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27 gennaio 2011 21:02 - Lazza
"Un inasprimento della condanna (sul quale preciso che mi trovo d'accordo anch'io) può essere ottenuto SOLO modificando la pena prevista per il reato di "Omicidio colposo per guida in stato di ebbrezza", ovvero la definizione del reato con cui GIUSTAMENTE il Codice contempla un evento del genere."

Bene, allora modifichiamolo indicando "la pena per l'omicidio colposo per guida in stato di ebbrezza viene stabilita in misura tale e quale a quella dell'omicidio volontario".

Se cambiarci nome fa tutti contenti abbiamo risolto il problema. :)
24 gennaio 2011 18:55 - IVAN.
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(da Gianfranco:) «Credo che chi commette omicidi sotto l'effetto di alcool debba essere imputato di omicidio volontario e debba essere messo in galera per molto tempo...»

(da FFFgiovanni:) «...in galera per molto tempo...A PRESCINDERE DALL'IMPUTAZIONE.»
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Carissimi, vi informo che invece è PROPRIO l'Imputazione di un reato a stabilire per quanto tempo un reo debba rimanere in galera (...altro che "a prescindere", belìn!)

Attenzione a buttar lì questi commenti "di pancia", ragazzi.

Come già spiegato, NON è possibile - giuridicamente parlando - assegnare la "volontarietà" di un omicidio per la guida in stato di ebbrezza.

Un inasprimento della condanna (sul quale preciso che mi trovo d'accordo anch'io) può essere ottenuto SOLO modificando la pena prevista per il reato di "Omicidio colposo per guida in stato di ebbrezza", ovvero la definizione del reato con cui GIUSTAMENTE il Codice contempla un evento del genere.

Sic et simpliciter. Il resto sono chiacchiere da sindaci fiorentini.



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22 gennaio 2011 17:58 - FFFgiovanni
"...e debba inoltre essere messo in galera e rimanerci per molto tempo"
a prescindere dall'imputazione.
9 gennaio 2011 17:39 - gianfranco7781
Credo che chi commette omicidi o altri crimini sotto l'effetto di droga od alcool debba essere imputato di omicidio volontario e debba inoltre essere messo in galera e rimanerci per molto tempo.
1 gennaio 2011 13:09 - FFFgiovanni
la stessa cosa dovrebbe proporre per chi usa i fuochi di capodanno
23 dicembre 2010 12:56 - IVAN.
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(da SAVPG:) «...questo "UNICO" obiettivo del disquisire (l'approccio metodologico) te lo sei inventato tu, cercando di imporlo come tema di discussione univoco.»
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Non "tema", Sav: METODO.

Per confrontarsi fra più persone su una data questione, un minimo di Discernimento in comune a tutti ci vuole.
Altrimenti postiamo pure a cazzodicane tutto quello che ci passa per la zucca, e una cosa vale quanto un'altra: le Leggi sono libere interpretazioni, le regole di causa/effetto sono opinioni soggettive, la luna è una grossa arancia, e un politico è liberissimo di dire quel che gli gira sul momento senza assumersene alcuna responsabilità. ALÈ!

Oh, poi per me andrebbe bene anche "dialogare" così...Basta saperlo PRIMA, almeno non perdo tempo a preoccuparmi di usare logica e raziocinio.

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Buone feste you too.


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23 dicembre 2010 10:49 - savpg8801
OK IVAN
come al solito meglio il suspend se non vorrai solo rispondere a quanto ho detto e forse, non avendo io potuto sintetizzare meglio i miei concetti, data la materia e tempo a disposizione,
oppure che tu non abbia ben recepito.
Riporto solo :
..(Nella fattispecie, preciso che "Approccio Metodologico" era l'OBIETTIVO da conseguire, mentre i "miei due espressi principi" in realtà erano: questioni etiche(1) e questioni giuridiche(2), da tenere rigorosamente separate per garantire il conseguimento - appunto - di un corretto Approccio Metodologico).
---Bene, questo "UNICO" obiettivo del disquisire te lo sei inventato tu, cercando di imporlo come tema di discussione univoco.
La tua "rigorosa separazione" non accetta anche altri punti di vista, primo fra i quali, l'errore nella visione generale e di considerazione globale di aspetti che non possono essere, per meri fini tecnicistici, drasticamente separate e senza appello.
Vabene, hai detto la tua, ed io la mia.
Buone feste.
22 dicembre 2010 23:38 - IVAN.
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(??...)

SAV, ma secondo te sto in qualche modo "difendendo" il sistema giudiziario?

Nel caso non ti fosse chiaro, sto solamente chiarendo i termini con cui approcciarsi ad una questione per evitare di chiacchierarci addosso dicendo tutto & il contrario di tutto senza discernimento.

Ma da certi tuoi passaggi come:
«...i due tuoi espressi principi: etica e approccio metodologico. Insieme, in empatia e interagenti.»
...mi sa che non ci intendiamo proprio.

