La giustizia è amministrata in nome del popolo.
Già!
Chi sa fare fa.
Chi non sa fare insegna.
Chi non sa né fare né insegnare amministra.
Qualcuno impunito, finora e, a vederlo, e a sentirlo, sembra
simile a noi.
G.C.
4 marzo 2015 5:47 - Lucio Musto
Ancora un articolo da applauso, Vincenzo Donvito.
Solo mi sarebbe piaciuto un ampio approfondimento sulla nota
in calce. Credo ci sia molto di più da dire.
Mi permetterò di condividere l'incipit sul mio profilo Fb
27 febbraio 2015 20:21 - lucillafiaccola1796
Anche ascoltare la radio mi irrita. E' inutile, anzi dannoso
prestare attenzione allle rassegne stampa, con la narrazione
a mo' di favola epica, all'iliade ed all'odissea, due OO,
delle imprese di coloro che conducono il “mondo” alla
catastrafore, la nostra.
E' mafia, Bellezza!
Un cancro che ha pervaso tutto. Noi l'abbiamo permesso con
la nostra inerzia. Solo l'unione antagonista dei
“Popoli” la poteva sconfiggere. Il cancro è diventato
metastasi: sicilia, u$a, europa. Il cancro, si sa, non
perdona. E' finita. Lasciamoci in pace...eterna. Io lotterò
per Cazzi Mia, con la mia “Logica del Diritto” ed il mio
avvocato. Meglio dare i miei soldi a lui, che è un caro
ragazzo, anche parente alla lontana, che agli speculatori
magnaccia.
27 febbraio 2015 14:58 - ennius4531
Sempre meglio della situazione precedente anche se dal punto
di vista pratico poco nulla cambierà: lo spirito di corpo,
cosa comprensibilissima dal punto di vista umano, rimarrà
intatta perché. .. cane non mangia cane.
E le statistiche ci dicono che in 25 anni solo 5 magistrati
sono stati condannati per responsabilità civile.
La vera riforma avrebbe dovuto implicare la separazione
delle carriere inquirente e giudicante in modo da rendere il
giudice parte effettivamente terza, cosa di cui si può oggi
legittimamente dubitare quando li ritroviamo nella stessa
corrente o mischiati nel CSM.