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1 luglio 2015 21:41 - Bista
Ciao, Franka.
Senza applicazione di leggi non si compiono reati e non si va in carcere; non si va in carcere neppure senza azione di magistrati che applichino le leggi, ammesso che lo facciano.
Dunque leggi, carceri e magistrati che ficcano la gente in galera sono un male.
Sono un male necessario perché l'alternativa è la giungla. E la giungla non è l'habitat dell'essere umano.
Tutto dipende dall'imperfezione dell'uomo che è un essere privo di libero arbitrio, checché ne racconti la nostra religione cristiana: se avessimo libero arbitrio in realtà opteremmo obbligatoriamente tutti per il bene comune che, tra l'altro, è la scelta più economicamente conveniente, e non avremmo né leggi, né carceri e neppure magistrati.
Una bella contraddizione e mi associo al tuo boh.

Seguendo la mia imperfezione io opto per la mia sopravvivenza (credo che essa sia un diritto naturale), per quella dei miei familiari, per quella delle persone a me vicine che hanno il mio sentire, la mia lingua, la mia cultura e per quella dei miei connazionali: mi vedo dunque costretto a impacchettare e mettere in condizioni di non nuocere chi, pur avendo la mia stessa dignità davanti a Dio, ed è fors'anche migliore di me, trasgredisce le regole che ci siamo liberamente dati e che stanno alla base della nostra convivenza.

E sai perché personalmente ce l'ho con quelli che tu qui difendi?
Perché se non ci fossero loro, i consumatori che delinquono, le carceri basterebbero, le risorse sanitarie potrebbero essere meglio indirizzate ad assistere gente che non s'è abbrutita alla ricerca di maggiori prestazioni e di paradisi artificiali e non ci sarebbero neppure i narcotrafficanti.
Ed io potrei avere, senza tema di carabinieri, il balcone pieno di vasi di canapa indiana che è la pianta più bella del mondo.
Ciao.
G.
1 luglio 2015 16:03 - ennius4531
franka, a corto di argomentazioni, non rimane che esprimersi con banalità puerili per evitare il rischio di essere smentito ed è con piglio assioma tico che getta il sasso ...

'E di certo non è il magistrato di sorveglianza che ce li mette in carcere.. '

...sublime!
1 luglio 2015 10:22 - gpacchia
in qualità di carabiniere molti anni fa ssono entrato a Sollicciano per prendere in carico un detenuto da accompagnare in tribunale. Sollicciano era un carcere nuovissimo (1984), ebbene da carabiniere stavo malissimo solo nel passarci mezzora (e non da detenuto).
erano meglio le mie prigioni di Pellico o i piombi di Venezia!!!
in un paese dove chi governa e prende decisioni per gli altri (inclusi i magistrati per la stragrande maggioranza) loro sì degni di essere rinchiusi e fatti morire di inedia come fanno con i poveracci. i grandi malviventi la galera non la vedono MAI !!! e i magistrati non si mettono MAI contro queste persone in quanto INDEGNI dei compiti a loro affidati (visti poi i stipendi che prendono). Una vergogna, quando le persone vanno a finire tra le grinfie della "legge" la loro vita finisce (senza pensare ai tantissimi innocenti condannati perchè poveracci senza avvocati qualificati (stesso giudizio che per i magistrati)
la vergogna sommerge ogni cosa nel nostro paese, ed i nostri vecchi morti nelle guerre per una società migliore si rivoltano nelle tombe
1 luglio 2015 1:26 - franka91
Un male necessario.. Per chi? La popolazione carceraria tossicodipendente in quanto a numeri non è di poco conto.. E di certo non è il magistrato di sorveglianza che ce li mette in carcere.. Forse ci diventano una volta dentro.. Mah.. Più probabile sia per la normativa sugli stupefacenti? Um male necessario..bho..
1 luglio 2015 1:25 - franka91
Un male necessario.. Per chi? La popolazione carceraria tossicodipendente in quanto a numeri non è di poco conto.. E di certo non è il magistrato di sorveglianza che ce li mette in carcere.. Forse ci diventano una volta dentro.. Mah.. Più probabile sia per la normativa sugli stupefacenti? Um male necessario..bho..
30 giugno 2015 17:41 - ennius4531
Non esiste alcuna legge 'proibizionista' che obbliga il magistrato di sorveglianza a trattenere in carcere il tossicodipendente. Cosí é per i carcerati affetti da malattie incompatibili con il carcere la cui decisione spetta alla magistratura.

A franka, affetto da indignazione selettiva, non resta che impalcarsi per sparare giudizi moralistici essendo a corto di argomentazioni.
30 giugno 2015 15:46 - Bista
Se non ci fosse stata la legge non sarebbe stato in carcere?
Franka,rifletti,per favore.
Le carceri sono come le altre cose umane: un male necessario.
30 giugno 2015 14:58 - franka91
La tossicodipendenza non è compatibile con il regime carcerario! La responsabilità sul controllo di questi soggetti è dello stato! Il proibizionismo ha sempre avuto un regime repressivo e mai sanitario nei confronti di tali soggetti.. A prescindere dai reati che ha commesso (che non conosciamo) il carcere non era il luogo adatto per lui, come non è idoneo per i "primi" della classe (quando iniziano ad avere i primi cedimenti psichici, caso corona) non lo deve esserè per gli ultimi.. Vergognati no per il caso ma per quello che pensi..
30 giugno 2015 11:49 - ennius4531
Che lo stato di tossicodipendenza sia un reato che comporti il carcere é una favola spacciata da chi é affetto da ignoranza o da malafede.

Si va in carcere per aver commesso dell'altro.

Poi ci sono gli spargitori facili di vergogna che la smerciano in serie laddove conviene ideologicamente loro.

Non è sentimento, é solo ... fumo ...
29 giugno 2015 23:54 - franka91
Se non ci fosse stata la legge non sarebbe stato in carcere.. La tossicodipendenza non si cura con una pena.. Il carcere non è il luogo più idoneo per il malato ne conveniente per lo stato.. Il proibizionismo è il principale responsabile per queste perdite.. Più che pietà bisognerebbe provare vergogna..
29 giugno 2015 18:03 - ennius4531
Il tentativo di addossare alla legge le conseguenze negative di scelte individuali in violazione di norme lo trovo troppo comodo .

Si potrebbe, con le stesse motivazioni, giustificare la violazione di una gran parte delle leggi penali o delle sanzioni amministrative.

Alla caduta delle responsabilità dell'individuo, giustificandola con il migliori dei propositi, ha corrisposto sempre un declino del livello in tutte le sue espressioni di una società.

P.s.: la cronaca riferisce che nel bolognese una madre di due figli si è impiccata per difficoltà economiche. Se vogliamo attribuire sensi di colpa fondati alla società, cominciamo da questi casi. In altri, appelliamoci alla pietà umana...
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