(Nella fattispecie, preciso che "Approccio Metodologico" era l'OBIETTIVO da conseguire, mentre i "miei due espressi principi" in realtà erano: questioni etiche(1) e questioni giuridiche(2), da tenere rigorosamente separate per garantire il conseguimento - appunto - di un corretto Approccio Metodologico).

Il resto prosegue con un campionario di equivoci verbali della stessa stregua, che - scusami - non ho voglia di mettermi a precisare uno per uno. E neanche ho voglia di indagare se hai capito male tu oppure mi sono espresso male io.

Quello che avevo da dire l'ho detto (e mi sembrava pure di averlo fatto in itaglianico corrente, sinceramente); a questo punto mi metterei in stand by in attesa di aggiunte pertinenti.



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22 dicembre 2010 20:58 - savpg8801
Rileggendo meglio il tuo ultimo e non attentamente il mio, ho dimenticato di dire che, questa sorta di metodologia di cui sei tanto certo, non sembra spesso funzionare: vedansi, al proposito, tanti errori degli inquirenti che emergono dopo il primo grado ed anche in successivi, tanti rivoltamenti di sentenze, tanti disconoscimenti di operati di giudici,di inquirenti, di tecnici, di esperti, e tanti rifacimenti di processi.
Queste sicurezze metodologiche da tavolino, circa la metodologica univocità, sono giuste nella redazione delle leggi e nei decreti applicativi o nella letteratura scritta e insegnata, ma all'atto pratico no!
Come potrebbesi dire: così è, sic et simpliciter. NO.
22 dicembre 2010 20:42 - savpg8801
Già già, IVAN ancora, per la seconda volta che mi ricordi, approccia non sentendoci dall'orecchio che chiama etico, ma solo per quello che chiama approccio metodologico, che semplicemente traducendo le parole sue, vorrebbe significare: le leggi sono quelle, così è stabilito dal legislatore e dall'applicatore, quel che è detto è detto.
Partire anche dal concetto chiamato etico, umano, sociale, seguendo logiche pregresse o di altri tempi(giammai dire queste cose!) quando forse erratamente, ma le reazioni erano più severe, proprio non ti va giù. E vabbene, io non ragiono bene, ho dei concetti fuor di logica, ma di quella che tu sola sostieni; che ci voglio fare? nulla IVAN... tu non puoi convincere ribattendo e portando solo riconduzioni metodologiche al problema e confutando riga per riga ciò che anche altrui (e tanti) hanno sostenuto e che io mi rendo umilmente interprete. Se mi ammonisci dicendo: cambia le leggi, le regole, e le varie interpretazioni (purtroppo non capisci o non vuoi ammettere che sono spesso equivoche) allora andiamo verso un ragionamento che io considero completo solo se correlato ai due tuoi espressi principi: etica e approccio metodologico. Insieme , in empatia e interagenti.
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Quel bulgaro o rumeno o chi cazzo fosse partito volontariamente senza capacità di condurre (sin troppo chiaro), che ha falciato 4 ragazzi su di un muretto, dopo poco era fuori. Poverino, incapacità mentale, disattenzione, forse neppure droga, risolvimento dell'evento con applicazione di norme fatte dai cretini(o interessati)scriventi leggi e applicatori buonisti, buone condotte,patteggiamenti,brufoli nel sedere e quant'altro, non possono mitigare la certezza che costui non mirasse espressamente ai quattro,del resto ininfluente circa risultati raggiunti (comunque resta sempre da vedere in ogni caso e vedansi al proposito le continue ritrattazioni di ultimi personaggi in odore di delitto) e neppure che in modo delinquenziale si sia posto al volante di un ordigno che, in sue mani, si è rivelato per forza, data la mole, micidiale ed esiziale, quale un kamikaze. Il risultato dell'uccisione è sempre il medesimo ed è quello che conta e su cui vanno fatte le debite e intelligenti considerazioni e tirate fuori le valenze.

Volontario comportamento pericoloso, volontaria conseguenza.

Chi appone significato alla parola "volontario" intesa quale aggettivo, come solo unica mira di bersaglio individuato con tanto di nome e cognome e numero di scarpe, ciurla nel manico e sostiene proditoriamente le tesi delle difese cavillatorie ed atte solo a far vincere le cause. Comportamenti permessi dall'ordinamento giudiziario, ma spesso perversi e non risponde al vero che in casi simili si siano applicate le stesse pene; vuoi per effetto mediatico o per diverse interpretazioni giuridiche e decisionali o per altri motivi. Perchè? Allora l' "approccio metodologico" non ha funzionato?

Si dice tanto che ci sono leggi sbagliate (tutte o quasi, per forza, perchè sono impositive e la gente mal le accetta) che ci sono sentenze sbagliate.

