@ Joker
Ritengo che sia implicito. Comunque mi trovi d'accordo. DUE
PUNTI!
14 luglio 2013 19:47 - JOKER
@ Neru
Non so se dovrebbe essere implicito, da qualche parte nel
programma ME-MMT... ma io non sono riuscito a trovare una
precisa affermazione in cui viene specificato che le banche
NON dovrebbero prestare più denaro con interesse.
Se quando si crea il denaro da mettere in circolazione (e a
questo punto conveniamo che lo si più fare SOLO se è lo
Stato a permetterlo) ma non si crea anche quello in più da
restituire per l'interesse applicato, allora piano piano ci
ritroveremo al punto di partenza.
L'interesse è immorale poiché sarà sempre impagabile a
livello generale ed in alcuni Stati si rischia penalmente.
E'un po' come giocare al gioco delle sedie: 10 giocatori e 9
sedie, parte la musica e al termine tutti si devono sedere
su 1 sedia...e così via riducendo le sedie ad ogni giro...
Uno dietro l'altro falliranno tutti, perché mancherà
sempre 1 sedia rispetto ai giocatori. Falliranno tutti meno
1 (nel nostro caso chi indebita gli altri con
l'interesse).
Gli istituti di credito dovrebbero essere solamente pagati
per i semplici servizi prestati di gestione conto e di
commissioni per operazioni. PUNTO!
10 luglio 2013 19:09 - neru
@ JOKER
Dunque a leggere quanto scrive questo tronfio professore
(missionario in una quindicina di enti economici in qualità
di consiegliere e/o presidente) l'obiettivo di Mosler,
introdotto e lanciato nel Bel paese da quel guitto di
Barnard, sarebbe in ultima istanza di favorire
sfaccciatamente con la sua teoria le banche commerciali.
Tanto scrivere per arrivare a dimostrare principalmente
questo significa solo una cosa: non avere argomenti.
Alla lettera I) del Programma ME-MMT di salvezza economica
per il Paese sta scritto:
"Il settore bancario e finanziario.
Uno Stato pienamente sovrano deve regolamentare il settore
bancario nell'esclusivo Interesse Pubblico. Primo: eliminare
interamente il settore finanziario che è parassita.
Secondo: si eliminino tutte le funzioni bancarie che esulano
dal pubblico interesse. Terzo: si elimini l'emissione di
titoli del Tesoro, che con i moderni sistemi monetari
sovrani sono del tutto anacronistici e che costano allo
Stato cifre immense in interessi e parcelle di intermediari
finanziari."
Ora se la lingua italiana ha ancora un senso per "Interesse
Pubblico" o "pubblico interesse" non può che intendersi
l'interesse a favore di tutta la collettività. Esattamente
il contrario che favorirne solo una parte, con buona pace
dell'omonimo grande missionario a gettone in Enti vari.
10 luglio 2013 11:16 - JOKER
MMT: IL BANCHIERE CHE VORREBBE SALVARCI DALLE BANCHE?
Di Daniele Pace
Premessa
Quando alcuni anni fa il giornalista Paolo Barnard annunciò
la sua opera maxima. “Il più grande crimine”, rimasi
esterrefatto ed espressi un’opinione personale molto netta
sulla superficialità del saggio, sia nelle conclusioni che
nella ricostruzione storica, definendolo un tema da terza
media, anche sprezzante verso tutti i cosiddetti
“signoraggisti” che avevano per decenni cercato di porre
il problema della creazione monetaria all’attenzione
dell’opinione pubblica e che avevano invocato l’aiuto
del giornalista. L’inconcludente teorema (a mio avviso)
formulato qualche anno fa da Barnard oggi sembra aver
coinvolto alcuni sostenitori in un fanatismo esasperante che
trova similitudini negli integralismi più insensati
necessari a mantenere in vita un dogma.
Oggi potrei capire il perché di questo fanatismo estremo
che non ha le sue radici solo nel bisogno di visibilità di
un giornalista che in ogni sua dichiarazione si dichiara
vittima, ma soprattutto nella necessità di spacciare per
riforma monetaria una bislacca teoria di un miliardario
americano, per di più banchiere: il signor Warren Mosler.
Anzi un banchiere in palese conflitto d’interessi con
qualsiasi riforma monetaria, considerando che da bravo
banchiere è un creatore di credito dal nulla? E infatti
proprio questo piccolo particolare veniva sempre ed
assolutamente omesso da MMT a chi si avvicina al tema
monetario. In ogni modo, anche con la derisione, la
creazione monetaria dal nulla operata dalle banche
commerciali deve essere negata, costi quel che costi,
nonostante questa sia ormai confermata da alcune banche
centrali, da alcuni importanti quotidiani finanziari e da
molti economisti.
Ma su questo torneremo dopo, andiamo con ordine, e vediamo
prima le superficialità del saggio, sia storiche che
concettuali, analizzando anche l’approccio al problema e
la sua divulgazione.
Mosler banchiere ed evasore ?
Quando Barnard presentò il suo lavoro, disse di essere
andato mesi in America a studiare il sistema monetario,
chiedendo numi a colui che egli diceva essere considerato il
massimo monetarista vivente (con l’umiltà di un bimbo),
Mosler, e ai suoi quattro colleghi. Innanzitutto questa
affermazione è un’opinione del solo Barnard, a quanto
pare. Basta infatti fare un giro su internet per trovare
molte critiche alle “teorie” di Mosler, ma soprattutto
un gran silenzio. Gli economisti della Mosler Economics sono
poco considerati, non solo dal mondo accademico, fatto che
potrebbe essere considerato normale verso chi porta novità
importanti, ma anche da tutti i riformisti monetari.
MMT infatti è conosciuta solo in Italia, e se ne trova
qualche traccia negli Stati Uniti. Per il resto del mondo
non esiste, nonostante la sua esistenza più che
decennale.
Ma fatto ben più grave dell’opinione di Barnard, è che
fu omesso in ogni modo il fatto che Mosler non era un
“accademico”, ma un miliardario banchiere la cui fortuna
proviene proprio dal settore speculativo che ha
caratterizzato gli anni 90. Un miliardario con potenti mezzi
per fondare qualsivoglia istituto, fondazione o scuola,
tramite i quali professare i propri dogmi come se fosse uno
degli economisti più apprezzati al mondo. Ma basta scorrere
il suo curriculum per comprendere che di accademico in lui
non vi è nulla se non la sua laurea. Fin dalla laurea in
economia, Mosler ha sempre lavorato per le banche,
sfruttando strumenti finanziari e fondi d’investimento per
svariati milioni e poi per se stesso, fino ad arrivare ad
essere azionista di maggioranza della Enterprise National
Bank of Palm Beach dal 1996. Questa notizia compare solo nel
novembre 2012, scritta in sordina alla fine del programma di
MMT.
