COMMENTI
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15 luglio 2013 10:58 - neru
@ Joker
Ritengo che sia implicito. Comunque mi trovi d'accordo. DUE PUNTI!
14 luglio 2013 19:47 - JOKER
@ Neru

Non so se dovrebbe essere implicito, da qualche parte nel programma ME-MMT... ma io non sono riuscito a trovare una precisa affermazione in cui viene specificato che le banche NON dovrebbero prestare più denaro con interesse.

Se quando si crea il denaro da mettere in circolazione (e a questo punto conveniamo che lo si più fare SOLO se è lo Stato a permetterlo) ma non si crea anche quello in più da restituire per l'interesse applicato, allora piano piano ci ritroveremo al punto di partenza.

L'interesse è immorale poiché sarà sempre impagabile a livello generale ed in alcuni Stati si rischia penalmente. E'un po' come giocare al gioco delle sedie: 10 giocatori e 9 sedie, parte la musica e al termine tutti si devono sedere su 1 sedia...e così via riducendo le sedie ad ogni giro... Uno dietro l'altro falliranno tutti, perché mancherà sempre 1 sedia rispetto ai giocatori. Falliranno tutti meno 1 (nel nostro caso chi indebita gli altri con l'interesse).

Gli istituti di credito dovrebbero essere solamente pagati per i semplici servizi prestati di gestione conto e di commissioni per operazioni. PUNTO!
10 luglio 2013 19:09 - neru
@ JOKER
Dunque a leggere quanto scrive questo tronfio professore (missionario in una quindicina di enti economici in qualità di consiegliere e/o presidente) l'obiettivo di Mosler, introdotto e lanciato nel Bel paese da quel guitto di Barnard, sarebbe in ultima istanza di favorire sfaccciatamente con la sua teoria le banche commerciali. Tanto scrivere per arrivare a dimostrare principalmente questo significa solo una cosa: non avere argomenti.

Alla lettera I) del Programma ME-MMT di salvezza economica per il Paese sta scritto:

"Il settore bancario e finanziario.
Uno Stato pienamente sovrano deve regolamentare il settore bancario nell'esclusivo Interesse Pubblico. Primo: eliminare interamente il settore finanziario che è parassita. Secondo: si eliminino tutte le funzioni bancarie che esulano dal pubblico interesse. Terzo: si elimini l'emissione di titoli del Tesoro, che con i moderni sistemi monetari sovrani sono del tutto anacronistici e che costano allo Stato cifre immense in interessi e parcelle di intermediari finanziari."
Ora se la lingua italiana ha ancora un senso per "Interesse Pubblico" o "pubblico interesse" non può che intendersi l'interesse a favore di tutta la collettività. Esattamente il contrario che favorirne solo una parte, con buona pace dell'omonimo grande missionario a gettone in Enti vari.
10 luglio 2013 11:16 - JOKER
MMT: IL BANCHIERE CHE VORREBBE SALVARCI DALLE BANCHE?