Bisogna allora dare un senso reale e non compromissorio alle leggi, abrogando le divenute caotiche ed incomprensibili e buoniste, sostituendole finalmente con poche altre ben definite ma capaci di creare profondi ed efficaci deterrenti. In senso etico e metodologico assieme - non dividere le metà del pollo, facendone l'analisi chimico-organolettica separatamente.
Perchè - forse - non s'era ancora capita l'intenzione di discuterne sempre da parte mia in senso congiunto, ammessa la tua pur asettica separazione.
Bye.
22 dicembre 2010 18:09 - IVAN.
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APPROCCIO METODOLOGICO
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(da SAVPG:) «Quì si deve cercare di ragionare obiettivamente e non inficiati da ideologie demagogiche.»
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Esatto. E l'unico modo per farlo è di tenere ben separate le questioni ETICHE da quelle GIURIDICHE.
Ecco cosa si intende per APPROCCIO METODOLOGICO. (La "pietà per le vittime" riguarda, appunto, questioni ETICHE. Ecco perchè scelgo volutamente di non parlarne quando si discute di un contesto GIURIDICO.)
Vediamo come possiamo applicarlo correttamente al caso in questione:


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(da SAVPG:) «Spesso si addiviene a dei concorsi, a delle archiviazioni, a patteggiamenti, a riduzioni di pena, senza essere a certezze e sentenze definitive; e questo a livello degli addetti ai lavori. Figuriamoci dei comuni soggetti del Popolo che esprimono 51 pareri quando sono in 50 a discutere. La ragione a quanto detto può averla l'uno o l'altro, o NESSUNO, o TUTTI.»
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No, SAV. Su questo devo dirti che l'Approccio Metodologico è errato.
L'aspetto giuridico di un reato NON è una "opinione", in cui ci possono essere 50 interpretazioni su 50 commentatori.
Quello può andare bene al bar, ma nell'ambito giuridico la valutazione è UNA E OGGETTIVA: quella stabilita dal Codice di Procedura Penale - in questo caso, OMICIDIO COLPOSO. Punto.
Non ti trovi d'accordo col Codice? Allora devi adoprarti per cambiare il Codice Penale a monte di questa conclusione, oppure dichiarare apertamente di volerne parlare in un ambito NON giuridico. Semplice.


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(da SAVPG:) «Non si commette volontarietà solo se si esce mirando alla testa di Berlusconi. Questa sarebbe PREMEDITAZIONE. Se mi trovo in piazza con una pistola carica e passa Berlusconi e io sparo nel mucchio perchè stavo maneggiando male la mia arma e ammazzo Berlusconi perchè la palla casualmente gli è finita nel cranio, questo per voi sarebbe "colposo"?»
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Spiacente, ma...SÌ: sempre giuridicamente parlando, il tuo esempio rientra ancora nella categoria di "omicidio colposo" (anche se con l'aggravante di "condotta altamente irresponsabile").
L'omicidio VOLONTARIO è identificato dalla parola stessa (e bada che non significa neanche "omicidio casuale", tipo che sparando "per sbaglio" alla cieca in una folla, qualcuno lo ammazzi quasi di sicuro).
Per essere "volontario", devi necessariamente sparare con INTENZIONE DI UCCIDERE: allora sì che i fattori di "Casualità" (colpire un Berlusconi piuttosto che un Pincopallo qualsiasi nella folla) e di "Premeditazione" (hai deciso di sparare sul momento, perchè ti è girato il boccino all'improvviso) diverrebbero IRRILEVANTI per la configurazione di "omicidio volontario".


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(da SAVPG:) «Troppo comodo e strumentale attribuire la colposità solo perchè non si è riusciti (per le nostre miserie interpretative) a dimostrarne la volontarietà.»
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Qui ricorre ancora lo stesso errore di Approccio Metodologico di cui sopra:
un'indagine non deve accertare la "Verità Vera", ma solo la "Verità LEGALE", coi mezzi legalmente riconosciuti agli inquirenti.
(Prova a fare il ragionamento INVERSO: ci mancherebbe che ad uno possa essere imputata la "volontarietà" di un omicidio solo per arbitrio discrezionale di un giudice!)
I Mezzi per accertare la Verità Legale sono QUELLI E BASTA: si può incrementarli o migliorarli, certo...ma non si può MISCHIARLI con fattori etici (e men che meno CONGETTURALI).



