Obstetrics and Gynaecology, Queens University, Belfast; Assisted Conception Unit, Birmingham Women’s Hospital; Division of Obstetrics and Gynaecology, St Michael’s Hospital, Bristol; Directorate of Women’s Health, Southmead Hospital, Bristol; Cardiff Assisted Reproduction Unit, University of Wales; MRC Reproductive Biology Unit, Edinburgh; Reproductive Medicine Unit, Liverpool Women’s Hospital; St Bartholomew’s Hospital, London; Department of Obstetrics and Gynaecology, Royal Free and University College, London; Department of Reproductive Medicine, St Mary’s Hospital, Manchester; IVF/Immunology Laboratory, Salford Royal Hospital Department of Histopathology, University hospital of South Manchester; International Centre for Life, Newcastle; Department of Obstetrics and Gynaecology, Jessop Hospital for Women, Sheffield; Shropshire and Mid-Wales Fertility Centre, Royal Shrewsbury NHS Trustk.
10 febbraio 2017 13:33 - Mechano
@ennius4531

Per ennius4531
Se prende un qualsiasi libro di farmacologia troverà almeno 10.000 studi fatti in quasi un secolo, sulle proprietà medicinali.

Eppure ci si accanisce su contro questa pianta per 2-3 studi commissionati da chissà chi per chissà quali interessi, che dicono il contrario.

E se si chiede a qualsiasi medico che quei libri li ha studiati, si avrà quasi sempre la risposta, che la classe medica fatica a capire l'accanimento nei confronti di questa pianta, nonostante la letteratura sterminata che parla dei suoi vantaggi.
9 febbraio 2017 8:37 - ennius4531
Aduc
Legalizzazione cannabis. Cnr: rischi per sviluppo mentale
22 luglio 2016

.... il Dr. Vincenzo di Marzo (1) ricercatore del Cnr tra i massimi esperti degli effetti che i cannabinoidi possono avere sul fisico.

Esistono degli studi condotti sull`uomo che indicano che l`utilizzo continuo, eccessivo, di preparati a base di Thc possono portare ovviamente effetti sulla cognizione, sulla memoria e sulla percezione anche di lunga durata", continua Di Marzo.
Per Di Marzo "si possono avere dei disturbi anche profondi dello sviluppo neuronale. Questo, ovviamente, ancora una volta si verifica quando si utilizzano dosi molto elevate di Thc.

Il Thc come molecola non è un attivatore molto potente dei ricettori degli endocannabinoidi presenti nel cervello, però è chiaro che se si consumano alte dosi di Thc si possono avere degli effetti sullo sviluppo neuronale molto profondi".
.......

(1) direttore di ricerca presso l'Istituto di. Chimica Biomolecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ICB-CNR) di. Pozzuoli, Napoli

Primo Ricercatore dell' Endocannabinoid Research Group dell' Istituto per la Chimica di Molecole di Interesse Biologico del CNR di Napoli.

E’ fra i 400 scienziati migliori del mondo secondo lo European Journal of Clinical

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Ecco, una ulteriore conferma di quanto l'erba magica riduca la massa cerebrale la possiamo arguire dalle espressioni banditesche del disagiato23 ridottosi a utilizzare la poca parte rimastagli che è quella.... demenziale. ....
8 febbraio 2017 22:03 - Starfighter23
DEFICENTE4531 SCHIAVO DI MERDA TANTO TI FACCIAMO FUORI,PARLACI DEGLI EFFETTI COLLATERALI DI TUJTTE LE PASTICCHE CHE PRENDI PER TIRARE AVANTI VECCHIO DI MERDA GRAZIE AD UNA ALIMENTAZIONE DA ITALIANO MEDIO A BASE DI SCORIE ACIDE E VELENI VARI COME VINO E CAFFE COGLIONEEEEEEEEE
8 febbraio 2017 14:12 - ennius4531
Da Aduc .. 

Notizia 10 settembre 2014
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli studi secondari ed è a rischio significativamente più alto di non completare quelli universitari, di usare altre droghe e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai fumata. 

Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da parte di adolescenti, e che i risultati educativi più scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi usa la droga meno di una volta al mese. 

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. I ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di suicidio, e depressione. Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60% minore di completare la scuola superiore o l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi nella vita.

"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis, che la renderebbero più accessibile ai più giovani", scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le autorità devono essere consapevoli che un suo uso in adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla salute, sul benessere e sull'affermazione personale", aggiunge.


... il disagiato23 rappresenta la prova che tanto pattume fumogeno dentro produce altrettanto pattume verbale demenziale fuori....
8 febbraio 2017 11:57 - Starfighter23
MESSAGGIO PER TUTTI GLI SMANETTONI E HACKER VARI VOGLIAMO SAPERE L'IDENTITA' DI QUESTO SCIACALLO DEI CENTRI DI RECUPERO TALE ENNIUS4531 E DIVULGARLA SU QUESTE PAGINE,IL DEFICENTE IN QUESTIONE E' 10 ANNI CHE FA LA PIU GRANDE PROPAGANDA ANTICANNABIS MAI VISTA IN ITALIA FORNENDOSI DI PUTTANATE DAL SUO TRAFFICANTE DI BUFALE DI FIDUCIA VINCENZO DONVITO

DIAMO UN NOME E COGNOME A QUESTO FIGLIO DI PUTTANA CHE ASSIEME AL SUO PADRONE DANNEGGIA TUTTI I PAZIENTI E CONSUMATORI DI CANNABIS IN ITALIA,SCHERNENDO ADDIRITTURA MALATI DI CANCRO E SLA
7 febbraio 2017 20:31 - ennius4531
Da Aduc 12 novembre 2014 10:52

USA - Uso di marijuana puo' far ridurre la massa cerebrale. Studio.

. "E' una ricerca complessa e interessante che mostra come l'utilizzo frequente di marijuana, soprattutto in giovane eta', ha significative conseguenze negative sul cervello", ha sottolineato Weiss, precisando che tali risultati rappresentano una sfida alla convinzione diffusa che la cannabis sia una droga innocua. ....." .


Ecco, una ulteriore conferma di quanto l'erba magica riduca la massa cerebrale la possiamo arguire dalle espressioni banditesche del disagiato23 ridottosi a utilizzare la poca parte rimastagli che è quella.... demenziale. ....
7 febbraio 2017 19:22 - Starfighter23
MESSAGGIO PER TUTTI GLI SMANETTONI E HACKER VARI VOGLIAMO SAPERE L'IDENTITA' DI QUESTO SCIACALLO DEI CENTRI DI RECUPERO TALE ENNIUS4531 E DIVULGARLA SU QUESTE PAGINE,IL DEFICENTE IN QUESTIONE E' 10 ANNI CHE FA LA PIU GRANDE PROPAGANDA ANTICANNABIS MAI VISTA IN ITALIA FORNENDOSI DI PUTTANATE DAL SUO TRAFFICANTE DI BUFALE DI FIDUCIA VINCENZO DONVITO

DIAMO UN NOME E COGNOME A QUESTO FIGLIO DI PUTTANA CHE ASSIEME AL SUO PADRONE DANNEGGIA TUTTI I PAZIENTI E CONSUMATORI DI CANNABIS IN ITALIA,SCHERNENDO ADDIRITTURA MALATI DI CANCRO E SLA
7 febbraio 2017 0:23 - ennius4531
Da Aduc ..

