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16 maggio 2012 9:44 - franco5937
ho solo una obiezione sul fumo: a chi fuma e non vuole curarsi bisognerebbe fargli firmare che le eventuali cure necessarie per il tumore ai polmoni o anche solo per la sua bronchite cronica se le deve pagare tutte da solo. Lo stesso per chi volesse costruire la casa sul bordo del fiume come fanno tanti con grave autorizzazione del comune che non dovrebbe dargliela. Se gli arriva l'alluvione non si deve aspettare nulla dallo stato.
16 maggio 2012 9:24 - graziano1604
Mi piace molto quel che dice Robert Pfaller a proposito dell'essere amichevoli , sentire gli altri piuttosto che sè stessi. Condivido in parte anche ciò che dice a proposito della felicità e della rabbia per la felicità altrui (che è invidia). Tuttavia...
Ricordo ancora con un certo disgusto i tempi in cui invitare amici a cena e chiedergli di non fumare era vissuto da i non fumatori con un certo imbarazzo e talvolta senso di colpa. E alla fine con la forza dei numeri ed in nome della libertà e facendoti intendere che eri un cattivo padrone di casa a limitare la loro libertà di fumre, ti liquidavano e fumavano infischiandosene di te. Certo loro ( i fumatori) sentivano molto poco me e i pochi altri non fumatori e sentivano molto sè stessi. Poi chi si trovava con mal di testa, mal di gola e la casa appestata dal fumo e dalla cenere ero io.
Per non parlare del piacere di andare al ristorante e sentire il profumo del vino e del cibo e non quello delle sigarette bruciate.
Il fumo crea dipendenza e personalmente non provo invidia per le dipendenze altrui. Contrariamente a quanto asserisce Pfaller.
L'invidia è uno strano miscuglio di ammirazione per l'altro (che fa qualcosa di bello) e giudizio negativo per noi stessi che riteniamo di non essere all'altezza di fare quella cosa.
Beh, non provo ammirazione per chi fuma per il fatto stesso che fumi. Posso provare ammirazione per sue qualità o capacità, non per il fatto che fumi. E non mi giudico non all'altezza di saper fumare. Se mi fosse piaciuto, avrei forse cominciato, con mio grave danno. Fumare non ha a che fare con l'avere qualità o capacità eccellenti, nonostante quanto ci avessero fatto credere in passato con messaggi pubblicitari per fortuna oggi proibiti o regolamentati. Non provo ammirazione per la sua libertà di scegliere di fumare, perchè la libertà sta non non avere il vincolo di fumare, non nell'avere la possibilità di farlo a scapito degli altri. Fumare non è libertà a causa della dipendenza che provoca.
A proposto della paura, quando l'intervistatore chiede a Pfaller come si concilia ciò che sostiene a proposito della paura e la pratica dello sport estremo sembra che non sia arrivi ad una vera e propria sintesi. Improvvisamente si parla di empatia (sentire gli altri) e non più di paura.
Mi piace la conclusione sui momenti per i quali vale la pena di vivere.
Il giretto sula vecchia (e protettiva?) Alfa Romeo lo farei più volentieri con una persona cara, libera di usare intelletto ed emozioni, che non mi riempisse l'abitacolo di fumo....
Graziano
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