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25 maggio 2012 20:27 - francescodeleo
Io inventerei le celle frigorifere e userei solo il baratto per gli scambi.
25 maggio 2012 11:49 - paologiovanni
Una leggenda Polinesiana.

In una isoletta del Pacifico, tanto tempo fa, viveva pacificamente una popolazione di alcune centinaia di persone.
Beneficiando di un clima mite e temperato, trascorrevano la loro vita all'aperto, senza alcun abbigliamento e le loro necessità si limitavano alla sola alimentazione.
Una parte di loro praticava la pesca, altri coltivavano cereali ed altri ancora macinavano e cuocevano queste granaglie, ricavando delle pagnotte saporite.
C'era un capo che organizzava le attività, dettava le regole della convivenza e risolveva le diatribe, uno stregone che curava i malati, e tre anziani (un pescatore, un agricoltore ed un panettiere) che, cessata la attività, insegnavano il loro mestiere ai giovani.
L'economia era basata sullo scambio, ma questo era fonte di continui litigi ed andava a finire che ciascuno cercava di arrangiarsi con quel che aveva sotto mano: i pescatori si nutrivano di solo pesce, i panettieri di pane, gli agricoltori del pane ottenuto con faticose trattative, barattando il grano.
Il capo viveva dei doni della popolazione e lo stregone ed i tre vecchi insegnanti si dovevano contentare di quanto gli veniva regalato dai rispettivi beneficiati.
Un bel giorno il capo ebbe un'ottima idea: andò sulla spiaggia e raccolse un mucchio di conchiglie. Su ciascuna di esse incise un proprio simbolo e poi le distribuì fra la popolazione, dandone una decina a ciascun abitante. Stabilì, quindi, una norma che definiva il valore delle conchiglie: ognuna di esse valeva un pesce, o un pane, o una quantità di grano sufficiente a fare due pani.
Impose anche un'altra regola: ciascun pescatore, agricoltore o panettiere, ogni anno, gli doveva dare cinque conchiglie e chiamò questo 'tassa'.
Delle conchiglie ricevute ne teneva buona parte per sé e le altre le distribuiva fra lo stregone ed i tre insegnanti.
Fu un grande successo: finalmente i pescatori potevano mangiare tranquillamente il pane e gli agricoltori ed i panettieri il pesce. Anche lo stregone ed i tre anziani ottennero, per la prima volta, il beneficio di un'alimentazione regolare e certa. Il capo, poi, era il più contento di tutti, perché aveva da mangiare a volontà.
Un giovane pescatore, astuto e pigro, stanco di andare per mare, propose al capo di collaborare con lui, occupandosi di tutto quanto aveva a che fare con il giro delle conchiglie. Al capo l'idea piacque e lo nominò 'economista'.
Il primo provvedimento suggerito fu quello di portare il tributo annuale da cinque a sei conchiglie, in modo da avere di che mantenere anche il nuovo collaboratore.
Ci fu un po' di malcontento e qualcuno arrivò a minacciare il sovrano.
Un contadino grande e grosso colse l'occasione per proporre al capo di mettersi al suo servizio, per difenderlo da eventuali aggressioni. Anche questo piacque, ed il tributo annuale salì a sette conchiglie; ma tutti stettero zitti, spaventati dalla minacciosa presenza del grosso guardiano.
Passato qualche mese, un paio di agricoltori fecero presente al capo che, con l'esperienza del loro lavoro, erano arrivati a conoscere nuove erbe salutari e medicamentose e che, quindi, avrebbero potuto aiutare lo stregone a curare la popolazione. Anche questo venne approvato ed il tributo salì proporzionalmente.
Di lì a poco, un gruppetto di pescatori, contadini e panettieri, avanti negli anni, fece osservare di aver sperimentato nuove tecniche del loro mestiere e che sarebbe stato utile a tutti, se, affiancando i tre vecchi insegnanti, le avessero fatte conoscere alle nuove generazioni. Il capo reputò la cosa molto ragionevole e la approvò.
Il carico delle tasse era diventato pesante ed i pescatori, contadini e panettieri, che oltretutto erano rimasti in numero ridotto, si dovevano dare molto da fare per poter produrre quanto serviva a mangiare ed a pagare il tributo.
Stufi di questo sacrificio, molti di loro, si ingegnarono per abbandonare il loro mestiere e diventare anch'essi collaboratori del capo.
Nel giro a qualche anno, rimasero solamente un pescatore, un agricoltore ed un panettiere.
Gli scambi economici, chissà perché, languivano; quasi tutte le conchiglie erano diventate di proprietà del capo ed il giovane economista era molto preoccupato, anche perché prevedeva che il prossimo gettito fiscale non sarebbe stato sufficiente per pagare tutti i collaboratori e, quindi, anche lui medesimo.
Pensa che ti ripensa, ebbe un'idea meravigliosa: il pescatore, l'agricoltore ed il panettiere avrebbero dovuto raccogliere un bel po' di conchiglie , incidervi un proprio marchio ed utilizzare quelle per rianimare di nuovo gli scambi e, magari, pagare le tasse.

