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23 febbraio 2012 9:41 - Alessandro_Pedone
@ captainharlock
Forse l'articolo può apparire come una critica indistinta a tutti i derivati e quindi ben venga la sua precisazione.
Concordo con l'ultima frase "non è che i derivati sono per loro natura cattivi e da eliminare".
I derivati sono da REGOLAMENTARE molto meglio.
I famosi 707 trilioni di dollari di nozionale (lordo, ovviamente! io lo davo per scontato, ma ottima la precisazione) sono solo di derivati OTC. E' questa parte quella più problematica.
Ci sono circa 600 trilioni di derivati negoziati nei mercati regolamentati che avendo caratteristiche più trasparenti sono meno problematici.
Che i CDS siano una parte residuale non mi trova concorde.
Si parla pur sempre di 32 trilioni di dollari. Una cifra comunque astronomica e la cosa preoccupante è che solo il 9% di questi CDS sono compensati.
Insomma, i CDS continuano a rappresentare un ENORME problema.
22 febbraio 2012 16:40 - captainharlock
Una piccola precisazione sull’articolo di Alessandro Pedone, per altro dettagliato come sempre: il nozionale riportato in queste analisi è sempre quello “lordo” (gross, in inglese), non quello netto come sarebbe più corretto.

Es: una banca ha con un cliente uno swap fisso vs. variabile per €100, e verso un altro cliente uno swap variabile vs. fisso per altri €100. Nelle tabelle sopra l’esposizione dei derivati viene riportata come €200 (2 da €100), mentre l’esposizione netta per la banca (assumendo per semplicità che il tenore, il tasso sottostante, lo spread, etc… siano gli stessi in entrambi i contratti) è esattamente zero.

Altra considerazione: i due maggiori gruppi di derivati riguardano tassi d’interesse e di cambio (i “famigerati” CDS sono tutto sommato marginali). Per i derivati su cambi, i maggiori utenti sono aziende non finanziarie, essenzialmente per ridurre la volatilità di costi e ricavi in valute non domestiche. Per i derivati sui tassi, i maggiori utilizzatori sono invece le banche, che in parte devono farlo per necessità: se tutti vogliono mutui a tasso fisso a lungo termine e le banche ottengono i soldi solo a tasso variabile e a breve (depositi o prestiti interbancari), è necessario che facciano corrispondere i profili di rischio delle posizioni attive e passive. Questo stabilizza le banche, non le indebolisce.

Certo, che poi le banche abbiano speculato con i derivati o li abbiano venduti truffaldinalmente a chi non li capiva, è ormai palese: ma non è che i derivati sono per loro natura cattivi e da eliminare…
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