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19 giugno 2008 0:00 - mario
Un giorno mi trovavo per caso ad assistere ad una scena da film. Un ragazzo extracomunitario (poi si è saputo che era clandestino) stava rapinando la pensione ad una povera vecchietta (italiana che paga le tasse)appena uscita dall'ufficio postale. Mentre la gente tentava di intervenire, qualcuno aveva telefonato al 113 e subito dopo la polizia bloccava il rapinatore. L'agente di polizia, nella colluttazione aveva ricevuto una coltellata dal rapinatore e per istinto di conservazione dovette difendersi menando le mani e pestando il povero...rapinatore. Risultato:
Rapinatore arrestato;
Vecchietta all'ospedale con un braccio spezzato;
Agente ferito, anch'egli in ambulanza col rapinatore verso l'ospedale.
Agenti in borghese che raccoglievano testimonianze;
La cosa che mi ha sconvolto, ascoltando i commenti di alcune persone, sono state le parole di questo genere: "povero ragazzo l'hanno pestato perchè è di colore, la polizia è fascista!" Cosa c'entra, Dio grande!!! "la polizia è fascista? Questa è malafede e odio verso chi rischia la vita tutti i giorni per €.1200,00 e per difendere la madre rapinata di quello stronzo che parla così perchè indottrinato di una teoria assurda che serpeggia fra questa persone che amano il caos e il disordine. Persone che difendono l'indifendibile solo per il gusto di andare nel c..o all'avversario politico. Capaci di fare invadere l'italia pure dai "marziani" per creare il caos e sguazzarci dentro con una follia incomprensibile, solo perchè da bambini hanno avuto un'infanzia difficile e devono farla pagare a tutta la società. Quindi le nozze del povero...clandestino (con qualche problema con la giustizia)con la nostra principessina italiana che con le nozze avrebbe traghettato un clandestino in cambio di un grande amore come nel romanzo "Via col vento", aiuta anche qualcuno che specula su queste scene lacrimevoli e mediatiche per giustificare un individuo discutibile, che fa gioco a qualcuno, per dire che la polizia impedisce le nozze fra un'italiana e un clandestino (come dire: tra una poliziotta e un clandestino delinquente). PROVVEDIMENTO CRUDELE, IRRAGIONEVOLE E INCOSTITUZIONALE. Ma stiamo dando i numeri? Ma siamo italiani o nemici in casa nostra?
Ricordatevi che il buonismo fasullo porta a gravi conseguenze per tutti, anche per quei sostenitori di parte che amano tanto chi li rapinerà, gli stuprerà le figlie, gli metterà le bombe sotto casa, e se ne infischierà se i suoi sostenitori sono amici, anzi questi saranno i primi a essere sacrificati.
13 maggio 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Cara Emmanuela,
grazie della chiarificazione. Però ora mi è venuto un altro dubbio per quanto riguarda quei paesi in cui la legge civile coincide o è comunque ispirata a una legge religiosa. Sappiamo che per la legge coranica un uomo può sposare fino a quattro donne. Di conseguenza chiedo: che cosa significa lo "stato libero" di un uomo in una situazione simile? Se ha, per esempio, già una moglie sola, non può venire definito "libero" per un secondo matrimonio?
Mi rendo conto che adesso sto probabilmente uscendo dal caso specifico delle Marche, perché non so se la Tunisia ammetta che un uomo sia poligamo, però il problema mi sembra che esista.
Ribadisco a maggiore ragione la richiesta avanzata a te e a Claudia nell'intervento precedente (6 maggio u.s.), e cioè che prepariate una scheda sul diritto di famiglia islamico e sulla condizione della donna (moglie e madre) in esso.
Continuo a ritenere che così facendo offrireste un ottimo servizio d'informazione, una cosa necessaria per avere le idee chiare e poter scegliere con cognizione di causa.
13 maggio 2008 0:00 - Emmanuela Bertucci
Per Annapaola Laldi e per chiarire a quali condizioni uno straniero puo' legittimamente contrarre matrimonio in un qualsiasi comune italiano.

