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24 aprile 2009 0:00 - PASQUO
Scanziamo le scorie ha la partita persa. A Berlusconi può fruttare al massimo un Senatore (anche se stimatissimo) ed un Deputato. La Lucania 8sconuciuta come tale) porta pochi voti e troppi guai. Meglio asciarla agli avversari
28 febbraio 2009 0:00 - Andrea
http://current.com/items/89840997/un_accordo_fuorilegge.htm< br>
Un accordo fuorilegge

L'accordo Italia-Francia alla firma di Berlusconi e Sarkozy è fuori legge: nel 1987 sono stati approvati a larghissima maggioranza dagli italiani tre testi sottoposti a Referendum popolare. Uno dei tre vieta accordi di co-finanziamento di centrali nucleari all'estero: la conseguenza è stata l'uscita dell'Italia dal reattore Superphoenix, localizzato in Francia ma cofinanziato al 33% anche dall'Italia.

Quel testo, approvato nel 1987 è tuttora legge italiana e non può essere violato da un accordo inter-governativo; può eventualmente, essere modificato da un nuovo Referendum.

Per il Bene Comune mette al centro la volontà già espressa dai cittadini italiani: “Sarebbe gravissimo se fosse proprio il Primo Ministro a violare la legge”.
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28 febbraio 2009 0:00 - Marco
Le centrali per chi ci sarà le vedremo nei tempi prestabiliti, inoltre se ci troviamo in questa situazione lo dobbiamo a chi negli anni passati ha detto di no all'eolico o ai termo valorizzatori ecc. . Comunque abbiamo ancora 10 anni per rendere meno utile il nuclere realizzando un maggior numero di impianti alternativi come quelli appena citati.
28 febbraio 2009 0:00 - Sergio
Rocco scrive parole corrette che non mi sembrano in alternativa o in opposizione a quanto scrivo io; direi che integra il mio intervento con altri rilevanti aspetti.

Sui tempi sono pienamente d’accordo con Rocco e anch’io ho posto la domanda nell’attesa che le centrali funzionino che facciamo?

Però, visto che si insiste sempre sul tasto della convenienza economica del nucleare, credo che male non faccia invitare a riflettere sul modo in cui sono calcolati i costi. L’aspetto scorie e smantellamento diventa importante.

Per esempio, per costruire la centrale nucleare Usa di Maine Yankee negli anni '60 del secolo scorso sono stati spesi secondo i dati ufficiali 231milioni di dollari; recentemente per smantellarla sono stati stanziati 635milioni di dollari. Se sommiamo a questi costi quelli del trattamento delle scorie, del combustile e della gestione il beneficio economico di quella energia elettrica prodotta da nucleare se esiste è proprio esiguo.

In base ai dati di cui dispongo le perdite nei servizi di distribuzione della rete elettrica francese è pari al 6,2% contro il 5,8% dell’Italia che non mi risulta essere il paese più performante d’Europa.
Sempre in Francia, ammontano al 5% le perdite nei servizi di centrale, contro il 3% dell’Italia.

Il surplus produttivo della Francia ha indotto nei nostri cugini una forte trascuratezza nello sviluppo delle fonti rinnovabili (e noi non siamo dei campioni) e nell’uso dell’elettricità per usi domestici, settore in cui i francesi si prodigano nello spreco con l’uso di stufette e fornelli elettrici (improprio utilizzare così l’energia elettrica prodotta da nucleare infatti si ottiene una efficienza termica di circa il 30%).

Il consumo di energia elettrica in Francia è pari al 145% di quella consumata in Italia; nel settore domestico la Francia consuma quasi il doppio di quanto consuma l’Italia.
Il nucleare ha quindi indotto lo sperpero dell’elettricità a causa del surplus che si produce.
I nostri consumi più oculati ci permettono di avere un deficit di appena il 14% di quel che consumiamo e la Francia è in grado di soddisfare a un buon prezzo la nostra richiesta. E sono ben contenti di farlo.

Se c’è già energia disponibile perché costruire centrali in Italia?
Per produrla a un costo leggermente più basso rispetto a quello di acquisto dalla Francia?
E quanti secoli ci vorranno per recuperare i capitali investiti dal momento che il risparmio sarebbe la differenza di prezzo tra produrla in casa e comprarla dall’estero?