Di Daniele Pace

Premessa
Quando alcuni anni fa il giornalista Paolo Barnard annunciò la sua opera maxima. “Il più grande crimine”, rimasi esterrefatto ed espressi un’opinione personale molto netta sulla superficialità del saggio, sia nelle conclusioni che nella ricostruzione storica, definendolo un tema da terza media, anche sprezzante verso tutti i cosiddetti “signoraggisti” che avevano per decenni cercato di porre il problema della creazione monetaria all’attenzione dell’opinione pubblica e che avevano invocato l’aiuto del giornalista. L’inconcludente teorema (a mio avviso) formulato qualche anno fa da Barnard oggi sembra aver coinvolto alcuni sostenitori in un fanatismo esasperante che trova similitudini negli integralismi più insensati necessari a mantenere in vita un dogma.
Oggi potrei capire il perché di questo fanatismo estremo che non ha le sue radici solo nel bisogno di visibilità di un giornalista che in ogni sua dichiarazione si dichiara vittima, ma soprattutto nella necessità di spacciare per riforma monetaria una bislacca teoria di un miliardario americano, per di più banchiere: il signor Warren Mosler. Anzi un banchiere in palese conflitto d’interessi con qualsiasi riforma monetaria, considerando che da bravo banchiere è un creatore di credito dal nulla? E infatti proprio questo piccolo particolare veniva sempre ed assolutamente omesso da MMT a chi si avvicina al tema monetario. In ogni modo, anche con la derisione, la creazione monetaria dal nulla operata dalle banche commerciali deve essere negata, costi quel che costi, nonostante questa sia ormai confermata da alcune banche centrali, da alcuni importanti quotidiani finanziari e da molti economisti.
Ma su questo torneremo dopo, andiamo con ordine, e vediamo prima le superficialità del saggio, sia storiche che concettuali, analizzando anche l’approccio al problema e la sua divulgazione.
Mosler banchiere ed evasore ?
Quando Barnard presentò il suo lavoro, disse di essere andato mesi in America a studiare il sistema monetario, chiedendo numi a colui che egli diceva essere considerato il massimo monetarista vivente (con l’umiltà di un bimbo), Mosler, e ai suoi quattro colleghi. Innanzitutto questa affermazione è un’opinione del solo Barnard, a quanto pare. Basta infatti fare un giro su internet per trovare molte critiche alle “teorie” di Mosler, ma soprattutto un gran silenzio. Gli economisti della Mosler Economics sono poco considerati, non solo dal mondo accademico, fatto che potrebbe essere considerato normale verso chi porta novità importanti, ma anche da tutti i riformisti monetari.
MMT infatti è conosciuta solo in Italia, e se ne trova qualche traccia negli Stati Uniti. Per il resto del mondo non esiste, nonostante la sua esistenza più che decennale.
Ma fatto ben più grave dell’opinione di Barnard, è che fu omesso in ogni modo il fatto che Mosler non era un “accademico”, ma un miliardario banchiere la cui fortuna proviene proprio dal settore speculativo che ha caratterizzato gli anni 90. Un miliardario con potenti mezzi per fondare qualsivoglia istituto, fondazione o scuola, tramite i quali professare i propri dogmi come se fosse uno degli economisti più apprezzati al mondo. Ma basta scorrere il suo curriculum per comprendere che di accademico in lui non vi è nulla se non la sua laurea. Fin dalla laurea in economia, Mosler ha sempre lavorato per le banche, sfruttando strumenti finanziari e fondi d’investimento per svariati milioni e poi per se stesso, fino ad arrivare ad essere azionista di maggioranza della Enterprise National Bank of Palm Beach dal 1996. Questa notizia compare solo nel novembre 2012, scritta in sordina alla fine del programma di MMT.
Tutte le sue pubblicazioni “accademiche” sono posteriori a quella data e fatte in qualità di banchiere. Non un accademico che si è fatto strada dunque a suon di sgomitate per pubblicare articoli e libri su riviste e case editrici specializzate, ma un miliardario che con il potere del denaro (creato dal nulla) ha potuto sponsorizzarsi, pagare collaboratori e creare così correnti di pensiero ? Prima del 1996 era semplicemente un broker di banca, che come tutti i broker avrebbe approfittato delle conoscenze finanziarie per accumulare capitali tanto che sembra, come riportato dal New York Times, sia stato citato dal IRS (Agenzia delle Entrate degli USA) per elusione fiscale nel 2003, con una sua società, la AVM, attraverso operazioni finanziarie su mutui finanziati anche dal governo. Secondo il quotidiano newyorchese, le parti avrebbero raggiunto un accordo anche se la cifra non viene rivelata, ma a giudicare dal volume d’affari della AVM si dovrebbe trattare di milioni di dollari.
Curioso inoltre che il profeta dell’uscita dall’euro abbia, nel suo curriculum, tra i risultati conseguiti la creazione degli attuali contratti euro swap futures (1982). Per finire anche Mosler l’anno scorso si è presentato alle elezioni delle Isole Vergini, paradiso fiscale dove risiedono delle sue attività, probabilmente promettendo piena occupazione per tutti a giudicare da alcune reazioni rintracciabili su internet.
Accademico per denaro o accademico per merito? Vediamo intanto di capire la sua grande opera, la MMT, la Modern Money Theory, o la Teoria Molto Mediatica come la chiama un mio amico anche se io preferisco chiamarla la Medieval Money Theory, e l’ho sempre considerata il piano B dei banchieri in caso dovesse andargli male con l’euro. Ma avevo torto, e gli ultimi sviluppi mi hanno fatto ricredere, potrebbe anche essere un piano A. Ecco spiegato perché colui che si pensava fosse un accademico, gira l’Italia in tour gratis come se non avesse nulla da fare. In realtà è un banchiere che propone una riforma monetaria in palese conflitto d’interessi.
MMT 1: non una riforma ma la spiegazione del vecchio modello FED a debito ?
Infatti all’inizio, nella sua prima stesura, la MMT era improponibile. Mosler e Barnard devono aver pensato che se gli italiani avevano votato in massa Berlusconi per la sua promessa di un milione di posti di lavoro, allora avrebbero potuto anche fargli passare una “riforma” che non era nient’altro che la spiegazione di come funziona il Federal Reserve System, con la sola differenza che i banchieri non hanno nessuna intenzione di far fallire il paese con l’esercito più potente del mondo e il grilletto facile. Sarebbe bastato porre ad esempio la democrazia (?) statunitense, il grande American Dream (?) dove tutto è possibile (basta non menzionare la mancanza di assistenza sanitaria, le pensioni private, i 30 milioni di poveri e tante altre cosette), e far credere agli italiani che la mano destra avrebbe potuto creare denaro all’infinito e prestarlo alla mano sinistra (ad interessi). Ovvero che sarebbe bastato fare una “moneta sovrana” (termine esistente solo in Italia, mentre all’estero questo tipo di moneta si chiama con il suo vero nome: valuta nazionale che non significa di proprietà statale), con cui la banca d’Italia avrebbe comprato all’infinito i titoli di stato. Questo avrebbe garantito la piena occupazione e la soluzione di tutti i mali. Vedremo poi in seguito di quale tipo di occupazione sembra essere profeta il nostro Mosler. L’importante era mantenere un dogma assoluto: NEGARE AD OGNI COSTO LA CREAZIONE MONETARIA DELLE BANCHE COMMERCIALI CON CUI MOSLER FAREBBE PROFITTI (ESSENDO UN BANCHIERE).
Ma Mosler e Barnard avevano sbagliato i conti, dimenticando che l’Italia fu forse il primo paese al mondo a nazionalizzare la sua banca centrale, e che di moneta di stato nel nostro paese ce se ne occupava già dall’antica Roma. Per questo la ricostruzione storica del saggio faceva risalire il misfatto a tre ideologhi dei primi decenni del Novecento, e non come è in verità alla lotta che da sempre accompagna la moneta fin dalla sua nascita. L’arma di distrazione di massa fu già usata da Travaglio e Santoro, quando colpevolizzarono Craxi e Berlusconi per il debito pubblico. Fare i nomi dei pesci piccoli, ma mai mettere in discussione un sistema. Servono i nomi dei colpevoli in modo che arrivino i supereroi a salvare la patria. Un banchiere deve fare i nomi, ma mai focalizzare l’attenzione sul problema strutturale. Ma chi in Italia di sistema monetario mastica da anni non abboccò alla farsa dei titoli acquistati dalla Banca d’Italia e non dai mercati, o a quella del debito che diventa positivo e addirittura la ricchezza dei cittadini insieme alle tasse. E così MMT si è ritirata a studiare per trovare una formula che mantenesse il debito ma nascondesse il potere delle banche.
MMT 2: come favorire le banche col modello inglese spacciandosi per riforma monetaria
Alla fine del 2012, vista l’insostenibilità della teoria MMT1, usciva il documento finale, quello che tentava in tutti i modi di far passare questa “riforma” mantenendo lo status quo del debito, delle tasse e la negazione della creazione del credito da parte delle banche commerciali, il tema più caro a Mosler in quanto banchiere creatore di denaro che non potrebbe certo rinunciare alla sua fonte di privilegi. Non provate nemmeno in un loro forum a pubblicare il bollettino della Banca d’Inghilterra ed altri documenti ufficiali. Questa discussione non è ammessa. E lo si capisce benissimo analizzando quanto scritto nel documento di salvezza economica per le banche…ops…pardon…per il paese, della MMT.
Un documento poco trasparente che tenta di correggere alcune di quelle che erano le forti obbiezioni alla MMT 1: L’emissione dei titoli di stato, la spesa infinita a debito dello stato. La nazionalizzazione del sistema bancario, e in particolare della Banca Centrale, e la riserva frazionaria non sono pervenute, totalmente assenti.
Ancora una volta non una riforma monetaria, ma l’utilizzo diverso del sistema del debito, stavolta a favore direttamente delle banche commerciali (senza passare per banca d’Italia). Stavolta il modello adottato è quello della Banca d’Inghilterra, e quella che viene spacciata per riforma non è altro che la spiegazione del modello inglese con qualche variante.