Tutte le sue pubblicazioni “accademiche” sono posteriori
a quella data e fatte in qualità di banchiere. Non un
accademico che si è fatto strada dunque a suon di sgomitate
per pubblicare articoli e libri su riviste e case editrici
specializzate, ma un miliardario che con il potere del
denaro (creato dal nulla) ha potuto sponsorizzarsi, pagare
collaboratori e creare così correnti di pensiero ? Prima
del 1996 era semplicemente un broker di banca, che come
tutti i broker avrebbe approfittato delle conoscenze
finanziarie per accumulare capitali tanto che sembra, come
riportato dal New York Times, sia stato citato dal IRS
(Agenzia delle Entrate degli USA) per elusione fiscale nel
2003, con una sua società, la AVM, attraverso operazioni
finanziarie su mutui finanziati anche dal governo. Secondo
il quotidiano newyorchese, le parti avrebbero raggiunto un
accordo anche se la cifra non viene rivelata, ma a giudicare
dal volume d’affari della AVM si dovrebbe trattare di
milioni di dollari.
Curioso inoltre che il profeta dell’uscita dall’euro
abbia, nel suo curriculum, tra i risultati conseguiti la
creazione degli attuali contratti euro swap futures (1982).
Per finire anche Mosler l’anno scorso si è presentato
alle elezioni delle Isole Vergini, paradiso fiscale dove
risiedono delle sue attività, probabilmente promettendo
piena occupazione per tutti a giudicare da alcune reazioni
rintracciabili su internet.
Accademico per denaro o accademico per merito? Vediamo
intanto di capire la sua grande opera, la MMT, la Modern
Money Theory, o la Teoria Molto Mediatica come la chiama un
mio amico anche se io preferisco chiamarla la Medieval Money
Theory, e l’ho sempre considerata il piano B dei banchieri
in caso dovesse andargli male con l’euro. Ma avevo torto,
e gli ultimi sviluppi mi hanno fatto ricredere, potrebbe
anche essere un piano A. Ecco spiegato perché colui che si
pensava fosse un accademico, gira l’Italia in tour gratis
come se non avesse nulla da fare. In realtà è un banchiere
che propone una riforma monetaria in palese conflitto
d’interessi.
MMT 1: non una riforma ma la spiegazione del vecchio modello
FED a debito ?
Infatti all’inizio, nella sua prima stesura, la MMT era
improponibile. Mosler e Barnard devono aver pensato che se
gli italiani avevano votato in massa Berlusconi per la sua
promessa di un milione di posti di lavoro, allora avrebbero
potuto anche fargli passare una “riforma” che non era
nient’altro che la spiegazione di come funziona il Federal
Reserve System, con la sola differenza che i banchieri non
hanno nessuna intenzione di far fallire il paese con
l’esercito più potente del mondo e il grilletto facile.
Sarebbe bastato porre ad esempio la democrazia (?)
statunitense, il grande American Dream (?) dove tutto è
possibile (basta non menzionare la mancanza di assistenza
sanitaria, le pensioni private, i 30 milioni di poveri e
tante altre cosette), e far credere agli italiani che la
mano destra avrebbe potuto creare denaro all’infinito e
prestarlo alla mano sinistra (ad interessi). Ovvero che
sarebbe bastato fare una “moneta sovrana” (termine
esistente solo in Italia, mentre all’estero questo tipo di
moneta si chiama con il suo vero nome: valuta nazionale che
non significa di proprietà statale), con cui la banca
d’Italia avrebbe comprato all’infinito i titoli di
stato. Questo avrebbe garantito la piena occupazione e la
soluzione di tutti i mali. Vedremo poi in seguito di quale
tipo di occupazione sembra essere profeta il nostro Mosler.
L’importante era mantenere un dogma assoluto: NEGARE AD
OGNI COSTO LA CREAZIONE MONETARIA DELLE BANCHE COMMERCIALI
CON CUI MOSLER FAREBBE PROFITTI (ESSENDO UN BANCHIERE).
Ma Mosler e Barnard avevano sbagliato i conti, dimenticando
che l’Italia fu forse il primo paese al mondo a
nazionalizzare la sua banca centrale, e che di moneta di
stato nel nostro paese ce se ne occupava già dall’antica
Roma. Per questo la ricostruzione storica del saggio faceva
risalire il misfatto a tre ideologhi dei primi decenni del
Novecento, e non come è in verità alla lotta che da sempre
accompagna la moneta fin dalla sua nascita. L’arma di
distrazione di massa fu già usata da Travaglio e Santoro,
quando colpevolizzarono Craxi e Berlusconi per il debito
pubblico. Fare i nomi dei pesci piccoli, ma mai mettere in
discussione un sistema. Servono i nomi dei colpevoli in modo
che arrivino i supereroi a salvare la patria. Un banchiere
deve fare i nomi, ma mai focalizzare l’attenzione sul
problema strutturale. Ma chi in Italia di sistema monetario
mastica da anni non abboccò alla farsa dei titoli
acquistati dalla Banca d’Italia e non dai mercati, o a
quella del debito che diventa positivo e addirittura la
ricchezza dei cittadini insieme alle tasse. E così MMT si
è ritirata a studiare per trovare una formula che
mantenesse il debito ma nascondesse il potere delle
banche.
MMT 2: come favorire le banche col modello inglese
spacciandosi per riforma monetaria
Alla fine del 2012, vista l’insostenibilità della teoria
MMT1, usciva il documento finale, quello che tentava in
tutti i modi di far passare questa “riforma” mantenendo
lo status quo del debito, delle tasse e la negazione della
creazione del credito da parte delle banche commerciali, il
tema più caro a Mosler in quanto banchiere creatore di
denaro che non potrebbe certo rinunciare alla sua fonte di
privilegi. Non provate nemmeno in un loro forum a pubblicare
il bollettino della Banca d’Inghilterra ed altri documenti
ufficiali. Questa discussione non è ammessa. E lo si
capisce benissimo analizzando quanto scritto nel documento
di salvezza economica per le banche…ops…pardon…per il
paese, della MMT.
Un documento poco trasparente che tenta di correggere alcune
di quelle che erano le forti obbiezioni alla MMT 1:
L’emissione dei titoli di stato, la spesa infinita a
debito dello stato. La nazionalizzazione del sistema
bancario, e in particolare della Banca Centrale, e la
riserva frazionaria non sono pervenute, totalmente
assenti.
