Prendo atto NN del tuo disinteresse per quell'autore legato
al tuo livello elevato di esperienza e del tuo interesse
invece per i concetti educativi legati alla nostra
realtà.
Siccome quando le capita di andare in pizzeria Lucilla mi
invita sempre, se tu portassi anche tua sorella in
quell'occasione di quei concetti educativi potremmo parlare
tutti e quattro assieme.
G
6 giugno 2015 18:33 - NN1999
@lucillafiaccola1796
Io ho l'impressione che l'essere umano tenda a prestare più
attenzione agli esempi negativi che a quelli positivi. Non
perchè l'uomo è un essere cattivo ma perchè essendo un
essere sociale in maniera innata segue delle regole di buona
convivenza, e ogni tanto sente l'esigenza fare qualcosa di
diverso, di proibito. Nella maggior parte dei casi l'uomo
ritorna l'essere di prima, ma in pochi casi tale modo di
comportarsi diventa così appagante che non si riesce più a
tornare indietro.
Avrei voglia di portarti a cena, anche una pizza va bene se
hai problemi di linea..., perchè avrei un argomento di cui
discutere, per ragionarci su con te, a lungo. Del resto si
vive una volta... "sola". Incomincia col darmi del tu, io
finisco con "pure tu!".
6 giugno 2015 18:17 - NN1999
@Bista
Non capisco perchè la logica farebbe parte della parte
nobile dell'uomo mentre la dialettica rappresenterebbe la
parte peggiore dell'uomo. La dialettica è l'arte della
presentazione che può sfociare nella falsità o nella
violenza, e sembra essere una attività abbastanza facile.
La logica non porta necessariamente alla verità ma può
portare anche a conclusioni false, immorali o - anch'essa -
alla violenza. Di contro, la verità potrebbe non essere
logica. Il punto cruciale non è chiedersi se usare la
logica o la dialettica per esprimere le proprie opinioni,
piùttosto è con quale animo l'interlocutore si pone o
debba porsi e se il suo scopo è raggiungere la verità o
ottenere ragione, due scopi non necessariamente
coincidenti.
Capisci da questi pochi concetti dal valore spicciolo come
quell'autore non mi interessa, come tantissimi altri,
perchè nel frattempo ho raggiunto un livello di esperienza
tali da considerare superati i concetti di certa gente
vissuta nella preistoria. Inoltre io li ritengo diseducativi
perchè slegati dalla nostra realtà.
6 giugno 2015 17:28 - lucillafiaccola1796
Schopenhauer aveva tutte le ragioni per esecrare l'u-mano
!
Basta leggere, e questa è l'ultima volta, ché ho una Vita
Sola e non la voglio spre - care, il "buon" NN1999.
Se ama tanto l'anglocazzone, perché non si traferisce in
UKGB ed in $ionU$A?
Farebbe la sua, ma soprattutto la Nostra Felicità
!!!!!!!!!!!!!!!!!!
6 giugno 2015 16:47 - Bista
Schopenauer aveva un'intelligenza vivissima ed una
curiosità innata, unite ad una maturata concezione
pessimistica dell'essere umano.
Secondo lui una cosa è la logica, attività spitituale che
riferisce alla parte nobile dell'uomo, proviene dal logos,
vocabolo greco che significa pensiero-parola, e tende alla
verità, fino a confondersi in essai; altra cosa è la
dialettica, attività fisica che riferisce alla parte
bestiale dell'uomo, che è (purtroppo per Schopenauer) in
lui dominante, attiene a quella pulsione per cui quello che
importa solo è vincere, avere il consenso del pubblico
idiota, e non ha nessuna attinenza con l'avere la ragione
della verità.
Detestava l'essere umano quando lo vedeva, anche ad alti
livelli, esercitarsi in quell'arte animalesca della
dialettica.
Definì Heghel "il grande ciarlatano". "Ciarlatano",
intendi?
Secondo me su Hegel aveva torto; ma tu rileggi quel
libretto, guardati intorno, anche qui intorno, guarda dentro
questi cosi elettronici che ci trastullano tanto, e dimmi,
usando la logica, se quel grande filosofo non ha trovato le
corrispondenze giuste.
