COMMENTI
  (Da 1 a 23 di 23)  
8 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Wafa Sultan
Time Magazine l'ha annoverata tra i cento intellettuali più influenti al mondo. La sua seconda esistenza, dopo quella di esilio dalla Siria molti anni fa. è iniziata il 21 febbraio 2006, durante un'epica apparizione su Al Jazeera a fianco dell'islamologo Ibrahim al Khouli, nella trasmissione "Al itijah al muakes" (Controcorrente). "E' una guerra tra una mentalità che appartiene al medioevo e una che appartiene al XXI secolo - disse Wafa Sultan - è una guerra tra civiltà e arretratezza, barbarie e razionalità, libertà e oppressione, democrazia e dittatura. E' una guerra tra quelli che trattano le donne come bestie e quelli che le trattano come esseri umani". il video fa il giro del mondo, in poche ore viene visto da oltre un milione di persone. Su Al Jazeera Wafa viene ripetutamente definita "eretica" e apostata da imam e predicatori.
Wafa Sultan viene salutata da molti come "un rigenerante esempio di razionalità" scrive John Broder sul New York Times e da altri come un'infedele che merita solo di morire. I riformisti islamici l'hanno elogiata per aver saputo dire in arabo e sul network televisivo più seguito in arabo quello che pochi musulmani oserebbero dire perfino in privato". Le autorità religiose siriane la accusano di infedeltà e l'imam della moschea al Hasan, a Damasco, proclama una condanna per apostasia, tramire una fatwa durante il sermone del 24 febbraio: "Questa apostata nuoce alll'islam più di quanto non abbiano nuociuto le vignette sul profeta Muhamamd". Wafa aha incontratto il marito nel 1975, all'Università di Aleppo e ha assistito all'assassinio del suo professore di medicina, Yousif al Yousif. I terroristi riempirono il suo corpo di pallottole gridando "Allah Akbar !".
Pochi giorni fa Wafa Sultan è tornata su Al Jazeera, incappando nella furia scomunicatrice di Yusuf al Qaradawi, capo del Consiglio europeo per la fatwa e la ricerca con base a Londra e anima della fratellanza musulmana in Europa. "Ogni fede che decapita gli oppositori è destinata a trasformarsi in terrorismo e tirannia" ha detto la dottoressa Sultan. "Se vuoi cambiare il corso degli eventi, devi riconoscere e rispettare il diritto alla vita degli altri, devi insegnare amore, pace e coesistenza ai tuoi figli. Devi rispettare il diritto all'esistenza di Israele. Io posso denunciare i palestinesi come gli israeliani. Hamas ha scelto e dovete pagare il prezzo delle vostre scelte. Io sono certa che Israele voglia la pace, ma fintanto che manterrete questi insegnamenti di odio, rancore e terrorismo, non sarete in grado di fare la pace".
L'islamista egiziano Tal'at Rmeih che "una gang controlla l'Occidente e non puoi criticare Israele e l'Olocausto. Tutti quelli che criticano l'Olocausto sono processati". il moderatore le fa notare che ci sono dubbi sul numero esatto di ebrei uccisi durante l'Olocausto. "Perché vuole che neghi i fatti ? Perché vuoi che neghi l'Olocausto" ribatte Sultan. Da allora vive in una località segreta insieme con la sua famiglia. Anche due anni fa era stata la difesa dell'ebraismo a scatenare le ire islamiste: "Gli ebrei vengono da un immane tragedia, quella dell'Olocausto, e hanno chiesto al mondo di essere rispettati, con la loro cultura, non con il terrore, con il loro lavoro, non piangendo e lamentandosi. L'umanità deve la maggior parte delle scoperte del progresso scientifico del XIX e XX secolo a scienziati ebrei. 15 milioni di persone, sparse per il mondo, si sono unite e hanno guadagnato i loro diritti attraverso il lavoro e la cultura. Non abbiamo visto un singolo ebreo farsi saltare in aria in un ristorante tedesco. Non abbiamo visto un singolo ebreo bruciare una chiesa. Non abbiamo visto un singolo ebreo protestare ammazzando innocenti". Qaradawi l'ha additata alla umma islamica. "Questa donna, che maledice Allah, il suo Profeta, la nazione islamica, la sharia, la fede islamica e la sua cultura". Qaradawi ha chiesto e ottenuto le scuse dell'emittente qatariana per aver ospitato la voce di Wafa Sultan. Qaradawi ha anche invitato la blasfema a leggere la Torah: "Il concetto di annichilimento origina nella Torah, quello in cui credono Bush e la destra cristiana. Io biasimo al Jazeera che ha consentito a questa donna di apparire sul canale e di dire queste cose".
Minacce di morte sono arrivate sulla segreteria telefonica di Wafa Sultan. Uno dei messaggi recitava: "Oh, sei ancora viva ? Aspetta e vedrai". Poi un messaggio in arabo per posta elettronica: "Se c'è uno che ti ucciderà quello sono io". In attesa della prossima apparizione su al Jazeera. "Sono ispirata da ogni singolo istante della mia vita in America dice la psichiatra siriana. "Questa esperienza di camminare liberamente per strada senza essere accusata di essere una puttana è una benedizione e un'esperienza e una benedizione per la quale sarei disposta a morire pur di difenderla".