Ancora una volta non una riforma monetaria, ma l’utilizzo
diverso del sistema del debito, stavolta a favore
direttamente delle banche commerciali (senza passare per
banca d’Italia). Stavolta il modello adottato è quello
della Banca d’Inghilterra, e quella che viene spacciata
per riforma non è altro che la spiegazione del modello
inglese con qualche variante.
Inoltre vi è da notare ancora il cambio dei significati
delle parole, e l’uso di altre parole in modo da far
credere un concetto al posto di un altro. Non viene quasi
mai usata la parola emissione, probabilmente perché saranno
emessi solo i contanti in grado di fornire le liquidità
alle banche. Al suo posto viene usata la parola spesa: lo
stato spende, non emette. Il debito resta positivo, sotto il
nome di deficit, parola che indica una mancanza, e quindi
una negatività già nell’etimologia stessa. Questo per
abituare i cittadini alla parola e farla sembrare
addirittura positiva.
Solo una volta, quasi in sordina, compare la parola
proprietà, l’unica in grado di assicurare la sovranità
monetaria, e questo per tranquillizzare quanti non ancora
convinti sono colpiti da dubbio. Infine una chicca, tra le
tante che cercano di richiamare un’esclusività e una
novità sul tema di cui Barnard si vorrebbe a tutti i costi
appropriare, oscurando così i tantissimi dibattiti sulla
moneta in corso da decenni; a pagina 9 compare la frase:
“Quindi preoccuparsi del fatto che lo Stato a moneta
sovrana possa esaurirla, cioè fallire, è come pensare che
un professore di matematica possa esaurire i numeri.”.
Sostituite la parola professore di matematica con ingegnere
e la parola numeri con chilometri e avrete la conferma della
volontà di plagiare ciò che scrisse Ezra Pound.
Ma se finora abbiamo giocato ma non troppo, quando si tratta
di banchieri, cerchiamo ora di capire dove MMT consentirebbe
alle banche commerciali di prosperare. Andiamo al primo
passo.
1) La MMT prevede (pag. 13) che tutti i depositi e i conti
correnti siano convertiti in lire su richiesta del titolare
(punto 6), e che le tasse saranno applicate solo alle lire
(punto 2). in questo modo i cittadini per pagare le tasse
saranno costretti a far convertire i loro risparmi in lire
dalle banche, ma come numeri digitali. Ricordiamo che le
banconote rappresentano solo il 2% della massa monetaria, e
vengono stampate dalla banca centrale solo per rifornire di
liquidità le banche commerciali.
Nonostante MMT affermi che lo Stato prima spende e poi
tassa, questa operazione non è certamente praticabile nel
cambio da euro a lira. Tutta la massa monetaria infatti
sarebbe elettronicamente convertita in lire, e lo Stato
tasserebbe una massa monetaria già esistente, e non una
nuova sua emissione da zero immessa sul mercato. Quindi in
ogni caso prima tasserà, e poi spenderà un denaro
semplicemente convertito ma già esistente e proveniente da
un debito.
Ricordando che il 98% di quel denaro sarà stato emesso
dalle banche commerciali solo attraverso un prestito da
restituire, i cittadini quindi saranno tassati/privati del
denaro che dovranno comunque restituire al sistema bancario
commerciale, e non di un denaro ex nihilo proveniente da una
nuova emissione esente da debito.
2) Se la partenza è sbagliata, la continuazione è ancor
più nefasta. Infatti MMT “drena” la liquidità
attraverso le tasse per poi spenderla di nuovo con la spesa
pubblica. E come intende fare questo?
La risposta è a pagina 20: “Il governo spenderà da ora
in poi semplicemente accreditando conti correnti del settore
non- governativo, i quali si trovano sempre presso i conti
delle banche presso la Banca d’Italia. Tutto il denaro
speso dallo Stato si accumulerà quindi nelle riserve delle
banche presso la Banca d’Italia, sulle quali riserve può
essere pagato un interesse 0, o poco più.”
Ecco qui che non sarà lo Stato a creare la piena
occupazione, né tanto meno l’emissione di credito, ma il
moltiplicatore monetario delle banche commerciali a cui lo
stato fornirà riserve illimitate a tasso 0%, alimentando
direttamente i loro depositi detenuti in banca d’Italia.
Una manna dal cielo per le banche commerciali che non
dovranno più chiedere salvataggi in caso di difficoltà, ma
solo attendere la spesa dello Stato. Un affare colossale che
porterebbe l’Italia a funzionare esattamente come
l’Inghilterra, con un debito privato altissimo che ci
costringerebbe a lavorare come bestie e un debito pubblico
molto basso dove però non saranno sicuramente garantiti
servizi efficienti, proprio come nel mondo anglosassone. Le
aziende private infatti non sarebbero finanziate
direttamente dallo Stato, ma attraverso i prestiti delle
banche commerciali esattamente come oggi. E come oggi
saranno costrette ad inseguire un debito che ripeterà il
suo classico ciclo di espansione e contrazione per effetto
degli interessi e delle volontà dei banchieri. Questa non
sarebbe certo una riforma monetaria, ma l’applicazione di
un sistema depauperizzante già in atto a favore delle
banche commerciali, dove i titoli di stato da detenere in
bilancio vengono semplicemente sostituiti da una nuova
valuta nazionale razziata ai cittadini attraverso le tasse,
dopo essere stata creata dal nulla dalle banche stesse.
Piena occupazione e stato sociale privatizzati?
Quali saranno le conseguenze per lo stato sociale? Qui
bisognerà vedere se la tendenza sarà quella di allinearsi
più all’Inghilterra o più agli USA. La Gran Bretagna
mantiene uno stato sociale di sussistenza, con una sanità
ai limiti della decenza e un sistema pensionistico di pura
sopravvivenza. Il sistema scolastico sembra aver perso ogni
speranza. Degli USA sappiamo tutto ormai, anche che si può
morire per una banalità se non si ha un’assicurazione
sanitaria. Lo Stato spenderebbe pochissimo per il wellfare,
lasciando alle banche commerciali la possibilità di creare
masse infinite di denaro a debito da ripagare. L’effetto
devastante in Inghilterra sono orari di lavoro legali fino a
60 ore a settimana (e in alcuni settori 72 ore), per salari
oramai veramente bassi. I profitti scendono a causa dei
prestiti da ripagare da parte del settore privato, e di
conseguenza scendono anche i salari.
