Interloquire con Pedone per evidenziare l'anomalia delle
banche centrali è tempo sprecato.
E' un negazionista messo qui per tentare di bloccare o
deviare qualche missile, senza peraltro riuscirci bene...
Lui pone discredito sulle argomentazioni fornite dalle
persone...salvo poi defilarsi quando gli si forniscono le
prove e le argomentazioni di persone che hanno uno spessore
ed una competenza che lui si sogna...
Vabbè, che ci vogliamo fare...
9 luglio 2012 10:45 - Alessandro Pedone
@raffaele7165
Non c'è alcun dubbio che il tema centrale della critica
proposta dal prof. Beppe Scienza sia corretto.
La differenza fra ciò che abbiamo fatto noi e ciò che ha
fatto l'ottimo Beppe Scienza (che ho il piacere di conoscere
e di stimare e con il quale condivido, nella sostanza, la
quasi totalità delle sue posizione) e proprio nel MODO di
presentare le questioni.
Il problema dei fondi pensione che possono investire in
altri fondi lo abbiamo sollevato non già tre giorni dopo
che Scienza ha pubblicato il post sul sito di Grillo, bensì
al momento della riforma dei fondi pensione.
E' una nostra battaglia STORICA che, come molte altre, è
passata nel più religioso silenzio. Sono anni che ne
parliamo, ma - ovviamente - se non si fa del sensazionalismo
nessuno ti considera.
E' proprio questo che critichiamo nell'articolo ed il suo
commento è l'ennesima riprova che - purtroppo - abbiamo
ragione.
L'unico modo per far "indignare" le persone è, in qualche
modo, ingannarle.
Far leva sulla "pancia" e non sul "cervello".
A qualcuno può sembrare che questo sia un "male minore", a
noi no.
Noi non abbiamo mai creduto che il fine giustifichi i mezzi,
bensì che i mezzi prefigurino il fine.
8 luglio 2012 18:51 - raffaele7165
A proposito delle critiche al prof. Scienza, lei mi sembra
uno di quelli che invece di guardare la luna osserva il dito
che la indica: il punto è che ora viene proposto al
giudizio degli interessati uno schema di regolamento. Alla
fine non conta come esso era, ma come esso è o, per esser
precisi, come sarà. Quindi la questione è se le
osservazioni di Scienza sono fondate o meno.
E lo sono a tal punto che tre giorni dopo la segnalazione di
Scienza sul blog di Beppe Grillo, lei invia una lettera al
Ministero del Tesoro su carta intestata dell'Aduc ecc. e
mette un commento sul sito dell'Aduc, riprendendo quanto
segnalato da Scienza.
Ma allora la denuncia non era così superata, datata ecc.
come lei pubblicamente sostiene.
Suvvia Pedone, le buone idee non sono di nessuno,
l’importante è che diventino di tutti.
Saluti
Raffaele
Padova
3 luglio 2012 17:42 - massimo1062
naturalmente e' nei particolari che si nascondono le piu'
grasse fregature.pensi al fatto che i redditi delle dimore
storiche non siano imponibili o che i redditi agricoli siano
imponibili in modo molto diversi dai normali redditi da
lavoro.potrei farle decine di esempi in cui questa
democrazia si dimostra molto gattopardiana.di chi sono
secondo lei i castelli di quache operaio ?guarda caso i
torlonia erano proprietari dell'intero centro d'italia .ed
ancora oggi hanno diritti sui terreni di loro antica
proprieta'.le voglio dire una tremenda fesseria,lo stato e'
una faccenda privata di pochi nei confronti di molti ancora
oggi.c'e' poco da fare ,fra tutto questo le assicuro che non
sarebbe logico che mancassero le questioni monetarie e
quindi anche le banche centrali.
un cordiale saluto .