7 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Ivan, Non preoccuparti avevo capito benissimo, il mio comprendimi era riferito alla mia lettera di presentazione all'email della Sabahi
7 aprile 2008 0:00 - IVAN
Caro Francesco, nel dubbio, preciso che la mia allusione ad un inutile “uragano” è riferita solo al gratuito risalto mediatico che si dà alle reazioni al film di Wilders (vicenda secondo me da liquidare con una semplice pernacchia).
Non ho bisogno di comprendere risposte a domande che non mi sono posto, anche se apprezzo il tuo sostegno alla dottoressa Sabahi. Ciao.

7 aprile 2008 0:00 - IVAN
Per Passante:
----------------------------
<< Quindi, la conseguenza è che tutto si equivale. Scusami, ma il Vangelo non è come il Corano. >>

Attento a non cadere nella stessa trappola che ho descritto...
A tua volta, SE LO VUOI, puoi leggere nel mio commento che “tutto si equivale”...oppure no. Sta a te; la tua reazione prescinde da ciò che io realmente intendevo.

Più precisamente, l'assunto del mio commento era: se io sono una testa calda che cerca un PRETESTO per attaccare qualcuno, questo pretesto lo ricavo a volontà da QUALUNQUE COSA, anche dalla fiaba di Biancaneve. Tutto qui.

(Più in dettaglio:)
È chiaro che la Bibbia non è il Corano: sono scritti in maniera differente e parlano di cose differenti. Ma a me non importerebbe nulla di scoprire i significati oggettivi di questi libri: ho già deciso IN ANTICIPO che in uno dei due libri troverò un pretesto qualsiasi per sfogare la mia bellicosità. E tanto basta.
L'importante è sentirmi autorizzato da un “nobile ideale”, e nulla come i testi religiosi possono spalleggiarmi in questo – se li distorco a mio favore.

Il film di Wilders è IN SÉ solo un insieme di immagini neutrali; sta solo a me restarne indifferente, lodarlo...o offendermi mettendo a ferro è fuoco il pianeta.
Ma la “colpa” non sarebbe del film di Wilders: sono io che avevo GIÀ l'intenzione di farlo, e mi serviva solo un finto pretesto.
(Permettimi di rimarcarlo, perché è la sintesi di tutto il tema:)

Film o non film, Bibbia o Corano, io avevo GIÀ l'intenzione di attaccare qualcuno.

Ora mi pare che sia più chiaro. Ma anche così, sta comunque a te decidere cosa “vuoi” leggere...

7 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Su quella replica di Farian Sabahi 'dovuta'ad Afef Jnifen

Sono riuscito a contattare Farian Sabahi, docente del corso Islam e democrazia all'Università di Torino, in
merito al dibattito sulla conversione di Magdi Allam e ai duri attacchi della signora Afef Tronchetti Provera sia al
vicedirettore del Corriere della Sera sia alla Sabahi. Per fare chiarezza sul suo pensiero, Farian Sabahi mi ha
mandato per email la sua replica ad Afef che non ha trovato spazio sul quotidiano La Stampa per motivi di spazio, legati alla campagna elettorale attualmente in
corso in Italia.

Cara Afef,
Nella tua lettera scrivi di non comprendere la mia posizione. Cerco quindi di spiegarmi meglio. La
conversione di Magdi Cristiano Allam è uno spunto per discutere. A scanso di equivoci, difendo il suo diritto di
scegliere di diventare cristiano o, perché no, ebreo. E il tuo di criticarlo per qualsivoglia motivo.

Scrivi che ho “preso un abbaglio, questo non è un dibattito teologico, ma politico”. Di questi tempi teologia e politica vanno a braccetto, difficile
separarli. Ho colto la conversione di Magdi come pretesto per osservare, in occasione del sessantesimo anniversario
della Dichiarazione universale dei diritti umani, che in Europa esistono diritti altrove limitati o negati. Diritti
che i musulmani e noi seconde generazione,nati e cresciuti nel Vecchio continente, rischiamo di dare per
scontato.

Ho citato gli ostacoli alla libertà religiosa in Egitto, dove Magdi Allam è nato. E dove per le sue tesi revisioniste sul Corano lo studioso Nasr Abu Zayd è stato dichiarato eretico, divorziato d’ufficio e costretto all’esilio. E ho incrociato libertà religiosa e diritti
delle donne (soffermandomi sul divieto coranico per una musulmana di sposare un uomo di fede diversa) perché il
grado di civiltà si vede da come siamo trattate.