La nuova schiavitù inglese sarebbe applicata anche agli
italiani, cosi come la privatizzazione del lavoro nei
servizi dello Stato, già avvenuta in tutto il mondo
anglosassone. Questo sarà l’effetto di quanto descritto a
pag. 18 del documento:
“Punto A. Il salario stabilito per il PLG (Programma di
Lavoro Garantito) sarà sufficiente per garantire una vita
decorosa al lavoratore, ma sarà lievemente inferiore allo
stesso salario per la stessa mansione, a tempo indeterminato
[...] pagato dal settore privato. […]
Punto B. Inoltre, il PLG vorrà creare impiego in settori
che competano il meno possibile col settore privato […]
Punto C. Soprattutto, l’uso del PLG deve essere
transitorio, per permettere ai lavoratori di passare il
prima possibile a impieghi nel settore non-governativo
(privato) […]
Punto D Il settore privato beneficerà notevolmente dal PLG
anche perché potrà sempre assumere lavoratori (dal settore
governativo) [...] Ugualmente il settore governativo
beneficerà dal PLG poiché verranno a mancare in Italia i
mali sociali enormi della disoccupazione”.
Quindi lo Stato pagherà meno i lavoratori, per farli
confluire già formati al settore privato prima possibile.
Ovvero lo Stato rinuncerà ad assumere a tempo
indeterminato, lasciando ai privati la gestione di tutte le
funzioni che prima spettavano allo Stato. Ciò già succede
in molti paesi e sta portando ad una forte riduzione dei
salari nel settore privato unita ad un aumento dell’orario
lavorativo a causa della saturazione dei mercati e alla
restituzione del debito privato da parte delle aziende che
spesso scaricano le loro esigenze sui costi dei prodotti.
Gli effetti più evidenti sono proprio in quei paesi che MMT
vorrebbe portare ad esempio: USA e Giappone, a cui possiamo
aggiungere la Gran Bretagna. Una fonte che non ha trovato
però conferme, a nome John Boyd, accusa Mosler di una
cultura feudale per quel che riguarda il lavoro, affermando
che le sue teorie vorrebbero che tutti lavorassero almeno 10
ore al giorno. Questo avviene già in Inghilterra, a cui la
MMT assomiglia paurosamente. Salari bassi (come al punto A
sufficienti ad una vita decorosa) e lunghi orari di lavoro.
Chi deciderà il salario decoroso? Il miliardario per ora
non ci ha fatto sapere quale sarebbe un salario decoroso, ma
sembra che nelle Isole Vergini lo abbiano intuito e non lo
abbiano votato.
Per quel che riguarda l’inflazione poi, lo Stato non può
intervenire in alcun modo attraverso la leva monetaria, in
quanto esso stampa solo il 2% della moneta. In questo modo
non ha nessun controllo sull’inflazione, come
sperimentarono gli inglesi all’epoca della Thatcher
perché le banche commerciali saranno libere di applicare i
tassi che preferiscono sui prestiti, pagando il denaro a
tasso 0.
Affari d’oro quindi per i banchieri che daranno il via ad
una nuova corsa all’oro per accaparrarsi le riserve
fornite dallo Stato.
Emissione monetaria, spesa o tassazione?
Nemmeno l’emissione monetaria risulterebbe essere
trasparente in MMT. La teoria infatti parla di spesa, non di
emissione, e non si comprende quale denaro verrà speso.
Infatti MMT mantiene la tassazione non per “spendere”,
ma per conferire valore alla moneta stessa, scongiurare
l’accumulazione del capitale e dare stabilità
all’economia (pag 27). Ma la tassazione non può in alcun
modo conferire valore alla moneta. Un sistema monetario
risponde al bisogno di una comunità di detenere uno
strumento di misurazione per lo scambio di beni e perciò è
un fenomeno non economico ma sociale e in quanto tale
soggiace alla regolazione della legge come fattispecie
giuridica. La legge è la produzione di convenzioni, la
formalizzazione e regolazione di rapporti già esistenti. Il
valore si stabilisce per convenzione sociale da regolare con
la legge convenzionale, mentre la tassazione è solo uno
strumento, per altro discutibile, in un rapporto economico
tra Stato e cittadino.
La tassazione quindi è inutile per conferire valore alla
moneta e sottrae ricchezza al cittadino.
Ciononostante essa finanzia lo Stato che la riutilizza per
la spesa pubblica, foraggiando le riserve delle banche
commerciali. Esattamente come in Inghilterra, vi sarebbe
un’emissione molto bassa a vantaggio del prelievo fiscale
di denaro creditizio creato dal nulla dalle banche
commerciali. Il debito quindi si sposterebbe da pubblico a
privato, come avvenuto in Gran Bretagna, lasciando i
cittadini ancor più in balia delle banche, dalle cui
volontà dipenderebbero tutte le attività private, mentre
quelle statali sarebbero ridotte.
Conclusioni
Purtroppo un giornalista noto, a cui era stato chiesto più
volte di dare voce a un problema secolare e gravissimo
riguardante l’emissione monetaria e la sua proprietà,
avrebbe inteso per egocentrismo e propria visibilità,
appropriarsi dell’esclusiva della verità, stravolgendo la
realtà e la storia per presentarsi come unico paladino a
salvezza della nazione ?
Nonostante i numerosissimi lavori e documenti ufficiali già
presenti, Barnard ha ignorato tutti gli studi per creare una
sua verità, con un suo personale complotto da proporre e
una sua personale “riforma” che potesse essere diversa
da quelle proposte finora? Perché ignorare la storia delle
colonie americane e della loro indipendenza fino a Lincoln o
a Kennedy?
Essendo la moneta una cosa molto semplice, e l’unica
riforma possibile quella dell’emissione diretta da parte
dello Stato di tutta la massa monetaria ivi compreso anche
il credito, Barnard ha deciso di utilizzare il classico
linguaggio astruso che i banchieri utilizzano per nascondere
la realtà ? E si è infatti rivolto ad un banchiere
multimiliardario, Mosler, che con il denaro si è ritagliato
il suo piccolo spazio da accademico, ma sempre nell’ambito
dell’economia classica del debito, da cui certamente
nessun banchiere può uscire a meno di non rinunciare ad un
sistema che da secoli garantisce un potere ed una ricchezza
enormi sottraendola ai “comuni mortali” ?
Un banchiere che ha iniziato la sua carriera sfruttando
tutte le storture del sistema, ivi compresa l’evasione di
quelle tasse che invece vorrebbe imporre agli italiani solo
per fargli accettare una moneta a debito, creata attraverso
l’erogazione del credito delle banche commerciali ?
Un banchiere che non poteva certo presentare una vera
riforma, che togliesse alle banche quel potere di creare e
appropriarsi della proprietà delle nazioni? Un banchiere
divenuto accademico che sembra aver scatenato le ire di
molti anche quando si è presentato alle elezioni nelle
Isole Vergini, a causa del suo intendere il lavoro come un
vero e proprio strumento schiavizzante feudale?