Inoltre vi è da notare ancora il cambio dei significati delle parole, e l’uso di altre parole in modo da far credere un concetto al posto di un altro. Non viene quasi mai usata la parola emissione, probabilmente perché saranno emessi solo i contanti in grado di fornire le liquidità alle banche. Al suo posto viene usata la parola spesa: lo stato spende, non emette. Il debito resta positivo, sotto il nome di deficit, parola che indica una mancanza, e quindi una negatività già nell’etimologia stessa. Questo per abituare i cittadini alla parola e farla sembrare addirittura positiva.
Solo una volta, quasi in sordina, compare la parola proprietà, l’unica in grado di assicurare la sovranità monetaria, e questo per tranquillizzare quanti non ancora convinti sono colpiti da dubbio. Infine una chicca, tra le tante che cercano di richiamare un’esclusività e una novità sul tema di cui Barnard si vorrebbe a tutti i costi appropriare, oscurando così i tantissimi dibattiti sulla moneta in corso da decenni; a pagina 9 compare la frase: “Quindi preoccuparsi del fatto che lo Stato a moneta sovrana possa esaurirla, cioè fallire, è come pensare che un professore di matematica possa esaurire i numeri.”. Sostituite la parola professore di matematica con ingegnere e la parola numeri con chilometri e avrete la conferma della volontà di plagiare ciò che scrisse Ezra Pound.
Ma se finora abbiamo giocato ma non troppo, quando si tratta di banchieri, cerchiamo ora di capire dove MMT consentirebbe alle banche commerciali di prosperare. Andiamo al primo passo.
1) La MMT prevede (pag. 13) che tutti i depositi e i conti correnti siano convertiti in lire su richiesta del titolare (punto 6), e che le tasse saranno applicate solo alle lire (punto 2). in questo modo i cittadini per pagare le tasse saranno costretti a far convertire i loro risparmi in lire dalle banche, ma come numeri digitali. Ricordiamo che le banconote rappresentano solo il 2% della massa monetaria, e vengono stampate dalla banca centrale solo per rifornire di liquidità le banche commerciali.
Nonostante MMT affermi che lo Stato prima spende e poi tassa, questa operazione non è certamente praticabile nel cambio da euro a lira. Tutta la massa monetaria infatti sarebbe elettronicamente convertita in lire, e lo Stato tasserebbe una massa monetaria già esistente, e non una nuova sua emissione da zero immessa sul mercato. Quindi in ogni caso prima tasserà, e poi spenderà un denaro semplicemente convertito ma già esistente e proveniente da un debito.
Ricordando che il 98% di quel denaro sarà stato emesso dalle banche commerciali solo attraverso un prestito da restituire, i cittadini quindi saranno tassati/privati del denaro che dovranno comunque restituire al sistema bancario commerciale, e non di un denaro ex nihilo proveniente da una nuova emissione esente da debito.
2) Se la partenza è sbagliata, la continuazione è ancor più nefasta. Infatti MMT “drena” la liquidità attraverso le tasse per poi spenderla di nuovo con la spesa pubblica. E come intende fare questo?
La risposta è a pagina 20: “Il governo spenderà da ora in poi semplicemente accreditando conti correnti del settore non- governativo, i quali si trovano sempre presso i conti delle banche presso la Banca d’Italia. Tutto il denaro speso dallo Stato si accumulerà quindi nelle riserve delle banche presso la Banca d’Italia, sulle quali riserve può essere pagato un interesse 0, o poco più.”
Ecco qui che non sarà lo Stato a creare la piena occupazione, né tanto meno l’emissione di credito, ma il moltiplicatore monetario delle banche commerciali a cui lo stato fornirà riserve illimitate a tasso 0%, alimentando direttamente i loro depositi detenuti in banca d’Italia. Una manna dal cielo per le banche commerciali che non dovranno più chiedere salvataggi in caso di difficoltà, ma solo attendere la spesa dello Stato. Un affare colossale che porterebbe l’Italia a funzionare esattamente come l’Inghilterra, con un debito privato altissimo che ci costringerebbe a lavorare come bestie e un debito pubblico molto basso dove però non saranno sicuramente garantiti servizi efficienti, proprio come nel mondo anglosassone. Le aziende private infatti non sarebbero finanziate direttamente dallo Stato, ma attraverso i prestiti delle banche commerciali esattamente come oggi. E come oggi saranno costrette ad inseguire un debito che ripeterà il suo classico ciclo di espansione e contrazione per effetto degli interessi e delle volontà dei banchieri. Questa non sarebbe certo una riforma monetaria, ma l’applicazione di un sistema depauperizzante già in atto a favore delle banche commerciali, dove i titoli di stato da detenere in bilancio vengono semplicemente sostituiti da una nuova valuta nazionale razziata ai cittadini attraverso le tasse, dopo essere stata creata dal nulla dalle banche stesse.
Piena occupazione e stato sociale privatizzati?
Quali saranno le conseguenze per lo stato sociale? Qui bisognerà vedere se la tendenza sarà quella di allinearsi più all’Inghilterra o più agli USA. La Gran Bretagna mantiene uno stato sociale di sussistenza, con una sanità ai limiti della decenza e un sistema pensionistico di pura sopravvivenza. Il sistema scolastico sembra aver perso ogni speranza. Degli USA sappiamo tutto ormai, anche che si può morire per una banalità se non si ha un’assicurazione sanitaria. Lo Stato spenderebbe pochissimo per il wellfare, lasciando alle banche commerciali la possibilità di creare masse infinite di denaro a debito da ripagare. L’effetto devastante in Inghilterra sono orari di lavoro legali fino a 60 ore a settimana (e in alcuni settori 72 ore), per salari oramai veramente bassi. I profitti scendono a causa dei prestiti da ripagare da parte del settore privato, e di conseguenza scendono anche i salari.
La nuova schiavitù inglese sarebbe applicata anche agli italiani, cosi come la privatizzazione del lavoro nei servizi dello Stato, già avvenuta in tutto il mondo anglosassone. Questo sarà l’effetto di quanto descritto a pag. 18 del documento:
“Punto A. Il salario stabilito per il PLG (Programma di Lavoro Garantito) sarà sufficiente per garantire una vita decorosa al lavoratore, ma sarà lievemente inferiore allo stesso salario per la stessa mansione, a tempo indeterminato [...] pagato dal settore privato. […]
Punto B. Inoltre, il PLG vorrà creare impiego in settori che competano il meno possibile col settore privato […]
Punto C. Soprattutto, l’uso del PLG deve essere transitorio, per permettere ai lavoratori di passare il prima possibile a impieghi nel settore non-governativo (privato) […]
Punto D Il settore privato beneficerà notevolmente dal PLG anche perché potrà sempre assumere lavoratori (dal settore governativo) [...] Ugualmente il settore governativo beneficerà dal PLG poiché verranno a mancare in Italia i mali sociali enormi della disoccupazione”.
Quindi lo Stato pagherà meno i lavoratori, per farli confluire già formati al settore privato prima possibile. Ovvero lo Stato rinuncerà ad assumere a tempo indeterminato, lasciando ai privati la gestione di tutte le funzioni che prima spettavano allo Stato. Ciò già succede in molti paesi e sta portando ad una forte riduzione dei salari nel settore privato unita ad un aumento dell’orario lavorativo a causa della saturazione dei mercati e alla restituzione del debito privato da parte delle aziende che spesso scaricano le loro esigenze sui costi dei prodotti. Gli effetti più evidenti sono proprio in quei paesi che MMT vorrebbe portare ad esempio: USA e Giappone, a cui possiamo aggiungere la Gran Bretagna. Una fonte che non ha trovato però conferme, a nome John Boyd, accusa Mosler di una cultura feudale per quel che riguarda il lavoro, affermando che le sue teorie vorrebbero che tutti lavorassero almeno 10 ore al giorno. Questo avviene già in Inghilterra, a cui la MMT assomiglia paurosamente. Salari bassi (come al punto A sufficienti ad una vita decorosa) e lunghi orari di lavoro. Chi deciderà il salario decoroso? Il miliardario per ora non ci ha fatto sapere quale sarebbe un salario decoroso, ma sembra che nelle Isole Vergini lo abbiano intuito e non lo abbiano votato.
Per quel che riguarda l’inflazione poi, lo Stato non può intervenire in alcun modo attraverso la leva monetaria, in quanto esso stampa solo il 2% della moneta. In questo modo non ha nessun controllo sull’inflazione, come sperimentarono gli inglesi all’epoca della Thatcher perché le banche commerciali saranno libere di applicare i tassi che preferiscono sui prestiti, pagando il denaro a tasso 0.
Affari d’oro quindi per i banchieri che daranno il via ad una nuova corsa all’oro per accaparrarsi le riserve fornite dallo Stato.
Emissione monetaria, spesa o tassazione?
Nemmeno l’emissione monetaria risulterebbe essere trasparente in MMT. La teoria infatti parla di spesa, non di emissione, e non si comprende quale denaro verrà speso. Infatti MMT mantiene la tassazione non per “spendere”, ma per conferire valore alla moneta stessa, scongiurare l’accumulazione del capitale e dare stabilità all’economia (pag 27). Ma la tassazione non può in alcun modo conferire valore alla moneta. Un sistema monetario risponde al bisogno di una comunità di detenere uno strumento di misurazione per lo scambio di beni e perciò è un fenomeno non economico ma sociale e in quanto tale soggiace alla regolazione della legge come fattispecie giuridica. La legge è la produzione di convenzioni, la formalizzazione e regolazione di rapporti già esistenti. Il valore si stabilisce per convenzione sociale da regolare con la legge convenzionale, mentre la tassazione è solo uno strumento, per altro discutibile, in un rapporto economico tra Stato e cittadino.
La tassazione quindi è inutile per conferire valore alla moneta e sottrae ricchezza al cittadino.
Ciononostante essa finanzia lo Stato che la riutilizza per la spesa pubblica, foraggiando le riserve delle banche commerciali. Esattamente come in Inghilterra, vi sarebbe un’emissione molto bassa a vantaggio del prelievo fiscale di denaro creditizio creato dal nulla dalle banche commerciali. Il debito quindi si sposterebbe da pubblico a privato, come avvenuto in Gran Bretagna, lasciando i cittadini ancor più in balia delle banche, dalle cui volontà dipenderebbero tutte le attività private, mentre quelle statali sarebbero ridotte.