C’è un tale incremento nella domanda di energia elettrica da giustificare il rischioso e oneroso investimento nel nucleare?
O una seria politica di risparmio energetico e di efficienza energetica può rendere disponibile l’energia modesta in più che potrebbe essere richiesta?

Nel 2008 la richiesta è stata inferiore rispetto al 2007 (-0,7%). I nostri consumi di elettricità sono stati nel 2007 superiori rispetto al 2006 di appena 0,7%; il 2006 ha segnato un +2,2% sul 2005; nel periodo 2000 – 2008 i consumi sono cresciuti complessivamente del 10% ma negli ultimi due anni registriamo una sostanziale stabilità. Guarda caso nello stesso periodo si registra una brusca crescita delle fonti alternative.

Rocco cita anche il problema distribuzione; c’è un aspetto che mi sembra rilevante.
La produzione di energia elettrica da nucleare è a ciclo continuo.
Ciò significa che nelle ore notturne si produce la stessa quantità delle ore diurne ma il bisogno diminuisce; per ridurre gli effetti di questo inconveniente e le perdite in distribuzione si dovrebbero collocare le centrali in aree fortemente industrializzate e in prossimità di grandi agglomerati urbani.

Una bella centrale vicino a Torino, oppure a Milano, a Seveso o magari ad Arcore, tanto per citare un comune a caso, o nel cuore di Brescia o in uno sperduto paese della Franciacorta o nelle brulle e inoperose Langhe, non so Barolo, Barbaresco... sarebbero siti ideali.
O no.
27 febbraio 2009 0:00 - Andrea
http://www.danielemartinelli.it/2009/02/24/le-scorie-nuclear i-nel-giardino-di-berlusconi/

Le scorie nucleari? Nel giardino di Berlusconi!

Nell’Italia ammorbata dall’ignoranza consapevole di molti suoi sudditi indotti al silenzio e alla passiva accettazione di ogni nefandezza della casta, tutti i giorni c’è qualcuno che reagisce, che pensa, che apre gli occhi. Purtroppo, per ora, i numeri ci dicono che gli italiani disinformati e inermi sono ancora la maggioranza. Ma non sarà sempre così. Prima o poi qualcosa dovrà accadere. Anche se l’Italia va verso il digitale terrestre anziché verso la banda larga. Anche se l’Italia è il paese con l’aria più inquinata d’Europa. Anche se l’Italia è il paese più corrotto e anche se l’Italia, da oggi, sarà l’unica nazione del mondo occidentale ad andare verso l’energia nucleare. Alla faccia del voto unanime espresso 30 anni fa dagli italiani, che con un referendum bandirono per sempre questa fonte energetica pericolosa, inquinante e ormai superata.

Invito Berlusconi a trasferirsi a vivere nella centrale di Caorso, o mettere a disposizione il suo giardino di Arcore per stipare le scorie radioattive prodotte dalle 4 fantomatiche centrali nucleari previste in Italia, la prima delle quali dovrà entrare in funzione nel fantascientifico 2020. Berlusconi, a rigor di logica, entro quell’anno dovrà essere stecchito o imbalsamato in qualche tribunale già da un po’. Peccato che non è detto.
Mentre il mondo evoluto avrà già fondato le sue economie sulle fonti di energia alternativa, in Italia, qualche amico di Berlusconi avrà lucrato su inutili studi di impatto ambientale e su progettazione di centrali, che nel frattempo non saranno nemmeno state costruite, ma che avranno gravato sulle esangui risorse degli italioti.

Ecco la vera ragione dell’incontro odierno del nano piduista con Sarkozy. E’ quella di assicurare fondi che arricchiscano i suoi amici e perdere tempo per far vedere che sta facendo qualcosa. Benché sappiamo che Berlusconi e il suo governo stanno facendo soltanto danni, abbiamo la speranza che vengano travolti tutti molto presto dalla crisi economica.
Dopo la caduta dei governi d’Islanda e della Lettonia, ora vacillano Bielorussia, Ucraina, Grecia e poi toccherà all’Italia. Settembre? Fine anno? Personalmente spero prima. Solo per togliermi lo sfizio di poter rispondere alla lettera di Massimo, con parole simili a quelle che mi ha scritto.