MMT non è una riforma monetaria e Mosler non è ne un
riformatore, né un accademico, ma un nuovo imbonitore
americano che promette piena occupazione mentre sfrutta un
sistema consolidato? Un venditore di fumo, con grosse
potenzialità finanziarie e nessuna voglia di rivelare quale
sia la vera natura e funzione del denaro e a chi appartenga
la sua proprietà? È un caso che Auriti venga denigrato e
che ogni teoria che parli della riserva frazionaria sia
definita una bufala? Se fosse dichiarata la proprietà della
moneta per Mosler si parlerebbe di appropriazione indebita,
e Barnard non solo perderebbe tutta la sua visibilità, ma
diverrebbe anch’esso un cameriere dei banchieri?
Accettereste ancora l’ennesima riforma piovuta dall’alto
del potere, una riforma scritta da un banchiere? Non sarebbe
il caso di chiarire anche se Mosler ha o avrà degli
interessi nel settore bancario italiano?
Fonte: http://cogitoergo.it/?p=21955
9 luglio 2013 13:42 - JOKER
2 DOMANDE A TUTTI QUELLI CHE SOSTENGONO LA ME-MMT
(Metodo di ritorno alla lira) Rispondete con parole
semplici.
1) Una volta tornati alla lira o moneta sovrana, vorrei
sapere da voi, perché la ME-MMT farebbe emettere i soldi
alle banche e non allo Stato? Banca=interessi, Stato=No
interessi.
2) Nel programma la ME-MMT è d'accordo sull'abolizione del
"denaro contante"; non credete che invece sia proprio il
contante a far girare l'economia? Più contante, più spesa.
9 luglio 2013 13:39 - JOKER
@ Francescodeleo: Per te sicuramente, e probabilmente anche
la RAI, le reti Mediaset ed i giornali di potere.
8 luglio 2013 14:38 - francescodeleo
@JOKER
Meglio Wikipedia che il dirimpettaio.
7 luglio 2013 13:45 - neru
Non solo un " BANCHIERE", ma: CIA, MOSSAD, YAKUZA e
'NDRANGHETA, più una spruzzata di qualche coglione che non
manca mai.
7 luglio 2013 12:38 - JOKER
Tra l'altro dietro a ME-MMT pare ci sia un BANCHIERE...
Sarebbe come attendersi, da chi ti ha appena sparato, che ti
chiami l'ambulanza... :-D
7 luglio 2013 12:26 - JOKER
Ormai anche i sassi hanno capito quanto vi prodigate nel
cercare di depistare definendole "teorie"...
Basta qualche conto della serva e qualche ragionamento
logico per smontare tutto il castello delle
anti-teorie...
Ovviamente bisogna essere in grado di saperli fare!
7 luglio 2013 12:24 - JOKER
Oh, certo...andiamo su wikipedia a leggere di "teorie"...
Vai dai familiari di JFK e di Aldo Moro a fargliele
leggere...
7 luglio 2013 10:15 - francescodeleo
Su Wikipedia c'è un articolo sul signoraggio. In
particolare converrebbe leggere il paragrafo 7 mentre il
paragrafo 9 riporta che ci sono varie teorie del complotto
su tale argomento, teorie che sono appunto delle bufale.
6 luglio 2013 14:20 - JOKER
Pedone scrive:
"Lasciamo perdere i "signoraggisti", queste persone,
chiarissimamente, mancano delle basi teoriche minime per
poter ragionare di questi argomenti. Sono persone che non
hanno mai studiato il problema veramente nella sua
complessità. Hanno la tipica mentalità del "complottista"
che divide il mondo in buoni e cattivi. Non vale troppo la
pena di ragionarci."
===
Invece Pedone, che è stato dapprima raggirato e fuorviato
dai suoi professoroni e adesso è parte integrante del
"sistema", è un interlocutore validissimo e
accreditatissimo...
MA MI FACCIA IL PIACERE, MI FACCIA... :-D
Quando poi viene messo alle corde, cerca di tirarsi indietro
e di abbandonare il confronto "con falso stile" dando dei
complottisti e signioraggisti (con fare dispregiativo) ai
propri interlocutori che lo incalzano e lo rendono
inattendibile.
Pedone Pedone... Perché non scrivi invece come tutte le
persone che hanno contratto un mutuo o un prestito con una
banca, possono smettere di pagare le rate SENZA subire
alcuna conseguenza?
5 luglio 2013 23:49 - neru
Nonostante Pedone abbia liquidato la ME-MMT di Warren Mosler
(non Mosley) in cinque minuti, ritenedola non idonea alla
soluzione dei nostri broblemi, vediamo in sintesi cosa
sostiene Mosler sui più importanti temi della
macroeconomia.
(Sulla scuola Austriaca non c'è dubbio, a cui però io
addebito pure il suo fine grottescamente antisociale).
Nota:
Mosler non è un docente universitario, è un operativo che
conosce molto bene come funzionano i sistemi monetari. Per
onestà intellettuale, vedendo i disastri economici e
sociali che si stanno abbattendo su intere popolazioni, ha
da tempo deciso di denunciare tutte le menzogne spacciate
per verità scientificamente acquisite.
"PRIMA COSA: CAPIRE I PILASTRI DELLA MACROECONOMIA DELLO
STATO SOVRANO.
SFATARE I FALSI MITI CON LA ME-MMT.
A. Come spende uno Stato. Il governo di uno Stato con moneta
sovrana (che è non convertibile in oro o in altre valute a
un tasso fisso, ed è scambiata a tasso variabile) prima
spende la propria moneta e solo dopo la ritira tassando o
prendendola in prestito. Impossibile che siano le tasse o i
prestiti dei privati a finanziare lo Stato, perché lo Stato
ha l'esclusiva nell'emissione di moneta, ne ha il monopolio.
Si pensi ad esempio: chi emette in esclusiva i biglietti per
uno spettacolo, deve prima distribuirli e solo poi li può
ritirare. Impossibile il contrario. Ne consegue che lo Stato
sovrano non necessita affatto di tasse e prestiti al fine di
spendere per la Funzione Pubblica. Colui che ha il monopolio
nell'emissione di qualcosa, non deve prenderla in prestito
da altri.
Non si deve infatti confondere la condizione dello Stato che
emette la propria moneta sovrana con quella dello Stato che
usa una moneta altrui, come è oggi l'Italia nell'Eurozona.
È solo nel secondo caso che lo Stato è costretto a
spendere tassando prima i cittadini o facendosi prestare i
fondi. Lo Stato a moneta sovrana ha come unici limiti di
spesa l'ideologia economica vigente, non fattori obiettivi.