Notizia  10 settembre 2014
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli studi secondari ed è a rischio significativamente più alto di non completare quelli universitari, di usare altre droghe e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da parte di adolescenti, e che i risultati educativi più scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi usa la droga meno di una volta al mese.

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. I ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di suicidio, e depressione. Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60% minore di completare la scuola superiore o l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi nella vita.

"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis, che la renderebbero più accessibile ai più giovani", scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le autorità devono essere consapevoli che un suo uso in adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla salute, sul benessere e sull'affermazione personale", aggiunge.


... il disagiato23 rappresenta la prova che tanto pattume fumogeno dentro produce altrettanto pattume verbale demenziale fuori....
6 febbraio 2017 22:02 - Starfighter23
MESSAGGIO PER TUTTI GLI SMANETTONI E HACKER VARI VOGLIAMO SAPERE L'IDENTITA' DI QUESTO SCIACALLO DEI CENTRI DI RECUPERO TALE ENNIUS4531 E DIVULGARLA SU QUESTE PAGINE,IL DEFICENTE IN QUESTIONE E' 10 ANNI CHE FA LA PIU GRANDE PROPAGANDA ANTICANNABIS MAI VISTA IN ITALIA FORNENDOSI DI PUTTANATE DAL SUO TRAFFICANTE DI BUFALE DI FIDUCIA VINCENZO DONVITO

DIAMO UN NOME E COGNOME A QUESTO FIGLIO DI PUTTANA CHE ASSIEME AL SUO PADRONE DANNEGGIA TUTTI I PAZIENTI E CONSUMATORI DI CANNABIS IN ITALIA
6 febbraio 2017 18:41 - ennius4531
Da Aduc 12 novembre 2014 10:52
USA - Uso di marijuana puo' far ridurre la massa cerebrale. Studio.

. "E' una ricerca complessa e interessante che mostra come l'utilizzo frequente di marijuana, soprattutto in giovane eta', ha significative conseguenze negative sul cervello", ha sottolineato Weiss, precisando che tali risultati rappresentano una sfida alla convinzione diffusa che la cannabis sia una droga innocua. ....."

Ecco, una ulteriore conferma di quanto l'erba magica riduca la massa cerebrale la possiamo arguire dalle espressioni banditesche del disagiato23 ridottosi a utilizzare la poca parte rimastagli che è quella.... demenziale. ....
6 febbraio 2017 18:03 - Starfighter23
MESSAGGIO PER TUTTI GLI SMANETTONI E HACKER VARI VOGLIAMO SAPERE L'IDENTITA' DI QUESTO SCIACALLO DEI CENTRI DI RECUPERO TALE ENNIUS4531 E DIVULGARLA SU QUESTE PAGINE,IL DEFICENTE IN QUESTIONE E' 10 ANNI CHE FA LA PIU GRANDE PROPAGANDA ANTICANNABIS MAI VISTA IN ITALIA FORNENDOSI DI PUTTANATE DAL SUO TRAFFICANTE DI BUFALE DI FIDUCIA VINCENZO DONVITO

DIAMO UN NOME E COGNOME A QUESTO FIGLIO DI PUTTANA CHE ASSIEME AL SUO PADRONE DANNEGGIA TUTTI I PAZIENTI E CONSUMATORI DI CANNABIS IN ITALIA




























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2 febbraio 2017 18:15 - ennius4531
STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI: SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014

Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .

Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di marijuana è stata collegata all’insorgere della malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.

In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di cannabis all’insorgere della psicosi.

I ricercatori hanno esaminato 410 pazienti di età compresa tra i 18 e i 65 anni , due terzi dei quali di sesso maschile , i quali hanno avuto un episodio psicotico e sono stati ricoverati in unità psichiatriche.
E hanno scoperto che i maschi sono più propensi ad usare la cannabis e per questo avevano una più giovane età alla insorgenza della psicosi. L’età media al momento del primo episodio psicotico per gli utilizzatori di sesso maschile di cannabis era 26 anni, e per gli quelli di sesso femminile era quasi 29 anni.

“Vorrei cercare di capire perché le persone usano cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto la ricercatrice Marta Di Forti.
2 febbraio 2017 13:13 - ennio4531
I genitori “dovrebbero” fumare Cannabis davanti ai loro figli? La risposta di un Professore di Psicologia

Mitch Earleywine, Ph.D., è professore di Psicologia presso l’Università dello Stato di New York nella città di Albany, la capitale.

Ha conseguito la Laurea alla Columbia University e il dottorato presso l’Indiana University; il dottore Earleywine ha effettuato oltre 100 pubblicazioni su riviste scientifiche sulle dipendenze ed ha ricevuto borse di ricerca presso l’Istituto nazionale per un’analisi sull’abuso di alcool e l’alcolismo.

Dopo anni passati come ricercatore sull’alcol, il dottore cominciò a insegnare ad un corso di laurea sulle droghe ed il comportamento umano. Era entusiasta di condividere tutti i pericoli dell’alcol con un folto gruppo di studenti universitari.

Gli studenti, tuttavia, erano molto più interessati alla Cannabis.

Desideroso di evitare di diffondere qualsiasi informazione sbagliata, il dottore ha esaminato la ricerca nel settore, e ciò ha portato a dare vita al suo libro “Understanding Marijuana”.

Dopo aver esaminato tutta la scienza della cannabis, il dottore sentiva che non poteva più stare a guardare mentre la gente veniva spedita in galera per il possesso e l’uso di cannabis.

La ricerca ha mostrato a milioni di persone che si può usare cannabis in modo responsabile.

Le forze dell’ordine potrebbero usare il loro tempo in modo più saggio per combattere il crimine violento reale; I nostri sistemi giudiziari affollati potrebbero prendersi una pausa.

Ma più importante di qualsiasi stima dei costi e dei benefici, il dottore ritiene l’idea di punire le persone per il possesso e l’uso moralmente sbagliata.
Un’intervista esclusiva di BILLBOARD ha intervistato il dottore psicologo ponendogli domande che, nei nostri giorni, affrontano tematiche fondamentali per quanto riguarda l’educazione all’uso della Cannabis.

Contrariamente a quanto viene esposto da “esperti” e “ricercatori” italiani, tra cui il primo ricercatore sulla Cannabis del CRACIN di Rovigo, sulla cannabis – che nelle loro dichiarazioni demonizzano l’uso personale, paventando una coltivazione monopolistica per evitare problematiche probabilmente infondate e ne scoraggiano l’educazione all’uso corretto, cosciente ed indipendente del cittadino – il Dottore Psicologo Earleywine ha rilasciato una testimonianza molto forte ed improntata verso il coinvolgimento sociale e l’interazione tra persone.

Leggiamo le sue parole:

Intervistatore Billboard: Se un genitore scopre suo figlio che usa cannabis, quale sarebbe secondo lei il miglior modo di agire?
Dr. Earleywine: I genitori hanno bisogno di parlare della cannabis come parte di un dialogo più ampio che hanno con loro figli adolescenti. I dati di Harvard rivelano che fumare erba nei primi anni di vita può interferire nel carattere rispetto all’effetto che ha sugli adulti, con un cervello già formato. E’ necessario che vi sia un dialogo con i figli per educare ad un uso responsabile, preferibilmente da rinviare ad età adulta.

