Wafa Sultan Time Magazine l'ha annoverata tra i
cento intellettuali più influenti al mondo. La sua seconda
esistenza, dopo quella di esilio dalla Siria molti anni fa.
è iniziata il 21 febbraio 2006, durante un'epica
apparizione su Al Jazeera a fianco dell'islamologo
Ibrahim al Khouli, nella trasmissione "Al itijah al
muakes" (Controcorrente). "E' una guerra tra
una mentalità che appartiene al medioevo e una che
appartiene al XXI secolo - disse Wafa Sultan - è una guerra
tra civiltà e arretratezza, barbarie e razionalità,
libertà e oppressione, democrazia e dittatura. E' una
guerra tra quelli che trattano le donne come bestie e quelli
che le trattano come esseri umani". il video fa il giro
del mondo, in poche ore viene visto da oltre un milione di
persone. Su Al Jazeera Wafa viene ripetutamente definita
"eretica" e apostata da imam e predicatori.
Wafa Sultan viene salutata da molti come "un
rigenerante esempio di razionalità" scrive John Broder
sul New York Times e da altri come un'infedele che
merita solo di morire. I riformisti islamici l'hanno
elogiata per aver saputo dire in arabo e sul network
televisivo più seguito in arabo quello che pochi musulmani
oserebbero dire perfino in privato". Le autorità
religiose siriane la accusano di infedeltà e l'imam
della moschea al Hasan, a Damasco, proclama una condanna per
apostasia, tramire una fatwa durante il sermone del 24
febbraio: "Questa apostata nuoce alll'islam più di
quanto non abbiano nuociuto le vignette sul profeta
Muhamamd". Wafa aha incontratto il marito nel 1975,
all'Università di Aleppo e ha assistito
all'assassinio del suo professore di medicina, Yousif al
Yousif. I terroristi riempirono il suo corpo di pallottole
gridando "Allah Akbar !". Pochi giorni fa
Wafa Sultan è tornata su Al Jazeera, incappando nella furia
scomunicatrice di Yusuf al Qaradawi, capo del Consiglio
europeo per la fatwa e la ricerca con base a Londra e anima
della fratellanza musulmana in Europa. "Ogni fede che
decapita gli oppositori è destinata a trasformarsi in
terrorismo e tirannia" ha detto la dottoressa Sultan.
"Se vuoi cambiare il corso degli eventi, devi
riconoscere e rispettare il diritto alla vita degli altri,
devi insegnare amore, pace e coesistenza ai tuoi figli. Devi
rispettare il diritto all'esistenza di Israele. Io posso
denunciare i palestinesi come gli israeliani. Hamas ha
scelto e dovete pagare il prezzo delle vostre scelte. Io
sono certa che Israele voglia la pace, ma fintanto che
manterrete questi insegnamenti di odio, rancore e
terrorismo, non sarete in grado di fare la pace".
L'islamista egiziano Tal'at Rmeih che "una gang
controlla l'Occidente e non puoi criticare Israele e
l'Olocausto. Tutti quelli che criticano l'Olocausto
sono processati". il moderatore le fa notare che ci
sono dubbi sul numero esatto di ebrei uccisi durante
l'Olocausto. "Perché vuole che neghi i fatti ?
Perché vuoi che neghi l'Olocausto" ribatte Sultan.
Da allora vive in una località segreta insieme con la sua
famiglia. Anche due anni fa era stata la difesa
dell'ebraismo a scatenare le ire islamiste: "Gli
ebrei vengono da un immane tragedia, quella
dell'Olocausto, e hanno chiesto al mondo di essere
rispettati, con la loro cultura, non con il terrore, con il
loro lavoro, non piangendo e lamentandosi. L'umanità
deve la maggior parte delle scoperte del progresso
scientifico del XIX e XX secolo a scienziati ebrei. 15
milioni di persone, sparse per il mondo, si sono unite e
hanno guadagnato i loro diritti attraverso il lavoro e la
cultura. Non abbiamo visto un singolo ebreo farsi saltare in
aria in un ristorante tedesco. Non abbiamo visto un singolo
ebreo bruciare una chiesa. Non abbiamo visto un singolo
ebreo protestare ammazzando innocenti". Qaradawi
l'ha additata alla umma islamica. "Questa donna,
che maledice Allah, il suo Profeta, la nazione islamica, la
sharia, la fede islamica e la sua cultura". Qaradawi ha
chiesto e ottenuto le scuse dell'emittente qatariana per
aver ospitato la voce di Wafa Sultan. Qaradawi ha anche
invitato la blasfema a leggere la Torah: "Il concetto
di annichilimento origina nella Torah, quello in cui credono
Bush e la destra cristiana. Io biasimo al Jazeera che ha
consentito a questa donna di apparire sul canale e di dire
queste cose". Minacce di morte sono arrivate sulla
segreteria telefonica di Wafa Sultan. Uno dei messaggi
recitava: "Oh, sei ancora viva ? Aspetta e
vedrai". Poi un messaggio in arabo per posta
elettronica: "Se c'è uno che ti ucciderà quello
sono io". In attesa della prossima apparizione su al
Jazeera. "Sono ispirata da ogni singolo istante della
mia vita in America dice la psichiatra siriana.
