COMMENTI
  (Da 1 a 9 di 9)  
19 agosto 2010 13:52 - savpg8801
Sofismi?? Dipende dai punti di vista. Argomentare che il sapore del frutto maturato sulla pianta è migliore, è verissimo, ma per il popolo dei consumatori è quasi pura utopia e, per giunta, relativo a pochissimi periodi all'anno e anche meno a seconda delle specie di frutta e verdura. Quindi non solo nicchie aperte a pochissimi, ma addirittura limitatissime nel tempo. Ormai si assiste uno o due giorni a settimana in qualche cittadina o paesino all'esposizione di cassettine con pomini sporchi di terra tanto per farli sembrare più realistici, a fagiolini duri(insieme a qualche morbido che non puoi cuocere insieme) quando la contadinella ti dichiara che li ha raccolti la mattina stessa presto con le sue mani sei preso da esaltazione ammirativa; quando oggi hai le pesche mature (ma solo una o due qualità altrimenti c'è il trucco)solo in qualche pianura italica, perchè se te le vende qualcheduno fuori zona, altro che km zero!
Si, qualche saporino in più potrai anche trovarlo, ma non certo tutto. Nella vita c'è bemn altro e molto altro che non i saporini. Pesche, albicocche(un mese), qualche volta qualche fragola, ma solo per 15-20 giorni, non certo il tuo contadino scelto col lanternino e con innumerevoli viaggi in auto può disporre di scelte variegate, ancorchè vantaggiose. Vai a prenderti 10 pesche mature(buone) ma la metà poi ti si marciscono se sono veramente già mature e buone e contribuisci alla discarica. Il viaggio non vale certo l'impazzimento. E non è neppure vero che è tutto genuino e puro. Vedessi come i contadini irrorano di ogni porcheria le loro frutta e per molti mesi, anche se poi, al mercatino o a casa loro lo negano. Basta girare molto in bicicletta giornalmente attraverso le campagne e ci si apriranno gli occhi, anzi, bisognerà chiuderli per gli spruzzi che a volte ti arrivano addosso!
Tutto il resto di frutta e verdura è reperibile ed edibile non subito ma nel tempo, e trattasi della stragrande maggioranza.
Certamente non ritengo sofisma il dire che è una certezza l'argomentare con prove e dati di fatto la cotta che si prende con questo genere di acquisti a volte a cagione del molto tempo a disposizione e di convincimenti semplici, per carità del tutto rispettabili ma, marginali e spesso teorici basati sull'emotività e su parametri non certo pragmatici e razionali.
Nulla poi da discutere se si applica il detto: non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace!
Oppure come disse un mio amico: darei la mia vita per vedere la Cappadocia a qualsiasi costo. Per lui, purtroppo defunto, aver visto la Cappadocia lo ha fatto andare in pace. Il resto non conta.
19 agosto 2010 9:34 - Cassandra1
Il problema non è quanto ci guadagna il contadino o il super mercato e cosa è più etico. Il problema è che la gente non conosce più il sapore dei cibi. Avete mai mangiato una pesca maturata sull'albero? Confrontatela con quella del supermercato pure di provenienza italiana, ma che per esigenze di conservazione e trasporto è stata frigoconservata e trattata! Se le trovate uguali avete perso il senso del gusto. Mangiate un pomodoro in dicembre anche se coltivato in serra nel nostro meridione e mangiatene uno in estate anche se del supermercato: non c'è paragone! Poi ci sono contadini furbi che non vendono solo i loro prodotti, ma anche quelli che comprano la mattina al mercato ortofrutticolo e spacciano come propri, ma se avete questa abitudine ai sapori, li riconoscete subito. Io ho scartato diversi contadini prima di trovare quello di fiducia che mi vende la sua roba. Non mi pongo il problema se inquino di più a fare 10 Km in macchina per acquistare le pesche o se è più etico andare al supermercato: la frutta del mio contadino è migliore e questo mi basta. Lascio ai moralisti vari gli altri sofismi
18 agosto 2010 11:58 - vittorio7911
.....avanti con discorsoni lunghi e parole belle difficili, spacchiamo il capello in 4, o in 8 meglio ancora.
sono sempre + convinto che le cose vanno peggio del dovuto perchè noi siamo tutti troppo intelligenti e chi non è intelligente è perlomeno troppo furbo.
comperiamo tutto dove costa meno, senza chiederci dove vanno a finire i soldi.....
