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20 gennaio 2012 19:47 - carlo7328
Sostenere che lo strumento del referendum debba avere un ruolo più ampio tra gli strumenti della nostra democrazia è certamente assolutamente legittimo - e, ovviamente, assolutamente opinabile.
Viceversa, additare in presunti complotti e congiure le ragioni per cui ai referendum non conseguano gli esiti auspicati da chi ha deliberatamente scelto di valutarne i risultati non in relazione al contesto - lettera e forma - specifico dei quesiti sottoposti al vaglio dei cittadini, ma in base alla libera e arbitraria interpretazione del "significato" da attribuire a quei risultati da parte di comitati referendari, capipopolo o soloni vari, è una vera e propria manipolazione dell'informazione che nessuna "nobiltà" dei fini può giustificare o riscattare. Direi, anzi, che inevitabilmente finisce per compromettere quella "nobiltà". Si abbia il coraggio di promuovere le proprie idee apertamente, partendo dalla realtà di fatti e regole vigenti: il referendum abrogativo accolto nella nostra Costituzione ha istituzionalmente limiti e portata ristretti. Non esiste, è una pura panzana propagandistica, che attraverso i referendum abrogativi si potesse chiamare l'elettorato a pronunciarsi - e, per di più, una volta per tutte e per sempre - su categorie generali titpo la "privatizzazione", i "beni pubblici", e via inventando.
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