I libri sulla moneta sono sempre molto interessanti, se non
altro perché su larga parte della nostra vita aleggia
questa cosa apparentemente banale che è il denaro.
Pedone nella recensione al testo di Magno ha riportato
quella che è la sua posizione di sempre sul tema, e chi
frequenta questa sito la conosce bene.
Personalmente, per quello che può valere la mia opinione,
trovo le ipotesi di Pedone sul ruolo che dovrebbe avere la
moneta in futuro assai poco convincenti, non perché non le
condivida, ma perché non praticabili.
C'è un equivoco di fondo in tutte le proposte che in questi
anni si sono avute su auspicabili nuovi assetti del sistema
finanziario - o con suggerimenti di riforma profonda come
quelli di Pedone -, e cioè che tutto questo essendo "
invenzioni dell'uomo (..) possono essere cambiate".
Invenzioni dell'uomo? Siamo proprio sicuri che qualcuno
abbia "inventato" le caratteristiche odierne del denaro?
Pedone ha tracciato opportunamente un percorso storico della
moneta che, guarda caso, negli ultimi 5/6 secoli si è
intrecciato con l'evoluzione stessa del capitalismo, la
quale ne ha forgiato le caratteristiche attuali; cioè
denaro come merce, e quindi tasso d'interesse come prezzo
d'acquisto/scambio, combinazione tra monopolio pubblico
nell'emissione della carta moneta con creazione privata di
denaro tramite il credito, creazione di valore finanziario
fittizio e relative crisi del sistema stesso, ecc. ecc.,
tutte cose ampiamente conosciute.
Le formazioni sociali - e i fenomeni fondamentali, anche
economici, che si generano al loro interno - hanno una
fisiologia di funzionamento non direzionabile.
Pedone, a fronte di tutto questo, suggerisce un atto di
volontà che, sovvertendo o innovando radicalmente il
sistema monetario eviterebbe molti dei guai che ci
attendono.
Si tratta, prima di tutto, di un errore metodologico,
perché immagina la società come una macchina composta di
vari componenti, dove se si rompe qualcosa basta
sostituirla.
Nelle società a capitalismo avanzato non vi può essere un
ruolo della moneta diverso da quello attuale, così come
sono inevitabili le crisi da sovrapproduzione (perché, in
ultima analisi, questo è il problema attuale).
L'atto di volontà, se così lo vogliamo chiamare, potrebbe
essere efficace se volto a cambiare macchina, ma finché la
macchina resta questa ci sarà sempre qualcosa che si
rompe.
PS: Non mi dilungo sui punti specifici della recensione per
non appesantire la discussione, ma disponibile a farlo se
sollecitato...
29 aprile 2013 20:55 - lucillafiaccola1796
dal LATINORUM
all'INGLESORUM
SOMA RORUM !!!!!!!!
29 aprile 2013 10:02 - Alessandro Pedone
@massimo1062
Il rispetto per la proprietà privata è un principio che in
massima parte condivido anch'io (almeno all'intero di
società come quelle che oggi conosciamo).
In realtà, il principio del massimo rispetto per la
proprietà privata è un principio funzionale al più
elevato principio della libertà individuale che deve
estrinsecarsi in ogni aspetto, compreso quello economico.
Il problema che a Lei, come a molti, sembra sfuggire è che
il denaro che Lei ha sul Suo conto corrente le APPARE Suo,
ma non è di Sua proprietà nel senso più profondo del
termine.
Ipotizziamo che Lei abbia 100.000 euro sul conto.
Sa che sono 100.000 euro di valore nominale, ma quanto
VALGONO realmente? Cosa ci può fare? Questo non lo decide
Lei, ma lo decidono le regole del sistema economico e
l'interazione fra gli agenti economici.
Se Lei possiede un terreno, quel terreno è SUO pienamente
nel senso che ne può disporre (ovviamente nei limiti
concessi dalla legge) come vuole senza dipendere da nessuno.
I 100.000 euro, invece, non sono Suoi nel senso più
profondo perché ciò che può farci (cioè cosa possono
comprare) dipende in massima parte dalle regole della
società.
Con qui 100.000 euro, grazie al tasso d'interesse, oggi Lei
può comprare MOLTO, molto meno di quello che potrebbe
comprare se non avessimo un sistema monetario basato sul
tasso d'interesse. Forse Lei, come molti altri, pensa che il
tasso d'interesse sia un problema di quelli che hanno
bisogno di chiedere soldi in banca, ma questa è una pia
illusione. Lei paga moltissimi interessi se paga un affitto
di una casa, se acquista un bene al supermercato, se compra
una macchina e questo non perché si finanzia, ma perché il
costo del denaro è una componente essenziale del prezzo che
paga.
Sebbene Lei non lo percepisca, perché nominalmente i
100.000 euro restano sempre 100.000 euro, questo sistema
attuale intacca il valore di quei 100.000 euro, ma lo fa
avvantaggiando chi ha qualche milione di euro da parte a
scapito di tutti coloro che hanno meno. I primi, infatti,
sono coloro che ricevono più interessi di quelli che pagano
sotto forma di costo per le cose che acquistano. Tutti gli
altri, di fatto, devono pagare un costo - che non
riconoscono - per l'utilizzo del denaro.
Invertendo le regole del gioco, ciò palesando il costo
(costo che la società effettivamente sostiene!) di
mantenere il danaro liquido e quindi improduttivo, non
intaccheremo la proprietà privata, ma elimineremo un
meccanismo che drena risorse da chi ha meno verso chi ha
più.
Mi rendo conto che è difficile da vedere tutto questo,
perché se una persona non riflette sufficientemente su
queste cose riesce a vedere solo l'apparenza (che è il
fatto che Lei ha un tot in banca e quello rimane,
nominalmente) e non la sostanza.
Riflettendoci bene si riesce facilmente a capire che la
moneta basata sul tasso d'interesse rappresenta la
principale fonte dei problemi economici che abbiamo.
25 aprile 2013 8:18 - massimo1062
Leggero il libro.sperando che sia affascinante come gli
altri che ci ha consigliato.Alcune considerazioni.
Il fatto che le banche siano private e che possano usufruire
della riserva frazionare e' una assurdità.E' evidente che
si tratta di una condizione di vantaggio che determina
sperequazioni che stritolano gli altri attori economici ed
è' uno dei fattori che limita la circolazione del
denaro,proprio ai livelli più bassi della popolazione dove
invece c'è un maggiore bisogno.Lei torna sul principio del
costo di mantenere un patrimonio in denaro ,io non sono
d'accordo con lei perché alla base del vivere civile c'è
una sola importantissima regola ed è il rispetto della
proprietà privata da cui ne deriva premiazione ai meriti
.senza di questo non è' possibile una società organizzata
e civile.senza il rispetto assoluto della proprietà privata
accadono immancabilmente fenomeni di esproprio ai quali
stiamo assistendo che ledono l'intera presa del genio umano
e che regrediscono l'intera umanità.