Niente di quello che ti hanno fatto studiare è inutile;
può darsi che fosse più utile studiare prima altro.
G.
6 giugno 2015 12:33 - NN1999
Nella mia vita ho dovuto studiare e ahimè memorizzare una
lunga serie di roba inutile. Ora tu mi propini una lettura
altamente diseducativa, un libro che può anche intitolarsi
l'arte della menzogna. Tu me l'hai proposto e io l'ho usato
nell'unico modo possibile. Io ora ti propongo di cessarlo
(da cessare quindi da cesso) nella stessa maniera.
5 giugno 2015 20:15 - Bista
Da Schopenauer al cesso: tu, NN, sei, o sei come, un
laureato che si fa battere. E meno male!
Ma un ultimo suggerimento permettimi di dartelo.
I libri che non ti piacciono non buttarli nel cesso: il vaso
potrebbe intasarsi, l'acqua traboccare e tu farti la
doccia.
Invece mettili al rogo come di tanto in tanto fanno quelli
con la tua personalità.
Ed un'ultima considerazione me la permetto da solo: il tuo
vituperato insegnante di italiano, tutto sommato, non deve
essere stato tanto male, come tu hai affermato: visti i
risultati, di sicuro non all'altezza sono stati, ammesso che
li abbia avuti, e seguiti, quello di filosofia e quello di
educazione civica.
G.
5 giugno 2015 18:01 - NN1999
Poi come donna dovresti sapere che l'arma del ragionamento
in mano ad un maschio porta prima o poi alla perdita delle
verginità della povera femmina malcapitata.
5 giugno 2015 17:54 - NN1999
Perchè l'italiano è la lingua più armonica? Per un
francese sarà il francese e per uno spagnolo sarà lo
spagnolo. Non dimentichiamoci che l'inglese permette di
creare canzoni dal ritmo veloce che non è possibile creare
con l'italiano. Non dimentichiamoci che l'alunno italiano
non solo impara le lettere dell'alfabeto nostrano ma che per
ragioni pratiche deve integrare le proprie conoscenze
imparando le altre lettere che sono presenti nell'alfabeto
inglese, e solo per questo. Insomma, l'italiano è una
lingua pressocchè morta tenuta in vita da un macchinario
medico, e forse è meglio averne una di scorta, un'altra
qualsiasi (francese, spagnolo, russo, cinese pompelmo,
portoghese, tedesco, indiano, giapponese, sudcoreano, ecc.).
5 giugno 2015 17:35 - lucillafiaccola1796
NN1999 Bista te pija na' Pista!
Abbasso la memoria dei tests all'americagna e quindi
INVALSI, viva il Ragionamento!
L'Italiano la lin gua più "armonica" che esista. Secondo il
francese. Gli anglocazzòni non sanno neanche dire gn come
gnocco! ah ah ah
Via Arturo Viva Schopenhauer ! Grande Veg !
5 giugno 2015 11:38 - NN1999
E' un testo che non si adatta alla mia personalità, quindi
lo cesso (neologismo che significa: lo butto nel cesso e
tiro lo sciacquone facendo attenzione che non ne rimaga una
benchè minima traccia sulla porcellana). Consiglio
altrettanto a tutti.
4 giugno 2015 22:02 - Bista
Ciao NN.
In uno stabilimento dove ho lavorato un meccanico italiano
(capofficina) le ha suonate ad un ingegnere (diplomato, ma
anche bravo) tedesco. Capita.
Se non l'hai già fatto leggiti "L'arte di ottenere ragione"
di Arthur Schopenauer.
Neanch'io vedo problemi nel parlare qualsiasi lingua a me
piacerebbe saper parlare la lingua del mio interlocutore,
foss'egli pure un aborigeno, perché solo parlando nella sua
lingua si capisce veramente della sua testa e del suo
cuore.
Confesso che l'abuso di posizione dominante mi indispone ed
il servilismo ancor di più; conculcare le lingue altrui è
un errore, talvolta una perfidia: per questo non riesco ad
astenermi dal polemizzare con gli anglosassoni; polemizzo ad
arte perché il problema, che qui c'è, eccome, non sono
loro: siamo noi.
Sul latino puoi aver ragione: è una questione di
priorità.
