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20 agosto 2014 3:27 - tadiottof
Sono stato a Copenhagen 20 anni fa dopo aver conosciuto la Svezia. Rispetto a Stoccolma, il traffico a Copenhagen era molto indisciplinato: auto che sfrecciavano ad alta velocita' in pieno centro, ciclisti che sfioravano i pedoni ecc.
Quello delle piste ciclabili e' un falso problema.
I ciclisti devono fare attenzione per primi e nel caso fermarsi, cedere il passo oppure dare un colpo energico sui pedali per non intralciare il traffico automobilistico.
Vado in bicicletta in cita' a Genova da molti anni e sono sopravvissuto.
Ci mancherebbe di essere multato; e' il codice della strada che va cambiato e le corsie gialle, almeno a Genova, andrebbero soppresse.
Gli autobus, a Genova, sono rallentati non solo dai ciclisti, che sono pochissimi, ma soprattutto dalle auto che sono a filo della linea gialla e restringono la carreggiata.
I ciclisti che ci tengono alla loro salute, sono rispettosi delle esigenze di mobilita' degli automobilisti allo stesso tempo non si lasciano intimidire e non tentennano: e' l'indecisione che innervosisce l'automobilista.
Ricordo mio padre alla guida di un autocarro negli anni 50 (io avevo 10 anni circa) che imprecava contro un ciclista perche' si era fermato, per il panico, a meta' di un ponticello di larghezza ristretta: l'autocarro non poteva sorpassarlo e fu costretto a fermarsi. Il ciclista avrebbe dovuto aumentare l'andatura per oltrepassare il ponte in fretta. E' vero che allora le auto in circolazione erano un milione circa e i ciclisti si spaventavano facilmente, come i cavalli, che si imbizzarrivano al sopraggiungere di un veicolo. Ora le auto sono piu' di 40 milioni e le biciclette sarebbero la chiave per alleggerire il traffico urbano, ma bisogna che le autorita' aprano locali per la loro custodia notturna, bisogna cambiare d'imperio, i regolamenti di condominio e lasciare introdurre le biciclette nel cavedio, ecc.
Infine lo spostamento in bicicletta e' possibile solo in citta': non e' possibile immaginare uno spostamento da una citta' all'altra. Una insegnante di mia figlia, di Badia Polesine, a 20 km da Rovigo, quando era studentessa non si sognava di andarci in bicicletta. Contemporaneamente, anni 50, a Padova avevo compagni di classe alle medie che arrivano in bicicletta da Abano Terme, dai Colli Euganei anche d'inverno: il trasferimento in bici e' limitato alla distanza di 10 km circa.
Le piste ciclabili, molto costose, non devono essere costruite per coloro che sono in gita.
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