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22 dicembre 2010 10:08 - savpg8801
Prima di tutto esiste una serie infinita di prove e attribuzioni investigative e giudicative da rilevarsi per attribuire colposità o volontarietà, atte a stabilirne e giudicarne pene ed implicazioni conseguenti. Spesso si addiviene a dei concorsi, a delle archiviazioni, a declassazioni, ad archiviazioni, a patteggiamenti, a riduzioni di pena, senza essere, visti i gradi possibili di ricorso, a certezze e sentenze definitive; e questo a livello degli addetti ai lavori. Figuriamoci dei comuni soggetti del Popolo che esprimono 51 pareri quando sono in 50 a discutere. La ragione a quanto detto può averla l'uno o l'altro, o NESSUNO, o TUTTI.
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Non si commette volontarietà solo se si esce mirando alla testa di Berlusconi. Questa sarebbe PREMEDITAZIONE. Se mi trovo in piazza con una pistola carica e passa Berlusconi e io sparo nel mucchio perchè "me poverino" stavo maneggiando male la mia arma senza cautele e non s'è capito ( strumentazione mediatica o difetto investigativo o semplicemente spiegazione non dichiarata opportunisticamente) come sia successo e ammazzo Berlusconi perchè la palla casualmente gli è finita nel cranio, questo per voi sarebbe "colposo" ?
Troppo comodo e strumentale attribuire la colposità solo perchè non si è riusciti (per le nostre miserie interpretative) a dimostrarne la volontarietà.
Quando sono in gioco effetti enormi a causa di ogni delitto( non solo uccisione come qualcuno può credere)o atto delinquenziale si deve partire, visto che, salvo casi ben evidenti, e non strumentalizzati come quì qualcuno ha sottolineato con certi esempi, si deve partire dalla volontarietà visto che questo concetto può iniziare persino dalla volontarietà di partecipare a una protesta. Il "povero" ragazzo che ARMATO di un casco di uno o due chili si scaglia e colpisce quasi ammazzandolo un altro ragazzo, che ha commesso??? un reato colposo mitigato dal pentimento, dal fatto che la vittima non è deceduta, dalla giovane età, andiamo a vedere se fosse o non fosse stupefatto o alcoolfatto, da buoni avvocati, da sensazioni popolari di pietà per il povero delinquente (e nessuna apparente per la vittima che viene ricoperta da opportuno e pietoso oblio come IVAN dice:....rispettoso silenzio....mahh).
Stabilire che il povero ragazzo (quello della "cascata in testa") avesse la volontà di uccidere e pure proprio quello lì, o fosse inciampato e il casco, vedi la sfiga, in modo violentissimo fosse capitato proprio sul cranio di "quel"malcapitato.........riconducibile a semplice colposità...o a casualità, o ragazzata...
No, non ci siamo. Quì si deve cercare di ragionare obiettivamente e non inficiati da ideologie demagogiche.
22 dicembre 2010 1:46 - FFFgiovanni
chi uccise Pasolini commise un omicidio volontario!
Quando non si sale in auto con quello scopo, tutto quello che potrebbe accadere è colposo con eventualmente le relative aggravanti.
Concordo con Ivan in tutto, compresa la classe politica da bar dello sport.
Renzi dovrebbe utilizzare il tempo che perde in queste ridicole uscite, nel sistemare ad esempio, e presto, i quotidiani furti che fanno i suoi famigerati autovelox, il resto del tempo che utilizza nel dopo lavoro potrebbe utilizzarlo per dare fiato a queste sparate tra i suoi amici intimi, però è meglio che non alzi la troppo voce.
21 dicembre 2010 23:27 - IVAN.
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TUTTI UBRIACHI, COL VINO DEGLI ALTRI...
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La sparata del sindaco di Firenze si identifica da sè: populismo da bar sport.

Piuttosto, è da evidenziare come questa tendenza alla "sparata" stia prendendo piede in modo preoccupante negli abienti politici, tanto da non fare quasi più notizia se, invece di occuparsi di cose serie, i nostri "rappresentanti" liquidano i propri compiti istituzionali con infelici uscite che potrebbe benissimo fare un qualunque buzzurro ubriaco.

Il proposito non era realmente perseguito?...
La provocazione di fondo era manifesta?...
L'anticostituzionalità della proposta era consapevole?...

E CHI SE NE FREGA!

Non è per farci ascoltare queste CAZZATE che sono stati eletti (e lautamente stipendiati);
anzi, il loro comportamento in pubblico dovrebbe fungere da MODELLO di moderazione, riflessività e pacatezza per coloro che - si presume - non sono altrettanto moderati, riflessivi e pacati per assolvere funzioni amministrative.

Invece pare che uno qualsiasi di noi contadinotti semianalfabeti abbia più SENSO PRATICO della maggior parte di questi espertoni (almeno stando alle dichiarazioni fini a se stesse con cui saturano i Media e le nostre povere orecchie).

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Ciò detto, la guida in stato di ebbrezza - e le eventuali conseguenze per terzi - va punita severamente, e ci mancherebbe...Ma al di là della pena inflitta, la configurazione del reato DEVE rientrare obbligatoriamente nell'ambitò della Colposità;
"Omicidio volontario" intende SOLO E UNICAMENTE che uno si metta al volante con la precisa volontà di uccidere: non si scappa, da questa definizione di ambito giuridico.
(Poi possiamo lo stesso elevargli la pena fin che vogliamo...però non possiamo mica inventarci la "volontarietà" di un reato solo in base alla GRAVITÀ delle sue conseguenze, eh!)

Infatti se vogliamo parlare di "omicidio volontario" per chi provoca una morte guidando da ubriaco, allora dobbiamo anche parlare di "suicidio" per un muratore che cade da un ponteggio per avere bevuto un bicchiere di troppo a pranzo (in entrambi i casi il "reo" era consapevole che la sua alterazione di coscienza avrebbe messo a rischio una vita. Stesso concetto.)

