Questo l’ho preso da un sito di un’altra associazione
consumatori e l’ho trovato molto ben fatto.Speriamo che
chi lo ha redatto non si inazz................
Per quanto riguarda yeyo, se mi scrive in privato gli svelo
qualche piccola curiosità su compagnie petrolifere,
depositi carburanti, distributori carburanti, cisterne
private e anche qualche curiosità sul GPL.
COMPARAZIONE DEI PREZZI DELLA BENZINA.
Dalla
rilevazione del Ministero dello Sviluppo Economico del 9
giugno 2008, ricaviamo i prezzi nei 15 paesi considerati
(seconda colonna).
Quanto dovrebbe costare la
benzina nei vari paesi per far sì che gli automobilisti di
quei paesi sopportino lo stesso impegno finanziario
(definito “penosità”) gravante sull’automobilista
italiano che paga 1,503 euro per un litro di carburante.
Ad esempio, in Germania, dove la benzina costa poco meno di
mezzo centesimo rispetto al nostro mercato (1,505 contro i
nostri 1,503 euro), tanto che – anche in confronti che
vorrebbero essere dotti - si tende ad equiparare i due
valori, l’uguaglianza è solo nominale. Infatti, vista la
Capacità di spesa maggiore in Germania del 12,5 per cento
(114,4 contro la nostra 101,7), il litro alla pompa ha un
prezzo che impegna molto meno l’automobilista tedesco.
Perché costui avverta la stessa penosità affrontata dal
nostro, in Germania la benzina dovrebbe costare 1,69 euro,
cioè 19 centesimi oltre il prezzo nominalmente uguale al
nostro. Possiamo quindi affermare che (viste le retribuzioni
ed il livello dei prezzi in Italia ed in Germania) il prezzo
del nostro litro di 1,503 euro è pari a quello del litro
tedesco solo se questo costa 1,690 euro. Allo stesso
modo, non possiamo dire che in Austria un litro costi solo
16 centesimi meno che da noi (1,341 contro 1,503), perché
quel paese ha una Capacità di spesa superiore del 26 per
cento rispetto alla nostra (128,2 contro 101,7). Per poter
equiparare i due livelli di prezzo, in termini di penosità,
il litro austriaco dovrebbe costare 55,3 centesimi in più,
cioè 1,894 contro il nominale 1,341. Possiamo quindi
affermare che (viste le retribuzioni ed il livello dei
prezzi in Italia ed in Austria) il prezzo del nostro litro
di 1,503 euro è pari a quello del litro austriaco solo se
questo costa 1,690 euro. Eclatante il dato del
Lussemburgo. Il litro costa 1,310 euro, solo 19 centesimi
nominali in meno rispetto alle nostre pompe. Valutando però
la Capacità di spesa del Lussemburgo, superiore alla nostra
del 175,6 per cento (280,3 contro 101,7), perché un
lussemburghese abbia il nostro stesso impegno finanziario
nell’acquisto della benzina, le loro pompe dovrebbero
portare il litro a ben 4,14 euro. Possiamo quindi affermare
che (viste le retribuzioni ed il livello dei prezzi in
Italia ed in Lussemburgo) il prezzo del nostro litro di
1,503 euro è pari a quello del litro lussemburghese solo se
questo costa 1,690 euro. 1) Quanto dovrebbe costare la
benzina in Italia per far sì che i nostri automobilisti
sopportino lo stesso impegno finanziario (“penosità”)
gravante sugli automobilisti degli altri paesi? Per
continuare con gli esempi precedenti, in Germania la
benzina costa poco meno di mezzo centesimo rispetto al
nostro mercato (1,505 contro i nostri 1,503 euro. Vista la
Capacità di spesa maggiore in Germania del 12,5 per cento
(114,4 contro la nostra 101,7), il litro alla pompa ha un
prezzo che impegna molto più l’automobilista italiano,
pur a parità di prezzo nominale. Perché costui avverta la
stessa penosità affrontata dal tedesco, in Italia la
benzina dovrebbe costare 1,337 euro, cioè 16,6 centesimi in
meno. Possiamo quindi affermare che (viste le retribuzioni