Tra i Paesi islamici la Tunisia è all’avanguardia per i diritti delle donne: la poligamia è vietata (chi
contravviene rischia un anno di carcere o una multa), il marito non può ripudiare la moglie, se la abbandona deve
pagarle gli alimenti, in caso di divorzio il giudice affida i figli tenendo conto dell’interesse dei minori, le donne possono abortire anche senza il consenso del marito. Ma molto resta da fare per giungere al pieno rispetto dei
diritti enunciati dalla Dichiarazione del 1948 e infatti Amnesty International dedica un ampio report alle
violazioni del regime tunisino

( http://thereport.amnesty.org/eng/Regions/Middle-East-and-Nor th-Africa/Tunisia )

Cara Afef, definisci il Libano “progressista” e sono
d’accordo che sia un Paese per molti versi liberale. Ma le
questioni relative al diritto di famiglia (matrimoni, divorzi, custodia dei figli, eredità) sono regolate dai tribunali religiosi e, nel caso dell’Islam, da quelli sharaitici delle diverse scuole giuridiche: soltanto i religiosi possono celebrare le nozze (anche poligamiche) e
solo dopo il contratto matrimoniale passa all’anagrafe per la registrazione. La mancata registrazione non invalida il
matrimonio, che è invece nullo in mancanza
dell’autorizzazione religiosa. Per le coppie miste l’escamotage sono le nozze all’estero, in genere nella
vicina CiproVenendo all’Iran, dove è nato mio padre ma da cui io non “vengo” visto che sono nata e cresciuta in Italia, tu
scrivi: “un Paese dove le donne, che tu vorresti difendere a spada tratta dall’Europa e non in prima linea a Teheran, vengono ancora lapidate dopo giudizi sommari”. È vero, le iraniane lottano contro le tante ingiustizie e per
l’uguaglianza giuridica, un tema di cui scrivo spesso e
che affronto nelle mie lezioni all’Università di Torino.
Se non sono in prima linea a Teheran è per vari motivi, in
primis perché la mia conoscenza della lingua persiana non mi permette di scrivere sui giornali iraniani e di tenere
un’arringa in tribunale. Compito che spetta all’avvocato Shirin Ebadi e ai suoi colleghi. Insomma, a ognuno il suo
mestiere.

Farian Sabahi
Ph.D., School of Oriental and African Studies, Università
di Londra
Docente di "Islam e democrazia", Facoltà di Scienze
politiche, Università di Torino
Corsi dal 19 novembre 2007 al 15 gennaio 2008
Orario di ricevimento: durante il corso martedì ore
11-1150 in via Giolitti 33 (secondo piano) e poi su
appuntamento
I materiali del corso si possono scaricare al blog
www.lastampa.it/sabahi

http://italiasvegliati.ilcannocchiale.it
Shirin Ebadi, nel 2003 è stata la prima iraniana e la prima donna musulmana a essere onorata con il Premio Nobel per la pace.
F G Mangascià
[email protected]






7 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Passante grazie veramente!
6 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Ivan, ho le risposte a tutta questa storia che ho iniziato invadendo una casa altrui, dopo le darò. Comprendile.
6 aprile 2008 0:00 - passante
X Francesco Mangascià
grazie per la segnalazione del forum su La Stampa.
Ho scritto anche io un post di solidarietà per la dottoressa Sabahi, con altro nome.
6 aprile 2008 0:00 - passante
Quindi, caro Ivan, la conseguenza è che tutto si equivale.
Io non la penso assolutamente così.
Scusami ma caro ivan, ma il VANGELO NON E' COME IL CORANO.
6 aprile 2008 0:00 - IVAN
Quanto uragano per un soffio di vento.
L'intera questione si riduce ad un mero atto di Volontà.

SE LO VOGLIO, riesco ad interpretare il Corano come un testo fascista.
SE LO VOGLIO, riesco ad interpretare il Corano come un testo pacifista.
SE LO VOGLIO, riesco ad accettare la Bibbia come la Parola di Dio.
SE LO VOGLIO, riesco a leggere nella Bibbia un manuale del perfetto nazista.
SE LO VOGLIO, me ne infischio della ragionevolezza e decapito lo stesso qualcuno dell'ADUC.

La mancanza di buonsenso non è un reato. Non c'è l'obbligo di essere obiettivi e moderati, a meno che non lo si imponga con la forza (e sarebbe una contraddizione in termini).

Il vero punto è: chi si assume la responsabilità delle conseguenze di ciò che IO ho “voluto”?

