COMMENTI
  (Da 1 a 22 di 22)  
3 settembre 2015 11:14 - federico6198
Risparmio gestito: Assogestioni, l'industria raccoglie 40 mld nel secondo trimestre :

di Daniela La Cava

L’industria del risparmio gestito archivia il secondo trimestre con una raccolta per 40,1 miliardi di euro. Un risultato positivo, ma in frenata rispetto alle performance dei primi tre mesi dell'anno, quando la raccolta si è attestata a quasi 56 miliardi di euro. Durante i primi sei mesi dell’anno sono affluiti nel sistema più di 96 miliardi di euro che consentono all’industria di registrare il miglior semestre dal 2003, ovvero da quando Assogestioni rileva dati sia sulle gestioni collettive che su quelle di portafoglio. Queste le principali tendenze che emergono dalla "Mappa trimestrale del risparmio gestito" relativa al secondo trimestre dell'anno, diffusa oggi da Assogestioni.

Nel periodo aprile-giugno il patrimonio gestito si attesta a 1.716,89 miliardi di fine rispetto ai 1.733,07 miliardi registrati alla fine di marzo. Al 30 giugno gli asset investiti nelle gestioni collettive ammontano a 828,5 miliardi, pari al 48,3% del patrimonio gestito dall’industria.

Nel trimestre preso in considerazione i fondi aperti guidano la raccolta con sottoscrizioni per 30,4 miliardi di euro. "I prodotti che hanno maggiormente contribuito a questo risultato - spiega Assogestioni - sono i flessibili (+16,9 miliardi), seguiti dagli obbligazionari (+6,7 miliardi), i bilanciati (+4,2 miliardi), i monetari (+2,5 miliardi) e gli azionari (+229 milioni)". In particolare, rispetto ai primi tre mesi dell'anno le preferenze sono andate verso i monetari, con la raccolta a 2,5 miliardi dai -488 milioni del primo trimestre, mentre gli azionari hanno perso interesse (nel secondo trimestre ha una raccolta di 229 milioni dai 5,4 miliardi al 31 marzo 2015).
E infine i fondi di diritto italiano hanno registrato una raccolta di 8,064 miliardi contro i 10,12 miliardi di euro del trimestre precedente, mentre per quelli di diritto estero sono scesi a 22,37 miliardi.
Quanto alle gestioni di portafoglio contribuiscono al risultato del trimestre con 9,7 miliardi di euro rispetto ai 16,59 miliardi del primo trimestre 2015. Il patrimonio delle GP supera gli 888 miliardi ed è pari al 51,7% delle masse complessive
gestite dall'industria.
30 luglio 2015 21:06 - Bista
Le tragedie greche venivano rappresentate a scopo catartico, per scongiurare che i fatti rappresentati potessero accadere veramente.
I greci, come noi italiani, persa la memoria, ed anche la dignità, se ne sono evidentemente dimenticati.
Forse non capiscono più il greco antico; però hanno imparato l'inglese che li aiuterà a volteggiare al meglio tra le bollicine della finanza.

Può essere che l'appuntamento alla prossima tragedia vera sarà italiano, ammesso che il meridione faccia ancor parte dell'Italia.

Lei dott. Pedone non ha alcuna responsabilità di quanto accaduto qui nel meridione in decenni di piani di rinascita ed industriali, di intrallazzi, di sprechi, di ruberie, di stipendi e di pensioni d'oro ed è persona competente e appassionata, si vede; forse è solo troppo giovane.

Spero di sbagliarmi, ovviamente, ma nell'eventualità, che Dio non voglia, mi piacerà avere la Sua interpretazione sulle gravissime responsabilità politiche a livello nazionale stratificate per anni, sulla corruzione, sulla "governance" di un Paese che, diversamente dall'Europa, politicamente pare unito, sulle compiacenze verso l'opinione pubblica, e ritorno, e sul ruolo dell'informazione.