Ciao a tutti. Leggo questo blog solo da qualche settimana. Mi costerna leggere quello che succede in Italia e scrivo per cercare di “confortarvi” nella vostra battaglia. Vivo all’estero dal 1996, anno in cui andai in Inghilterra a lavorare per imparare bene la lingua inglese con la previsione di rimanerci solo un anno. Alla fine sono rimasto là 6 anni.
Non sono uno di quei “cervelli” che ha lasciato l’Italia perché non ha potuto mettere in atto ció che ha studiato. Lavorando nel settore alberghiero mi accorsi che la conoscenza della sola lingua inglese non bastava. Perciò mi iscrissi al corso universitario di Turismo e ospitalità di Londra, che conclusi molto bene nel 2002, anno in cui tornai a Milano. Che tristezza vedere quanta gente impreparata occupa certi posti di lavoro!
Comunque, a parte la questione personale, leggo su questo blog di gente che vuole lasciare l’Italia, stanca della situazione che si protrae da anni. Io, da italiano all’estero, non mi permetto di consigliarvi come cercare di contrastare questa situazione. Voglio solo dire che sono solidale con coloro che sono in Italia e che in qualche modo cercano di contrapporsi ad una forza opprimente.
Credo che il cancro si sia esteso troppo. Quindi onore a voi che rimanete e cercate di cambiare la situazione con i vostri ideali di giustizia. Purtroppo capisco anche che certa gente si sia ormai rassegnata dopo anni di costante sopruso. Forse era meglio agire in massa prima, adesso le cose sono piú difficili. Ecco perché ritengo un buon tentativo quello di rivolgersi all’Europa. Non mandiamo a Bruxelles gente a rappresentarci indegnamente, potrebbero corrompere (ulteriormente?) questa barca di salvataggio.
Nel milanese vivono ancora i miei genitori, le mie sorelle con i loro figli. Conosco i loro disagi, leggo dei vostri. Molti di voi non possono ovviamente emigrare. Dopo aver vissuto in Francia, Inghilterra e ora da qualche anno in Germania dove ho conosciuto una ragazza tedesca, madre della nostra splendida figlia, io in Italia non ci torno a vivere.
Aggiungo una cosa sulla burocrazia italiana. Essendo io anche francese (per mio padre), ho dato senza difficoltà la nazionalitá francese a mia figlia, che è anche tedesca. Avrei potuto anche darle la cittadinanza italiana. Ma ci ho rinunciato, visto che il consolato italiano mi ha chiesto di esibire il certificato di nascita tradotto da un loro traduttore autorizzato alla “modica” cifra di 200 euro. Il tutto nonostante quel certificato sia già emesso su un formulario europeo in piu lingue, tra cui l’italiano. E con l’aggiunta che, in caso di errori di traduzione, il consolato non si prende la responsabilitá. Se vorrà, quando sarà cresciuta, sarà mia figlia a decidere quale cittadinanza scegliersi. Io non sono ancora disposto a pagare il “privilegio” di essere italiano.
