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11 luglio 2015 17:28 - NN1999
Facendo le proporzioni esatte, se lui come presidente di una banca fa quelle affermazioni io senza esagerare posso affermare che potrei fare il presidente di tutti gli universi. :)
10 luglio 2015 22:50 - federico6198
Ecco cosa dice quel fanfarone di Doris sul sole 24 ore, secondo me legge anche lui gli articoli di Aduc visto che alcune cose le ha già dette il nostro Pedone mesi fa :

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-07-10/ doris-finita-era-btp-capitali-andranno-l-economia-reale-1034 16.shtml?uuid=AC8NgHP
7 luglio 2015 15:07 - federico6198
IL sole 24 ore ultimi aggiornamenti :

E la flotta dei Paperoni greci (4mila navi)? Ora potrebbe far rotta su Cipro

di Enrico Marro7 luglio 2015Commenti (15)
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Argomenti: Cyprus Shipping Chamber | Syriza | Niarchos | Thomas Kazakos | Grecia | Google | Apple | Unione Europea | Cipro
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In fibrillazione per il controllo dei capitali, per lo stato di salute del sistema economico-finanziario greco e soprattutto per la possibilità che i creditori di Atene diano un robusto giro di vite ai loro privilegi, i Paperoni ellenici stanno valutando (o forse velatamente minacciando) di levare le ancore dalla madrepatria. La mitica casta degli armatori, che non paga un centesimo di tasse sui profitti realizzati all'estero grazie a un'inossidabile legge costituzionale del 1967, finora è rimasta impermeabile alla tragedia greca: anzi, tra il 2013 e il 2014 i profitti dei Paperoni marittimi sono cresciuti di oltre il 9%.

E Tsipras??Qualche mese fa, giusto per sollevare un po' di polverone dopo la vittoria elettorale, il leader di Syriza propose una patrimoniale su misura degli armatori. I quali lo mandarono a stendere minacciando di abbandonare la Grecia, dove danno lavoro a 250mila persone e pesano per il 7% sul Pil. Ma nelle prossime settimane qualcosa potrebbe cambiare, perché Bruxelles potrebbe decidere di dare un taglio secco ai decennali privilegi dei discendenti di Onassis o Niarchos.
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Paperoni greci / Philip Niarchos (61 anni): patrimonio di 11.500 milioni di dollari

E allora, non si sa bene se per spaventare i greci o per avvertire l'Europa, gli oligarchi navali hanno iniziato a moltiplicare contatti fin troppo espliciti con la vicina Repubblica di Cipro. Lo ha confermato Thomas Kazakos, direttore generale della Cyprus Shipping Chamber. «Tenuto conto degli sviluppi della situazione greca, è normale che alcuni armatori stiano valutando di avere una seconda base a Cipro – ha spiegato Kazakos ai giornalisti – anche perché, al di là dei legami nazionali, sociali e religiosi, da anni c'è un consolidato rapporto in campo marittimo. Abbiamo fornito tutte le informazioni, ora la scelta spetta a loro».

È vero: già ora il 40% delle navi che battono bandiera cipriota è di proprietà di armatori greci. Sì perché i Paperoni navali ellenici sono un'indiscussa potenza economica globale. Con le loro oltre 3.880 navi di grande stazza, rappresentano la prima flotta al mondo per tonnellaggio (con il 16% dei bastimenti totali) e la prima pure per ordini nei prossimi anni.

Ma anche la piccola Cipro, quanto a marina mercantile, non scherza. Con le sue mille navi di grande tonnellaggio, l'ex paradiso fiscale ha la terza flotta dell'Unione europea e la decima al mondo. Anche se il realtà l'87% dei bastimenti ciprioti è controllato da compagnie Ue, comprese alcune società tedesche che addirittura dagli anni Ottanta avevano scelto l'accogliente isola come base. Ma al di là della flotta sono le infrastrutture ad attirare i Paperoni greci: il porto di Limassol è considerato il maggior hub gestionale d'Europa per le attività marittime conto terzi. Completa il quadro la “corporate tax” cipriota, che con il suo 12,5% è la più bassa della Ue a pari merito con quella irlandese tanto amata da Apple e Google. Ce n’è abbastanza per attrarre magneticamente gli oligarchi dei mari, pronti a far scattare il loro “piano C”.
7 luglio 2015 10:46 - raffaele70
Su un precedente editoriale si prevedeva che la vicenda greca non sarebbe finita a giugno, così sarà, anche perché l'unico risultato del referendum è stato quello di mantenere in sella Tsipras.
Di certo non ha risolto alcuno dei problemi greci e non ha rafforzato la posizione greca al tavolo delle trattative.
Tuttavia, come sempre avvenuto in questi casi, questa crisi sortirà l'effetto di accelerare il processo di unificazione europeo e di corrispondenti cessioni di sovranità da parte dei paesi UE. Andra anche affrontato il problema della legittimazione politica, magari introducendo l'elezione diretta di qualche carica istituzionale dell'Unione; come è stato giustamente detto: la democrazia c'è pure a Berlino, non solo ad Atene!
5 luglio 2015 22:46 - federico6198
Da una lettura sul sole 24 ore ..... :


Ecco chi sono i tre Paperoni greci più ricchi (e perché non pagano tasse)
Mentre il Paese è stremato, i ricchi armatori ellenici continuano a macinare profitti a palate. Quasi tutti esentasse, alla faccia di Tsipras. Ecco chi sono e come fanno

di Enrico Marro
1. Paperoni greci / Philip Niarchos (61 anni): patrimonio di 11.500 milioni di dollari



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A guidare la classifica 2015 di Forbes è Philip Niarchos, il primogenito del celebre magnate greco Stavros Niarchos, storico rivale di Aristotele Onassis. Scomparso nel 1996, Stavros è stato uno degli uomini più ricchi del mondo, con potenti agganci negli Stati Uniti dove sposò la figlia di Henry Ford. La sua flotta di oltre 80 tra petroliere e superpetroliere , cresciuta anche grazie alla crisi di Suez del 1956, era tra le più potenti del Mediterraneo. Il figlio Philip, erede di buona parte della fortuna paterna e ora Paperone greco numero uno, ha sposato una rampolla della famiglia Guinness.