La normativa nazionale (codice civile, leggi sullo stato civile e testo unico in materia di immigrazione) richiede che il nubendo straniero produca:
- passaporto in corso di validita' o altro documento equipollente
- nullaosta rilasciato dal consolato del proprio Paese in cui si certifica che non vi sono condizioni ostative al matrimonio (dunque che il nubendo e' di stato civile libero)

Nessun comune italiano accetta, ne' puo' accettare, la richiesta di pubblicazioni senza questi due documenti, pertanto (pur non avendo letto tutti i giornali sul caso) riterrei che la notizia secondo la quale lo straniero non aveva il passaporto sia errata, poiche' in questo caso il comune non avrebbe nemmeno proceduto alle pubblicazioni.

D'altra parte, gli uffici comunali non sono tenuti (e dunque non possono) a chiedere il permesso di soggiorno, poiche' nei registri di stato civile devono obbligatoriamente essere registrati gli "eventi" della vita (nascite, morti, matrimoni, divorzi) al di la' della regolarita' o meno dello straniero sul territorio italiano.

Emmanuela Bertucci
10 maggio 2008 0:00 - Francesco Mangascià
A mio parere, è solo la mancanza di documenti che giustifica questa storia, e vorrei sapere chi celebrava il matrimonio con che diritto lo faceva e in base a quel norme lo avrebbe poi registrato, per il resto pluripregiudicato o meno, personalmente non mi tocca.
8 maggio 2008 0:00 - DE pravato
Hai ragione fata Morgana...
qui non ci si capisce più un Gabriellì!...sono tutti andati
8 maggio 2008 0:00 - DE pravato
Fra le altre parole, testualmente leggo:

"Seppur sotto un profilo di stretta applicazione delle norme l'azione dei quattro poliziotti in borghese (avete capito bene: quattro!)".

Signori dottori responsabili dell'ADUC e dell'immigrazione.... ma che ci state dando, i numeri per giocare al lotto?

Ma l'ADUC non era l'Associacione a Difesa degli Utenti e dei Consumatori?...
e come pensa di difenderle, queste persone?...

Con delle leggi che si inventano i suoi reponsabili "ad usum delphini"?...
Che dice la legge italiana?... che un Clandestino non è facultato a rimanere sul suolo italiano?... ebbene se ne deve andare!... punto, finito, non c'è altro!

Se vogliamo fare ADUC... dobbiamo protestare quando le leggi NON funzionano, non nel raro caso in cui invece vengono applicate correttamente!

O anche qui vogliamo fare i commissari tecnici, i giudici, i legislatori... a seconda di come ci fa comodo?

MAGARI ci fossero quattro poliziotti ogni volta che servono!
8 maggio 2008 0:00 - Fata Morgana
Nozze regolari? Senza documenti? Illegalmente nel territorio italiano? Diritto di un plupregiudicato?
Ma ho perso qualche puntata o qui stiamo andando di male in peggio?
7 maggio 2008 0:00 - Paolo Baldassarre
Mi sembra evidente ormai che la stragrande maggioranza della gente comune non veda di buon occhio l'immigrazione selvaggia nel nostro paese e le assurde politiche migratorie permissive dei governi.
Tra l'altro sono solo gli esponenti delle istituzioni e di associazioni varie, tra cui Confindustria(ovviamente, no?), a sostenere ancora che l'immigrazione serve ed è una ricchezza(ma quando mai???) per un paese che è arrivato a 60 milioni di abitanti in un territorio di appena 301.000 km quadrati(grazie all'immigrazione irresponsabile) e che sta conoscendo gravi problematiche sociali create da tutta questa gente che arriva da ogni dove.
L'Italia non è assolutamente in grado di metabolizzare l'ingresso di centinaia di migliaia di disperati ogni anno discriminando tra l'altro i propri cittadini, punto e basta.
Se lo ficchino in testa le istituzioni e le associazioni come la vostra.
FUORI I CLANDESTINI E CHIUSURA DEL PAESE ALL'IMMIGRAZIONE REGOLARE.



