Risparmio gestito: Assogestioni, l'industria raccoglie 40
mld nel secondo trimestre :
di Daniela La Cava
L’industria del risparmio gestito archivia il secondo
trimestre con una raccolta per 40,1 miliardi di euro. Un
risultato positivo, ma in frenata rispetto alle performance
dei primi tre mesi dell'anno, quando la raccolta si è
attestata a quasi 56 miliardi di euro. Durante i primi sei
mesi dell’anno sono affluiti nel sistema più di 96
miliardi di euro che consentono all’industria di
registrare il miglior semestre dal 2003, ovvero da quando
Assogestioni rileva dati sia sulle gestioni collettive che
su quelle di portafoglio. Queste le principali tendenze che
emergono dalla "Mappa trimestrale del risparmio gestito"
relativa al secondo trimestre dell'anno, diffusa oggi da
Assogestioni.
Nel periodo aprile-giugno il patrimonio gestito si attesta a
1.716,89 miliardi di fine rispetto ai 1.733,07 miliardi
registrati alla fine di marzo. Al 30 giugno gli asset
investiti nelle gestioni collettive ammontano a 828,5
miliardi, pari al 48,3% del patrimonio gestito
dall’industria.
Nel trimestre preso in considerazione i fondi aperti guidano
la raccolta con sottoscrizioni per 30,4 miliardi di euro. "I
prodotti che hanno maggiormente contribuito a questo
risultato - spiega Assogestioni - sono i flessibili (+16,9
miliardi), seguiti dagli obbligazionari (+6,7 miliardi), i
bilanciati (+4,2 miliardi), i monetari (+2,5 miliardi) e gli
azionari (+229 milioni)". In particolare, rispetto ai primi
tre mesi dell'anno le preferenze sono andate verso i
monetari, con la raccolta a 2,5 miliardi dai -488 milioni
del primo trimestre, mentre gli azionari hanno perso
interesse (nel secondo trimestre ha una raccolta di 229
milioni dai 5,4 miliardi al 31 marzo 2015).
E infine i fondi di diritto italiano hanno registrato una
raccolta di 8,064 miliardi contro i 10,12 miliardi di euro
del trimestre precedente, mentre per quelli di diritto
estero sono scesi a 22,37 miliardi.
Quanto alle gestioni di portafoglio contribuiscono al
risultato del trimestre con 9,7 miliardi di euro rispetto ai
16,59 miliardi del primo trimestre 2015. Il patrimonio delle
GP supera gli 888 miliardi ed è pari al 51,7% delle masse
complessive
gestite dall'industria.
30 luglio 2015 21:06 - Bista
Le tragedie greche venivano rappresentate a scopo catartico,
per scongiurare che i fatti rappresentati potessero accadere
veramente.
I greci, come noi italiani, persa la memoria, ed anche la
dignità, se ne sono evidentemente dimenticati.
Forse non capiscono più il greco antico; però hanno
imparato l'inglese che li aiuterà a volteggiare al meglio
tra le bollicine della finanza.
Può essere che l'appuntamento alla prossima tragedia vera
sarà italiano, ammesso che il meridione faccia ancor parte
dell'Italia.
Lei dott. Pedone non ha alcuna responsabilità di quanto
accaduto qui nel meridione in decenni di piani di rinascita
ed industriali, di intrallazzi, di sprechi, di ruberie, di
stipendi e di pensioni d'oro ed è persona competente e
appassionata, si vede; forse è solo troppo giovane.
Spero di sbagliarmi, ovviamente, ma nell'eventualità, che
Dio non voglia, mi piacerà avere la Sua interpretazione
sulle gravissime responsabilità politiche a livello
nazionale stratificate per anni, sulla corruzione, sulla
"governance" di un Paese che, diversamente dall'Europa,
politicamente pare unito, sulle compiacenze verso l'opinione
pubblica, e ritorno, e sul ruolo dell'informazione.
