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9 maggio 2013 17:57 - raffaele7165
I libri sulla moneta sono sempre molto interessanti, se non altro perché su larga parte della nostra vita aleggia questa cosa apparentemente banale che è il denaro.
Pedone nella recensione al testo di Magno ha riportato quella che è la sua posizione di sempre sul tema, e chi frequenta questa sito la conosce bene.
Personalmente, per quello che può valere la mia opinione, trovo le ipotesi di Pedone sul ruolo che dovrebbe avere la moneta in futuro assai poco convincenti, non perché non le condivida, ma perché non praticabili.
C'è un equivoco di fondo in tutte le proposte che in questi anni si sono avute su auspicabili nuovi assetti del sistema finanziario - o con suggerimenti di riforma profonda come quelli di Pedone -, e cioè che tutto questo essendo " invenzioni dell'uomo (..) possono essere cambiate".
Invenzioni dell'uomo? Siamo proprio sicuri che qualcuno abbia "inventato" le caratteristiche odierne del denaro?
Pedone ha tracciato opportunamente un percorso storico della moneta che, guarda caso, negli ultimi 5/6 secoli si è intrecciato con l'evoluzione stessa del capitalismo, la quale ne ha forgiato le caratteristiche attuali; cioè denaro come merce, e quindi tasso d'interesse come prezzo d'acquisto/scambio, combinazione tra monopolio pubblico nell'emissione della carta moneta con creazione privata di denaro tramite il credito, creazione di valore finanziario fittizio e relative crisi del sistema stesso, ecc. ecc., tutte cose ampiamente conosciute.
Le formazioni sociali - e i fenomeni fondamentali, anche economici, che si generano al loro interno - hanno una fisiologia di funzionamento non direzionabile.
Pedone, a fronte di tutto questo, suggerisce un atto di volontà che, sovvertendo o innovando radicalmente il sistema monetario eviterebbe molti dei guai che ci attendono.
Si tratta, prima di tutto, di un errore metodologico, perché immagina la società come una macchina composta di vari componenti, dove se si rompe qualcosa basta sostituirla.
Nelle società a capitalismo avanzato non vi può essere un ruolo della moneta diverso da quello attuale, così come sono inevitabili le crisi da sovrapproduzione (perché, in ultima analisi, questo è il problema attuale).
L'atto di volontà, se così lo vogliamo chiamare, potrebbe essere efficace se volto a cambiare macchina, ma finché la macchina resta questa ci sarà sempre qualcosa che si rompe.

PS: Non mi dilungo sui punti specifici della recensione per non appesantire la discussione, ma disponibile a farlo se sollecitato...
29 aprile 2013 20:55 - lucillafiaccola1796
dal LATINORUM
all'INGLESORUM

SOMA RORUM !!!!!!!!
29 aprile 2013 10:02 - Alessandro Pedone
@massimo1062
Il rispetto per la proprietà privata è un principio che in massima parte condivido anch'io (almeno all'intero di società come quelle che oggi conosciamo).
In realtà, il principio del massimo rispetto per la proprietà privata è un principio funzionale al più elevato principio della libertà individuale che deve estrinsecarsi in ogni aspetto, compreso quello economico.
Il problema che a Lei, come a molti, sembra sfuggire è che il denaro che Lei ha sul Suo conto corrente le APPARE Suo, ma non è di Sua proprietà nel senso più profondo del termine.
Ipotizziamo che Lei abbia 100.000 euro sul conto.
Sa che sono 100.000 euro di valore nominale, ma quanto VALGONO realmente? Cosa ci può fare? Questo non lo decide Lei, ma lo decidono le regole del sistema economico e l'interazione fra gli agenti economici.
Se Lei possiede un terreno, quel terreno è SUO pienamente nel senso che ne può disporre (ovviamente nei limiti concessi dalla legge) come vuole senza dipendere da nessuno.
I 100.000 euro, invece, non sono Suoi nel senso più profondo perché ciò che può farci (cioè cosa possono comprare) dipende in massima parte dalle regole della società.
Con qui 100.000 euro, grazie al tasso d'interesse, oggi Lei può comprare MOLTO, molto meno di quello che potrebbe comprare se non avessimo un sistema monetario basato sul tasso d'interesse. Forse Lei, come molti altri, pensa che il tasso d'interesse sia un problema di quelli che hanno bisogno di chiedere soldi in banca, ma questa è una pia illusione. Lei paga moltissimi interessi se paga un affitto di una casa, se acquista un bene al supermercato, se compra una macchina e questo non perché si finanzia, ma perché il costo del denaro è una componente essenziale del prezzo che paga.
Sebbene Lei non lo percepisca, perché nominalmente i 100.000 euro restano sempre 100.000 euro, questo sistema attuale intacca il valore di quei 100.000 euro, ma lo fa avvantaggiando chi ha qualche milione di euro da parte a scapito di tutti coloro che hanno meno. I primi, infatti, sono coloro che ricevono più interessi di quelli che pagano sotto forma di costo per le cose che acquistano. Tutti gli altri, di fatto, devono pagare un costo - che non riconoscono - per l'utilizzo del denaro.
Invertendo le regole del gioco, ciò palesando il costo (costo che la società effettivamente sostiene!) di mantenere il danaro liquido e quindi improduttivo, non intaccheremo la proprietà privata, ma elimineremo un meccanismo che drena risorse da chi ha meno verso chi ha più.

Mi rendo conto che è difficile da vedere tutto questo, perché se una persona non riflette sufficientemente su queste cose riesce a vedere solo l'apparenza (che è il fatto che Lei ha un tot in banca e quello rimane, nominalmente) e non la sostanza.

Riflettendoci bene si riesce facilmente a capire che la moneta basata sul tasso d'interesse rappresenta la principale fonte dei problemi economici che abbiamo.
25 aprile 2013 8:18 - massimo1062
Leggero il libro.sperando che sia affascinante come gli altri che ci ha consigliato.Alcune considerazioni.
Il fatto che le banche siano private e che possano usufruire della riserva frazionare e' una assurdità.E' evidente che si tratta di una condizione di vantaggio che determina sperequazioni che stritolano gli altri attori economici ed è' uno dei fattori che limita la circolazione del denaro,proprio ai livelli più bassi della popolazione dove invece c'è un maggiore bisogno.Lei torna sul principio del costo di mantenere un patrimonio in denaro ,io non sono d'accordo con lei perché alla base del vivere civile c'è una sola importantissima regola ed è il rispetto della proprietà privata da cui ne deriva premiazione ai meriti .senza di questo non è' possibile una società organizzata e civile.senza il rispetto assoluto della proprietà privata accadono immancabilmente fenomeni di esproprio ai quali stiamo assistendo che ledono l'intera presa del genio umano e che regrediscono l'intera umanità.
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