6 maggio 2008 0:00 - VR
Egregie signore dell'aduc, il vostro intervento è quanto di più irragionevole, incostituzionale, discriminatorio io abbia mai letto. Da quando in qua un'italiano si può sposare senza documenti?? E allora perchè ad un clandestino pluripregiudicato si dovrebbero applicare leggi e favori diversi?? Non è forse discriminatorio nei confronti degli italiani che per sposarsi devono procurare montagne di documenti e scartoffie varie???
Direi che la discriminazione la fate voi a favore dei clandestini - a cui tutto dovrebbe essere concesso - e contro gli italiani che invece devono rispettare migliaia di leggi e cavilli.
E' QUANTOMENO EVIDENTE L'ABUSO E LA DISTORSIONE CHE FATE DELLA PAROLA "RAGIONEVOLEZZA", QUALITA' DI CUI SIETE PALESEMENTE SPROVVISTE.

Vi invito ad andare in comune a provare a sposarvi senza documenti, da cittadine italiane regolari quindi non clandestine, ma comunque senza documenti... così vi fate ridere in faccia anche lì.

DOVRESTE SOLO VERGOGNARVI DELLA STRUMENTALIZZAZIONE PRO-CLANDESTINI E ANTI-LEGALITA' CHE FATE.
6 maggio 2008 0:00 - FRANCESCO
hanno fatto bene
6 maggio 2008 0:00 - Dizzy
come la mettiamo con gli accordi di Schengen in merito ai criminali internazionali provenienti da al di fuori dell'area?
6 maggio 2008 0:00 - annamaria rivarola
Ascolto ora in TV che escono dal carcere 4 kosovari ed un romeno colpevoli di rapine in villa nello scorso aprile 2007.
Citando quanto da Voi scritto: "...l'amministrazione ha come primo obbligo nell'applicazione delle norme, il contemperamento di tutti gli interessi meritevoli di tutela legale...", mi chiedo: fa rabbrividire di più lo sprezzo nei confronti delle vittime dei galeotti neoscarcerati o la vicenda amorosa da Voi narrata? Si può colpevolizzare (come avete fatto) la di lei famiglia se si è preoccupata del futuro della figlia? Ed ancora, se è vero che questo signore non è uno stinco di santo, avreste piacere che i vostri figli si legassero in matrimonio con dei pluripregiudicati? Per favore, smettiamola di voler fare del buonismo a tutti i costi e guardiamo la realtà: la violenza (in ogni sua forma) dilaga, rei di questi atti sono per la maggiore stranieri clandestini i quali, se arrestati, non scontano pena alcuna e Voi avete anche la sfrontatezza di fare dell'ironia sui poliziotti incaricati. Vi ricordo che le forze dell'ordine (tutte) rischiano la pelle ogni giorno, diversamente da voi e da me che con carta, penna e calamaio non ci esponiamo a nessun pericolo.
Grottesca, irragionevole, crudele e discriminatoria giudico la vs. presa di posizione nei confronti delle migliaia di vittime di delinquenti stranieri, che si vedono negata qualsiasi forma di giustizia. Consiglio di condurre le vs. battaglie per qualcosa di più utile socialmente che non un matrimonio mancato.
Un'ultima cosa: chi ha pagato il biglietto per Tunisi?
6 maggio 2008 0:00 - Francesco Mangascià
Io vorrei sapere di più in maniera attendibile,poiché , io ho letto che questo signore non aveva il passaporto, se è vero domando come faceva a sposarsi senza i documenti?
6 maggio 2008 0:00 - Annapaola Laldi
Cara Claudia e cara Emmanuela, ammetto che la materia, almeno a quanto emerge da ciò che dite voi, è complessa. Eppure non me la sento di condividere il vostro giudizio sull'agire dei poliziotti, che suona così: "Grottesco, crudele, irragionevole, incostituzionale, discriminatorio, e comunque illegale". Sull'illegalità e sull'incostituzionalità non so cosa dire, perché sono questioni tecniche, sul fatto che sia "grottesco, crudele, irragionevole" invece sì, perché sono questioni più ampie e generali, anche legate al buon senso.