A questo punto, il racconto si interrompe e non si sa bene come sia andata a finire.
Voi che siete intelligenti e, magari, laureati alla Bocconi, che opinione vi siete fatta?
24 maggio 2012 14:41 - francescodeleo
@Alessandro Pedone

Sono voci che circolano più insistentemente in questi giorni, in cui si è parlato di moneta complementare, con diversi nomi.
Quando dico "chi vivrà vedrà" mi riferisco a quale soluzione verrà adottata per la Grecia (poichè sembra assodato che lì la situazione è gravissima e irreversibile) e che costituirà un precedente per gli altri stati europei e non. Qualunque sarà la soluzione adottata, se avrà successo, sarà considerata "la" soluzione.
24 maggio 2012 10:45 - Alessandro Pedone
@francescodeleo
Penso che lei si riferisca agli studi che circolano (quello che ho letto, grazie ad un caro amico analista finanziario è di Deutsche Bank e parla del G-euro) che propongono l'affiancamento, in Grecia, dell'Euro con una moneta molto svalutata. Bene che si inizia a parlare dell'ipotesi di una doppia circolazione. Male, però, che si rimanga ancorati all'attuale concetto di moneta emessa a debito.
D'altra parte se la soluzione la propongono i banchieri che ci hanno portato in questa situazione è difficile che se ne cavi qualcosa di buono.
Secondo questi banchieri la soluzione per spegnere l'incendio è versare un bel po' di benzina sul fuoco e per di più affidiamo l'incarico di spargere tutta questa benzina ad un manipolo di piromani.
Quando parlavo di una moneta complementare come soluzione per uscire dalla crisi greca (era ottobre del 2011! si veda qui: http://urlin.it/30b85 ) anche qualche collega mi rideva dietro.
22 maggio 2012 10:35 - francescodeleo
Sembra che un discorso sull'uso di qualche forma di moneta complementare si stia affrontando per cercare di risolvere i problemi della Grecia. Diverse sono le idee al riguardo, anche la banca tedesca ne ha formulata una propria, tutte idee formulate per evitare he la Grecia vada fuori dall'euro. Sembra che tutti sono interessati alla scarsa capacità della Grecia (scarsa liquidità) di pagare i propri debiti verso fondo monetario internazionale, banca europea e ue, i quali si vedrebbero ripagati i prorpi crediti in euro, mentre la moneta alternativa verrebbe usata solo in ambito nazionale.
Per il momento l'ipotesi principale rimane l'uscita dall'euro della Grecia.
Chi vivrà vedrà.
18 maggio 2012 12:44 - massimo1062
dottor pedone due cose.la prima riguarda il fatto di alzare i toni ,non era mia intenzione e se ho dato questa impressione mi scuso con tutti,la seconda riguarda lo scec.conosco questa moneta da parecchio tempo attraverso il sito di uno dei fautori "centrofondi" e ritengo che sia una buona cosa.la domanda che le pongo e' questa : i meccanismi che ci stanno distruggendo sono abbastanza chiari non e' che noi viviamo sulla luna ,tanto e' vero questo che a parte sulla questione di principio delle tasse per cui secondo me prima lo stato dovrebbe imparare a spendere meglio i propri incassi poi e solo poi chiedere aumenti di imposte. ora dico ma e' mai possibile che non esistano soluzioni "normali " a questo gran casino che sta accadendo.dico che basterebbe spendere un po meno di quello che si ha ,che la riserva delle banche fosse piu' alta,che l'oligarchia di stato meno affamata di soldi,che i posti di lavoro ai fannulloni siano meno garantiti,che le scuole tornino a funzionare perche' quando c'e' cultura c'e' ragionevolezza e potrei cintinuare all'infinito con la semplice guida intellettuale del giudizio de na' vorta .questo sistema capitalistico ha creato una enorme ricchezza ,che e' sotto gli occhi di tutti con l'aumento della vita media ed il miglioramento delle condizioni di vita rispetto al piu' recente passato pero' c'e' qualcosa che non ha funzionato bene che cos'e'? e' questa la domanda che le persone intelligenti si dovrebbero porre e alla quale cercare di rispondere.forse basterebbe abbassare i debiti per far ripartire la possibilita' che individui volenterosi potendosi indebitare e quindi consentendo la creazione di moneta facciano ripartire i cicli eonomici.oppure evitare che la moneta creata non si fermi nelle banche ed arrivi agli strati piu' bassi.io non so come questo sia possibile perche' non sono un tecnico ma ho l'impressione che chi conosce bene questi meccanismi sia in malafede per perpetrare questa situazione in cui pochi si arricchiscono sempre piu'.in tutto questo lo scec e' indubbiamente una bella idea ma non credo che sia la soluzione.
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