Nel 93, da oltre 10 anni, lavoravo in una azienda
metalmeccanica neppure tanto piccola, visto che occupava
compressivamente circa 3000 dipendenti in 6 stabilimenti
sparsi sul territorio italiano.
Il gruppo, entrò
in crisi nel 92 e dopo 1 anno di stipendi non pagati, 1 di
cassa integrazione ordinaria, ci mise quasi tutti in
straordinaria (900 mila lire al mese). Il tutto,
appunto, dopo circa 1 anno di insolvenza in cui non furono
neppure pagati gli stipendi, a nessuno.
Nonostante tutte le promesse dei sindacalisti nulla accadde
e nulla ci aiutò.
Il gruppo fu poi dichiarato
insolvente con un buco di circa 2000 miliardi di vecchie
lire e fu commissariato.
Il commissario smembrò
il gruppo facendo il solito spezzatino e vendendo i vari
stabilimenti delle varie aziende.
A distanza di
anni molti di noi non hanno mai preso una lira per il solo
fatto che alcune aziende avevano un valore in immobili
mentre altre, molte, avevano solo un marchio sulla carta
(aria fritta).
Ci siamo fatti su le maniche e ci
siamo trovati altri lavori, altre sistemazioni, altri
impieghi.
Nessuno si é accorto di nulla e
nessuno si é stracciato le vesti per noi.
Anzi,
il sig.Bersani (oggi onorevole del PD e al tempo non ricordo
se era assessore regionale o qualcosa del genere) venne pure
a trovarci per tranquillizzarci che il gruppo sarebbe stato
salvato e così pure le aziende singole, così come i posti
di lavoro.
Nulla di tutto questo accadde e la
più grossa delle aziende, la capogruppo, fu ridotta al
lumicino con meno di 100 addetti rispetto ai quesi 1000 che
vi erano impiegati.
Morale: 1) non fidatevi
dei sindacati e dei politici che vi dicono "state
tranquilli". sono tutti cacciaballe a caccia solo di
visibilità e voti.
2) Se l'azienda per cui
lavorate "cola a picco", il mio consiglio é di
arrangravi e imparare a "nuotare" da soli !
Non aspettate che qualcuno vi salvi. salvatevi da soli
!
3) Come giustamente ha ricordato il collega
Danilo, tantissime aziende semplicemente falliscono senza
che nessuno muova un dito. Non vedo perché si debba
trattare diversamente chi invece ha vissuto per decenni
sulle spelle dei contribuenti italiani.
30 marzo 2008 0:00 - danilo
quanti dipendenti di aziende "in fase di riassesto
" , " riorganizzazione interna " ed
ammennicoli vari (piccole, medio-piccole,medio grandi e
grandi, ma non immense come alitalia )vengono posti in
mobilità -di fatto licenziati - con il contentino di un
anno di stipendio di circa 800 euro ed un anno a 600 euro,
tutti i santissimi giorni di questi ultimi disgraziatissimi
anni?
chi mai ha mosso un dito o pronunciato una
sola sillaba a loro sostegno ed a condanna della facilità
con cui si possono epurare così tanti posti di lavoro in
italia ? tutto normale, tutto regolare, bisogna adeguarsi al
mercato del lavoro...ci sono le agenzie di lavoro
interinale, o i call-center....
Ma deve fallire
alitalia per accorgersi che da un momento all'altro ci
si può trovare col culo per terra alla ricerca di raponzoli
per sfamarsi e sfamare la propria famiglia ?
Ora
il fatto che " appena " 2500 dipendenti di una
azienda che vanta quasi il doppio dell'occupazione
necessaria in altre analoghe di altri paesi, con
retribuzioni superiori a quelle di altre analoghe in altri
paesi, ( e, senza generalizzare, talvolta beccati a rubare
bagagli, proprietà private di altri onesti cittadini senza
che, per questo, abbiano visto il loro posto traballare
)debbano scatenare cosi tanta mobilitazione di politici,
sindacati, imprenditori che vorrebbero salvarli, ma non
sanno bene come si organizza una cordata e di opinione
pubblica ?
non ci stò,il gioco si è fatto duro,
la vita è diventata una battaglia per la sopravvivenza e
tutte le nostre energie vengono spese per cercare di pararsi
il culo invece che per produrre pil.
mi dispiace
per quelli di alitalia, ma...oggi a me, domani a te.mi
adeguo.
un saluto,
danilo
28 marzo 2008 0:00 - Bruno Chiarantano
Si mi trovbo assolutamente d'accordo con l'articolo
!
Ci sarebbe da dire ancora di più. In realtà i
posti di lavoro di cui si parla "quelli di
Alitalia" in buona parte, escslusi forse i piloti, sono
stati oggetto di "compravendita" politica; molti
di tali posti, se non tutti, vengono da raccomandazioni
politiche. Molti dirigenti Alitalia, sono stati nominati
politicamente per favorire il politico del
"momento", o il sindacalista, anche loro fanno
raccomandazioni. In tanti anni pensate voi quanti sono stati
assunti con tali modalità....
Ora dovremmo
tenere su tale baracca per i "lavoratori" e per
l'orgoglio di italiani ? Sono solo false bugie
ipocrite. Speriamo in Air France...
Saluti.
27 marzo 2008 0:00 - Disilluso
Aggiungerei anche il "piccolo dettaglio" che è
bastato un intervento di Berlusconi per far cambiare
atteggiamento ad Air France che già si sentiva padrona
"dell'affare".... Se vengono accettate le
proposte fatte da Berlusconi per abbassare la spesa pubblica
(è l'unico che ha fatto proposte in merito....), forse
mostri mangiasoldi tipo Alitalia, comincerebbero a
funzionare bene.
27 marzo 2008 0:00 - FABRIZIO
L'affare ALITALIA sarà la cartina di tornasole della
possibilità vera, falsa o anche solo presunta che esista
nella classe politica la volontà di risanare il paese
intero:
Se anche ALITALIA finirà a tarallucci,
vino e... sovvenzioni di stato, potremo metterci il cuore in
pace:
Saremo destinati a fare la fine
dell'Argentina !
Tutto il paese fallirà,
prima o poi, con o senza Alitalia, ma come l'Alitalia
!
Se invece si avrà il coraggio di trattare
l'Alitalia come una qualsiasi azienda privata che se é
decotta DEVE fallire e basta..... beh, allora, forse, forse,
c'é ancora un barlume di speranza che questo
disgraziato paese abbia il coraggio di estirpare i tanti
bubboni e i cancri che lo attanagliano, lo minano e vivono
succhiandogli linfa e forze.
Però..... questa
voglia di vendere a tutti costi ai francesi mi fa venire un
dubbio:
Il dubbio del "Ponzio Pilato"
!
E cioé la voglia e la fretta di
"scaricarsi" la coscienza dando l'azienda in
"pasto" ai Francesi in modo da poter dire un
domani ai licenziati e agli esuberi:
"Susate, non dipende più da noi, prendetevela coi
francesi....!"