Giambattista Carta
29 luglio 2015 19:33 - federico6198
lìantidiplomatico :
Esperto americano: "La bolla da 1,5 quadrilioni di dollari
in derivati sta per abbattersi sul sistema economico
mondiale"
"L'economia e il sistema finanziario degli Stati Uniti è
come un castello di carte che sta per crollare".
Nel mondo che ha accumulato 1,5 quadrilioni di dollari in
derivati, la "bomba finanziaria" può esplodere in qualunque
momento. Lo scrive su Global Research l'analista
statunitense Stephen Lendman, sostenendo come lo scenario
più probabile sarebbe tale da far passare la Grande
recessione del 2008 e 2009 come di poco conto.
I dati della Banca dei regolamenti internazionali,
l'istituto finanziario che coordina l'attività delle banche
centrali, mostrano che ci sono circa 700.000 miliardi di
derivati ??a livello globale. Insieme con i cosiddetti
credit default swap (noti anche come CDS, di "credit default
swap") e "altri strumenti finanziari esotici", il valore
totale dei derivati ??assume la cifra senza senso di 1,5
quadrilioni di dollari. E' un valore il 20% maggiore di
quello del 2008, un flusso enorme che si verifica quando un
caos finanziario è alle porte.
Per anni, Warren Buffett ha descritto come "bombe” i
derivati ??finanziari per le economie e i semplici
cittadini, ricorda l'esperto.
La Federal Reserve, la banca centrale americana, controllata
e gestita da Wall Street, è la radice del problema, non la
soluzione, sottolinea l'analista. A Wall Street "i soldi
servono a comprare interessi politici come se fossero
dentifricio", ha aggiunto.
"La deregolamentazione finanziaria ha trasformato Wall
Street in un casinò senza regole. Siamo in attesa di un
errore irreversibile. E 'solo una questione di tempo", dice
Lendman.
"L'economia e il sistema finanziario degli Stati Uniti è
come un castello di carte che sta per crollare".
22 luglio 2015 21:22 - claudio8633
Pur non essendo d'accordo con alcune conclusioni devo fare i
complimenti a Pedone: in un sito di gente che parla di asini
volanti alimentati a canne questo editoriale sembra
scintillare.
Inoltre molte cose appena citate ognuna delle quali
riempirebbe un libro come la biunivoca sedia VS favori (80
euro, IMU?) denotano un'attenzione strana per aduc: un
atterraggio di piedi sulla madre terra.
Dai altri 500 come questi entro l'anno e ci dimentichiamo
delle baIIe dei vari scriventi dell'aduc
=;-)
17 luglio 2015 18:52 - ennius4531
Dobbiamo molto alla Grecia antica e alla sua democrazia
modello anche per i moderni.
Ma dubito che Pericle pensasse ad un sistema democratico che
, con un referendum, potesse pretendere ed ottenere come
diritto incontestabile la riduzione dei propri debiti in
assenza di cataclismi naturali o pestilenze.
Tra la Grecia di Pericle e quella attuale ... quale legame
c'è?
Bruxelles, 15 lug. - (AdnKronos) -
"La Grecia ha già ricevuto più aiuti internazionali di
tutta l'Europa con il Piano Marshall dopo la Seconda guerra
mondiale. E dopo l'accordo dell'Eurosummit di lunedì la
Commissione europea vuole aumentare ancora l'aiuto alla
Grecia per aiutare il Paese ad accelerare la crescita e dare
alle riforme la possibilità di crescere".
Lo afferma il presidente della Commissione europea,
Jean-Claude Juncker, presentando le misure eccezionali sui
35 miliardi di euro di fondi europei a favore della
Grecia.
I fondi "possono aiutare la Grecia a diventare un luogo
attraente per gli investimenti e aiutare a dare speranza
alle giovani generazioni", aggiunge Juncker.
17 luglio 2015 18:25 - ennius4531
x claudio1749
Mi sono concentrato su quanto da te affermato ..