6 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
domani sulla vicenda di Farian Sabahi,si saprà qualcosa di più
5 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Signor Pietro Yates Moretti, spero non me ne voglia se proseguo qui sul suo post, a esprimere, e cercare consenso per la mia solidarietà nei confronti di una giornalista Farian Sabahi, il cui unico torto è stato quello di essere risultata incomprndibile, alla moglie del signor Tronchetti Provera, io invito sia lei che i suoi lettori a protestare con una lettera alla Stampa, a [email protected] la rubrica è condotta da Lucia Annunziata, poiché il direttore di quel giornale, Giulio Anselmi, è ormai cosa certissima che, ha impedito non solo alla Dott.ssa Sabahi di replicare come era suo alienabile diritto alla signora Afef Jnifen in Tronchetti Provera, per l'aggressione, per me razzista, di cui era stata oggetto, ma ha impedito anche alla stessa di postare persino nel suo blog, la sua replica.
Signor Pietro Yates Moretti, oltre a scusarmi con eli per la mia invadenza, Le dò la mia parola che se faccio appello sia a lei che a questa associazione e ai suoi utenti di protestare, non è assolutamente per un qualche mio tornaconto personale recondito ma, in verità per voi stessi, poiché il popolo di Internet non si può far mettere sotto né da dei Giulio Anselmi né da dei Tronchetti Provera con tutto il potere della sua Telecom, senza manco tentare di difendersi, poi si può pure perdere ma, è anche vero che almeno abbiamo scontrato.
il blog in questione www.lastampa.it/sabahi
4 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Sta sfiorendo e cerca visibilità, la trova grazie al marito
4 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Passante, èda molto tempo che leggo la Stampa, mi piacciono moltissimo i suoi giornalisti, ma, giovedì sono rimasto veramente male nel vedere certe persone del jet set, come la signora Alef Jenifen in Tronchetti Provera che, incredibilmente, dopo aver avuto pubblicato un articolo a mio avviso deprecabilissimo contro Magdi Allam sul giornale, si è potuta permettere anche di oltraggiare, trattandola immotivatamente come una pezza da piedi, la dottoressa Farian Sabhai, Ph.D., School of Oriental and African Studies,Università di Londra Docente di ‘Islam e democrazia’, facoltà di Scienze politiche, all'Università di Torino, permettendosi persino, attraverso le origini iraniane della dottoressa, di svilire tutto il mondo islamico non arabo, dando così sfoggio di un panarabo razzismo nei confronti di quella comunità musulmana islamica che non è né araba né wahabita. E mettendo così le premesse ad un agitazione che potrebbe sconvolgere il mondo musulmano. E sinceramente non abbiamo alcun bisogno di simili atteggiamenti panarabo-razzista, viste e considerate le situazioni attuali.

La signora Jnifen in Tronchetti Provera, invece di riuscire a prendersela attraverso le pagine del giornale la Stampa di Torino con la dottoressa Sabahi, grazie ai buoni uffici del marito, doveva innanzitutto rinnegare quella corrente religiosa wahabo-salafita responsabile del terrorismo nel mondo visto che è di matrice araba e non iraniana

Appurato che, la risposta della dott.ssa Sabahi alle lettera della Signora Tronchetti Provera non arriva, crediamo che, il marito di quella è riuscito a impedire il diritto di replica alla dottoressa Sabahi, visti alcuni notori precendenti della Telecom speriamo che, adesso, non le intercettino anche il telefono e la posta elettronica, per essere risultata invisa alla cenerentola tunisina.


4 aprile 2008 0:00 - Zio
in poche parole 'sta afef dice che il "problema" della conversione di Magdi Allam non è tanto il fatto che sia avvenuta (questione di coscienza) ma il fatto che i mezzi d'informazione ne abbiano parlato (questione "politica" secondo lei).....GENIALE! Il problema sono i mezzi di informazione...tipica giustificazione made in italy! Ecco, anche questa è integrazione....afef: una di noi
4 aprile 2008 0:00 - passante
Ma la signora Afef ( tanto bella quanto antipatica) dove vede la cattolicissima Europa?
Mi sembra proprio che abbia le traveggole.
4 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
E' da molto tempo che leggo la Stampa, mi piacciono moltissimo i suoi giornalisti, ma, ieri ci sono rimasto veramente male, poichè vedere certe persone del jet set, come la signora Alef Jenifenin Tronchetti Provera, che incredibilmente, dopo aver avuto pubblicato un articolo a mio avviso deprecabilissimo contro Magdi Allam sul giornale, si è potuta permettere, di insultare trattandola immotivatamente come una pezza da piedi anche la dottoressa Farian Sabhai, Ph.D., School of Oriental and African Studies,Universitàdi Londra Docente di "Islam e democrazia", Facoltà di Scienze politiche, all'Università di Torino, permettendosi persino, attraverso le origini iraniane della dottoressa, di svilire tutto il mondo islamico non arabo, dando così sfoggio di un panarabo razzismo nei confronti di quella comunità musulmana islamica che non è wahabita.

La Dottoressa Farian Sabahi, ha detto solo la verità,forse non è in linea con il politically correct attuale ma Magdi Allam se si fosse convertito in un paese islamico poteva essere non solo assassinato da qualche esaltato ma, addirittura condannato a morte per apostasia da un tribunale religioso.