Un abbraccio a coloro che perseverano nella ricerca della giustizia e non vogliono essere lobotomizzati. Se questo puó aiutarvi a non rassegnarvi.
Cordialmente
Massimo
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27 febbraio 2009 0:00 - alfonso scala lombardo
Pinetree, per amor del cielo, non è come tu dici. Non lasciarti ingannare, per favore, chissà che cosa c'è dietro tutta sta vicenda. Un fatto è certo, le Centrali cd. di ultima generazione, tra 20- 25 anni e più,, quando entreranno a pieno regime, saranno già vecchiotte e superate. Sta attento, non è vero che altrove la cosa funzioni. La Francia che ha commesso la dabbenaggine da noi evitata, oggi intende venderci la sua tecnologia per rimediare in qualche misura ai propri guasti. Negli USA non solo non si costruiscono ltre centrali, ma si vanno dismettendo quelle in funzione e si programma un intenso campo di ricerca nelle fonti alternative.. Gli USA, inoltre, per i grandi spazi, hanno dove stoccare le scorie tossiche, noi no. Non andare dietro alle coglionate per cui si produrrebbero picccoloi nuclei di meno di un M3 di scorie.Intanto un M3 non è un CM3. Le notevoli scorie già prodotte in passato, non sappiamo dove sistemarle per le prosssime centinaia di anni. Anche se vetrificate occupano molto più spazio di quanto qualcuno non affermi. Le nuove centrali, guarda un pò,si vanno costruendo o si intende costruirle, in Slovenia, Montenegro, Albania. Forse abbiamo sbagliato con il referendum (io non penso proprio) ma ormai siamo fuori tempo massimo. Ma alla fine, tu le vorresti dalle tue parti? C'è in Italia una Regione o Provincia disposta a riceverle. Certo d'autorità tutto è possibile. Questa cosa fa il apaio con il famoso Ponte, Sono siciliano per parte di madre e poso dirti che intanto i corvi mafiosi non stanno alla finestra, hanno più danaro (sporco di sangue) della Banca d'Italia da investire, linterno della Sicilia è di una desolazione totale inimmaginabile, la Salerno R. è quel che sappiamo, ma Berlusconi si è fissato per pura megalomania che il ponte s'ha da fare, in zona particolarmente sismica, mentre la Sicilia si allontana dal Continente non ricordo di quanto ogni anno, e l'impresa stessa è di una enormità mai tentata altrove.. Tornando al nucleare non è lontano il tempo dell'idrogeno, c'è da potenziare ogni tipo energia alternativa, idrica, solare, eolica e geotermica. Immagina se ogni tetto avesse i suoi benedetti pannelli solari, pensa se incroci semaforici e illuminazione stradale fossero forniti di cellule foltovoltaiche ad integrare almeno l'eletricità della rete. Infine , siamo privi di uranio e non lo si trova dappertitto e a buo mercato, inoltre già trasformarlo è un'impresa che riciede altra energia. Tutto questo non lo sostengo io, lo affermano scienziati e tecnici nucleari. Prima di fare una pazzia chiediamo almento e non stiamo al solo dictat di Berlusconi o Scajola o chi per loro.
27 febbraio 2009 0:00 - Rocco
Caro Sergio,

