Fortunatamente non mi frustro: non ho mai sperato di
convincerla in nulla ma mi son contentato di fastidiarla un
po' e farle perdere un po' del suo tempo non
dicendole, comunque, bugie da parte mia. La saluto
anch'io e alla prossima.
13 giugno 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Egregio signor Er metico (al secolo Enrico Falcinelli?) i
Suoi discorsi continuano a non convincermi, anzi li trovo
totalmente pretestuosi. Alla Fao ci pensi Lei, visto che Le
è venuto in mente. Non mi faccio dettare la mia agenda da
nessuno. Distinti saluti.
13 giugno 2008 0:00 - pinetree
Punto di domanda, mica ho detto che i soldi alla chiesa è
l'unico schifo in Italia. La chiesa è un azienda
privata, solo voi cattolici riuscite a vedere qualcosa di
diverso. I privileggi, i finanziamenti,
l'essenzione tasse, non ha pari, neanche la
schifosissima situazione dell'azienda privata come
L'alitalia ne gode un piccolissima percentuale di questi
privileggi.
13 giugno 2008 0:00 - er metico
Cara Laldi, mi spiacerebbe un pochino se la dovessi far
alterare e son d'accordo con lei che questa è diventata
un'inutile diatriba, anche perché per risponderle lo
posso fare solo alle una o le due di notte. Dirò in
breve. 1) Le voci di bilancio riportate conservano
l'ordine e la sostanza prevista dalla richiesta della
legge 222 a riguardo. Non sono previste, cioè, voci diverse
da evidenziare. E i bilanci presentati soddisfano in pieno
la legge anche se meno qualcuno del popolo. Per equità, non
me la prenderei tanto con la Chiesa in sé ma con la
legislatura e farei cambiare quella più che pretendere
quanto non previsto.
2) Le note semplici ma
comunque tecniche che le ho accennato per brevità la
dovrebbero condurre a delle semplici ipotesi su come possa
esser fatto rientrare quanto utilizzato, eventualmente,
dell'OPM per gli utilizzi di un parte del denaro da
destinare ad investimento a livello di informazione,
rappresentanza e diffusione del sistema di sovvenzione per
il mantenimento della Chiesa, che non è istituzionalmente
leggera come i gruppi religiosi minori e che non esigono
certamente di un sostegno paritario. Non credo sia
confrontabile, quindi, proprio per questioni di peso fisico
le diverse gestioni di denaro da parte dei differenti gruppi
religiosi acattolici.
3) L'Opm non impegna
tutta la "pubblicità" della Chiesa, ma numerose
sono le altre esigenze comunicative per cui più di uno sono
gli spots e le operazioni di diffusione da parte degli
organi addetti appositamente istituiti dalla Chiesa. Ma non
bisogna dimenticare che l'Opm non è l'unico
introito ch'essa ha e che, a parte i finanziamenti
previsti dalle leggi ai mezzi di comunicazione, tali
attività sono autoremunerate dai loro servizi.
4) Per guardare tutto ciò occorre uno sguardo diverso da
quello del giustiziere che intende raddrizzare le strade del
mondo, perché queste si raddrizzano con l'amore.
Seppure possa apparir melensa, questa affermazione è la
più importante di tutte quanto le ho riferito e delle
informazioni che non potrei mai darle, perché molto di più
si può ottenere direttamente dagli specialisti e
responsabili coinvolti nel lavoro con la Chiesa e da molti
religiosi stessi, ma per far questo bisogna avere contatto
con essi, non scostamento. Soprattutto, e questa è la
ragione, occorre avere strade tracciate giorno per giorno e
non un progetto di cui si conosce non solo la partenza ma
anche l'arrivo, così che solo l'unica meta prevista
è quella che si vuol raggiungere. I miei consigli morali
rompono i coglioni, lo so bene, ma gli aspetti morali
pesano, nonostante la loro diafana concezione nel
materialismo di oggi, fatto è che nel trascurarli se ne
muore fisicamente ogni giorno.
5) Vi sarebbe,
magari, tra coloro che le potrebbero fornire ragguagli più
attinenti, probabilmente anche qualche religioso in pensione
che avrebbe da raccontarle chissà quali magagne e
profittamenti, da parte di chissà quanti anche nella
Chiesa. Ora, cara Laldi, se ci scandalizziamo di questo per
poter dire "…hai visto che avevo ragione?"
io credo che sia una vera vigliaccheria e una
sopravvalutazione dell'uomo e del suo animo pedestre.
