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30 settembre 2013 14:56 - Cepu
Beh non era così incomprensibile no ?
25 settembre 2013 18:44 - Fulvio
Facciamo chiarezza : il presidente USA si chiamava Reagan e non Regan
25 settembre 2013 11:37 - Alessandro Pedone
@DanieleA
Ho già risposto a questa giusta osservazione di sotto. Effettivamente la frase è scritta male e si presta ad una interpretazione sbagliata.
So benissimo che Regan e la Thatcher hanno governato dopo, ma in quegli anni si è creato il contesto culturale che ha permesso poi a loro di fare le riforme che hanno fatto.
La frase è scritta troppo velocemente.
Non ho voluto inizialmente cambiarla, ma probabilmente ho fatto il secondo errore. Adesso modifico la frase perché effettivamente molto mal riuscita.
Grazie anche a lei per la seconda segnalazione.
23 settembre 2013 18:37 - DanieleA
"L'inizio della degenerazione della finanza coincide con la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70... Erano gli anni di Ronald Regan in USA e Margaret Thatcher in Inghilterra."

Regan ha "regnato" dal 1981 al 1989 e la Thatcher dal 1979 al 1990. Questo mi fa un po' dubitare anche del resto dell'analisi.
21 settembre 2013 14:00 - Cepu
Dalla ricchezza privata alla ricchezza condivisa

Prendersi cura dei beni comuni conviene anche dal punto di vista degli interessi individuali, perché dalla qualità dei beni comuni dipende la qualità delle nostre vite. E poiché i servizi pubblici hanno già subito tagli pesanti e ancor più ne subiranno in futuro, è sul capitale sociale e sui beni comuni che dobbiamo puntare per “governare” l’inevitabile processo di impoverimento. Già adesso i giovani e le fasce più deboli della popolazione non hanno margini per accumulare privatamente ricchezza, come invece hanno potuto fare le generazioni precedenti.

Anche per questo, se diminuisce la ricchezza privata, diventa indispensabile sviluppare, proteggere e incrementare la ricchezza condivisa, cioè i beni comuni.