tralascerei conti, rischi e scorie. Valuterei altri aspetti che sono più importanti nella loro oggettività.

1) I tempi: Non saranno operative prima di 10 anni. E nel frattempo?

2) Secondo me più importanti: i costi di distribuzione. O meglio, quanta della corrente prodotta si perde per strada a causa della legge di ohm.

La distribuzione ha un costo che aumenta con la distanza che c'è tra la centrale e il consumatore. È evidente che faranno le centrali in luoghi con bassa densità demografica per evitare grosse proteste. Luoghi che suonano come sardegna e puglia, che sono luoghi su cui i consumi non giustificano la presenza di centrali nucleari.

Sono anni che sostengo un modello di autosufficienza energetica a livello comunale. Ogni comune deve provvedere con i mezzi che desidera al pareggio del bilancio energetico.
A quel punto non avremo più corrente che si spreca per strada.
26 febbraio 2009 0:00 - Sergio
Non ho alcuna oltranzista preclusione verso il nucleare, ma vorrei svolgere qualche pacata riflessione.

La passata (ma ancora presente) avventura nucleare ha evidenziato non pochi problemi.
Vediamo in breve almeno i principali di questi problemi.

I conti.
Si è sempre affermato che il kW prodotto con il nucleare è meno costoso rispetto a quello prodotto con fonti tradizionali. Bisogna allora analizzare questi conti.
Il costo del kW prodotto dal nucleare è essenzialmente legato ai costi di costruzione della centrale. Una componente importante del costo è il tempo necessario per arrivare alla fatidica messa in esercizio.
Nel passato i tempi e i costi sono sempre stati sforati alla grande: Caorso costò 7 volte la cifra preventivata, Montalto 6 volte.
Nel calcolo del costo di produzione del kW nucleare non entravano (e non entrano neanche nel nuovo piano italo-francese) i costi di gestione delle scorie, di gestione passiva della centrale (cioè i costi che si sostengono a centrale esaurita; Caorso costa attualmente 150mila euro al giorno), di smantellamento della centrale (andate a vedere i compensi riconosciuti alla SOGIN).
I benefici economici sono calcolati sulla base del funzionamento a regime, senza tener conto di fermi tecnici ordinari e straordinari: Caorso non funzionò mai a pieno regime, Trino restò ferma per 6 anni su 20 di attività.
I tempi di costruzione previsti erano irreali se semplicemente si confrontavano con quelli impiegati in Paesi tradizionalmente più efficienti del nostro; infatti, furono sempre sforati.
Infatti, già Confindustria invita ad accelerare l’iter anche cambiando se necessario il Titolo V della Costituzione. E già, oggi il quadro decisionale nei rapporti tra Stato ed Enti Locali è più complesso di allora.

Le scorie
Fu un problema mai risolto e anche il passato governo Berlusconi fallì quando cercò di risolvere il problema individuando il sito nazionale di stoccaggio. La popolazione locale insorse e il bravo Berlusconi dovette inviare le scorie all’estero con costi di gran lunga superiori. Oggi, come allora, su questo problema non c’è alcuna risposta. Il sindaco dimissionario di Trino (centro-destra) ha già dichiarato prima si risolvano i problemi del passato poi si pensi al nuovo.

La sicurezza
Non esistevano piani di evacuazione e di gestione delle emergenze in caso di mancato funzionamento dei sistemi di sicurezza della centrale o di errore umano. Un incidente a Trino o a Carso era in grado di compromettere per decenni l’intero sistema idrico della Padania, tanto cara a Bossi, perché tutto il sistema idrico è interconnesso al Po.
Ancora oggi non esistono i piani di sicurezza previsti dal DL 230/1995 e successive modifiche. Già, le centrali sono ferme ma il rischio permane. E oggi, cosa si pensa di fare per la sicurezza? Siamo in grado di fare almeno quel che per legge già da tempo sarebbe stato necessario fare? Se si decide di collocare una centrale al Nord, come si risolve il rilevante rischio idrico? Quali mezzi e risorse sono necessari? O ci affidiamo alla speranza che tutto vada bene?

A prescindere da tutto ciò, ci aspetteremmo un’analisi attenta delle varie opzioni in campo, vista la delicatezza del problema energetico e le ingenti somme messe sul piatto.
Tanto più che la realizzazione è prevista a partire dal 2020 e intanto che si fa? Se tutto fila liscio inizieranno a funzionare intorno al 2025 e daranno non più del 5% del fabbisogno energetico complessivo del Paese; siamo sicuri che sia un buon affare?
Certamente sì per il partner francese a corto di commesse in un’Europa che si sta ritirando da questa obsoleta tecnologia nucleare che sarà pure di terza generazione ma non differisce poi tanto dalla seconda.

Ci aspetteremmo una valutazione seria di cosa si potrebbe ottenere spendendo in energie rinnovabili la bella sommetta di 20miliardi di euro, che certamente sarà alla fine molto di più.

Ci aspetteremmo, se vogliamo fare valutazioni economiche, che si faccia una stima di tutti i costi che invece oggi come allora si continua a fingere che non esistano.

Ci aspetteremmo un coinvolgimento delle popolazioni locali, spiegando perché questa è la scelta giusta, illustrando le modalità di scelta dei siti che s’intendono seguire (o vogliamo continuare a costruire centrali senza fare nemmeno una verifica geologica dei siti?), come saranno affrontati i problemi indissolubilmente connessi al nucleare (scorie e sicurezza), quali le regole di trasparenza negli appalti (per evitare di cadere nelle fauci dei soliti corrotti e corruttori), quali i sistemi di controllo durante le fasi realizzative, possibilmente affidate a organi tecnici indipendenti e non esclusivamente scritte sui capitolati senza verifica di corrispondenza (cosa che avviene regolarmente nell’edilizia pubblica).

Visto il modo in cui si sta imboccando nuovamente la via del nucleare, mi sembra che l’unica certezza al momento sia che il nucleare è un interessante e lucroso business.