Giambattista Carta
29 luglio 2015 19:33 - federico6198
lìantidiplomatico :
Esperto americano: "La bolla da 1,5 quadrilioni di dollari in derivati sta per abbattersi sul sistema economico mondiale"

"L'economia e il sistema finanziario degli Stati Uniti è come un castello di carte che sta per crollare".

Nel mondo che ha accumulato 1,5 quadrilioni di dollari in derivati, la "bomba finanziaria" può esplodere in qualunque momento. Lo scrive su Global Research l'analista statunitense Stephen Lendman, sostenendo come lo scenario più probabile sarebbe tale da far passare la Grande recessione del 2008 e 2009 come di poco conto.

I dati della Banca dei regolamenti internazionali, l'istituto finanziario che coordina l'attività delle banche centrali, mostrano che ci sono circa 700.000 miliardi di derivati ??a livello globale. Insieme con i cosiddetti credit default swap (noti anche come CDS, di "credit default swap") e "altri strumenti finanziari esotici", il valore totale dei derivati ??assume la cifra senza senso di 1,5 quadrilioni di dollari. E' un valore il 20% maggiore di quello del 2008, un flusso enorme che si verifica quando un caos finanziario è alle porte.

Per anni, Warren Buffett ha descritto come "bombe” i derivati ??finanziari per le economie e i semplici cittadini, ricorda l'esperto.

La Federal Reserve, la banca centrale americana, controllata e gestita da Wall Street, è la radice del problema, non la soluzione, sottolinea l'analista. A Wall Street "i soldi servono a comprare interessi politici come se fossero dentifricio", ha aggiunto.

"La deregolamentazione finanziaria ha trasformato Wall Street in un casinò senza regole. Siamo in attesa di un errore irreversibile. E 'solo una questione di tempo", dice Lendman.

"L'economia e il sistema finanziario degli Stati Uniti è come un castello di carte che sta per crollare".
22 luglio 2015 21:22 - claudio8633
Pur non essendo d'accordo con alcune conclusioni devo fare i complimenti a Pedone: in un sito di gente che parla di asini volanti alimentati a canne questo editoriale sembra scintillare.

Inoltre molte cose appena citate ognuna delle quali riempirebbe un libro come la biunivoca sedia VS favori (80 euro, IMU?) denotano un'attenzione strana per aduc: un atterraggio di piedi sulla madre terra.

Dai altri 500 come questi entro l'anno e ci dimentichiamo delle baIIe dei vari scriventi dell'aduc
=;-)
17 luglio 2015 18:52 - ennius4531
Dobbiamo molto alla Grecia antica e alla sua democrazia modello anche per i moderni.
Ma dubito che Pericle pensasse ad un sistema democratico che , con un referendum, potesse pretendere ed ottenere come diritto incontestabile la riduzione dei propri debiti in assenza di cataclismi naturali o pestilenze.

Tra la Grecia di Pericle e quella attuale ... quale legame c'è?

Bruxelles, 15 lug. - (AdnKronos) -

"La Grecia ha già ricevuto più aiuti internazionali di tutta l'Europa con il Piano Marshall dopo la Seconda guerra mondiale. E dopo l'accordo dell'Eurosummit di lunedì la Commissione europea vuole aumentare ancora l'aiuto alla Grecia per aiutare il Paese ad accelerare la crescita e dare alle riforme la possibilità di crescere".

Lo afferma il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, presentando le misure eccezionali sui 35 miliardi di euro di fondi europei a favore della Grecia.

I fondi "possono aiutare la Grecia a diventare un luogo attraente per gli investimenti e aiutare a dare speranza alle giovani generazioni", aggiunge Juncker.
17 luglio 2015 18:25 - ennius4531
x claudio1749

Mi sono concentrato su quanto da te affermato ..

