Facendo le proporzioni esatte, se lui come presidente di una
banca fa quelle affermazioni io senza esagerare posso
affermare che potrei fare il presidente di tutti gli
universi. :)
10 luglio 2015 22:50 - federico6198
Ecco cosa dice quel fanfarone di Doris sul sole 24 ore,
secondo me legge anche lui gli articoli di Aduc visto che
alcune cose le ha già dette il nostro Pedone mesi fa :
E la flotta dei Paperoni greci (4mila navi)? Ora potrebbe
far rotta su Cipro
di Enrico Marro7 luglio 2015Commenti (15)
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Cipro (Marka)Cipro (Marka)
In fibrillazione per il controllo dei capitali, per lo stato
di salute del sistema economico-finanziario greco e
soprattutto per la possibilità che i creditori di Atene
diano un robusto giro di vite ai loro privilegi, i Paperoni
ellenici stanno valutando (o forse velatamente minacciando)
di levare le ancore dalla madrepatria. La mitica casta degli
armatori, che non paga un centesimo di tasse sui profitti
realizzati all'estero grazie a un'inossidabile legge
costituzionale del 1967, finora è rimasta impermeabile alla
tragedia greca: anzi, tra il 2013 e il 2014 i profitti dei
Paperoni marittimi sono cresciuti di oltre il 9%.
E Tsipras??Qualche mese fa, giusto per sollevare un po' di
polverone dopo la vittoria elettorale, il leader di Syriza
propose una patrimoniale su misura degli armatori. I quali
lo mandarono a stendere minacciando di abbandonare la
Grecia, dove danno lavoro a 250mila persone e pesano per il
7% sul Pil. Ma nelle prossime settimane qualcosa potrebbe
cambiare, perché Bruxelles potrebbe decidere di dare un
taglio secco ai decennali privilegi dei discendenti di
Onassis o Niarchos.
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Paperoni greci / Philip Niarchos (61 anni): patrimonio
di 11.500 milioni di dollari
E allora, non si sa bene se per spaventare i greci o per
avvertire l'Europa, gli oligarchi navali hanno iniziato a
moltiplicare contatti fin troppo espliciti con la vicina
Repubblica di Cipro. Lo ha confermato Thomas Kazakos,
direttore generale della Cyprus Shipping Chamber. «Tenuto
conto degli sviluppi della situazione greca, è normale che
alcuni armatori stiano valutando di avere una seconda base a
Cipro – ha spiegato Kazakos ai giornalisti – anche
perché, al di là dei legami nazionali, sociali e
religiosi, da anni c'è un consolidato rapporto in campo
marittimo. Abbiamo fornito tutte le informazioni, ora la
scelta spetta a loro».
È vero: già ora il 40% delle navi che battono bandiera
cipriota è di proprietà di armatori greci. Sì perché i
Paperoni navali ellenici sono un'indiscussa potenza
economica globale. Con le loro oltre 3.880 navi di grande
stazza, rappresentano la prima flotta al mondo per
tonnellaggio (con il 16% dei bastimenti totali) e la prima
pure per ordini nei prossimi anni.
Ma anche la piccola Cipro, quanto a marina mercantile, non
scherza. Con le sue mille navi di grande tonnellaggio, l'ex
paradiso fiscale ha la terza flotta dell'Unione europea e la
decima al mondo. Anche se il realtà l'87% dei bastimenti
ciprioti è controllato da compagnie Ue, comprese alcune
società tedesche che addirittura dagli anni Ottanta avevano
scelto l'accogliente isola come base. Ma al di là della
flotta sono le infrastrutture ad attirare i Paperoni greci:
il porto di Limassol è considerato il maggior hub
gestionale d'Europa per le attività marittime conto terzi.
Completa il quadro la “corporate tax” cipriota, che con
il suo 12,5% è la più bassa della Ue a pari merito con
quella irlandese tanto amata da Apple e Google. Ce n’è
abbastanza per attrarre magneticamente gli oligarchi dei
mari, pronti a far scattare il loro “piano C”.
7 luglio 2015 10:46 - raffaele70
Su un precedente editoriale si prevedeva che la vicenda
greca non sarebbe finita a giugno, così sarà, anche
perché l'unico risultato del referendum è stato quello di
mantenere in sella Tsipras.
Di certo non ha risolto alcuno dei problemi greci e non ha
rafforzato la posizione greca al tavolo delle trattative.
Tuttavia, come sempre avvenuto in questi casi, questa crisi
sortirà l'effetto di accelerare il processo di unificazione
europeo e di corrispondenti cessioni di sovranità da parte
dei paesi UE. Andra anche affrontato il problema della
legittimazione politica, magari introducendo l'elezione
diretta di qualche carica istituzionale dell'Unione; come è
stato giustamente detto: la democrazia c'è pure a Berlino,
non solo ad Atene!
5 luglio 2015 22:46 - federico6198
Da una lettura sul sole 24 ore ..... :
Ecco chi sono i tre Paperoni greci più ricchi (e perché
non pagano tasse)
Mentre il Paese è stremato, i ricchi armatori ellenici
continuano a macinare profitti a palate. Quasi tutti
esentasse, alla faccia di Tsipras. Ecco chi sono e come
fanno
di Enrico Marro
1. Paperoni greci / Philip Niarchos (61 anni): patrimonio di
11.500 milioni di dollari
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A guidare la classifica 2015 di Forbes è Philip Niarchos,
il primogenito del celebre magnate greco Stavros Niarchos,
storico rivale di Aristotele Onassis. Scomparso nel 1996,
Stavros è stato uno degli uomini più ricchi del mondo, con
potenti agganci negli Stati Uniti dove sposò la figlia di
Henry Ford. La sua flotta di oltre 80 tra petroliere e
superpetroliere , cresciuta anche grazie alla crisi di Suez
del 1956, era tra le più potenti del Mediterraneo. Il
figlio Philip, erede di buona parte della fortuna paterna e
ora Paperone greco numero uno, ha sposato una rampolla della
famiglia Guinness.