Vorrei dirti però che io ho studiato il latino, ed anche il
greco, e sono riconoscente ai miei genitori che mi ci hanno
indirizzato ed alla comunità nazionale che me lo ha
consentito: son convinto di saper leggere, scrivere e far di
conto decorosamente (e soprattutto decorosamente vorrei
pensare ed essere) proprio perché di quelle lingue ho
studiato gli autori, e di quelle civiltà la cultura.
G.
4 giugno 2015 16:51 - NN1999
Non solo, i laureati italiani si fanno battere anche dai
diplomati di altri paesi.
4 giugno 2015 12:09 - NN1999
Invece è preoccupante il deficit a livello di competenze di
base, e ripeto di BASE! Qua si parla di saper leggere,
scrivere e far di conto!
Per quanto riguarda l'inglese, è da tempo la lingua franca
del mondo occidentale e non solo, e la lingua ufficiale del
web. Devi anche considerare che ha più vocaboli della
lingua italiana, ma ciò non è un problema dato che
nessuno, italiano o inglese che sia, le utilizzerà mai
tutte. Poi non vedo quale problema pone la mancanza della
coniugazione dei verbi dato che in inglese l'uso del
soggetto è obbligatorio. Se per un italiano può essere
considerata una mancanza per un inglese può essere
superfluo. Sono due lingue evolute che possono essere usate
indifferentemente per esprimere qualunque concetto, dal più
semplice al più complesso. Casomai io non vedo l'utilità
di studiare il latino, una lingua - quella insegnata a
scuola - per metà inventata e che io ritengo che comunque
non veniva parlata dal popolo, non in quella forma.
Ma il vero problema rimane sempre quello delle competenze di
base.
3 giugno 2015 22:26 - Bista
Incredibile: due persone (Paolo e Tecnocopter) con cui mi
pare di essere in sintonia.
Lucilla non sparar balle.
Il volume della sfera qual'è (quattro terzi pigreco
erretre) è da mandare a memoria; lo avresti capito solo se
avessi studiato matematica superiore e non mi pare che tu
l'abbia fatto: non saresti così indisciplinata.
La storiella di Caino e Abele è un'invenzione dell'umana
stupidità, una sciocchezza. Speriamo.
Di quali posizioni e competenze vai scrivendo NN?
Guarda che noi italiani, te compreso, non abbiamo proprio
niente da invidiare agli altri, neppure per lo Stato
Pulcinella che è la nostra peggiore espressione, e men che
mai la lingua.
È chiaro che quando le scimmiottiamo (troppo spesso) sono
sempre migliori le scimmie originali.
Del tuo insegnante di italiano abbi comprensione: insegnare
italiano non è come insegnare inglese, la lingua italiana
è più articolata: pensa, ma è solo un esempio, proprio al
presente indicativo del verbo pensare (to think).
Traduco dall'inglese in maccherone:
io pensare
tu pensare
lui/lei/esso pensare(s)
noi pensare
voi pensare
loro/essi pensare
In inglese René Des Cartes avrebbe dunque scritto
(traduco): "Io pensare dunque io essere".
Augh!
Imparare è una prerogativa dell'intelligenza, ma anche la
memoria (purtroppo, per quelli come me che non ne hanno) è
una dote umana ed è una componente fondamentale
dell'intelligenza: "A nulla val sanza lo ritener l'aver
inteso" ha lasciato scritto, più o meno, l'inventore dei
dischi rigidi per gli elaboratori elettronici.
Saper insegnare è dote ed esercizio. Anche chi un qualcosa
ha capito, e sa dimostrarlo, non è detto che sappia
insegnarlo.
Chi deve insegnare quello che solo ha capito, ma non
esercitato, ha un compito arduo; più facile è insegnare
quello che si è provato a fare.
Un trucco a cui può ricorrere il docente per aver comunque
successo c'è: spiegare innanzi tutto al discente a che cosa
dovrebbe servire nella vita quello che lui vorrebbe
insegnargli.
Il trucco l'ho appreso al liceo, all'ora di religione di
monsignor Lepori, mentre quelli dell'ora alternativa si
raccontavano barzellette nell'aula a fianco.
Caro Vince', animo (non anima!) candido, beccati
quest’altra; ma sulle riforme scolastiche, da Giovanni
Gentile in poi, concordo con te.
