DIETROLOGIE Goldman (Sachs) Monti, Draghi, Papademos e gli
altri uomini della banca d'affari arrivati al potere
altro che N'Ani in Car riola!
http://www.lettera43.it/economia/finanza/31470/goldman-sachs
-globe.htm....Martedì, 15 Novembre 2011...DIETROLOGIE
Goldman (Sachs) Globe
Monti, Draghi, Papademos e gli altri uomini della banca
d'affari arrivati al potere.
Con la nomina di Mario Monti a premier italiano, è tornato
ad aleggiare in Europa lo spettro della Spectre. Il nome del
professore dal 2005 compariva nel board della banca d'affari
Goldman Sachs con la carica di consigliere internazionale.
Ruolo che molto probabilmente il presidente della Bocconi
sta per lasciare. VERTICE DELL'EUROTOWER. Ex uomo di Goldman
Sachs è anche Mario Draghi, oggi al vertice della Bce ed ex
governatore di Bankitalia, che della Goldman Sachs è stato
addittura vicepresidente per l'Europa dal 2002 al 2005.
Nominato associato, Draghi si occupava sostanzialmente di
piazzare, come ha ricordato Le Monde, i prodotti finanziari
swap che hanno permesso di nascondere e dissimulare i conti
in rosso degli Stati. E, quindi, anche della Grecia.
Restando nel vecchio continente, Goldman Sachs è ancora il
fil rouge che lega il premier italiano in pectore e il neo
primo ministro greco Lucas Papademos, che fu governatore
della Banca centrale ellenica dal 1994 al 2002. E che,
quindi, può essere annoverato tra i responsabili
dell'operazione di maquillage del debito sovrano nazionale
orchestrata proprio da Goldman Sachs. A gestire il debito
ellenico, da febbraio 2010, infine è un certo Petros
Christodoulou, ex trader goldmaniano. IL CASO IRLANDESE. Un
Piigs tira l'altro. E così, si scopre che a giocare un
ruolo chiave nel salvataggio dell'Irlanda è stato Peter
Sutherland, ex presidente di Goldman Sachs international.
Businessman, ex procuratore generale dell'Isola di Smeraldo,
Sutherland - politicamente vicino al Fine Gael - è stato
anche commissario europeo alla Concorrenza nel 1985 (come
Mario Monti, del resto) e all'Educazione. Sull'altra sponda
dell'Atlantico, Goldman Sachs ha fatto anche di meglio. A
Washington, al ministero del Tesoro, negli ultimi anni sono
finiti ben due vertici della banca d'affari. Scelti, per di
più, da due amministrazioni di colore politico diverso. A
rompere il ghiaccio è stato Robert Rubin, segretario del
Tesoro dal 1995 al 1999 durante la presidenza Clinton e
sbarcato alla Casa Bianca dopo aver trascorso 26 anni in
Goldman Sachs, dove è stato membro del consiglio di
amminstrazione e co-presidente dal 1990 al 1992. Poi è
stata la volta di Henry Paulson, presidente e amministratore
delegato di Goldman prima di essere reclutato nel 2006 da
George W Bush. Proprio negli anni caldi della crisi
finanziaria e del crollo, nel 2008, di Lehman's Brother.
Quando si dice la causalità.