" ...l'unico colpevole di questo è una classe politica incapace, furba e meschina che ha pensato solo ed esclusivamente al proprio tornaconto .."

per fissare un semplice concetto :

la fortuna dei politici è commisurata ai voti ricevuti e i voti ricevuti rappresentano, spesso, uno scambio di favori tra eletto e elettori.

Citavo le pensioni baby come esempio lampante di come 'la società civile' , invece di scendere in piazza per dire no, abbia preferito il silenzio.

Così, se non peggio, si è comportata la maggioranza degli elettori greci .

Sulle responsabilità del malgoverno, oltre ai politici, puntiamo il dito anche a quella parte di elettorato che ha beneficiato del malgoverno.
17 luglio 2015 16:59 - raffaele70
Non credo la lingua sia un ostacolo sulla strada dell'integrazione politica; giusto per restare in casa, pure a Roma negli ultimi secoli dell'impero gli imperatori autoctoni sono stati pochini.
Oggi manca un esercito imperiale europeo, ma l'Euro è un ottimo percussore, e federatore: dall'Atlantico agli Urali c'è solo lui.
Più che altro va preso atto che l'UE probabilmente non sarà mai uno Stato come tradizionalmente viene inteso; è un'altra cosa, e con questa cosa ci confrontiamo.
17 luglio 2015 16:31 - NN1999
Non è detto che il 30% basti.
17 luglio 2015 14:40 - federico6198
Speriamo invece che ci sia questo taglio del 30% del debito pubblico greco e, finalmente si applichino le riforme per la cresicita e lo sviluppo per avere un'integrazione europea con politiche fiscali comunitarie ! Per non sentire più parlare dei singoli stati ma di EUROPA UNITA!!!!!!
17 luglio 2015 12:55 - claudio1749
@ennius453

Ci chiedi dove eravamo? Io ti chiedo, può un elettore capire se una riforma è più o meno sostenibile nel lungo periodo?
Io sono abbastanza giovane (35 anni) e non so neanche cosa sia la legge Mosca, ma dubito che essa fosse inserita in un programma elettorale.
17 luglio 2015 12:39 - NN1999
@venessian55

