Buongiorno, mi scusi se le faccio una domanda che non è
direttamente attinente all’argomento dell’articolo, ma
è qualcosa di cui mi chiedo da tempo dove sta la verità ed
è relativa alla produttività in Italia. Lei afferma che
una delle due ragioni del gap fra quello che la nostra
economia potrebbe produrre e ciò che effettivamente produce
è la scarsa produttività. Ma poi articoli come questo
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-02-1
7/il-made-italy-podio-mondiale-082215.shtml?uuid=AB0ms3w&p=2
sembrano smentire tale affermazione. E’ vero che
nell’articolo si parla di competitività, ma credo che sia
difficile essere competitivi senza essere produttivi. Non è
che la realtà è più articolata? Con settori che hanno
raggiunto un alto livello di produttività e altri che
devono ancora fare molta strada? Ma non sarebbe il caso di
dirlo senza ogni volta dare un’immagine genericamente
disastrata dell’Italia?
3 aprile 2014 10:18 - emanuele6850
Da piccolo risparmiatore e utente finale,molto ignorante di
politica monetaria, c'è una cosa che non capisco: come
verrebbero distribuiti i CCF "a titolo gratuito" ?
Significa che per il cittadino non hanno un costo, cioè
sono soldi regalati ?
Per questo il cittadino avrebbe interesse a pagare le tasse
e spenderebbe gli euro per aumentare la domanda ?
chiedo scusa per la domanda troppo elementare, ma credo che
molti tenti finali abbaiano questo dubbio.
3 aprile 2014 7:43 - brambilla.net
Leggo solo ora l'articolo. La proposta è di grande
interesse e potrebbe inserirsi con effetti estremamente
positivi nel quadro econonomico-politico attuale. Suggerisco
un piccolo escamotage in termini di comunicazione al grande
pubblico, che potrebbe così comprendere meglio il concetto
(talvolta una parola può essere più convincente di una
lunga argomentazione, per quanto impeccabile). Non chiamiamo
CCF questi strumenti, ma emissioni in lire italiane. La lira
non ha nulla a che fare con l'euro, ma va benissimo per
creare fiducia fra Stato e cittadini. E cetamente si può
capire che con le lire si possono pagare le tasse allo Stato
italiano, che si impegnerebbe appunto ad accettarle. Altri
vantaggi psicologici sono facilmente prevedibili.
29 marzo 2014 10:47 - Alessandro Pedone
@velmar
Nel suo commento unisce affermazioni per me condividisibili
ad affermazioni, sempre dal mio modesto punto di vista, un
po' sconclusionate ed aprioristiche.
Dice che l'euro sarebbe recessivo perché "i nuovi euro sono
emessi solo a fronte di un debito statale". Le faccio
presente che questo è esattamente ciò che accade a tutte
le monete del mondo: dollari, sterline, yen, ecc.
Condivido con lei che sia un problema grande e che andrebbe
superato, ma il problema non è l'Euro in sé, il problema
è il modello di moneta che abbiamo globalmente. All'interno
di questo modello di moneta (che anch'io considero
sbagliato) l'euro (o meglio la sua governance) ha delle
specificità che si devono superare.
Fra l'altro, i CCF vanno proprio nella direzione di cambiare
ANCHE il problema della moneta-debito che lei (come me)
ritiene centrale. Non vedo come lei possa affermare che
sarebbero solo un palliativo. Sarebbe invece una
dimostrazione inoppugnabile della necessità di andare verso
una moneta priva di debito.
I CCF rappresentano una via di uscita morbida dal problema
dell'Euro ed anche dal problema della moneta emessa a debito
(che non è solo dell'Euro, ma anche della Lira prima
dell'introduzione dell'euro e di tutte le le altre monete
aventi corso legale nel mondo economicamente sviluppato).
Quanto al suo facile preconizzare addirittura il "crollo del
sistema bancario privato" per via dell'introduzione dei CCF
la invito a documentarsi un po' meglio, magari con il libro,
prima di lanciarsi in conclusioni così affrettate.
In primo luogo il debito pubblico è superiore a 2 mila
miliardi ed è evidente che 200 miliardi di CCF non possono
creare questo scompiglio che lei sostiene. Se si facesse una
transizione morbida da Euro a CCF potrebbe certamente essere
ragionevole pensare ad una sostituzione degli attuali titoli
di stato con nuovi titoli. Volendo, però, anche questi
potrebbero avere dei tassi d'interesse (se si volesse fare
una transizione morbida anche in questo caso) e quindi il
problema non si porrebbe. Oppure, con un'alternativa più
radicale, si potrebbe pensare - finalmente! - ad una riforma
strutturale del sistema finanziario. Poiché la logica di
questa proposta è quella di una transizione morbida, il
libro indica una proposta graduale anche per quanto riguarda
i titoli di stato.
