Sono stato a Copenhagen 20 anni fa dopo aver conosciuto la
Svezia. Rispetto a Stoccolma, il traffico a Copenhagen era
molto indisciplinato: auto che sfrecciavano ad alta
velocita' in pieno centro, ciclisti che sfioravano i pedoni
ecc.
Quello delle piste ciclabili e' un falso problema.
I ciclisti devono fare attenzione per primi e nel caso
fermarsi, cedere il passo oppure dare un colpo energico sui
pedali per non intralciare il traffico automobilistico.
Vado in bicicletta in cita' a Genova da molti anni e sono
sopravvissuto.
Ci mancherebbe di essere multato; e' il codice della strada
che va cambiato e le corsie gialle, almeno a Genova,
andrebbero soppresse.
Gli autobus, a Genova, sono rallentati non solo dai
ciclisti, che sono pochissimi, ma soprattutto dalle auto che
sono a filo della linea gialla e restringono la
carreggiata.
I ciclisti che ci tengono alla loro salute, sono rispettosi
delle esigenze di mobilita' degli automobilisti allo stesso
tempo non si lasciano intimidire e non tentennano: e'
l'indecisione che innervosisce l'automobilista.
Ricordo mio padre alla guida di un autocarro negli anni 50
(io avevo 10 anni circa) che imprecava contro un ciclista
perche' si era fermato, per il panico, a meta' di un
ponticello di larghezza ristretta: l'autocarro non poteva
sorpassarlo e fu costretto a fermarsi. Il ciclista avrebbe
dovuto aumentare l'andatura per oltrepassare il ponte in
fretta. E' vero che allora le auto in circolazione erano un
milione circa e i ciclisti si spaventavano facilmente, come
i cavalli, che si imbizzarrivano al sopraggiungere di un
veicolo. Ora le auto sono piu' di 40 milioni e le biciclette
sarebbero la chiave per alleggerire il traffico urbano, ma
bisogna che le autorita' aprano locali per la loro custodia
notturna, bisogna cambiare d'imperio, i regolamenti di
condominio e lasciare introdurre le biciclette nel cavedio,
ecc.
Infine lo spostamento in bicicletta e' possibile solo in
citta': non e' possibile immaginare uno spostamento da una
citta' all'altra. Una insegnante di mia figlia, di Badia
Polesine, a 20 km da Rovigo, quando era studentessa non si
sognava di andarci in bicicletta. Contemporaneamente, anni
50, a Padova avevo compagni di classe alle medie che
arrivano in bicicletta da Abano Terme, dai Colli Euganei
anche d'inverno: il trasferimento in bici e' limitato alla
distanza di 10 km circa.
Le piste ciclabili, molto costose, non devono essere
costruite per coloro che sono in gita.