Infatti è corretto dire che, poiché questo tipo di Stato
ha l'esclusiva nell'emissione di moneta dal nulla, per esso
la spesa e gli introiti sono solamente abitudini contabili,
non ricchezza vera che entra o esce. Quindi preoccuparsi del
fatto che lo Stato a moneta sovrana possa esaurirla, cioè
fallire, è come pensare che un professore di matematica
possa esaurire i numeri. Ne consegue infine che questo Stato
non avrà mai problemi di solvibilità del proprio debito,
sia che esso appartenga a creditori italiani che esteri.
B. La Piena Occupazione di Stato non costa troppo. Il
governo di uno Stato con moneta sovrana può e deve
finanziare senza limiti la Piena Occupazione, poiché essa
rappresenta la ricchezza indistruttibile dell'economia
nazionale. Non è mai vero che questa spesa pubblica
penalizzi i conti dello Stato, né che crei inflazione. Al
contrario, essa invariabilmente li migliora e li risana in
termini di ricchezza reale creata per il Paese, poiché la
Piena Occupazione è il massimo motore economico
esistente.
C. Il default. È impossibile che uno Stato con moneta
sovrana possa essere costretto al default. Questo perché
essendo egli il detentore della propria moneta, ha capacità
illimitata di onorare il suo debito puntuale e sempre. I
mercati non possono mai in questo caso aggredire l'economia
dello Stato.
D. Il debito pubblico' non è il debito dei cittadini. Lo
Stato non è una famiglia. Il governo di uno Stato con
moneta sovrana spende accreditando conti correnti, o
emettendo titoli che costituiscono, fra le altre funzioni,
il risparmio degli acquirenti. Quindi, non dovendo lo Stato
prendere in prestito dai privati prima di spendere, è
chiaro che il debito (la spesa) dello Stato con moneta
sovrana è precisamente l'attivo dei cittadini (settore
non-governativo). Non è mai il debito di cittadini, delle
aziende o dei nostri figli/nipoti. La regola secondo cui un
buono Stato deve spendere come una brava famiglia è falsa e
dannosa. Questo Stato si indebita solo con se stesso, il suo
debito è solo una figura contabile denominata nel denaro
che esso crea dal nulla. La famiglia, al contrario, non può
inventare il suo denaro, e ha ben altri limiti di spesa.
E. La spesa a deficit dello Stato è il nostro risparmio. Ne
risulta che se lo Stato spende per noi più di quanto ci
tassa (deficit), esso ci lascia beni finanziari che sono
esattamente il nostro attivo e il nostro risparmio al netto.
Se lo Stato spende per noi tanto quanto ci tassa (pareggio
di bilancio), esso ci lascerà nulla, e questo ci
impoverisce impedendoci proprio il risparmio. Non si
dimentichi che nessuno nel settore non-governativo di
cittadini e aziende può creare il denaro dello Stato e con
esso arricchirci al netto (le banche creano prestiti ma
anche debiti). Se lo Stato poi spende per noi meno di quanto
ci tassi (surplus di bilancio) il nostro impoverimento sarà
ancora più estremo.
F. Le tasse. Contrariamente a quando si crede, uno Stato con
moneta sovrana non usa le tasse per finanziarsi (punto A.).
Le tasse servono in primo luogo per imporre al settore
non-governativo la valuta dello Stato, che altrimenti
sarebbe senza valore. Se infatti il settore non-governativo
non fosse costretto a pagare le tasse in quella moneta, esso
potrebbe rifiutarla o non accettarla in pagamento per i beni
e i servizi che vende allo Stato. In secondo luogo le tasse
servono allo Stato come regolatrici dell'economia. Si alzano
per calmare un'economia che corre troppo, si abbassano per
dare alimento a un'economia stagnante. Soprattutto, esse
devono essere sempre a un livello che garantisca la Piena
Occupazione.
G. Il Deficit Positivo è un dovere dello Stato. Poiché lo
Stato con moneta sovrana ha il potere di imporci di lavorare
per guadagnare la sua moneta al fine di pagare le sue tasse,
ne consegue che è dovere imprescindibile di questo Stato
far sì che vi sia lavoro sufficiente affinché tutti i
cittadini possano pagare le loro tasse, vivere
dignitosamente, e anche risparmiare. Ergo: la spesa dello
Stato deve essere sufficientemente a deficit per garantirci
quanto sopra (Deficit Positivo). Lo Stato che, al contrario,
ci impone di lavorare per pagargli le tasse nella sua moneta
ma non ce ne fornisce a sufficienza per appunto pagare le
tasse e per vivere decorosamente, è tiranno, poiché ci
costringe a lavorare interamente per lui senza altra
possibilità di crescita.
H. Le esportazioni sono un costo, le importazioni sono vera
ricchezza per il Paese. Il principio fondante di un'economia
funzionale al bene del 99% dei cittadini è il seguente: la
vera ricchezza sono i beni e i servizi prodotti
internamente, più quelli che il resto del mondo ci invia.
Questo principio è supportato non solo dall'evidenza
logica, ma anche dall'analisi veritiera delle economie dei
Paesi che si sono gettati sull'export, in primo luogo Cina,
Giappone e Germania. Contrariamente a quanto di solito detto
dai media genericisti, questi Paesi soffrono disfunzioni
interne gravi, come il crollo dei consumi, cali
significativi dei redditi reali, aumenti esasperanti dei
ritmi lavorativi. Gli Stati Uniti, al contrario, sono e
rimangono la prima potenza economica del mondo, e non per
nulla dedicano alle esportazioni una quota minore
dell'economia, che è all'89% domestica e basata sulle
importazioni. Si deve comprendere che la corsa all'export
implica la dedizione al lavoro di masse di lavoratori e di
mezzi per produrre beni e servizi che saranno goduti da
altri fuori dall'Italia, e non da noi. In cambio ne
riceviamo beni finanziari, che non solo sono assai precari,
ma che finiscono sempre nel basket dei profitti delle
corporation e sono solo in minima parte re-distribuiti ai
cittadini. Inoltre, la corsa all'export nell'economia
globalizzata impone tagli al costo del lavoro sempre più
esasperati, con conseguente calo dello standard di vita dei
lavoratori italiani. Non solo: la corsa all'export impone al
governo di scoraggiare i consumi domestici il più
possibile, per favorire l'esportazione dei beni prodotti dai
lavoratori di casa. Anche questo danneggia l'economia.
Il principio fondante di cui sopra si può formulare anche
nel seguente modo: un governo sovrano che mantenga sempre le
Piena Occupazione interna deve permettere solo le
esportazioni necessarie ad acquisire importazioni. La Piena
Occupazione garantisce sempre un'economia domestica stabile,
e le importazioni aggiungono ricchezza reale (real terms of
trade). Le esportazioni sottraggono economia reale.