29 marzo 2014 10:30 - Alessandro Pedone
@Nutless
Non le ho risposto perché non c'era nessuna domanda e
niente da rispondere. Ciò che può fare l'Aduc è fare
informazione ed è quello che, con le nostre poche forze di
cui disponiamo, cerchiamo di fare.
28 marzo 2014 21:21 - velmar
Il rimedio proposto é un solo un palliativo.
Una breve premessa.
L'euro non funziona perché la sua natura é fortemente
recessiva, ovvero implica recessione e crisi economica.
Questo discende dagli articoli dal 123 al 130 del Trattato
della UE (Maastricht e successive modifiche)
In sostanza l'euro é recessivo perché lo sviluppo
economico richiede necessariamente l'allargamento della base
monetaria (ovvero per comprare più cose é necessario più
denaro).
Però i nuovi euro sono emessi solo a fronte di un debito
statale che deve essere restituito con gli interessi.
Alla restituzione del debito si sottrae al mercato (tramite
le tasse) il denaro che era stato necessario per lo sviluppo
economico e così si innesca una spirale recessiva.
L'esistenza degli interessi peggiora la situazione perché
alla restituzione del debito l'ammontare del denaro
circolante diventa inferiore a quello che circolava prima
del debito contratto per sostenere lo sviluppo.
Quindi l'Euro é fortemente recessivo.
Perciò un'economia basata sull'euro é destinata allo
sfacelo: il vero rimedio consiste nel modificare la natura
dell'euro, ribaltando completamente gli articoli dal 123 al
130 del Trattato UE, oppure uscire dall'euro.
Se adottassimo i CCF ci sarebbe sicuramente un
miglioramento, però a regime sostituirebbero l'euro
perché lo stato per emetterli non dovrebbe indebitarsi e
soprattuto non dovrebbe restituirli a nessuno, come accade
invece per l'euro. Nel tempo il rapporto euro/CCF
diminuirebbe drasticamente perché lo Stato emetterebbe
molti meno bot e cct, privileggiando l'emissione di CCF
perché la loro emissione non é un debito.
Come risultato avverrebbe il crollo del sistema bancario
privato italiano che si sostiene anche grazie all'apporto
degli interessi sui bot.
Quindi per fare questo sarebbe necessario nazionalizzare il
sistema bancario italiano: AUGURI !!!
24 marzo 2014 23:39 - Nutless
Gent. Sig. Pedone, essendo stato il mio un contributo
propositivo, gradirei ricevere un riscontro.
Se quella dei due autori fosse una tesi fondata, potrebbe
essere un argomento di discussione finalmente utile alla
collettività, vista l'urgenza d'un dibattito autorevole a
riguardo.
Semprechè non preferisca una dialettica sterile con chi,
senza argomentare, assume posizioni aprioristicamente
scettiche...
24 marzo 2014 10:58 - Alessandro Pedone
@piero3258
Proprio non capisco perché dovrebbe essere utopistica.
Una proposta come quella dei CCF contribuisce a ridurre il
problema dell'evasione fiscale, inoltre non vedo proprio
alcuna ragion per la quale non si potrebbero usare i CCF
anche per le transazioni on-line.
Il problema di ogni cambiamento è quello di far capire che
è possibile. I classici atteggiamenti di chi dice: tanto
non si può fare, senza argomentare perché costituiscono il
primo impedimento verso qualsiasi soluzione.
21 marzo 2014 20:51 - Nutless
Condivido l'apprezzamento per la proposta, nei limiti del
possibile cercherò di diffonderla.
Certo sarebbe piuttosto opportuno che voi dell'Aduc, con
l'autorevolezza di cui godete, proviate a promuovere una
petizione sugli appositi siti web per sollecitare
un'iniziativa parlamentare che recepisca la proposta di
Cattaneo e Zibordi.
20 marzo 2014 20:18 - piero3258
In un paese di evasori fiscali, e con alta propensione agli
spostamenti all'estero, senza calcolare la crescita del
commercio online, che deve avvenire in euro, la proposta mi
pare utopistica.