Ma come fanno a essere così ricchi, questi armatori greci,
con Atene che si ritrova sul lastrico? Come fa la devastata
Grecia ad avere la flotta mercantile più potente al mondo,
dopo aver sorpassato quella giapponese nel 2013, in piena
crisi?
La fortuna degli oligarchi greci si deve a una famigerata e
indistruttibile norma costituzionale del 1967 (l'anno del
colpo di stato dei colonnelli), che permette ai proprietari
di navi di non pagare tasse sui profitti generati
all'estero. Una manna, tanto che tra il 2000 e il 2010 sono
stati trasferiti oltreconfine 140 miliardi di utili degli
armatori, pari al 43% del debito pubblico greco, senza che
venisse pagato un solo euro al malconcio Fisco ellenico.
Tsipras aveva minacciato una patrimoniale, ma gli oligarchi
hanno risposto senza scomporsi che sarebbero fuggiti
all'estero con le loro attività, lasciando a piedi 250mila
lavoratori greci (e mandando in fumo il 7% del Pil). Così
non se ne è fatto nulla. E i ricchi greci continuano a
vivere esentasse o quasi, pur con il loro Paese in default.
3 luglio 2015 16:58 - NN1999
Sembra che si siano resi conto che il debito della Grecia è
un problema, dato che sia il FMI che Tsipras adesso invocano
un taglio del debito del 30% oltre ad altre agevolazioni. Ma
solo a me è sembrato sin da subito che la Grecia era oramai
fallita? Non voglio fare speculazioni a vantaggio personale
ma, cavolo, ma veramente i "capoccioni" hanno pensato o
continuano a pensare che il tempo è la migliore cura?
3 luglio 2015 12:19 - federico6198
Guardate questo video su youtube : BAGNAI SCATENATO: TUTTE
LE BALLE CHE VI DICONO SULLA GRECIA
https://www.youtube.com/watch?v=HhLBncDI7Ug
3 luglio 2015 0:04 - neru
E'la stessa condizione di quando viene diagnosticato un
cancro incurabile: meglio accettare la morte a breve
limitandosi alla morfina, oppure, sottoporsi alla
chemioterapia per assicurarsi anche una lunga agonia?
2 luglio 2015 18:54 - lucillafiaccola1796
Hitler non vincerà, sarà sconfitto per la seconda volta
dalla Russia e da Noi, Animali Umani di Conoscenza,
Coscienza, Coerenza.
Voce dal sen fuggita di tenente Folli: l'europa tedesca. La
krukkhitler merdangela non può sottrarre il contante ai
Greci. Non dureranno certo all'infinito le banconote. Ed
allora se le ristamperanno in proprio sostituendo le vecchie
banconote con le nuove, tenendo quelle vecchie e consumate
come prova, una sorta di “oro” di copertura., cosa che
gli speculatori di merda capitale non fanno.
Obanana ed antecedenti insegnano, I turisti pagheranno solo
in € ed i prezzi per loro saranno a cifra tonda, non
necessitanti di “resto” oppure conti pagati con contanti
“esatti” oppure, perché no?, resto mancia.
Riprendiamoci i nostri destini. Se proprio vogliono la
guerra, difendiamoci con le loro stesse armi. Loro sono
l'uno per cento, Noi il 99 per cento. Anche se non tutto il
99 aderirà, arriveremo al 66 o megio al 666 DUE TERZI del
1000 e non più 1000 ! ! !
2 luglio 2015 17:40 - raffaele70
Sulla vicenda greca molto si è detto e molto altro ancora
si dirà. Chi dà la colpa ad Atene, chi ai creditori, chi a
Berlino e all’austerity di frau Merkel, ecc…
Non so domenica cosa succederà, ma è ragionevole pensare
che alla fine la Grecia si allineerà alle politiche europee
di contenimento della spesa pubblica: la famosa “cura
tedesca”.
Dal Trattato di Maastricht in poi tutti gli europei stanno
sperimentando queste politiche, Germania compresa.
Si tratte di misure in un certo senso “obbligate” dalla
globalizzazione, naturalmente si può discutere su dosaggi e
tempi, ma non se ne può prescindere; le vicende italiane
del novembre 2011 (governo Monti) sono lì a
ricordarcelo.
Un altro mondo è possibile, certo, ma intanto ci misuriamo
con questa realtà, e nei prossimi anni le crisi dei debiti
sovrani e dei mercati finanziari non mancheranno.
1 luglio 2015 19:57 - NN1999
Già, aspettiamo doemnica, e già che ci siamo aspettiamo
eventualmente anche i giorni successivi per renderci conto
che i problemi della Grecia hanno radici nel passato e che
anche a seguito di una eventuale Grexit il governo ellenico
non potrà fare altro che adottare misure di austerity "di
propria scelta". Già so cosa stanno pensando molti, che col
ritorno della dracma tutti i debiti del governo e tutte le
pensioni saranno nuovamente pagati per intero; eleggeranno
un nuovo ministo della "Perequazione Sociale" che andrà in
giro con tanto di sacca ad elargire moneta a chi ne farà
semplice richiesta, tanto c'è la sovranità monetaria, che
ci frega di tutto il resto. Già mi vedo in Italia gente ad
invocare un ministro Pantalone nostrano, oltre al ritorno
della lira. Peccato che c'è di più!