"Questa esperienza di camminare liberamente per strada
senza essere accusata di essere una puttana è una
benedizione e un'esperienza e una benedizione per la
quale sarei disposta a morire pur di difenderla".
7 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Ivan, Non preoccuparti avevo capito benissimo, il mio
comprendimi era riferito alla mia lettera di presentazione
all'email della Sabahi
7 aprile 2008 0:00 - IVAN
Caro Francesco, nel dubbio, preciso che la mia allusione ad
un inutile “uragano” è riferita solo al gratuito
risalto mediatico che si dà alle reazioni al film di
Wilders (vicenda secondo me da liquidare con una semplice
pernacchia). Non ho bisogno di comprendere risposte a
domande che non mi sono posto, anche se apprezzo il tuo
sostegno alla dottoressa Sabahi. Ciao.
7 aprile 2008 0:00 - IVAN
Per Passante: ---------------------------- <<
Quindi, la conseguenza è che tutto si equivale. Scusami, ma
il Vangelo non è come il Corano. >>
Attento a
non cadere nella stessa trappola che ho descritto... A
tua volta, SE LO VUOI, puoi leggere nel mio commento che
“tutto si equivale”...oppure no. Sta a te; la tua
reazione prescinde da ciò che io realmente
intendevo.
Più precisamente, l'assunto del
mio commento era: se io sono una testa calda che cerca un
PRETESTO per attaccare qualcuno, questo pretesto
lo ricavo a volontà da QUALUNQUE COSA, anche
dalla fiaba di Biancaneve. Tutto qui.
(Più in
dettaglio:) È chiaro che la Bibbia non è il Corano:
sono scritti in maniera differente e parlano di cose
differenti. Ma a me non importerebbe nulla di scoprire i
significati oggettivi di questi libri: ho già deciso IN
ANTICIPO che in uno dei due libri troverò un pretesto
qualsiasi per sfogare la mia bellicosità. E tanto
basta. L'importante è sentirmi autorizzato da un
“nobile ideale”, e nulla come i testi religiosi possono
spalleggiarmi in questo – se li distorco a mio
favore.
Il film di Wilders è IN SÉ solo un
insieme di immagini neutrali; sta solo a me restarne
indifferente, lodarlo...o offendermi mettendo a ferro è
fuoco il pianeta. Ma la “colpa” non sarebbe del
film di Wilders: sono io che avevo GIÀ l'intenzione di
farlo, e mi serviva solo un finto pretesto. (Permettimi
di rimarcarlo, perché è la sintesi di tutto il tema:)
Film o non film, Bibbia o Corano, io avevo GIÀ
l'intenzione di attaccare qualcuno.
Ora
mi pare che sia più chiaro. Ma anche così, sta comunque a
te decidere cosa “vuoi” leggere...
7 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Su quella replica di Farian Sabahi 'dovuta'ad Afef
Jnifen
Sono riuscito a contattare Farian Sabahi,
docente del corso Islam e democrazia all'Università di
Torino, in merito al dibattito sulla conversione di
Magdi Allam e ai duri attacchi della signora Afef Tronchetti
Provera sia al vicedirettore del Corriere della Sera
sia alla Sabahi. Per fare chiarezza sul suo pensiero, Farian
Sabahi mi ha mandato per email la sua replica ad Afef
che non ha trovato spazio sul quotidiano La Stampa per
motivi di spazio, legati alla campagna elettorale
attualmente in corso in Italia.
Cara
Afef, Nella tua lettera scrivi di non comprendere la
mia posizione. Cerco quindi di spiegarmi meglio. La
conversione di Magdi Cristiano Allam è uno spunto per
discutere. A scanso di equivoci, difendo il suo diritto
di scegliere di diventare cristiano o, perché no,
ebreo. E il tuo di criticarlo per qualsivoglia motivo.
Scrivi che ho “preso un abbaglio, questo non è un
dibattito teologico, ma politico”. Di questi tempi
teologia e politica vanno a braccetto, difficile
separarli. Ho colto la conversione di Magdi come pretesto
per osservare, in occasione del sessantesimo
anniversario della Dichiarazione universale dei diritti
umani, che in Europa esistono diritti altrove limitati o
negati. Diritti che i musulmani e noi seconde
generazione,nati e cresciuti nel Vecchio continente,
rischiamo di dare per scontato.
Ho citato
gli ostacoli alla libertà religiosa in Egitto, dove Magdi
Allam è nato. E dove per le sue tesi revisioniste sul
Corano lo studioso Nasr Abu Zayd è stato dichiarato
eretico, divorziato d’ufficio e costretto all’esilio. E
ho incrociato libertà religiosa e diritti delle
donne (soffermandomi sul divieto coranico per una musulmana
di sposare un uomo di fede diversa) perché il grado
di civiltà si vede da come siamo trattate.
