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14 luglio 2011 17:41 - savpg8801
Il risparmio gestito ha subìto, negli ultimi tempi, flessioni importanti.
Il risparmio non in titoli si articola in molti modi. Non ci sono solo le decine di migliaia di fondi comuni, che ormai saranno prerogativa di ogni edicola o sali e tabacchi che si fa per dire emetteranno, basta che salti fuori un emendamento.
Ci sono le forme assicurative di tipo vita gestite sia da banche che da Compagnie assicurative, ci sono le linked, ci sono hedge funds (e proprio essi in parte hanno contribuito ai tonfi dei giorni scorsi giocando al ribasso), ci sono forme previdenziali, ci sono fondi o polizze con pack o ad unica soluzione, c'è una marea di tipi di investimenti e una marea di variegazioni.
Difficile dire quale è meglio così su due piedi. Non lo sa neppure il miglior analista del mondo.
Ogni forma ha le sue regole, le sue commissioni, chi in entrata chi in uscita; chi ha le penali e chi no. Chi può uscire anche dopo poco tempo mantenendo il rapporto e ripartendo con pochi euro, insomma molto difficile,
Quasi certo è che in buona grandezza per esempio con i fondi non hai l'immediatezza del ritiro o della vendita, cioè non conosci le quotazioni a cui farai capo.
Con i titoli sì, cioè contratto la vendita( o l'acquisto) a x e regolo dopo 3 giorni valuta, ma non cambia.
Con le polizze invece è molto diverso.
Ed anche con i pct (pronti contro termine) pago oggi tot e so già che fra tre o sei mesi, cioè a scadenza definita avrò indietro il pattuito sul c/c.