diamo soddisfazione a chi porta qualsiasi produzione e commercio all'estero lasciando a casa i nostri operai e i nostri contadini altrimenti magari se ne vanno in giro con una macchina + bella della nostra.
invece di cambiare contadino se il suo prezzo va troppo fuori mercato o se scopri che il suo orto è sotto un cavalcavia, condanniamoli tutti.
invece di vedere quali macchine e moto, telefonini, elettrodomestici, ecc. vengono costruiti interamente in italia, compriamo giapponese......
invece di partire dalle radici, curiamoci di qualche foglia.
poi lamentiamoci che c'è la crisi e mancano i soldi......
ciao a tutti
18 agosto 2010 11:06 - savpg8801
Egregia laura2450
Giusto, ognuno ha la propria testa.
C'è chi fuma e chi è contrario, chi compra lo champagne per darsi tono e chi il frizzantino al supermercato, chi la scarpa "griffata" e chi la ciabatta dai cinesi in piazza, ecc.
Il giusto, però, non sta da nessuna parte (non sta nemmeno "nel mezzo". Quello che conta in tutte le realtà economiche e della vita è il tornaconto (proprio o della collettività) oggettivo ma non a seconda del punto di vista personale, ma da quello delle logiche di mercato e non dalle iniziative di nicchia che sono altamente marginali e, nella quasi totalità, destinate a fallire. L'ecologista è convinto che un giorno all'anno si vada a togliere la bottiglia di plastica dal fossetto lungo la strada inquadrando giovani con magliette e berrettini (la cui produzione ha inquinato e inquinerà) portandoli con inquinanti mezzi a destinazione a "raccogliere" e poi fare il pic-nic con barbecue incorporato, a portare con camion inquinanti in discarica a produrre diossina, ma non va a raccogliere i rifiuti a Napoli o altro, non fa opposizione quando, in nome del parco pubblico da ben tenere, frotte di giardinieri con macchine taglia erba, potatori con camion a cestello sempre accesi inquinano come cento macchine.
Il tornaconto, alla fine, è l'anima economica del mondo.
Tempo fa acquistavo del vino da un contadino credendo di fare un affare pensando che fosse migliore(il resto lo conferiva alla cantina sociale! rilevato poi, ma io credevo che fosse fatto con amore, con uve senza pesticidi, come scelte solo per se stesso, ma che lo forniva per amicizia) pagandolo peraltro di più rispetto a prezzi correnti mediamente alla distribuzione. Ma al povero contadino, che viaggiava in mercedes, non bastava. Un giorno mi disse, (avevo tra l'altro la damigiana sull'auto e avevo fatto anche un po' di strada- tempo e costo macchina li facevo pagare a Totò) che non poteva darmi il vino al prezzo pattuito, perchè certi signori che venivano da fuori (nominò una città a cinquanta km di distanza) glie lo pagavano anche il doppio pur di averlo e venirselo pure a prendere.
Perchè, disse, lo devo dare a te a questo prezzo (peraltro prezzo già elevato) se altri mi danno di più? Già, scarpe grosse e cervello fino.
Il messaggio di queste righe è che, facendo ognuno poi come gli pare essendoci la libertà su tutto, non ci si oppone a queste effimere e simpatiche iniziative folcloristiche , ma di stare in guardia da ogni deviante convincimento che siano convenienti, che in esse stesse non si spaccino meloni di altre nazioni nella cassetta con l'etichetta del contadino a km zero, che effettivamente i prezzi siano al di sotto della normale concorrenza distributiva, che possano assicurare continuità e buona qualità di fornitura, che non vendano prodotti inquinati o irrorati con le acque marce del fiumiciattolo a poca distanza, che non necessiti fare decine di km da parte dell'utente, ecc. Insomma, che non diventi un mero atto presuntivamente misericordioso e affettivo, qualora possa veramente esservene un inquadramento circa il noto povero agricoltore tipo anni cinquanta.
In fondo, mettere in guardia senza arrivare al terrorismo, è atto positivo.
18 agosto 2010 10:32 - davidocq
Dalle mie parti i "contadini",che votano e hanno votato sempre "rosso",hanno tutti delle ville giganti costate loro poco grazie alle regalìe di stato che ha sfruttato gli operai per decenni. Se non hanno tanti soldi in banca,cosa invece molto probabile,hanno comunque dei capitali immobiliari e terrieri che moltissima gente comune nemmeno si sogna di avere.Usate i vostri occhi e l'istruzione medio-inferiore, che tutti certamente avete,facendovi una vostra libera valutazione delle cose.Sarà la vera verità.
