COMMENTI
  (Da 1 a 2 di 2)  
19 giugno 2008 0:00 - Maurizio
In una società organizzata esistono sulla carta delle "regole". Ognuno "teoricamente" dovrebbe rispettarle. In natura, per mille o più motivi, esistono i "buoni" e i "cattivi". Tutti quanti messi insieme dovrebbero convivere nel rispetto di questo patto che la società si è imposto per non vivere nel caos. Molti rispettano queste regole, ma molti fanno i furbi e le eludono. Nel momento in cui qualcuno preposto a fare rispettare "le regole", applica le sansioni previste, questi viene ostacolato, sbeffeggiato, visto come un nazista, senza cuore, razzista, fascista, classista, e nemico dei più deboli. Ora, a proposito di integrazione; come previsto dalla legge "Norme in favore dei Rom" di 23 anni fa, mi chiedo: <<"quanti dei vecchi amministratori di vario colore politico..., si sono avvicendati nella regione Lazio?">> Purtroppo, ognuno ha dovuto dare conto e ragione a "QUALCUNO...", accontentare molti e non ha potuto realizzare questo "sogno" dell'avvio all'integrazione dei ROM. Umanamente credo che , a parte le ideologie, ognuno di noi di fronte a scene pietose di degrado o di differenze sociali, provi un moto di ribellione di fronte a tanta ingiustizia. Devo anche,in modo pratico, fare notare che la pietà o la comprensione sono sentimenti nobili, ma si dovrebbero accoppiare bene con chi li riceve e ottenere in cambio da questi il rispetto della disciplina ed il comportamento civile in base a quelle "regole" di chi li ospita. Nessuno di noi, credo, per pietà o buonismo sarà disposto ad ospitare in casa propria una famiglia ROM che per tradizione e cultura ha abitudini diverse dalle nostre. Penso che i teorici del buonismo non siano disposti a ospitare in casa propria gente che userebbe il loro l'appartamento come un campo ROM (per cultura). Il teorico risponderebbe che dipende da noi educarli. Come puoi sradicare dalla mente un modo di vivere, solo perchè qualcuno per "utopia" vuole fare diventare un musulmano/cristiano e un ROM/svizzero. In 148 anni dall'unità d'Italia, ancora oggi non riusciamo a fare diventare un calabrese/lombardo e pretendiamo di cancellare con una legge migliaia di anni di storia di vari popoli. Anche se impossibile, l'unica soluzione onesta, reale e civile sarebbe questa: "ogni esponente di una nazione, religione, cultura, mentalità o abitudini diverse dal popolo che lo ospita, è obbligato a rispettare quelle regole del paese ospitante, pena l'espulsione in casi gravi o la sansione prevista, se ospite regolare". Anche se l'ospite è sacro, non può diventare il nostro "padrone" solo perchè, ipocritamente, dobbiamo essere politicamente corretti. Se l'ospite non si adegua al nostro modo di vivere, diventa un cattivo ospite e va invitato a comportarsi bene, altrimenti gli chiederemo,
educatamente, di lasciare la nostra casa, perchè "l'ospite se non gradito, dopo tre giorni puzza". Siate realisti e non utopìsti.
16 maggio 2008 0:00 - Alex
La citazione sarebbe di Alessandro Manzoni.
Evito di commentare la cosidetta integrazione.
  COMMENTI
  (Da 1 a 2 di 2)