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18 agosto 2010 15:43 - alfredo5576
Caro Mastrantoni,
apprezzo il suo intervento relativo ad un argomento da molti maneggiato con troppa disinvoltura (per ignoranza o tornaconto di categoria).
Alcune osservazioni:
- "Se un prodotto viene dall'estero, non e' detto che sia necessariamente cattivo, dipende dalla qualita' e dalle tecniche di coltivazione. Rimane il problema dei controlli..."
In effetti è proprio così e a nulla serve colpevolizzare, per principio, le materie prime "non italiane".
Il punto, come lei giustamente osserva, è nei controlli ed è appena il caso di ricordare che la loro responsabilità ricade sugli importatori/trasformatori italiani: loro, quindi, sono i responsabili ultimi della qualità ed è colpa loro (e non dei "cinesi"...) se il prodotto finito è scadente.

- "Il problema e' dovuto al fatto che questi prodotti vengono spacciati come made in Italy..."
Anche su questo punto c'è molta confusione.
La possibilità di qualificare un prodotto come "made in Italy" NON dipende dall'origine delle materie prime, che possono, indifferentemente essere o meno italiane.
Questo non lo dico io, ma la legge (si veda, da ultimo, il mio articolo ""Prodotti a marchio IGP" ufficialmente difendono il MADE IN ITALY.....ma in pratica non è vero!
http://www.newsfood.com/q/6e9469ae/prodotti-a-marchio-igp-uf ficialmente-difendono-il-made-in-italyma-in-pratica-non-e-ve ro/). Anche in questo caso, come detto, la disinformazione (più o meno in buona fede) regna sovrana ed è sin troppo chiaro a chi giova l'estenuante campagna relativa all'indicazione obbligatoria in etichetta dell'origine delle materie prime.
Certo non al consumatore finale ( a meno che questi sia anche coltivatore/allevatore).
Ma questo, come vado ripetendo, è un'altra storia.

Alfredo Clerici
http://www.newsfood.com/key/2611/alfredo-clerici
13 agosto 2010 20:33 - lucillafiaccola1796
si lamentano sempre dei cinesi... ma chi ha delocalizzato in cina? a me risulta che la prima è stata oviesse coin upim ... parto rite da vittorio coin veneziano nel 1916... eh nordest... la cina è fucina...! I limoni oh dovremmo essere pieni in sicilia, calbria... da dove vengono? dal cile...! dal sud africa...! Su e giù a suo0n di camion per far lievitare il prezzo ed affollare le strade...! 1 kg di zozzi
fradici limoni a 5000 lire il chilo... oh...! vogliamo stare ancora zitti?
12 agosto 2010 9:08 - SEVERA
ogni settimana da buona casalinga o massaia come diceva la buonanima di Mike Buongiorno, mi trovo a fare la spesa e ne vedo di tutti i colori. una cosa però ho potuto appurare rispondendo al commento sopra: che non vale più la pena di cercare la qualità leggendo le etichette. sono un vero ginepraio di falsità, di solito il prodotto che attira il consumatore è sempre l'etichetta più appariscente, difficilmente quello che c'è nel barattolo. comunque a parità di qualità, perchè di quella si tratta, io faccio abitualmente la spesa nei supermercati dei poveri, dove con un minimo di pazienza ho imparato a spendere molto meno e a scegliere anche tra prodotti di buona qualità, anche italiani per davvero.
11 agosto 2010 11:58 - savpg8801
Sono super contento di queste frodi alimentari. Infatti le associazioni varie (comprese quelle di consumatori) hanno promosso il business delle ETICHETTE. Senza etichette non si può andare avanti, non si possono rintracciare le provenienze, il consumatore non è "consapevole" informato e -dico io-fregato.
Da anni sostengo, anche in questo forum, la mia contrarietà alle etichette - non perchè, anche se illeggibili o perchè sono troppo ricche di dati inutili o perchè scritte troppo in piccolo o ignorate per il troppo tempo, ammesso di avere sempre gli occhiali con se, per leggerle facendo finta di essere tutti specialisti in scienze merceologiche o nutrizionistiche- per il fatto che sono oggetto spesso di truffa, di incompletezza, e il consumatore, qualora le legga (stranieri poveretti esclusi) aumenta i propri dubbi. Peraltro si sortisce l'effetto contrario alla propaganda che il made in Italy è migliore di tutti gli altri; solenne baggianata; o il resto del mondo è stupido, o siamo solo noi 50milioni i soliti migliori!! Già che non si capisce nulla in queste famigerate etichette, sarà vero o sarà falso ciò che ti comunicano?
Insisto col dire che i rimedi per la moda del consumatore consapevole, siano quelli dei controlli fittissimi, delle pene drastiche, del ritiro delle licenze.
L'ingenuità di affidare all'utente del prodotto da consumare, e la cui famosa etichetta viene ovviamente buttata nei rifiuti, una supervisione e un controllo "fai da te" decidendo in proprio se e come la derrata sia buona, italiana, sana, e in regola, non paga.
Lo stesso dicasi per il biologico(inflazionato) e per i prodotti a cosiddetto kmzero, che assolutamente sono attribuzioni di qualità e miglior(?) prezzo, ma per allocchi.
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