Per par conditio anche dodici snaps farebbero altro giro
altra lira....di colorati pen-narelli naturalmente sgonfi,
di bella, solida, resistente ed elastica pelle per la gioia
di produttori di spagnole "borsette".
16 gennaio 2011 19:25 - lucillafiaccola1796
ho dato un'okkiata .... beh non c'è paragone... col
"quadro"... le foto sono veramente banali... almeno quella
di gennaio che è l'unica visibile... e tanto basta e avanza
pure. questo toscano dunoliviero... non mi piace... fa
sempre delle foto schifose...comunque che centrra la
conceria vegetale non si capisce... Io Vegana, non porto
pelle, a meno che non trovi scape fatte di pelle umana..
preferibilmente taliana ah ah ah ah!
16 gennaio 2011 11:10 - savpg8801
Lucilla, non è una foto, ma un quadro.
Invece, per esempio, vai a:
http://blog.panorama.it/culturaesocieta/2011/01/13/calendari
o-2011-con-pubi-femminili-e-bufera-e-oliviero-toscani-sarrab
bia/
oppure altri.....per i curiosoni che non hanno mai visto
altro...
Devo dire che sono meglio le foto in poster appese nelle
officine dei meccanici o dei gommisti, nonchè (ma forse
quì nessuno ricorda) ai finestrini posteriori delle cabine
dei camionisti.
cerca cerca....Hitler era una faccia da cu..
...solo che il bucanazzo ce l'ha-veva di traverso.
L'esaltazione allo spasimo di certe miserie umane fa parte
delle psicosi... Ma se al mondo non c'è
altro.....accettiamo anche i commenti e dei comunicati del
n.1 di un'associazione di consumatori....consumatori....ha
ha..
15 gennaio 2011 18:34 - lucillafiaccola1796
la foto in alto non è male... mi ricorda hitler coi suoi
bafffetti... chi sa se oliviero tacnsoo ha immortalato anche
altre colorazioin? bionde rosse, con mèches...
14 gennaio 2011 8:57 - pfui!
A ben vedere, i censuratori "de noantri" adducono a pretesto
che la riproduzione di parti del corpo femminile non è
(secondo loro) catalogabile come espressione artistica, in
quanto "usata per vendere un prodotto".
E' questa una posizione ideologia, vetusta e pericolosa, che
lega la pubblicità esclusivamente e sprezzantemente alla
promozione delle vendite, lasciando chiaramente intendere
che vendere, e pertanto trarne profitto, è opera
riprovevole.
Questi dogmi veterocomunisti da quattro soldi, ben conditi
con le solite pruderie di Oltretevere e vestiti di scampoli
di pseudofemminismo (distante anni luce dalla teoria e
pratica della liberazione sociale, economica e civile delle
donne), sono ben impressi nella "cultura" di molti nostri
amministratori e concittadini.
Magari, se leggessero per caso qualche libretto di
educazione visiva e di storia dell'arte, capirebbero (?) non
solo che l'espressione artistica non è così facilmente
imbrigliabile, e pure che molte e magnificate opere d'arte
del passato erano sic et simpliciter dei veri e propri "spot
pubblicitari" che il mecenate di turno commissionava per
"meglio apparire" (in termini di potere, immagine,
controllo, capacità di imposizione, posizione sociale) ed
avevano quindi un ruolo fondamentale nel lubrificare i
rapporti commerciali (in una parola: vendere!).
13 gennaio 2011 22:19 - savpg8801
Dunque, meglio il buco nero o la Grande Discarica?