Conclusioni
Purtroppo un giornalista noto, a cui era stato chiesto più volte di dare voce a un problema secolare e gravissimo riguardante l’emissione monetaria e la sua proprietà, avrebbe inteso per egocentrismo e propria visibilità, appropriarsi dell’esclusiva della verità, stravolgendo la realtà e la storia per presentarsi come unico paladino a salvezza della nazione ?
Nonostante i numerosissimi lavori e documenti ufficiali già presenti, Barnard ha ignorato tutti gli studi per creare una sua verità, con un suo personale complotto da proporre e una sua personale “riforma” che potesse essere diversa da quelle proposte finora? Perché ignorare la storia delle colonie americane e della loro indipendenza fino a Lincoln o a Kennedy?
Essendo la moneta una cosa molto semplice, e l’unica riforma possibile quella dell’emissione diretta da parte dello Stato di tutta la massa monetaria ivi compreso anche il credito, Barnard ha deciso di utilizzare il classico linguaggio astruso che i banchieri utilizzano per nascondere la realtà ? E si è infatti rivolto ad un banchiere multimiliardario, Mosler, che con il denaro si è ritagliato il suo piccolo spazio da accademico, ma sempre nell’ambito dell’economia classica del debito, da cui certamente nessun banchiere può uscire a meno di non rinunciare ad un sistema che da secoli garantisce un potere ed una ricchezza enormi sottraendola ai “comuni mortali” ?
Un banchiere che ha iniziato la sua carriera sfruttando tutte le storture del sistema, ivi compresa l’evasione di quelle tasse che invece vorrebbe imporre agli italiani solo per fargli accettare una moneta a debito, creata attraverso l’erogazione del credito delle banche commerciali ?
Un banchiere che non poteva certo presentare una vera riforma, che togliesse alle banche quel potere di creare e appropriarsi della proprietà delle nazioni? Un banchiere divenuto accademico che sembra aver scatenato le ire di molti anche quando si è presentato alle elezioni nelle Isole Vergini, a causa del suo intendere il lavoro come un vero e proprio strumento schiavizzante feudale?
MMT non è una riforma monetaria e Mosler non è ne un riformatore, né un accademico, ma un nuovo imbonitore americano che promette piena occupazione mentre sfrutta un sistema consolidato? Un venditore di fumo, con grosse potenzialità finanziarie e nessuna voglia di rivelare quale sia la vera natura e funzione del denaro e a chi appartenga la sua proprietà? È un caso che Auriti venga denigrato e che ogni teoria che parli della riserva frazionaria sia definita una bufala? Se fosse dichiarata la proprietà della moneta per Mosler si parlerebbe di appropriazione indebita, e Barnard non solo perderebbe tutta la sua visibilità, ma diverrebbe anch’esso un cameriere dei banchieri?
Accettereste ancora l’ennesima riforma piovuta dall’alto del potere, una riforma scritta da un banchiere? Non sarebbe il caso di chiarire anche se Mosler ha o avrà degli interessi nel settore bancario italiano?