Io personalmente vedo molto difficile che si arrivi ad un'unica lingua in breve tempo. Tutte le nazioni europee hanno una propria cultura, e la lingua è il carattere distintivo della cultura. Nazioni come l'Italia, la Francia, la Germania o la Spagna non sacrificheranno mai la loro lingua. Quello che si può fare è affiancare un'altra lingua. L'inglese è un ottimo candidato poichè è già da tempo la lingua franca del mondo occidentale, senza contare che è la lingua ufficiale del web. Ma questo sembra essere prettamente un problema italiano perchè in altri stati l'inglese viene insegnato sin da quando si è piccoli e in maniera eccellente. Addirittura ho letto che i nordici si vantano di sapere l'inglese meglio degli stessi inglesi! Ma qui in Italia è un po' diverso, siamo troppo vincolati ad una lingua che ha scarso valore internazionale, anzi posso affermare che quando si parla di lingua straniera non solo molti (ottusi) si offendono, ma credono che si offendano anche gli avi, a partire da Dante. Non è un caso che gli italiani sono conosciuti nel Mondo come coloro che non sanno l'inglese, generalmente parlando. Bisognerebbe farlo capire a chi ci comanda.
17 luglio 2015 12:11 - NN1999
Non lo so se una moneta parallela sia mai stata adottata a livello nazionale, ma io non sono così ottimista sulle conseguenze. L'economia greca è allo sbando. Una moneta alternativa immessa in queste condizioni darebbe luogo a fenomeni di perdita di valore dato che l'euro è una moneta fortissima. Io credo che la possibilità che la moneta parallela diventi carta straccia in brevissimo tempo è molto elevata. Del resto lo abbiamo visto con la corsa agli sportelli dei greci: mica lo facevano perchè non avevano fiducia nelle banche ma piuttosto perchè sapevano che un eventuale ritorno della dracma avrebbe comportato l'instaurarsi di gravi fenomeni di perdita del suo valore. Del resto nel Mondo ci sono stati casi in cui erano usate due distinte monete. Ebbene, in caso di economie deboli, la moneta più forte ha sempre prevalso. Io farei attenzione. Sembra in versione ridotta la soluzione di coloro che ritengono che la moneta nazionale possa essere stampata a getto continuo, così, senza nessuna conseguenza, comportandosi in maniera simile a quanto diceva Cetto La Qualunque: più pilu per tutti.
17 luglio 2015 11:55 - NN1999
Io ho sempre ritenuto sin dall'inizio che la Grecia fosse fallita, ovvero che il debito era veramente eccessivo. Poi i pensieri personali sulle soluzioni devono confrontarsi con le soluzioni previste da chi occupa posti di prestigio. La facile soluzione di tagliare il debito porta a delle conseguenze non piacevoli. Se la Grecia, per ipotesi, fosse stata una nazione non aderente alla moneta unica la soluzione del taglio del debito, unica praticabile, avrebbe impedito o reso molto ma molto più difficile al paese di ricorrere al mercato estero dei capitali per un bel po' di tempo facendo aggravare pesantemente la sua situazione economica generale. E' una previsione abbastanza in linea con quanto accaduto in altri casi. Inoltre, i problemi interni della Grecia non sarebbero spariti e si sarebbe comunque reso necassario addotare le stesse riforme che ora si criticano. La caduta del pil non è certo tutta causata dalle misure economiche adottate ma si sta assistendo ad un adattamento di un valore che era esageratamente non veritiero. L'appartenenza della Grecia alla zona euro rappresenta una grande opportunità, l'opportunità di affrontare i suoi problemi alle radici in modo che in un prossimo futuro possa ripartire da basi più solide. La moneta unica se da un lato permette di disinteressarsi di alcuni fenomeni dall'altro costituisce un vincolo. La Grecia non è la sola ad adottare l'euro ma fa parte di una comunità più ampia. Gli altri paesi si sono mostrati più o meno disposti ad aiutare la Grecia, ma ovviamente devono pensare anche alle proprie economie e non sarebbe accettabile da parte loro che un singolo paese, nemmeno troppo significativo, destabilizzasse la moneta con comportamenti potenzialmente suicidi. Se venisse a mancare la fiducia nell'euro ci sarebbero delle ripercussioni nei settori economici e finanziari di tutti, come per esempio l'aumento dei tassi. La Grecia ha il problema del debito assolutamente ingestibile, ma ha anche dei problemi interni che devono essere affrontati e risolti. L'euro appunto impedisce ai greci di tralasciarli. Li devono affrontare. L'esito del referendum era abbastanza prevedibile in quanto erroneamente era stato fatto credere al popolo che l'alternativa alla austerità era il benessere gratuito e facile. Invece abbiamo visto che le misure adottate dal governo greco sono in linea con i provvedimenti europei. C'è poco da fare. Io non parlerei tanto o solo di ristrutturazione del debito greco ma piuttosto di ristrutturazione della società e della economia greca. Un problema simile lo abbiamo anche noi, ma lo si rimanda sempre. Si è diffusa la convinzione che l'Italia è questa perchè abbiamo agito in un certo modo, principalmente disinteressandoci delle regole. La Grecia dimostra che, pur agendo nello stesso modo, i risultati sono stati differenti. Evidentemente è un modo di pensare sbagliato. Dunque per quanto mi riguarda la Grecia ha la grande opportunità di cambiare il corso della sua storia rimanendo nell'euro. Se uscisse, le conseguenze non sono poi così prevedibili, anzi è molto probabile che la sua situazione generale peggiori ulteriormente.
17 luglio 2015 9:47 - Alessandro Pedone
@venessian55
Non credo che il problema della lingua sia totalmente ostativo ad una maggiore integrazione politica.
Certamente è un problema significativo, ma in gestibile.
Il fatto è che è chiaro che questi processi richiedono molto tempo ed anche statisti lungimiranti.