http://www.labsus.org/index.php?option=com_content&task=view &id=3041&Itemid=40#sthash.tMrmWaAA.dpuf
20 settembre 2013 19:34 - francescodeleo
Almeno personalmente quando dico che non bisogna colpevolizzare una persona per il solo fatto che è ricco mi riferisco alla possibilità che deve essere data ad ognuno di noi. Non vedo perchè i miei nipoti non possano ambire a diventare ricchi col lavoro onesto.
20 settembre 2013 19:29 - Filanto_051
la soluzione è una sola e molto semplice (sebbene difficilmente realizzabile, al punto in cui siamo e considerato la quantità di persone impiegate nel settore: dato che il problema è 'il denaro che produce altro denaro' allora bisognerebbe abolire il denaro stesso, 'questo denaro e questo tipo di finanza' anzi, visto che è pressoché improponibile, almeno che siano vietate le 'transazioni automatizzate' ovvero quelle decise da strumenti informatici (e non dall'uomo...
20 settembre 2013 18:29 - kozzu
OK, diciamo allora che sono d'accordo con la tesi secondo cui "la violenza sostituisce un tiranno all'altro".
purtroppo con la conoscenza e la non violenza in quest'epoca non si può arrivare troppo lontano. dall'istruzione ormai viene esclusa la maggior parte della popolazione e quello che ti possono insegnare in un liceo sono solo nozioni, non è conoscenza; a quella puoi arrivare in università. ciò che succede da un po di tempo è la disincentivazione dell'istruzione per le fasce più deboli ed è esatamente ciò che "loro" vogliono, perchè sanno benissimo che gestire dei pecoroni è molto più semplice che fregare gente "pensante". dunque aspettiamo, come il popolo imbelle che siamo, un'altra generazione ancora più drogata da TV, PC e pubblicità varia e vedremo che le cose sono peggiorate ancora. probabilmente i temi di cui oggi si parla su internet saranno censurati, staremo sempre più chiusi nelle nostre case e probabilmente ci lamenteremo. ci diranno che fuori è pieno di gente pericolosa e che sarebbe meglio non uscire, mentre fuori ci sarà semplicemente la gente che ancora pensa. in ogni caso la non violenza servirà più a "loro" che a noi: a nessuno che governa conviene sparare sul popolo è meglio farci fuori senza clamore (ad esempio con la chimica) o comunque renderci inoffensivi. in ultimo: è vero che essere ricchi non è una colpa, ma essere avari non è una qualità e i ricchi sono più spesso avari dei poveri ed in più sono spesso molto avidi.
20 settembre 2013 11:56 - maurizio6989
"...questo sistema finanziario crea enormi ricchezze ad un ristretto gruppo di persone le quali detengono un potere finanziario enorme che fanno valere nelle sedi dove si prendono le decisioni. Se queste persone fossero razionali comprenderebbero facilmente che il sistema è destinato a finire e che prima o poi travolgerà anche loro..."
???
Queste persone sono molto razionali e sanno che il sistema può continuare indisturbato per almeno un'altra generazione (poi si vedrà!). Come giustamente dice Pedone nell'ottimo articolo, l'unica soluzione sta nello sconfiggere l'ignoranza: impresa di Sisifo!
Alla fine della 1 guerra mondiale in Occidente il movimento pacifista, antinazionalista e contro la guerra era fortissimo e si diffuse capillarmente in tutti i livelli della società, dalle campagne alle università, ma poco dopo si moriva dalla voglia di tornare a menar le mani!
Armi e oro reggono da sempre la civiltà occidentale! Forse la salvezza potrà venire da una delle criticità elencate (e già in corso): dai cambiamenti climatici o da una gigantesca rivolta di schiavi...
19 settembre 2013 17:25 - arcasa1634
Mi piacerebbe capire come si fa a farsi rieleggere dai cittadini creando il "mostruoso" (questo è vero) debito. Mahhhhh....
19 settembre 2013 17:25 - francescodeleo
Non sono d'accordo con chi dice che bisogna tagliare la testa a tutti i ricchi, per me essere solamente ricco non è una colpa, se ha avuto successo rispettando le leggi e la gente.
19 settembre 2013 17:22 - francescodeleo
Dice bene Pedone, il problema della finanza è uno dei tanti della società. Io credo che si può cambiare, la "finanza estrema" è solo un meccanismo che è stato creato perchè funzionasse in questo modo, e in molti paesi è una attività come le altre. Anche da noi ci hanno fatto credere che la finanza creativa era un settore dell'economia come tutti gli altri, e che poteva creare posti di lavoro. Purtroppo è notizia di questi giorni che nel settore bancario italiano si sta discutendo di riduzione di stipendi e di licenziamenti come cura della crisi che ha colpito le nostre banche "tradizionaliste".
