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16 giugno 2008 0:00 - er metico
Fortunatamente non mi frustro: non ho mai sperato di convincerla in nulla ma mi son contentato di fastidiarla un po' e farle perdere un po' del suo tempo non dicendole, comunque, bugie da parte mia.
La saluto anch'io e alla prossima.
13 giugno 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Egregio signor Er metico (al secolo Enrico Falcinelli?) i Suoi discorsi continuano a non convincermi, anzi li trovo totalmente pretestuosi. Alla Fao ci pensi Lei, visto che Le è venuto in mente. Non mi faccio dettare la mia agenda da nessuno. Distinti saluti.
13 giugno 2008 0:00 - pinetree
Punto di domanda, mica ho detto che i soldi alla chiesa è l'unico schifo in Italia.
La chiesa è un azienda privata, solo voi cattolici riuscite a vedere qualcosa di diverso.
I privileggi, i finanziamenti, l'essenzione tasse, non ha pari, neanche la schifosissima situazione dell'azienda privata come L'alitalia ne gode un piccolissima percentuale di questi privileggi.
13 giugno 2008 0:00 - er metico
Cara Laldi, mi spiacerebbe un pochino se la dovessi far alterare e son d'accordo con lei che questa è diventata un'inutile diatriba, anche perché per risponderle lo posso fare solo alle una o le due di notte. Dirò in breve.
1) Le voci di bilancio riportate conservano l'ordine e la sostanza prevista dalla richiesta della legge 222 a riguardo. Non sono previste, cioè, voci diverse da evidenziare. E i bilanci presentati soddisfano in pieno la legge anche se meno qualcuno del popolo. Per equità, non me la prenderei tanto con la Chiesa in sé ma con la legislatura e farei cambiare quella più che pretendere quanto non previsto.

2) Le note semplici ma comunque tecniche che le ho accennato per brevità la dovrebbero condurre a delle semplici ipotesi su come possa esser fatto rientrare quanto utilizzato, eventualmente, dell'OPM per gli utilizzi di un parte del denaro da destinare ad investimento a livello di informazione, rappresentanza e diffusione del sistema di sovvenzione per il mantenimento della Chiesa, che non è istituzionalmente leggera come i gruppi religiosi minori e che non esigono certamente di un sostegno paritario. Non credo sia confrontabile, quindi, proprio per questioni di peso fisico le diverse gestioni di denaro da parte dei differenti gruppi religiosi acattolici.

3) L'Opm non impegna tutta la "pubblicità" della Chiesa, ma numerose sono le altre esigenze comunicative per cui più di uno sono gli spots e le operazioni di diffusione da parte degli organi addetti appositamente istituiti dalla Chiesa. Ma non bisogna dimenticare che l'Opm non è l'unico introito ch'essa ha e che, a parte i finanziamenti previsti dalle leggi ai mezzi di comunicazione, tali attività sono autoremunerate dai loro servizi.

4) Per guardare tutto ciò occorre uno sguardo diverso da quello del giustiziere che intende raddrizzare le strade del mondo, perché queste si raddrizzano con l'amore. Seppure possa apparir melensa, questa affermazione è la più importante di tutte quanto le ho riferito e delle informazioni che non potrei mai darle, perché molto di più si può ottenere direttamente dagli specialisti e responsabili coinvolti nel lavoro con la Chiesa e da molti religiosi stessi, ma per far questo bisogna avere contatto con essi, non scostamento. Soprattutto, e questa è la ragione, occorre avere strade tracciate giorno per giorno e non un progetto di cui si conosce non solo la partenza ma anche l'arrivo, così che solo l'unica meta prevista è quella che si vuol raggiungere. I miei consigli morali rompono i coglioni, lo so bene, ma gli aspetti morali pesano, nonostante la loro diafana concezione nel materialismo di oggi, fatto è che nel trascurarli se ne muore fisicamente ogni giorno.

5) Vi sarebbe, magari, tra coloro che le potrebbero fornire ragguagli più attinenti, probabilmente anche qualche religioso in pensione che avrebbe da raccontarle chissà quali magagne e profittamenti, da parte di chissà quanti anche nella Chiesa. Ora, cara Laldi, se ci scandalizziamo di questo per poter dire "…hai visto che avevo ragione?" io credo che sia una vera vigliaccheria e una sopravvalutazione dell'uomo e del suo animo pedestre. Per il resto, giustizia sia sempre fatta ma soprattutto con la carità e senza pregiudizio.