Tra i
Paesi islamici la Tunisia è all’avanguardia per i diritti
delle donne: la poligamia è vietata (chi contravviene
rischia un anno di carcere o una multa), il marito non può
ripudiare la moglie, se la abbandona deve pagarle gli
alimenti, in caso di divorzio il giudice affida i figli
tenendo conto dell’interesse dei minori, le donne
possono abortire anche senza il consenso del marito. Ma
molto resta da fare per giungere al pieno rispetto dei
diritti enunciati dalla Dichiarazione del 1948 e infatti
Amnesty International dedica un ampio report alle
violazioni del regime tunisino
Cara Afef, definisci il
Libano “progressista” e sono d’accordo che sia un
Paese per molti versi liberale. Ma le questioni
relative al diritto di famiglia (matrimoni, divorzi,
custodia dei figli, eredità) sono regolate dai tribunali
religiosi e, nel caso dell’Islam, da quelli sharaitici
delle diverse scuole giuridiche: soltanto i religiosi
possono celebrare le nozze (anche poligamiche) e solo
dopo il contratto matrimoniale passa all’anagrafe per la
registrazione. La mancata registrazione non invalida
il matrimonio, che è invece nullo in mancanza
dell’autorizzazione religiosa. Per le coppie miste
l’escamotage sono le nozze all’estero, in genere
nella vicina CiproVenendo all’Iran, dove è nato mio
padre ma da cui io non “vengo” visto che sono nata e
cresciuta in Italia, tu scrivi: “un Paese dove le
donne, che tu vorresti difendere a spada tratta
dall’Europa e non in prima linea a Teheran, vengono
ancora lapidate dopo giudizi sommari”. È vero, le
iraniane lottano contro le tante ingiustizie e per
l’uguaglianza giuridica, un tema di cui scrivo spesso
e che affronto nelle mie lezioni all’Università di
Torino. Se non sono in prima linea a Teheran è per
vari motivi, in primis perché la mia conoscenza della
lingua persiana non mi permette di scrivere sui giornali
iraniani e di tenere un’arringa in tribunale.
Compito che spetta all’avvocato Shirin Ebadi e ai suoi
colleghi. Insomma, a ognuno il suo mestiere.
Farian Sabahi Ph.D., School of Oriental and
African Studies, Università di Londra Docente di
"Islam e democrazia", Facoltà di Scienze
politiche, Università di Torino Corsi dal 19 novembre
2007 al 15 gennaio 2008 Orario di ricevimento: durante
il corso martedì ore 11-1150 in via Giolitti 33
(secondo piano) e poi su appuntamento I materiali
del corso si possono scaricare al blog
www.lastampa.it/sabahi
http://italiasvegliati.ilcannocchiale.it Shirin Ebadi,
nel 2003 è stata la prima iraniana e la prima donna
musulmana a essere onorata con il Premio Nobel per la
pace. F G Mangascià [email protected]
7 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Passante grazie veramente!
6 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Ivan, ho le risposte a tutta questa storia che ho iniziato
invadendo una casa altrui, dopo le darò. Comprendile.
6 aprile 2008 0:00 - passante
X Francesco Mangascià grazie per la segnalazione del
forum su La Stampa. Ho scritto anche io un post di
solidarietà per la dottoressa Sabahi, con altro nome.
6 aprile 2008 0:00 - passante
Quindi, caro Ivan, la conseguenza è che tutto si
equivale. Io non la penso assolutamente così.
Scusami ma caro ivan, ma il VANGELO NON E' COME IL
CORANO.
6 aprile 2008 0:00 - IVAN
Quanto uragano per un soffio di vento. L'intera
questione si riduce ad un mero atto di Volontà.
SE LO VOGLIO, riesco ad interpretare il Corano come un
testo fascista. SE LO VOGLIO, riesco ad interpretare il
Corano come un testo pacifista. SE LO VOGLIO, riesco
ad accettare la Bibbia come la Parola di Dio. SE LO
VOGLIO, riesco a leggere nella Bibbia un manuale del
perfetto nazista. SE LO VOGLIO, me ne infischio della
ragionevolezza e decapito lo stesso qualcuno
dell'ADUC.
La mancanza di buonsenso non è un
reato. Non c'è l'obbligo di essere obiettivi e
moderati, a meno che non lo si imponga con la forza (e
sarebbe una contraddizione in termini).
Il vero
punto è: chi si assume la responsabilità delle
conseguenze di ciò che IO ho “voluto”?