Le banche. Le banche hanno ovviamente dei compensi per il collocamento dei risparmi gestiti o di altre forme, ci mancherebbe!
Ma hanno anche una percentuale sulle emissioni nuove dei titoli che figurano prive di commissioni di c/v come per le transazioni sul mercato.
Poi la cosa finisce, di solito.
Hanno interesse a piazzare fondi, polizze, o altro piuttosto che negoziare titoli?
Dipende dai casi. Un cliente che fa transazioni dare/avere ogni due giorni è molto più appetibile di uno che ne fa una al mese o ogni sei mesi.
Quindi, costui, si può applicare un canone deposito titoli anche inferiore e, a conti fatti, anche regalargli il bollo dello Stato (materia dei queste conversazioni).
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Poi, se hai titoli, paghi il bollo sul deposito, se hai altre forme no. Questo è basato sulla tipologia diversa e forma giuridica diversa dell'operazione.
Non è mica detto che sia conveniente avere un fondo di 100 e non pagare bollo, piuttosto che fare trading conveniente e pagarlo sul deposito! Bisogna tener conto di molte altre cosine.
14 luglio 2011 15:18 - carlo2842
E' chiaro che ognuno esprime un parere, che è difficile da far passare come verita' assoluta. Rimango dell'idea che con questa riforma si vuole fare un regalo alle banche e si vuole fare un passo indietro nella tutela del risparmio.
Domanda semplice, perchè se ho 60.000 euro in bot devo pagare un bollo di 100 e passa euro mentre se ho solo fondi non pago nulla? Non è una disparita' di trattamento?
Altra domanda, le banche faranno anche la lotta per strapparsi depositi titoli ma meglio avere un deposito titoli con 200 in titoli oppure avere 100 in risparmio gestito? Dove guadagna di piu' la banca? Perchè ogni volta che voglio acquistare titoli la banca o il promotore cerca di convincermi nella bonta' del "proprio" risparmio gestito? ....
14 luglio 2011 13:30 - savpg8801
Da: 14 luglio 2011 0:32 - carlo2842
Forse tu non paghi o non lo sai, ma le banche applicano un canone ad ogni deposito titoli che in gran parte verrebbe meno.
Forse tu non sai che le banche fanno a botte per portar via (trasferimenti da una banca ad un'altra) pacchetti di titoli pur di vantarne e gestirli, ovviamente ricavandone, da ciò, profitti che non avrebbero da altre gestioni.
Forse tu non sai che ci sono banche che aprono c/c a costo zero pur di gestire, ovviamente si parla anche di titoli, il patrimonio del cliente.
Non è finita quì ma , come asserisci, ....""Ma per chi è del settore e per chi ha un minimo di cultura finanziaria è palese il quadro che si va delineando."..... beh, a meno che non si sovvertano leggi e strategie ed equilibrii molto importanti nella globalità finanziaria, fiscale ed economico-bancaria, metto dei dubbi che possa andare così. Qualcuno beccherà, ma poi, viste le batoste e le non RESE, degli ultimi tempi, ci andrà molto piano.
Inoltre le banche hanno delle componenti di prestigio nei loro scopi; prestigio che le pubblicizza per entrare nelle graduatorie di vario genere, come, per esempio, impieghi, depositi, numero di operazioni, numero e dislocazione di agenzie, sportelli automatici, oltre a quantità di titoli depositati, ecc.ecc.
Su queste statistiche (che non sono fini a se stesse) si calcolano previsioni, aperture, costi, budget, assunzioni, rapporti consortili o interni di centri elettronici, rapporti con le pubbliche amministrazioni, e così via.
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Ogni parere ben venga, ogni accusa altrettanto, purchè non faccia perdere il senso globale a chi legge e metta in cattiva luce qualcuno fuyorviando lo sprovveduto o il semplice.
14 luglio 2011 0:32 - carlo2842
Scusate, ma questo non è un palese regalo a banche e soprattutto promotori? Quindi anche (e non solo) Mediolanum ? E' chiaro che chi ha un portafoglio fino ai 100k, che è il portafoglio medio, sara' cmq tentato ed aggiungo io, "sollecitato" a passare alla tanto cara gestione.
Qui sembra che invece di andare si vada indietro. Ma per chi è del settore e per chi ha un minimo di cultura finanziaria è palese il quadro che si va delineando. Applicare una patrimoniale secca diventa scomodo. Allora facciamo un regalo alle banche, maggiori utili e quindi maggiori tasse. Ma in questo modo, la "ladrata" è piu' digeribile non trovate?
Ci sarannno meno depositi titoli? Banche preoccupate che dovrebbero gridare allarmate? No!!! Le banche gongolano, non attendono altro che tutti gli attuali depositi titoli si trasformino in fondi, in modo da succhiare con le commissioni di gestioone. Idem i promotori finanziari...e chi li ferma piu' ora che hanno questa arma commerciale aggiuntiva nella loro faretra? Gli ETF per i piccoli che volevano ribellarsi dalle sanguisuga legalizzate? Nulla...e chi ha 3mila mln di euro...paga come me che ho 40k! Mitici!!!
13 luglio 2011 8:37 - savpg8801
Dopo le proteste, le incongruenze palesi e i guai provocati da questa incredibile cazzata di cui non esiste precedente così macroscopico, assisteremo, speriamo, ad una rimodulazione delle regole sul bollo sui depositi titoli.
Non è detto che venga tolto, comunque, ma vedremo.
Su questa faccenda possono esserci delle banche che, per conservare il cliente, si assumono l'onere del bollo, fino ad ora relativamente contenuto. Se nel deposito non c'è nulla si pagherebbe comunque. Infatti:
"L'imposta di bollo per legge non si applica sul deposito in titoli ma sulle comunicazioni inviate dalle banche in base agli obblighi di trasparenza previsti dal Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia. L'invio dell'estratto conto è dunque un obbligo di legge a prescindere dagli importi dei titoli posseduti".
Quindi, da non confondersi con le spese di invio estratti o contabili che vengono addebitate come postali.
Ribadisco che le associazioni e i consumatori, ma anche le banche dovrebbero, anche se approvato definitivamente, osteggiare questo decreto-anche se diverrà legge- in maniera molto pesante.
Infatti sarà pesante anche per le banche perchè si vedranno ridurre drasticamente il numero dei depositi (da dire al proposito che oltre al "bollo" esiste anche un canone che le banche applicano per la gestione e che non va allo stato) da importi relativi e ancor di più derivanti dall'accorpamento di chi ne ha più di uno, o alla effettiva loro chiusura.
12 luglio 2011 11:20 - sonnerfeld
Gradirei sapere se in caso di deposito vuoto di qualunque titolo , tenuto in piedi solo per eventuale futuro indirizzo ,la comunicazione d aparte di una Banca o di un ufficio postale se presos le poste comporti il pesante bollo della nuova finanziaria oppure no.
Grazie anticipate per la risposta
9 luglio 2011 18:14 - tiziana9343
Le associazioni dei consumatori sanno che ci sono centinaia di migliaia di risparmiatori obbligati a tenere aperti depositi di titoli per immondizia venduta loro dalle banche in modo a dir poco scorretto, come hanno dimostrato molte cause vinte dai risparmiatori.
Se non si fanno iniziative per queste palesi ingiustizia, quando si fanno...?
8 luglio 2011 14:44 - savpg8801
Circa i depositi titoli sappiamo che i dieci euro mensili sono già operativi e tutto il resto probabilmente sarà confermato a scaglioni e in aumenti successivamente.
Ogni depositante ha solo possibilità personali di tutelarsi mediante accordi o pugni sul tavolo con la/le banche di cui si serve.
Se ha più depositi in più banche, può trasferire i titoli ad una sola.
Se ha un solo deposito, tratti al fine di, quando possibile, monetizzare se conviene e passare ad altre forme ora possibili-per esempio di tipo assicurativo-vita che non abbiano più i vincoli di un tempo, cioè sia possibile renderle pressochè liquidabili agevolmente e queste non sono, poi, tanto da meno come remunerazione e come capestro dei titoli di stato.
Se ha più di 50000 euro, tratti sulle commissioni della banca per limitare le perdite.
Se la banca non vuole saperne preferendo perdere il cliente, sebntire altre banche disponibili in quanto, ben contente di ricevere eventuali trasferimenti di un conto titoli alla propria struttura. Da questo lato le banche sono sempre disponibili.
Non è, comunque, chiaro se il limite dei 50000 sia da conteggiarsi sui valori nominali o su quelli virtuali o di mercato.
Infatti, se ho un deposito con dentro uno zero-coupon, ctz o bot, che ho in V.N. a 100, ma pagato che so, a 50, non è giusto che la tassa di bollo a 380 € colpisca annualmente una rendita futura, mascherata per V.N. Infatti la presunzione di realizzo, e quindi il valore del titolo sul mercato non sarà di 100, ma di 50-60-70 e così via a seconda della durata che mi garantisce il pieno rimborso solo "n" anni.
7 luglio 2011 17:30 - annamaria8625
Oltre ad danno anche la beffa.
Ho un dossier titoli che non posso chiudere nonostante ci siano soltanto obbligazioni CIRIO ed ogni anno pago i bolli ed altre spese (banca SELLA).
Almeno in questo caso i bolli non dovrebbero essere addebitati !!!
7 luglio 2011 14:05 - Cepu
Già, massacrare i depositi è ammazzare il risparmiatore, mentre martellare sui bollati sarebbe stato utile per disincentivare il compra e vendi ossessivo e speculativo dei pescecani.