Per il resto, giustizia sia sempre fatta ma soprattutto con
la carità e senza pregiudizio.
A proposito, mi
faccia finire con una carognata a suo carico: a quando i
suoi resoconti sui bilanci della laicissima FAO?
Saluti a lei e famiglia.
12 giugno 2008 0:00 - ? ? ? ?
Anche nel laico stato democratico, se vota il 10% dei
cittadini la scelta vincola tutto il restante 90% di non
votanti...
11 giugno 2008 0:00 - pinetree
Signore punto di domanda, a me non sembra che abbiamo molto
scelta, e stato già tutto spiegato come la chiesa cattolica
incassa un grossissima fetta, il 90%, nonostante solo un 38%
la sceglie.
11 giugno 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Mi ascolti, Er metico, e la smetta di menare il can per
l'aia. Le ripeto: mi fornisca, di grazia, gli indirizzi
telematici o tradizionali dove si possa andare a pescare
questi precisi rendiconti che a Suo dire la Chiesa cattolica
redige puntualmente. E, da tecnico, mi dica anche perché la
Chiesa cattolica non rende note nella rendicontazione le
spese per la pubblicità. Con tutte le motivazioni che si
possono addurre per affermare che questa pubblicità non è
vera "pubblicità", ma qualcos'altro, il fatto
è che 9 milioni di euro sono tolti ad altre voci, e quindi
una o tutte le voci non sono veritiere. E' vero o
non è vero? Aspetto risposte chiare e univoche su
questo. Per il resto, non sono più disponibile a
perdere tempo per una cosa che è diventata chiaramente una
inutile diatriba.
11 giugno 2008 0:00 - er metico
Sfrutto il suo errore, cara Laldi, ovviamente non voluto,
quello dei nove miliardi, per dire: minchia! Se imponessi
nove miliardi di euro per una mia campagna pubblicitaria
sarei il comunicatore più povero del mondo! Chi verrebbe da
me per spendere piu di quello che guadagnarebbe con la mia
campagna? Fortunatamente ha sbagliato, come corregge
successivamente: infatti, la campagna a cui si riferisce
costò (mi pare) attorno ai nove milioni come lei afferma.
Ma con quanto appena detto non intendo farle il simpatico,
perché mi serve per introdurre un aspetto, quello
commerciale di qualsiasi operazione di marketing: a meno che
non ci beva il cervello nessuna azienda spende in pubblica
rappresentanza più di tanto quanto ne guadagni ed anzi le
aspettative di guadagno devono essere almeno di uno a dieci,
anche se nella media nazionale le spese di pubblicità di
una azienda ad economia tradizionale difficilmente arrivano
al 3% annuo del ricavo totale. Ebbene, la Chiesa spende
circa l'1% di bilancio dell'OPM di media per la sua
rappresentanza a riguardo, della quale ne ha totalmente il
carico e rientra tra i doveri sociali di diffusione della
sua presenza e prestanza e tale spesa ricade sotto le
promozioni e non è nemmeno capitalizzabile perché vale
per il solo anno in corso e del futuro non v'è
certezza; questo è per l'OPM e si calcola un risparmio
di comunicazione enorme, considerando la spesa che dovrebbe
sostenere per raggiungere tutto il suolo di competenza con
delle tradizionali e tutt'altro che modeste spese
postali. La parola "pubblicità" è un
termine, però, relativamente attinente perché la
promozione della Chiesa non è considerata come una
promozione commerciale, in quanto il patto comunicativo è
quello di vendere (indovini un po'?) la carità
potenziale che essa è capace di dare. Capacità di darla,
significa che la Chiesa deve sostenere spese di
comunicazione e impegno di persone, spesso gratuito grazie
al volontariato, per poter sostenere l'impegno che
divulga con la comunicazione mediatica. In effetti, quella
della Chiesa è una vera e propria comunicazione che il
fatto di vederla passare attraverso i canali commerciali
della televisione nei momenti fru-frù della giornata non
autorizza affatto la sua concezione nell'ambito delle
pubblicità ordinarie, come lo è il fatto delle campagne di
sensibilizzazione della Presidenza del Consiglio dei
Ministri.
