Sofismi?? Dipende dai punti di vista. Argomentare che il
sapore del frutto maturato sulla pianta è migliore, è
verissimo, ma per il popolo dei consumatori è quasi pura
utopia e, per giunta, relativo a pochissimi periodi all'anno
e anche meno a seconda delle specie di frutta e verdura.
Quindi non solo nicchie aperte a pochissimi, ma addirittura
limitatissime nel tempo. Ormai si assiste uno o due giorni a
settimana in qualche cittadina o paesino all'esposizione di
cassettine con pomini sporchi di terra tanto per farli
sembrare più realistici, a fagiolini duri(insieme a qualche
morbido che non puoi cuocere insieme) quando la contadinella
ti dichiara che li ha raccolti la mattina stessa presto con
le sue mani sei preso da esaltazione ammirativa; quando oggi
hai le pesche mature (ma solo una o due qualità altrimenti
c'è il trucco)solo in qualche pianura italica, perchè se
te le vende qualcheduno fuori zona, altro che km zero!
Si, qualche saporino in più potrai anche trovarlo, ma non
certo tutto. Nella vita c'è bemn altro e molto altro che
non i saporini. Pesche, albicocche(un mese), qualche volta
qualche fragola, ma solo per 15-20 giorni, non certo il tuo
contadino scelto col lanternino e con innumerevoli viaggi in
auto può disporre di scelte variegate, ancorchè
vantaggiose. Vai a prenderti 10 pesche mature(buone) ma la
metà poi ti si marciscono se sono veramente già mature e
buone e contribuisci alla discarica. Il viaggio non vale
certo l'impazzimento. E non è neppure vero che è tutto
genuino e puro. Vedessi come i contadini irrorano di ogni
porcheria le loro frutta e per molti mesi, anche se poi, al
mercatino o a casa loro lo negano. Basta girare molto in
bicicletta giornalmente attraverso le campagne e ci si
apriranno gli occhi, anzi, bisognerà chiuderli per gli
spruzzi che a volte ti arrivano addosso!
Tutto il resto di frutta e verdura è reperibile ed edibile
non subito ma nel tempo, e trattasi della stragrande
maggioranza.
Certamente non ritengo sofisma il dire che è una certezza
l'argomentare con prove e dati di fatto la cotta che si
prende con questo genere di acquisti a volte a cagione del
molto tempo a disposizione e di convincimenti semplici, per
carità del tutto rispettabili ma, marginali e spesso
teorici basati sull'emotività e su parametri non certo
pragmatici e razionali.
Nulla poi da discutere se si applica il detto: non è bello
ciò che è bello ma è bello ciò che piace!
Oppure come disse un mio amico: darei la mia vita per vedere
la Cappadocia a qualsiasi costo. Per lui, purtroppo defunto,
aver visto la Cappadocia lo ha fatto andare in pace. Il
resto non conta.
19 agosto 2010 9:34 - Cassandra1
Il problema non è quanto ci guadagna il contadino o il
super mercato e cosa è più etico. Il problema è che la
gente non conosce più il sapore dei cibi. Avete mai
mangiato una pesca maturata sull'albero? Confrontatela con
quella del supermercato pure di provenienza italiana, ma che
per esigenze di conservazione e trasporto è stata
frigoconservata e trattata! Se le trovate uguali avete perso
il senso del gusto. Mangiate un pomodoro in dicembre anche
se coltivato in serra nel nostro meridione e mangiatene uno
in estate anche se del supermercato: non c'è paragone! Poi
ci sono contadini furbi che non vendono solo i loro
prodotti, ma anche quelli che comprano la mattina al mercato
ortofrutticolo e spacciano come propri, ma se avete questa
abitudine ai sapori, li riconoscete subito. Io ho scartato
diversi contadini prima di trovare quello di fiducia che mi
vende la sua roba. Non mi pongo il problema se inquino di
più a fare 10 Km in macchina per acquistare le pesche o se
è più etico andare al supermercato: la frutta del mio
contadino è migliore e questo mi basta. Lascio ai moralisti
vari gli altri sofismi
18 agosto 2010 11:58 - vittorio7911
.....avanti con discorsoni lunghi e parole belle difficili,
spacchiamo il capello in 4, o in 8 meglio ancora.
sono sempre + convinto che le cose vanno peggio del dovuto
perchè noi siamo tutti troppo intelligenti e chi non è
intelligente è perlomeno troppo furbo.
comperiamo tutto dove costa meno, senza chiederci dove vanno
a finire i soldi.....