Ebbene? Le Parole non hanno più alcun significato? Candidiamoci tutti come sindaci di Firenze, allora.



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21 dicembre 2010 9:49 - savpg8801
Non esiste solo la consapevolezza di entrare in auto senza la volontà di uccidere, che è sicuramente, come tu dici, e certamente fatto pressochè inesistente e ci mancherebbe, ma esiste la certezza che, entrando in auto, la situazione cambia aspetto.
Devono cambiare i comportamenti, come già più volte detto, atti a non provocare il benchè minimo atto offensivo nei confronti di chiunque.
Se il conducente si comportasse(certo, la stragrande maggioranza lo fa-ma non è questo che deve far demordere) con l'attenzione, la diligenza, il principio di precauzione, il rispetto dei diritti altrui anche se nel nostro egoismo intravvedessimo che non ne hanno(tipo uno esce da strada senza diritto di precedenza, non dà comunque il diritto di punirlo investendolo-e, al proposito, la legge recita che bisogna rallentare agli incroci, fino a potersi fermare all'occorrenza) non vi sarebbero incidenti se non dovuti a rottura del mezzo(ma è colpa pure la non adeguata manutenzione e revisione) o a cause di forza maggiore dovuta ad eventi assolutamente imprevedibili; le stesse statistiche indicano la velocità in stragrande peso percentuale, poi vengono gli altri reati dovuti all'uomo e pochi al mezzo.
---Inoltre si parla sempre di come attenuare pene, si parla sempre del povero investitore vessato dalle leggi, ma mmaaii della tragedia che subisce incolpevolmente(spesso per le parti più deboli-tipo pedoni) e con meno responsabilità in quanto non possiedono e non sono tenuti-(nessuna legge lo impone-magari il solo buon senso di conservazione) ad avere una cultura circolatoria che, oltre alle regole previste per essi, debbano anche conoscere quelle assai più complesse e obbligatorie di chi ha la patente.
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Sono d'accordo sull'esiguità delle pene che vengono sempre ridotte e spesso annullate. Le pene per i più e quando sono importanti e ben applicate, checchè se ne dica, sono un buon deterrente.
Qualsiasi condizione che si discosti dal buon comportamento (diligenza del buon padre di famiglia- ma chi lo è più?) è potenzialmente pericolosa. Non c'è differenza fra pettinarsi, o telefonare, o drogarsi, o bere, o guardare l'ancheggiante fusta che passa nei pressi, o prendersi per forza la precedenza anche se non l'hai, o tagliare arrogantemente la strada, o eccedere nelle velocità, o superare credendo di farcela. Ma che stiamo scherzando?
Spesso bisogna essedere in pazienza, ma inveire sempre addosso a chi(per te) va piano, lampeggiare a 150 quando il limite è molto inferiore,ecc. fanno parte dei comportamenti che possono tramutare la tua auto in mezzo di offesa, bomba che aspetta solo che le venga tolta la sicura.
Perciò omicidio volontario, e non so se pure privo di premeditazione, e massimo delle pene da aumentare sostanziosamente per chi produce lesioni permanenti. Basta con le sole polemicuccie per i drogati e i beoni. Ci sono anche altri sobri delinquenti in giro.
21 dicembre 2010 0:44 - FFFgiovanni
omicidio volontario significa che si è saliti in auto con la volontà di uccidere!
Può capitare questa circostanza ma non fa parte di quello che stiamo discutendo ora.
Invece, se qualcuno si mette alla guida dell'auto in uno stato di coscienza tale che PORTEREBBE al verificarsi di una situazione mortale e ACCETTA comunque questo rischio continuando a guidare, se si verificasse questa circostanza e ferisse o ammazzasse qualcuno, rientrerebbe nalla casistica del dolo eventuale, una sottospecie aggravente dell'omicidio colposo.
Ora, siccome il problema che mi sembra di capire è semplicemente l'ammontare della pena che è sempre irrisoria rispetto al danno procurato, senza girare attorno ad una volontà di uccidere quando ci si siede in auto, che non esiste proprio, bisognerebbe semplicemente inasprire la pena del "dolo eventuale" nel c.d.s. prevedendo forse il doppio dell'omicidio colposo, quindi se non sbaglio 30anni, andando poi oltre a seconda delle aggravanti e fino all'ergastolo, anche se dubito che tra patteggiamenti, benefici ed altro verrà mai scontata per intero una pena di questo tipo.
Il dolo eventuale, tanto x chiarire la fattispecie del reato, esiste ogni qual volta sappiamo che il nostro comportamento POTREBBE danneggiare qualcuno e si ACCETTA il rischio che tale evento possa verificarsi: chi scrive sms in auto, si trucca come dice lucillafiaccola1796, spara con la pistola dal balcone al 31 dicembre, sposta un vaso di fiori sul pergolo di un balcone del quinto piano senza accertarsi che sotto non passi nessuno, ecc.
20 dicembre 2010 10:30 - savpg8801
Nuovamente ci focalizziamo su parole e concetti parziali! Per quale ragione interessata devi sempre tirare fuori il discorso sobrietà o meno, come se fosse l'unico motivo aggravante o meno.
Il ragionamento non va solo effettuato su condizioni occlusive delle facoltà mentali per voler o meno giustificare l'accaduto senza mettere in atto le contromisure di prevenzione volute dal codice e dal buon senso, dalla normale diligenza di comportamento a cui tutti dobbiamo ricondurci; che so: mi è venuto un colpo di sonno, ohh poverino che ci vuoi fare, falcio il primo che mi capita, ma io non ho colpa-la colpa è di Morfeo; oppure inculo un poveraccio, rovino la sua vita e della sua famiglia e della società(magari è un illustre medico o un illustre personaggio, perchè solo questi contano...) con la nebbia...accidenti..la nebbia assassina..la colpa è della nebbia...io che c'entro...non ho colpa; accidenti...che sfigato...ho ucciso sette-otto ciclisti andando contromano..che fossi drogato o sobrio non importa, tanto la colpa è dell'asfalto viscido...cioè di Giove Pluvio...che cazzo c'entro io, eppoi quegli stronzi dei ciclisti e dei pedoni..si mettono sempre in mezzo.. ma che credono che IO sia sempre li' attento a loro?...io al massimo gli inchiodo a un metro così imparano e la prossima volta se ne stanno a casa. Sapete, voi cattivisti, che io uso la mia arma(leggasi auto) come mi pare-la costituzione dice che io sono libero ed ho tutti i diritti...bene io con la mia arma faccio anche del bene all'umanità, faccio da deterrente e li spavento cosicchè non provochino altri problemi agli altri automobilisti, a noi SIGNORI DELLA STRADA. Eppoi, che contromisure devo porre in atto?, io devo viaggiare, circolare, andar di quà e di là, la macchina la uso e la uso come voglio, è la mia e faccio quel che mi pare; non vorrete mica che io mi fermi per quel grappino in più o di quella cannetta, ma siete matti, ma VOI chi siete?????