G.
3 giugno 2015 17:17 - paolo4904
Beh, credo che prima di dedicarsi all'elettronica, alle
tecnologie informatiche, e allo studio delle scoperte
scientifiche più recenti, sarebbe consigliabile fare una
visitina a qualche biblioteca nazionale, e andarsi a leggere
un buon libro dell'800. Non importa di quale materia,
medicina, fisica, storia dell'arte, ecc., l'importante è
leggerne attentamente almeno uno di quei preziosi libri, e
ci si accorgerà che, nel tempo, ci siamo persi una buona
parte di quelle che sono da considerare le solide basi delle
conoscenze attuali. Relativamente alla fisica si potrebbe
parlare dei tanti studi, ricerche e sperimentazioni che sono
stati definitivamente, quanto inopportunamente, tolti dai
libri e dai programmi scolastici, praticati in quegli anni
da uomini di scienza che costruivano con le loro mani i
componenti che oggi si andrebbero facilmente a comprare al
negozio di elettronica, gli stessi uomini che, con la loro
passione e dedizione, ma soprattutto con le loro grandi
invenzioni, hanno fatto in modo che noi oggi potessimo
beneficiare di tante belle tecnologie multimediali. Ma
basterebbe semplicemente considerare la forma espressiva in
uso a quei tempi (ad esempio era frequente leggere di un
docente che si riferiva a un collega definendolo illustre
Professore), che a leggerla ti fa quasi sentire in un'altra
dimensione, per capire quanto, col passare dei decenni,
abbiamo perso di quelle solide basi.
E' certamente vero quello che asserisce la precedente
commentatrice, a scuola nessuno ti spiega perché a loro
nessuno lo ha spiegato, il perché di ogni cosa,
specialmente in matematica, che ti fanno odiare perché non
la spiegano, perché non la sanno spiegare... Ma questa non
è che l'ennesima conferma di quanto sia stato sbagliato
togliere tanti argomenti dai libri, argomenti trattati nei
secoli scorsi, che forse a qualcuno apparivano semplici e di
poca rilevanza, ma che, per una degna preparazione
scolastica, tanto irrilevanti non sono. Io stesso,
rifacendomi all'esempio della suddetta commentatrice,
chiedendo ai miei professori delle scuole medie inferiori
cosa indicasse il valore della costante del Pi greco, questi
non furono capaci di spiegarmi che indicava semplicemente il
rapporto tra la lunghezza della circonferenza e quella del
diametro (la circonferenza è lunga circa 3,14 volte il
diametro), e che, nei secoli scorsi, questa costante venne
ideata e applicata dagli antichi astronomi per calcolare il
volume dei pianeti. Giusto per farvi capire, a livello
didattico, come stiamo messi.
Riguardo al fatto che la vita e la conoscenza siano migliori
da quando esiste internet, credo che sia vero solo in parte.
Internet è un mezzo, e come tale può veicolare solo quello
che ci mettiamo dentro. Ma se gli argomenti non vengono
tramandati cosa ci mettiamo dentro? Un bel nulla!
A quanti di voi sarà capitato di fare una ricerca su Google
senza ottenere alcun risultato? E stiamo parlando di cose
che in genere dovrebbero essere abbastanza conosciute e
diffuse. Figuriamoci se mettessimo in ricerca su Google
argomenti finiti nel dimenticatoio da circa mezzo secolo.
Morale della favola, bisogna studiarsi prima per bene tutto
ciò che di importante è stato fatto in passato, in maniera
approfondita e particolareggiata, se davvero si vogliono
acquisire delle solide basi e la preparazione necessaria per
proiettarsi verso il futuro, con il pensiero rivolto a
internet e all'elettronica.
3 giugno 2015 9:09 - tecnocopter
Caro Donvito,
l'elettronica e l'informatica usata come la
usiamo noi consumatori non serve a niente.
Tantomeno in ambito scolastico se usata male
Un esempio: militari e multinazionali che stanno
squinternando l'ambiente terrestre.
A noi consumatori ci vengono date solo le briciole dei
vantaggi tecnologici e scientifici.
Quelle più deleterie che "rimambiscono" gli esseri
umani.