Intanto mi chiedo e vi chiedo quali documenti occorrano per sposarsi (sul serio,non lo so perché non mi sono mai sposata) e come venga appurato seriamente lo stato libero di ciascuno dei nubendi, specialmente nel caso in cui uno dei due (o tutti e due) siano stranieri. In base a quali documenti, nella fattispecie, il cittadino tunisino è stato considerato "libero" per contrarre un matrimonio secondo la legge italiana? In base a quali documenti ha potuto dimostrare che è "celibe" o "divorziato" o "vedovo" -che sono i tre "stati liberi" secondo il nostro codice civile? Se non aveva il permesso di soggiorno e il passaporto (come si legge sulla stampa), in base a quali documenti è stata accertata la sua identità?
Scusate, ma non sono questioni di poco conto. Se questa rigorosità non ci fosse stata da parte del Comune, ben venga un'azione che mette più in chiaro le cose, anche se in modo alquanto rocambolesco.
Per quanto riguarda la crudeltà, l'apparenza c'è, ma quanto più crudele sarebbe (stato) se la giovane sposa si fosse trovata vessata subito dopo le nozze dal marito, come già è accaduto in altri casi, perché, in realtà, a spingere l'uomo al matrimonio non era l'amore, ma il desiderio di diventare cittadino italiano? E' vero che sto facendo un processo alle intenzioni, e me ne scuso, ma non è possibile (e neppure lecito) ignorare e sorvolare su un'ipotesi del genere. Voi dite, la ragazza può andare a sposarsi a Tunisi ... E' vero, e sinceramente, spero per lei che non lo faccia, perché a quel punto il diritto seguito sarà quello tunisino (che credo sia abbastanza legato al diritto islamico), in cui la moglie è totalmente subordinata al marito con tutta una serie di conseguenze pratiche sulla sua effettiva libertà personale e quella della tutela degli eventuali figli e figlie di non facile digestione per una persona di costumi occidentali.
Colgo l'occasione per chiedervi una cosa che ho in mente da tempo e che voi potreste fare con molta chiarezza e senso della giustizia, proprio perché non avete pregiudizi nei confronti dello "straniero". Vi chiedo dunque di fare una scheda informativa molto precisa sul diritto matrimoniale e familiare vigente nei paesi islamici, eventualmente evidenziando le differenze all'interno di ciscuno di essi. E' infatti incontestabile che c'è una grande differenza fra la concezione della famiglia, del matrimonio e dell'educazione della prole che abbiamo in Italia (e in Occidente), basata sulla libertà individuale e l'uguaglianza dell'uomo e della donna di fronte alla legge, e quella esistente nei paesi islamici, dove chiaramente la donna non è pari all'uomo e il padre può avere sulla prole lo jus vitae ac necis (cioè il diritto di vita e di morte), che era la prerogativa del pater familias dell'antichissima Roma, e che ora, per farlo capire a noi, viene chiamato "delitto d'onore". Un caso del genere è avvenuto alla fine di aprile a Bassora, dove la diciassettenne Rand Abdel-Qader è stata uccisa dal padre perché si era innamorata di un soldato britannico (e il padre è stato interrogato dalla polizia e poi rilasciato perché gli è stato riconosciuto il "motivo d'onore). Nell'estate 2006, in provincia di Brescia, un altro padre, questa volta pachistano, ha assassinato per sgozzamento la figlia ventunenne, Hina Saleem, colpevole agli occhi paterni di voler vivere all'occidentale e di essersi fidanzata con un giovane italiano. Anche se in questo caso i giudici italiani non hanno riconosciuto alcun "delitto d'onore" e hanno condannato l'uomo e i suoi complici a 30 anni di carcere, il tragico evento ha portato in primo piano l'inammissibilità per un islamico che i propri figli possano cambiare costumi (e magari religione); una persona che fa così è una infedele e la pena è la morte. E' anche vero che non tutti agiscono in questo modo, ma la possibilità che ciò avvenga non è remota né immaginaria.
Vi rinnovo quindi il cordiale invito a curare una bella scheda sul diritto matrimoniale e familiare nei paesi islamici, in modo che chi vuole possa attingere a un'informazione obiettiva e rigorosa a un tempo e quindi regolarsi con maggiore cognizione di causa, se si trovasse nella situazione di pensare a sposarsi con un cittadino/a di questi paesi.
Con grande stima e apprezzamento per il vostro lavoro.
Annapaola
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