Fonte: http://cogitoergo.it/?p=21955
9 luglio 2013 13:42 - JOKER
2 DOMANDE A TUTTI QUELLI CHE SOSTENGONO LA ME-MMT

(Metodo di ritorno alla lira) Rispondete con parole semplici.

1) Una volta tornati alla lira o moneta sovrana, vorrei sapere da voi, perché la ME-MMT farebbe emettere i soldi alle banche e non allo Stato? Banca=interessi, Stato=No interessi.
2) Nel programma la ME-MMT è d'accordo sull'abolizione del "denaro contante"; non credete che invece sia proprio il contante a far girare l'economia? Più contante, più spesa.
9 luglio 2013 13:39 - JOKER
@ Francescodeleo: Per te sicuramente, e probabilmente anche la RAI, le reti Mediaset ed i giornali di potere.
8 luglio 2013 14:38 - francescodeleo
@JOKER

Meglio Wikipedia che il dirimpettaio.
7 luglio 2013 13:45 - neru
Non solo un " BANCHIERE", ma: CIA, MOSSAD, YAKUZA e 'NDRANGHETA, più una spruzzata di qualche coglione che non manca mai.
7 luglio 2013 12:38 - JOKER
Tra l'altro dietro a ME-MMT pare ci sia un BANCHIERE...

Sarebbe come attendersi, da chi ti ha appena sparato, che ti chiami l'ambulanza... :-D
7 luglio 2013 12:26 - JOKER
Ormai anche i sassi hanno capito quanto vi prodigate nel cercare di depistare definendole "teorie"...

Basta qualche conto della serva e qualche ragionamento logico per smontare tutto il castello delle anti-teorie...

Ovviamente bisogna essere in grado di saperli fare!
7 luglio 2013 12:24 - JOKER
Oh, certo...andiamo su wikipedia a leggere di "teorie"... Vai dai familiari di JFK e di Aldo Moro a fargliele leggere...
7 luglio 2013 10:15 - francescodeleo
Su Wikipedia c'è un articolo sul signoraggio. In particolare converrebbe leggere il paragrafo 7 mentre il paragrafo 9 riporta che ci sono varie teorie del complotto su tale argomento, teorie che sono appunto delle bufale.
6 luglio 2013 14:20 - JOKER
Pedone scrive:

"Lasciamo perdere i "signoraggisti", queste persone, chiarissimamente, mancano delle basi teoriche minime per poter ragionare di questi argomenti. Sono persone che non hanno mai studiato il problema veramente nella sua complessità. Hanno la tipica mentalità del "complottista" che divide il mondo in buoni e cattivi. Non vale troppo la pena di ragionarci."

===

Invece Pedone, che è stato dapprima raggirato e fuorviato dai suoi professoroni e adesso è parte integrante del "sistema", è un interlocutore validissimo e accreditatissimo...

MA MI FACCIA IL PIACERE, MI FACCIA... :-D

Quando poi viene messo alle corde, cerca di tirarsi indietro e di abbandonare il confronto "con falso stile" dando dei complottisti e signioraggisti (con fare dispregiativo) ai propri interlocutori che lo incalzano e lo rendono inattendibile.

Pedone Pedone... Perché non scrivi invece come tutte le persone che hanno contratto un mutuo o un prestito con una banca, possono smettere di pagare le rate SENZA subire alcuna conseguenza?
5 luglio 2013 23:49 - neru
Nonostante Pedone abbia liquidato la ME-MMT di Warren Mosler (non Mosley) in cinque minuti, ritenedola non idonea alla soluzione dei nostri broblemi, vediamo in sintesi cosa sostiene Mosler sui più importanti temi della macroeconomia.
(Sulla scuola Austriaca non c'è dubbio, a cui però io addebito pure il suo fine grottescamente antisociale).

Nota:
Mosler non è un docente universitario, è un operativo che conosce molto bene come funzionano i sistemi monetari. Per onestà intellettuale, vedendo i disastri economici e sociali che si stanno abbattendo su intere popolazioni, ha da tempo deciso di denunciare tutte le menzogne spacciate per verità scientificamente acquisite.

"PRIMA COSA: CAPIRE I PILASTRI DELLA MACROECONOMIA DELLO STATO SOVRANO.

SFATARE I FALSI MITI CON LA ME-MMT.

A. Come spende uno Stato. Il governo di uno Stato con moneta sovrana (che è non convertibile in oro o in altre valute a un tasso fisso, ed è scambiata a tasso variabile) prima spende la propria moneta e solo dopo la ritira tassando o prendendola in prestito. Impossibile che siano le tasse o i prestiti dei privati a finanziare lo Stato, perché lo Stato ha l'esclusiva nell'emissione di moneta, ne ha il monopolio. Si pensi ad esempio: chi emette in esclusiva i biglietti per uno spettacolo, deve prima distribuirli e solo poi li può ritirare. Impossibile il contrario. Ne consegue che lo Stato sovrano non necessita affatto di tasse e prestiti al fine di spendere per la Funzione Pubblica. Colui che ha il monopolio nell'emissione di qualcosa, non deve prenderla in prestito da altri.
Non si deve infatti confondere la condizione dello Stato che emette la propria moneta sovrana con quella dello Stato che usa una moneta altrui, come è oggi l'Italia nell'Eurozona. È solo nel secondo caso che lo Stato è costretto a spendere tassando prima i cittadini o facendosi prestare i fondi. Lo Stato a moneta sovrana ha come unici limiti di spesa l'ideologia economica vigente, non fattori obiettivi. Infatti è corretto dire che, poiché questo tipo di Stato ha l'esclusiva nell'emissione di moneta dal nulla, per esso la spesa e gli introiti sono solamente abitudini contabili, non ricchezza vera che entra o esce. Quindi preoccuparsi del fatto che lo Stato a moneta sovrana possa esaurirla, cioè fallire, è come pensare che un professore di matematica possa esaurire i numeri. Ne consegue infine che questo Stato non avrà mai problemi di solvibilità del proprio debito, sia che esso appartenga a creditori italiani che esteri.

