il periodo di grave situazione economica dovrebbe indurre
tutti i partiti a trovare un punto di accordo almeno sulla
riduzione dei costi dell'apparato, delle strutture
pubbliche, incominciando dalle autonomie locali, dagli enti
periferici, comuni, provincie e regioni.
Nulla è più detestabile per i cittadini riscontrare costi
di strutture che non rispondono con parsimonia ed efficacia
all'organizzazione dei servizi.
Rappresenta una contraddizione, un male per la
democrazia.
Dovrebbero ricorrere ai criteri di economicità, di
efficienza usati dalle aziende; seguire un' oculata gestione
delle risorse come i genitori in una famiglia; rendersi
conto del costo della politica, delle numerose persone che
vivono attorno, come un grande business, una strada sicura e
generosa per la carriera, il successo, il potere,
trascurando di ricorrere al contributo della popolazione; è
un controsenso.
29 maggio 2010 18:58 - lucillafiaccola1796
LorMezzani [perché dispongono di Mezzi..] non NECESSITANO
di coraggio...ab Bondi conditi... Sono le etere i.taliane,
quelle contribuenti, che non hanno coraggio, fanno solo la
fila per acquistare l'I-Kazz...!
29 maggio 2010 9:46 - Primo Mastrantoni
infatti, la frase non e' citata tra virgolette ma e'
adattata al contesto e il cui senso non cambia.
Insomma, si guarda il dito non la luna.
28 maggio 2010 21:44 - dante3581
Il governo il coraggio non lo ha, giusto!!!Ma chi scrive
nascondendosi dietro uno pseudonimo forse lo ha? e allora
basta con le invettive, le bestemmie,e via dicendo, tiriamo
fuori il coraggio, mandiamo al macero Berlusconi, Bersani,
D'Alema ecc.
I ministri si riducono lo stipendio, però ne sono certo,
hanno già qualche trucchetto pronto per riprendersi di
nascosto quanto perso.Se tenessero veramente al benessere
dei cittadini, imbecilli che li applaudono, della nazione
eliminerebbero le province, le comunità montane in riva al
mare e non, per non parlare degli stipendi degli
europarlamentari; ci rendiamo conto che questa gentaglia
sceglie Bruxelles per i soldi tutto il resto è fumo per
i.................
28 maggio 2010 16:59 - onofrio
Alla fine del XXV cap. , Don Abbondio, rivolgendosi al
cardinal Federigo gli dice: " Torno a dire, monsignore,che
avrò torto io... Il coraggio, uno non se lo può dare".
Dunque "Se uno il coraggio non ce l'ha" è un'aggiunta del
Sig. Primo Mastrantoni.
Giusto per la precisione.