La sensibilizzazione è una pratica di
comunicazione consueta al pari di quella pubblicitaria ma si
tende a differenziarne il format e l'occasione dei
passaggi per evidenziarne il contenuto informativo.
Nessuno, invece, ha nulla da ridire sulla pubblicità
ordinaria che grava pesantemente sulle spese per il prodotto
(una macchina, un profumo, un paio di scarpe, ecc.) e sarei,
da tecnico, portato a pensare veramente con cattiveria a
colui che, rendendosi conto di quanto appena detto, si
fermasse invece a criticare una campagna di
sensibilizzazione della Chiesa… Mi ricorderebbe
Giuda, quando critica la donna che lava il Maestro con il
profumo di nardo! Eppure, in questi trabocchetti
ordinari ci si cade inconsapevolmente, perché fanno parte,
ormai, della routine quotidiana e del nostro modo di voler
lasciarci affascinare dall'immagine e dal guscio esterno
alla polpa ben più buona ed appetibile.
Secondo
la legge 222, il bilancio dell'OPM è tenuto a mostrare
delle specifiche voci e non a casaccio o quelle che ci
piacciono di più e tantomeno le fatture di agenzie di
comunicazione. Basta leggere la regolamentazione per
rendersi conto e per capire che l'amministrazione del
sostentamento è tutta lasciata alla stessa Chiesa
(contrariamente a quanto accade in qualche altro paese
europeo che stipendia i preti) che, in questo, somiglia di
molto ad una grossa azienda e ciò non deve scandalizzare,
perché è la realtà di chi ogni giorno mangia con la
bocca. Dagli anni novanta la Chiesa ha un suo
organismo interno che sottende l'organizzazione e la
pianificazione mediatica per la comunicazione che, come
quella di ogni "ente" sociale è indispensabile
per l'efficienza. Ammutolire quella voce significa
voler ammutolire ed annichilire l'intero organismo (e
qui è la malignità) e sembra assurdo che nessuno possa
immaginarsi quanto poco si possa chiedere a qualcuno quando
questo non avesse nulla da dargli…
Lo stesso
bilancio è poi redatto e pubblicato in moltissimi modi e
cieco sia chi non lo riesca a trovare da qualche parte; esso
è trasmesso al Ministero solo quando tutto il territorio ha
a disposizione i dati definitivi e l'erogazione non
avviene fino a quando i dati non sono completi. Ad avvenuta
trasmissione è lo stesso Governo dello Stato italiano che
ne controlla le sintesi e mi risultano dei complimenti, a
proposito, per la trasparenza con la quale la Chiesa espone
i suoi bilanci.
Mi spiace non poter parlare di
fantasmi, ma pu addentrandomi nei meandri antichi della
Chiesa non m'è mai capitato di vederne uno. Come
tecnico, poi, son talmente vicino a certe realtà come
quella della comunicazione che le somme dichiarate dalla
Chiesa, considerandone la dimensione mondiale, mi stupiscono
all'inverso per l'economicità… Sarà che con
uno spot per una delle più famose marche sportive ci si
manderebba avanti la Chiesa almeno per tre anni! Saluti
sinceri, ancora.
10 giugno 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Correggo l'errore che ho fatto riferendo la presunta
spesa per la pubblicità della chiesa cattolica: sono 9
milioni di euro ( e non 9 miliardi), come del resto
correttamente è detto poche righe dopo.
10 giugno 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Per Er metico: Non per riconoscenza, signor Er metico,
ma per doverosa correttezza verso i contribuenti
i percettori dell'OPM sono tenuti a far conoscere
rendiconti degni di questo nome sulla loro gestione
dell'OPM. Tanto più che per legge devono
presentarli al Ministero dell'Interno. Se poi, per
Lei è così facile riceverne notizie, mi indichi dove posso
rivolgermi anch'io, non per avere un favore, che non
voglio, è ovvio. Le risulta che ci sia qualche informazione
su Internet? Su qualche pubblicazione se possibile non
propagandistica? Lo dica qui a tutti. Molte persone Gliene
saranno grate. E un'altra domanda, visto che Lei
afferma di essere tanto addentro a questa istituzione:
perché la Chiesa cattolica non dichiara nell'OPM la
spesa della pubblicità e della gestione dello stesso OPM?
