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17 gennaio 2011 9:33 - savpg8801
Per par conditio anche dodici snaps farebbero altro giro altra lira....di colorati pen-narelli naturalmente sgonfi, di bella, solida, resistente ed elastica pelle per la gioia di produttori di spagnole "borsette".
16 gennaio 2011 19:25 - lucillafiaccola1796
ho dato un'okkiata .... beh non c'è paragone... col "quadro"... le foto sono veramente banali... almeno quella di gennaio che è l'unica visibile... e tanto basta e avanza pure. questo toscano dunoliviero... non mi piace... fa sempre delle foto schifose...comunque che centrra la conceria vegetale non si capisce... Io Vegana, non porto pelle, a meno che non trovi scape fatte di pelle umana.. preferibilmente taliana ah ah ah ah!
16 gennaio 2011 11:10 - savpg8801
Lucilla, non è una foto, ma un quadro.
Invece, per esempio, vai a: http://blog.panorama.it/culturaesocieta/2011/01/13/calendari o-2011-con-pubi-femminili-e-bufera-e-oliviero-toscani-sarrab bia/
oppure altri.....per i curiosoni che non hanno mai visto altro...
Devo dire che sono meglio le foto in poster appese nelle officine dei meccanici o dei gommisti, nonchè (ma forse quì nessuno ricorda) ai finestrini posteriori delle cabine dei camionisti.
cerca cerca....Hitler era una faccia da cu..
...solo che il bucanazzo ce l'ha-veva di traverso.
L'esaltazione allo spasimo di certe miserie umane fa parte delle psicosi... Ma se al mondo non c'è altro.....accettiamo anche i commenti e dei comunicati del n.1 di un'associazione di consumatori....consumatori....ha ha..
15 gennaio 2011 18:34 - lucillafiaccola1796
la foto in alto non è male... mi ricorda hitler coi suoi bafffetti... chi sa se oliviero tacnsoo ha immortalato anche altre colorazioin? bionde rosse, con mèches...
14 gennaio 2011 8:57 - pfui!
A ben vedere, i censuratori "de noantri" adducono a pretesto che la riproduzione di parti del corpo femminile non è (secondo loro) catalogabile come espressione artistica, in quanto "usata per vendere un prodotto".

E' questa una posizione ideologia, vetusta e pericolosa, che lega la pubblicità esclusivamente e sprezzantemente alla promozione delle vendite, lasciando chiaramente intendere che vendere, e pertanto trarne profitto, è opera riprovevole.

Questi dogmi veterocomunisti da quattro soldi, ben conditi con le solite pruderie di Oltretevere e vestiti di scampoli di pseudofemminismo (distante anni luce dalla teoria e pratica della liberazione sociale, economica e civile delle donne), sono ben impressi nella "cultura" di molti nostri amministratori e concittadini.

Magari, se leggessero per caso qualche libretto di educazione visiva e di storia dell'arte, capirebbero (?) non solo che l'espressione artistica non è così facilmente imbrigliabile, e pure che molte e magnificate opere d'arte del passato erano sic et simpliciter dei veri e propri "spot pubblicitari" che il mecenate di turno commissionava per "meglio apparire" (in termini di potere, immagine, controllo, capacità di imposizione, posizione sociale) ed avevano quindi un ruolo fondamentale nel lubrificare i rapporti commerciali (in una parola: vendere!).
13 gennaio 2011 22:19 - savpg8801
Dunque, meglio il buco nero o la Grande Discarica?
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