A proposito, mi faccia finire con una carognata a suo carico: a quando i suoi resoconti sui bilanci della laicissima FAO?

Saluti a lei e famiglia.
12 giugno 2008 0:00 - ? ? ? ?
Anche nel laico stato democratico, se vota il 10% dei cittadini la scelta vincola tutto il restante 90% di non votanti...
11 giugno 2008 0:00 - pinetree
Signore punto di domanda, a me non sembra che abbiamo molto scelta, e stato già tutto spiegato come la chiesa cattolica incassa un grossissima fetta, il 90%, nonostante solo un 38% la sceglie.
11 giugno 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Mi ascolti, Er metico, e la smetta di menare il can per l'aia. Le ripeto: mi fornisca, di grazia, gli indirizzi telematici o tradizionali dove si possa andare a pescare questi precisi rendiconti che a Suo dire la Chiesa cattolica redige puntualmente. E, da tecnico, mi dica anche perché la Chiesa cattolica non rende note nella rendicontazione le spese per la pubblicità. Con tutte le motivazioni che si possono addurre per affermare che questa pubblicità non è vera "pubblicità", ma qualcos'altro, il fatto è che 9 milioni di euro sono tolti ad altre voci, e quindi una o tutte le voci non sono veritiere.
E' vero o non è vero?
Aspetto risposte chiare e univoche su questo.
Per il resto, non sono più disponibile a perdere tempo per una cosa che è diventata chiaramente una inutile diatriba.
11 giugno 2008 0:00 - er metico
Sfrutto il suo errore, cara Laldi, ovviamente non voluto, quello dei nove miliardi, per dire: minchia! Se imponessi nove miliardi di euro per una mia campagna pubblicitaria sarei il comunicatore più povero del mondo! Chi verrebbe da me per spendere piu di quello che guadagnarebbe con la mia campagna? Fortunatamente ha sbagliato, come corregge successivamente: infatti, la campagna a cui si riferisce costò (mi pare) attorno ai nove milioni come lei afferma. Ma con quanto appena detto non intendo farle il simpatico, perché mi serve per introdurre un aspetto, quello commerciale di qualsiasi operazione di marketing: a meno che non ci beva il cervello nessuna azienda spende in pubblica rappresentanza più di tanto quanto ne guadagni ed anzi le aspettative di guadagno devono essere almeno di uno a dieci, anche se nella media nazionale le spese di pubblicità di una azienda ad economia tradizionale difficilmente arrivano al 3% annuo del ricavo totale.
Ebbene, la Chiesa spende circa l'1% di bilancio dell'OPM di media per la sua rappresentanza a riguardo, della quale ne ha totalmente il carico e rientra tra i doveri sociali di diffusione della sua presenza e prestanza e tale spesa ricade sotto le promozioni e non è nemmeno capitalizzabile perché vale per il solo anno in corso e del futuro non v'è certezza; questo è per l'OPM e si calcola un risparmio di comunicazione enorme, considerando la spesa che dovrebbe sostenere per raggiungere tutto il suolo di competenza con delle tradizionali e tutt'altro che modeste spese postali.
La parola "pubblicità" è un termine, però, relativamente attinente perché la promozione della Chiesa non è considerata come una promozione commerciale, in quanto il patto comunicativo è quello di vendere (indovini un po'?) la carità potenziale che essa è capace di dare. Capacità di darla, significa che la Chiesa deve sostenere spese di comunicazione e impegno di persone, spesso gratuito grazie al volontariato, per poter sostenere l'impegno che divulga con la comunicazione mediatica. In effetti, quella della Chiesa è una vera e propria comunicazione che il fatto di vederla passare attraverso i canali commerciali della televisione nei momenti fru-frù della giornata non autorizza affatto la sua concezione nell'ambito delle pubblicità ordinarie, come lo è il fatto delle campagne di sensibilizzazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La sensibilizzazione è una pratica di comunicazione consueta al pari di quella pubblicitaria ma si tende a differenziarne il format e l'occasione dei passaggi per evidenziarne il contenuto informativo.
Nessuno, invece, ha nulla da ridire sulla pubblicità ordinaria che grava pesantemente sulle spese per il prodotto (una macchina, un profumo, un paio di scarpe, ecc.) e sarei, da tecnico, portato a pensare veramente con cattiveria a colui che, rendendosi conto di quanto appena detto, si fermasse invece a criticare una campagna di sensibilizzazione della Chiesa…
Mi ricorderebbe Giuda, quando critica la donna che lava il Maestro con il profumo di nardo!
Eppure, in questi trabocchetti ordinari ci si cade inconsapevolmente, perché fanno parte, ormai, della routine quotidiana e del nostro modo di voler lasciarci affascinare dall'immagine e dal guscio esterno alla polpa ben più buona ed appetibile.