La signora Jnifen in Tronchetti Provera, invece di riuscire a prendersela con la dottoressa Sabahi, grazie ai buoni uffici del marito e, viste le sue origini tunisine invece di sfogare la sua aggressività contro una giornalista che fa egregiamente il proprio lavoro, dovrebbe piuttosto guardare alla Tunisia suo paese di origine visto che, il Governo tunisino attraverso il proprio Ministero dello Sport, si è reso vergognosamente responsabile di un gravissimo atto di razzismo nel nostro paese, ordinando alla nazionale under 19 tunisina di pallavolo, di non giocare la semifinale del torneo under 19 che era in programma a Pordenone nel pomeriggio di Pasqua contro la rappresentanza israeliana. Se si vuol veramente portare avanti un dialogo, bisogna essere capaci di evitare sempre di parzializzare ogni verità su quanto accade. Altrimenti tutto sprofonda nello squallore, ed è principalmente da quello che noi tutti abbiamo bisogno di tirarci fuori. Il resto poi verrà da sé.
Francesco G Mangascià
3 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Per favorire il dibattito sulla conversione di Magdi Allam copio qui sotto il contributo di Afef Jnifen sulla Stampa di oggi a cui prossimamente seguirà la mia risposta.
Farian Sabahi


Cara Farian Sabahi, ho letto con un certo stupore il tuo intervento sulla Stampa in merito al dibattito generato dalla conversione di Magdi Allam. Visto che hai citato le mie parole stravolgendone il significato e mi ha mosso delle critiche del tutto personali, e del tutto fuori luogo, che nulla hanno a che fare con il tema in questione, mi vedo costretta a replicare.

Con franchezza ti dico subito che hai preso un abbaglio. Questo non è un dibattito teologico, ma politico. Questo non è un dibattito che ha come tema l'etica e le scelte morali e personali, bensì il significato che l'impatto mediatico di queste scelte, ricercato e trovato, intende provocare. Qui non si critica il merito di una scelta ma il metodo, non il fatto specifico, ma il comportamento generale all'interno del quale il fatto s'inserisce.

Non è vero che il problema della libertà di religione per me non si pone per il solo fatto che io non sia costretta a girare sotto scorta. Non è la conversione che ha generato la scorta di Allam. In ogni caso il fatto di non possederne una non fa di me un interlocutore meno autorevole e in grado di comprendere meno. Ci sono modi di contrastare il fanatismo religioso differenti dal replicare atteggiamenti radicali di senso opposto. Per questo da sempre credo nel dialogo e non nella condanna delle posizioni altrui.

Ho citato degli esempi di un Islam moderato e progressista perché credo che sia necessario valorizzare quelle realtà che fanno meno notizia rispetto alle minacce terroristiche, che peraltro con il vero Islam nulla hanno a che fare. Ma che fanno tristemente comodo a chi vuole strumentalizzare e fomentare il conflitto interreligioso.

Le mie idee nascono e si formano in paesi arabi progressisti come la Tunisia e il Libano. Capisco che per te sia difficile coglierle, venendo tu da un paese musulmano e teocratico come l'Iran, un paese non arabo. Un paese dove le donne, che tu vorresti difendere a spada tratta dall'Europa e non in prima linea a Teheran, vengono ancora lapidate dopo giudizi sommari. Ma questo non accade per colpa della religione musulmana, semmai di una devianza della stessa.

Anche nella cattolicissima Europa sette donne su dieci subiscono violenze a vario titolo. Eppure nessuno si sente in dovere di scomodare la religione, anche se certamente una visione ortodossa e rigorosa della stessa produce sentimenti di oppressione nei confronti del mondo femminile: il diavolo per tutti, no? Dal peccato originale dell'Eden in avanti, no?

Già, non tutti i paesi arabi sono uguali e non tutti i paesi musulmani sono uguali, come esistono Stati a maggioranza cattolica, come la Spagna, dove la politica ha saputo creare un rapporto con la Chiesa in modo diverso rispetto all'Italia. Chi generalizza disinforma, allo stesso modo di chi punta la lente d'ingradimento solo su ciò che gli fa più comodo ingigantire. Ecco perché certe posizioni incitano all'odio e ostacolano il dialogo. In ogni caso, Farian, non comprendo la tua presa di posizione.
AFEF JNIFEN
Qui a questo link
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/h rubrica.asp?ID_blog=144
3 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Afef Jnifen in Tronchetti Provera, ha detto sulla Stampa che non comprende la posizione di Farian. Curriculum della Dottoressa Sabahi:
Farian Sabahi
Ph.D., School of Oriental and African Studies, Università
di Londra
Docente di "Islam e democrazia", Facoltà di Scienze
politiche, Università di Torino
Se Afef Jnifen in Tronchetti Provera, avesso fatto anche lei questi studi, forse le sarebbe più facile comprenderla
2 aprile 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Tariq Radaman, ha paura di incontrare questa donna.