B. La Piena Occupazione di Stato non costa troppo. Il governo di uno Stato con moneta sovrana può e deve finanziare senza limiti la Piena Occupazione, poiché essa rappresenta la ricchezza indistruttibile dell'economia nazionale. Non è mai vero che questa spesa pubblica penalizzi i conti dello Stato, né che crei inflazione. Al contrario, essa invariabilmente li migliora e li risana in termini di ricchezza reale creata per il Paese, poiché la Piena Occupazione è il massimo motore economico esistente.

C. Il default. È impossibile che uno Stato con moneta sovrana possa essere costretto al default. Questo perché essendo egli il detentore della propria moneta, ha capacità illimitata di onorare il suo debito puntuale e sempre. I mercati non possono mai in questo caso aggredire l'economia dello Stato.

D. Il debito pubblico' non è il debito dei cittadini. Lo Stato non è una famiglia. Il governo di uno Stato con moneta sovrana spende accreditando conti correnti, o emettendo titoli che costituiscono, fra le altre funzioni, il risparmio degli acquirenti. Quindi, non dovendo lo Stato prendere in prestito dai privati prima di spendere, è chiaro che il debito (la spesa) dello Stato con moneta sovrana è precisamente l'attivo dei cittadini (settore non-governativo). Non è mai il debito di cittadini, delle aziende o dei nostri figli/nipoti. La regola secondo cui un buono Stato deve spendere come una brava famiglia è falsa e dannosa. Questo Stato si indebita solo con se stesso, il suo debito è solo una figura contabile denominata nel denaro che esso crea dal nulla. La famiglia, al contrario, non può inventare il suo denaro, e ha ben altri limiti di spesa.

E. La spesa a deficit dello Stato è il nostro risparmio. Ne risulta che se lo Stato spende per noi più di quanto ci tassa (deficit), esso ci lascia beni finanziari che sono esattamente il nostro attivo e il nostro risparmio al netto. Se lo Stato spende per noi tanto quanto ci tassa (pareggio di bilancio), esso ci lascerà nulla, e questo ci impoverisce impedendoci proprio il risparmio. Non si dimentichi che nessuno nel settore non-governativo di cittadini e aziende può creare il denaro dello Stato e con esso arricchirci al netto (le banche creano prestiti ma anche debiti). Se lo Stato poi spende per noi meno di quanto ci tassi (surplus di bilancio) il nostro impoverimento sarà ancora più estremo.

F. Le tasse. Contrariamente a quando si crede, uno Stato con moneta sovrana non usa le tasse per finanziarsi (punto A.). Le tasse servono in primo luogo per imporre al settore non-governativo la valuta dello Stato, che altrimenti sarebbe senza valore. Se infatti il settore non-governativo non fosse costretto a pagare le tasse in quella moneta, esso potrebbe rifiutarla o non accettarla in pagamento per i beni e i servizi che vende allo Stato. In secondo luogo le tasse servono allo Stato come regolatrici dell'economia. Si alzano per calmare un'economia che corre troppo, si abbassano per dare alimento a un'economia stagnante. Soprattutto, esse devono essere sempre a un livello che garantisca la Piena Occupazione.

G. Il Deficit Positivo è un dovere dello Stato. Poiché lo Stato con moneta sovrana ha il potere di imporci di lavorare per guadagnare la sua moneta al fine di pagare le sue tasse, ne consegue che è dovere imprescindibile di questo Stato far sì che vi sia lavoro sufficiente affinché tutti i cittadini possano pagare le loro tasse, vivere dignitosamente, e anche risparmiare. Ergo: la spesa dello Stato deve essere sufficientemente a deficit per garantirci quanto sopra (Deficit Positivo). Lo Stato che, al contrario, ci impone di lavorare per pagargli le tasse nella sua moneta ma non ce ne fornisce a sufficienza per appunto pagare le tasse e per vivere decorosamente, è tiranno, poiché ci costringe a lavorare interamente per lui senza altra possibilità di crescita.

H. Le esportazioni sono un costo, le importazioni sono vera ricchezza per il Paese. Il principio fondante di un'economia funzionale al bene del 99% dei cittadini è il seguente: la vera ricchezza sono i beni e i servizi prodotti internamente, più quelli che il resto del mondo ci invia. Questo principio è supportato non solo dall'evidenza logica, ma anche dall'analisi veritiera delle economie dei Paesi che si sono gettati sull'export, in primo luogo Cina, Giappone e Germania. Contrariamente a quanto di solito detto dai media genericisti, questi Paesi soffrono disfunzioni interne gravi, come il crollo dei consumi, cali significativi dei redditi reali, aumenti esasperanti dei ritmi lavorativi. Gli Stati Uniti, al contrario, sono e rimangono la prima potenza economica del mondo, e non per nulla dedicano alle esportazioni una quota minore dell'economia, che è all'89% domestica e basata sulle importazioni. Si deve comprendere che la corsa all'export implica la dedizione al lavoro di masse di lavoratori e di mezzi per produrre beni e servizi che saranno goduti da altri fuori dall'Italia, e non da noi. In cambio ne riceviamo beni finanziari, che non solo sono assai precari, ma che finiscono sempre nel basket dei profitti delle corporation e sono solo in minima parte re-distribuiti ai cittadini. Inoltre, la corsa all'export nell'economia globalizzata impone tagli al costo del lavoro sempre più esasperati, con conseguente calo dello standard di vita dei lavoratori italiani. Non solo: la corsa all'export impone al governo di scoraggiare i consumi domestici il più possibile, per favorire l'esportazione dei beni prodotti dai lavoratori di casa. Anche questo danneggia l'economia.
Il principio fondante di cui sopra si può formulare anche nel seguente modo: un governo sovrano che mantenga sempre le Piena Occupazione interna deve permettere solo le esportazioni necessarie ad acquisire importazioni. La Piena Occupazione garantisce sempre un'economia domestica stabile, e le importazioni aggiungono ricchezza reale (real terms of trade). Le esportazioni sottraggono economia reale.