Non ne fanno mai una giusta, e non a caso.
7 luglio 2011 13:45 - savpg8801
Cambiare governo e destra con la sinistra? Utopie di chi non si rende conto che può cadere, con la definizione che quelli sono meglio di questi, dalla padella alla brace.
Ma non erano i sinistri, prima di questo Berlusconi che smalettavano per aumentare la ritenuta sulle rendite finanziarie? Non erano i sinistri che odiando chi ha qualche euro da parte, maturato nel non andare a prendere il caffè o il giornale o le sigarette, o a non andare a Bali, non tenevano conto che definivano "rendite finanziarie", quasi fossero speculazioni ed azioni redditizie senza fare niente lavoro, i proventi derivanti da investimenti dei propri risparmi di una vita, allo scopo di garantirsi una indipendenza per la vecchiaia, una sorta di previdenza aggiuntiva al NULLA che lo Stato ci garantisce?
Magari sottraendo alle spese quotidiane diversi tagli con destinazione risparmio privandosi apesso anche oltre il superfluo?
E non è affatto vero che i risparmi siano rendite finanziarie da tassare! Essi sono frutto di diversa destinazione di compensi (stipendi, pensioni, guadagni aziendali, commerciali o di attività già largamente tassati in altro modo. Sono effettivamente tagli volontari effettuati a netti percepiti e da redditi già tassati e che non dovrebbero dare adito a ulteriore tassazione.
Per di più l'investimento in obbligazioni o titoli di stato, o altri strumenti sono un prestito che viene effettuato allo Stato o ad aziende e che, se mancato e messo nel materasso, non darebbe modo alle aziende stesse di finanziarsi.
Ogni balzello in più, od ogni diminuzione dei tassi di interesse (ultimi tre anni spesso inferiori all'1%) tolgono la voglia di investire per tutelare il proprio risparmio.
Come ho detto in un mio thread su DI' LA TUA,
ci saranno anche ripercussioni sulle banche e sui loro affari.
Come già spesso sostenuto, bene la tassazione o gli aumenti dei bolli o dei fissati, ma solo per gli accertati speculatori, quelli che fanno trading e che spesso non usano neppure soldi propri.
Lasciate stare, destri o sinistri, il risparmiatore.
7 luglio 2011 12:29 - ennio4531
Gentile Alessandro_Pedone,

quando scrive ' Non è vero che da anni i titoli di stato non coprono l'inflazione' , mi dispiace smentirla, almeno parzialmente, sottoponendole la mia situazione.

Rendimento BOT annuale lordo

2009 1,40%
2010 1,42%
2011 2,06% I semestre

totale 4,88% lordo
netto tassazione 4,27%

Costo della vita: da gennaio 2009 a maggio 2011 :
4,9%

Perdita : 0,63%

Per chi avesse investito in CCT la perdita sarebbe stata meno onerosa in quanto godono di un piccolo ... premio sui BOT.

Riepilogo: esiste una parte consistente di titoli di stato che in questi ultimi due anni e mezzo non hanno coperto nemmeno il tasso inflattivo.
7 luglio 2011 10:55 - Cepu
Perchè la cricca è forte coi deboli e debole contro i forti. Bisogna ricordarsi di cambiarli tutti alla prima occasione.