I. Il settore bancario e finanziario. Uno Stato pienamente
sovrano deve regolamentare il settore bancario
nell'esclusivo Interesse Pubblico. Primo: eliminare
interamente il settore finanziario che è parassita.
Secondo: si eliminino tutte le funzioni bancarie che esulano
dal pubblico interesse. Terzo: si elimini l'emissione di
titoli del Tesoro, che con i moderni sistemi monetari
sovrani sono del tutto anacronistici e che costano allo
Stato cifre immense in interessi e parcelle di intermediari
finanziari.
J. Uscire dall'Eurozona non basta. Ma si badi bene: se, come
ci auguriamo, l'Italia tornerà alla sua sovranità
monetaria abbandonando l'Eurozona, ma poi non applicherà il
principio della Spesa a Deficit Positivo per la Piena
Occupazione e per il rilancio di tutto il settore di
cittadini e aziende, poco o nulla migliorerà, come infatti
accade a Stati come gli USA o la GB che pur avendo
sovranità monetaria non applicano la Spesa a Deficit
Positivo."
5 luglio 2013 16:06 - francescodeleo
C. Marx era un tipetto alquanto pericoloso. Sebbene aveva
cercato di rivoltare il pensiero del suo maestro Hegel, per
il quale lo Stato doveva usare la forza per tenere unito il
popolo, giungendo a conclusioni opposte (era il popolo a
dover creare lo stato), nei fatti anche lui,
successivamente, ritenne necessario l'uso della forza e la
soppressione delle libertà in nome dell'uguaglianza. Alla
fin fine il comunismo sovietico era come il cane (beh,
dipende anche dal cane) che insegue la sua coda nel
tentativo di afferrarla, senza capire che non ci riuscirà
mai (a dire il vero i sovietici poi lo hanno capito).
Gesell invece era un anti-comunista, ma fu ministro per
qualche giorno di un governo socialista. Socialismo e
comunismo quindi non vanno confusi, e teniamo a debitissima
distanza l'ex psi. Gesell teorizzava il dominio della
popolazione (rurale) sullo Stato. Era un anarchico, e
sappiamo che l'anarchia sfocia sempre in violenza.
Bei tipi questi, io ne posso fare a meno.
5 luglio 2013 11:07 - Alessandro Pedone
@Gialto1
Keynes è stato un grandissimo per molti aspetti.
Forse una parte della sua grandezza è spiegabile nel fatto
che lui avesse ben presente la natura umana ed il fatto che
le astrazioni teoriche tipiche degli economisti avessero dei
limiti enormi.
Sul piano teorico, non ha mai portato questa convinzione
alle sue estreme conseguenze, forse anche perché sarebbe
stato completamente estromesso dal consesso degli economisti
stessi, ma ha apportato radicali innovazioni grazie a questa
sua convinzione. Basti pensare, ad esempio, alla metafora
del concorso di bellezza nella quale non si elegge la più
bella, ma quella che si pensa che gli altri credano essere
la più bella, per spiegare i mercati finanziari.
Purtroppo sentiamo moltissimo la mancanza di un Keynes dei
nostri tempi. Il conteso sociale è profondamente mutato e
forse, sebbene ci saranno sicuramente al mondo persone con
quel suo spessore culturale e quel suo carattere, oggi è
molto più difficile che una sola persona emerga così tanto
come capitò a Keynes.
Paul Krugman, ad esempio, si può definire un erede di
Keynes, ha la sua stessa verve polemica, ha sicuramente un
grandissimo spessore culturale, ma non ha neppure un decimo
dell'influenza che ha avuto Keynes.
5 luglio 2013 10:47 - Alessandro Pedone
@Maciknight
Da ragazzo (ormai si parla di vent'anni fa...) ero un acceso
sostenitore della Scuola Austriaca. Mi sono letto buona
parte di Von Mises e tanto Von Hayek. Col tempo, integrando
molte altre informazioni, non solo provenienti
dall'economia, mi sono reso conto che la scuola Austriaca -
come moltissime altre scuole economica, compresi i
Keynesiani, sebbene io ammiri moltissimo Keynes - si basa su
presupposti completamente sbagliati.
Della Scuola Austriaca condivido l'enfasi che viene data al
libero mercato e la teoria della formazione dei prezzi.
L'ignorare queste verità è stata la principale causa della
fine della rovinosa esperienza del comunismo.
La teoria dell'interesse, però, è - a mio modesto avviso -
totalmente sbagliata.
Un po' tutti gli economisti commettono l'errore
completamente pregiudicante di applicare equazioni lineari,
fra l'altro basate su assunti ampiamente falsificati, in un
contesto spiccatamente non lineare come quello
dell'economia. I risultati, matematicamente, non possono che
essere strampalati.
Lasciamo perdere i "signoraggisti", queste persone,
chiarissimamente, mancano delle basi teoriche minime per
poter ragionare di questi argomenti. Sono persone che non
hanno mai studiato il problema veramente nella sua
complessità. Hanno la tipica mentalità del "complottista"
che divide il mondo in buoni e cattivi. Non vale troppo la
pena di ragionarci.
Per quanto riguarda le teorie di Warren Mosler, invece, vale
un po' il discorso che ho fatto per tutti gli economisti.
Condivido l'osservazione che Lei ha scritto nel suo commento
ovvero che passando la politica monetaria dalle mani dei
banchieri a quella dei politici non miglioriamo di molto la
situazione.
E' necessario comprendere che è la macchina che è
sbagliata: cambiare guidatore potrà apportare qualche
piccolo miglioramento, ma niente di sostanziale.
Nel come cambiare questa macchina, però, sono abbastanza in
disaccordo con la scuola austriaca in particolare per la
teoria dell'interesse. Se la cosa l'appassiona e lo
desidera, posso approfondire le ragioni per le quali io
credo che la teoria del saggio d'interesse della Scuola
Austriaca non regga.
Molte delle cose che dice Warren Mosley, sempre a mio
modesto avviso, sono corrette. Il fatto che sia possibile -
in linea teorica - puntare alla piena occupazione senza
creare inflazione, a mio avviso, è piuttosto evidente.
Insieme a molte cose corrette, però, mi sembra che Mosley
trascuri alcuni aspetti fondamentali.
In primo luogo trascura il fatto che un'eccessiva presenza
dello stato nell'economia implica una serie di problemi
legati a sprechi e corruzioni e soffoca l'innovazione e
l'ottimizzazione dell'attività economica. Io sono per
un'economia il più possibile privata nella quale lo stato
impone regole e gestisce la circolazione del denaro, che
rappresenta ciò che il sangue è per il corpo umano.