Sul discorso della lingua, personalmente, essendo io fondamentalmente un idealista radicale tenderei a sognare l'uso dell'esperanto... ma so perfettamente che questo non accadrà mai. Ciò nonostante non rinuncio mai a sognare ciò che credo possa essere la migliore soluzione.
Così come in economia e finanza, non rinuncio mai a ribadire come regolare in modo diverso gli strumenti monetari e la finanza potrebbe migliorare drasticamente la vita di tutti noi, anche se sono perfettamente consapevole che questo non avverrà fino a quando questa consapevolezza non sarà diffusa.
17 luglio 2015 9:42 - Alessandro Pedone
@roberto7365
Forse l'espressione "neppure presa in considerazione" è eccessiva. Può darsi che sia stata presa in considerazione e scartata. Certamente non è mai stata proposta seriamente all'opinione pubblica.
16 luglio 2015 18:54 - roberto7365
Mi interesserebbe sapere l'opinione del dott. Pedone che apprezzo e seguo con tanta attenzione in merito a questa notizia che mi parrebbe in contrasto con la sua tesi per cui il governo greco di Tsipras e l'ex ministro delle finanze non avrebbero nemmeno ipotizzato alcuna alternativa rispetto alle richieste di taglio del loro debito nazionale:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/15/crisi-moneta-para llela-alleuro-in-grecia-e-in-italia-e-lunica-soluzione/15887 50/
16 luglio 2015 18:16 - venessian55
L'EURO E LA LINGUA EUROPEA

Alessandro Pedone afferma: "Il cuore del problema è la governance dell’Europa: una unione monetaria non può funzionare senza un’unione politica."

Tutte le odierne democrazie federali sono nate da movimenti, più o meno cruenti, di redenzione da un dominatore esterno. Tutte, di fatto o esplicitamente, hanno adottato la lingua ereditata dall'ex-dominatore (India, USA, Brasile, Messico, Nigeria, ecc.). Qui i loro leader sono eletti dalla maggioranza dei votanti di tutti gli stati federati, perché da tutti possono farsi capire, pur in presenza di lingue locali o minoritarie (specie in India).

Noi europei ci siamo, a turno, dominati l'un l'altro e non abbiamo ereditato la lingua di un comune ex-dominatore. Il più svantaggiato tra i politici europei è maltese. Se si esprime nella sua lingua, una delle 24 lingue ufficiali, può essere capito dallo 0,1% dell'elettorato dell'UE. Il più avvantaggiato, che parla tedesco, può rivolgersi solo agli abitanti di Germania ed Austria, che rappresentano il 18%, meno di 1 elettore su 5. Tusk, attuale presidente del Consiglio d'Europa, sconosciuto alla stragrande maggioranza degli europei, raccoglierebbe una manciatina di voti solo in Polonia.

Tullio De Mauro saggiamente auspica che i cittadini parlino inglese per decidere insieme cosa fare o non fare nella comune pólis europea, un auspicio che richiede parecchi decenni per realizzarsi. Intanto siamo condannati all'intermediazione dei 28 governi nazionali, che non vogliono, né possono, delegare il loro potere ad altri, sconosciuti ai loro stessi elettori. Dobbiamo prendere atto che l'unione politica, costituita per democrazia diretta, è a breve purtroppo impossibile e dobbiamo ridimensionare di conseguenza le nostre ambizioni. A cominciare dall'Euro, gestendolo al meglio per quello che di fatto ora può essere: un sistema di cambi controllati, non ancora una moneta comune.
16 luglio 2015 16:46 - michele6949
´Le rispettive opinioni pubbliche sono state sottoposte dai media ad un bombardamento di notizie parziali quando non completamente false´

E quali sarebbero , per la cronaca ,
le informazioni false sulla Grecia?
Attendo curioso di leggerle e mi riservo di verificarle .
Forse che tutti i greci pagano
le tasse , che NON hanno truccato i conti,
che in Grecia non si va in pensione molto
prima delle altre nazioni della UE,
che non e´ stata fatta una politica assistenzialista e clientelare ( vera causa
dell enorme debito pubblico)?