Mi può contestare se dico che, così stando le cose,
c'è un buco di 9 miliardi di euro (è questa la cifra
per la pubblicità dichiarata da Paolo Mascarino in
un'intervista alla SIR del giugno 2007) nelle pur
generiche rendicontazioni dell'OPM cattolico? Da dove si
devono togliere quei 9 milioni, dall'esiguo stanziamento
per le opere di carità (20% del totale OPM), o dal
sostentamento del clero (circa il 35%) o dalla restante
somma per il culto?
9 giugno 2008 0:00 - Fede
C'è un modo molto semplice per evitare che la chiesa
cattolica si prenda a norma di legge la maggioranza: dare
l'8 per mille allo stato. Dal momento che quasi il 60%
dei contribuenti non da volontariamente i soldi alla chiesa
posso pensare che non siano a favore. E allora agiscano
invece di stare a guardare.
9 giugno 2008 0:00 - ? ? ? ?
"A me non interessa niente come inquadri la tua chiesa
cattolica, tirate fuori voi cattilici i soldi per
mantenerla, o farla finanziare direttamente da
DIO."
Appunto, caro pinetree, quelli
dell'otto-per-mille sono proprio soldi nostri, che
liberamente scegliamo a chi destinare; dov'è il
problema?!...
E se le altre confessioni religiose
possono destinare ad "opere di bene" tutto il
ricavato delle donazioni, si vede che ricevono sufficienti
finanziamenti da altri stati, per esempio gli USA o Israele;
a meno di voler credere che, per la loro particolare
santità (tutta da dimostrare), campino veramente di solo...
Spirito Santo!...
9 giugno 2008 0:00 - er metico
Cara Laldi, il sasso, anche se le è dato, lo lancia lei,
che vuole che le dica. Personalmente sono molto
concreto e non vedo cosa di dovuto ancora si debba
all'Italia intera quando l'otto per mille ha
un'origine ben definita. Comunque, a livello di
riconoscenza, qualche manifesto, è vero, lo si potrebbe
anche appendere, lì dove non sia stato fatto. In
confidenza, se voglio sapere come sono stati spesi e dove
alcuni soldi, lo posso fare senza particolari difficoltà e
senza essere assolutamente un privilegiato. Saluti
cari.
9 giugno 2008 0:00 - er metico
No, vede, pinetree, la dovrebbe finanziare anche lei;
chissà che non posi le sue radici su qualche territorio di
sua appartenenza... L'otto per mille ha
un'origine, sa, che non è mica
un'elargizione... saluti.
8 giugno 2008 0:00 - pinetree
er metico dice: "unico ostacolo le diverse vedute
puramente umane che portano troppo spesso a valutare di più
le questioni che riguardano Cesare e meno quelle che
riguardano Dio e il nostro compito da cristiani su questo
mondo; questo, perché quando si parla della Chiesa bisogna
ricordarsi che non si parla di un Ministero Istituzionale
qualsiasi ma di qualcosa che ha direttamente a che fare con
Dio"
A me non interessa niente come inquadri
la tua chiesa cattolica, tirate fuori voi cattilici i soldi
per mantenerla, o farla finanziare direttamente da DIO.
8 giugno 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Egregio Er metico, per prima cosa devo dirLe che non
sono io l'autrice di questo comunicato stampa. Se vuole
leggere ciò che ho scritto io vada a questo indirizzo, poi
ne riparliamo.
http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=221997
Comunque sia, constato che Lei pretende di insegnare agli
altri come la devono pensare. Mi scusi, ma come si permette?
Partendo poi da un presupposto che è una Sua mera
proiezione. Infatti, chi Le dice che anche chi ha scritto
questo comunicato stampa non sia, al pari Suo, un buon
conoscitore delle cose cattoliche e non solo?
Personalmente, e torno a raccomandarLe la lettura del mio
articolo, tengo ben distinte le informazioni dalle
opinioni, come dovrebbe aver constato anche nella risposta a
Pippo. Con tutti i meriti che anche la chiesa
cattolica può avere in molti campi, nel nostro argomento
dell'OPM un dato di fatto incontrovertibile è che la
chiesa cattolica non fornisce alcun genere di rendiconti
degni di questo nome, ma solo cifre di massima, mentre i
Valdesi e gli Avventisti specificano con cura a chi hanno
dato quei soldi. Dunque, non se la rifaccia con chi mette in
risalto questo fatto, ma semmai chieda alla chiesa cattolica
di fare, per una volta, "come i Valdesi". Sarò la
prima a giorne.