-- Alcuni punti fra i tanti da leggere, da considerare fra le righe, da capire bene:
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Articolo 140 - Principio informatore della circolazione

1. Gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale.
...
----- è scritto in modo semplicino e buonino-----ma per sicurezza stradale tutto si intende....non solo la droga o la sgnapa.
--
Articolo 141 - Velocità

1. E’ obbligo del conducente regolare la velocità del veicolo in modo che, avuto riguardo alle caratteristiche, allo stato ed al carico del veicolo stesso, alle caratteristiche e alle condizioni della strada e del traffico e ad ogni altra circostanza di qualsiasi natura, sia evitato ogni pericolo per la sicurezza delle persone e delle cose ed ogni altra causa di disordine per la circolazione.

2. Il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile.

3. In particolare, il conducente deve regolare la velocità nei tratti di strada a visibilità limitata, nelle curve, in prossimità delle intersezioni e delle scuole o di altri luoghi frequentati da fanciulli indicati dagli appositi segnali, nelle forti discese, nei passaggi stretti o ingombrati, nelle ore notturne, nei casi di insufficiente visibilità per condizioni atmosferiche o per altre cause, nell’attraversamento degli abitati o comunque nei tratti di strada fiancheggiati da edifici.

4. Il conducente deve, altresì, ridurre la velocità e, occorrendo, anche fermarsi quando riesce malagevole l’incrocio con altri veicoli, in prossimità degli attraversamenti pedonali e, in ogni caso, quando i pedoni che si trovino sul percorso tardino a scansarsi o diano segni di incertezza e quando, al suo avvicinarsi, gli animali che si trovino sulla strada diano segni di spavento.
eccetera.
Queste norme e molte altre non devono essere urlate in faccia alla gente per fargliele capire come ad un bambino capriccioso, basta pacatamente leggerle ed applicarle.
---Il discorso di applicare volontarietà deriva dal fatto che, se si osservano queste semplici regole comportamentali ed etiche, nessuno verrà mai messo in condizione di vedersi applicata la volontarietà, semplicemente perchè l'avrà giustamente e precedentemente evitata.
20 dicembre 2010 0:28 - FFFgiovanni
bene, allora chi è sobrio è certamente accusabile di volontarietà.
chi non è sobrio lo accusiamo comunque di volontarietà a prescindere?
la pena è la stessa o si differenzia?
19 dicembre 2010 21:17 - savpg8801
...Il 16 dicembre 2010 9:45 - savpg8801 , affermò:
....Lo stesso valga per tutti i deficienti al volante che dovrebbero essere consci di quello che potenzialmente possono provocare con azioni lucide, ma criminali.(Avete compreso e letto bene??) Questi, come gli altri, avendo in mano il mezzo per uccidere (e questo nessuno può negarlo), lo utilizzano....ditemi che avete afferrato bene il concetto. Poi farete e direte come volete.
Allora è inutile scrivere e discutere se fate finta di non capire o non riportate le esatte parole o meglio gli esatti concetti espressi dai postanti.Se si interviene sui post è onesto leggerli, compulsarli e capirli.
Se strumentalizzate a vostro tornaconto queste affermazioni e realtà, non vedo un'affidabilità onesta; solo polemiche sterili......ed ancora, .dici....comportamenti che tutti sappiamo NON SI DEVONO FARE ma ...si fanno.... Ma che vogliamo giustificare, anche i reati per gravi o meno che siano? Le famiglie colpite in un modo o nell'altro queste bontà non le capiscono mica.
Il sottoscritto di spritz o graspini ne ha bevuti a iosa in diciotto mesi di naia a Bassano del Grappa negli Alpini, quando c'erano. Ma bisogna, poi, NON FARE LE COSE CHE NON SI DEVONO FARE. E conosco bene i veneti, anche troppo.
19 dicembre 2010 20:08 - lucillafiaccola1796
FFFgiovanni
giustissimo
anche chi guida col telefono o il giornale in mano o si trucca o si specchia è un criminale!
al muro
in miniera
all'ergastolo
19 dicembre 2010 16:22 - FFFgiovanni
alla stessa stregua di quanto letto finora, se è da considerarsi VOLONTARIO il danno fisico mortale o non, causato da chi guida ubriaco, drogato, alterato da qualche spritz di troppo con gli amici o da un paio di grappini al Ponte di Bassano, sullo stesso piano sarebbero da considerarsi tali anche tutti quegli incidenti con feriti gravi e morti causati da chi guida perfettamente sobrio, ma con l'attenzione mentre parla al cellulare, legge o scrive un sms, legge il giornale (ho visto anche di questo), ecc. ecc. ecc., sono comunque sempre comportamenti che tutti sappiamo NON SI DEVONO FARE ma ...si fanno. Quindi in caso di queste gravi infrazioni, tutti dovranno essere accusati di omicidio volontario e se non ci scapperà il morto o il ferito, comunque accusati di VOLONTARIETà!
18 dicembre 2010 18:22 - savpg8801