Vivere in Europa è un privilegio per i musulmani e per noi seconde generazioni. A farmelo pensare è la conversione di Magdi Allam che ricorre nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani che - tra le altre cose - sancisce la libertà religiosa, l’uguaglianza delle donne e la libertà di espressione. I primi due principi sono legati a filo doppio e basti pensare alle unioni matrimoniali: secondo il Corano (II, 221) a un musulmano è permesso sposare una cristiana, un’ebrea e una zoroastriana poiché le loro sono religioni del Libro. Ma a una musulmana le nozze con un uomo di fede diversa sono proibite: in molti paesi a maggioranza islamica l’unione non può essere celebrata e in Libano, uno dei Paesi più liberali del Medio Oriente, per unirsi in matrimonio le coppie miste devono recarsi nella vicina Cipro.

Il legame tra la libertà religiosa e i diritti delle donne sembra essere sfuggito ad Afef Jnifen che su queste pagine ha accusato Magdi Cristiano Allam di “incitare all’odio e di ostacolare il dialogo”, tant’è che anche il Vaticano ha dovuto prendere le distanze dalle parole del giornalista successive al suo battesimo. Il problema del matrimonio misto per Afef, e per tutte coloro esonerate per status dal prendere certe precauzioni, si pone invece per tante musulmane (pure in Europa) che vorrebbero convolare a nozze con un non musulmano. L’escamotage più frequente è la conversione nel consolato di riferimento, dove il promesso sposo pronuncia la professione di fede: “Esiste un solo dio e Maometto è il suo profeta”.

In assenza di questa conversione (anche solo formale) le nozze non potranno essere registrate nel Paese d’origine, con ovvi problemi nel caso si decida un giorno di tornarvi, magari con i figli che rischierebbero di essere considerati frutto di una relazione illecita. Certo, la conversione all’Islam non è nulla di che rispetto a quella all’ebraismo di cui mi raccontava un amico milanese qualche giorno fa: la sua fidanzata (italiana e cattolica) sta trascorrendo due mesi a Gerusalemme per diventare ebrea (e poterlo sposare). Al ritorno in Italia dovrà sostenere un difficile esame in sinagoga e solo allora potranno comunicare agli amici la data delle nozze.

La conversione all’Islam non è particolarmente impegnativa ma l’obbligo di convertirsi per sposare una musulmana non è rispettoso delle libertà sancite dalla Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948. Nel nostro mondo, dove le identità sono sempre più liquide, la possibilità di convertirsi deve essere un diritto, come pure quella di considerarsi agnostici e atei. Senza temere la pena di morte prevista per l’apostata non dal Corano, che è alquanto vago e prevede “un castigo doloroso in questo mondo e nell’altro”, ma da due hadith (detti del Profeta) non autorevoli ma comunque sbandierati dai radicali per punire coloro che osano abbandonare l’Islam.

La costruzione di chiese in Qatar e in altri Paesi del Golfo citati da Afef sono un passo importante verso il dialogo interreligioso. Ma non dimentichiamo che la libertà di professare il Cristianesimo non va di pari passo con il diritto di scegliere (e cambiare) la propria fede. Nel loro libro I cristiani venuti dall’Islam Giorgio Paolucci e Camille Eid raccontano le peripezie di musulmani convertiti che scegliendo di far parte della Chiesa rischiano la vita. E quanti cristiani hanno invece abbandonato la loro fede per scegliere l’Islam, senza che contro di loro fosse scagliata una condanna a morte? Soltanto in Italia se ne contano diecimila.

Venendo alla libertà religiosa e al suo legame con la libertà di espressione, non dimentichiamo che un musulmano non potrebbe scrivere e pubblicare liberamente, in un paese islamico, l’equivalente del saggio del matematico Piergiorgio Odifreddi Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici): la censura bloccherebbe il libro in tipografia, l’autore rischierebbe la pelle e un giudice qualunque potrebbe emettere la sentenza di divorzio (d’ufficio) dalla moglie sostenendo che un eretico non può essere unito in matrimonio a una musulmana.
Le affermazioni di Magdi Cristiano Allam sono senz’altro discutibili, per esempio quando dimentica che anche l’Islam coniuga fede e ragione: nell’Islam la ragione si chiama ijtihad ed è lo sforzo razionale ampiamente documentato da Sami A. Aldeeb Abu-Salieh nel suo saggio Il diritto islamico. Ma i musulmani e noi, seconde generazioni, non dobbiamo sottovalutare il messaggio di Magdi Allam: il vice-direttore del Corriere della Sera ha sì sguarnito le file dei musulmani moderati e dato un risalto mediatico eccessivo alla propria conversione. Ma ci ha comunque dato la possibilità di riflettere.

