ho solo una obiezione sul fumo: a chi fuma e non vuole
curarsi bisognerebbe fargli firmare che le eventuali cure
necessarie per il tumore ai polmoni o anche solo per la sua
bronchite cronica se le deve pagare tutte da solo. Lo stesso
per chi volesse costruire la casa sul bordo del fiume come
fanno tanti con grave autorizzazione del comune che non
dovrebbe dargliela. Se gli arriva l'alluvione non si deve
aspettare nulla dallo stato.
16 maggio 2012 9:24 - graziano1604
Mi piace molto quel che dice Robert Pfaller a proposito
dell'essere amichevoli , sentire gli altri piuttosto che sè
stessi. Condivido in parte anche ciò che dice a proposito
della felicità e della rabbia per la felicità altrui (che
è invidia). Tuttavia...
Ricordo ancora con un certo disgusto i tempi in cui invitare
amici a cena e chiedergli di non fumare era vissuto da i non
fumatori con un certo imbarazzo e talvolta senso di colpa. E
alla fine con la forza dei numeri ed in nome della libertà
e facendoti intendere che eri un cattivo padrone di casa a
limitare la loro libertà di fumre, ti liquidavano e
fumavano infischiandosene di te. Certo loro ( i fumatori)
sentivano molto poco me e i pochi altri non fumatori e
sentivano molto sè stessi. Poi chi si trovava con mal di
testa, mal di gola e la casa appestata dal fumo e dalla
cenere ero io.
Per non parlare del piacere di andare al ristorante e
sentire il profumo del vino e del cibo e non quello delle
sigarette bruciate.
Il fumo crea dipendenza e personalmente non provo invidia
per le dipendenze altrui. Contrariamente a quanto asserisce
Pfaller.
L'invidia è uno strano miscuglio di ammirazione per l'altro
(che fa qualcosa di bello) e giudizio negativo per noi
stessi che riteniamo di non essere all'altezza di fare
quella cosa.
Beh, non provo ammirazione per chi fuma per il fatto stesso
che fumi. Posso provare ammirazione per sue qualità o
capacità, non per il fatto che fumi. E non mi giudico non
all'altezza di saper fumare. Se mi fosse piaciuto, avrei
forse cominciato, con mio grave danno. Fumare non ha a che
fare con l'avere qualità o capacità eccellenti, nonostante
quanto ci avessero fatto credere in passato con messaggi
pubblicitari per fortuna oggi proibiti o regolamentati. Non
provo ammirazione per la sua libertà di scegliere di
fumare, perchè la libertà sta non non avere il vincolo di
fumare, non nell'avere la possibilità di farlo a scapito
degli altri. Fumare non è libertà a causa della dipendenza
che provoca.
A proposto della paura, quando l'intervistatore chiede a
Pfaller come si concilia ciò che sostiene a proposito della
paura e la pratica dello sport estremo sembra che non sia
arrivi ad una vera e propria sintesi. Improvvisamente si
parla di empatia (sentire gli altri) e non più di paura.
Mi piace la conclusione sui momenti per i quali vale la pena
di vivere.
Il giretto sula vecchia (e protettiva?) Alfa Romeo lo farei
più volentieri con una persona cara, libera di usare
intelletto ed emozioni, che non mi riempisse l'abitacolo di
fumo....
Graziano