Ma come fanno a essere così ricchi, questi armatori greci, con Atene che si ritrova sul lastrico? Come fa la devastata Grecia ad avere la flotta mercantile più potente al mondo, dopo aver sorpassato quella giapponese nel 2013, in piena crisi?

La fortuna degli oligarchi greci si deve a una famigerata e indistruttibile norma costituzionale del 1967 (l'anno del colpo di stato dei colonnelli), che permette ai proprietari di navi di non pagare tasse sui profitti generati all'estero. Una manna, tanto che tra il 2000 e il 2010 sono stati trasferiti oltreconfine 140 miliardi di utili degli armatori, pari al 43% del debito pubblico greco, senza che venisse pagato un solo euro al malconcio Fisco ellenico. Tsipras aveva minacciato una patrimoniale, ma gli oligarchi hanno risposto senza scomporsi che sarebbero fuggiti all'estero con le loro attività, lasciando a piedi 250mila lavoratori greci (e mandando in fumo il 7% del Pil). Così non se ne è fatto nulla. E i ricchi greci continuano a vivere esentasse o quasi, pur con il loro Paese in default.
3 luglio 2015 16:58 - NN1999
Sembra che si siano resi conto che il debito della Grecia è un problema, dato che sia il FMI che Tsipras adesso invocano un taglio del debito del 30% oltre ad altre agevolazioni. Ma solo a me è sembrato sin da subito che la Grecia era oramai fallita? Non voglio fare speculazioni a vantaggio personale ma, cavolo, ma veramente i "capoccioni" hanno pensato o continuano a pensare che il tempo è la migliore cura?
3 luglio 2015 12:19 - federico6198
Guardate questo video su youtube : BAGNAI SCATENATO: TUTTE LE BALLE CHE VI DICONO SULLA GRECIA

https://www.youtube.com/watch?v=HhLBncDI7Ug
3 luglio 2015 0:04 - neru
E'la stessa condizione di quando viene diagnosticato un cancro incurabile: meglio accettare la morte a breve limitandosi alla morfina, oppure, sottoporsi alla chemioterapia per assicurarsi anche una lunga agonia?
2 luglio 2015 18:54 - lucillafiaccola1796
Hitler non vincerà, sarà sconfitto per la seconda volta dalla Russia e da Noi, Animali Umani di Conoscenza, Coscienza, Coerenza.
Voce dal sen fuggita di tenente Folli: l'europa tedesca. La krukkhitler merdangela non può sottrarre il contante ai Greci. Non dureranno certo all'infinito le banconote. Ed allora se le ristamperanno in proprio sostituendo le vecchie banconote con le nuove, tenendo quelle vecchie e consumate come prova, una sorta di “oro” di copertura., cosa che gli speculatori di merda capitale non fanno.
Obanana ed antecedenti insegnano, I turisti pagheranno solo in € ed i prezzi per loro saranno a cifra tonda, non necessitanti di “resto” oppure conti pagati con contanti “esatti” oppure, perché no?, resto mancia.
Riprendiamoci i nostri destini. Se proprio vogliono la guerra, difendiamoci con le loro stesse armi. Loro sono l'uno per cento, Noi il 99 per cento. Anche se non tutto il 99 aderirà, arriveremo al 66 o megio al 666 DUE TERZI del 1000 e non più 1000 ! ! !
2 luglio 2015 17:40 - raffaele70
Sulla vicenda greca molto si è detto e molto altro ancora si dirà. Chi dà la colpa ad Atene, chi ai creditori, chi a Berlino e all’austerity di frau Merkel, ecc…
Non so domenica cosa succederà, ma è ragionevole pensare che alla fine la Grecia si allineerà alle politiche europee di contenimento della spesa pubblica: la famosa “cura tedesca”.
Dal Trattato di Maastricht in poi tutti gli europei stanno sperimentando queste politiche, Germania compresa.
Si tratte di misure in un certo senso “obbligate” dalla globalizzazione, naturalmente si può discutere su dosaggi e tempi, ma non se ne può prescindere; le vicende italiane del novembre 2011 (governo Monti) sono lì a ricordarcelo.
Un altro mondo è possibile, certo, ma intanto ci misuriamo con questa realtà, e nei prossimi anni le crisi dei debiti sovrani e dei mercati finanziari non mancheranno.
1 luglio 2015 19:57 - NN1999
Già, aspettiamo doemnica, e già che ci siamo aspettiamo eventualmente anche i giorni successivi per renderci conto che i problemi della Grecia hanno radici nel passato e che anche a seguito di una eventuale Grexit il governo ellenico non potrà fare altro che adottare misure di austerity "di propria scelta". Già so cosa stanno pensando molti, che col ritorno della dracma tutti i debiti del governo e tutte le pensioni saranno nuovamente pagati per intero; eleggeranno un nuovo ministo della "Perequazione Sociale" che andrà in giro con tanto di sacca ad elargire moneta a chi ne farà semplice richiesta, tanto c'è la sovranità monetaria, che ci frega di tutto il resto. Già mi vedo in Italia gente ad invocare un ministro Pantalone nostrano, oltre al ritorno della lira. Peccato che c'è di più!
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