" ...l'unico colpevole di questo è una classe politica
incapace, furba e meschina che ha pensato solo ed
esclusivamente al proprio tornaconto .."
per fissare un semplice concetto :
la fortuna dei politici è commisurata ai voti ricevuti e i
voti ricevuti rappresentano, spesso, uno scambio di favori
tra eletto e elettori.
Citavo le pensioni baby come esempio lampante di come 'la
società civile' , invece di scendere in piazza per dire no,
abbia preferito il silenzio.
Così, se non peggio, si è comportata la maggioranza degli
elettori greci .
Sulle responsabilità del malgoverno, oltre ai politici,
puntiamo il dito anche a quella parte di elettorato che ha
beneficiato del malgoverno.
17 luglio 2015 16:59 - raffaele70
Non credo la lingua sia un ostacolo sulla strada
dell'integrazione politica; giusto per restare in casa, pure
a Roma negli ultimi secoli dell'impero gli imperatori
autoctoni sono stati pochini.
Oggi manca un esercito imperiale europeo, ma l'Euro è un
ottimo percussore, e federatore: dall'Atlantico agli Urali
c'è solo lui.
Più che altro va preso atto che l'UE probabilmente non
sarà mai uno Stato come tradizionalmente viene inteso; è
un'altra cosa, e con questa cosa ci confrontiamo.
17 luglio 2015 16:31 - NN1999
Non è detto che il 30% basti.
17 luglio 2015 14:40 - federico6198
Speriamo invece che ci sia questo taglio del 30% del debito
pubblico greco e, finalmente si applichino le riforme per la
cresicita e lo sviluppo per avere un'integrazione europea
con politiche fiscali comunitarie ! Per non sentire più
parlare dei singoli stati ma di EUROPA UNITA!!!!!!
17 luglio 2015 12:55 - claudio1749
@ennius453
Ci chiedi dove eravamo? Io ti chiedo, può un elettore
capire se una riforma è più o meno sostenibile nel lungo
periodo?
Io sono abbastanza giovane (35 anni) e non so neanche cosa
sia la legge Mosca, ma dubito che essa fosse inserita in un
programma elettorale.
17 luglio 2015 12:39 - NN1999
@venessian55
Io personalmente vedo molto difficile che si arrivi ad
un'unica lingua in breve tempo. Tutte le nazioni europee
hanno una propria cultura, e la lingua è il carattere
distintivo della cultura. Nazioni come l'Italia, la Francia,
la Germania o la Spagna non sacrificheranno mai la loro
lingua. Quello che si può fare è affiancare un'altra
lingua. L'inglese è un ottimo candidato poichè è già da
tempo la lingua franca del mondo occidentale, senza contare
che è la lingua ufficiale del web. Ma questo sembra essere
prettamente un problema italiano perchè in altri stati
l'inglese viene insegnato sin da quando si è piccoli e in
maniera eccellente. Addirittura ho letto che i nordici si
vantano di sapere l'inglese meglio degli stessi inglesi! Ma
qui in Italia è un po' diverso, siamo troppo vincolati ad
una lingua che ha scarso valore internazionale, anzi posso
affermare che quando si parla di lingua straniera non solo
molti (ottusi) si offendono, ma credono che si offendano
anche gli avi, a partire da Dante. Non è un caso che gli
italiani sono conosciuti nel Mondo come coloro che non sanno
l'inglese, generalmente parlando. Bisognerebbe farlo capire
a chi ci comanda.
17 luglio 2015 12:11 - NN1999
Non lo so se una moneta parallela sia mai stata adottata a
livello nazionale, ma io non sono così ottimista sulle
conseguenze. L'economia greca è allo sbando. Una moneta
alternativa immessa in queste condizioni darebbe luogo a
fenomeni di perdita di valore dato che l'euro è una moneta
fortissima. Io credo che la possibilità che la moneta
parallela diventi carta straccia in brevissimo tempo è
molto elevata. Del resto lo abbiamo visto con la corsa agli
sportelli dei greci: mica lo facevano perchè non avevano
fiducia nelle banche ma piuttosto perchè sapevano che un
eventuale ritorno della dracma avrebbe comportato
l'instaurarsi di gravi fenomeni di perdita del suo valore.