SAGER: La legge dice che i ragazzi possono fumare a 18 anni negli Stati Uniti. Si tratta di una età adeguata?
Dr. Earleywine: No, a mio parere si dovrebbe autorizzare dai 24 anni. Detto questo, abbiamo troppa tradizione con alcuni passaggi di età per invertire efficacemente il sistema. Se a 18 anni di età si vuole usare la cannabis, io incoraggio a farlo due volte al mese o anche meno e solo se si è di buon umore o in compagnia. L’utilizzo di cannabis per placare eventuali malumori in età precoce può portare ad una difficoltà di contrasto personale in alcuni soggetti più deboli. Gli unici adolescenti minorenni che dovrebbero usare regolarmente cannabis sono quelli che hanno una condizione medica in cui la cannabis sia un trattamento efficace ed anche allora consiglio la vaporizzazione come approccio migliore.

SAGER: Secondo lei va bene per i bambini e adolescenti minorenni vedere i loro genitori fumare erba?
Dr. Earleywine: I bambini vedono i loro genitori usare tranquillamente alcol e non per questo ne consegue una problematica. Nascondere a loro il consumo di cannabis sembra una situazione davvero strana a mio parere. Suggerirei che una modellazione ed educazione su un uso appropriato, anche che parta dalla famiglia, abbia il potenziale per insegnare ai bambini ed agli adolescenti minorenni buone capacità molto utili per più tardi nella loro vita.

Questo articolo è originariamente apparso nel numero 28 gennaio di Billboard.

















































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2 febbraio 2017 10:43 - ennius4531
2 febbraio 2017 0:03 - ennius4531
Da Aduc ..

Notizia 10 settembre 2014
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli studi secondari ed è a rischio significativamente più alto di non completare quelli universitari, di usare altre droghe e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da parte di adolescenti, e che i risultati educativi più scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi usa la droga meno di una volta al mese.

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. I ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di suicidio, e depressione. Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60% minore di completare la scuola superiore o l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi nella vita.

"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis, che la renderebbero più accessibile ai più giovani", scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le autorità devono essere consapevoli che un suo uso in adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla salute, sul benessere e sull'affermazione personale", aggiunge.
2 febbraio 2017 4:31 - ennio4531
I genitori “dovrebbero” fumare Cannabis davanti ai loro figli? La risposta di un Professore di Psicologia

Mitch Earleywine, Ph.D., è professore di Psicologia presso l’Università dello Stato di New York nella città di Albany, la capitale.

Ha conseguito la Laurea alla Columbia University e il dottorato presso l’Indiana University; il dottore Earleywine ha effettuato oltre 100 pubblicazioni su riviste scientifiche sulle dipendenze ed ha ricevuto borse di ricerca presso l’Istituto nazionale per un’analisi sull’abuso di alcool e l’alcolismo.

Dopo anni passati come ricercatore sull’alcol, il dottore cominciò a insegnare ad un corso di laurea sulle droghe ed il comportamento umano. Era entusiasta di condividere tutti i pericoli dell’alcol con un folto gruppo di studenti universitari.

Gli studenti, tuttavia, erano molto più interessati alla Cannabis.

Desideroso di evitare di diffondere qualsiasi informazione sbagliata, il dottore ha esaminato la ricerca nel settore, e ciò ha portato a dare vita al suo libro “Understanding Marijuana”.

Dopo aver esaminato tutta la scienza della cannabis, il dottore sentiva che non poteva più stare a guardare mentre la gente veniva spedita in galera per il possesso e l’uso di cannabis.

La ricerca ha mostrato a milioni di persone che si può usare cannabis in modo responsabile.

Le forze dell’ordine potrebbero usare il loro tempo in modo più saggio per combattere il crimine violento reale; I nostri sistemi giudiziari affollati potrebbero prendersi una pausa.

Ma più importante di qualsiasi stima dei costi e dei benefici, il dottore ritiene l’idea di punire le persone per il possesso e l’uso moralmente sbagliata.
Un’intervista esclusiva di BILLBOARD ha intervistato il dottore psicologo ponendogli domande che, nei nostri giorni, affrontano tematiche fondamentali per quanto riguarda l’educazione all’uso della Cannabis.

Contrariamente a quanto viene esposto da “esperti” e “ricercatori” italiani, tra cui il primo ricercatore sulla Cannabis del CRACIN di Rovigo, sulla cannabis – che nelle loro dichiarazioni demonizzano l’uso personale, paventando una coltivazione monopolistica per evitare problematiche probabilmente infondate e ne scoraggiano l’educazione all’uso corretto, cosciente ed indipendente del cittadino – il Dottore Psicologo Earleywine ha rilasciato una testimonianza molto forte ed improntata verso il coinvolgimento sociale e l’interazione tra persone.

Leggiamo le sue parole:

Intervistatore Billboard: Se un genitore scopre suo figlio che usa cannabis, quale sarebbe secondo lei il miglior modo di agire?
Dr. Earleywine: I genitori hanno bisogno di parlare della cannabis come parte di un dialogo più ampio che hanno con loro figli adolescenti. I dati di Harvard rivelano che fumare erba nei primi anni di vita può interferire nel carattere rispetto all’effetto che ha sugli adulti, con un cervello già formato. E’ necessario che vi sia un dialogo con i figli per educare ad un uso responsabile, preferibilmente da rinviare ad età adulta.

SAGER: La legge dice che i ragazzi possono fumare a 18 anni negli Stati Uniti. Si tratta di una età adeguata?
Dr. Earleywine: No, a mio parere si dovrebbe autorizzare dai 24 anni. Detto questo, abbiamo troppa tradizione con alcuni passaggi di età per invertire efficacemente il sistema. Se a 18 anni di età si vuole usare la cannabis, io incoraggio a farlo due volte al mese o anche meno e solo se si è di buon umore o in compagnia. L’utilizzo di cannabis per placare eventuali malumori in età precoce può portare ad una difficoltà di contrasto personale in alcuni soggetti più deboli. Gli unici adolescenti minorenni che dovrebbero usare regolarmente cannabis sono quelli che hanno una condizione medica in cui la cannabis sia un trattamento efficace ed anche allora consiglio la vaporizzazione come approccio migliore.

SAGER: Secondo lei va bene per i bambini e adolescenti minorenni vedere i loro genitori fumare erba?
Dr. Earleywine: I bambini vedono i loro genitori usare tranquillamente alcol e non per questo ne consegue una problematica. Nascondere a loro il consumo di cannabis sembra una situazione davvero strana a mio parere. Suggerirei che una modellazione ed educazione su un uso appropriato, anche che parta dalla famiglia, abbia il potenziale per insegnare ai bambini ed agli adolescenti minorenni buone capacità molto utili per più tardi nella loro vita.

Questo articolo è originariamente apparso nel numero 28 gennaio di Billboard.




































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2 febbraio 2017 0:03 - ennius4531
Da Aduc ..

Notizia  10 settembre 2014
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli studi secondari ed è a rischio significativamente più alto di non completare quelli universitari, di usare altre droghe e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da parte di adolescenti, e che i risultati educativi più scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi usa la droga meno di una volta al mese.

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. I ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di suicidio, e depressione. Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60% minore di completare la scuola superiore o l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi nella vita.

