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21 marzo 2012 13:02 - Cothurnus
Sicuramente gli "studi" ci sono, eccome! Ma basterebbe pensare a quelle popolazioni dove esistono ancora le tribù, parlando di questo secolo.............. L'antropologo Clause Levì-Strauss, conosciuto da quelli che hanno una buona cultura nelle scienze umane, aveva già delineato i gruppi umani, viaggiando in paesi del sud-Aemerica.
In ogni scritto, reale o romanzesco che si rispetti, cioè parlando di letteratura e non di romanzi rosa, per giovani educande, ci si trova sempre a leggere di coppie che devono decidere se vale la pena di sposarsi, quanto durerà la loro storia sentimentale, ecc. Poi, le famiglie allargate, dove esistono figli di diversi matrimoni, che convivono con i loro fratellastri come se non ci fosse nulla di strano, anzi, i rapporti sono armoniosi. Sempre parlando di quello strato di popolazione che vede il mondo da un punto di vista consapevole delle mutevolezze del carattere umano. Il principio fondamentale è la libertà, quindi già in tenera età si impara a gestire le proprie abilità. I bambini privilegiati sono quelli che possono conoscere di più del mondo che li circonda, che sanno socializzare e capire com'è la vita.
Un mondo chiuso, dove tutto è proibito, dove non si legge, non si viaggia, non si studiano le lingue straniere, non ci si confronta con altri in parti diverse del mondo, è una tristezza immane e un handicap per la propria crescita intellettuale e morale.
La famiglia è un terreno troppo limitato per poter dire che basta per crescere.
Purtroppo il consumismo ha anche chiuso certe possibilità, perchè l'idea di una grande cerimonia costosa per il matrimonio, il vestito, gli invitati, e la casa, l'arredamento, tutto si compra con il denaro. I sentimenti, invece, non si possono delimitare da fili spinati, la persona ha una vita interiore che non può sottostare alle rate del frigorifero da pagare o agli stereotipi della coppia ideale, della sopportazione, che poi finisce in scontri più o meno cruenti, a quei crimini di cui spesso si sente parlare.
La società italiana ha l'allergìa a questa parola "flessibilità", il riciclarsi in nuovi impieghi, nuovi luoghi, trasferimeti, nuovi rapporti, che sono lo stile della società moderna in altre culture.
21 marzo 2012 12:14 - carlo9852
Sempre a citare cose che non si sono nemmeno viste!
Caro Mastrantoni, mi sa dire quali sono e dove si possono leggere questi "studi effettuati su diverse popolazioni, nella meta' del secolo scorso" che dimostrarono quello che vuole Lei?
Attendo una cortese risposta che dimostri (questa volta si!) che Lei non è uno di quelli che parlano a vanvera, per sentito dire.
Cordiali saluti.
Carlo Petri - Roma ([email protected])
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