Secondo la legge 222, il bilancio dell'OPM è tenuto a mostrare delle specifiche voci e non a casaccio o quelle che ci piacciono di più e tantomeno le fatture di agenzie di comunicazione. Basta leggere la regolamentazione per rendersi conto e per capire che l'amministrazione del sostentamento è tutta lasciata alla stessa Chiesa (contrariamente a quanto accade in qualche altro paese europeo che stipendia i preti) che, in questo, somiglia di molto ad una grossa azienda e ciò non deve scandalizzare, perché è la realtà di chi ogni giorno mangia con la bocca.
Dagli anni novanta la Chiesa ha un suo organismo interno che sottende l'organizzazione e la pianificazione mediatica per la comunicazione che, come quella di ogni "ente" sociale è indispensabile per l'efficienza.
Ammutolire quella voce significa voler ammutolire ed annichilire l'intero organismo (e qui è la malignità) e sembra assurdo che nessuno possa immaginarsi quanto poco si possa chiedere a qualcuno quando questo non avesse nulla da dargli…

Lo stesso bilancio è poi redatto e pubblicato in moltissimi modi e cieco sia chi non lo riesca a trovare da qualche parte; esso è trasmesso al Ministero solo quando tutto il territorio ha a disposizione i dati definitivi e l'erogazione non avviene fino a quando i dati non sono completi. Ad avvenuta trasmissione è lo stesso Governo dello Stato italiano che ne controlla le sintesi e mi risultano dei complimenti, a proposito, per la trasparenza con la quale la Chiesa espone i suoi bilanci.

Mi spiace non poter parlare di fantasmi, ma pu addentrandomi nei meandri antichi della Chiesa non m'è mai capitato di vederne uno.
Come tecnico, poi, son talmente vicino a certe realtà come quella della comunicazione che le somme dichiarate dalla Chiesa, considerandone la dimensione mondiale, mi stupiscono all'inverso per l'economicità…
Sarà che con uno spot per una delle più famose marche sportive ci si manderebba avanti la Chiesa almeno per tre anni!
Saluti sinceri, ancora.




10 giugno 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Correggo l'errore che ho fatto riferendo la presunta spesa per la pubblicità della chiesa cattolica: sono 9 milioni di euro ( e non 9 miliardi), come del resto correttamente è detto poche righe dopo.
10 giugno 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Per Er metico:
Non per riconoscenza, signor Er metico, ma per doverosa correttezza verso i contribuenti i percettori dell'OPM sono tenuti a far conoscere rendiconti degni di questo nome sulla loro gestione dell'OPM. Tanto più che per legge devono presentarli al Ministero dell'Interno.
Se poi, per Lei è così facile riceverne notizie, mi indichi dove posso rivolgermi anch'io, non per avere un favore, che non voglio, è ovvio. Le risulta che ci sia qualche informazione su Internet? Su qualche pubblicazione se possibile non propagandistica? Lo dica qui a tutti. Molte persone Gliene saranno grate.
E un'altra domanda, visto che Lei afferma di essere tanto addentro a questa istituzione: perché la Chiesa cattolica non dichiara nell'OPM la spesa della pubblicità e della gestione dello stesso OPM? Mi può contestare se dico che, così stando le cose, c'è un buco di 9 miliardi di euro (è questa la cifra per la pubblicità dichiarata da Paolo Mascarino in un'intervista alla SIR del giugno 2007) nelle pur generiche rendicontazioni dell'OPM cattolico? Da dove si devono togliere quei 9 milioni, dall'esiguo stanziamento per le opere di carità (20% del totale OPM), o dal sostentamento del clero (circa il 35%) o dalla restante somma per il culto?
9 giugno 2008 0:00 - Fede
C'è un modo molto semplice per evitare che la chiesa cattolica si prenda a norma di legge la maggioranza: dare l'8 per mille allo stato. Dal momento che quasi il 60% dei contribuenti non da volontariamente i soldi alla chiesa posso pensare che non siano a favore. E allora agiscano invece di stare a guardare.
9 giugno 2008 0:00 - ? ? ? ?
"A me non interessa niente come inquadri la tua chiesa cattolica, tirate fuori voi cattilici i soldi per mantenerla, o farla finanziare direttamente da DIO."