Diciamo che i greci hanno votato
i politici che hanno permesso questo
andazzo , una volta dissi a un cameriere
del ristorante greco che se voleva potevo
provare a spiegare perche´condivido
lo stato d animo che hanno i tedeschi.
Mi fece capire che non voleva ascoltare.
Allora il popolo greco e´ complice
della politica fatta dai politici greci!
16 luglio 2015 14:57 - ennius4531
Affermare che ..
' .. Se è vero che la Grecia ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità, così come pure, probabilmente, anche l'Italia, è altresì vero che l'unico colpevole di questo è una classe politica incapace, furba e meschina che ha pensato solo ed esclusivamente al proprio tornaconto tralasciando gli interessi della collettività.' ,

significa dimenticare che questa classe politica non è stata eletta da dei marziani, ma da una 'società civile' che, in parte , ha ottenuto i suoi vantaggi.

Mi limito solo ad un caso : il sistema pensionistico e la sua sostenibilità.

Dove eravamo quando si votarono le baby pensioni e la legge Mosca di cui usufruirono centinaia di migliaia di giovanissimi statali, parastatali, sindacalisti e politici ?
16 luglio 2015 12:36 - claudio1749
Non entro nelle soluzioni alternative proposte, per mancanza evidente di competenza in materia, ma credo che nella ricostruzione della storia sia stato tralasciato un punto fondamentale: ovvero l'opera di trasferimento del debito greco dalle banche francesi e tedesche verso gli stati nazionali.
Se è vero che la Germania non è da considerare il demonio, è altresì vero che con le varie ristrutturazioni degli anni passati si è cercato di salvaguardare gli interessi privati delle loro banche che si stavano ritrovando in mano dei crediti spazzatura. L'Italia è stata a questo infame gioco accollandosi buona parte del debito e risultando oggi, se non erro, il terzo finanziatore greco, quando l'esposizione delle nostre banche era prima del tutto irrosorio.
L'opinione pubblica è stata sì drogata da falsa informazione che demonizza una parta o l'altra in gioco, ma credo che sia principalmente stufa di vedere come i diritti dei cittadini siano puntualmente calpestati dagli interessi di privati, banche in primis, e di una classe politica incapace di assumersi le proprie responsabilità e di pagare il prezzo delle proprie scelte. Se è vero che la Grecia ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità, così come pure, probabilmente, anche l'Italia, è altresì vero che l'unico colpevole di questo è una classe politica incapace, furba e meschina che ha pensato solo ed esclusivamente al proprio tornaconto tralasciando gli interessi della collettività. Le colpe politiche non possono espiarsi soltanto attraverso la perdita di credibilità politica, ma vanno tradotte in danni economici verso la collettività che devono essere saldati.
16 luglio 2015 9:05 - cesare9degasperi3549
Nelle operazioni bancarie che si ponevano in essere nel medioevo il rischio maggiore che si veniva a determinare quando si finanziava un regnante ( cosa molto frequente) era che , al momento di una successione dinastica , il nuovo monarca non riconoscesse in alcun modo gli impegni finanziari del suo precedessore cavalcando l'impropria ragione del .. :

" I soldi li ha presi lui , lui è morto, andate a chiederli a lui" .
Ciò avveniva nel medioevo per l'assenza , nel periodo storico, di un senso di continuità nel governo di uno stato o , per dirla in soldoni, l'assenza vera e propria del concetto di Stato .
Nel suo gioco politico Tsipras ha , più o meno, inteso fare lo stesso .
Con una campagna elettorale muscolare e dai toni nazionalistici orgogliosi eppur teneri, ha vinto le sue elezioni ed ha voluto proseguire, per mesi, la stessa strategia con i partners europei. Come un ragno ha tessuto la sua tela , ora allentandola ed ora stringendola ; ha giocato con apparente sicurezza il suo ruolo di ragno al centro della tela e poi, quando ha pensato che tutti i patners fossero ormai invischiati , ha tirato la tela ...
"Il referendum" ....