La matita e la carta sono meno dannosi e lasciano pochissimo
margine alla manipolazione mentale.
Colore della matita e forma del foglio a parte.
Giuliano
1 giugno 2015 23:29 - Bista
Tra le tante fortune che ho avuto c'è stata anche quella di
aver insegnato in 4a e 5a industriale sezione
elettrotecnici. Supplenza annuale.
Al primo compito in classe sia in 4a che in 5a se la sono
tentata: dicevano di avere avuto dal Preside il permesso di
copiare.
Potevano solo sbirciare e confabulare a labbra fisse perché
le calcolatrici portatili costavano un occhio della testa e
le boiate elettroniche che tanto a voi piacciono allora
neppure esistevano. A quelli che ho beccato, dopo averli
avvisati, ho ritirato il compito e messo 2.
E, alla fine del trimestre, col permesso del Preside, facevo
la media aritmetica in pagella
Nessun genitore ha mai protestato e quei ragazzi, quando mi
incontrano, ancora mi salutano e mi ringraziano.
L'appartenere ad una comunità nazionale comporta sempre
grandi vantaggi ma spesso noi, ed io per primo, accecati
d'ira per questo Stato Pulcinella che non funziona, ce ne
dimentichiamo.
In questo frangente sento il dovere di ringraziare per
l'educazione scolastica che ho avuto la mia comunità
nazionale, che ha speso per me un patrimonio, oltre,
naturalmente, i miei genitori per i sacrifici che hanno
fatto.
Mi son reso conto solo alla fine degli studi di aver avuto
bravissimi insegnanti; alcuni son già morti ma il mio
debito di riconoscenza verso tutti loro è per sempre.
G.
30 maggio 2015 18:56 - lucillafiaccola1796
"Dove sembra proprio che l'essere considerati o meno maturi
o degni di passare da una classe a quella superiore, sia
solo un fatto di memoria"
infatti a scuola nessuno ti spiega, perché a loro nessuno
lo ha spiegato, il perché di ogni cosa, specialmente in
matematica, che ti fanno odiare perché non la spiegano, non
la sanno spiegare, e se non hai memoria per le formule sei
un imbecille...trattato come un "paria"
Ma con la memoria non si crea un pene amato eh eh eh
Io il perché della sequenza diametro raggio circonferenza
area superficie volume della "sfera celeste" me la son
dovuta trovare da sola e non la scorderò MAI più perché
frutto di ragionamento e non di memoria. La scuola come da
sempre viene concepita dai seguaci del "Io" solo maschio,
nonché misogino e magnacadaveri, che odiava Caino
l'Agricoltore,e gozzovigliava con abele sgozzando
l'agnellino, è uno strumento coercitivo di potere, proprio
come le religioni!!!! Ebola li colga!
29 maggio 2015 16:56 - NN1999
Certo sarebbe interessante sapere per quale cosmica ragione
ho sempre digitato insegnati invece di insegnanti... :)
29 maggio 2015 11:44 - NN1999
Non scordiamoci degli insegnanti. Se il sistema scolastico
prepara gli alunni sulla base del nozionismo, è anche vero
che avremo insegnanti che saranno scelti sempre con tale
sistema. Attualmente non c'è parallelismo tra voti e
intelligenza della persona, affatto. E questa mancanza di
parallelismo riguarda sia gli alunni che gli insegnati. Io
posso riportare la mia esperienza personale: quando ero
studente delle superiori in un paio di occasioni alcuni
insegnati sono stati chiamati a risolvere dei quesiti posti
dagli alunni, quesiti le cui risposte non rientravano nel
programma da loro studiato; ovviamente essendo professori e
per evitare delle brutte figure diedero delle risposte che
ricordo ancora, ma che ho scoperto successivamente di essere
delle tremende cazzate. Aggiungo che una scuola basata sul
nozionismo è una delle basi della raccomandazione, poichè
il raccomandato crede di essere pari ai più meritevoli per
il solo fatto di aver studiato sugli stessi testi.
Non voglio nemmeno dimenticare che gli italiani a livello
internazionale occupano stabilmente le ultime posizioni in
quanto alle competenze di base (alle superiori il mio
insegnate di italiano non ha mai insegnato grammatica, zero
assoluto).