Appunto, caro pinetree, quelli dell'otto-per-mille sono proprio soldi nostri, che liberamente scegliamo a chi destinare; dov'è il problema?!...

E se le altre confessioni religiose possono destinare ad "opere di bene" tutto il ricavato delle donazioni, si vede che ricevono sufficienti finanziamenti da altri stati, per esempio gli USA o Israele; a meno di voler credere che, per la loro particolare santità (tutta da dimostrare), campino veramente di solo... Spirito Santo!...
9 giugno 2008 0:00 - er metico
Cara Laldi, il sasso, anche se le è dato, lo lancia lei, che vuole che le dica.
Personalmente sono molto concreto e non vedo cosa di dovuto ancora si debba all'Italia intera quando l'otto per mille ha un'origine ben definita.
Comunque, a livello di riconoscenza, qualche manifesto, è vero, lo si potrebbe anche appendere, lì dove non sia stato fatto.
In confidenza, se voglio sapere come sono stati spesi e dove alcuni soldi, lo posso fare senza particolari difficoltà e senza essere assolutamente un privilegiato.
Saluti cari.
9 giugno 2008 0:00 - er metico
No, vede, pinetree, la dovrebbe finanziare anche lei; chissà che non posi le sue radici su qualche territorio di sua appartenenza...
L'otto per mille ha un'origine, sa, che non è mica un'elargizione...
saluti.
8 giugno 2008 0:00 - pinetree
er metico dice:
"unico ostacolo le diverse vedute puramente umane che portano troppo spesso a valutare di più le questioni che riguardano Cesare e meno quelle che riguardano Dio e il nostro compito da cristiani su questo mondo; questo, perché quando si parla della Chiesa bisogna ricordarsi che non si parla di un Ministero Istituzionale qualsiasi ma di qualcosa che ha direttamente a che fare con Dio"