6 giugno 2008 0:00 - er metico
Nonostante il rischio che quanto afferma possa essere
tecnicamente vero, è altrettanto vero che la Chiesa
cattolica mi sembra l'unica che riesca
"tecnicamente" a riconoscere la verità in fatti,
misfatti e diavolerie sociali del nostro e degli altrui
paesi; solo la sua organizzazione merita di già più
dell'OPM e personalmente non mi interessa minimamente se
fette maggiori vanno all'unica entità mondiale che
affronta con raziocinio e volontà questioni che gli altri
guardano elucubrandoci a proprio personale modo dal balcone
di casa propria, prima di ritirarsi per farsi i fatti
suoi. Questa è la verità, cara Laldi, una verità che
nessuno può negare, esperto o non che sia (e io sono un
esperto della Chiesa cattolica) e dietro quest'impegno
vogliamo l'aiuto dei nostri fratelli in Cristo sia che
siano Valdesi o Evangelici di qualsiasi genere se non
Ortodossi, unico ostacolo le diverse vedute puramente umane
che portano troppo spesso a valutare di più le questioni
che riguardano Cesare e meno quelle che riguardano Dio e il
nostro compito da cristiani su questo mondo; questo, perché
quando si parla della Chiesa bisogna ricordarsi che non si
parla di un Ministero Istituzionale qualsiasi ma di qualcosa
che ha direttamente a che fare con Dio. Se non fosse così,
mi scusi l'ardire, sarei il primo a voler gridare che
l'OPM alla Chiesa cattolica e a tutte le religioni
sarebbe il più grande scempio economico mondiale che si
possa concepire. Se si concepisce, invece, un debito tale,
che questo sia ragionevolmente diretto ad una realtà
terrena che si muove in ragione di qualcosa non terreno,
perché altrimenti l'OPM andrebbe meglio versato ad
associazioni assistenziali, che so, come la FAO, ad esempio?
(da notare che l'opera assistenziale in tal senso
sarebbe per i funzionari della FAO e non per quello a cui
sono preposti). Ora, fermo restando la soddisfazione
della legalità e del diritto equo per tutti nella
distribuzione dell'OPM, per cui io stesso mi auguro che
le cose vengano fatte con il giusto raziocinio e senso
comunitario dell'essere (il che sarebbe dare a Cesare
quello che è suo) e considerando che non è certamente la
giustizia che infierisce su un'istituzione come la
Chiesa cattolica ma semmai l'ingiustizia e considerando
che la maggior ingiustizia la faremmo continuando a dare a
Cesare quando invece è l'ora di dare a Dio,
cambierei il suo atteggiamento dal quale si evince una
particolare ritrosia da simpatie cattoliche per favorire
invece quelle dei fratelli Valdesi, in termini puramente e
pedestralmente cesariani, non ben comprendendo quanto siano
state sgradite al Dio di Abramo le diatribe tra i fratelli
d'Israele. In breve, non mi preoccupo di quanto si
ragiona se sia giusto o meno qualcosa ma della vera
posizione del cuore della persona avanti a questo, perché
di giustizia non è mai morto nessuno, tanto meno lo sarà
la Chiesa cattolica o quella Valdese ma con
l'ingiustizia si disintegra ogni giorno un pezzo di
mondo. Saluti cari.
6 giugno 2008 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Per PIPPO.
Prima di tutto le trascrivo qui
l'indirizzo dell'archivio OPM (otto per mille) qui
sul sito dell'ADUC, nel quale sono raccolti i link di
tutti gli articoli che vado scrivendo dal 2001
sull'argomento. Per capire meglio la storia e il
meccanismo dell'OPM scorra gli articoli del
"DOSSIER OPM", dove la materia è trattata con
maggiore sistematicità.