Andando a memoria non posso non ricordare che negli stati uniti le pensioni vengono erogate tarmite i fondi pensione privati, e diversi di questi si sono visti ridurre il proprio valore a seguito della crisi, con la conseguenza che dei lavoratori sono andati in pensione con un reddito tremendamente ridotto, e credo senza possibilità di ricreare quel valore pre-crisi. Non so se e in che modo la finanza creativa viene usata da questi fondi, e pertanto una normativa che dall'oggi al domani vieti un certo tipo di transazioni potrebbe essere irreale da realizzarsi in paesi come gli stati uniti.
Sono d'accordo con Pedone quando dice che una attività che crea soldi dai soldi usando solo una calcolatrice non durerà molto nè potrà avere una diffusione capillare, a meno che non creiamo schiavi in qualche altra parte del mondo che produca cibo e beni per noi. In realtà questo già oggi accade per diversi tipi di beni, non solo di elettronica.
Si tratta di una questione di cultura? Se sì, di chi? Alcuni ritengono che il sistema non potrà mai crollare per intero poichè, dato che si tratta di soldi, stamparli non costa nulla. E abbiamo un esempio reale, il giappone, che sta stampando moneta a più non posso. Alcuni studiosi si sono limitati semplicemente a dire al giappone "auguri". Non è un problema di cultura per i finanzieri, dato che sanno perfettamente come funziona il loro mondo, e non è nemmeno un problema di cultura dei risparmiatori, dato che non è possibile sapere tutto di tutto. Se l'attenzione sugli strumenti finanziari oggi viene posta col passa parola, l'unico rimedio è che i governanti facciano i lproprio mestiere. Se infatti una banca fà firmare dei contratti-truffa il danneggiato non deve essere mai il risparmiatore, ma responsabili sono la banca e in subordine lo Stato, che attraverso i governanti non ha fatto il proprio dovere.
19 settembre 2013 17:22 - arcasa1634
Giandomenico. Alle armi, alle armi!!! :-)
Le solite cose...le solite generiche accuse...ma svegliamoci una buona volta!
19 settembre 2013 17:12 - giandomenico8019
Lo strapotere della finanza internazionale condiziona gli stati ed è antagonista delle scelte politiche democratiche.
Gli stati sovrani sono sotto scacco per via dell'enormità del debito pubblico e quindi non possono fare nulla per limitare tale strapotere.
il debito se lo sono creato per mantenere il potere: cioè farsi rieleggere dai cittadini.
La situazione è quindi quella che i cittadini eleggono coloro che non ci possono governare e chi ci governa sono di fatto gli speculatori finanziari, che hanno assunto identità personificata per via del progresso tecnologico che permette loro di agire come una unica persona.
Giandomenico de Vita ([email protected])
19 settembre 2013 17:10 - arcasa1634
Disastro totale?
E allora?
Se non per la finanza sarà per qualche altra cosa, forse il clima, l'innalzamento delle maree e - perché no? - una qualche probabile guerra: in Siria ci stanno provando con tutto l'entusiasmo possibile.
E' stato sempre così e sempre così sarà.
Del resto è finita la civiltà faraonica, è caduto l'impero romano e chissà quali e quanti regni e civiltà. Finirà anche la nostra di civiltà. Se sarà per colpa della finanza sarà un caso tra i tanti. Auguri a tutti.
19 settembre 2013 16:17 - Alessandro Pedone
@gronchi
Grazie per la precisazione. Effettivamente potevo scriverlo meglio. Ho "corso troppo". I processi di trasformazione di questioni così complesse sono lenti. Prima che Regan e la Thatcher potessero fare quello che hanno fatto nel decennio successivo è stato necessario che dalla fine degli anni 60 l'inizio degli anni 70 si iniziasse a cambiare il contesto culturale. Non ho scritto che la Thatcher avesse governato alla fine degli anni '60. Intendevo dire che l'ascesa delle idee che poi si sono concretizzate nell'opera della Thatcher e Regan è iniziata in quel periodo.
19 settembre 2013 15:02 - gronchi
"L'inizio della degenerazione della finanza coincide con la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 ... erano gli anni di Ronald Regan in USA e Margaret Thatcher in Inghilterra"