Risponde al vero anche il comportamento di avvocati cavillatori, a conoscenza delle reità dei propri assistiti, ma pagati per farli assolvere. Un delitto non può dipendere dalla valentìa o meno di uno o più avvocati; come non può dipenderne dalla scarsità dell'avvocato di parte lesa; come non può, altresì, dipendere da elucubrazioni mentali (pur anche sostenute dal fatto di averne la carica il che non ne giustifica eventualmente l'operato) atte a comminare pene palesemente ridicole quando almeno si può imporre il massimo della pena.
Un delitto, o altro reato grave e chi vuol capire capisca, è un'azione che lede grandemente l'essere umano e le cose e talvolta anche gli animali. La vita di un essere umano deve, di diritto e dovere, essere tutelata al massimo, anche togliendo i pericoli attivi e passivi a cui va incontro. Cosa si studiano a fare auto da ottimo crash test (sicurezza passiva) pensando solo al conducente o ai passeggeri, quando si omette di pensare degnamente alla sicurezza di chi subisce l'incidente nella controparte?
Ogni elucubrazione complessa in caso di attribuzione di colpe è sempre più supportata e "giustificata" da fattori economici, burocratici, assicurativi, creazione di attenuanti, carenza delle carceri, spesso invenzione di fattori tecnici, sanitari(vedasi scaletta di infermità), ed inoltre da, de facto et de jure, da attribuzioni di responsabilità demandate alle leggi, bel paravento ed alibi che da un po' di tempo si è sempre proiettato verso abbassamento delle pene, aumentando-magari- un pochino quelle pecuniarie, ma inducendo pian-piano molti utenti a fregarsene bellamente.
Io propugno e sostengo, come del resto sentito da altre autorevoli parti, le dichiarazioni del sindaco di Firenze, e disconosco ogni interessato buonismo anche per il motivo che può divenire un tornaconto per molti. Invito anche a scrivergli.
Invito autorità e chi di dovere a non tirarsi indietro a proporre modifiche drastiche alle leggi e all'operato di chi palesemente corteggia e induce a non equiparare le infime pene somministrate a chi si è rivelato potenziale assassino, all'enorme danno arrecato ad innocenti.
18 dicembre 2010 15:04 - FFFgiovanni
non sono buonista e sono con te per tutto quello che scrivi, tranne che per la volontarietà.
per me, la persona che ad esempio ha ucciso tutti quei ciclisti a livorno, dovrebbe stare in galera con la chiave gettata nel tombino.
E' la legge che non è abbastanza severa in queste circostanze, con abili avvocati che riescono a mettere in libertà criminali e giudici che non possono fare altro che abbassare il capo se la legge non gli permette di scegliere soluzioni più dure.
E' la legge che va migliorata.
18 dicembre 2010 11:38 - savpg8801
Ma per piacere...17 dicembre 2010 21:46 - FFFgiovanni
ma stai scerzando?
Non capire che il risultato è un reato, che la parte lesa è uno che è ferito, che è morto MORTO... c a p i s c i !!!! che ha la famiglia e tutti i suoi interessi distrutti e la sua stessa esistenza se resta in vita o paralizzato, rovinata, e il "poverino" che per scaldarsi(idiota due volte perchè se beve fa il contrario) o che si droga (idiota dieci volte), va ai domiciliari e poco dopo se ne va tranquillo, magari a reiterare poer rovinare altre persone ?!?! ma che vogliamo andare a polemizzare e a cavillare! C'è solo da vergognarsi a giustificare certe cose.
E ripeto, non c'è solo la droga o l'alcool, perchè i buonisti legislatori e loro sostenitori sembra che vedano solo questo e pacche sulla spalla e premi ai bravi bambini che, poverini, beh si son fatti un po', ma è normale.....
17 dicembre 2010 21:46 - FFFgiovanni
chi è fatto, non è consapevole di quello che fa e ciò che non farebbe mai da savio, probabilmente potrebbe farlo in questa condizione.
Nel momento che causasse una disgrazia non la riterrei fonte di un reato volontario.
Sei a caccia a 20° sotto zero. Hai il ficile col colpo in canna. Bevi oltre misura il cordiale per scaldarti. Parte accidentalmente un colpo e ammazzi un tuo compagno. E' omicidio volontario anche se è l'ultima cosa al mondo che avresti mai voluto fare? Dov'è il movente?
Poi, in auto ci sali già ubriaco o ci diventi durante il viaggio? perchè la cosa forse cambia.
Se sei già drogato, come si fa a stabilire se per un nano secondo ti è balenata la consapevolezza che potresti ammazzare qualcuno...i drogati hanno la sensazione di onnipotenza su tutto, mai penserebbero di fare danni, anzi l'esatto opposto.
17 dicembre 2010 18:18 - giancarlo7978
Concordo con Mario 3752, sapvpg8801 ed in particolare con bandax. Una persona che si mette al volante (di sua spontanea volontà, senza essere costretto) dopo di aver abusato di alcool o droghe sa perfettamente di rappresentare un grave pericolo per l'incolumità altrui: rischia volontariamente e pertanto mi pare giusto che paghi le conseguenze delle sue libere scelte.
17 dicembre 2010 17:53 - toto200
Supponiamo anche che sia possibile, l'autore dice di no ed immagino lo scriva a ragion veduta, trasformare il reato da colposo a volontario.
Per essere d'accordo, ragionando con la propria testa, occorre una motivazione.