"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis, che la renderebbero più accessibile ai più giovani", scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins. "Le autorità devono essere consapevoli che un suo uso in adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla salute, sul benessere e sull'affermazione personale", aggiunge.
1 febbraio 2017 21:11 - ennio4531
I genitori “dovrebbero” fumare Cannabis davanti ai loro figli? La risposta di un Professore di Psicologia

Mitch Earleywine, Ph.D., è professore di Psicologia presso l’Università dello Stato di New York nella città di Albany, la capitale.

Ha conseguito la Laurea alla Columbia University e il dottorato presso l’Indiana University; il dottore Earleywine ha effettuato oltre 100 pubblicazioni su riviste scientifiche sulle dipendenze ed ha ricevuto borse di ricerca presso l’Istituto nazionale per un’analisi sull’abuso di alcool e l’alcolismo.

Dopo anni passati come ricercatore sull’alcol, il dottore cominciò a insegnare ad un corso di laurea sulle droghe ed il comportamento umano. Era entusiasta di condividere tutti i pericoli dell’alcol con un folto gruppo di studenti universitari.

Gli studenti, tuttavia, erano molto più interessati alla Cannabis.

Desideroso di evitare di diffondere qualsiasi informazione sbagliata, il dottore ha esaminato la ricerca nel settore, e ciò ha portato a dare vita al suo libro “Understanding Marijuana”.

Dopo aver esaminato tutta la scienza della cannabis, il dottore sentiva che non poteva più stare a guardare mentre la gente veniva spedita in galera per il possesso e l’uso di cannabis.

La ricerca ha mostrato a milioni di persone che si può usare cannabis in modo responsabile.

Le forze dell’ordine potrebbero usare il loro tempo in modo più saggio per combattere il crimine violento reale; I nostri sistemi giudiziari affollati potrebbero prendersi una pausa.

Ma più importante di qualsiasi stima dei costi e dei benefici, il dottore ritiene l’idea di punire le persone per il possesso e l’uso moralmente sbagliata.
Un’intervista esclusiva di BILLBOARD ha intervistato il dottore psicologo ponendogli domande che, nei nostri giorni, affrontano tematiche fondamentali per quanto riguarda l’educazione all’uso della Cannabis.

Contrariamente a quanto viene esposto da “esperti” e “ricercatori” italiani, tra cui il primo ricercatore sulla Cannabis del CRACIN di Rovigo, sulla cannabis – che nelle loro dichiarazioni demonizzano l’uso personale, paventando una coltivazione monopolistica per evitare problematiche probabilmente infondate e ne scoraggiano l’educazione all’uso corretto, cosciente ed indipendente del cittadino – il Dottore Psicologo Earleywine ha rilasciato una testimonianza molto forte ed improntata verso il coinvolgimento sociale e l’interazione tra persone.

Leggiamo le sue parole:

Intervistatore Billboard: Se un genitore scopre suo figlio che usa cannabis, quale sarebbe secondo lei il miglior modo di agire?
Dr. Earleywine: I genitori hanno bisogno di parlare della cannabis come parte di un dialogo più ampio che hanno con loro figli adolescenti. I dati di Harvard rivelano che fumare erba nei primi anni di vita può interferire nel carattere rispetto all’effetto che ha sugli adulti, con un cervello già formato. E’ necessario che vi sia un dialogo con i figli per educare ad un uso responsabile, preferibilmente da rinviare ad età adulta.

SAGER: La legge dice che i ragazzi possono fumare a 18 anni negli Stati Uniti. Si tratta di una età adeguata?
Dr. Earleywine: No, a mio parere si dovrebbe autorizzare dai 24 anni. Detto questo, abbiamo troppa tradizione con alcuni passaggi di età per invertire efficacemente il sistema. Se a 18 anni di età si vuole usare la cannabis, io incoraggio a farlo due volte al mese o anche meno e solo se si è di buon umore o in compagnia. L’utilizzo di cannabis per placare eventuali malumori in età precoce può portare ad una difficoltà di contrasto personale in alcuni soggetti più deboli. Gli unici adolescenti minorenni che dovrebbero usare regolarmente cannabis sono quelli che hanno una condizione medica in cui la cannabis sia un trattamento efficace ed anche allora consiglio la vaporizzazione come approccio migliore.

SAGER: Secondo lei va bene per i bambini e adolescenti minorenni vedere i loro genitori fumare erba?
Dr. Earleywine: I bambini vedono i loro genitori usare tranquillamente alcol e non per questo ne consegue una problematica. Nascondere a loro il consumo di cannabis sembra una situazione davvero strana a mio parere. Suggerirei che una modellazione ed educazione su un uso appropriato, anche che parta dalla famiglia, abbia il potenziale per insegnare ai bambini ed agli adolescenti minorenni buone capacità molto utili per più tardi nella loro vita.

Questo articolo è originariamente apparso nel numero 28 gennaio di Billboard.









































































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1 febbraio 2017 16:39 - ennius4531
Anche i gatti sanno che per l'erba magica ad uso terapeutico non esiste divieto alcuno anche se si tenta di far credere che sia il toccasana per tutte le malattie di questo mondo.
Poi ci sono i furbastri che vogliono far passare l'idea che se va bene per i malati altrettanto bene va per i sani.

Balle.

Alcune delle tante ricerche specialistiche ci dicono che ...

Harvard Medical School 16/04/2014

Abstract

' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le persone che avevano usato cannabis una o due volte la settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le emozioni, la motivazione e la dipendenza.

I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di studenti che non avevano mai consumato la droga.

Due sezioni principali del cervello sono risultate essere colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su migliaia di soggetti .

L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter, professore di psichiatria e scienze comportamentali alla Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia associato a conseguenze negative. ...."

Mark Winstanley , chief executive del centro per malati mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono consapevoli dei rischi.”

Da Aduc ...

AUSTRALIA - Uso cannabis regolare sotto 17 anni. Studio: maggiore rischio suicidio e abbandono studio
Notizia  10 settembre 2014 12:28
 
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli studi secondari ed è a rischio significativamente più alto di non completare quelli universitari, di usare altre droghe e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai fumata.

Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da parte di adolescenti, e che i risultati educativi più scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi usa la droga meno di una volta al mese. Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso.

Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. I ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di suicidio, e depressione.

Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60% minore di completare la scuola superiore o l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi nella vita.

"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis, che la renderebbero più accessibile ai più giovani", scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins.

"Le autorità devono essere consapevoli che un suo uso in adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla salute, sul benessere e sull'affermazione personale", aggiunge.

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Versione originale

The Lancet Psychiatry

Young adult sequelae of adolescent cannabis use: an integrative analysis
Volume 1, No. 4, p286–293, September 2014

Dr Edmund Silins, PhD!L John Horwood, MSc, Prof George C Patton, MD, Prof David M Fergusson, PhD, Craig A Olsson, PhD, Delyse M Hutchinson, PhD, Elizabeth Spry, BA, Prof John W Toumbourou, PhD, Prof Louisa Degenhardt, PhD, Wendy Swift, PhD, Carolyn Coffey, PhD, Robert J Tait, PhD, Primrose Letcher, PhD, Prof Jan Copeland, PhD, Richard P Mattick, PhD, ....