6 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
domani sulla vicenda di Farian Sabahi,si saprà qualcosa di
più
5 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Signor Pietro Yates Moretti, spero non me ne voglia se
proseguo qui sul suo post, a esprimere, e cercare consenso
per la mia solidarietà nei confronti di una giornalista
Farian Sabahi, il cui unico torto è stato quello di essere
risultata incomprndibile, alla moglie del signor Tronchetti
Provera, io invito sia lei che i suoi lettori a protestare
con una lettera alla Stampa, a [email protected] la
rubrica è condotta da Lucia Annunziata, poiché il
direttore di quel giornale, Giulio Anselmi, è ormai cosa
certissima che, ha impedito non solo alla Dott.ssa Sabahi
di replicare come era suo alienabile diritto alla signora
Afef Jnifen in Tronchetti Provera, per l'aggressione,
per me razzista, di cui era stata oggetto, ma ha impedito
anche alla stessa di postare persino nel suo blog, la sua
replica. Signor Pietro Yates Moretti, oltre a
scusarmi con eli per la mia invadenza, Le dò la mia parola
che se faccio appello sia a lei che a questa associazione e
ai suoi utenti di protestare, non è assolutamente per un
qualche mio tornaconto personale recondito ma, in verità
per voi stessi, poiché il popolo di Internet non si può
far mettere sotto né da dei Giulio Anselmi né da dei
Tronchetti Provera con tutto il potere della sua Telecom,
senza manco tentare di difendersi, poi si può pure perdere
ma, è anche vero che almeno abbiamo scontrato. il blog
in questione www.lastampa.it/sabahi
4 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Sta sfiorendo e cerca visibilità, la trova grazie al marito
4 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Passante, èda molto tempo che leggo la Stampa, mi piacciono
moltissimo i suoi giornalisti, ma, giovedì sono rimasto
veramente male nel vedere certe persone del jet set, come la
signora Alef Jenifen in Tronchetti Provera che,
incredibilmente, dopo aver avuto pubblicato un articolo a
mio avviso deprecabilissimo contro Magdi Allam sul giornale,
si è potuta permettere anche di oltraggiare, trattandola
immotivatamente come una pezza da piedi, la dottoressa
Farian Sabhai, Ph.D., School of Oriental and African
Studies,Università di Londra Docente di ‘Islam e
democrazia’, facoltà di Scienze politiche,
all'Università di Torino, permettendosi persino,
attraverso le origini iraniane della dottoressa, di svilire
tutto il mondo islamico non arabo, dando così sfoggio di un
panarabo razzismo nei confronti di quella comunità
musulmana islamica che non è né araba né wahabita. E
mettendo così le premesse ad un agitazione che potrebbe
sconvolgere il mondo musulmano. E sinceramente non abbiamo
alcun bisogno di simili atteggiamenti panarabo-razzista,
viste e considerate le situazioni attuali.
La
signora Jnifen in Tronchetti Provera, invece di riuscire a
prendersela attraverso le pagine del giornale la Stampa di
Torino con la dottoressa Sabahi, grazie ai buoni uffici del
marito, doveva innanzitutto rinnegare quella corrente
religiosa wahabo-salafita responsabile del terrorismo nel
mondo visto che è di matrice araba e non iraniana
Appurato che, la risposta della dott.ssa Sabahi alle
lettera della Signora Tronchetti Provera non arriva,
crediamo che, il marito di quella è riuscito a impedire il
diritto di replica alla dottoressa Sabahi, visti alcuni
notori precendenti della Telecom speriamo che, adesso, non
le intercettino anche il telefono e la posta elettronica,
per essere risultata invisa alla cenerentola tunisina.
4 aprile 2008 0:00 - Zio
in poche parole 'sta afef dice che il
"problema" della conversione di Magdi Allam non è
tanto il fatto che sia avvenuta (questione di coscienza) ma
il fatto che i mezzi d'informazione ne abbiano parlato
(questione "politica" secondo lei).....GENIALE! Il
problema sono i mezzi di informazione...tipica
giustificazione made in italy! Ecco, anche questa è
integrazione....afef: una di noi
4 aprile 2008 0:00 - passante
Ma la signora Afef ( tanto bella quanto antipatica) dove
vede la cattolicissima Europa? Mi sembra proprio che
abbia le traveggole.
4 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
E' da molto tempo che leggo la Stampa, mi piacciono
moltissimo i suoi giornalisti, ma, ieri ci sono rimasto
veramente male, poichè vedere certe persone del jet set,
come la signora Alef Jenifenin Tronchetti Provera, che
incredibilmente, dopo aver avuto pubblicato un articolo a
mio avviso deprecabilissimo contro Magdi Allam sul giornale,
si è potuta permettere, di insultare trattandola
immotivatamente come una pezza da piedi anche la dottoressa
Farian Sabhai, Ph.D., School of Oriental and African
Studies,Universitàdi Londra Docente di "Islam e
democrazia", Facoltà di Scienze politiche,
all'Università di Torino, permettendosi persino,
attraverso le origini iraniane della dottoressa, di
svilire tutto il mondo islamico non arabo, dando così
sfoggio di un panarabo razzismo nei confronti di quella
comunità musulmana islamica che non è wahabita.
La Dottoressa Farian Sabahi, ha detto solo la verità,forse
non è in linea con il politically correct attuale ma Magdi
Allam se si fosse convertito in un paese islamico poteva
essere non solo assassinato da qualche esaltato ma,
addirittura condannato a morte per apostasia da un
tribunale religioso.
La signora Jnifen in
Tronchetti Provera, invece di riuscire a prendersela con la
dottoressa Sabahi, grazie ai buoni uffici del marito e,
viste le sue origini tunisine invece di sfogare la sua
aggressività contro una giornalista che fa egregiamente il
proprio lavoro, dovrebbe piuttosto guardare alla Tunisia
suo paese di origine visto che, il Governo tunisino
attraverso il proprio Ministero dello Sport, si è reso
vergognosamente responsabile di un gravissimo atto di
razzismo nel nostro paese, ordinando alla nazionale under 19
tunisina di pallavolo, di non giocare la semifinale del
torneo under 19 che era in programma a Pordenone nel
pomeriggio di Pasqua contro la rappresentanza israeliana. Se
si vuol veramente portare avanti un dialogo, bisogna essere
capaci di evitare sempre di parzializzare ogni verità su
quanto accade. Altrimenti tutto sprofonda nello squallore,
ed è principalmente da quello che noi tutti abbiamo bisogno
di tirarci fuori. Il resto poi verrà da sé.