Secondariamente Mosley trascura, a mio avviso, le
problematiche di interconnessione delle economie e del
mercato dei capitali. Quando asserisce che uscire dall'Euro
e creare una nuova Lira non svaluterebbe la Lira, a mio
avviso, dice una cosa assurda. Tanto per dirne una.
Il fatto che la moneta sia "FIAT Money", contrariamente a
ciò che diceva la Scuola Austriaca, è una cosa
assolutamente naturale e corretta.
Il problema, come ho scritto in un altro articolo, è
considerare questa moneta come una merce, cosa che non è.
Il problema, quindi, sta nei così detti "mercati"
finanziari che trattano una merce che non è una merce.
La Scuola Austriaca, inizialmente, sosteneva che le persone
non avrebbero accettato una Fiat Money, questo si è
rivelato falso. Quindi hanno iniziato a sostenere che
avrebbe portato i più grandi danni. E qui hanno avuto
ragione, ma non per il fatto di essere Fiat Money, ma per il
fatto di essere emessa a debito, attraverso la riserva
frazionaria e gravata da tasso d'interesse. Possiamo avere
Fiat Money senza questi errori.
La Scuola Austrica, però, non può concepire una cosa del
genere perché dovrebbe rinnegare una parte consistente
delle sue teorie basate su assunti falsificati (come la
razionalità degli agenti economici, tanto per dirne uno) ed
equazioni lineari.
Quindi, in sintesi, né scuola Austriaca, né MMT hanno la
soluzione ai nostri problemi economici perché la soluzione,
almeno una buona parte delle soluzioni, si trova nel
modificare radicalmente il TIPO di moneta che abbiamo.
Abbiamo bisogno di un ECOSISTEMA di strumenti monetari NON
basati sul debito e senza il tasso d'interesse.
4 luglio 2013 20:28 - lucillafiaccola1796
si vabbé però pure sto' Keynes... ha stufato... certo ai
suoi tempi coprire le buche fatte dai bombardamenti sarà
stato anche utile a far lavorare la gente però
oggi...queste vecchie ed obsolete teorie non sono più
convenienti, anche perché a magnacciarsi i soldi delle
tasse ci pensano i kapò lavoro danti!!!!
4 luglio 2013 16:50 - Maciknight
Consiglierei vivamente di integrare quanto scritto su Keynes
con la Teoria della Scuola Economica Austriaca, che da un
secolo rivela molto bene come funzioni la politica monetaria
basata sulla fiat money (priva di gold standard) e sulla
riserva frazionaria e quali ripercussioni gravissime
provoca, che non verranno corrette semplicemente passando
dalle banche alle nazioni il diritto di conio, in quanto i
politici ne abuserebbero comunque (signoraggisti ed MMT si
fanno solo delle illusioni)
4 luglio 2013 14:56 - gialto1
Keynes è stato tra i più grandi economisti di tutti i
tempi forse o soprattutto per il suo metodo umano di
occuparsi dei fenomeni economici. Ce ne fossero come lui in
quest' epoca che invece è intrappolata nell' avidità del
denaro fine a se stesso.
4 luglio 2013 14:40 - Alessandro Pedone
@francescodeleo
Non a caso Keynes scrisse, come ho riportato nella nota, che
il mondo avrebbe avuto molto più da imparare da Gesell che
non da Marx. Marx aveva fatto un'analisi del capitalismo
molto reale ed in parte si può dire che l'evoluzione del
sistema capitalistico gli sta dando ragione.
Non dobbiamo confondere però libero mercato con
capitalismo. Ci può essere un'economia di libero mercato
NON capitalista e può essere determinata da una moneta
libera dal debito e dall'interesse e che abbia un
disincentivo all'accumulo. Una moneta del genere, per forza
di cose, distruggerebbe la rendita che sta alla base del
sistema capitalistico. Se accumulare capitale inutilizzato
invece di dare un profitto, come con il saggio d'interessa,
implica un costo, è evidente - almeno a quelli che
masticano un po' di economia - che il potere del capitale
tende ad annullarsi. Marx pensò di impedire il capitalismo
bloccando il capitale. Nella visione comunista il capitale
è di tutti, quindi dello stato. Non c'è la proprietà
privata. Questo però blocca anche il libero mercato che
invece è indispensabile affinché le persone siano
incentivate ad occuparsi delle proprie cose economiche.
Gesell pensò di bloccare il capitalismo bloccando il saggio
d'interesse. Questo non è mai stato sperimento su vasta
scala da nessuna nazione. Se fosse realmente compreso
potrebbe essere un vero ideale di socialismo moderno, ma
siamo ancora molto distanti dal comprendere queste
questioni. La politica non ha più ideali e sembrerebbe che
l'argomento "moneta" sia considerato troppo "complesso" da
far capire alla gente. Io credo che non sia così. Io credo
che se si spiegasse come si deve la cosa, molti capirebbero
che non è giusto pagare un tasso d'interesse e che questa
è una delle cause principali delle ingiustizie economiche
che stiamo vivendo sempre di più.
4 luglio 2013 10:42 - francescodeleo
Io dubito che un sistema capitalistico come quello in cui
viviamo possa garantirci di godere di tutti i benefici dello
sviluppo. Secondo me il capitalismo non è solo un "fenomeno
di progresso" ma le sue leggi toccano anche l'animo delle
persone. Il capitalismo richiede una disuguaglianza sociale
necessaria.
Affinchè ogni uomo possa essere uguale all'altro si
dovrebbe adottare un sistema di sviluppo differente, io
aggiungerei di tipo socialista (e spero che non si innescano
flame inutili su questo, ben vengano quelli utili) in cui a
cambiare non saranno solo i metodi di produzione e di
distribuzione della ricchezza, ma a cambiare sarà e dovrà
essere la cosienza umana.
4 luglio 2013 10:31 - sabbo
Ottimo articolo! “presto o tardi sono le idee, non gli
interessi costituiti, che sono pericolose sia nel bene che
nel male”... Speriamo presto e nel bene! L'uomo "animale
mediatico" è intrappolato e non è libero, ma vincolato
dallo sguardo dell'altro... Ed hai ragione, se ognuno nel
suo piccolo facesse qualcosa di grande, la vita di noi tutti
ne trarrebbe (anche inconsapevolmente) grande benefici...
3 luglio 2013 21:25 - neru
Caro Pedone, ottimo riferimento.
La ME-MMT, aggiornata ad una economia globalizzata e
finanziariamente evoluta, si basa proprio sui fondamentali
principi economici di quel gigante di J. M. Keines.
Esattamente il contrario di questa devastante economia
neo-classica che si e' insediata in Europa. Forza che è
sulla buona strada.