diamo soddisfazione a chi porta qualsiasi produzione e
commercio all'estero lasciando a casa i nostri operai e i
nostri contadini altrimenti magari se ne vanno in giro con
una macchina + bella della nostra.
invece di cambiare contadino se il suo prezzo va troppo
fuori mercato o se scopri che il suo orto è sotto un
cavalcavia, condanniamoli tutti.
invece di vedere quali macchine e moto, telefonini,
elettrodomestici, ecc. vengono costruiti interamente in
italia, compriamo giapponese......
invece di partire dalle radici, curiamoci di qualche
foglia.
poi lamentiamoci che c'è la crisi e mancano i
soldi......
ciao a tutti
18 agosto 2010 11:06 - savpg8801
Egregia laura2450
Giusto, ognuno ha la propria testa.
C'è chi fuma e chi è contrario, chi compra lo champagne
per darsi tono e chi il frizzantino al supermercato, chi la
scarpa "griffata" e chi la ciabatta dai cinesi in piazza,
ecc.
Il giusto, però, non sta da nessuna parte (non sta nemmeno
"nel mezzo". Quello che conta in tutte le realtà economiche
e della vita è il tornaconto (proprio o della
collettività) oggettivo ma non a seconda del punto di vista
personale, ma da quello delle logiche di mercato e non dalle
iniziative di nicchia che sono altamente marginali e, nella
quasi totalità, destinate a fallire. L'ecologista è
convinto che un giorno all'anno si vada a togliere la
bottiglia di plastica dal fossetto lungo la strada
inquadrando giovani con magliette e berrettini (la cui
produzione ha inquinato e inquinerà) portandoli con
inquinanti mezzi a destinazione a "raccogliere" e poi fare
il pic-nic con barbecue incorporato, a portare con camion
inquinanti in discarica a produrre diossina, ma non va a
raccogliere i rifiuti a Napoli o altro, non fa opposizione
quando, in nome del parco pubblico da ben tenere, frotte di
giardinieri con macchine taglia erba, potatori con camion a
cestello sempre accesi inquinano come cento macchine.
Il tornaconto, alla fine, è l'anima economica del mondo.
Tempo fa acquistavo del vino da un contadino credendo di
fare un affare pensando che fosse migliore(il resto lo
conferiva alla cantina sociale! rilevato poi, ma io credevo
che fosse fatto con amore, con uve senza pesticidi, come
scelte solo per se stesso, ma che lo forniva per amicizia)
pagandolo peraltro di più rispetto a prezzi correnti
mediamente alla distribuzione. Ma al povero contadino, che
viaggiava in mercedes, non bastava. Un giorno mi disse,
(avevo tra l'altro la damigiana sull'auto e avevo fatto
anche un po' di strada- tempo e costo macchina li facevo
pagare a Totò) che non poteva darmi il vino al prezzo
pattuito, perchè certi signori che venivano da fuori
(nominò una città a cinquanta km di distanza) glie lo
pagavano anche il doppio pur di averlo e venirselo pure a
prendere.
Perchè, disse, lo devo dare a te a questo prezzo (peraltro
prezzo già elevato) se altri mi danno di più? Già, scarpe
grosse e cervello fino.
Il messaggio di queste righe è che, facendo ognuno poi come
gli pare essendoci la libertà su tutto, non ci si oppone a
queste effimere e simpatiche iniziative folcloristiche , ma
di stare in guardia da ogni deviante convincimento che siano
convenienti, che in esse stesse non si spaccino meloni di
altre nazioni nella cassetta con l'etichetta del contadino a
km zero, che effettivamente i prezzi siano al di sotto della
normale concorrenza distributiva, che possano assicurare
continuità e buona qualità di fornitura, che non vendano
prodotti inquinati o irrorati con le acque marce del
fiumiciattolo a poca distanza, che non necessiti fare decine
di km da parte dell'utente, ecc. Insomma, che non diventi un
mero atto presuntivamente misericordioso e affettivo,
qualora possa veramente esservene un inquadramento circa il
noto povero agricoltore tipo anni cinquanta.
In fondo, mettere in guardia senza arrivare al terrorismo,
è atto positivo.
18 agosto 2010 10:32 - davidocq
Dalle mie parti i "contadini",che votano e hanno votato
sempre "rosso",hanno tutti delle ville giganti costate loro
poco grazie alle regalìe di stato che ha sfruttato gli
operai per decenni. Se non hanno tanti soldi in banca,cosa
invece molto probabile,hanno comunque dei capitali
immobiliari e terrieri che moltissima gente comune nemmeno
si sogna di avere.Usate i vostri occhi e l'istruzione
medio-inferiore, che tutti certamente avete,facendovi una
vostra libera valutazione delle cose.Sarà la vera verità.