Summary
Background
Debate continues about the consequences of adolescent cannabis use. Existing data are limited in statistical power to examine rarer outcomes and less common, heavier patterns of cannabis use than those already investigated; furthermore, evidence has a piecemeal approach to reporting of young adult sequelae. We aimed to provide a broad picture of the psychosocial sequelae of adolescent cannabis use.
Methods
We integrated participant-level data from three large, long-running longitudinal studies from Australia and New Zealand: the Australian Temperament Project, the Christchurch Health and Development Study, and the Victorian Adolescent Health Cohort Study. We investigated the association between the maximum frequency of cannabis use before age 17 years (never, less than monthly, monthly or more, weekly or more, or daily) and seven developmental outcomes assessed up to age 30 years (high-school completion, attainment of university degree, cannabis dependence, use of other illicit drugs, suicide attempt, depression, and welfare dependence). The number of participants varied by outcome (N=2537 to N=3765).
Findings
We recorded clear and consistent associations and dose-response relations between the frequency of adolescent cannabis use and all adverse young adult outcomes. After covariate adjustment, compared with individuals who had never used cannabis, those who were daily users before age 17 years had clear reductions in the odds of high-school completion (adjusted odds ratio 0·37, 95% CI 0·20–0·66) and degree attainment (0·38, 0·22–0·66), and substantially increased odds of later cannabis dependence (17·95, 9·44–34·12), use of other illicit drugs (7·80, 4·46–13·63), and suicide attempt (6·83, 2·04–22·90).
Interpretation
Adverse sequelae of adolescent cannabis use are wide ranging and extend into young adulthood. Prevention or delay of cannabis use in adolescence is likely to have broad health and social benefits. Efforts to reform cannabis legislation should be carefully assessed to ensure they reduce adolescent cannabis use and prevent potentially adverse developmental effects.
Funding
Australian Government National Health and Medical Research Council.
1 febbraio 2017 12:45 - armando977
Università di Tel Aviv hanno scoperto che basse dosi di THC – il componente psicoattivo della marijuana – possono proteggere il cervello dai danni causati da lesioni, mancanza di ossigenazione (ipossia), convulsioni, tossicità da farmaci eccetera, che possono avere serie conseguenze sia come deficit cognitivi che gravi danni neurologici. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Behavioural Brain Research and Experimental Brain Research.

http://www.lastampa.it/2013/06/03/scienza/benessere/salute/u n-componente-della-marijuana-puo-aiutare-a-prevenire-i-danni -cerebrali-5EPGNGnwf2GOcAIIG1ddTP/pagina.html

Un articolo del settimanale londinese Time cita Andras Bilkei-Gorzo dell’Istituto di Psichiatria dell’Università di Bonn in Germania, per spiegare che l’attività dei cannabinoidi fa come da cuscinetto per i neuroni, proteggendoli dall’invecchiamento e alleviando i sintomi delle malattie neurodegenerative.
http://healthland.time.com/2012/10/29/how-cannabinoids-may-s low-brain-aging/

Secondo uno studio i cui risultati preliminari sono stati pubblicati sulla rivista Aging and Mechanisms of the Disease, partner della celebre rivista scientifica Nature, dai ricercatori del Salk Institute in California, dalla cannabis può arrivare un aiuto per trattare l’Alzheimer: i suoi componenti infatti combattono e aiutano ad eliminare la proteina tossica beta amiloide, che causa questa forma di demenza
http://www.nature.com/npjamd/

Oppure in quest’ultimo studio, pubblicato sul British Journal of Pharmacology, la dottoressa Hava Avraham ed i suoi colleghi hanno scoperto che i cannabinoidi possono anche offrire protezione da una proteina tossica creata dal virus dell’HIV, nota come proteina gp120.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/bph.12478/abstrac t

Poi si passa ad un evergreen: “guidare sotto l’effetto di cannabis raddoppia il rischio di incidenti”. Uno studio scientifico realizzato in America nel 2015 dalla National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) dice in realtà una cosa diversa: “Una volta che i dati sono stati aggiustati per le variabili confondenti, il consumo di cannabis non era associato ad una maggiore probabilità di causare un incidente”. Lo studio ha incluso più di 3mila conducenti che sono stati coinvolti in incidenti nel corso di un periodo di 20 mesi a Virginia Beach, in Virginia, in oltre 6mila controlli, di persone che hanno guidato nella stessa zona durante lo stesso periodo, ma non hanno fatto incidenti.
file:///C:/Users/Admin/Downloads/812117-Drug_and_Alcohol_Cra sh_Risk.pdf

Passiamo poi ad un altro classico: la dipendenza da cannabis. Per quanto riguarda la dipendenza da cannabis nel dicembre ’97 una commissione di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha depositato i risultati di uno studio comparativo tra cannabis, alcol e tabacco. Lo studio indicava, aldilà di ogni dubbio, che i derivati della cannabis inducono una dipendenza meno forte e rappresentano una minaccia meno grave per la salute, rispetto ad alcol e tabacco, anche per chi ne fa un uso esteso e quotidiano. Su pressioni dell’amministrazione USA, tali risultati sono stati censurati, e non compaiono nella versione ufficiale del rapporto. La rivista britannica New Scientist, venuta in possesso del rapporto, lo ha pubblicato sul suo numero del febbraio ’98
https://www.newscientist.com/article/mg15721224-600-special- report-marijuana/

Sulla questione “Spinello uguale droga di passaggio” vi rimando ad uno studio scientifico ripreso dal Sunday Times nel 2011 ed eseguito da Centre for Economic Policy Research di Londra: “Quattro rilevazioni, condotte su quasi 17.000 persone, sono state effettuate ad Amsterdam nel 1987, 1990, 1994 e 1997. Lo studio ha trovato che c’era poca differenza nella probabilità che un individuo iniziasse a usare cocaina a seconda che in precedenza avesse o meno usato Cannabis. Benché un numero significativo di persone avessero usato droghe leggere e pesanti, questo era legato alle caratteristiche personali e alla predisposizione alla sperimentazione”. Lo spiega meglio il dottor Mattia Pacini, psicoterapeuta specialista in Psichiatria: “Non basta dire che ad esempio quasi tutti gli eroinomani in passato hanno iniziato con droghe più leggere, varrebbe per la Cannabis come il tabacco. Di tutti quelli che provano la Cannabis una minoranza passa poi alle droghe pesanti, in particolare all’eroina. E’ vero che chi usa Cannabis di solito prova le altre droghe di più, e prima (ad una età minore). E’ anche vero che chi prova la Cannabis sotto i vent’anni tende a passare alle altre droghe molto più spesso che non chi la prova in età meno giovane. Anche questo tipo di dati non significa però niente, perché in realtà le cose potrebbero semplicemente stare in questo modo: chi usa sostanze, a partire ovviamente da quelle legali e più reperibili, in età precoce, ha una tendenza indiscriminata a provare tutte le droghe, e quindi proverà più probabilmente e prima anche quelle illegali e pesanti. Quindi il “ponte” non lo farebbe la sostanza, Cannabis o altro, ma il temperamento della persona che prova e rischia, e che è attratta da tutto ciò con cui si può stimolare o alterare (la cosiddetta personalità “tossicofilica”).

http://www.drugscience.org/sfu/sfu_gateway.html

Non solo, studi recenti indicano addirittura la Cannabis come “sostanza di uscita”, da dipendenze come quelle dovute ad alcool, droghe pesanti e nicotina, altro che di inizio!
Uno degli studi sulle droghe più approfonditi e attendibili degli ultimi anni, è quello pubblicato nel 2007 dalla rivista scientifica “The Lancet”, che classifica la Cannabis all’11° posto (in base a danno fisico, dipendenza e danno sociale), con l’alcol al 5° e il tabacco al 9°.