Francesco G Mangascià
3 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Per favorire il dibattito sulla conversione di Magdi Allam
copio qui sotto il contributo di Afef Jnifen sulla Stampa di
oggi a cui prossimamente seguirà la mia risposta.
Farian Sabahi
Cara Farian Sabahi, ho letto
con un certo stupore il tuo intervento sulla Stampa in
merito al dibattito generato dalla conversione di Magdi
Allam. Visto che hai citato le mie parole stravolgendone il
significato e mi ha mosso delle critiche del tutto
personali, e del tutto fuori luogo, che nulla hanno a che
fare con il tema in questione, mi vedo costretta a
replicare.
Con franchezza ti dico subito che hai
preso un abbaglio. Questo non è un dibattito teologico, ma
politico. Questo non è un dibattito che ha come tema
l'etica e le scelte morali e personali, bensì il
significato che l'impatto mediatico di queste scelte,
ricercato e trovato, intende provocare. Qui non si critica
il merito di una scelta ma il metodo, non il fatto
specifico, ma il comportamento generale all'interno del
quale il fatto s'inserisce.
Non è vero che
il problema della libertà di religione per me non si pone
per il solo fatto che io non sia costretta a girare sotto
scorta. Non è la conversione che ha generato la scorta di
Allam. In ogni caso il fatto di non possederne una non fa di
me un interlocutore meno autorevole e in grado di
comprendere meno. Ci sono modi di contrastare il fanatismo
religioso differenti dal replicare atteggiamenti radicali di
senso opposto. Per questo da sempre credo nel dialogo e non
nella condanna delle posizioni altrui.
Ho citato
degli esempi di un Islam moderato e progressista perché
credo che sia necessario valorizzare quelle realtà che
fanno meno notizia rispetto alle minacce terroristiche, che
peraltro con il vero Islam nulla hanno a che fare. Ma che
fanno tristemente comodo a chi vuole strumentalizzare e
fomentare il conflitto interreligioso.
Le mie
idee nascono e si formano in paesi arabi progressisti come
la Tunisia e il Libano. Capisco che per te sia difficile
coglierle, venendo tu da un paese musulmano e teocratico
come l'Iran, un paese non arabo. Un paese dove le donne,
che tu vorresti difendere a spada tratta dall'Europa e
non in prima linea a Teheran, vengono ancora lapidate dopo
giudizi sommari. Ma questo non accade per colpa della
religione musulmana, semmai di una devianza della stessa.
Anche nella cattolicissima Europa sette donne su
dieci subiscono violenze a vario titolo. Eppure nessuno si
sente in dovere di scomodare la religione, anche se
certamente una visione ortodossa e rigorosa della stessa
produce sentimenti di oppressione nei confronti del mondo
femminile: il diavolo per tutti, no? Dal peccato originale
dell'Eden in avanti, no?
Già, non tutti i
paesi arabi sono uguali e non tutti i paesi musulmani sono
uguali, come esistono Stati a maggioranza cattolica, come la
Spagna, dove la politica ha saputo creare un rapporto con la
Chiesa in modo diverso rispetto all'Italia. Chi
generalizza disinforma, allo stesso modo di chi punta la
lente d'ingradimento solo su ciò che gli fa più comodo
ingigantire. Ecco perché certe posizioni incitano
all'odio e ostacolano il dialogo. In ogni caso, Farian,
non comprendo la tua presa di posizione. AFEF
JNIFEN Qui a questo link
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/h
rubrica.asp?ID_blog=144
3 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Afef Jnifen in Tronchetti Provera, ha detto sulla Stampa che
non comprende la posizione di Farian. Curriculum della
Dottoressa Sabahi: Farian Sabahi Ph.D., School of
Oriental and African Studies, Università di Londra
Docente di "Islam e democrazia", Facoltà di
Scienze politiche, Università di Torino Se Afef
Jnifen in Tronchetti Provera, avesso fatto anche lei questi
studi, forse le sarebbe più facile comprenderla
2 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Tariq Radaman, ha paura di incontrare questa donna.
Vivere in Europa è un privilegio per i musulmani e
per noi seconde generazioni. A farmelo pensare è la
conversione di Magdi Allam che ricorre nel sessantesimo
anniversario della Dichiarazione universale dei diritti
umani che - tra le altre cose - sancisce la libertà
religiosa, l’uguaglianza delle donne e la libertà di
espressione. I primi due principi sono legati a filo doppio
e basti pensare alle unioni matrimoniali: secondo il Corano
(II, 221) a un musulmano è permesso sposare una cristiana,
un’ebrea e una zoroastriana poiché le loro sono religioni
del Libro. Ma a una musulmana le nozze con un uomo di fede
diversa sono proibite: in molti paesi a maggioranza islamica
l’unione non può essere celebrata e in Libano, uno dei
Paesi più liberali del Medio Oriente, per unirsi in
matrimonio le coppie miste devono recarsi nella vicina
Cipro.
