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14 dicembre 2013 13:04 - savpg8801
Le percentuali che il cittadino contribuente può optare di devolvere ormai a chiunque, sono belle e buone distorsioni dagli introiti dello stato. Queste scelte fanno diminuire il gettito.
Se il sottoscritto, poni caso, deve allo stato 1000, paga 1000 comunque, ma lo stato prende p.e. il 5‰ e lo gira a chi il contribuente ha scelto
Pertanto lo stato effettua una partita di giro, perchè, vista la più o meno bontà della legge istitutiva al proposito, preleva dal versamento di imposta del cittadino e lo gira al destinatario, mancando ovviamente di incamerarlo.
Nulla di strano, quindi.
Lo strano è che è lo stato a rimetterci per il semplice motivo che, se non esistesse questa legge, lo stato incamererebbe a proprio vantaggio(vantaggio ovviamente del bilancio di noi cittadini) e potrebbe utilizzarlo per scopi , ad esempio, di riduzione del debito o costruzione di carceri o di case di riposo e molto altro.
Quindi il contribuente non guadagna nè ci rimette allo stato attuale delle cose.
A carico dello stato tutta la parte 8-5-2 ‰ o che altro, per favorire le attività proprie degli enti destinatari, ormai anche le bocciofile o altro dicono di averne diritto.
La demagogica ed illusoria menata dell'abolizione del finanziamento ai partiti direttamente dallo stato, col meccanismo della scelta dichiarativa del contribuente, è una bufala per il popolo. Questi contributi, ancorchè scelti e firmati, saranno solo una deviazione sempre a carico dello Stato.
Faccio un esempio premettendo l'ipotesi che il numero e gli importi delle dichiarazioni siano uguali alle precedenti:
Io, dalla mia dichiarazione, rilevo che devo pagare 1000. Bene, esempio il 5‰ che devolvevo a una onlus "X" ora la firmo con preferenza "Y" (es. i partiti, anzi mi sbilancio "il partito" così sanno pure per chi tifo, evviva la privacy), cioè non cambia nulla. Solo che io firmo una sola preferenza, quindi la distolgo da uno per darla ad un altro.
Che trovata pazzesca... ammesso, poi, che il decreto venga definitivamente commutato in legge, dove i più pazzeschi altri deciditori, diranno la loro a seconda delle decisioni del pifferaio di turno.
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