http://www.cannabisterapeutica.info/2015/07/22/exit-drug-la- cannabis-come-farmaco-per-vincere-la-dipendenza-da-cocaina/
http://www.cannabisterapeutica.info/2013/09/30/il-cbd-per-co mbattere-la-dipendenza-da-nicotina/

http://www.cannabisterapeutica.info/2016/02/01/cannabis-tera peutica-al-posto-degli-oppioidi-piu-sicura-e-non-causa-morti /

http://www.enjoint.info/?p=7858

http://www.cannabisterapeutica.info/2014/03/17/la-cannabis-n el-trattamento-delle-dipendenze-da-alcool-e-droghe-pesanti/
http://www.enjoint.info/?p=879

Sulla falsità del thc come causa di disturbi mentali e psicosi:
http://droghe.aduc.it/articolo/cannabis+provoca+schizofrenia +studio+nessun+dato_17163.php

http://www.cannabisterapeutica.info/2014/11/21/cannabis-e-ce rvello-il-dibattito-scientifico-sugli-effetti-del-consumo/ http://www.cannabisterapeutica.info/2015/03/19/cannabis-e-ce rvello-la-battaglia-degli-studi-pro-e-contro/

http://www.cannabisterapeutica.info/2016/11/09/studio-dellun iversita-di-harvard-la-cannabis-migliora-le-capacita-cogniti ve/

Passiamo poi alla “diminuzione delle abilità mentali con perdita di 8 punti del QI tra i 13 ed i 38 anni”. E’ una bugia che è stata smentita dalla stessa testata scientifica che aveva pubblicato lo studio, che ha pubblicato uno altro studio per sbugiardare la precedente ricerca. Il primo studio è stato condotto su un campione di mille persone residenti a Dunedin, in Nuova Zelanda, che sono state seguite per 25 anni: tutti gli individui del campione sono stati sottoposti a un primo test di misurazione del Q.I. all’età di 13 anni e, successivamente, ad un altro test quando tutti i partecipanti avevano circa 40 anni. Coloro che hanno dichiarato di aver fatto uso di marijuana prima dei 18 anni hanno totalizzato un punteggio più basso nel secondo test. Secondo i ricercatori la causa di questa perdita di intelligenza sarebbe da imputare ai danni prodotti dalla cannabis al cervello.
Il nuovo studio, condotto da Ole Rogeberg del Ragnar Frisch Center for Economic Research di Oslo è stato pubblicato sempre sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences e nega i risultati dello studio neozelandese, spiegando che “lo studio fa confusione” e il calo del punteggio totalizzato nel test non sarebbe dovuto alla cannabis ma da differenze socioeconomiche tra gli individui del campione. La causa del presunto instupidimento non sarebbe quindi l’aver o meno fumato cannabis e i risultati dei test dipenderebbero in realtà dal grado di istruzione conseguito e dall’occupazione svolta dai partecipanti.

http://www.pnas.org/content/110/11/4251.abstract

Sul fatto che nessuno viene incarcerato per pochi grammi ti mando invece solo l'ultimo perchè ogni giorno decine e decine di persone vengono incarcerate per possesso di modiche quantità:

http://www.dolcevitaonline.it/trovato-con-8-grammi-di-erba-r agazzo-arrestato-e-rinchiuso-ai-domiciliari/
1 febbraio 2017 1:11 - ennio4531
I genitori “dovrebbero” fumare Cannabis davanti ai loro figli? La risposta di un Professore di Psicologia

Mitch Earleywine, Ph.D., è professore di Psicologia presso l’Università dello Stato di New York nella città di Albany, la capitale.

Ha conseguito la Laurea alla Columbia University e il dottorato presso l’Indiana University; il dottore Earleywine ha effettuato oltre 100 pubblicazioni su riviste scientifiche sulle dipendenze ed ha ricevuto borse di ricerca presso l’Istituto nazionale per un’analisi sull’abuso di alcool e l’alcolismo.

Dopo anni passati come ricercatore sull’alcol, il dottore cominciò a insegnare ad un corso di laurea sulle droghe ed il comportamento umano. Era entusiasta di condividere tutti i pericoli dell’alcol con un folto gruppo di studenti universitari.

Gli studenti, tuttavia, erano molto più interessati alla Cannabis.

Desideroso di evitare di diffondere qualsiasi informazione sbagliata, il dottore ha esaminato la ricerca nel settore, e ciò ha portato a dare vita al suo libro “Understanding Marijuana”.

Dopo aver esaminato tutta la scienza della cannabis, il dottore sentiva che non poteva più stare a guardare mentre la gente veniva spedita in galera per il possesso e l’uso di cannabis.

La ricerca ha mostrato a milioni di persone che si può usare cannabis in modo responsabile.

Le forze dell’ordine potrebbero usare il loro tempo in modo più saggio per combattere il crimine violento reale; I nostri sistemi giudiziari affollati potrebbero prendersi una pausa.

Ma più importante di qualsiasi stima dei costi e dei benefici, il dottore ritiene l’idea di punire le persone per il possesso e l’uso moralmente sbagliata.








Un’intervista esclusiva di BILLBOARD ha intervistato il dottore psicologo ponendogli domande che, nei nostri giorni, affrontano tematiche fondamentali per quanto riguarda l’educazione all’uso della Cannabis.

Contrariamente a quanto viene esposto da “esperti” e “ricercatori” italiani, tra cui il primo ricercatore sulla Cannabis del CRACIN di Rovigo, sulla cannabis – che nelle loro dichiarazioni demonizzano l’uso personale, paventando una coltivazione monopolistica per evitare problematiche probabilmente infondate e ne scoraggiano l’educazione all’uso corretto, cosciente ed indipendente del cittadino – il Dottore Psicologo Earleywine ha rilasciato una testimonianza molto forte ed improntata verso il coinvolgimento sociale e l’interazione tra persone.

Leggiamo le sue parole:

Intervistatore Billboard: Se un genitore scopre suo figlio che usa cannabis, quale sarebbe secondo lei il miglior modo di agire?
Dr. Earleywine: I genitori hanno bisogno di parlare della cannabis come parte di un dialogo più ampio che hanno con loro figli adolescenti. I dati di Harvard rivelano che fumare erba nei primi anni di vita può interferire nel carattere rispetto all’effetto che ha sugli adulti, con un cervello già formato. E’ necessario che vi sia un dialogo con i figli per educare ad un uso responsabile, preferibilmente da rinviare ad età adulta.

SAGER: La legge dice che i ragazzi possono fumare a 18 anni negli Stati Uniti. Si tratta di una età adeguata?
Dr. Earleywine: No, a mio parere si dovrebbe autorizzare dai 24 anni. Detto questo, abbiamo troppa tradizione con alcuni passaggi di età per invertire efficacemente il sistema. Se a 18 anni di età si vuole usare la cannabis, io incoraggio a farlo due volte al mese o anche meno e solo se si è di buon umore o in compagnia. L’utilizzo di cannabis per placare eventuali malumori in età precoce può portare ad una difficoltà di contrasto personale in alcuni soggetti più deboli. Gli unici adolescenti minorenni che dovrebbero usare regolarmente cannabis sono quelli che hanno una condizione medica in cui la cannabis sia un trattamento efficace ed anche allora consiglio la vaporizzazione come approccio migliore.