Il legame tra la libertà religiosa e i
diritti delle donne sembra essere sfuggito ad Afef Jnifen
che su queste pagine ha accusato Magdi Cristiano Allam di
“incitare all’odio e di ostacolare il dialogo”,
tant’è che anche il Vaticano ha dovuto prendere le
distanze dalle parole del giornalista successive al suo
battesimo. Il problema del matrimonio misto per Afef, e per
tutte coloro esonerate per status dal prendere certe
precauzioni, si pone invece per tante musulmane (pure in
Europa) che vorrebbero convolare a nozze con un non
musulmano. L’escamotage più frequente è la conversione
nel consolato di riferimento, dove il promesso sposo
pronuncia la professione di fede: “Esiste un solo dio e
Maometto è il suo profeta”.
In assenza di
questa conversione (anche solo formale) le nozze non
potranno essere registrate nel Paese d’origine, con ovvi
problemi nel caso si decida un giorno di tornarvi, magari
con i figli che rischierebbero di essere considerati frutto
di una relazione illecita. Certo, la conversione all’Islam
non è nulla di che rispetto a quella all’ebraismo di cui
mi raccontava un amico milanese qualche giorno fa: la sua
fidanzata (italiana e cattolica) sta trascorrendo due mesi a
Gerusalemme per diventare ebrea (e poterlo sposare). Al
ritorno in Italia dovrà sostenere un difficile esame in
sinagoga e solo allora potranno comunicare agli amici la
data delle nozze.
La conversione all’Islam non
è particolarmente impegnativa ma l’obbligo di convertirsi
per sposare una musulmana non è rispettoso delle libertà
sancite dalla Dichiarazione universale dei diritti umani del
1948. Nel nostro mondo, dove le identità sono sempre più
liquide, la possibilità di convertirsi deve essere un
diritto, come pure quella di considerarsi agnostici e atei.
Senza temere la pena di morte prevista per l’apostata non
dal Corano, che è alquanto vago e prevede “un castigo
doloroso in questo mondo e nell’altro”, ma da due hadith
(detti del Profeta) non autorevoli ma comunque sbandierati
dai radicali per punire coloro che osano abbandonare
l’Islam.
La costruzione di chiese in Qatar e
in altri Paesi del Golfo citati da Afef sono un passo
importante verso il dialogo interreligioso. Ma non
dimentichiamo che la libertà di professare il Cristianesimo
non va di pari passo con il diritto di scegliere (e
cambiare) la propria fede. Nel loro libro I cristiani venuti
dall’Islam Giorgio Paolucci e Camille Eid raccontano le
peripezie di musulmani convertiti che scegliendo di far
parte della Chiesa rischiano la vita. E quanti cristiani
hanno invece abbandonato la loro fede per scegliere
l’Islam, senza che contro di loro fosse scagliata una
condanna a morte? Soltanto in Italia se ne contano
diecimila.
Venendo alla libertà religiosa e al
suo legame con la libertà di espressione, non dimentichiamo
che un musulmano non potrebbe scrivere e pubblicare
liberamente, in un paese islamico, l’equivalente del
saggio del matematico Piergiorgio Odifreddi Perché non
possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici): la
censura bloccherebbe il libro in tipografia, l’autore
rischierebbe la pelle e un giudice qualunque potrebbe
emettere la sentenza di divorzio (d’ufficio) dalla moglie
sostenendo che un eretico non può essere unito in
matrimonio a una musulmana. Le affermazioni di Magdi
Cristiano Allam sono senz’altro discutibili, per esempio
quando dimentica che anche l’Islam coniuga fede e ragione:
nell’Islam la ragione si chiama ijtihad ed è lo sforzo
razionale ampiamente documentato da Sami A. Aldeeb
Abu-Salieh nel suo saggio Il diritto islamico. Ma i
musulmani e noi, seconde generazioni, non dobbiamo
sottovalutare il messaggio di Magdi Allam: il vice-direttore
del Corriere della Sera ha sì sguarnito le file dei
musulmani moderati e dato un risalto mediatico eccessivo
alla propria conversione. Ma ci ha comunque dato la
possibilità di riflettere.
Perché il suo gesto
è possibile in Europa. Ma non lo sarebbe in Egitto, suo
Paese d’origine. E non lo sarebbe in tanti altri Stati
islamici dove peraltro la legge non coincide con la sharia
tout court perché ad essa si sovrappongono codici civili,
penali e commerciali spesso mutuati da quelli europei.