E la vittoria del "NO" gli ha dato forza per rimettersi sicuro al centro della tela ma ...
Ci è rimasto invischiato ...
Ora è l'Europa che non è più sicura di voler accogliere una nazione che tesse tele vischiose, una nazione che , da culla della cultura occidentale, non ha saputo ne voluto mantenersi con i piedi saldamente nell'economia di mercato ma ha "zompettato" allegramente nel tempo e nello spazio (ricordate i films della coppia Boldi/De Sica?), ora nel più marcato nepotismo di matrice orientale ed ora nel liberismo occidentale , del quale peró, ha saputo solo estrarre i più velenosi dei suoi frutti :
Un debito pubblico abnorme ed una corruzione intessuta nella società ellenica che lo è, forse, ancor di più.
Ora tutto puó essere , sia che il ragno resti solo nella sua tela a brandelli, sia che egli abbandoni la sua tela e sia che la Grecia e l'Europa rinascano come un nuovo soggetto che , se una similitudine dal mondo degli insetti dobbiamo cogliere, sia quella dell'alveare comune.
Non sarà facile spazzare dalle menti l'immagine di una Europa come oscura cantina con tele di ragno in ogni angolo.
Ho già espresso il mio pensiero e lo ribadisco :
Comunque vada, il nuovo accordo , se mai ci sarà, si rivelerà sempre più punitivo verso la Grecia di quello bocciato con il "No" referendario .
Senza l'accordo avrà prevalso l'Europa senz'anima , tutta "chiacchiere, conti e distintivo" pervicacemente voluta dai virtuosi popoli nord / europei.
Non ricordo chi , ma certamente un saggio, affermava che " la virtù estrema e il peggiore dei vizi" .
L'Europa con i conti in regola voluta ad ogni costo ed a tutti costi dalla Germania è un'utopia , una ragnatela non meno subdola ed asfissiante della tela di Tsipras .
Guardate l'Europa di stamane , i suoi odi immutati nel tempo, i suoi egoismi, le sue rivalità.
Guardate le rovine fumanti dei suoi sogni infranti : non ricorda forse lo stesso panorama europeo della fine di entrambe le guerre mondiali ??
Ed allora , non è forse dalle rovine, che si può provare a ricostruire qualcosa di nuovo ??
Vale la pena di provarci, soprattutto se, come accade oggi, non abbiamo più alternative.
La Grecia ha probabilmente perso la sua partita ma l'Europa non ha certamente vinto perché non ci può essere vittoria nell'umiliare un popolo, rubargli la sua autonomia, sequestrargli il futuro , scippargli l'anima.
Chiediamoci dopo quanto successo se , pur restando all'interno dell'Unione Monetaria Europea, il popolo Greco si sentirà mai più appartenente alla "Gente Europea ?

Europa dei "Grandi , Belli e Bravi", se perdi un popolo non hai perso miliardi ,
Hai perso tutto.
16 luglio 2015 3:30 - lucillafiaccola1796
Tsipras. S'è calato le mutande davanti agli speculatori terroristi, denigrando Yanis V. il Grande. Intelligente, capace, bbbono...., ha fatto la “mossa” giusta. Li ha Cincinnatati, perché non se lo meritavano, né Alesso e penso neanche il poppolo Greco.
  COMMENTI
  (Da 1 a 22 di 22)