SAGER: Secondo lei va bene per i bambini e adolescenti minorenni vedere i loro genitori fumare erba?
Dr. Earleywine: I bambini vedono i loro genitori usare tranquillamente alcol e non per questo ne consegue una problematica. Nascondere a loro il consumo di cannabis sembra una situazione davvero strana a mio parere. Suggerirei che una modellazione ed educazione su un uso appropriato, anche che parta dalla famiglia, abbia il potenziale per insegnare ai bambini ed agli adolescenti minorenni buone capacità molto utili per più tardi nella loro vita.

Questo articolo è originariamente apparso nel numero 28 gennaio di Billboard.







































































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31 gennaio 2017 15:43 - ennius4531
Non c'è ambito come in quello della musica leggera in cui, un giorno sí è uno no, assistiamo ad una moría suicida di giovani talenti a causa principalmente delle erbe magiche. 

Ricerche specialistiche e testimonianze ne spiegano il motivo .

"...I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di studenti che non avevano mai consumato la droga.

Due sezioni principali del cervello sono risultate essere colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali."

Elton John ha raccontato i suoi trascorsi .. erbivendoli a Matt Lauer durante il programma "Today"

"Mi venivano attacchi epilettici e diventavo blu. Mi trovano sul pavimento e mi mettevano a letto e dopo 40 minuti ero già lì che mi facevo un’altra striscia"..

"Rimanevo sveglio, fumavo qualche spinello, bevevo una bottiglia di Johnnie Walker e non mi addormentavo per tre giorni. Poi mi addormentavo per un giorno e mezzo, mi svegliavo ed ero affamatissimo perché non avevo mangiato. 

Mi facevo tre panini al bacon, un barattolo di gelato e poi vomitavo tutto perché ero diventato bulimico. E poi ricominciavo tutto dall’inizio. La mia vita era una tragedia".

"Ho sprecato una bella fetta della mia vita. Ero drogato ed egocentrico. C’erano persone, amici, che mi morivano accanto ma la cosa non mi fermava dal continuare a vivere quella vita, il che è la parte più terribile della dipendenza. Sai, è una malattia davvero brutta".
31 gennaio 2017 2:53 - ennio4531
Cannabis, Creatività e Musica

Non è un segreto che, molto spesso, la cannabis e le arti siano strettamente correlate e, se parliamo del mondo della musica, è ancora più marcata ad oggi oggi, e gli artisti che utilizzano sono più aperti per quanto riguarda l’uso e il supporto alla causa.

Ed è che nel corso della storia che molte band sono state conosciute per il loro amore di questa pianta nel migliorare la loro creatività, come un simbolo di protesta o semplicemente per piacere, fin dai tempi della nascita del jazz fino al pop più ” adolescente “.

La verità è che la marijuana vola con musica del primo Novecento, dalla mano di artisti famosi come Count Basie, Dizzy Gillespie, Louis Armstrong, Miles Davis e Ray Charles, che dai primi anni ’20 (anche qualcosa prima ) ai ’50, la hanno usata come ispirazione nei loro concerti, per comporre e per rilassarsi e sentire la musica, in aggiunta al dimenticare la fatica della loro vita dura, dando un colore speciale ai loro spettacoli.

Il fatto che la pianta sia stata utilizzata solo nei circoli di musicisti neri, e che era legato a uno stile di vita selvaggio e folle, fece sì che una volta che si è deciso di vietarla nel 1923, a New Orleans, lo Stato ha cominciato la persecuzione basata sul razzismo indiscriminatamente accusando ogni uomo o donna di colore.

Pochi anni più tardi la marijuana raggiunge il suo picco di storia grazie al movimento di controcultura del movimento “Hippy” sia in California e nel Regno Unito.

E’ proprio in questo momento che sono nati gruppi come Pink Floyd, Charles Mingus, i Rolling Stones, The Doors, Jimi Hendrix (e il suo classico chiamato come la marijuana Purple Haze), o Bob Dylan, che si dice abbia iniziato gli stessi Beatles al mondo cannabico.

In questo momento è anche nata in Jamaica la musica Reggae, il risultato dell’evoluzione di Ska, Rocksteady, Rnb, ispirato ai dolci aromi di cannabis che galleggiano intorno all’isola, per gentile concessione della tradizione religiosa del rastafarianesimo.

Questo movimento è stato guidato da grandi cantanti giamaicani come Peter Tosh , Lee Scratch Perry e Bob Marley , riempiendo molte teste con messaggi di amore e pro umanità, ma anche di molte altre tematiche, in particolare relative alla vita sull’isola e al movimento stesso e le credenze Rastafari.
Oggi, gli artisti di tutti i tipi e stili di musica consumano apertamente marijuana, in particolare nel mondo dell’ Hip Hop americano, con esponenti come Snoop Dogg , Red Man , Method Man , Whiz Kalifa o il famosissimo defunto 2Pac; la difesa è come uno strumento di sopravvivenza sulla strada, e la cannabis è come il punto creativo per il collegamento con le muse del rap.

E si è raggiunto un punto in cui l’erba è riuscita ad espandersi nella generazione pop più giovane, grazie anche a Justin Bieber , Rihanna o Miley Cyrus , che la usano soprattutto per pubblicizzare, guadagnare fama e notizie, a differenza dei primi musicisti che la usavano maggiormente come strumento terapeutico e per ampliare la creatività.




















































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30 gennaio 2017 21:51 - ennius4531
Non c'è ambito come in quello della musica leggera in cui, un giorno sí è uno no, assistiamo ad una moría suicida di giovani talenti a causa principalmente delle erbe magiche. 

Ricerche specialistiche e testimonianze ne spiegano il motivo .

"...I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di studenti che non avevano mai consumato la droga.

Due sezioni principali del cervello sono risultate essere colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali."

Elton John ha raccontato i suoi trascorsi .. erbivendoli a Matt Lauer durante il programma "Today"

"Mi venivano attacchi epilettici e diventavo blu. Mi trovano sul pavimento e mi mettevano a letto e dopo 40 minuti ero già lì che mi facevo un’altra striscia"..

"Rimanevo sveglio, fumavo qualche spinello, bevevo una bottiglia di Johnnie Walker e non mi addormentavo per tre giorni. Poi mi addormentavo per un giorno e mezzo, mi svegliavo ed ero affamatissimo perché non avevo mangiato. 

Mi facevo tre panini al bacon, un barattolo di gelato e poi vomitavo tutto perché ero diventato bulimico. E poi ricominciavo tutto dall’inizio. La mia vita era una tragedia".

"Ho sprecato una bella fetta della mia vita. Ero drogato ed egocentrico. C’erano persone, amici, che mi morivano accanto ma la cosa non mi fermava dal continuare a vivere quella vita, il che è la parte più terribile della dipendenza. Sai, è una malattia davvero brutta".
30 gennaio 2017 21:08 - ennio4531
Cannabis, Creatività e Musica

Non è un segreto che, molto spesso, la cannabis e le arti siano strettamente correlate e, se parliamo del mondo della musica, è ancora più marcata ad oggi oggi, e gli artisti che utilizzano sono più aperti per quanto riguarda l’uso e il supporto alla causa.

Ed è che nel corso della storia che molte band sono state conosciute per il loro amore di questa pianta nel migliorare la loro creatività, come un simbolo di protesta o semplicemente per piacere, fin dai tempi della nascita del jazz fino al pop più ” adolescente “.