3 luglio 2012 17:32 - massimo1062
le banche centrali nascono in complicita tra il signore ed
il banchiere privato ,questa non e' una favola
internettiana.alla base del controllo del popolo c'e' e ci
sara' sempre la manipolazione monetaria anche se sotto
spoglie sempre diverse .e questa anche e' storia.le dice
niente quota novanta e l'esproprio dei contadini
italiani?ora di banca d'italia non si parla mai nella
revisione della spesa ,naturalmente perche' questa azienda
di "diritto pubblico" ha il bilancio separato.certo qualche
fuffa ci sara' pure in internet ma a pensare male qualche
volta ci si azzecca.poi il bilancio e' estremamente
complesso ed effettivamente non e' ben chiaro che fine
facciano le poste messe al passivo delle emissioni
monetarie.poi ci sono anche delle interpellanze parlamentari
alle quali si e' risposto dicendo che si fa cosi' perche' si
e' fatto sempre cosi'.comunque la faccenda e' molto
complessa non e' cosi' semplice come lei la pone.anche da un
punto di vista storico mi spieghi per cortesia come sia
possibile la partecipazione della banca centrale inglese
all'euro pur non avendo questa moneta .boh.e poi le quattro
banche ,se non ricordo male ,che furono unite ,per formare
il primo nucleo di banca di italia erano private punto e
basta.certe proprieta' vengono trasmesse per via ereditaria
o no ? la storia e' intrisa di situazioni molto complesse ed
ambigue in cui interessi molto privati si intersecano con
istituti bancari che in apparenza sembrano pubblici.anche il
momento storico dell'unita d'italia ne e' un esempio
lampante.soldi del ramo inglese rothscild furono prestati ai
savoia.questa pure e' storia mica fuffa internettiana.quindi
io ci andrei un poco piu' cauto nel parlare di queste
faccende.non cambia nulla eh, ma per non passare da coglioni
oltre che da derubati.
28 giugno 2012 17:37 - Alessandro Pedone
@fuffalist
Non conosco il sito www.tempodicambiare.it, può darsi
benissimo che anche loro siano tratti in inganno dalle
informazioni sbagliate che ci sono in rete.
La bufala della Banca d'Italia privata (o come dice lei:
"ufficialmente pubbliche, ma di fatto controllate da
banchieri privati": è vero il contrario!) è diffusissima
in rete.
Purtroppo lei è la dimostrazione di quanto scrivo
nell'articolo. Scrive: "come si sostiene in quel blog è
vero che...". La sua fonte, quindi, sarebbe un blog. Ma
leggersi una fonte un po' più autorevole, no eh?
Fra i primi a tirar fuori la bufala di Bankitalia S.p.A. fu
il blog di Beppe Grillo ormai molti anni fa. Fra i molti
siti che sparlano di signoraggio è spacciata come un dato
acquisito e se provi a portare argomenti che illustrano la
semplice verità incontrovertibile ti trattano come un
"nemico del popolo", alcuni usano l'aggettivo
"collaborazionista" come se fossimo in guerra.
Si badi bene che il fatto che Banca d'Italia sia un istituto
di diritto pubblico, cioè sotto il controllo pubblico e non
privato, non è un'opinione sulla quale si possa convenire o
meno. O è vera, o è falsa.
Se diciamo che il processo di creazione della massa
monetaria è in larga parte in mano ai privati, diciamo una
cosa vera. Se diciamo che la banca d'Italia è controllata
dai privati diciamo una semplice stupidaggine.
La banca d'Italia nasce nel tardo '800 come istituto
privato.
Negli anni '30 diventa un istituto di diritto pubblico e le
famose 3.000 quote di partecipazione vengo distribuite fra i
vari istituti di credito. Tali quote, praticamente, non sono
mai state vendute. Si sono trasferite di proprietà solo a
seguito delle varie trasformazioni degli istituti di credito
in base alle fusioni e modificazioni della loro forma
giuridica. In particolare a partire dagli anni '90 gli
istituti di credito sono diventati privati (SpA) ed è
così' che quelle quote sono diventate in mano a Spa.
Le quote della Banca d'Italia, però, non danno alcun
diritto di controllo. L'istituto è un istituto di diritto
pubblico non solo perché sta scritto nello statuto, ma
proprio perché è controllato dal pubblico attraverso le
leggi ed attraverso la nomina del Governatore. Il
Governatore della Banca d'Italia (come gli altri organi) non
risponde minimamente ai detentori delle quote di
partecipazione. Per le banche, le quote di partecipazione
non sono altro che un investimento forzoso previsto dalla
legge.
Questa è la semplice verità, il resto sono solo "bufale
internettiane".
Cordiali saluti
28 giugno 2012 15:33 - Giacomo Saver
Il problema della nostra società è che siamo inondati da
un'eccessiva informazione.
Sarà un caso che Taleb, l'autore del Cigno nero, non legge
i giornali?
Lei ha scritto: "In alcuni ambienti, questa pseudo-verità
(la Banca d'Italia è un ente di diritto pubblico) è un
dogma che viene sostenuto a spada tratta"
Si riferisce a quanto discusso in www.tempodicambiare.it?
Come si sotiene in quel blog, è vero che la Banca d'Italia,
la BCE e la FED siano banche ufficialmente pubbliche ma di
fatto controllate da banchieri privati.