A me non interessa niente come inquadri la tua chiesa cattolica, tirate fuori voi cattilici i soldi per mantenerla, o farla finanziare direttamente da DIO.
8 giugno 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Egregio Er metico, per prima cosa devo dirLe che non sono io l'autrice di questo comunicato stampa. Se vuole leggere ciò che ho scritto io vada a questo indirizzo, poi ne riparliamo.
http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=221997
Comunque sia, constato che Lei pretende di insegnare agli altri come la devono pensare. Mi scusi, ma come si permette? Partendo poi da un presupposto che è una Sua mera proiezione. Infatti, chi Le dice che anche chi ha scritto questo comunicato stampa non sia, al pari Suo, un buon conoscitore delle cose cattoliche e non solo?
Personalmente, e torno a raccomandarLe la lettura del mio articolo, tengo ben distinte le informazioni dalle opinioni, come dovrebbe aver constato anche nella risposta a Pippo.
Con tutti i meriti che anche la chiesa cattolica può avere in molti campi, nel nostro argomento dell'OPM un dato di fatto incontrovertibile è che la chiesa cattolica non fornisce alcun genere di rendiconti degni di questo nome, ma solo cifre di massima, mentre i Valdesi e gli Avventisti specificano con cura a chi hanno dato quei soldi. Dunque, non se la rifaccia con chi mette in risalto questo fatto, ma semmai chieda alla chiesa cattolica di fare, per una volta, "come i Valdesi". Sarò la prima a giorne.
6 giugno 2008 0:00 - er metico
Nonostante il rischio che quanto afferma possa essere tecnicamente vero, è altrettanto vero che la Chiesa cattolica mi sembra l'unica che riesca "tecnicamente" a riconoscere la verità in fatti, misfatti e diavolerie sociali del nostro e degli altrui paesi; solo la sua organizzazione merita di già più dell'OPM e personalmente non mi interessa minimamente se fette maggiori vanno all'unica entità mondiale che affronta con raziocinio e volontà questioni che gli altri guardano elucubrandoci a proprio personale modo dal balcone di casa propria, prima di ritirarsi per farsi i fatti suoi.
Questa è la verità, cara Laldi, una verità che nessuno può negare, esperto o non che sia (e io sono un esperto della Chiesa cattolica) e dietro quest'impegno vogliamo l'aiuto dei nostri fratelli in Cristo sia che siano Valdesi o Evangelici di qualsiasi genere se non Ortodossi, unico ostacolo le diverse vedute puramente umane che portano troppo spesso a valutare di più le questioni che riguardano Cesare e meno quelle che riguardano Dio e il nostro compito da cristiani su questo mondo; questo, perché quando si parla della Chiesa bisogna ricordarsi che non si parla di un Ministero Istituzionale qualsiasi ma di qualcosa che ha direttamente a che fare con Dio. Se non fosse così, mi scusi l'ardire, sarei il primo a voler gridare che l'OPM alla Chiesa cattolica e a tutte le religioni sarebbe il più grande scempio economico mondiale che si possa concepire. Se si concepisce, invece, un debito tale, che questo sia ragionevolmente diretto ad una realtà terrena che si muove in ragione di qualcosa non terreno, perché altrimenti l'OPM andrebbe meglio versato ad associazioni assistenziali, che so, come la FAO, ad esempio? (da notare che l'opera assistenziale in tal senso sarebbe per i funzionari della FAO e non per quello a cui sono preposti).
Ora, fermo restando la soddisfazione della legalità e del diritto equo per tutti nella distribuzione dell'OPM, per cui io stesso mi auguro che le cose vengano fatte con il giusto raziocinio e senso comunitario dell'essere (il che sarebbe dare a Cesare quello che è suo) e considerando che non è certamente la giustizia che infierisce su un'istituzione come la Chiesa cattolica ma semmai l'ingiustizia e considerando che la maggior ingiustizia la faremmo continuando a dare a Cesare quando invece è l'ora di dare a Dio,
cambierei il suo atteggiamento dal quale si evince una particolare ritrosia da simpatie cattoliche per favorire invece quelle dei fratelli Valdesi, in termini puramente e pedestralmente cesariani, non ben comprendendo quanto siano state sgradite al Dio di Abramo le diatribe tra i fratelli d'Israele.
In breve, non mi preoccupo di quanto si ragiona se sia giusto o meno qualcosa ma della vera posizione del cuore della persona avanti a questo, perché di giustizia non è mai morto nessuno, tanto meno lo sarà la Chiesa cattolica o quella Valdese ma con l'ingiustizia si disintegra ogni giorno un pezzo di mondo.
Saluti cari.
6 giugno 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Per PIPPO.

Prima di tutto le trascrivo qui l'indirizzo dell'archivio OPM (otto per mille) qui sul sito dell'ADUC, nel quale sono raccolti i link di tutti gli articoli che vado scrivendo dal 2001 sull'argomento. Per capire meglio la storia e il meccanismo dell'OPM scorra gli articoli del "DOSSIER OPM", dove la materia è trattata con maggiore sistematicità.
http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/pulce/indiceottope rmille.html