18 agosto 2010 10:03 - laura2450
Non capisco il senso dei vostri commenti. Io preferisco pagare i pomodori qualche centesimo in più al contadino sotto casa piuttosto che comprare quelli asiatici al supermercato, che hanno fatto migliaia di km e non hanno regolamentazioni riguardo i pesticidi. Che male c'è?
E' ovvio che, con quello che consumiamo, sarebbe impensabile che la materia prima fosse tutta italiana, che scoperte.. I turisti veneziani mangeranno la pasta italiana fatta col grano di chissà dove, esattamente come noi. Ma almeno quelle piccole cose che servono alle esigenze familiari credo le si possa tranquillamente prendere alla bancarella del contadino.
Dopotutto spendiamo tanti di quei soldi per niente.. con che faccia stiamo a contare gli 8 centesimi del latte quando un sms ne costa 15?? Basta mandarne uno in meno al giorno e si compensano 2 lt di latte crudo supercertificato e controllato, e se si usa la bottiglia di vetro si evita pure di fare spazzatura.
Al posto di dare i soldi ad una catena commerciale, li si dà ad una famiglia del paese.. Sinceramente, non mi sembra una cosa così tremenda.
E credere che i contadini siano dei ricconi coi milioni in banca perchè vendono "in nero" qualche litro di latte e 3 pomodori è veramente ridicolo. Significa non avere idea di quanto costa mantenere la mucca che produce quel latte o il trattore che ara quel campo e la persona che raccoglie quel pomodoro.
I contadini possono esistere solo grazie alle sovvenzioni statali ed europee, altrimenti ciao made in Italy: compriamo tutto dalla Cina (che a furia di sfruttamento si ritrova ad essere la 2a potenza economica mondiale, pensa un po') e risolviamo il problema.
In ogni caso, è meglio avere la possibilità di scegliere che non averla, no? Se non vi va di comprare dalla bancarella, continuate ad andare al supermercato, chi ve lo vieta? Non per questo dovete criticare l'altra parte. Con tutto il pullulare di pubblicità ingannevoli e studiate (quelle sì) appositamente per fregar la gente, accanirsi contro un'idea nata per aiutare qualche famiglia mi sembra assurdo..
Ma ogni testa è un piccolo mondo, si sa..
18 agosto 2010 8:13 - cappacappa
Poi chi dice che i contadini fanno pagare meno del negoziante?
E' una bufala: angurie o cocomeri (che dir si voglia) dal contadino a 0,60 centesimi di euro al kg; coop 0,48 centesimi di euro al kg., tutti i prodotti che vende costano come dal negoziante (a volte di più), dopo si lamentano che la natura è stata avversa e i campi hanno reso poco prodotto, si lamentano che i loro prodotti vengono pagati poco dalle cooperative.
Guardare il caso del latte, gli allevatori si lamentavano che il loro latte veniva pagato poco e rienduto a molto; in parte è vero (granarolo ha calato di molto i prezzi del loro prodotto) ma adesso il latte dal distributore automatico costa 1,00 euro al litro alla coop (o di marca grande distribuzione) il latte intero, fresco, costa 0,92 centesimi di euro al litro.
Il contadino non emette scontrino, non paga le tasse su quello che incassa, ha tante agevolazioni dallo stato e mette i soldi in banca.
17 agosto 2010 15:56 - alfredo5576
Fortunatamente c'é ancora qualcuno che parla chiaro e che non si lascia incantare da questi slogan.
Bravo Mastrantoni, e grazie!

Alfredo Clerici
http://www.newsfood.com/?Category=23
16 agosto 2010 12:03 - savpg8801
Son tutte balle. Dirottamenti per allocchi.Slogan per creduloni. Ho visto cipolle,aglio,ed altra roba costare il doppio che non nelle bancarelle vicine o nel supermercato(peraltro non sempre sinonimo mdi convenienza). Però per il commercio tutte le idee sono buone per attirare consumatori, per guadagnare di più e per poi (se non subito per fidelizzare la gente) spacciare il normale per tipico o doc o speciale o bio o non appestato o più vitaminico o più buono o meno caro rispetto alla vantata miglior qualità. Tutto per far crescere i prezzi.
Senza porre sul piatto l'inquinamento per i viaggi del "contadino(?)" o dei consumatori, dello spreco di tempo, ecc.
Uno dei nuovi business di nicchia e di moda.
  COMMENTI
  (Da 1 a 9 di 9)