Non che i 2 personaggi in questione mi siano particolarmente simpatici pero` i “loro anni” sarebbero 81-89 (Reagan) e 79-90 (Thatcher) un buon decennio dopo quella che si vuol vedere come "L'inizio della degenerazione della finanza”...

Saluti,
G.
19 settembre 2013 14:58 - Alessandro Pedone
@cepu
Ripeto il mio punto di vista. Attraverso la violenza puoi sostituire dei "tiranni" con altri "tiranni". Non puoi impedire che gli ultimi vengano sopraffatti. A questo scopo hai solo le armi della conoscenza e della non-violenza. Il processo è molto più lento, ma è l'unico che funziona. Non ce ne sono altri. Le scorciatoie non portano allo stesso risultato.
È solo illusione.
19 settembre 2013 13:28 - Cepu
Ghandi o Mao ? Questo è il dilemma:
se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna
o prendere le armi contro un mare di affanni
e, contrastandoli, porre loro fine?
19 settembre 2013 13:13 - gialto1
Come ben dice il signor Pedone è l' ignoranza della maggioranza della popolazione su certi meccanismi perversi di questa cosiddetta finanza estrema che lascia impuniti i loschi figuri che sono nella stanza dei bottoni del potere e si arricchiscono all' inverosimile alle spalle di intere popolazioni. L' unica via d' uscita è " forse " quando anche loro si sentiranno minacciati nei loro paradisi " fiscali ". Ci vorrà una specie di rivolta manzoniana del pane.
19 settembre 2013 12:00 - Alessandro Pedone
@cepu
Nessuna impiccagione. La strada è la conoscenza diffusa. Questo sistema rimane in piedi grazie all'ignoranza della grande maggioranza delle persone. Con la violenza si cambiano solo le persone che sfrutteranno l'ignoranza altrui. L'unico modo per evitare lo sfruttamento dell'ignoranza è eliminare l'ignoranza.
19 settembre 2013 11:52 - Cepu
D'accordo: questo sistema finanziario crea enormi ricchezze ad un ristretto gruppo di persone le quali detengono un potere finanziario enorme che fanno valere nelle sedi dove si prendono le decisioni.

Ovvero: è tutto un magna magna. E un bel giorno toccherà ripartire da capo, mentre i responsabili grazie alle risorse messe da parte se la scamperanno con stile.

Per prenderli, è necessario fare una rivoluzione stile MAO e impiccare con metodo e regolarità tutti i più ricchi distribuendo le risorse.
19 settembre 2013 10:59 - Alessandro Pedone
@gm da legnano
Sarebbe bello e utile poter fare scenari, ma sarebbe velleitario. Sarebbe come pensare di poter prevedere cosa potrebbe accadere dopo una catastrofe di proporzioni bibliche. Sarebbe utile solo a chi fa questi scenari, ma sarebbero parole vuote. La verità è che dovremmo provare a fare tutto quello che è in nostro potere fare per evitare scenari di questo genere. Non per tentare, meschinamente, di salvare le nostre cosucce.
19 settembre 2013 10:52 - Alessandro Pedone
@GiacomoSaver
Continuo a pensare che l'ipotesi di default tecnico dell'Italia sia una ipotesi assolutamente remota e trascurabile. L'Italia ha tanti problemi, ma sono niente rispetto al problema che ho cercato di indicare nell'articolo. È come se durante il naufragio del Titanic ci si preoccupasse perché l'efficienza di alcuni motori della sala macchina è pesantemente insufficiente. Sarebbe un problema grave, se non avessimo problemi MOLTO più gravi. È la rotta che è sbagliata!!!
19 settembre 2013 10:32 - Giacomo Saver
Infatti anche Mediobanca ora è pessimista sul futuro dell'Italia:

http://www.segretibancari.com/investimenti/italia-nuovo-risc hio-di-default/

Credo che ora un haircut del valore dei BTP non sia più un'ipotesi remota ma possa diventare abbastanza concreta...

Mi piacerebbe conoscere l'opinione del dott. Pedone al riguardo.
19 settembre 2013 9:07 - gm da legnano
E va "bene", sono d'accordo ma.... nessuno mi dice come potrebbe svilupparsi lo scenario e dove ci potrebbe portare la crisi dei mercati azionari (finanziari). Va bene descrivere la malattia e individuarne le cause ma servirebbe a questo punto valutare gli esiti alternativi probabili.Le medicine già esistono( p.e. tobintax ed altre regole)ma esiste anche una opposizione-repressione "staliniana" alla loro applicazione.
Dove finiremo? Questo mercato-i finanziari scoppieranno; ma ora un asino come me si chiede cosa potrebbe accadere durante e dopo l'esplosione/implosione? C'è qualcuno, meno asino, che potrebbe provare a sviluppare il tema?
18 settembre 2013 21:52 - lucillafiaccola1796
l'estrema sintesi è

se la patata vonno magna se la devono coltivà
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