I. Il settore bancario e finanziario. Uno Stato pienamente sovrano deve regolamentare il settore bancario nell'esclusivo Interesse Pubblico. Primo: eliminare interamente il settore finanziario che è parassita. Secondo: si eliminino tutte le funzioni bancarie che esulano dal pubblico interesse. Terzo: si elimini l'emissione di titoli del Tesoro, che con i moderni sistemi monetari sovrani sono del tutto anacronistici e che costano allo Stato cifre immense in interessi e parcelle di intermediari finanziari.

J. Uscire dall'Eurozona non basta. Ma si badi bene: se, come ci auguriamo, l'Italia tornerà alla sua sovranità monetaria abbandonando l'Eurozona, ma poi non applicherà il principio della Spesa a Deficit Positivo per la Piena Occupazione e per il rilancio di tutto il settore di cittadini e aziende, poco o nulla migliorerà, come infatti accade a Stati come gli USA o la GB che pur avendo sovranità monetaria non applicano la Spesa a Deficit Positivo."
5 luglio 2013 16:06 - francescodeleo
C. Marx era un tipetto alquanto pericoloso. Sebbene aveva cercato di rivoltare il pensiero del suo maestro Hegel, per il quale lo Stato doveva usare la forza per tenere unito il popolo, giungendo a conclusioni opposte (era il popolo a dover creare lo stato), nei fatti anche lui, successivamente, ritenne necessario l'uso della forza e la soppressione delle libertà in nome dell'uguaglianza. Alla fin fine il comunismo sovietico era come il cane (beh, dipende anche dal cane) che insegue la sua coda nel tentativo di afferrarla, senza capire che non ci riuscirà mai (a dire il vero i sovietici poi lo hanno capito).

Gesell invece era un anti-comunista, ma fu ministro per qualche giorno di un governo socialista. Socialismo e comunismo quindi non vanno confusi, e teniamo a debitissima distanza l'ex psi. Gesell teorizzava il dominio della popolazione (rurale) sullo Stato. Era un anarchico, e sappiamo che l'anarchia sfocia sempre in violenza.

Bei tipi questi, io ne posso fare a meno.
5 luglio 2013 11:07 - Alessandro Pedone
@Gialto1
Keynes è stato un grandissimo per molti aspetti.
Forse una parte della sua grandezza è spiegabile nel fatto che lui avesse ben presente la natura umana ed il fatto che le astrazioni teoriche tipiche degli economisti avessero dei limiti enormi.
Sul piano teorico, non ha mai portato questa convinzione alle sue estreme conseguenze, forse anche perché sarebbe stato completamente estromesso dal consesso degli economisti stessi, ma ha apportato radicali innovazioni grazie a questa sua convinzione. Basti pensare, ad esempio, alla metafora del concorso di bellezza nella quale non si elegge la più bella, ma quella che si pensa che gli altri credano essere la più bella, per spiegare i mercati finanziari.
Purtroppo sentiamo moltissimo la mancanza di un Keynes dei nostri tempi. Il conteso sociale è profondamente mutato e forse, sebbene ci saranno sicuramente al mondo persone con quel suo spessore culturale e quel suo carattere, oggi è molto più difficile che una sola persona emerga così tanto come capitò a Keynes.
Paul Krugman, ad esempio, si può definire un erede di Keynes, ha la sua stessa verve polemica, ha sicuramente un grandissimo spessore culturale, ma non ha neppure un decimo dell'influenza che ha avuto Keynes.
5 luglio 2013 10:47 - Alessandro Pedone
@Maciknight

Da ragazzo (ormai si parla di vent'anni fa...) ero un acceso sostenitore della Scuola Austriaca. Mi sono letto buona parte di Von Mises e tanto Von Hayek. Col tempo, integrando molte altre informazioni, non solo provenienti dall'economia, mi sono reso conto che la scuola Austriaca - come moltissime altre scuole economica, compresi i Keynesiani, sebbene io ammiri moltissimo Keynes - si basa su presupposti completamente sbagliati.
Della Scuola Austriaca condivido l'enfasi che viene data al libero mercato e la teoria della formazione dei prezzi.
L'ignorare queste verità è stata la principale causa della fine della rovinosa esperienza del comunismo.
La teoria dell'interesse, però, è - a mio modesto avviso - totalmente sbagliata.
Un po' tutti gli economisti commettono l'errore completamente pregiudicante di applicare equazioni lineari, fra l'altro basate su assunti ampiamente falsificati, in un contesto spiccatamente non lineare come quello dell'economia. I risultati, matematicamente, non possono che essere strampalati.

Lasciamo perdere i "signoraggisti", queste persone, chiarissimamente, mancano delle basi teoriche minime per poter ragionare di questi argomenti. Sono persone che non hanno mai studiato il problema veramente nella sua complessità. Hanno la tipica mentalità del "complottista" che divide il mondo in buoni e cattivi. Non vale troppo la pena di ragionarci.

Per quanto riguarda le teorie di Warren Mosler, invece, vale un po' il discorso che ho fatto per tutti gli economisti.
Condivido l'osservazione che Lei ha scritto nel suo commento ovvero che passando la politica monetaria dalle mani dei banchieri a quella dei politici non miglioriamo di molto la situazione.

E' necessario comprendere che è la macchina che è sbagliata: cambiare guidatore potrà apportare qualche piccolo miglioramento, ma niente di sostanziale.

Nel come cambiare questa macchina, però, sono abbastanza in disaccordo con la scuola austriaca in particolare per la teoria dell'interesse. Se la cosa l'appassiona e lo desidera, posso approfondire le ragioni per le quali io credo che la teoria del saggio d'interesse della Scuola Austriaca non regga.

Molte delle cose che dice Warren Mosley, sempre a mio modesto avviso, sono corrette. Il fatto che sia possibile - in linea teorica - puntare alla piena occupazione senza creare inflazione, a mio avviso, è piuttosto evidente.
Insieme a molte cose corrette, però, mi sembra che Mosley trascuri alcuni aspetti fondamentali.
In primo luogo trascura il fatto che un'eccessiva presenza dello stato nell'economia implica una serie di problemi legati a sprechi e corruzioni e soffoca l'innovazione e l'ottimizzazione dell'attività economica. Io sono per un'economia il più possibile privata nella quale lo stato impone regole e gestisce la circolazione del denaro, che rappresenta ciò che il sangue è per il corpo umano.
Secondariamente Mosley trascura, a mio avviso, le problematiche di interconnessione delle economie e del mercato dei capitali. Quando asserisce che uscire dall'Euro e creare una nuova Lira non svaluterebbe la Lira, a mio avviso, dice una cosa assurda. Tanto per dirne una.