Ricordiamoci che se abbiamo deciso di vivere in Europa (o se
i nostri genitori hanno fatto questa scelta) è anche
perché qui godiamo di diritti altrove negati. Diritti che,
dopo tanti anni, rischiamo di dare per scontato ma che in
realtà non lo sono: in Europa c’è democrazia e i diritti
sono tutelati dalle ingerenze della religione in virtù
della separazione tra autorità spirituale e potere
temporale. di Farian Sabahi da
www.lastampa.it/sabahi
2 aprile 2008 0:00 - Paolo 1
Alcune critiche all'ADUC: - il film di Geert
Wilders non e' "anti-Corano", e' un film
SUL Corano, un film che dice alcune verita' sul Corano,
dire la verita' sul Corano non e' la stessa cosa che
esere contro il Corano, che poi la verita' sia scomoda
per chi preferisce dare una visione edulcorata
dell'Islam, e' un'altra faccenda - qualcuno
l'aveva messo online, ma poi ha fatto marcia indietro
per paura, dopo avere ricevuto minaccie islamiche, questo
da' un'idea di cosa sia l'Islam e di perche'
vada combattuto, fin che siamo in tempo - finora non ho
potuto linkarmi al film, non so se machi il link o se sia un
difetto del terminale pubblico che uso o se sia effetto di
qualche oscuramento censorio - EB e PYM si prodigano a
favore degli immigrati, non sarebbe meglio dedicare quelle
energie a difendere i consumatori, o anche, perche' no,
quegli Italiani che volessero emigrare in paesi con stipendi
piu' alti e dove le cose funzionano meglio, invece che
stare qui a vedersi rubare il lavoro da immigrati non
necessari ne' utili, che fanno lavori che noi
disoccupati italiani saremmo ben lieti di poter fare (ma gli
imprenditori preferiscono gli immigrati, e non sempre li
pagano meno, anzi quei 3 milioni su quattro che sono
regolaribbati hanno stipendi da CCNL, pero' fanno comodo
perche' con la loro concorenza alla fin fine abbassano
il livello delle retribuzioni)? E' di oggi la
notizia che la Camera dei Lord in Gran Bretagna ha
pubblicato un suo giudizio molto negativo
sull'immigrazione, che serve solo ai datori di lavoro
per sfruttare la concorrenza degli immigrati in modo da
abbassare gli stipendi, intanto ci sono elevati costi nella
sanita' e nell'istruzione per assorbire gli ultimi
venuti. Apprezzo l'intervento del nostro Etiope.
Per sapere cosa sia il Corano bisogna leggerselo, non
limitarsi a supporre che sia qualcosa di positivo. Il
Corano e' assolutamente incompatibile con la attuale
civilta' europea, come si e' venuta formando
dall'epoca della rivoluzione francese. Il Corano,
tra le tante cose, non ammette liberta' di coscienza e
di religione, l'unica religione pienamente riconosciuta
e' l'islam, le altre religioni vanno eliminate e i
loro seguaci devono convertirsi all'Islam o altrimenti
venire sterminati. Una mezza eccezione per i cosidetti
popoli del libro, cioe' Ebrei e cristiani, che hanno
come libro sacro la Bibbia (sia pure non la medesima):
alcune sure sembrerebbero portare a tollerare tali due
religioni, ma con pesanti imposte e discriminazioni
(dimmitudine). I fautori del dialogo e
dell'integrazione esortano a leggere il Corano: chi lo
fa scopre quanto sopra e molto altro, il tutto non e'
molto incoraggiante. Vi e' una differenza
sostanziale tra l'Islam e altre religioni che pure hanno
commesso la loro parte di crimini contro l'umanita',
mentre ad esempio riguardo i cristiani i testi sacri
esortano ad andare e convertire le genti con la parola, per
cui le conversioni forzate sono da considerare una
deviazione dal nucleo dottrinale, e le si puo'
riconoscere come un errore storico, nell'Islam la Jihad
o guerra santa per conquistare il mondo e sottometterlo
all'Islam e' un precetto di Dio scritto da Maometto
nel Corano. O gli islamici modificano il Corano (ed esiste
una strana teoria sulla possibilita' di modificarlo),
oppure la guerra di religione e' inevitabile. Non
occorre rammentare l'assassinio di Theo Van Gogh, o lo
scontro sulle vignette su Maometto, basta avere presente i
problemi di questi giorni, stando ai mass media
l'annuncio della prossima diffusione di un film di 15
minuti realizzato dal parlamentare olandese Geert Wilders in
cui si presenta il Corano come "ispirazione di
intolleranza, morte e terrore" 'sta provocando
un'ondata di polemiche e di paura in Olanda'. Che
sia il film a spaventare gli Olandesi, o non piuttosto il
timore di una reazione islamica? Ma se l'Islam cerca di
piegare l'Europa con il terrore, e' un male da
combattere ed estirpare, come hanno fatto a suo tempo gli
Spagnoli liberando il proprio paese. E tenendo lontani i
Turchi. E restituendo ai disoccupati europei i posti di
lavoro rubati loro dagli immigrati, molti dei quali
islamici: non abbiamo bisogno di immigrati, non e' vero
che i disoccupati locali rifiutino certi lavori
(semplicewmente non vengono offerti a loro, ma si preferisce
chiamare stranieri), dar loro una fonte di reddito
gioverebbe anche al benessere e alla coesione sociale.