Se a tutto ciò aggiungo che ancora si racconta la menzogna che ormai ci siamo lasciati alle spalle il clima emotivo dei referendum del 1987 che portarono all’uscita dal nucleare (più o meno è questo il ritornello falso del ministro Scajola)… allora la conclusione è solo una: interessa il business e niente più.

No, ci ho ripensato.
C’è almeno un’altra possibilità: interessa sbandierare la propria immagine di modernizzatori del Paese a fini elettorali e se non si raggiungerà alcun risultato la colpa sarà sempre dei soliti comunisti e dei signori del “no”.

Se invece a farvi muovere in questa direzione e in questo modo, signori del Governo, è la vostra profonda e onesta convinzione, dopo attente valutazioni, che il nucleare sia la strada giusta per il Paese, allora state sbagliando tutto.
Con questo modo di procedere, senza aver prima affrontato i problemi del passato che si riproporranno pari pari, senza aver prima analizzato e risolto il problema della localizzazione delle centrali, senza aver spiegato all’opinione pubblica perché avete sbagliato nel recente passato (ministro Marzano, governo Berlusconi) e perché il nucleare sia la scelta migliore, otterrete i risultati di:
> allontanare da voi l’opinione pubblica possibilista;
> ricompattare le frange oltranziste senza se e senza ma;
> esporvi al potere contrattuale degli enti locali che giocheranno al rialzo per non creare ostacoli;
> allungare inesorabilmente i tempi di realizzazione con conseguente lievitazione dei costi.
Quindi, anche se mi disponessi a riconoscervi serietà e onestà intellettuale, ottimi propositi e attenzione ai problemi del Paese, giungo a una conclusione: state sbagliando se non nella scelta nei modi.
26 febbraio 2009 0:00 - pinetree
Vicenzo, non è possibile guardare gli altri che puntano su energia rinnovabile, non possiamo confrontare l'Italia con altre nazioni che producono 80% della loro energia tramite il nucleare a basso costo (relativo), e quindi hanno i soldi per finanziare progetti costosi di energia rinnovabile.

Ad oggi probabilmente nessuna nazione potrebbe avere una quota installato di oltre il 20% di energia rinnovabile sul totale.
Arrivare a quote di 40% comporterebbe enorme costi di impianti tradizionali fermi o in stand by per fare fronte all'instabilità di fornitura di quelli rinnovabili.

Non abbiamo le risorse economiche per sperimentare con giocatoli costosi, attendiamo soluzioni migliori, oggi possiamo puntare tutto sulla riduzione dei sprechi, ne abbiamo di lavori da fare, per le prossimi 20 anni riusciamo a ridurre i nostri consumi pari a quanto queste centrali nucleare riuscirebbe a produrre, con il vantaggio di avere speso molto meno.
26 febbraio 2009 0:00 - vincenzo
Mi chiedo cosa sarà di noi tutti !si parla ancora di centrali nucleari! ma dove andremo a finire! il pianeta terra e saturo di tutto!! dovremmo cercare anzi dovrebbero cercare i nostri governanti di pensare a qualcosa che sia un passo avanti verso il futuro e nn tornare indietro! come secondo me accadrà con le centrali nucleari ; bisogna pensare e fare progetti per realizzare le energie rinnovabili, prendiamo esempio dagli americani e questa la loro sfida per il futuro.
25 febbraio 2009 0:00 - ermetico
Il nuovo "Ponte sullo Stretto" ....
25 febbraio 2009 0:00 - Paolo B.
Dal che si capisce che tutta questa fanfara sull'accordo nucleare italo-francese è soltanto una semplice dichiarazione di intenti, paragonabile al più ad una stretta di mano, giusto per buttare un po' di fumo negli occhi agli Italiani che si bevono le balle sparate a ruota libera dai media ufficiali.
Chi vivrà non vedrà nemmeno nel 2050 quelle centrali atomiche.
E per allora, se non saremo piombati in un nuovo medioevo, la fissione nucleare sarà stata rimpiazzata dalle energie rinnovabili e forse dalla fusione nucleare calda...
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