Premetto che condivido quanto detto sulla diversificazione
sia in relazione all'abuso del termine (e per questo
definivo banale il suo ricorso in questa pubblicità) sia
per quanto concerne gli aspetti più tecnici (la
correlazione tra alcune - non tutte - attività tende ad
incrementarsi in periodi di crisi).
Al tempo stesso, ritengo corretto diversificare il
portafoglio in un numero congruo (non ampio) di
titoli/classi, non perché questo rappresenta una garanzia
di capitale/rendimento, ma perché limita l'incidenza nel
portafoglio dal rischio emittente e del rischio specifico di
settore, inoltre contiene (non elimina) la volatilità del
portafoglio complessivo.
@Francesco9244:
La strategia descritta richiede competenze nella
valutazione/comparazione del profilo di rendimento del
titolo al momento di acquisto sul mercato. Se, come dice,
1/3 del suo portafoglio è investito in questi strumenti il
problema più importante è quello dalla illiquidità.
Affinché il rendimento supposto si realizzi le obbligazioni
devono essere detenute fino a scadenza.
29 giugno 2011 19:26 - francesco9244
essendo un risparmiatore, senza particolari conoscenze
specifiche, valuto alcune le strutturate un'ottima
occasione, da considerare dopo qualche tempo che sono sul
mercato, nel loro rendimento certo, in quanto si possono
comprare ben sotto alla pari-
magari riesco a fare anche qualche tradatina-
in conclusione, l'evento previsto non lo considero mai, e le
valuto come un' obbligazione a tasso fisso in promozione con
un biglietto della lotteria.
accetto volentieri ogni consiglio, in quanto almeno un 1/3
del mio pfg contiene queste obbligazioni, anche se sono
stato premiato ben poche volte, ho avuto per ora, dei
discreti risultati.
29 giugno 2011 18:49 - captainharlock
senza offesa, ma dire che “Quando i mercati sono incerti
diversificare è sempre la migliore soluzione” non è né
banale né corretto, ma dimostra solo l’ignoranza su cosa
sia un investimento.
Il concetto di diversificazione viene spesso utilizzato a
sproposito, ed è spiegato in maniera confusa e caotica:
molti investitori sono stati infatti portati a credere che
semplicemente comprando molte e diverse attività il valore
del portafoglio non diminuirà mai. Questo non è
assolutamente quello che vuol dire diversificare il rischio.
Prima di tutto, ci sono centinaia di studi sul comportamento
dei vari mercati finanziari in molteplici paesi che
dimostrano come nei periodi di crisi le correlazioni tra le
varie classi tendono inevitabilmente a crescere, in
particolare a muoversi verso l’unità. La crisi del
credito del periodo 2007-2009 non è stata diversa. Questo
vuol dire che la diversificazione funziona in maniera
approssimativa esattamente quando servirebbe di più, ovvero
nei momenti di stress dei mercati.
La ricerca ossessiva della diversificazione (investendo in
un ampio numero di titoli/classi) può – e sottolineo può
- ridurre la volatilità del portafoglio, ma in sé e per
sé non garantisce né la sicurezza del capitale né un
rendimento adeguato.
29 giugno 2011 17:22 - lucillafiaccola1796
e cappuccetto rosso come sta? s'è mangiata la nonna? forse
le occorre un poco di bi-carbonato!
la nonna era un poco stagionata....!