A meno che qualcuno non dichiari che è d'accordo per vendetta, ma vorrei che avesse il coraggio di scriverlo esattamente così e non di girarci intorno, mi chiedo quale sia il risultato che desidererebbe raggiungere.

1. La diminuzione degli incidenti? Non sarebbe una soluzione efficace perchè, ad esempio, negli Stati degli USA dove certi reati sono puniti addirittura con la pena di morte, la loro percentuale non è inferiore a quella degli Stati dove gli stessi reati non la prevedono.

2. O forse si vuole prevedere un bel po' di tempo sicuramente lontano dalle auto per chi si macchia di tale colpa, e quindi lo si vuole in carcere a tale scopo?
Una legge di questo tipo: "chi, al volante, ammazza qualcuno va in galera senza processo per 9 anni" potrebbe andare bene?

Andrebbe bene tutto: basta mettersi d'accordo sul "che cosa voglio ottenere". Una volta SCRITTO senza fronzoli il traguardo che chi si esprime intende raggiungere, tutti saremo in grado di capire se la proposta è sensata o no. Se il mezzo, cioè la trasformazione del reato, sia idoneo a raggiungere il fine.

Il censimento è aperto: ognuno abbia il coraggio delle proprie idee :-)
17 dicembre 2010 10:21 - franco8442
Anche a me sembra chiaro che i mezzi motorizzati sono potenziali armi, e chi li guida se ne deve assumere la responsabilità. Lo stesso discorso vale per i cani aggressivi (ed altri animali usati in modo analogo), che certi proprietari detengono come mezzi di offesa.
17 dicembre 2010 9:28 - mario3752
Quando una persona beve o si droga o comunque fa coscientemente una qualsiasi cosa che potrebbe avere conseguenze, soprattutto se estreme, nei confronti di terzi non può poi trincerarsi dietro la "momentanea incapacità di intendere e di volere" nel momento in cui ha causato il "danno". Ho sempre trovato sbagliato questo concetto e lo trovo ancora di più adesso in considerazione di tutte le persone morte o rimaste menomate per colpa di ubriachi, drogati, minori senza patente, persone alle quali la patente era stata ritirata, ecc.
Dunque bene ha fatto il sindaco di Firenze e meglio farebbe se riuscisse veramente a fare approvare quella legge.
16 dicembre 2010 22:41 - renzo1391
non sono un leguleio, ma non vedo (a prescindere da altre valutazioni) dove sia l'incostituzionalità di una simile proposta
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