Perché il suo gesto è possibile in Europa. Ma non lo sarebbe in Egitto, suo Paese d’origine. E non lo sarebbe in tanti altri Stati islamici dove peraltro la legge non coincide con la sharia tout court perché ad essa si sovrappongono codici civili, penali e commerciali spesso mutuati da quelli europei. Ricordiamoci che se abbiamo deciso di vivere in Europa (o se i nostri genitori hanno fatto questa scelta) è anche perché qui godiamo di diritti altrove negati. Diritti che, dopo tanti anni, rischiamo di dare per scontato ma che in realtà non lo sono: in Europa c’è democrazia e i diritti sono tutelati dalle ingerenze della religione in virtù della separazione tra autorità spirituale e potere temporale.
di Farian Sabahi
da www.lastampa.it/sabahi
2 aprile 2008 0:00 - Paolo 1
Alcune critiche all'ADUC:
- il film di Geert Wilders non e' "anti-Corano", e' un film SUL Corano, un film che dice alcune verita' sul Corano, dire la verita' sul Corano non e' la stessa cosa che esere contro il Corano, che poi la verita' sia scomoda per chi preferisce dare una visione edulcorata dell'Islam, e' un'altra faccenda
- qualcuno l'aveva messo online, ma poi ha fatto marcia indietro per paura, dopo avere ricevuto minaccie islamiche, questo da' un'idea di cosa sia l'Islam e di perche' vada combattuto, fin che siamo in tempo
- finora non ho potuto linkarmi al film, non so se machi il link o se sia un difetto del terminale pubblico che uso o se sia effetto di qualche oscuramento censorio
- EB e PYM si prodigano a favore degli immigrati, non sarebbe meglio dedicare quelle energie a difendere i consumatori, o anche, perche' no, quegli Italiani che volessero emigrare in paesi con stipendi piu' alti e dove le cose funzionano meglio, invece che stare qui a vedersi rubare il lavoro da immigrati non necessari ne' utili, che fanno lavori che noi disoccupati italiani saremmo ben lieti di poter fare (ma gli imprenditori preferiscono gli immigrati, e non sempre li pagano meno, anzi quei 3 milioni su quattro che sono regolaribbati hanno stipendi da CCNL, pero' fanno comodo perche' con la loro concorenza alla fin fine abbassano il livello delle retribuzioni)?
E' di oggi la notizia che la Camera dei Lord in Gran Bretagna ha pubblicato un suo giudizio molto negativo sull'immigrazione, che serve solo ai datori di lavoro per sfruttare la concorrenza degli immigrati in modo da abbassare gli stipendi, intanto ci sono elevati costi nella sanita' e nell'istruzione per assorbire gli ultimi venuti.
Apprezzo l'intervento del nostro Etiope. Per sapere cosa sia il Corano bisogna leggerselo, non limitarsi a supporre che sia qualcosa di positivo.
Il Corano e' assolutamente incompatibile con la attuale civilta' europea, come si e' venuta formando dall'epoca della rivoluzione francese.
Il Corano, tra le tante cose, non ammette liberta' di coscienza e di religione, l'unica religione pienamente riconosciuta e' l'islam, le altre religioni vanno eliminate e i loro seguaci devono convertirsi all'Islam o altrimenti venire sterminati. Una mezza eccezione per i cosidetti popoli del libro, cioe' Ebrei e cristiani, che hanno come libro sacro la Bibbia (sia pure non la medesima): alcune sure sembrerebbero portare a tollerare tali due religioni, ma con pesanti imposte e discriminazioni (dimmitudine).
I fautori del dialogo e dell'integrazione esortano a leggere il Corano: chi lo fa scopre quanto sopra e molto altro, il tutto non e' molto incoraggiante.
Vi e' una differenza sostanziale tra l'Islam e altre religioni che pure hanno commesso la loro parte di crimini contro l'umanita', mentre ad esempio riguardo i cristiani i testi sacri esortano ad andare e convertire le genti con la parola, per cui le conversioni forzate sono da considerare una deviazione dal nucleo dottrinale, e le si puo' riconoscere come un errore storico, nell'Islam la Jihad o guerra santa per conquistare il mondo e sottometterlo all'Islam e' un precetto di Dio scritto da Maometto nel Corano. O gli islamici modificano il Corano (ed esiste una strana teoria sulla possibilita' di modificarlo), oppure la guerra di religione e' inevitabile.
Non occorre rammentare l'assassinio di Theo Van Gogh, o lo scontro sulle vignette su Maometto, basta avere presente i problemi di questi giorni, stando ai mass media l'annuncio della prossima diffusione di un film di 15 minuti realizzato dal parlamentare olandese Geert Wilders in cui si presenta il Corano come "ispirazione di intolleranza, morte e terrore" 'sta provocando un'ondata di polemiche e di paura in Olanda'. Che sia il film a spaventare gli Olandesi, o non piuttosto il timore di una reazione islamica? Ma se l'Islam cerca di piegare l'Europa con il terrore, e' un male da combattere ed estirpare, come hanno fatto a suo tempo gli Spagnoli liberando il proprio paese. E tenendo lontani i Turchi. E restituendo ai disoccupati europei i posti di lavoro rubati loro dagli immigrati, molti dei quali islamici: non abbiamo bisogno di immigrati, non e' vero che i disoccupati locali rifiutino certi lavori (semplicewmente non vengono offerti a loro, ma si preferisce chiamare stranieri), dar loro una fonte di reddito gioverebbe anche al benessere e alla coesione sociale.