Del resto nel Mondo ci sono stati casi in cui erano usate
due distinte monete. Ebbene, in caso di economie deboli, la
moneta più forte ha sempre prevalso. Io farei attenzione.
Sembra in versione ridotta la soluzione di coloro che
ritengono che la moneta nazionale possa essere stampata a
getto continuo, così, senza nessuna conseguenza,
comportandosi in maniera simile a quanto diceva Cetto La
Qualunque: più pilu per tutti.
17 luglio 2015 11:55 - NN1999
Io ho sempre ritenuto sin dall'inizio che la Grecia fosse
fallita, ovvero che il debito era veramente eccessivo. Poi i
pensieri personali sulle soluzioni devono confrontarsi con
le soluzioni previste da chi occupa posti di prestigio. La
facile soluzione di tagliare il debito porta a delle
conseguenze non piacevoli. Se la Grecia, per ipotesi, fosse
stata una nazione non aderente alla moneta unica la
soluzione del taglio del debito, unica praticabile, avrebbe
impedito o reso molto ma molto più difficile al paese di
ricorrere al mercato estero dei capitali per un bel po' di
tempo facendo aggravare pesantemente la sua situazione
economica generale. E' una previsione abbastanza in linea
con quanto accaduto in altri casi. Inoltre, i problemi
interni della Grecia non sarebbero spariti e si sarebbe
comunque reso necassario addotare le stesse riforme che ora
si criticano. La caduta del pil non è certo tutta causata
dalle misure economiche adottate ma si sta assistendo ad un
adattamento di un valore che era esageratamente non
veritiero. L'appartenenza della Grecia alla zona euro
rappresenta una grande opportunità, l'opportunità di
affrontare i suoi problemi alle radici in modo che in un
prossimo futuro possa ripartire da basi più solide. La
moneta unica se da un lato permette di disinteressarsi di
alcuni fenomeni dall'altro costituisce un vincolo. La Grecia
non è la sola ad adottare l'euro ma fa parte di una
comunità più ampia. Gli altri paesi si sono mostrati più
o meno disposti ad aiutare la Grecia, ma ovviamente devono
pensare anche alle proprie economie e non sarebbe
accettabile da parte loro che un singolo paese, nemmeno
troppo significativo, destabilizzasse la moneta con
comportamenti potenzialmente suicidi. Se venisse a mancare
la fiducia nell'euro ci sarebbero delle ripercussioni nei
settori economici e finanziari di tutti, come per esempio
l'aumento dei tassi. La Grecia ha il problema del debito
assolutamente ingestibile, ma ha anche dei problemi interni
che devono essere affrontati e risolti. L'euro appunto
impedisce ai greci di tralasciarli. Li devono affrontare.
L'esito del referendum era abbastanza prevedibile in quanto
erroneamente era stato fatto credere al popolo che
l'alternativa alla austerità era il benessere gratuito e
facile. Invece abbiamo visto che le misure adottate dal
governo greco sono in linea con i provvedimenti europei.
C'è poco da fare. Io non parlerei tanto o solo di
ristrutturazione del debito greco ma piuttosto di
ristrutturazione della società e della economia greca. Un
problema simile lo abbiamo anche noi, ma lo si rimanda
sempre. Si è diffusa la convinzione che l'Italia è questa
perchè abbiamo agito in un certo modo, principalmente
disinteressandoci delle regole. La Grecia dimostra che, pur
agendo nello stesso modo, i risultati sono stati differenti.
Evidentemente è un modo di pensare sbagliato. Dunque per
quanto mi riguarda la Grecia ha la grande opportunità di
cambiare il corso della sua storia rimanendo nell'euro. Se
uscisse, le conseguenze non sono poi così prevedibili, anzi
è molto probabile che la sua situazione generale peggiori
ulteriormente.
