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24 marzo 2010 4:11 - alessandro3868
Io reputo che non sia giusto lasciare dei bambini senza cibo,uno per una questione di salute e secondo per una questione di dignità nei confronti di un bimbo che non ha nessuna colpa se i genitori non riescono a pagare la retta della mensa, soprattutto in un momento di crisi che stiamo passando in Italia. Però non trovo giusto neppure lasciare passare la cosa perché nei confronti di chi paga,magari anche con grossi sacrifici economici,non è giusto.
Alessandro
23 marzo 2010 18:19 - lucillafiaccola1796
Pare sia perfettamente "LEGALE" ed allora, prima di lamentarvi... rivolgetevi a quelli che le fanno le leggi.... Ammirate tanto gli S.U. e poi frignate come par goletti se non dànno la pastasciuttina ai vostri eredi perché non ciavete una breccola...? E la "coerenza"....?
Ma che siete anti comunisti come i pezzenti s.u.tensi e poi volete comunistare quando vi fa comodo?... Troppa Grazia.. Santantò...
23 marzo 2010 14:05 - Elisa Fontanelli
Egregio Sindaco,
sono una ragazza fiorentina di 33 anni che, quando ne aveva 6-7, più volte insieme ai suoi fratelli, ha vissuto la stessa situazione capitata ai bambini della scuola della sua città: vedersi rifiutare il pranzo alla mensa perchè i nostri genitori erano in ritardo nel pagamento delle rette. L'unica differenza è che, invece di essere una scuola pubblica, ci trovavamo in un istituto privato di suore. Ricordo ancora nettamente il senso di umiliazione e di ingiustizia che allora provavo per colpe che non erano mie.
Punire in quel modo i figli per omissioni o ritardi dei genitori è ingiusto oltre che dannoso, ed ora che sono adulta lo so con certezza.
Vedersi negare il pasto è un gesto brutale per un bambino. Il pasto, in fondo, è la prima cosa che la famiglia, la parrocchia, i centri educativi di qualsiasi colore e cultura, insegnano a donare e a condividere con altri.
Per i bambini il pasto è una delle poche occasioni in cui le differenze si assottigliano. In quel momento non conta chi ha il grembiule più pulito, l'astuccio più fornito, i quaderni più alla moda, i voti più alti, le scarpe più resistenti, la pelle più scura, i capelli più ordinati. In quel momento tutti si mangia.
Sicuramente, se vi soffermate un attimo a ricordare la vostra infanzia, saprete che il pasto con i compagni di classe è un momento centrale di dialogo, di scherzo e consolidamento di amicizie. Macchiare quel momento di socialità con un gesto di forza, è, per chi lo subisce, come vedersi imprimere un marchio, per liberarsi del quale occorrono anni.
Riempite, dunque, i genitori di solleciti di pagamento, attivate le vie legali, fate pure quello che la legge vi consente di fare, ma non usate i figli, persone che non hanno colpe, come tramite per costringere i genitori al rispetto delle regole.
Avete fatto un grandissimo torto a questi bambini. Riparate il prima possibile con un gesto altrettanto clamoroso e visibile: chiedete loro pubblicamente scusa e regalate loro una torta. Vedrete che la divideranno con i loro compagni.
Elisa Fontanelli
23 marzo 2010 13:31 - angelo2475
Hanno voluto "colpire" i genitori su quello che hanno di più caro... i figli.
E' chiaro che il guadagno che ne viene all'amministrazione è comunque misero (differenza tra un primo/secondo e una pagnotta), quindi è certamente una misura a colpire.

Una tecnica non difforme nei principi da quella di organizzazioni ben più tristemente note.
E' questa la cultura che si sta diffondendo in Italia a tutti i livelli?
23 marzo 2010 13:12 - Annapaola Laldi
Ci risono. Per dire che ho visitato il sito del Comune in questione. Montecchio Maggiore (Vi) è retto da una sindaca, Milena Cecchetto (classe 1972). Al suo indirizzo: [email protected] ho inviato la seguente mail (e per conoscenza all'ADUC):

"Signora,
Le scrivo per dirLe il mio sdegno per l'umiliazione e il conseguente ingiusto dolore che l'Amministrazione da Lei guidata ha voluto deliberatamente infliggere ai bambini, i cui genitori non hanno pagato la quota relativa alla mensa. Che abbiate dato loro un tozzo di pane raffermo o un panino imbottito(come precisato alla stampa), il punto intollerabile è il trattamento diverso che ha stabilito il discrimine fra i "buoni" e i "cattivi". E' chiaro che i bambini non c'entrano niente con le eventuali colpe e responsabilità dei propri genitori. Se la Sua amministrazione non riesce a rispettare l'infanzia e non sa trovare qualcosa di più incisivo per far rispettare le norme vigenti, sarà proprio bene che se ne vada a casa (o ci sia mandata).
Senza alcuna stima.
Annapaola Laldi"
23 marzo 2010 12:43 - Annapaola Laldi
Il peggio è davvero un pozzo senza fondo. E proprio per questo è necessario opporsi ad ogni istante a cose come queste, ma anche a quelle meno gravi.
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