Il fatto che la moneta sia "FIAT Money", contrariamente a ciò che diceva la Scuola Austriaca, è una cosa assolutamente naturale e corretta.
Il problema, come ho scritto in un altro articolo, è considerare questa moneta come una merce, cosa che non è. Il problema, quindi, sta nei così detti "mercati" finanziari che trattano una merce che non è una merce.
La Scuola Austriaca, inizialmente, sosteneva che le persone non avrebbero accettato una Fiat Money, questo si è rivelato falso. Quindi hanno iniziato a sostenere che avrebbe portato i più grandi danni. E qui hanno avuto ragione, ma non per il fatto di essere Fiat Money, ma per il fatto di essere emessa a debito, attraverso la riserva frazionaria e gravata da tasso d'interesse. Possiamo avere Fiat Money senza questi errori.
La Scuola Austrica, però, non può concepire una cosa del genere perché dovrebbe rinnegare una parte consistente delle sue teorie basate su assunti falsificati (come la razionalità degli agenti economici, tanto per dirne uno) ed equazioni lineari.

Quindi, in sintesi, né scuola Austriaca, né MMT hanno la soluzione ai nostri problemi economici perché la soluzione, almeno una buona parte delle soluzioni, si trova nel modificare radicalmente il TIPO di moneta che abbiamo.
Abbiamo bisogno di un ECOSISTEMA di strumenti monetari NON basati sul debito e senza il tasso d'interesse.
4 luglio 2013 20:28 - lucillafiaccola1796
si vabbé però pure sto' Keynes... ha stufato... certo ai suoi tempi coprire le buche fatte dai bombardamenti sarà stato anche utile a far lavorare la gente però oggi...queste vecchie ed obsolete teorie non sono più convenienti, anche perché a magnacciarsi i soldi delle tasse ci pensano i kapò lavoro danti!!!!
4 luglio 2013 16:50 - Maciknight
Consiglierei vivamente di integrare quanto scritto su Keynes con la Teoria della Scuola Economica Austriaca, che da un secolo rivela molto bene come funzioni la politica monetaria basata sulla fiat money (priva di gold standard) e sulla riserva frazionaria e quali ripercussioni gravissime provoca, che non verranno corrette semplicemente passando dalle banche alle nazioni il diritto di conio, in quanto i politici ne abuserebbero comunque (signoraggisti ed MMT si fanno solo delle illusioni)
4 luglio 2013 14:56 - gialto1
Keynes è stato tra i più grandi economisti di tutti i tempi forse o soprattutto per il suo metodo umano di occuparsi dei fenomeni economici. Ce ne fossero come lui in quest' epoca che invece è intrappolata nell' avidità del denaro fine a se stesso.
4 luglio 2013 14:40 - Alessandro Pedone
@francescodeleo

Non a caso Keynes scrisse, come ho riportato nella nota, che il mondo avrebbe avuto molto più da imparare da Gesell che non da Marx. Marx aveva fatto un'analisi del capitalismo molto reale ed in parte si può dire che l'evoluzione del sistema capitalistico gli sta dando ragione.
Non dobbiamo confondere però libero mercato con capitalismo. Ci può essere un'economia di libero mercato NON capitalista e può essere determinata da una moneta libera dal debito e dall'interesse e che abbia un disincentivo all'accumulo. Una moneta del genere, per forza di cose, distruggerebbe la rendita che sta alla base del sistema capitalistico. Se accumulare capitale inutilizzato invece di dare un profitto, come con il saggio d'interessa, implica un costo, è evidente - almeno a quelli che masticano un po' di economia - che il potere del capitale tende ad annullarsi. Marx pensò di impedire il capitalismo bloccando il capitale. Nella visione comunista il capitale è di tutti, quindi dello stato. Non c'è la proprietà privata. Questo però blocca anche il libero mercato che invece è indispensabile affinché le persone siano incentivate ad occuparsi delle proprie cose economiche.
Gesell pensò di bloccare il capitalismo bloccando il saggio d'interesse. Questo non è mai stato sperimento su vasta scala da nessuna nazione. Se fosse realmente compreso potrebbe essere un vero ideale di socialismo moderno, ma siamo ancora molto distanti dal comprendere queste questioni. La politica non ha più ideali e sembrerebbe che l'argomento "moneta" sia considerato troppo "complesso" da far capire alla gente. Io credo che non sia così. Io credo che se si spiegasse come si deve la cosa, molti capirebbero che non è giusto pagare un tasso d'interesse e che questa è una delle cause principali delle ingiustizie economiche che stiamo vivendo sempre di più.
4 luglio 2013 10:42 - francescodeleo
Io dubito che un sistema capitalistico come quello in cui viviamo possa garantirci di godere di tutti i benefici dello sviluppo. Secondo me il capitalismo non è solo un "fenomeno di progresso" ma le sue leggi toccano anche l'animo delle persone. Il capitalismo richiede una disuguaglianza sociale necessaria.
Affinchè ogni uomo possa essere uguale all'altro si dovrebbe adottare un sistema di sviluppo differente, io aggiungerei di tipo socialista (e spero che non si innescano flame inutili su questo, ben vengano quelli utili) in cui a cambiare non saranno solo i metodi di produzione e di distribuzione della ricchezza, ma a cambiare sarà e dovrà essere la cosienza umana.
4 luglio 2013 10:31 - sabbo
Ottimo articolo! “presto o tardi sono le idee, non gli interessi costituiti, che sono pericolose sia nel bene che nel male”... Speriamo presto e nel bene! L'uomo "animale mediatico" è intrappolato e non è libero, ma vincolato dallo sguardo dell'altro... Ed hai ragione, se ognuno nel suo piccolo facesse qualcosa di grande, la vita di noi tutti ne trarrebbe (anche inconsapevolmente) grande benefici...
3 luglio 2013 21:25 - neru
Caro Pedone, ottimo riferimento.
La ME-MMT, aggiornata ad una economia globalizzata e finanziariamente evoluta, si basa proprio sui fondamentali principi economici di quel gigante di J. M. Keines. Esattamente il contrario di questa devastante economia neo-classica che si e' insediata in Europa. Forza che è sulla buona strada.
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