17 luglio 2015 9:47 - Alessandro Pedone
@venessian55
Non credo che il problema della lingua sia totalmente
ostativo ad una maggiore integrazione politica.
Certamente è un problema significativo, ma in gestibile.
Il fatto è che è chiaro che questi processi richiedono
molto tempo ed anche statisti lungimiranti.
Sul discorso della lingua, personalmente, essendo io
fondamentalmente un idealista radicale tenderei a sognare
l'uso dell'esperanto... ma so perfettamente che questo non
accadrà mai. Ciò nonostante non rinuncio mai a sognare
ciò che credo possa essere la migliore soluzione.
Così come in economia e finanza, non rinuncio mai a
ribadire come regolare in modo diverso gli strumenti
monetari e la finanza potrebbe migliorare drasticamente la
vita di tutti noi, anche se sono perfettamente consapevole
che questo non avverrà fino a quando questa consapevolezza
non sarà diffusa.
17 luglio 2015 9:42 - Alessandro Pedone
@roberto7365
Forse l'espressione "neppure presa in considerazione" è
eccessiva. Può darsi che sia stata presa in considerazione
e scartata. Certamente non è mai stata proposta seriamente
all'opinione pubblica.
16 luglio 2015 18:54 - roberto7365
Mi interesserebbe sapere l'opinione del dott. Pedone che
apprezzo e seguo con tanta attenzione in merito a questa
notizia che mi parrebbe in contrasto con la sua tesi per cui
il governo greco di Tsipras e l'ex ministro delle finanze
non avrebbero nemmeno ipotizzato alcuna alternativa rispetto
alle richieste di taglio del loro debito nazionale:
Alessandro Pedone afferma: "Il cuore del problema è la
governance dell’Europa: una unione monetaria non può
funzionare senza un’unione politica."
Tutte le odierne democrazie federali sono nate da movimenti,
più o meno cruenti, di redenzione da un dominatore esterno.
Tutte, di fatto o esplicitamente, hanno adottato la lingua
ereditata dall'ex-dominatore (India, USA, Brasile, Messico,
Nigeria, ecc.). Qui i loro leader sono eletti dalla
maggioranza dei votanti di tutti gli stati federati, perché
da tutti possono farsi capire, pur in presenza di lingue
locali o minoritarie (specie in India).
Noi europei ci siamo, a turno, dominati l'un l'altro e non
abbiamo ereditato la lingua di un comune ex-dominatore. Il
più svantaggiato tra i politici europei è maltese. Se si
esprime nella sua lingua, una delle 24 lingue ufficiali,
può essere capito dallo 0,1% dell'elettorato dell'UE. Il
più avvantaggiato, che parla tedesco, può rivolgersi solo
agli abitanti di Germania ed Austria, che rappresentano il
18%, meno di 1 elettore su 5. Tusk, attuale presidente del
Consiglio d'Europa, sconosciuto alla stragrande maggioranza
degli europei, raccoglierebbe una manciatina di voti solo in
Polonia.
Tullio De Mauro saggiamente auspica che i cittadini parlino
inglese per decidere insieme cosa fare o non fare nella
comune pólis europea, un auspicio che richiede parecchi
decenni per realizzarsi. Intanto siamo condannati
all'intermediazione dei 28 governi nazionali, che non
vogliono, né possono, delegare il loro potere ad altri,
sconosciuti ai loro stessi elettori. Dobbiamo prendere atto
che l'unione politica, costituita per democrazia diretta, è
a breve purtroppo impossibile e dobbiamo ridimensionare di
conseguenza le nostre ambizioni. A cominciare dall'Euro,
gestendolo al meglio per quello che di fatto ora può
essere: un sistema di cambi controllati, non ancora una
moneta comune.
16 luglio 2015 16:46 - michele6949
´Le rispettive opinioni pubbliche sono state sottoposte dai
media ad un bombardamento di notizie parziali quando non
completamente false´
E quali sarebbero , per la cronaca ,
le informazioni false sulla Grecia?