La verità è che la marijuana vola con musica del primo Novecento, dalla mano di artisti famosi come Count Basie, Dizzy Gillespie, Louis Armstrong, Miles Davis e Ray Charles, che dai primi anni ’20 (anche qualcosa prima ) ai ’50, la hanno usata come ispirazione nei loro concerti, per comporre e per rilassarsi e sentire la musica, in aggiunta al dimenticare la fatica della loro vita dura, dando un colore speciale ai loro spettacoli.

Il fatto che la pianta sia stata utilizzata solo nei circoli di musicisti neri, e che era legato a uno stile di vita selvaggio e folle, fece sì che una volta che si è deciso di vietarla nel 1923, a New Orleans, lo Stato ha cominciato la persecuzione basata sul razzismo indiscriminatamente accusando ogni uomo o donna di colore.

Pochi anni più tardi la marijuana raggiunge il suo picco di storia grazie al movimento di controcultura del movimento “Hippy” sia in California e nel Regno Unito.

E’ proprio in questo momento che sono nati gruppi come Pink Floyd, Charles Mingus, i Rolling Stones, The Doors, Jimi Hendrix (e il suo classico chiamato come la marijuana Purple Haze), o Bob Dylan, che si dice abbia iniziato gli stessi Beatles al mondo cannabico.

In questo momento è anche nata in Jamaica la musica Reggae, il risultato dell’evoluzione di Ska, Rocksteady, Rnb, ispirato ai dolci aromi di cannabis che galleggiano intorno all’isola, per gentile concessione della tradizione religiosa del rastafarianesimo.

Questo movimento è stato guidato da grandi cantanti giamaicani come Peter Tosh , Lee Scratch Perry e Bob Marley , riempiendo molte teste con messaggi di amore e pro umanità, ma anche di molte altre tematiche, in particolare relative alla vita sull’isola e al movimento stesso e le credenze Rastafari.
Oggi, gli artisti di tutti i tipi e stili di musica consumano apertamente marijuana, in particolare nel mondo dell’ Hip Hop americano, con esponenti come Snoop Dogg , Red Man , Method Man , Whiz Kalifa o il famosissimo defunto 2Pac; la difesa è come uno strumento di sopravvivenza sulla strada, e la cannabis è come il punto creativo per il collegamento con le muse del rap.

E si è raggiunto un punto in cui l’erba è riuscita ad espandersi nella generazione pop più giovane, grazie anche a Justin Bieber , Rihanna o Miley Cyrus , che la usano soprattutto per pubblicizzare, guadagnare fama e notizie, a differenza dei primi musicisti che la usavano maggiormente come strumento terapeutico e per ampliare la creatività.
























































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30 gennaio 2017 19:12 - ennius4531
Non c'è ambito come in quello della musica leggera in cui, un giorno sí e uno no, assistiamo ad una moría suicida di giovani talenti a causa principalmente delle erbe magiche.

Ricerche specialistiche e testimonianze ne spiegano il motivo .

"...I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di studenti che non avevano mai consumato la droga.

Due sezioni principali del cervello sono risultate essere colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali."

Elton John ha raccontato i suoi trascorsi .. erbivendoli a Matt Lauer durante il programma "Today"

"Mi venivano attacchi epilettici e diventavo blu. Mi trovano sul pavimento e mi mettevano a letto e dopo 40 minuti ero già lì che mi facevo un’altra striscia"..

"Rimanevo sveglio, fumavo qualche spinello, bevevo una bottiglia di Johnnie Walker e non mi addormentavo per tre giorni. Poi mi addormentavo per un giorno e mezzo, mi svegliavo ed ero affamatissimo perché non avevo mangiato.

Mi facevo tre panini al bacon, un barattolo di gelato e poi vomitavo tutto perché ero diventato bulimico. E poi ricominciavo tutto dall’inizio. La mia vita era una tragedia".

"Ho sprecato una bella fetta della mia vita. Ero drogato ed egocentrico. C’erano persone, amici, che mi morivano accanto ma la cosa non mi fermava dal continuare a vivere quella vita, il che è la parte più terribile della dipendenza. Sai, è una malattia davvero brutta".
29 gennaio 2017 22:25 - ennio4531
Cannabis, Creatività e Musica

Non è un segreto che, molto spesso, la cannabis e le arti siano strettamente correlate e, se parliamo del mondo della musica, è ancora più marcata ad oggi oggi, e gli artisti che utilizzano sono più aperti per quanto riguarda l’uso e il supporto alla causa.

Ed è che nel corso della storia che molte band sono state conosciute per il loro amore di questa pianta nel migliorare la loro creatività, come un simbolo di protesta o semplicemente per piacere, fin dai tempi della nascita del jazz fino al pop più ” adolescente “.

La verità è che la marijuana vola con musica del primo Novecento, dalla mano di artisti famosi come Count Basie, Dizzy Gillespie, Louis Armstrong, Miles Davis e Ray Charles, che dai primi anni ’20 (anche qualcosa prima ) ai ’50, la hanno usata come ispirazione nei loro concerti, per comporre e per rilassarsi e sentire la musica, in aggiunta al dimenticare la fatica della loro vita dura, dando un colore speciale ai loro spettacoli.

Il fatto che la pianta sia stata utilizzata solo nei circoli di musicisti neri, e che era legato a uno stile di vita selvaggio e folle, fece sì che una volta che si è deciso di vietarla nel 1923, a New Orleans, lo Stato ha cominciato la persecuzione basata sul razzismo indiscriminatamente accusando ogni uomo o donna di colore.

Pochi anni più tardi la marijuana raggiunge il suo picco di storia grazie al movimento di controcultura del movimento “Hippy” sia in California e nel Regno Unito.

E’ proprio in questo momento che sono nati gruppi come Pink Floyd, Charles Mingus, i Rolling Stones, The Doors, Jimi Hendrix (e il suo classico chiamato come la marijuana Purple Haze), o Bob Dylan, che si dice abbia iniziato gli stessi Beatles al mondo cannabico.

In questo momento è anche nata in Jamaica la musica Reggae, il risultato dell’evoluzione di Ska, Rocksteady, Rnb, ispirato ai dolci aromi di cannabis che galleggiano intorno all’isola, per gentile concessione della tradizione religiosa del rastafarianesimo.

Questo movimento è stato guidato da grandi cantanti giamaicani come Peter Tosh , Lee Scratch Perry e Bob Marley , riempiendo molte teste con messaggi di amore e pro umanità, ma anche di molte altre tematiche, in particolare relative alla vita sull’isola e al movimento stesso e le credenze Rastafari.
Oggi, gli artisti di tutti i tipi e stili di musica consumano apertamente marijuana, in particolare nel mondo dell’ Hip Hop americano, con esponenti come Snoop Dogg , Red Man , Method Man , Whiz Kalifa o il famosissimo defunto 2Pac; la difesa è come uno strumento di sopravvivenza sulla strada, e la cannabis è come il punto creativo per il collegamento con le muse del rap.

E si è raggiunto un punto in cui l’erba è riuscita ad espandersi nella generazione pop più giovane, grazie anche a Justin Bieber , Rihanna o Miley Cyrus , che la usano soprattutto per pubblicizzare, guadagnare fama e notizie, a differenza dei primi musicisti che la usavano maggiormente come strumento terapeutico e per ampliare la creatività.












































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