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27 ottobre 2012 20:32 - massimo1062
come al solito articolo molto stimolante.sono pienamente in accordo con lei ,ma d'altra parte investire in prodotti estremamennte volatili vuol dire rischiare molto .quindi come sempre piccole percentuali di patrimonioquando c'e' volatilita' e quindi rischio.un consiglio ,investite in buoni postali perche' alla fine ne ricaverete sempre un po' di piu' di quello che ci avrete messo .parole stupide ma ,secondo me,sagge.
18 ottobre 2012 10:26 - savpg8801
In un certo senso può essere che capitali e risorse vengano rispostati su Italia e Spagna dopo che sia passata la "paura" (ma non è detto che altre voci la facciano rispuntare) distogliendone da Germania sulla quale erano stati, in molti casi, posizionati in considerazione del fatto della maggior fiducia e sicurezza, ma accontentandosi di tassi bassissimi ed addirittura, tutto considerato, anche in perdita.
Infatti tutto ciò che muove il sol e l'altre stelle, è il complesso degli investitori sui mercati.Vedansi le operatività di ieri su cui tutti hanno brindato; anche gli speculatori perchè per far guadagni, inizieranno i realizzi.
E gli investitori, compresi i retail cioè il parco "vacche da mungere" pilotati da operatori guidati, da arrangisti opportunisti, da sfruttatori di qualsiasi voce e dichiarazione e, molto meno, da realtà fondamentali difficili da quantizzare specie nel brevissimo periodo decisionale di operatività, minuto per minuto, nei dubbi seguono le "ola" nei movimenti borsistici dei mercati finanziari. Chiunque, appena appena osservatore, può facilmente rendersene conto.
E queste osservazioni fanno altrettanto facilmente capire quanto i risparmiatori ci abbiano rimesso in capitali da vendite affrettate,presi dal panico, magari posizionando i loro soldi su prodotti anche peggiori, derivati, fondi, ecc.ecc.
I crucchi, sempre attenti al loro paese più di quanto non facciano altri , risentiranno anche in futuro di questi spostamenti. Attireranno, se l'economia degli altri avrà una ricrescita industriale e finanziaria, capitali solo se piazzeranno i loro titoli a rendimenti maggiori.
Infatti, pur non venendo meno la fiducia nei tedeschi pur sempre considerati la locomotiva d'Europa, gli investitori, avendo aumentata la fiducia negli altri ad ora considerati a rischio, correranno a trovare rendimenti più appetibili con meno paura, a scapito, ovviamente, di investimenti in Germania.
Quindi un livellamento, se le cose andranno così, si ipotizza con buona pax di questo tormentone dello "spread" che tanto ha rovinato l'economia attraverso la divulgazione mass-mediatica.
17 ottobre 2012 21:11 - riccardo1146
Nella mia più profonda ignoranza : sono stati gabbati i molti che hanno creduto a "certe" informazioni d'oltreoceano spostando capitali e risparmi per mettersi al sicuro?
In pratica il "parco buoi" è stato macellato?
Chiedo lumi , sinceramente da inesperto già mi sembrava strano il gioco delle "agenzie" . dopo aver letto l'articolo è divenuto un qualcosa di più pesante.....E non mi dite che hanno fregato pure i teutonici fanatici......!!!
17 ottobre 2012 19:45 - savpg8801
Molto ben chiarificato da Pedone che ha analizzato in modo chiaro i due argomenti, quando, però, oggi lo "spread"(italiano) ha chiuso a minimi impensabili da almeno un anno e mezzo e questo grazie alle paure che hanno consentito di aggravare la crisi, prosciugando forzosamente le risorse delle popolazioni degli stati additati come insolvibili da agenzie e passaparola degli investitori istituzionali e dagli altri guidati e pilotati dagli analisti e dai consulenti finanziari.
Le paure di perdere tutto sono alla base di ogni canocchia finanziaria. Non ci si regola più con i "fondamentali", ma con le smanie, da un lato di guadagnare il più possibile, dall'altro di non perdere tutto. E questo sono gli "dei" mercati. Semplicemente e non più con sottofondo di ennesime teorie economiche sparate e risparate.
Questo meccanismo matematico delle quotazioni, è un semplice rovina stati, rovina investitori, rovina tutto. Le tassette sulle transazioni non servono a nulla se non sono alte, ma differenziate sui volumi temporali e quantitativi.
La riprova è proprio più semplice di quanto si pensi. La speculazione lo sa.
La rincorsa ai guadagni non guarda in faccia a nulla e nessuno. Anche di rovinare stati, come se fossero scarafaggi da schiacciare, pur di guadagnarci sopra.
Altro che teorizzare e far manovre micidiali con bisturi grossolani.
Serve frenare la "SPECULAZIONE".
E l'oro, come sempre, è l'investimento più difficile, ma come dice Pedone, "l'oro non produce alcunchè" non è, quindi, un investimento produttivo e non ha quindi senso, ai fini della crescita(anche qui parola molto vaga e spilla soldi) buttar risorse e bloccarle in un caveau.
E nessuno si chiede se in tempi di peggior crisi, questo oro"rifugio" chi se lo possa comprare? Se il possessore non riesce a venderlo, perchè quei pochi soldi che possono essere rimasti servono a mangiare, che se ne fa? Svende o se lo tiene per darci sopra martellate. E' pur sempre duttile e malleabile.
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