http://www.aduc.it/dyn/documenti/allegati/pulce/indiceottope
rmille.html
Adesso vengo comunque alle questioni
che pone. La prima riguarda l'affermazione
contenuta nel comunicato stampa, che non ho scritto io:
"Vige cioe' l'obbligo di finanziare le
religioni!". In effetti la frase è
fuorviante per almeno due motivi. Infatti, prima di
tutto i contribuenti possono scegliere fra sette
beneficiari: lo Stato, come Lei giustamente rileva, e
sei confessioni religiose. E poi, in realtà, il
finanziamento non è una tassa in più che esce dalle
tasche del contribuente, ma consiste nel prelievo
dall'ammontare dell'IRPEF di questo 8xmille che
comunque andrà distribuito tutto ai sette
beneficiari, anche se molti contribuenti non fanno alcuna
scelta. E qui passo alla sua terza osservazione:
"Ma lo stato con quale cavolo di criterio suddivide
questi soldi !?" Anche qui preferisco
rimandarla all'articolo menzionato nel comunicato
stampa
http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=221997,
ma posso dirLe in poche parole che vengono fatte due
distribuzioni. Prima di tutto si guarda quanti contribuenti
hanno espresso la scelta (nel 2007 è stato il 40,86%,
quindi una netta minoranza), e si ripartisce quindi il
40,86% della somma OPM fra i sette beneficiari, seguendo le
preferenze espresse per ciascuno di essi. Per prendere
l'esempio più sostanzioso, la chiesa cattolica ha avuto
l'89,91% delle preferenze espresse e quindi le viene
assegnata questa percentuale di questa prima fetta
dell'OPM. La somma restante, che nel 2007
corrisponde al 59,14%, non torna allo stato, come
qualcuno continua a pensare, ma viene di nuovo distribuita
fra i sette beneficiari sempre secondo la percentuale delle
scelte espresse. Di conseguenza, alla chiesa cattolica nel
2007 è toccato anche l'89,91 per cento della seconda,
più consistente fetta dell'OPM. Di conseguenza, con
appena il 36,69% delle preferenze sul totale dei
contribuenti, la chiesa cattolica incamera l'89,91% di
tutta la cifra OPM. Perché accade questo? Perché la
legge che istituisce l'OPM, che è emanazione del nuovo
Concordato con la Chiesa cattolica (1984) prevede
esplicitamente che tutto l'OPM sia distribuito
tra i beneficiari secondo il gradimento manifestato da chi
si è espresso. E perché succede questo? Perché l'OPM
è stato inventato appositamente per continuare a finanziare
la chiesa cattolica anche nel momento in cui il nuovo
Concordato riconosceva che lo stato italiano non era più
confessionale e che quindi la religione cattolica non era
più la religione di stato. Del resto, quando fu inventato
l'OPM, la sua distribuzione era prevista solo per la
chiesa cattolica e lo stato, mentre l'allargamento ad
altri beneficiari (le confessioni religiose che avessero
stipulato un'intesa con lo stato secondo l'articolo
8 della Costituzione) si deve a un ordine del giorno dei
radicali del 17 aprile 1885, in sede di discussione del
testo che sarebbe poi diventato la legge 222/1985. Mi fermo
qui perché da ora in poi non farei più informazione, ma
andrei nell'opinabile, e non ritengo sia questa la
sede. Per quanto riguarda il "privilegio"
della chiesa cattolica di ricevere l'anticipo
sull'OPM nell'anno corrente salvo successivo
conguaglio tre anni dopo, è davvero un privilegio;
è proprio così che è stato pensato in origine, per non
lasciare all'asciutto la chiesa fra il 1990 (anno in cui
entrava in vigore la nuova normativa) e l'anno in cui si
sarebbero potuti fare i conteggi relativi all'IRPEF
introitato nel 1990. Per fare un convincente confronto,
i Valdesi, che accettarono l'OPM con la revisione
dell'Intesa del 15 gennaio 1993, Intesa che fu approvata
dal Parlamento con la L. 409/1993, hanno incassato l'OPM
relativo al 1993 solo nel 1997, e così continuano a fare
loro e tutti gli altri beneficiari.
Spero di aver
risposto esaurientemente, ma torno ad invitarLa a leggere
personalmente i diversi articoli che ho scritto
sull'argomento perché può trovare parecchio materiale
che non è possibile riassumere in breve.
5 giugno 2008 0:00 - pippo
Non mi sono chiari alcuni punti: "Vige cioe'
l'obbligo di finanziare le religioni!" Se uno
sceglie di dare i soldi allo stato?
"privilegi: quella Cattolica Romana, a differenza delle
altre, non deve aspettare tre anni per avere queste
elargizioni"
Non lo ritengo un privilegio,
casomai considero un furto il fatto che per le altre chiese
ricevano le elargizioni con 3 anni di ritardo
Ma
lo stato con quale cavolo di criterio suddivide questi soldi
!?