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14 febbraio 2018 10:22 - savpg8801
Caotiche risoluzioni, inutili scemenze che non portano ad alcuna praticità, confusione e miscuglio informativo fuorviante per tutti. Insomma, se ministri, associazioni ecc. devono passarsi il tempo con queste cose meglio si dedicassero ad attività più rilevanti quali, ad esempio, controllare chi frega e punirlo.
Cosa se ne fa il cittadino consumatore di informazioni che spaziano dappertutto. Quale beneficio può portare una informativa così generica e riconducente ad ogni conclusione, ammesso che sia comprensibile alla gente e che si metta a far finta di capirla?
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Da "Dì la Tua": Auffff...ci risiamo con le telenovele seriali delle etichette.
Adesso è andata quella dei cereali, del grano, del riso e di altri.
Ma che scopo ha? Chi compra un pacco di pasta dovrebbe agire in base a quanto descritto su questa insulsa striscia di carta o impressa sulla confezione per conoscere la propria sorte; se morire di sofisticazione e pesticidi o aflatossine italiane o straniere. Questo è il punto della imbecillità che le associazioni e l'europa stessa hanno portato a compimento per farci crepare informati e consapevoli. Dicono loro.
E i produttori, poi, sono incazzati perchè come faranno a dichiarare(per vendere) che il loro prodotto è solo italico, dal momento che è noto che un trenta-quaranta p.c. viene dall'esecrato estero?
Poveri stranieri, dall'america alla russia, alla cina ecc.ecc. a cui tocca mangiare i loro cereali marci che ti fanno venire 10 tumori ! E chiederanno tutti di consumare italiano che, invece, farà risanare anche i morti?
Questa storia delle etichette, di etichettare anche la punta dei capelli dovrà, prima o poi, finire per insensatezza di presupposti.
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