Sicuramente gli "studi" ci sono, eccome! Ma basterebbe
pensare a quelle popolazioni dove esistono ancora le tribù,
parlando di questo secolo.............. L'antropologo Clause
Levì-Strauss, conosciuto da quelli che hanno una buona
cultura nelle scienze umane, aveva già delineato i gruppi
umani, viaggiando in paesi del sud-Aemerica.
In ogni scritto, reale o romanzesco che si rispetti, cioè
parlando di letteratura e non di romanzi rosa, per giovani
educande, ci si trova sempre a leggere di coppie che devono
decidere se vale la pena di sposarsi, quanto durerà la loro
storia sentimentale, ecc. Poi, le famiglie allargate, dove
esistono figli di diversi matrimoni, che convivono con i
loro fratellastri come se non ci fosse nulla di strano,
anzi, i rapporti sono armoniosi. Sempre parlando di quello
strato di popolazione che vede il mondo da un punto di vista
consapevole delle mutevolezze del carattere umano. Il
principio fondamentale è la libertà, quindi già in tenera
età si impara a gestire le proprie abilità. I bambini
privilegiati sono quelli che possono conoscere di più del
mondo che li circonda, che sanno socializzare e capire
com'è la vita.
Un mondo chiuso, dove tutto è proibito, dove non si legge,
non si viaggia, non si studiano le lingue straniere, non ci
si confronta con altri in parti diverse del mondo, è una
tristezza immane e un handicap per la propria crescita
intellettuale e morale.
La famiglia è un terreno troppo limitato per poter dire che
basta per crescere.
Purtroppo il consumismo ha anche chiuso certe possibilità,
perchè l'idea di una grande cerimonia costosa per il
matrimonio, il vestito, gli invitati, e la casa,
l'arredamento, tutto si compra con il denaro. I sentimenti,
invece, non si possono delimitare da fili spinati, la
persona ha una vita interiore che non può sottostare alle
rate del frigorifero da pagare o agli stereotipi della
coppia ideale, della sopportazione, che poi finisce in
scontri più o meno cruenti, a quei crimini di cui spesso si
sente parlare.
La società italiana ha l'allergìa a questa parola
"flessibilità", il riciclarsi in nuovi impieghi, nuovi
luoghi, trasferimeti, nuovi rapporti, che sono lo stile
della società moderna in altre culture.
21 marzo 2012 12:14 - carlo9852
Sempre a citare cose che non si sono nemmeno viste!
Caro Mastrantoni, mi sa dire quali sono e dove si possono
leggere questi "studi effettuati su diverse popolazioni,
nella meta' del secolo scorso" che dimostrarono quello che
vuole Lei?
Attendo una cortese risposta che dimostri (questa volta si!)
che Lei non è uno di quelli che parlano a vanvera, per
sentito dire.
Cordiali saluti.
Carlo Petri - Roma ([email protected])