ed il livello dei prezzi in Italia ed in Germania) il prezzo
del litro tedesco di 1,505 euro è pari a quello del litro
italiano solo se le nostre pompe diminuissero il prezzo a
1,337 euro. Allo stesso modo, non possiamo dire che in
Austria un litro costi solo 16 centesimi meno che da noi
(1,341 contro 1,503), perché quel paese ha una Capacità
di spesa superiore del 26 per cento rispetto alla nostra
(128,2 contro 101,7). Per poter equiparare i due livelli di
prezzo, in termini di penosità, il litro italiano dovrebbe
diminuire di 44 centesimi, cioè passare a 1,063 contro il
nominale 1,503. Possiamo quindi affermare che (viste le
retribuzioni ed il livello dei prezzi in Italia ed in
Austria) il prezzo del litro austriaco di 1,341 euro è pari
a quello del litro italiano solo se le nostre pompe
diminuissero il prezzo a 1,063 euro. Eclatante, anche
in questo calcolo, il dato del Lussemburgo dove un litro
costa 1,310 euro, solo 19 centesimi nominali in meno
rispetto alle nostre pompe. Valutando però la Capacità di
spesa del Lussemburgo, superiore alla nostra del 175,6 per
cento (280,3 contro 101,7), perché un italiano abbia lo
stesso impegno finanziario di un lussemburghese
nell’acquisto della benzina, le nostre pompe dovrebbero
diminuire il prezzo di un litro a 0,475, cioè a meno di
mezzo euro. Possiamo quindi affermare che (viste le
retribuzioni ed il livello dei prezzi in Italia ed in
Lussemburgo) il prezzo del litro lussemburghese di 1,310
euro è pari a quello del litro italiano solo se se le
nostre pompe diminuissero il prezzo a 0,475 euro per un
litro.
24 giugno 2008 0:00 - yeyo
vac, oggigiorno siamo, a grosse linee, al punto di mezzo: è
stata estratta metà del petrolio esistente; resta
l'altra metà. @Umberto ricordati sempre che
in un economia ad offerta costante, se aumenta la domanda,
aumenta il prezzo. l'offerta è quella, perchè il
petolio abbiamo detto essere tot, gli estrattori sono quelli
ed i raffinatori idem (e non possono accelerare i processi
più di tanto); in America il grosso del petrolio estratto
è destinato alla benzina, poco al gasolio od altro; in
Europa invece si ricava più gasolio. Dato che in
Europa oltre la metà del parco auto è alimentata a
gasolio, i singoli paesi devono fare a botte con gli altri
per riuscire ad accaparrarsi gasolio sufficiente per servire
i cittadini:questo fa aumentare il prezzo.
24 giugno 2008 0:00 - vac
Stiamo girando attorno al problema:
Pongo 2
semplici domande: 1. Quanto petrolio
"estraibile" è rimasto? 2. L'impatto
ambientale dovuto all'utilizzo di un combustibile
fossile può ancora essere ignorato?
24 giugno 2008 0:00 - Umberto
Hai perso un'altra occasione per stare zitto, se potessi
avere 10 centesimi ogni ciarla che hai scritto sui
carburanti forse ora abiterei vicino alla villa dello
psiconano. Ma quale OPEC, ENI e fregnacce varie.
Fai finta di non capire, non so il perchè però lo
immagino, ci hanno sempre rotto le palle negli anni passati
cumunicandoci che, a causa del costo del dollaro, il barile
aumentava di prezzo ( a proposito di barile, quanti di voi
CIARLIERI conosce da quanti litri di petrolio è formato?),
anno 2000 dollaro a 2100 lire. uguale ad euro
1,2.Costo al barile dollari 45 pari a lire 94.500 pari ad
circa 50 euro. Anno 2008, 1 dollaro = a 0.63 euro,
prezzo barile 130 dollari pari ad euro 78.
Pertanto ci costa circa 25 euro in più del 2000, e
allora.................. Invece di sfregnacciare a
ruota libera, perchè non ci spieghi come ha fatto il
gasolio, non mi risulta che sia cambiato metodo di
raffinazione, a costare più della benzina? Per favore
meno CIARLE