Io lavoro nel ramo e devo dire che, oltre ai doganali la cui
casta detta legge quanto e forse più di quella dei portuali
(a volte sono stata protagonista, mio malgrado, di scenari
veramente sbalorditivi... in senso negativo), c'è il fatto
che le tratte ferroviarie mercantili della Pianura Padana e
del Veneto, in quanto di competenza delle FS, e non delle
compagnie marittime in sé, sono oggetto di disservizi
veramente notevoli, per quanto riguarda il trasporto solo
Padova/Genova, ad es.
In altre parole: i porti saranno anche disorganizzati e
logisticamente arretrati, ma anche nel caso in cui fossero
all'avanguardia, penso che i problemi ci sarebbero comunque,
con strutture "interne" che non sanno far fronte al tipo di
servizio richiesto.
8 giugno 2012 16:09 - Cepu
D. Cazzaniga Francesetti, 2005b, Italian versus Northern
Range port competitiveness: a
transportation cost analysis in Chinese trade, in: European
Transport/ Trasporti Europei n.
30
8 giugno 2012 16:02 - Cepu
Purtroppo la manodopera non basta più, le considerazioni
sono altre.
in Italia l’occupazione dei terminals più importanti è
in mano alla tedesca Eurogate che, appunto come gli altri,
ha perseguito una politica di occupazione nell’ottica
precisa di:
- considerare il profitto globale della società da
qualsiasi porto provenga;
- privilegiare volta a volta il singolo porto commerciale
che offre la massima convenienza rimanendo indifferente agli
altri, ma esigendo per tutti le migliori infrastrutture;
- occupare tutti i porti e terminal possibili per non
vedervi instaurati dei concorrenti;
- ottenere le massime economie di scala nei porti che
decidono di scalare, siano i porti facenti parte di un
sistema hub and spokes che direct call o ‘route’ e
purchè abbiano connessioni inland efficienti.
Ma accanto ad una pur legittima politica di colonizzazione
dei porti italiani secondo quanto avviene a livello
mondiale, in Italia non si sono verificate diverse altre
condizioni determinanti per divenire i porti privilegiati
del Mediterraneo. Non solo è rimasta la supremazia dei
porti del nord Europa, ma sta profilandosi da una parte lo
sviluppo di Porto Said come porto hub contro quello di Gioia
Tauro o Taranto e dall’ altra lo sviluppo di una linea
multiport incentrata sui porti spagnoli e solo in secondo
ordine su Marsiglia e Genova.
La fondamentale debolezza è costituita dal fatto che i
porti italiani ed in particolare quelli del nord Italia non
hanno accesso ai containers di oltrealpe e dunque non hanno
mercati comparabili ai mercati alle spalle dei porti del
nord Europa che riuniscono 350milioni di persone, grandi
industrie, linee
frequenti, buona rete logistica, canali di navigazione a
basso prezzo .....
8 giugno 2012 15:06 - minotauro5801
E chi si accosterebbe all'italia per utilizzarne i porti,
dopo che i sindacati hanno distrutto tutto, dove i portuali
sono una categoria che fa e disfa' a proprio piacere, dove
c'e' uno sciopero alla settimana.......ma fatemi il
piacere.......