Attendo curioso di leggerle e mi riservo di
verificarle .
Forse che tutti i greci pagano
le tasse , che NON hanno truccato i conti,
che in Grecia non si va in pensione molto
prima delle altre nazioni della UE,
che non e´ stata fatta una politica assistenzialista e
clientelare ( vera causa
dell enorme debito pubblico)?
Diciamo che i greci hanno votato
i politici che hanno permesso questo
andazzo , una volta dissi a un cameriere
del ristorante greco che se voleva potevo
provare a spiegare perche´condivido
lo stato d animo che hanno i tedeschi.
Mi fece capire che non voleva ascoltare.
Allora il popolo greco e´ complice
della politica fatta dai politici greci!
16 luglio 2015 14:57 - ennius4531
Affermare che ..
' .. Se è vero che la Grecia ha vissuto al di sopra delle
proprie possibilità, così come pure, probabilmente, anche
l'Italia, è altresì vero che l'unico colpevole di questo
è una classe politica incapace, furba e meschina che ha
pensato solo ed esclusivamente al proprio tornaconto
tralasciando gli interessi della collettività.' ,
significa dimenticare che questa classe politica non è
stata eletta da dei marziani, ma da una 'società civile'
che, in parte , ha ottenuto i suoi vantaggi.
Mi limito solo ad un caso : il sistema pensionistico e la
sua sostenibilità.
Dove eravamo quando si votarono le baby pensioni e la legge
Mosca di cui usufruirono centinaia di migliaia di
giovanissimi statali, parastatali, sindacalisti e politici ?
16 luglio 2015 12:36 - claudio1749
Non entro nelle soluzioni alternative proposte, per mancanza
evidente di competenza in materia, ma credo che nella
ricostruzione della storia sia stato tralasciato un punto
fondamentale: ovvero l'opera di trasferimento del debito
greco dalle banche francesi e tedesche verso gli stati
nazionali.
Se è vero che la Germania non è da considerare il demonio,
è altresì vero che con le varie ristrutturazioni degli
anni passati si è cercato di salvaguardare gli interessi
privati delle loro banche che si stavano ritrovando in mano
dei crediti spazzatura. L'Italia è stata a questo infame
gioco accollandosi buona parte del debito e risultando oggi,
se non erro, il terzo finanziatore greco, quando
l'esposizione delle nostre banche era prima del tutto
irrosorio.
L'opinione pubblica è stata sì drogata da falsa
informazione che demonizza una parta o l'altra in gioco, ma
credo che sia principalmente stufa di vedere come i diritti
dei cittadini siano puntualmente calpestati dagli interessi
di privati, banche in primis, e di una classe politica
incapace di assumersi le proprie responsabilità e di pagare
il prezzo delle proprie scelte. Se è vero che la Grecia ha
vissuto al di sopra delle proprie possibilità, così come
pure, probabilmente, anche l'Italia, è altresì vero che
l'unico colpevole di questo è una classe politica incapace,
furba e meschina che ha pensato solo ed esclusivamente al
proprio tornaconto tralasciando gli interessi della
collettività. Le colpe politiche non possono espiarsi
soltanto attraverso la perdita di credibilità politica, ma
vanno tradotte in danni economici verso la collettività che
devono essere saldati.
16 luglio 2015 9:05 - cesare9degasperi3549
Nelle operazioni bancarie che si ponevano in essere nel
medioevo il rischio maggiore che si veniva a determinare
quando si finanziava un regnante ( cosa molto frequente) era
che , al momento di una successione dinastica , il nuovo
monarca non riconoscesse in alcun modo gli impegni
finanziari del suo precedessore cavalcando l'impropria
ragione del .. :
" I soldi li ha presi lui , lui è morto, andate a chiederli
a lui" .
Ciò avveniva nel medioevo per l'assenza , nel periodo
storico, di un senso di continuità nel governo di uno stato
o , per dirla in soldoni, l'assenza vera e propria del
concetto di Stato .