18 agosto 2010 10:03 - laura2450
Non capisco il senso dei vostri commenti. Io preferisco
pagare i pomodori qualche centesimo in più al contadino
sotto casa piuttosto che comprare quelli asiatici al
supermercato, che hanno fatto migliaia di km e non hanno
regolamentazioni riguardo i pesticidi. Che male c'è?
E' ovvio che, con quello che consumiamo, sarebbe impensabile
che la materia prima fosse tutta italiana, che scoperte.. I
turisti veneziani mangeranno la pasta italiana fatta col
grano di chissà dove, esattamente come noi. Ma almeno
quelle piccole cose che servono alle esigenze familiari
credo le si possa tranquillamente prendere alla bancarella
del contadino.
Dopotutto spendiamo tanti di quei soldi per niente.. con che
faccia stiamo a contare gli 8 centesimi del latte quando un
sms ne costa 15?? Basta mandarne uno in meno al giorno e si
compensano 2 lt di latte crudo supercertificato e
controllato, e se si usa la bottiglia di vetro si evita pure
di fare spazzatura.
Al posto di dare i soldi ad una catena commerciale, li si
dà ad una famiglia del paese.. Sinceramente, non mi sembra
una cosa così tremenda.
E credere che i contadini siano dei ricconi coi milioni in
banca perchè vendono "in nero" qualche litro di latte e 3
pomodori è veramente ridicolo. Significa non avere idea di
quanto costa mantenere la mucca che produce quel latte o il
trattore che ara quel campo e la persona che raccoglie quel
pomodoro.
I contadini possono esistere solo grazie alle sovvenzioni
statali ed europee, altrimenti ciao made in Italy: compriamo
tutto dalla Cina (che a furia di sfruttamento si ritrova ad
essere la 2a potenza economica mondiale, pensa un po') e
risolviamo il problema.
In ogni caso, è meglio avere la possibilità di scegliere
che non averla, no? Se non vi va di comprare dalla
bancarella, continuate ad andare al supermercato, chi ve lo
vieta? Non per questo dovete criticare l'altra parte. Con
tutto il pullulare di pubblicità ingannevoli e studiate
(quelle sì) appositamente per fregar la gente, accanirsi
contro un'idea nata per aiutare qualche famiglia mi sembra
assurdo..
Ma ogni testa è un piccolo mondo, si sa..
18 agosto 2010 8:13 - cappacappa
Poi chi dice che i contadini fanno pagare meno del
negoziante?
E' una bufala: angurie o cocomeri (che dir si voglia) dal
contadino a 0,60 centesimi di euro al kg; coop 0,48
centesimi di euro al kg., tutti i prodotti che vende costano
come dal negoziante (a volte di più), dopo si lamentano che
la natura è stata avversa e i campi hanno reso poco
prodotto, si lamentano che i loro prodotti vengono pagati
poco dalle cooperative.
Guardare il caso del latte, gli allevatori si lamentavano
che il loro latte veniva pagato poco e rienduto a molto; in
parte è vero (granarolo ha calato di molto i prezzi del
loro prodotto) ma adesso il latte dal distributore
automatico costa 1,00 euro al litro alla coop (o di marca
grande distribuzione) il latte intero, fresco, costa 0,92
centesimi di euro al litro.
Il contadino non emette scontrino, non paga le tasse su
quello che incassa, ha tante agevolazioni dallo stato e
mette i soldi in banca.
17 agosto 2010 15:56 - alfredo5576
Fortunatamente c'é ancora qualcuno che parla chiaro e che
non si lascia incantare da questi slogan.
Bravo Mastrantoni, e grazie!
Son tutte balle. Dirottamenti per allocchi.Slogan per
creduloni. Ho visto cipolle,aglio,ed altra roba costare il
doppio che non nelle bancarelle vicine o nel
supermercato(peraltro non sempre sinonimo mdi convenienza).
Però per il commercio tutte le idee sono buone per attirare
consumatori, per guadagnare di più e per poi (se non subito
per fidelizzare la gente) spacciare il normale per tipico o
doc o speciale o bio o non appestato o più vitaminico o
più buono o meno caro rispetto alla vantata miglior
qualità. Tutto per far crescere i prezzi.
Senza porre sul piatto l'inquinamento per i viaggi del
"contadino(?)" o dei consumatori, dello spreco di tempo,
ecc.
Uno dei nuovi business di nicchia e di moda.