Scegliere facce nuove, gente comune che decide di intervenire. Non serve la laurea per fare di meglio.
7 luglio 2011 8:36 - zippo
Scusate.

... (e farebbe comunque aumentare il costo del riscorso al credito delle aziende, con riflessi negativi sullo sviluppo).

Ci sarebbero diversimodi per una tassazione equa sui proventi finanziari, ma nessuno che il nostro governo avrà mai l'nestà e il coraggio di varare.
7 luglio 2011 8:34 - zippo
L'aumento della tassazione dei titoli di stato non verrà fatta in quanto non porta vantaggi allo stato stesso. Il motivo:
- gli investitori valutano i titoli del debito pubblico e le obbligazioni sulla base del loro rendimento netto;
- un aumento della tassazizone comporta un più o meno corrispondente aumento del tasso di interesse lordo;
- ciò in quanto tale investimento è in competizione con altre forme di investimento (a parità di rischio).

Quindi, il maggior costo sostenuto dallo stato e il gettito sulla maggior imposizione sui titoli pubblici annullano ogni beneficio. Resterebbe il gettito delle maggior imposta sulle obbligazioni di emittenti privati, il cui ammontare è di molto inferiore a quello del debito pubblico (e farebbe comun.



Un aumento della tassazione
7 luglio 2011 7:09 - Alessandro_Pedone
@PatrizioGraziosi
I giornali, spesso, fanno confusione ed i politici li aiutano moltissimo in questo. Ho appena sentito alla televisioni una carrellata di commenti di politici di destra e sinistra che unisce le due cose. Nella realtà la riforma fiscale è stata approvata dal consiglio dei ministri prima della manovra correttiva dei conti ed ha la forma di un disegno di legge delega. La manovra correttiva ha la forma di un decreto legge. Le modalità ed i tempi di approvazione dei due strumenti legislativi sono molto diverse. Non voglio qui fare una lezioncina di diritto, ma con "san Google" ognuno potrà capire che la riforma fiscale probabilmente non vedrà la luce in questa legislatura. La mazzata sui dossier titoli invece è attualmente in vigore,, ma deve essere confermata dal parlamento. Nella legge di conversione potrebbero esserci sorprese.

@Ennio4531
Un aspetto molto interessante nel suo commento riguarda l'inflazione. Non è vero che da anni i titoli di stato non coprono l'inflazione (a meno che non si faccia riferimento alla messa in discussione dell'inflazione ufficiale), ma sarebbe molto giusto tassare il rendimento al netto dell'inflazione. Sarebbe ancora più giusto esprimere i prezzi dei bene e servizi in termini di una unità di misura pari al reddito medio. Pensi come sarebbe chiaro a tutti se sul giornale, oltre alla scritta 1,2 euro ci fosse un numero che esprime la percentuale del reddito medio mensile.
6 luglio 2011 19:15 - PatrizioGraziosi
Nel teso ricevuti ieri sera da Napolitano, e firmato oggi, non compare nessun aumento delle aliquote al 20%, che rimangono così al 12,5%.
Forse in futuro questa modifica verrà fatta, ma per ora non è inserita nel testo.
6 luglio 2011 18:56 - ennio4531
Concordo con Pedone che la tassazione del risparmio sia ... balzana ( vedi ETF ) e cervellotica ( interessi sul c/c 27%, dividendi da fondi immobiliari 20%, capital gain e interessi 12,50%, tassazione effettiva sui dividendi 47% ..).

Affermare che la tassazione sulle rendite sia bassa significa considerare solo un aspetto del problema.

Dal punto di vista pratico, sappiamo che la tassazione effettiva sui dividendi azionari è di circa il 47% ( su un utile di 100 la società ne paga 40% e sulla parte distribuita altre 12,50% )e per quanto attiene i titoli di stato ( Bot, CCT e BTP a breve durata) da anni il rendimento non copre nemmeno il tasso inflattivo.

Se a questo aggiungiamo che da almeno tre anni la gran massa dei risparmiatori si sta ancora leccando le ferite da salassi del 2008 , per non parlare delle centinaia di migliaia di soci delle banche popolari che hanno visto polverizzati i corsi dei loro titoli,la situazione del risparmio in Italia è sicuramente... triste.

Circa le banche, non credo che sorridano.

L'aumento della tassazione ha sempre avuto come effetto il decremento dei rapporti bancari e la futura tassazione sulle transazioni una caduta degli affari.
6 luglio 2011 15:59 - alessandro6950
l'imposta di bollo mangia tutto il dividendo del piccolo azionista.
che differenza c'è tra conto titoli e conto d'appoggio in termini di assoggettamento all'imposta di bollo?
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