31 marzo 2008 0:00 - Antonio
Nel mondo la libertà di religione non esiste, esiste solo la prepotenza delle sette con minacce, violenze e pressioni psicologiche sulle masse: chi è più prepotente più reclama libertà!
Ammiro il coraggio dell'ADUC e di Moretti e tramite voi propongo che TUTTE le religioni, per essere ammesse nella nostra nazione (vedi costruzioni di chiese o moschee ) superino un esame di maturità e di non violenza, altrimenti dovrebbero essere classificate come "sette" e messe al bando.
Per l'Islam leggete le Sure riportate dal sig. Mangascià. Penso che basti per farci un'idea.
Se sono false vorrei che i vari imam indichino quali sono quelle vere per sottoporle al pubblico al fine di leggerle e giudicarle. Se poi pensano che l'idea sia profanazione nei confronti della loro religione, allora non vengano a casa nostra e coltivino le loro idee lontano da noi.
Svegliamoci e pensiamo al futuro e ai nostri figli.
29 marzo 2008 0:00 - Francesco Giuseppe Mangascià
Egregio Pietro Yates Moretti, personalmente non perdo tempo a criticare il libri delle religioni, poiché pur essendo spiritualmente certo delll'esistenza di qualcosa, considero le religioni il male più assoluto per l'umanità assieme ai comunisti,si figuri i libri, le assicuro che, di Geert Wilders, non so proprio niente, il film l'ho visto solo 5 minuti, le invio degli scritti, sperando che, nel cuo cuoricino,lei non dia dello xenofobo o islamofobo anche me, poiché le assicuro che non lo sono, sono mulatto di padre eritreo e mia figlia è indiana,eccole il papiro...
«In verità, coloro che avranno rifiutato la fede ai nostri segni li faremo ardere in un fuoco e non appena la loro pelle sarà cotta dalla fiamma la cambieremo in altra pelle, a che meglio gustino il tormento, perché Allah è potente e saggio» (Sura 4:56). “Uccidete gli infedeli ovunque li incontriate. Questa è la ricompensa dei miscredenti.” (Sura 2:191) Vi è stato ordinato di combattere, anche se non lo gradite. E' possibile che abbiate avversione per qualcosa che invece è un bene per voi, e può darsi che amiate una cosa che invece vi è nociva. Allah sa e voi non sapete. ” (Sura 2:216). «Instillerò il mio terrore nel cuore degli infedeli; colpiteli sul collo e recidete loro la punta delle dita... I miscredenti avranno il castigo del Fuoco! ... Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi» (Sura 8:12-17). «Profeta, incita i credenti alla lotta. Venti di voi, pazienti, ne domineranno duecento e cento di voi avranno il sopravvento su mille miscredenti» (Sura 8:65). «Quando poi saranno trascorsi i mesi sacri ucciderete gli idolatri dovunque li troviate, prendeteli, circondateli, catturateli ovunque in imboscate! Se poi si convertono e compiono la Preghiera e pagano la Decima, lasciateli andare» (Sura 9:5). «Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finchè non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati. Dicono i giudei: "Esdra è figlio di Allah"; e i cristiani dicono: "Il Messia è figlio di Allah". Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Li annienti Allah. Quanto sono fuorviati!» (Sura 9:29-30). «O voi che credete! Se non vi lancerete nella lotta, Allah vi castigherà con doloroso castigo e vi sostituirà con un altro popolo, mentre voi non potrete nuocerGli in nessun modo» (Sura 9:39). «Quando incontrate gli infedeli, uccideteli con grande spargimento di sangue e stringete forte le catene dei prigionieri» (Sura 47:4). "...Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini sono superiori . Allah è potente, è saggio." (Sura 2:228). "Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande." (Sura 4:34). "E di' alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse per le parti nascoste delle donne. E non battano i piedi sì da mostrare gli ornamenti che celano." (Sura 24:31). “Le vostre spose per voi sono come un campo . Venite pure al vostro campo come volete….” (Sura 2:223). “Ecco quello che Allah vi ordina a proposito dei vostri figli: al maschio la parte di due femmine. … Questo è il decreto di Allah. In verità Allah è saggio, sapiente” (Sura 4:11). "Flagellate la fornicatrice e il fornicatore , ciascuno con cento colpi di frusta e non vi impietosite [nell'applicazione] della Religione di Allah, se credete in Lui e nell'Ultimo Giorno, e che un gruppo di credenti sia presente alla punizione." (Sura 24:2). “Tagliate la mano al ladro e alla ladra, per punirli di quello che hanno fatto e come sanzione da parte di Allah. Allah è eccelso, saggio.” (Sura 5:38). ,

http://italiasvegliati.ilcannocchiale.it

(a me come minimo sembrano anticostituzionali)


  COMMENTI
  (Da 1 a 23 di 23)