Adesso vengo comunque alle questioni che pone.
La prima riguarda l'affermazione contenuta nel comunicato stampa, che non ho scritto io: "Vige cioe' l'obbligo di finanziare le religioni!". In effetti la frase è fuorviante per almeno due motivi. Infatti, prima di tutto i contribuenti possono scegliere fra sette beneficiari: lo Stato, come Lei giustamente rileva, e sei confessioni religiose. E poi, in realtà, il finanziamento non è una tassa in più che esce dalle tasche del contribuente, ma consiste nel prelievo dall'ammontare dell'IRPEF di questo 8xmille che comunque andrà distribuito tutto ai sette beneficiari, anche se molti contribuenti non fanno alcuna scelta.
E qui passo alla sua terza osservazione: "Ma lo stato con quale cavolo di criterio suddivide questi soldi !?"
Anche qui preferisco rimandarla all'articolo menzionato nel comunicato stampa
http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=221997,
ma posso dirLe in poche parole che vengono fatte due distribuzioni. Prima di tutto si guarda quanti contribuenti hanno espresso la scelta (nel 2007 è stato il 40,86%, quindi una netta minoranza), e si ripartisce quindi il 40,86% della somma OPM fra i sette beneficiari, seguendo le preferenze espresse per ciascuno di essi.
Per prendere l'esempio più sostanzioso, la chiesa cattolica ha avuto l'89,91% delle preferenze espresse e quindi le viene assegnata questa percentuale di questa prima fetta dell'OPM.
La somma restante, che nel 2007 corrisponde al 59,14%, non torna allo stato, come qualcuno continua a pensare, ma viene di nuovo distribuita fra i sette beneficiari sempre secondo la percentuale delle scelte espresse. Di conseguenza, alla chiesa cattolica nel 2007 è toccato anche l'89,91 per cento della seconda, più consistente fetta dell'OPM. Di conseguenza, con appena il 36,69% delle preferenze sul totale dei contribuenti, la chiesa cattolica incamera l'89,91% di tutta la cifra OPM.
Perché accade questo? Perché la legge che istituisce l'OPM, che è emanazione del nuovo Concordato con la Chiesa cattolica (1984) prevede esplicitamente che tutto l'OPM sia distribuito tra i beneficiari secondo il gradimento manifestato da chi si è espresso. E perché succede questo? Perché l'OPM è stato inventato appositamente per continuare a finanziare la chiesa cattolica anche nel momento in cui il nuovo Concordato riconosceva che lo stato italiano non era più confessionale e che quindi la religione cattolica non era più la religione di stato. Del resto, quando fu inventato l'OPM, la sua distribuzione era prevista solo per la chiesa cattolica e lo stato, mentre l'allargamento ad altri beneficiari (le confessioni religiose che avessero stipulato un'intesa con lo stato secondo l'articolo 8 della Costituzione) si deve a un ordine del giorno dei radicali del 17 aprile 1885, in sede di discussione del testo che sarebbe poi diventato la legge 222/1985. Mi fermo qui perché da ora in poi non farei più informazione, ma andrei nell'opinabile, e non ritengo sia questa la sede.
Per quanto riguarda il "privilegio" della chiesa cattolica di ricevere l'anticipo sull'OPM nell'anno corrente salvo successivo conguaglio tre anni dopo, è davvero un privilegio; è proprio così che è stato pensato in origine, per non lasciare all'asciutto la chiesa fra il 1990 (anno in cui entrava in vigore la nuova normativa) e l'anno in cui si sarebbero potuti fare i conteggi relativi all'IRPEF introitato nel 1990.
Per fare un convincente confronto, i Valdesi, che accettarono l'OPM con la revisione dell'Intesa del 15 gennaio 1993, Intesa che fu approvata dal Parlamento con la L. 409/1993, hanno incassato l'OPM relativo al 1993 solo nel 1997, e così continuano a fare loro e tutti gli altri beneficiari.

Spero di aver risposto esaurientemente, ma torno ad invitarLa a leggere personalmente i diversi articoli che ho scritto sull'argomento perché può trovare parecchio materiale che non è possibile riassumere in breve.



5 giugno 2008 0:00 - pippo
Non mi sono chiari alcuni punti:
"Vige cioe' l'obbligo di finanziare le religioni!"
Se uno sceglie di dare i soldi allo stato?

"privilegi: quella Cattolica Romana, a differenza delle altre, non deve aspettare tre anni per avere queste elargizioni"

Non lo ritengo un privilegio, casomai considero un furto il fatto che per le altre chiese ricevano le elargizioni con 3 anni di ritardo

Ma lo stato con quale cavolo di criterio suddivide questi soldi !?
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