Nel suo gioco politico Tsipras ha , più o meno, inteso fare
lo stesso .
Con una campagna elettorale muscolare e dai toni
nazionalistici orgogliosi eppur teneri, ha vinto le sue
elezioni ed ha voluto proseguire, per mesi, la stessa
strategia con i partners europei. Come un ragno ha tessuto
la sua tela , ora allentandola ed ora stringendola ; ha
giocato con apparente sicurezza il suo ruolo di ragno al
centro della tela e poi, quando ha pensato che tutti i
patners fossero ormai invischiati , ha tirato la tela ...
"Il referendum" ....
E la vittoria del "NO" gli ha dato forza per rimettersi
sicuro al centro della tela ma ...
Ci è rimasto invischiato ...
Ora è l'Europa che non è più sicura di voler accogliere
una nazione che tesse tele vischiose, una nazione che , da
culla della cultura occidentale, non ha saputo ne voluto
mantenersi con i piedi saldamente nell'economia di mercato
ma ha "zompettato" allegramente nel tempo e nello spazio
(ricordate i films della coppia Boldi/De Sica?), ora nel
più marcato nepotismo di matrice orientale ed ora nel
liberismo occidentale , del quale peró, ha saputo solo
estrarre i più velenosi dei suoi frutti :
Un debito pubblico abnorme ed una corruzione intessuta nella
società ellenica che lo è, forse, ancor di più.
Ora tutto puó essere , sia che il ragno resti solo nella
sua tela a brandelli, sia che egli abbandoni la sua tela e
sia che la Grecia e l'Europa rinascano come un nuovo
soggetto che , se una similitudine dal mondo degli insetti
dobbiamo cogliere, sia quella dell'alveare comune.
Non sarà facile spazzare dalle menti l'immagine di una
Europa come oscura cantina con tele di ragno in ogni
angolo.
Ho già espresso il mio pensiero e lo ribadisco :
Comunque vada, il nuovo accordo , se mai ci sarà, si
rivelerà sempre più punitivo verso la Grecia di quello
bocciato con il "No" referendario .
Senza l'accordo avrà prevalso l'Europa senz'anima , tutta
"chiacchiere, conti e distintivo" pervicacemente voluta dai
virtuosi popoli nord / europei.
Non ricordo chi , ma certamente un saggio, affermava che "
la virtù estrema e il peggiore dei vizi" .
L'Europa con i conti in regola voluta ad ogni costo ed a
tutti costi dalla Germania è un'utopia , una ragnatela non
meno subdola ed asfissiante della tela di Tsipras .
Guardate l'Europa di stamane , i suoi odi immutati nel
tempo, i suoi egoismi, le sue rivalità.
Guardate le rovine fumanti dei suoi sogni infranti : non
ricorda forse lo stesso panorama europeo della fine di
entrambe le guerre mondiali ??
Ed allora , non è forse dalle rovine, che si può provare a
ricostruire qualcosa di nuovo ??
Vale la pena di provarci, soprattutto se, come accade oggi,
non abbiamo più alternative.
La Grecia ha probabilmente perso la sua partita ma l'Europa
non ha certamente vinto perché non ci può essere vittoria
nell'umiliare un popolo, rubargli la sua autonomia,
sequestrargli il futuro , scippargli l'anima.
Chiediamoci dopo quanto successo se , pur restando
all'interno dell'Unione Monetaria Europea, il popolo Greco
si sentirà mai più appartenente alla "Gente Europea ?
Europa dei "Grandi , Belli e Bravi", se perdi un popolo non
hai perso miliardi ,
Hai perso tutto.
16 luglio 2015 3:30 - lucillafiaccola1796
Tsipras. S'è calato le mutande davanti agli speculatori
terroristi, denigrando Yanis V. il Grande. Intelligente,
capace, bbbono...., ha fatto la “mossa” giusta. Li ha
Cincinnatati, perché non se lo meritavano, né Alesso e
penso neanche il poppolo Greco.