31 marzo 2008 0:00 - Antonio
Nel mondo la libertà di religione non esiste, esiste solo
la prepotenza delle sette con minacce, violenze e pressioni
psicologiche sulle masse: chi è più prepotente più
reclama libertà! Ammiro il coraggio dell'ADUC e di
Moretti e tramite voi propongo che TUTTE le religioni, per
essere ammesse nella nostra nazione (vedi costruzioni di
chiese o moschee ) superino un esame di maturità e di non
violenza, altrimenti dovrebbero essere classificate come
"sette" e messe al bando. Per l'Islam
leggete le Sure riportate dal sig. Mangascià. Penso che
basti per farci un'idea. Se sono false vorrei che
i vari imam indichino quali sono quelle vere per sottoporle
al pubblico al fine di leggerle e giudicarle. Se poi pensano
che l'idea sia profanazione nei confronti della loro
religione, allora non vengano a casa nostra e coltivino le
loro idee lontano da noi. Svegliamoci e pensiamo al
futuro e ai nostri figli.
29 marzo 2008 0:00 - Francesco Giuseppe Mangascià
Egregio Pietro Yates Moretti, personalmente non perdo tempo
a criticare il libri delle religioni, poiché pur essendo
spiritualmente certo delll'esistenza di qualcosa,
considero le religioni il male più assoluto per
l'umanità assieme ai comunisti,si figuri i libri, le
assicuro che, di Geert Wilders, non so proprio niente, il
film l'ho visto solo 5 minuti, le invio degli scritti,
sperando che, nel cuo cuoricino,lei non dia dello xenofobo
o islamofobo anche me, poiché le assicuro che non lo sono,
sono mulatto di padre eritreo e mia figlia è
indiana,eccole il papiro... «In verità, coloro che
avranno rifiutato la fede ai nostri segni li faremo ardere
in un fuoco e non appena la loro pelle sarà cotta dalla
fiamma la cambieremo in altra pelle, a che meglio gustino il
tormento, perché Allah è potente e saggio» (Sura 4:56).
“Uccidete gli infedeli ovunque li incontriate. Questa è
la ricompensa dei miscredenti.” (Sura 2:191) Vi è stato
ordinato di combattere, anche se non lo gradite. E'
possibile che abbiate avversione per qualcosa che invece è
un bene per voi, e può darsi che amiate una cosa che invece
vi è nociva. Allah sa e voi non sapete. ” (Sura 2:216).
«Instillerò il mio terrore nel cuore degli infedeli;
colpiteli sul collo e recidete loro la punta delle dita... I
miscredenti avranno il castigo del Fuoco! ... Non siete
certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi»
(Sura 8:12-17). «Profeta, incita i credenti alla lotta.
Venti di voi, pazienti, ne domineranno duecento e cento di
voi avranno il sopravvento su mille miscredenti» (Sura
8:65). «Quando poi saranno trascorsi i mesi sacri
ucciderete gli idolatri dovunque li troviate, prendeteli,
circondateli, catturateli ovunque in imboscate! Se poi si
convertono e compiono la Preghiera e pagano la Decima,
lasciateli andare» (Sura 9:5). «Combattete coloro che non
credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano
quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e
quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la
religione della verità, finchè non versino umilmente il
tributo, e siano soggiogati. Dicono i giudei: "Esdra è
figlio di Allah"; e i cristiani dicono: "Il Messia
è figlio di Allah". Questo è ciò che esce dalle loro
bocche. Li annienti Allah. Quanto sono fuorviati!» (Sura
9:29-30). «O voi che credete! Se non vi lancerete nella
lotta, Allah vi castigherà con doloroso castigo e vi
sostituirà con un altro popolo, mentre voi non potrete
nuocerGli in nessun modo» (Sura 9:39). «Quando incontrate
gli infedeli, uccideteli con grande spargimento di sangue e
stringete forte le catene dei prigionieri» (Sura 47:4).
"...Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in
base alle buone consuetudini, ma gli uomini sono superiori .
Allah è potente, è saggio." (Sura 2:228). "Gli
uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza
che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché
spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le
devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha
preservato. Ammonite quelle di cui temete
l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti,
battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro
di esse. Allah è altissimo, grande." (Sura 4:34).
"E di' alle credenti di abbassare i loro sguardi ed
essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non
quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul
petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro
mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro
figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai figli
dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro
donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non
hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse
per le parti nascoste delle donne. E non battano i piedi sì
da mostrare gli ornamenti che celano." (Sura 24:31).
“Le vostre spose per voi sono come un campo . Venite pure
al vostro campo come volete….” (Sura 2:223). “Ecco
quello che Allah vi ordina a proposito dei vostri figli: al
maschio la parte di due femmine. … Questo è il decreto di
Allah. In verità Allah è saggio, sapiente” (Sura 4:11).
"Flagellate la fornicatrice e il fornicatore , ciascuno
con cento colpi di frusta e non vi impietosite
[nell'applicazione] della Religione di Allah, se credete
in Lui e nell'Ultimo Giorno, e che un gruppo di credenti
sia presente alla punizione." (Sura 24:2). “Tagliate
la mano al ladro e alla ladra, per punirli di quello che
hanno fatto e come sanzione da parte di Allah. Allah è
eccelso, saggio.” (Sura 5:38). ,